Connor Zilisch domina senza avversari a Portland, poi però una caution nel finale lo relega dietro ad Hill. Il recupero all’overtime gli porta in dote l’ennesimo successo
Se già quanto successo a Daytona aveva fatto intravedere qualcosa di predestinato nella stagione di Connor Zilisch, anche i fatti di Portland confermano questa teoria. Una gara dominata come da pronostico quella del pilota JR Motorsports. Ovviamente sono arrivate le caution al momento sbagliato insieme alle ripartenze turbolente che hanno messo all’angolo la #88, ma un salvifico overtime ha rimesso tutto sui binari corretti. E così Zilisch, così come poche ore prima Corey Heim a Darlington, ha conquistato l’ottava vittoria stagionale, lanciandosi così al meglio verso i prossimi playoff.
La gara
La NASCAR Xfinity Series affronta (per l’ultima volta, dato che la pista è assente dal calendario 2026) la trasferta in Oregon sulla pista di Portland con un grande di domanda: potrà un Connor Zilisch, ancora non al 100% fisicamente dopo l’infortunio alla clavicola, vincere ancora anche perché stavolta non c’è in pista Shane van Gisbergen impegnato a Darlington?
La risposta arriva subito nel primo pomeriggio quando si svolgono prove libere e qualifiche. La sessione non ufficiale è molto movimentata perché in moltissimi (quasi impossibile contare tutti) finiscono fuori pista alla penultima curva portando terra in pista che innesca ancora più errori e così via. Basta dire che lo stesso Zilisch esce dall’asfalto due volte (e una terza arriva lungo in curva1, dandogli modo di provare la via di fuga), ma anche Jack Perkins (dal Supercars alla #19 di JGR, x2 pure lui), Kvapil, Creed, Blaine Perkins, Dye, Thompson (sabato complicato per lui) ed altri.
Alla fine della sessione, il miglior tempo è di Zilisch (1’13.641″) che precede di un paio di decimi Love, poi Austin Hill, Jack Perkins, Mayer, Sammy Smith, Kvapil, Allgaier e Brandon Jones; Sanchez è 11° dopo aver ottenuto il miglior tempo a inizio e poi aver rotto un semiasse prontamente sostituito.
Poi si scende in qualifica e anche questa sessione è complicata: Taylor Gray ha problemi di carburazione, Jack Perkins finisce nuovamente in testacoda, Annunziata si ferma in curva1 col motore ko e tutto questo avviene nei primi 5′ del gruppo1 al termine del quale il quattro volte campione della NASCAR Euro Series Alon Day è in pole provvisoria.
Poi arrivano i big e Connor Zilisch si scatena: il suo 1’13.380″ gli vale la pole position con quattro decimi esatti di margine su Allgaier, poi Hill, Sawalich (vincitore della ARCA West venerdì al termine di un duello maschio con Annunziata), Mayer, Day, Sanchez, Smith, Kvapil e Love. Oltre ad Annunziata, senza tempi anche Labbé mentre Will Brown (anch’egli dal Supercars, ma sulla #11 di Kaulig) accusa problemi alla trasmissione. E così la #88 si mette sulla strada giusta per recuperare i tre punti di ritardo dalla #7 per la vetta della classifica generale.
Dopo aver retrocesso in fondo Labbé, Retzlaff, Will Brown, Harrison Burton (occhio in ottica ultimo posto ai playoff), Sanchez, Gray, Josh Williams (oggi sulla #45) per modifiche in parco chiuso ed Annunziata per cambio motore, può inizio una gara da 75 giri divisa equamente in tre stage da 25 perché i pit stop sono congelati in assenza di pit crew titolari.
Alla bandiera verde Zilisch scatta bene e incredibilmente l’insidiosa curva1 passa indenne per tutti. Tutti tranne (forse) Gray che nel corso del primo giro – non inquadrato – finisce in testacoda e rimane in coda al gruppo. Mentre Zilisch ed Allgaier provano l’allungo su Hill, le prime battaglie vedono protagonisti Smith, J.Perkins e Jones per l’ottava posizione. Day scivola al 14° posto.
