Allgaier rompe un digiuno di praticamente un anno nel modo più difficile, scattando dal fondo a causa di una batteria mal funzionante a poco dal via. Il grosso lo fa nella prima stage, il resto lo fanno i meccanici. Gibbs cede nell’ultima stage, Gragson si prende la piazza d’onore
A volte nemmeno i buoni risultati possono compensare un digiuno lungo un anno. Così Justin Allgaier ha deciso di fare le cose in grande a Darlington vincendo dopo essere partito dal fondo a causa di un problema elettrico a pochi minuti dal via. Il pilota del JR Motorsport dopo una stage ed un giro di soste era già al comando, poi però non ha dominato e molti avversari come Gragson, Nemechek e Berry sono stati vicini a lui, poi però a decidere la gara è stata anche la strategia corretta del suo crew chief che ha battuto anche il tentativo disperato di un Allmendinger ancora non al top della forma.
La gara
Dopo le libere e le qualifiche della Truck Series è il turno della Xfinity Series con lo stesso programma, tuttavia il cielo si fa sempre più scuro. Le libere scorrono abbastanza regolari, Reddick (sulla #48 del Big Machine Recing in una discussa manovra di “valutazione delle prestazioni del team” con Buford parcheggiato nel frattempo) sfiora subito il muro, Graf ovviamente invece lo bacia, Poole sulla #47 del Mike Harmon Racing è chiamato ancora una volta al miracolo ma fora la posteriore sinistra; Gragson chiude in vetta alla classifica.
Le qualifiche iniziano, ma durano poco. La pioggia inizia a cadere al 16° (Josh Williams) dei 40 piloti iscritti e la sessione viene sospesa, poi al secondo scroscio pesante (con grandine dal diametro di 10 cm e forti venti a 60+ mi/h, cioè 100 km/h, al limite del tornado previsti a breve) definitivamente cancellata. Sorride Ty Gibbs che a norma di regolamento si prende la pole e pure Allmendinger che aveva avuto un problema all’ammortizzatore nelle libere e che avrebbe sicuramente pagato dazio in una maniera (tempo alto) o nell’altra (modifica in parco chiuso).
Decisamente meno felici Ryan Truex (problema ai freni sulla #18 del JGR tristemente senza sponsor), ed i DNQ Brennan Poole e Chase Elliott sulla #88 del JR Motorsports che al momento della sospensione delle qualifiche erano invece matematicamente qualificati.
I colpi di scena però non finiscono qua: prima del via finiscono in fondo anche Timmy Hill per modifiche non autorizzate in parco chiuso (deve pure scontare un drive through al primo giro) e Justin Allgaier che ha difficoltà nel lasciare la pit lane al punto che i meccanici al volo devono sostituirgli la batteria.
Al via, mentre tutti tengono già d’occhio anche il radar per la pioggia che potrebbe arrivare in 30′ circa, Gibbs scatta bene e guida davanti a Gragson, Jones e Berry che invece è partito male; Nemechek nella sua rimonta dal fondo della top20 intanto si fa vedere per un rischio corso sul dritto, ma poi lo farà per cose più belle.
Gibbs prova l’allungo insieme a Noah dato che Jones tiene dietro a fatica Berry e Brandon soffrirà per tutta la gara. Chi però si fa notare è Allgaier che rimonta fin da subito dando tutto (all’apparenza) malgrado le gomme siano un fattore determinante a Darlington dato l’elevatissimo degrado; Justin rischia col traverso davanti a lui di Weatherman, poi prosegue.
Al nono giro subito una caution: poco dopo il sorpasso di Berry su Jones, Currey in curva4 tocca il doppiato Timmy Hill mandandolo in testacoda in curva4 togliendogli pure il lucky dog. Il colpo di scena dietro della pace car però è il problema meccanico di Creed, chiamato ad una giornata positiva su una pista a lui favorevole, forse una candela mal funzionante. Con Sheldon vanno ai box anche altri backmarker oltre a Reddick che ha danneggiato il muso nel traffico.
Si riparte ai -31 nella prima stage ed cominciano i problemi per Gibbs che sceglie la corsia esterna, sbanda, sfiora pericolosamente il muro e così Noah passa al comando già in curva1. In coda la vettura di Creed inizia a fumare e così Sheldon è costretto in sequenza ad andare nel garage e ritirarsi.
