NASCAR | Xfinity Series: Sammy Smith ottiene il suo primo trionfo a Phoenix

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Tempo di lettura: 13 minuti
di Francesco Gritti @franz_house_vg
12 Marzo 2023 - 18:00
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Sammy Smith, classe 2004, vince la United Rentals 200 a Phoenix. Il rookie ottiene qui il suo primo successo in NASCAR dopo appena 14 partenze, di cui una in Truck Series. Joe Gibbs esulta: entrambi i suoi piloti sono già ai playoff


Sammy Smith, anche se è solo al liceo, sta già facendo parlare di sé. Mi correggo, ha già confermato la sua abilità al volante vincendo una gara nella seconda serie di stock car. In tempi recentissimi, l’unico in grado di compiere l’impresa è stato Ty Gibbs, campione in carica di Xfinity Series (alla prima stagione completa) e attualmente pilota Cup. Tanti dubbi invece su altri piloti: Weber, “obbligato” a lasciare il posto perché lento e pericoloso, numerosissime caution, principalmente per contatti e diversi ritiri causati dai propri compagni di squadra non stanno facendo bene all’ambiente della classe intermedia.

La stagione di NASCAR Xfinity Series prosegue con il quarto appuntamento del 2023, la United Rentals 200 a Phoenix. Lo speedway, che si trova nel bel mezzo del deserto dell’Arizona, ospita questa settimana il primo dei due weekend di gara previsti (il secondo sarà il Championship 4) che avrà il compito di cominciare a delineare in via definitiva i valori in campo.

Phoenix è un ovale storico, dall’evoluzione nel tempo piuttosto particolare. Nel 1964, data di fondazione, lo speedway da un miglio era solo una delle attrazioni offerte dalla race facility, che comprendeva anche un circuito lungo 4 chilometri, in grado di includere nel suo percorso anche parte dell’ovale, e un roval.

L’evoluzione storica porta le varianti, poco utilizzate, a sparire per far posto a servizi per il pubblico. Nel 1991 il road course cade in disuso; stessa sorte tocca poi al roval, demolito nel 2011. Rimane quindi da allora solo uno speedway da un miglio preciso, caratterizzato da un banking poco elevato e dalle 4 curve diverse fra loro. Il dogleg, allargamento della carreggiata posto dopo la linea di partenza (spostata nel 2018 appena prima di esso), si può tagliare per guadagnare qualche posizione. L’elemento unico che caratterizza l’ovale si è spesso rivelato decisivo durante i late restart.

La United Rentals 200 non ha, a differenza del circuito che la ospita, una storia altrettanto strana e lunga. La prima gara a Phoenix della serie intermedia si è svolta nel 1999, ma solo nel 2005 è stata aggiunta una seconda prova, da tenersi nella parte iniziale della stagione. Quest’ultima ha sempre mantenuto una lunghezza di 200 miglia, salvo overtime di varia natura e un’interruzione per pioggia nel 2014. Interessante notare come, per la prima volta dal 2018, “Phoenix Spring” abbia mantenuto lo stesso nome per due anni consecutivi.

La qualifica, a giro secco, premia ancora una volta Cole Custer. L’ex pilota Cup Series, sulla Ford #00 di Stewart Haas Racing, ha fermato il cronometro in 27.701″. Di fianco a lui, allo start, ci sarà Justin Allgaier, sulla Chevrolet #7 di JR Motorsports. Il suo risultato è estremamente vicino a quello ottenuto dal poleman: 27.755″. Tutti sono lontanissimi dal record di qualifica di Kyle Busch (presente oggi sulla Chevrolet #10): il 25.992″ segnato nel lontano 2015 appare inavvicinabile con le vetture odierne. L’unico escluso di giornata è Timmy Hill, che, però, non doveva trovarsi in pista oggi.

La Chevrolet #66, gestita da MBM, era stata originariamente affidata a Bryan Weber, apparso per l’ultima volta nella serie nel lontano 2003. Il cinquantaseienne è stato sostituito dal pilota “di casa” dopo le prove libere, visto un incidente con John Hunter Nemechek, che non ha fatto molto piacere né al Joe Gibbs Racing né evidentemente al MBM Motorsports. La squadra del figlio d’arte ha ironizzato sull’accaduto, incollando sulla carrozzeria un pezzo di nastro adesivo con la scritta “Supra” fatta a pennarello per coprire la botta.

https://twitter.com/JHNemechek/status/1634622385998675969

Partono dal fondo della griglia, invece, Parker Kligerman per un incidente nel suo giro lanciato dopo essere rimasto senza freni posteriori, e per la seconda volta di fila Kyle Busch, questa volta punito da un problema di gestione flussi da parte della pompa della benzina.