In un paio di giri Hill si prende 2″ mentre Allgaier cerca di rimanere con il compagno di squadra, poi si stacca inesorabilmente anche lui. La classifica più dietro non si assesta tanto, dal fondo recupera bene solo Sanchez mentre la prima stage è tranquilla e ci sono pochi sorpassi. Si possono citare quello di Creed su Jeb Burton ma fuori dalla top10; in seguito i due passeranno Eckes.
Mentre la polvere inizia ad alzarsi alla penultima curva per il passaggio delle vetture, i piloti cercano altri punti di sorpasso. Jones, ad esempio, scavalca il compagno di squadra Jack Perkins all’ultima curva prima del rettilineo opposto. Ai -18 Sawalich riesce invece a superare Mayer (che stava facendo un po’ da tappo al gruppo) per il quarto posto, Sam arriva comunque a ruote fumanti ma non crea danni.
Verso il decimo giro iniziano i primi guai: mentre Hill inizia a riprendere Allgaier (e Zilisch ha ormai 5″ di vantaggio) e Sawalich non è troppo distante, Smithley finisce in testacoda alla solita penultima curva. Passa un giro ed è proprio Sawalich ad imitarlo con un grave errore che fa rimbalzare William dal quarto all’ottavo posto rimanendo per un pelo davanti ai compagni di squadra Jones e Perkins. Mentre il giapponese Koga (che gira 7″ più lento al giro di Zilisch e 5″ rispetto al penultimo) è il primo doppiato, anche Thompson rallenta perché la macchina gli si è spenta. La #26 si riaccende, ma la successiva sosta ai box farà perdere a Dean parecchi giri.
Zilisch è ormai un discorso a sé e manco viene inquadrato dalle telecamere. Si prosegue dunque con le battaglie, come quella fra Mayer e Kvapil o quella che vede i piloti cercare di rimanere sull’asfalto (Salas non ce la fa). Ai -8 Sawalich comincia con la sua rimonta e sorpassa Smith mentre Jones lo segue di nuovo all’imbocco del rettilineo opposto; passano due giri e lo imita anche Perkins. William in un amen riprende anche Love e Kvapil e così Mayer respira per un attimo.
Nei 10 giri precedenti Hill, intanto, si era mantenuto vicino ad Allgaier senza mai attaccarlo. Austin approfitta della progressiva perdita di grip della #7 in accelerazione e così, alla prima manovra ai -5 in curva1 sale subito al secondo posto. Il problema, però, è che la #88 è addirittura 13.5″ più avanti. Sawalich intanto è scatenato e supera anche Love, poi ai -3 si ripete su Kvapil. Thompson è uscito dai box con sette giri di ritardo (problemi elettrici) e la sua prima mossa è un testacoda del tutto evitabile alla penultima curva.
All’inizio dell’ultimo giro (dunque in 24 tornate) della prima stage Zilisch ha 14.7″ di margine su Hill, 17.1″ su Allgaier, 19.7″ su Mayer, 20.3″ su Sawalich, 21.6″ su Kvapil, 22.0″ su Love, 22.7″ su Jones, 24.3″ su J.Perkins e 30.6″ su Creed. È in questo momento che DiBenedetto (22°) si ferma frettolosamente sul rettilineo opposto mentre la sua #99 inizia a fumare. Matt scende precipitosamente (e dunque in maniera poco composta) dalla vettura e poi si siede sull’erba togliendosi le scarpe: basta poco a capire cosa sia successo, un principio di incendio nella zona della pedaliera.
Zilisch vince dunque la prima stage sotto caution, il lucky dog va a Kyle Sieg che poco prima aveva involontariamente aveva causato l’unico brivido al leader, arrivato un po’ impiccato in curva1 per superare lui e (nuovamente) Koga.
Le posizioni, come detto, sono congelate, dunque si riparte come si era arrivati, tranne per Salas (andato nel garage per problemi alla frizione), Thompson (nuova sosta), ma anche Blaine Perkins, Koga e Ryan Sieg che si prendono dei clamorosi speeding in una sosta non competitiva.
