Zilisch e van Gisbergen fanno ciò che vogliono a Sonoma ma, a differenza di Chicago, è Connor a prevalere al termine di una battaglia intensa ma corretta
Probabilmente fra 20 anni il nastro registrato della gara della NASCAR Xfinity Series del 2025 a Sonoma sarà ancora utilizzato, e consumato, nelle scuole di guida veloce e per piloti di mezza America. Quanto messo in scena da Connor Zilisch e Shane van Gisbergen per 1h56’12” (ovvero flag to flag) infatti rasenta la perfezione al volante e non è facile farlo quando a meno di 1.5″ hai sempre il compagno di squadra che va forte quanto te. Stavolta ha vinto il giovane fenomeno, facendo pari e patta con il risultato di Chicago di sette giorni fa. Ed ora Connor Zilisch è già a quota tre successi stagionali, appaiando Allgaier ed Hill in vetta alla griglia playoff.
La gara
Dopo Chicago, la NASCAR Xfinity Series fa tappa su un altro stradale, stavolta ben più classico visto che è quello di Sonoma. Il problema per gli altri piloti però è lo stesso dato che, ovviamente oltre a Connor Zilisch, è presente nuovamente Shane van Gisbergen sulla quinta vettura del JR Motorsports. E allora il pronostico sembra già chiuso.
Da segnalare anche il debutto di Austin Hill. No, non l’Austin Hill del RCR, ma Austin J. Hill, un giovane omonimo già presente in Trans-Am e SCCA e che a Sonoma, grazie al team di Joey Gase, è alla prima presenza in NASCAR. Purtroppo sarà anche l’unico DNQ della corsa – evitando così omonimie già viste per i Jason White (uno americano e uno canadese) della Truck Series – malgrado non si sia comportato male.
Venerdì è tempo di prove libere e qualifiche. Nella sessione da 50′ da notare ci sono i fuori pista di Herbst (sulla #19 di JGR alla caccia di un po’ di morale ed esperienza), lo stesso Austin J. Hill, Mayer, i testacoda di Dye e Corey Day nonché lo specchietto di Creed che si stacca nell’abitacolo. Il miglior tempo è per Zilisch (1’15.271″) davanti a Love e van Gisbergen che, tuttavia, non fa una simulazione di qualifica.
Nelle qualifiche, su due gruppi, i problemi principali sono per Bilicki (fuori pista in chiusura di giro), due escursioni nella ghiaia per Nick Sanchez ed un testacoda per Will Rodgers (in sostituzione di Annunziata impegnato in una sfortunata trasferta in Trans-Am al Watkins Glen). La curiosità è che Rodgers, oltre ad essere pilota di suo, ogni domenica è lo spotter di Erik Jones e quindi per l’occasione al sabato i ruoli si sono invertiti con il pilota di Legacy MC che si arma di radio e binocolo.
Alla fine il duello fra fenomeni va (ancora) a Shane van Gisbergen (1’15.259″) a precedere di 244 millesimi Zilisch; a completare la top10 Mayer, Love, Sawalich (poi vincitore della gara della ARCA West in un finale clamoroso in volata su Eckes e Alon Day), Smith, Kvapil, Jones, Creed ed Allgaier.
Dopo aver retrocesso in fondo Rodgers, Perez (problemi elettrici in qualifica) e Gray (motore ko malgrado un tempo valido per l’11° posto in griglia), può partire una corsa da 250 km e 79 giri (20+25+34).
Alla bandiera verde van Gisbergen scatta bene e rimane al comando mentre Zilisch si deve difendere da Mayer, seguono Love e Smith. In coda Green finisce nell’erba mentre in curva2 Dye rischia di fare strike tagliando la piega, ma per fortuna si ferma in tempo al rientro in pista. Come di consueto, il neozelandese soffre le pressioni basse di inizio stint e quindi già nel corso del primo giro viene ripreso dal compagno di squadra.
In chiusura di prima tornata Love attacca Mayer al tornantino ma, verso curva1, non riesce a completare il sorpasso che sarebbe valso il terzo posto. Chi invece riesce a farlo al passaggio successivo è proprio Zilisch che attacca, passa e tenta subito la fuga. Mayer ne approfitta e riaggancia la #9 mentre Creed supera Jones e sale al nono posto.