La gara

Allo sventolare della bandiera verde Cole Custer si impone subito su tutti gli avversari, cominciando quella che pare essere, fin dai primi secondi, una cavalcata trionfale. Allgaier non parte benissimo, venendo immediatamente sovrastato da Creed ed Hemric, partiti all’interno e che scartano subito verso il dogleg. Il passo del campione 2021 della serie, però, non è quello che ci si aspetta. La Chevy #11 viene quindi inghiottita in breve tempo dal gruppo di vetture che seguono. Da notare le rimonte di Sammy Smith e Kyle Busch, in forma durante i primi giri di gara.

https://twitter.com/NASCAR_Xfinity/status/1634673927996997632?s=20

Bastano 30 giri e viene chiamata in pista la pace car: Leland Honeyman, giovanissimo pilota al debutto assoluto nella categoria, urta le barriere laterali, danneggiando il paraurti posteriore, che, dopo essere rimasto a penzoloni per diverso tempo, verrà lasciato a terra durante la percorrenza di curva 4 e colpito dalla Ford di Joe Graf Jr. Dopo la rimozione del detrito e il lucky dog di Perkins, la gara prosegue.

Custer è ancora il migliore. Il pilota Stewart Haas sfrutta ancora il dogleg per riportarsi in una condizione di supremazia. Allgaier e Sammy Smith seguono per diverso tempo. Il primo cambio al vertice si verifica al giro 38, quando Allgaier stacca tardissimo in curva 3 e si porta davanti al poleman. Solo pochi secondi dopo, però, si entra in regime di caution.

Disastro in casa Chevy: Chandler Smith tampona Berry in curva 3 facendolo andare in testacoda. Fortunatamente il pilota JR, impegnato questo weekend anche in Cup in sostituzione dell’infortunato Chase Elliott, non viene colpito da nessuna vettura, uscendo dall’incidente completamente illeso. Diversi piloti optano per una sosta anticipata, sacrificando i punti del primo stage per essere avvantaggiati all’inizio della seconda fase di gara.

Rimangono ancora un paio di giri prima dell’esposizione della bandiera biancoverde. Custer cerca di sorprendere Allgaier dall’esterno, ma non ci riesce, venendo altresì superato da diversi contendenti. Nessuno può ostacolare il pilota della #7, che vola dritto alla conquista dello stage.

Al termine dei primi 45 giri, dietro a Justin Allgaier, terminano Creed, Sammy Smith, Herbst, Hemric, Custer, Busch, Mayer, Nemechek e Chandler Smith. Di questi, è JHN il primo dei piloti con un treno nuovo di gomme. Sarà quindi lui l’apripista della seconda fase di gara, dalla medesima lunghezza di quella appena conclusa. Da notare come nessuno utilizzi il lucky dog. Cram è l’unico doppiato, ma non è eleggibile, visto che è fermo ai box da molto tempo per problemi alla pompa di ripescaggio della benzina.

Senza troppa sorpresa, Nemechek e Mayer (partito esterno in prima fila) sono i primi due a tagliare il traguardo a un miglio esatto dall’inizio effettivo del secondo stage. Non tutti, però, hanno la fortuna di arrivare a questo punto senza intoppi. Un contatto fra Clements e Moffitt in curva 3 fa girare quest’ultimo, causando l’ingresso della pace car. Cram, una trentina di giri indietro, ringrazia della possibilità di sdoppiarsi. Saranno suoi anche i successivi 3 lucky dog.

La quiete dopo la tempesta dura molto poco. Basta un giro e mezzo per rivedere le bandiere gialle sventolare lungo lo speedway dell’Arizona. Josh Williams va largo in curva 1 e colpisce Mosack, che, per effetto della collisione, si gira. Il posteriore della #24 ne risulta lievemente danneggiato.