Si riparte con 22 giri netti da disputare nella seconda stage e Zilisch non scatta bene come in precedenza, al punto che Allgaier prova a infilarsi nel mezzo, ma lo slancio non c’è. Hill, invece, tiene testa a Connor fino a curva3 dove, tuttavia, si deve riaccodare. A completare la top5 ci sono Mayer e Sawalich che è ancora in lotta con Kvapil. Alla fine Carson infila il muso nel misto e supera la Toyota. Sammy Smith, invece, perde terreno ed esce dalla top10. Bene invece Sanchez che completa la rimonta e si piazza in top15 davanti ad Alfredo che fa da tappo.
Dopo la piccola difficoltà iniziale, Zilisch prova subito l’allungo per mettersi al sicuro dalla coppia Hill-Allgaier. Il sabato storto di Harrison Burton, nel momento decisivo della regular season in cui bastava solamente gestire, prosegue con un testacoda alla prima curva, toccato da dietro da Will Brown. Nella furia di rimontare, poi, qualche giro più tardi ce ne sarà un secondo alla penultima curva, stavolta pare tutto da solo.
Ai -17 la gara si accende all’improvviso: Love è riuscito a superare Sawalich che, sul rettilineo principale, tenta un attacco tardivo ma comunque non irrealizzabile in frenata in curva1. Jesse reagisce colto di sorpresa e quando di sposta a destra la #18 è già lì. William ripassa col muso leggermente ammaccato mentre la #2 si ritrova col passaruota posteriore destro che fa da paracadute. Sul momento Love scende in fondo alla top10 davanti a Creed (che al giro successivo verrà mandato largo da J.Perkins in curva3), poi il drag avrà la meglio sulla sua velocità.
Passata metà stage, i problemi iniziano anche in vetta: infatti, alla penultima curva il cambio di Hill inizia a fare le bizze ed in un paio di occasioni la leva è uscita dalla marcia mettendosi in folle, obbligando il pilota a tenere la mano sul pomello. Nonostante questo, Austin guadagnerà nei giri successivi su un Allgaier ancora più in difficoltà con l’assetto rispetto alla prima stage.
Man mano che passano i giri, aumentano gli errori: Sanchez tira dritto in curva1 mentre Love taglia completamente alla penultima e deve cedere ad Eckes e Creed seguiti poi da Sammy Smith alla successiva frenata e poi pure dallo stesso Sanchez.
La lotta più interessante negli ultimi 10 giri è quella per il quarto posto con Mayer che, ancora non al meglio, tiene dietro Kvapil, Sawalich e Jones. Brandon rischia grosso alla penultima curva dove pochi secondi più tardi Thompson finisce nuovamente fuori pista. Il sorpasso più bello della gara probabilmente è quello di Sawalich che scavalca Kvapil all’esterno della penultima curva lasciandolo sul posto.
Ai -8 va fuori pista nello stesso punto anche Annunziata che fatica a ripartire. La #70 sta ferma così a lungo sul posto vicino alle gomme che innesca un principio di incendio sull’erba. Malgrado questo, la NASCAR non chiama la caution ed un paio di giri più tardi interverranno i pompieri da fuori delle barriere.
È in questi momenti che anche Will Brown deve alzare bandiera bianca, si sta rompendo infatti l’attacco della sospensione e al break per lui ci sarà il ritiro. Nel frattempo, il cedimento di Love lo ha portato ad ingaggiare una dura battaglia a suon di bump con Alfredo. Ai -6, a completa sorpresa, DiBenedetto riesce a tornare in gara. Da segnalare, inoltre, il cedimento netto di Allgaier, il largo di Clements alla penultima curva, il muso danneggiato di Day, la risalita di Gray, la penalità comminata Dye ai -5 per taglio della pista, il largo di Joey Hand nel consueto punto.
Ai -2 Jones è sempre impiccato nel provare gli attacchi su Kvapil, tuttavia passa alla fine di forza alla penultima curva. Sembra tutto risolto in vista dell’ultimo giro quando anche J.Perkins sembra poter approfittare di Carson, invece Kvapil tira fuori dal cilindro un divebomb in curva1 che sorprende Brandon che perde la posizione anche dal compagno di squadra.