Dopo un breve rodaggio, al quarto giro van Gisbergen alza il ritmo e, portandosi dietro Mayer, annulla l’allungo di Zilisch che quasi di slancio viene nuovamente infilato in curva7 con manovra poi completata nelle Esses. Il giro seguente vede la tregua fra Connor e Shane e il primo a pagare dazio è proprio Mayer che non regge il loro ritmo e si stacca.
Iniziano i problemini in coda: la battaglia fra Rodgers e Thompson si risolve più che altro via radio, Perkins rischia di finire a muro al tornantino, Eckes invece torna ai box dopo appena sette passaggi con la posteriore sinistra delaminata. Mentre davanti la situazione si stabilizza, la top10 si assesta: Sawalich supera Smith per la top5, al passaggio successivo fanno lo stesso Kvapil e Creed, al nono giro Allgaier esce dalla top10 a vantaggio di Hill.
A metà prima stage van Gisbergen e Zilisch sono idealmente incollati (0.278″ il divario) ed hanno 1.5″ su Mayer, 6.9″ su Love (che ha girato 2″ netti più lento dei leader), 7.9″ su Sawalich, 8.8″ su Kvapil, 10.8″ su Creed, 11.2″ su Jones, 11.5″ su Smith e 12.2″ su Hill.
Il passo di Love è troppo lento, infatti via radio riporta che secondo lui qualcosa sotto la vettura sta grattando, nel giro successivo viene sfilato da Sawalich che Kvapil, poi va ai box. La sensazione di Jesse era corretta, infatti il telaio che sostiene il retrotreno si è letteralmente spaccato in due e quindi la corsa di casa per Love si chiude dopo appena 11 giri.
Mentre Jones passa Creed con un divebomb al tornantino (al punto che Sheldon crede di aver forato), la coppia Zilisch-SVG allunga inesorabilmente e sempre con al massimo due lunghezze a separarli, dunque ogni errore costerebbe caro ad entrambi. Allgaier ancora in difficoltà al punto che viene passato da Alfredo, Clements invece prosegue con lo splitter danneggiato, Mosack infine perde terreno.
Mentre ai -5 iniziano le strategie con le soste di Herbst e Williams, al comando la coppia JRM (che al giro 14 ha firmato in tandem il giro più veloce) è ormai non più in vista dato che Mayer è a 6.8″ e Sawalich a 13.9″. Ai -4 si fermano Sanchez e Bilicki (speeding), ai -3 è la volta di Sawalich, Hill, Allgaier, Day (speeding pure lui), H.Burton ed Ellis. Dopo l’ennesimo giro in 1’17.5″, ai -2 van Gisbergen e Zilisch vanno ai box.
Mayer invece tira dritto e può gestire la situazione, ma gli occhi di tutti sono sulla pit lane dove Zilisch riparte davanti a van Gisbergen e il contrattacco è impossibile perché in uscita dai box Ryan Sieg si mette in mezzo a loro. Mayer vince la prima stage con 8.7″ su Jones, 9.7″ su Kvapil, 11.7″ su Smith, 13.1″ su Creed, 13.5″ su Alfredo, 13.7″ su Labbé, 22.0″ su Perkins, 26.2″ su Zilisch e 26.5″ su R.Sieg con SVG 11°; Bilicki lucky dog dopo la penalità.
Si completa il giro di soste, poi si va dritti alla ripartenza con Zilisch al comando su van Gisbergen, Sawalich, Hill, Sanchez, Allgaier, Herbst, Williams, H.Burton, Eckes ed Ellis davanti a Jones che in uscita dai box ha preceduto Kvapil, Mayer, Creed e Smith.
Bandiera verde con 21 giri netti da disputare nella seconda stage. Zilisch e van Gisbergen viaggiano affiancati fino a curva3 dove Connor mantiene il comando, a seguirli Sawalich ed Hill. Shane non molla e tenta un nuovo attacco in curva7 dove, tuttavia, arriva un po’ impiccato all’interno ma riesce a mantenere il controllo della vettura.