Al ritorno in regime di bandiera verde è grave il passo falso di Nemechek. Il pilota Toyota taglia la linea gialla prima del passaggio sulla linea del traguardo, causando un’infrazione (la stessa di Allgaier della scorsa settimana), punita con il drive through. La prima posizione viene lasciata a Hill, che ci rimarrà fino all’uscita della sesta caution di giornata.

Per la seconda volta Berry viene tamponato da una Chevrolet, questa volta quella di Mayer, suo compagno di squadra. Fortunatamente, la vettura #8 riporta, ancora, solo qualche graffietto. Tutti i top driver, tranne uno, rientrano per cambiare le gomme.

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Chi vuole puntare al punteggio pieno è Allgaier, che negli ultimi due giri del secondo stage spinge tantissimo nonostante le gomme usurate. Il traffico non permette agli pneumatici freschi montati dai principali rivali di mostrare la propria supremazia, rendendo quella del veterano la strategia più valida per prendere punti.

Justin Allgaier raddoppia i successi parziali di oggi. A completare la zona punti ci pensano Hill, Hemric, Sammy Smith, Busch, Alfredo (che non si è fermato durante la sesta caution), Mayer, Herbst, Grala e Creed. Visto il pit generale anticipato, sono pochi i piloti che si fermano per rifornire e montare un treno di gomme nuove.

Hill, vista la sosta del dominatore delle fasi iniziali, si ritrova a guidare le 38 vetture ancora in pista. Lo stacco di frizione allo sventolare della bandiera verde, però, non è dei migliori. Il già due volte vincitore quest’anno viene subito sopravanzato da Kyle Busch, Sammy Smith ed Hemric. Il giovane pilota della #18 ne ha più di tutti e cerca fin da subito di imporsi sulla Chevy guidata dal campione 2009. Al giro 103 lo studente (frequenta l’ultimo anno di liceo) si infila all’interno in curva 1. La traiettoria esterna, teoricamente vantaggiosa, tenuta dalla Chevy #10, non si rivela efficace. Questo conduce il rookie, per la prima volta oggi, nella posizione desiderata.

Sammy fa il vuoto dietro a sé. Busch si ritrova un detrito incastrato nel radiatore e, per rimuoverlo, lascia avvicinare Hill, terzo. Il veterano si fa sorpassare e si porta in scia. Una volta rimosso l’ostacolo di natura tecnica, però, la #10 si scopre più lenta della #21. Nonostante ciò, Kyle sta cercando di portare al massimo la sua vettura, toccando addirittura le barriere in curva 4 in un paio di occasioni, ma nulla sembra poterlo aiutare nel concreto, almeno per ora.

Al giro 139, dopo una quarantina di tornate tranquille con Smith davanti di circa 3″, esce di nuovo una caution. A provocarla è Gray Gaulding, che si appiccica al muro di curva 1, fermandosi. Le cause dell’incidente non sono chiare. C’è parla di una foratura, chi di un contatto, le telecamere non aiutano per niente la comprensione della dinamica. Tutto ciò che è certo è il ritiro della vettura #08. Anche Cram è obbligato al ritiro: il problema manifestatosi a inizio gara si ripresenta e il giovane è costretto ad abbassare la retina. Mosack sfrutta la situazione di stallo per tornare a pieni giri, mentre molti piloti sostano.

Dopo un giro e mezzo altra caution. La gomma posteriore sinistra di Creed è difettosa oppure anche in questo caso c’è di mezzo una toccatina ricevuta e si sgonfia pericolosamente in percorrenza di curva 2. La fortuna non è dalla sua parte neanche oggi: il pilota RCR, come molti dei suoi rivali, ha terminato i treni di gomme nuovi. Smithley a pieni giri.

Nella ripartenza successiva si assiste a uno scossone di Sammy Smith, super competitivo, in grado di mettersi subito dietro Busch e Nemechek e ampliare il distacco con il gruppo. Hill e Allgaier, nella prima parte di gara molto veloci, appaiono in difficoltà e perdono molte posizioni.

Another day, another caution si potrebbe dire, citando un famoso motto. Al giro 171, dopo circa 10 in regime di green flag, un altro pilota perde il controllo della propria stock car. Si tratta di Anthony Alfredo. Nonostante sulla carta sia il momento giusto per tentare un run finale, quasi nessuno rientra in pit lane: non ci sono più gomme nuove. Bisognerà quindi sfruttare al massimo quelle già montate, senza possibilità di malagestione. Perkins utilizza, per la seconda volta oggi, il lucky dog.