Davanti nel frattempo Allmendinger, pure lui dopo in seguito in giornata no, scavalca Berry e Jones e si porta al terzo posto, ma la coppia di testa è già scappata via e nemmeno il suo traverso in curva4 è utile a recuperare terreno pur nella sua spettacolarità. Gibbs ha un ultimo sprazzo di vita e scavalca di nuovo Gragson dopo un incrocio fra curva4 e curva1.
Questo sorpasso arriva al momento perfetto perché pochi secondi più tardi Jeb Burton finisce a muro in curva2, fora e poi nel rientrare ai box finisce in testacoda. La recitazione non è delle migliori e infatti la NASCAR lo punisce quasi immediatamente con una penalità di un giro per l’intenzionalità della manovra; stavolta Timmy Hill si prende il lucky dog.
Ai box ci vanno solo Vargas, Martins e Williams oltre allo stesso Hill e si riparte ai -22 con la stessa prima fila della green precedente. E l’esito è lo stesso, Gibbs sbanda e Gragson passa al comando, solo che stavolta Ty finisce al terzo posto dietro ad un Allmendinger sempre molto attivo ed esperto in queste fasi; Berry ed Herbst completano la top5 mentre Nemechek entra nella top10 con Allgaier poco dietro di lui e coinvolto in una bella lotta con Alfredo, Mayer ed Hemric.
Noah al comando approfitta di un Allmendinger, come detto, non al meglio per allungare (poco dopo AJ verrà scavalcato da Gibbs e Berry) però in fretta tutti portano la loro attenzione su Allgaier che, dopo essere entrato nella top10, scavalca in successione Sieg, Jones (che entra in crisi), Nemechek, Herbst ed Allmendinger issandosi al quarto posto. Meno notato, anche per la livrea full black, è però Ryan Truex che pur essendo anche lui partito dal fondo del gruppo è 12°.
Gibbs, dopo essersi staccato leggermente, negli ultimi giri tenta di riavvicinarsi al leader, ma Noah gestisce al meglio: Gragson vince la prima stage davanti a Gibbs (+0.6″), Berry (+2.5″), Allgaier (+2.8″), Herbst (+8.4″), Allmendinger (+9.6″), Sieg (+10.0″), Cassill (+10.2″, buon recupero anche per lui nel finale), Ryan Truex (+11.0″) ed un Nemechek in leggera flessione (+11.9″), a seguire Jones, Hemric, Reddick, Martins ed Alfredo con Austin Hill e Mayer in difficoltà. Negli ultimi giri molti ritardatari hanno alzato il piede e Timmy Hill si prende un altro lucky dog ai danni di Burton.
La pioggia è vicina, ma sembra stare a nord della pista seppur di poco, quindi si va avanti incrociando le dita in questo classico hit or miss. Tutti ovviamente vanno ai box e dalla pit lane esce clamorosamente al comando Justin Allgaier che completa così la rimonta dal fondo precedendo Gragson, Gibbs, Herbst e Berry; Alfredo si prende una penalità per una infrazione della pit crew.
Si riparte per la seconda stage e Justin scatta al meglio dalla corsia esterna a differenza di Gragson con Herbst che, dietro a Noah, per un attimo ci pensa ad attaccarlo all’interno; completano la top5 Gibbs, lo stesso Herbst e Berry. Il cielo intanto in curva2 è sempre più nero, ma dall’altra parte della pista si vede il sole scaldare l’asfalto. Stavolta Allmendinger non è ripartito al meglio e si vede superato da Reddick entrato nella top10.
La seconda posizione di Gibbs dura l’arco di pochi giri, poi Gragson lo sorpassa di nuovo dall’esterno di curva4 (così come fa Allmendinger al pelo su Sieg) e così Allgaier comincia ad allungare ma lo farà ben poco, contro ogni previsione. Emerge anche Berry che con il sorpasso su un comunque buon Herbst è quarto. Jones invece ricomincia il suo declino venendo superato da Nemechek. È una giornata difficile per tutto il JGR visto che anche Gibbs si stacca.