Anche Zilisch, però, arriva impiccato al tornantino e questo ricompatta il gruppo di testa al punto che Sawalich ci prova all’esterno, aprendo la porta a Hill che non riesce ad approfittarne. Anche Allgaier ci prova all’esterno di Austin in curva2, ma rimbalza e viene aggirato da Sanchez in curva7. Allgaier reagirà al giro seguente. Dietro di loro Kvapil e Mayer si scambiano un po’ di vernice delle fiancate, Carson passa e Smith lo segue, poi imitato anche da Eckes ma solo brevemente.
Malgrado siano ancora incollati e spesso sembrino un’unica figura, dopo appena quattro giri la #88 e la #9 scappano via lasciando sul posto un comunque buono Sawalich che avrebbe bisogno di un buon risultato come il pane. Ma nel corso di questo quarto giro, ecco che ricomincia la battaglia: van Gisbergen riprende Zilisch e attacca al tornantino, i due viaggiano affiancati sul traguardo (dove Shane ha pure il tempo di mostrare il pollice alzato a Connor), poi completa il sorpasso in curva2.
Questo ovviamente favorisce un breve recupero degli avversari, ma è tutto inutile, infatti appena smette la lotta ricomincia un ritmo insostenibile. C’è ancora tempo di battaglie più dietro: Sanchez ripassa Allgaier in curva7, lo stesso punto in cui Ellis finisce fuori pista e alza un po’ di polverone. Eckes invece torna nuovamente ai box, di nuovo con la posteriore sinistra che si distrugge. Paga dazio invece Harrison Burton, con Sammy Smith che apre la porta ed altri tre che si infilano dietro la #8.
In vetta inizia un po’ di elastico, van Gisbergen allunga ai -12, poi Zilisch reagisce e già ai -10 (mentre Creed ripassa Jones) lo riprende. Anche qui arriva tutto di slancio con Connor che attacca dall’ultima curva e passa sulla salita verso curva2. SVG non ha opposto resistenza, ha capito che in questa fase non ha di più, infatti ha poco grip al posteriore. E questo è forse il problema peggiore per il neozelandese. Infatti, come già spiegato nelle ultime settimane, van Gisbergen soffre parecchio – non avendo forse pienamente capito come sfruttarle in NASCAR – le pressioni basse degli pneumatici. E quale è una delle soluzioni più pratiche per aumentare il grip al posteriore, specialmente su una pista scivolosa come Sonoma? Proprio abbassare la pressione delle gomme. Un bel grattacapo da risolvere al volante per il neozelandese e anche al muretto.
Mentre in rapida sequenza si ritirano per problemi meccanici Labbé (sospensione posteriore destra) e Karam (trasmissione fermandosi nella vecchia Gilligan’s Island), escludendo così dalla corsa due che sugli stradali vanno forte, Zilisch allunga per quello che sarà il massimo divario fra lui e SVG (e si parla di circa 1.5″). Shane riprende ritmo solo ai -6 quando ormai è troppo tardi. Gli altri sono ormai staccati: ai -5 (con 1.2″ fra i leader), Sawalich è a 8.7″, Sanchez a 11.7″, Hill a 12.7″, Allgaier a 13.4″, Herbst a 14.3″, Jones a 15.3″, Smith a 18.8″ e Creed a 19.8″.
Mentre Ellis finisce nuovamente in testacoda, riprende la strategia: ai -4 si ferma Williams, ai -3 Hill, Herbst, Gray, H.Burton (problemi di gomme per questi due), Green, Day ed Alfredo, ai -2 Zilisch, van Gisbergen, Sawalich, Sanchez e Mayer. Per Allgaier sembra fatta per la vittoria di stage, invece Jones lo riprende e in vista dell’ultimo giro lo passa in curva4 con Justin che finisce largo.
Brandon Jones si aggiudica il secondo traguardo intermedio davanti ad Allgaier (+1.3″), Smith (+4.8″), Creed (+6.8″), Kvapil (+9.7″), Perkins (+14.7″), Zilisch (+21.5″), J.Burton (+21.9″), Rodgers (+22.5″) e, R.Sieg (+23.9″) con SVG 12° dietro a Poole.