L’ultima caution di giornata si manifesta ad un giro esatto dalla ripartenza. Jones allarga in curva 3 e tocca il compagno di squadra Allgaier, che per un momento si ritrova a lottare con lo sterzo. La traiettoria della #9, che procede verso l’interno, si incrocia con quella di Grala e Moffitt. Il pilota Toyota si gira e colpisce le barriere, senza dimenticarsi di collezionare anche il vincitore dei primi due stage, perfettamente nella traiettoria della #26, senza più controllo. Allgaier si ritira, Grala cerca riparazioni sommarie nel suo pit spot. Jeffrey Earnhardt ringrazia e torna a pieni giri.

Nell’ultima dozzina di giri Sammy Smith è velocissimo. Dalla prima fila riesce a subito a separarsi dagli avversari per cercare la vittoria in solitaria, ma non è così facile. L’avversario è il compagno Ryan Truex, part timer sulla #19, che nelle ultimissime fasi di gara cerca di insidiarlo, anche se senza successo.

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Interessante azione all’ultimo giro. Busch attacca Chandler Smith, terzo, muovendosi interno in curva 1. Le due traiettorie, anche perché all’ultimo giro si è tutti più aggressivi, si incrociano. Il campione 2009 percorre curva 2 completamente in derapata, evitando di toccare il compagno di squadra, praticamente attaccato al muro. Nonostante Matt Kaulig non sia stato felice (le sue due auto hanno perso diverse posizioni), c’è da dire che moltissimi altri piloti avrebbero causato una caution all’ultimo giro, e in quel di Phoenix se ne sono viste tante.

Sammy Smith si aggiudica quindi la United Rentals 200 di Phoenix. A seguirlo si trovano Truex, Creed (ottima rimonta dopo la foratura), Herbst, Chandler Smith, Nemechek, Hill, Berry, Busch ed Hemric. Viste anche le numerose caution, tutti i piloti, escludendo Grala, hanno concluso la gara a pieni giri.

Sammy Smith si è portato a casa la sua prima vittoria in carriera ad appena 18 anni, 9 mesi e 7 giorni, il quarto più giovane di sempre a vincere nella categoria dopo Logano, Elliott e Gibbs. Il ragazzo dell’Iowa, nelle ultime due stagioni dominatore dell’ARCA East (con 5 vittorie in 7 gare l’anno scorso) e quarto al termine dell’ARCA Menards Series 2022 (con 4 gare in meno e 6 vittorie segnate a suo nome), non è solo un nome per il futuro della casa giapponese, ma già una certezza per il presente.

Il pilota della #18, rookie (l’hanno scorso ha corso 9 gare con la medesima vettura) ha dimostrato di non avere timori reverenziali e di essere competitivo fin dalle fasi iniziali della stagione. Chissà se a novembre potrebbe regalarsi ulteriori soddisfazioni sempre su questa pista.

I risultati odierni

La classifica della “United Rentals 200”

La classifica generale

Così in campionato dopo 4 delle 33 gare della NASCAR Xfinity Series 2023

Sammy Smith è il terzo pilota, dopo Austin Hill e John Hunter Nemechek, ad aggiudicarsi un posto ai playoff, grazie alla sua vittoria odierna. Toyota si può definire soddisfatta del cambio piloti fatto per il 2023: entrambi i ragazzi a tempo pieno di Joe Gibbs Racing sono già contendenti al titolo. Servirebbe Kaz Grala, l’ultimo full time driver di Toyota, per completare la lista ma, visto che Sam Hunt Racing non è un top team, potrebbe non riuscire a qualificarsi.

I prossimi appuntamenti

Il weekend di Phoenix prosegue con l’ultima gara prevista, la United Rentals Work United 500 di NASCAR Cup Series. I 312 giri previsti per la classe regina partiranno poco dopo le 20.30 italiane di domenica 12 marzo.

La NASCAR Xfinity Series, come di consueto, torna in pista settimana prossima ad Atlanta. Sullo speedway di recente rinnovamento si terrà la RAPTOR King of Tough 250, dalla lunghezza di 163 tornate. L’orario e la data sono relativamente canonici: la bandiera verde è prevista per le 22.00 di sabato 18 marzo.


Immagine: Media NASCAR

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