Zilisch vince senza alcun problema la seconda stage con 8.5″ su Hill, 13.3″ su Allgaier, 13.8″ su Sawalich, 15.7″ su Mayer, 19.0″ su Kvapil, 19.2″ su J.Perkins, 19.6″ su Jones, 20.6″ su Eckes e 27.0″ su Smith, a seguire Creed, Sanchez, Gray, J.Burton, Green, Alfredo, Love, Ellis, B.Perkins e Day. Nella confusione in coda (Labbé che si ferma in pista e poi va nel garage con la pompa della benzina ko), il lucky dog va a Smithley.
Il secondo giro di soste stavolta non vede penalità rilevanti, quindi si può ripartire ai -21 dalla bandiera a scacchi. Zilisch scatta meglio della stage precedente e risolve il problema più grosso anche con la collaborazione involontaria del compagno di squadra Allgaier che affianca Hill ed impedisce un attacco diretto alla #88. Posizioni invariate dopo la chicane e la coppia Kvapil-Sawalich a completare la top5. A seguire Mayer, J.Perkins, Jones, Smith ed Eckes.
Zilisch allunga come prima, tuttavia dai box gli hanno ampiamente ricordato di non rischiare troppo nel consumo delle gomme, ai box c’è un set fresco ma in quella posizione, in caso di nuova caution, sarebbe quasi impossibile sfruttarlo. Dunque chi attacca è nella pancia del gruppo. Perkins ci prova su Mayer, lo stesso Eckes con Smith tutti verso curva1, ma l’unico a completare la manovra in curva3 è Jack. Dietro di loro, all’attacco mancato della #16, allora è Sanchez a provarci su Eckes, anche qui niente da fare e quindi è Creed a tentare la manovra su Nick.
Allgaier nei primi giri resta con Hill, poi invece si stacca leggermente, Zilisch guadagna quei tre decimi al giro che fanno capire che non sta nemmeno spingendo. Sawalich è ancora il centro dell’azione dato che si porta dietro Perkins nel riaggancio a Kvapil. Carson blocca leggermente in frenata all’ultima curva e William si fa vedere alla staccata successiva ai -14. Love, dopo le riparazioni, si scatena e ritorna in top20.
Dopo un paio di giri tranquilli, con Jones vicino a Mayer e Kvapil ancora al bloccaggio, ai -12 (con Zilisch che ha preso 4.6″ di vantaggio) si scatena il caos: Creed fora la posteriore sinistra e taglia senza controllo la penultima curva in un mezzo rodeo, Annunziata finisce in testacoda in curva3 ad alta velocità e, soprattutto, Alfredo si ferma in pista provocando una nuova caution che ricompatta il gruppo. Nella confusione Creed perde un giro ai box, ma il lucky dog sarebbe della #42 e quindi non viene assegnato a nessuno.
Dopo un po’ di attesa per spostare tutti, si apre la pit lane, ma vanno ai box solo le retroguardie (Clements, H.Burton, Smithley, K.Sieg, Annunziata e Creed mentre Alfredo va nel garage con la trasmissione ko). La classifica in vetta, dunque, è invariata e alla ripartenza dei -7 Zilisch guida davanti ad Hill, Allgaier, Kvapil, Sawalich, J.Perkins, Mayer, Jones, Smith, Eckes, Sanchez, Gray, J.Burton, Green e Love.
E Zilisch sbaglia la ripartenza decisiva: Hill al suo esterno accelera meglio spinto da Kvapil e quindi Austin in curva1 è davanti. Non è finita qua: Connor prima viene toccato da dietro da Allgaier che lo fa sbandare leggermente, poi viene centrato da Sawalich che è andato 3-wide ed ha tentato un divebomb. Zilisch tiene la barra dritta e rientra in pista al secondo posto, ma ha un tire rub notevole alla posteriore destra ed anche un distacco notevole da Hill. E questa era solo curva1, infatti nella seconda piega della chicane Kvapil ha tamponato il compagno di squadra Allgaier mandandolo in testacoda.
Non è finita qui, infatti alla penultima curva si innesca un incidente multiplo in top10 che coinvolge Mayer, Jones, Clements e molti altri che però riescono a ripartire. La classifica sconvolta ai -6 vede dunque Hill in fuga con 1″ su Zilisch e 1.5″ su Sawalich, poi a seguire J.Perkins, Kvapil, Smith, Eckes, Love, J.Burton e Sanchez.