Dopo un po’ di attesa per l’apertura della pit lane, si completa anche il secondo giro di soste (penalità per Kyle Sieg) e qui la situazione si complica perché fra questi e la coppia Zilisch-SVG ci sono ben cinque giri di differenza per il pieno con i due leader che hanno benzina a sufficienza, risparmiando leggermente, fino alla bandiera a scacchi ma non per eventuali overtime.
Alla ripartenza Zilisch precede van Gisbergen, Sawalich, Sanchez, Hill, Herbst, Mayer, Williams, Gray, H.Burton, Day, Alfredo e poi Jones, Creed, Smith, Allgaier e Kvapil. Green ai -29 e Zilisch scatta meglio, al punto che in curva2 è già davanti, ma in curva3 Shane torna sotto e alla curva successiva sono affiancati. Il neozelandese allora va all’esterno verso curva7 ma qui Sawalich trova il varco e passa la #9 in frenata completando la manovra nelle Esses.
Potrebbe essere stato il momento decisivo della corsa, infatti Zilisch può guadagnare leggermente mentre van Gisbergen ci mette un paio di giri per ripassare Sawalich. Dietro di loro, intanto, Sanchez ed Herbst hanno perso posizioni a vantaggio di uno scatenato Mayer e di Hill. Austin cerca il controsorpasso di forza tuffandosi al tornantino, ma Sam si tiene al largo e controlla; da qui in poi inizierà la crisi di Hill. La coppia JRM va in fuel saving, non esagerato, ma sufficiente per far rimanere Sawalich in zona.
In curva7 c’è un altro momento di confusione: Poole e Bilicki si toccano mentre davanti a loro Ryan Sieg finisce quasi in testacoda e nella confusione Eckes tampona Clements. A pagare le conseguenze sono Sieg ed Eckes che perderanno entrambi tre giri ai box per le riparazioni. Problemi meccanici anche per Mosack che scivola in fondo. Poco più tardi Clements finisce in testacoda al tornantino.
La lotta al comando è ancora una volta tutta sul filo dei centesimi e sull’impossibilità di commettere errori. Sawalich inizia a cedere terreno ai -21 e quindi si ripete il leitmotiv precedente. Inizia anche una lotta psicologica con van Gisbergen che ai -18 ricomincia a tirare costringendo anche Zilisch a farlo. Poi Shane rialza il piede, ma Connor prosegue sullo stesso ritmo con la paura che poi il neozelandese abbia più margine per riprenderlo. Si lavora quindi su più livelli di strategia.
Mentre Kvapil a questa gara innesca una lunga battaglia con un altro (quasi) compagno di squadra, in questo caso Day, l’elastico in vetta prosegue. Non arriva nemmeno una caution ad aiutare la loro situazione benzina. Ci prova Jones quando con un colpo da biliardo al tornantino tocca Day che finisce contro H.Burton, ma Harrison riparte in fretta pur perdendo una decina di posizioni (e di punti preziosi). Anche Dye e Mosack alzano bandiera bianca e si fermano ai box con problemi tecnici.
Ai -10 Zilisch è stato quasi raggiunto ed ha mezzo secondo su van Gisbergen, gli altri di nuovo distanti con Sawalich a 5.9″, Sanchez a 7.5″, Herbst a 11.5″ e ancora più lontani Mayer, Allgaier, Gray, Hill e Kvapil. E il duello può avere inizio.
Ai -9 Connor riguadagna tre decimi e questo lancia l’allarme rosso in casa SVG il quale via radio, sempre senza grip al posteriore, dice che in caso di bandiera gialla pitterebbe per un cambio gomme. Ma il campione reagisce e nei due passaggi successivi, approfittando anche di un leggero lungo di Zilisch al tornantino. Shane, tuttavia, non trova il varco e rimbalza leggermente.
Al muretto il nervosismo regna, sia per il duello in sé, sia per la paura che i due piloti si stiano tirando il collo a vicenda per la benzina per una beffa clamorosa. Ma, nonostante questo, guadagnano circa 1″ su tutti ad ogni giro. Ai -5, con sempre circa mezzo secondo fra #88 e #9, Sawalich è a 9.7″, Sanchez a 11.9″, Herbst a 17.2″, Allgaier a 19.8″, Gray a 21.4″, Mayer a 25.2″, Kvapil a 27.4″ ed Hill a 27.8″.