In coda Bilicki va ai box con una foratura alla posteriore sinistra (e dopo si sdoppierà con gomme fresche da Allgaier) mentre Weatherman bacia il muro. Le temperature stanno crollando per il vento che ha portato la pioggia a sole 2.5 miglia dalla pista, ma sull’asfalto non cade una singola goccia. A metà gara (circa -20 nella stage), Allgaier dunque precede Gragson di 0.7″, Gibbs e Berry sono a 4″, Herbst a 5.5″, Nemechek a 6.8″, Reddick e Ryan Truex a 7.5″, Allmendinger e Mayer a 9″.
Poco dopo arriva un’altra caution: Snider lotta con Martins sul rettilineo e, dopo essere stato superato dalla #45, alza il piede in ingresso di curva3 venendo travolto da Currey al secondo incidente di giornata. Il lucky dog è ancora una volta Timmy Hill che beffa di nuovo Burton. In pochi vanno ai box (Graf, Starr, Vargas, Mills e Williams), dunque si riparte a posizioni praticamente invariate.
La bandiera verde sventola ai -11 ed Allgaier dalla corsia esterna viene scavalcato da Gragson; la ripartenza viene ritenuta valida dopo un review, infatti Justin ha fatto pattinare le gomme, poi rischia grosso con Berry alle sue spalle ma mantiene la seconda posizione davanti a Gibbs, Nemechek e lo stesso Berry, tuttavia Reddick completa la sua rimonta poco dopo scavalcando Josh.
Nel finale altro colpo di scena: Brown va ai box con una foratura, poi riparte ma la pressione dell’olio è scesa a zero. Dopo un giro al rallentatore si ferma sul traguardo quando ormai si è ai -2. Gragson vince quindi sotto caution anche la seconda stage davanti a Gibbs che aveva approfittato del sovrasterzo di Allgaier, seguono Nemechek, Reddick, Berry, Mayer, Allmendinger (che ha baciato il muro così come Reddick), R.Truex ed Herbst. Il lucky dog stavolta va a Bilicki.
Nuovo giro di soste e nuovo capolavoro della pit crew di Allgaier che lo rimanda al comando davanti a Gragson, Gibbs, Berry e Nemechek; sosta lunga per un Hemric in crisi al quale dicono che molto probabilmente si è rotto qualcosa a livello meccanico. Si riparte ai -53 e Justin dall’esterno scatta bene rimanendo al comando malgrado la spinta di Berry su Gragson; seguono Gibbs e Nemechek che approfitta del fatto che Josh non può chiudere la porta in curva2.
La gara è breve e mancano ormai soli 50 giri alla fine, Allgaier come in precedenza prova ad allungare ma i suoi rivali non mollano. Ben presto però le auto a lui vicine si riducono a solo quella di Gragson perché Gibbs entra in crisi e perde secondi e posizioni. I primi a scavalcarlo con apparente semplicità sono Nemechek e Berry. Poco più dietro stanno battagliando Mayer e Reddick con Sam per nulla felice dello slide job di Tyler; passano pochi giri e pure la #48 supera Gibbs.
Oltre a Gibbs anche Sieg sta cominciando a perdere decimi e posizioni, ma almeno lui ha un motivo più grave, quello di aver baciato il muro ed esce dalla top15. Ai -30 Allgaier ha 0.7″ ormai costanti su Gragson mentre Nemechek, Berry e Reddick sono a 3.5″, Gibbs è sì sesto, ma a 8″ e pressato da Mayer, Truex, Allmendinger e Jones. A salvarlo ci pensa Labbé che sbaglia lo slide job e stringe a muro Graf per una volta incolpevole; la caution forse è preventiva per i detriti (il paraurti della #36 penzola) ma la sintesi è che Timmy Hill si prende un altro lucky dog, addirittura il quarto di serata.
Quasi tutti i team hanno due set di gomme rimanenti e dato che mancano meno di 30 giri alla fine tutti vanno ai box per giocarsi il primo: Allgaier esce ancora davanti mentre Gragson perde quattro posizioni da Mayer (che è terzo dopo una prima stage tutta fuori dalla top10), Nemechek e Reddick; Alfredo si prende un’altra penalità, stavolta per eccesso di velocità. Burton decide di rischiare con la wave around.