Nelle prime fasi Connor non sembra averne, il tire rub lo condiziona molto e ai -5 recupera solo qualche centesimo. Alle sue spalle si scatena Perkins che supera Sawalich in curva1 per il terzo posto. Non passa nemmeno un giro (in cui Zilisch inizia a tornare focalizzato ed ai -4 ha 0.74″ di ritardo e pure Kvapil passa Sawalich) e lo stesso Perkins finisce fuori pista alla penultima curva terminando nell’erba senza riuscire a ripartire. La NASCAR aspetta un intero giro per vedere se Jack riuscirà a ingranare la retro, un giro in cui Connor riprende la #21, poi però arriva inevitabilmente la caution che manda tutti all’overtime. Creed è il lucky dog.
La classifica in vista di un esplosivo sprint finale vede dunque Hill precedere Zilisch, Kvapil, Sawalich, Smith, Eckes, Love, Sanchez, J.Burton e Green, poi B.Perkins (nessuna parentela anche perché la nazionalità è diversa), Dye, Day, Ellis e Poole.
Bandiera verde e stavolta è Zilisch a scattare meglio, ancora meglio di Austin a parti invertite in precedenza, perché fa tutto da solo e poi ha il coraggio di tenere giù il piede all’esterno, infilandosi fra #21 e muretto per tornare al comando. Sammy Smith alla loro destra va 3-wide, ma per Connor il più è fatto. All’apparenza, dato che arriva lungo e a ruote fumanti, al punto che decide – saggiamente – di abortire la curva, prendere la via di fuga e seguire il percorso obbligato per il rientro in pista.
Dietro di lui, invece, si ostinano e perdono o tempo, o tutto: Sanchez ha tentato il divebomb 4-wide all’interno di Smith, Hill e Sawalich e così manda in testacoda Sammy (fra i due ci sarà un chiarimento dopo il traguardo), Austin e William si trovano davanti la #48 che ha toccato la #8 e si ostacolano ulteriormente a vicenda mentre Eckes, Kvapil e Love cercano di fare (giustamente) in modo corretto la chicane.
Zilisch così va in fuga davanti a Sawalich e Sanchez, a seguire Hill e Kvapil che iniziano una piccola battaglia che favorirà il doppio di sorpasso di Eckes che nell’ultimo giro resisterà malgrado una foratura alla anteriore destra. Da qui in poi nessun incidente ulteriore e così per Zilisch ci sono solo i festeggiamenti (al rallentatore scendendo dalla vettura onde evitare rischi) per una clamorosa ottava vittoria stagionale.
Zilisch vince davanti a Sawalich, Sanchez, Eckes, Hill, Kvapil, J.Burton, Green, B.Perkins e Love, fuori dalla top10 Dye, H.Burton, Poole, Gray, Allgaier, Mayer, Clements, Jones, Hand e Day, Smith 22°, R.Sieg 24°, Creed 27°, Annunziata 28°.
Con questi risultati arrivano pochi verdetti (solo la qualificazione di Kvapil ai playoff in base ai punti), ma molto si è deciso: Zilisch vola a +20 su Allgaier con solo Gateway prima del taglio, Mayer quasi fuori dai giochi a -50. Per gli ultimi posti ai playoff, a Creed e Gray basta che non ci sia un nuovo vincitore da dietro, altrimenti Harrison Burton partirà a +31 sul cugino Jeb mentre Ryan Sieg non può più recuperare e dovrà chiudere per forza primo.
I risultati odierni
La classifica della “Pacific Office Automation 147”
La classifica generale
Così in campionato a 1 gara dalla fine della regular season della NASCAR Xfinity Series 2025
I prossimi appuntamenti
Stanotte alle 24:00, in diretta PPV su p300.it, a Darlington ci sarà per la NASCAR Cup Series la Southern 500, la gara di apertura dei playoff; a partire dalla pole position sarà Denny Hamlin. La Xfinity Series tornerà in pista nel prossimo weekend nella notte fra sabato e domenica a Gateway per decidere il 12° e ultimo qualificato ai playoff.
Immagine: Media NASCAR
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