Carson ha passato di forza Austin al tornantino e così ha aperto la porta anche a Smith e Day. In curva7 la battaglia fra la #21 e la #17 è intensa, Corey tenta l’attacco ma si allarga in uscita, qui Austin non alza il piede (intenzionalmente), salta sul cordolo in maniera scomposta e nell’atterraggio manda in testacoda Day (qui senza volerlo, ma è tutto una conseguenza della voglia di Hill di non arrendersi).
Davanti intanto stanno ancora in maniera imbarazzante per la concorrenza, ai -3 Perez si sposta nel doppiaggio mentre Clements va ai box essendo rimasto a secco. Van Gisbergen è il più veloce sulla salita, Zilisch nelle Esses e quindi nel complesso si equivalgono ma la porta rimane aperta a vari attacchi.
Il neozelandese rosicchia sempre qualcosa e ai -2 è sfida aperta: SVG prova il bump in curva4, ma Zilisch rimane lì e va in difesa in curva7, qui arriva un altro piccolo contatto e la #88 si intraversa all’ingresso delle Esses. Al tornantino van Gisbergen arriva leggermente lungo e questo gli toglie centimetri preziosi in vista dell’ultimo giro. Shane si scatena ancora e, anche grazie ad un piccolo largo di Connor in curva3, alla piega successiva è di nuovo sul paraurti, specialmente in curva7 dove ZIlisch è ancora in difesa estrema. Si va quindi verso il tornante dove il leader copre l’interno e SVG prova invece l’esterno, ma non riesce a trovare l’incrocio.
L’allievo batte dunque il maestro in una prova magistrale per entrambi, senza praticamente errori per tutta la corsa, dalla bandiera verde a quella a scacchi: togliendo i giri sotto caution, quelli delle soste ed i due in cui Sawalich si è infilato nel mezzo, per 66 giri sui 79 totali Zilisch e van Gisbergen sono stati separati al massimo da 1.5″, più spesso da soli 0.5″. Un duello corretto, un altro dopo Chicago, ma senza risparmiarsi. E, in appena una settimana, Connor ha imparato la lezione (nel senso buono del termine) da Shane.
Zilisch conquista così la terza vittoria stagionale (e in victory lane deve sostituire il tradizionale vino di Sonoma con del succo di mela non avendo ancora compiuto 19 anni) battendo van Gisbergen di 0.438″; notevole anche il dato sui giri più veloci, 1’16.909″ per Connor, 1’16.860″ per Shane. Inoltre, questa è la 11esima vittoria consecutiva in Xfinity Series per Chevrolet, record all-time eguagliato.
Sawalich è ottimo terzo, ma ad addirittura 13.6″, a seguire Sanchez (+17.4″), Herbst (+19.0″), Allgaier (+22.2″), Gray (+22.5″), Kvapil (+30.3″), Smith (+35.1″) e Creed (+35.1″). A seguire Green, Hill, Jones, Bilicki, Williams, Rodgers, Mayer (mandato in testacoda da Hill all’ultimo giro in curva2, foratura invece per Alfredo), Thompson, Perkins ed i cugini Burton.
Appena una settimana fa van Gisbergen sembrava imbattibile, a Sonoma sembra esserci invece di nuovo una speranza. In Xfinity Series si chiama Connor Zilisch il quale, in maniera fenomenale, ha dovuto mettere in scena una gara perfetta per tenersi dietro uno Shane che ha provato ogni trucchetto, come da sua ammissione, per battere in maniera corretta il compagno di squadra. Ci sarà da divertirsi molto in futuro in casa Trackhouse.
I risultati odierni
La classifica della “Pit Boss/FoodMaxx 250”
La classifica generale
Così in campionato a 7 gare dalla fine della regular season della NASCAR Xfinity Series 2025
I prossimi appuntamenti
Stasera alle ore 21:30 a Sonoma ci sarà la gara della NASCAR Cup Series; a partire dalla pole position sarà ancora una volta Shane van Gisbergen. La Xfinity Series torna sabato prossimo sull’ovale di Dover.
Immagine: twitter.com/JRMotorsports
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