Si riparte ai -22 e Berry scatta alla grande, fin troppo e infatti la sua è una falsa partenza e gli viene comminato un drive through; Allgaier dunque rimane al comando su Nemechek, Gragson, Mayer e Reddick mentre Gibbs finisce larghissimo in curva2 ed esce addirittura dalla top10.
Allgaier sembra destinato ad allungare quel tanto che basta di nuovo, e invece dietro di lui Nemechek, Gragson, Mayer, Reddick ed il doppiato Berry gli rimangono incollati con John Hunter che punta il leader e davvero sembra in grado di poterlo passare. Il finale sembra apertissimo fra questi cinque con Ryan Truex a sorpresa sesto ma a 2″. Con il passare dei giri Reddick e Berry si staccano leggermente, ma arriva un’altra caution a fermare tutti: Graf finisce a muro tuttavia anche stavolta è incolpevole visto che viene toccato da Alfredo in curva2. Burton ringrazia dato che così rimane a pieni giri.
Dato che si ripartirà come meno di 10 giri alla fine il gruppo si spacca: in nove (Reddick, Allmendinger, Clements, Hemric, Weatherman, Martins, Massey, Vargas e Starr) decidono di tirare dritto mentre Allgaier, Gragson, Herbst, Nemechek e tutti gli altri (così in uscita dai box) decidono di giocarsi l’ultimo set di gomme ai box.
Al choose cone Justin guadagna altre tre posizioni virtuali dato che si piazza all’interno della quarta fila seguito da Gragson; si riparte dunque ai -7 e Reddick butta tutto vedendosi scavalcato da Allmendinger, che ha solo questa chance per vincere oggi, dall’esterno in curva2. Chi vola però è ovviamente Allgaier seguito come un’ombra da Gragson. I due saltano Vargas subito, poi in sequenza Weatherman, Hemric e Clements.
Justin così è terzo, ma dopo due giri è secondo perché Reddick è finito a muro in curva2 ed ha forato mandando all’aria una buona gara; Tyler rallenta bruscamente e la NASCAR chiama la caution che manda tutti ad uno sprint di due giri, una sorta di overtime #0.
Si capisce subito che Allmendinger è spacciato ed è così, scatta anche bene ma dall’esterno in curva1 Allgaier è già primo con Gragson che lo imita in curva2, li seguono poi Herbst, Nemechek e Clements. Allgaier è in fuga e non viene più impensierito da nessuno, nemmeno da Noah.
Allgaier vince dunque davanti a Gragson, Herbst e Nemechek, ma nel frattempo è arrivata la caution: in curva4 Clements e Ryan Truex si toccano con Jeremy che stinge a muro la #18 e così entrambi perdono un ottimo risultato. Alla moviola la classifica che segue vede Mayer davanti a Cassill, Jones, Allmendinger, Austin Hill (nella top10 praticamente solo all’ultimo giro) ed Hemric; Sieg è 11°, Burton 14°, Alfredo 15°, Gibbs 16°, Berry 18°, Reddick 26°, Clements 29° e Truex 30°.
Allgaier così può festeggiare la rottura di un digiuno lungo quasi un anno (ultima vittoria proprio qui a Darlington) e mette il sigillo sulla sua qualificazione ai playoff. In classifica però i tre big rimangono Allmendinger (ancora una top10 per lui), Gragson e Gibbs, forse alla prima giornata no nel 2022. Chi esce sconfitto è sicuramente Creed, 15° ad addirittura 79 punti dalla qualificazione e 99 da Sieg che rispetto al pronostico di inizio stagione ha preso il suo posto nella top12. Per Sheldon potrebbe essersi perso l’ultimo treno utile.
I risultati odierni
La classifica della “Mahindra ROXOR 200”
La classifica generale
Così in campionato dopo 11 delle 33 gare della NASCAR Xfinity Series 2022
I prossimi appuntamenti
Stasera alle 21:30 (diretta su Mola TV e NASCAR Trackpass) il NASCAR Throwback Weekend si chiuderà con la gara della Cup Series. A partire in pole position sarà Joey Logano. La prossima settimana la Xfinity Series non sarà in pista e tornerà il 21 maggio in Texas.
Immagine: media.nascar.com
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