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NASCAR | Xfinity Series, Phoenix: Herbst vince la gara, Allgaier cerca in tutti i modi di perdere il titolo ma alla fine è lui il campione!

di Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 10 Novembre 2024 - 18:45
Tempo di lettura: 27 minuti
NASCAR | Xfinity Series, Phoenix: Herbst vince la gara, Allgaier cerca in tutti i modi di perdere il titolo ma alla fine è lui il campione!
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L’incidente senza colpa nelle libere, il muletto, la rimonta, due penalità prese in maniera ingenua, la seconda rimonta, l’azzardo strategico che paga, la chiusura dei giochi dopo due overtime. Ma alla fine Allgaier è campione della Xfinity Series


Una gara folle quella della Xfinity Series per chiudere la stagione 2024 e incoronare il campione. Justin Allgaier ha coronato il suo sogno durato ben 14 anni e sfumato in ben sei Championship4 precedenti. Non che la strada sia stata semplice, infatti il pilota del JR Motorsports ha fatto di tutto per buttare al vento l’ennesima occasione buona fra contatti e penalità, ma alla fine ha trionfato battendo – a distanza – dopo due overtime un Cole Custer che saluta nuovamente la categoria amareggiato più per gli errori commessi nelle ripartenze che per la sfortunata caution che ha rimesso in gioco la #7. Per Hill ed Allmendinger, invece, una corsa senza infamia e senza lode e di cui, nel caso di AJ, ci si ricorderà di più dei team radio che dell’azione in pista.

La gara

La NASCAR Xfinity Series arriva a Phoenix come la categoria più tranquilla delle tre e anche quella col pronostico più difficile da fare. Ci arriva con un’altra situazione ibrida in cui la lotta per il titolo piloti non coincide con quella del titolo owners’. Infatti, la #00 non si è qualificata per la finale a squadre mentre la #20 è arrivata alla Championship4 con il contributo durante i playoff di Aric Almirola. Dunque i 4+1 sono gli osservati speciali fin dal primo istante della sessione di libere da 50′ del venerdì.

Pronti via e dopo nemmeno 4′ curva1 si trasforma in uno sfasciacarrozze. La #44 di Brennan Poole rompe la trasmissione attorno alla dogleg, il pilota si sposta subito sull’apron per tornare ai box, ma il danno (involontario chiaramente) ormai è fatto perché la pista è piena d’olio. Si salvano in pochi di quelli che sono in zona in quel momento. Fra i primi ad appoggiarsi al muro, dritti senza riuscire a sterzare o frenare, sono Kligerman ed Allgaier, poi è la volta di Brandon Jones che viene poi travolto da Almirola che aveva scambiato il fumo per un bloccaggio e quindi aveva sottovalutato il pericolo. Quattro auto ko di cui due dei protagonisti della Championship4, quattro muletti necessari. Danni minori anche per van Gisbergen e Cram.

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Dopo la pulizia della pista la sessione riprende. Mentre Jesse Love si prende il miglior tempo (ma l’impressione è che la #2 sia veloce solo sullo short run), ai box fervono rabbia e lavori. Come da regolamento, le auto in lotta ancora per il titolo hanno a disposizione un muletto già pronto quasi in condizioni da gara. Il Joe Gibbs Racing compie un piccolo miracolo e in meno di 25′ Almirola è già di nuovo in pista a sfruttare gli ultimi 25′ di sessione, JR Motorsports invece ci mette una decina di minuti in più per schierare la #7.

Alla fine, come detto, miglior tempo per Love davanti ad Allgaier (tempo realizzato prima dell’incidente), Zilisch, Almirola (idem come Justin), Custer, Hill, Jones, Retzlaff, Allmendinger e Sawalich.

Sabato è giorno di qualifiche e ad emergere in cima alla classifica sono i piloti che non fanno parte dei playoff. William Sawalich conquista la prima pole nella categoria precedendo il compagno di squadra Creed, Herbst e Chandler Smith, a seguire Hill, Love, Custer, Mayer, Allmendinger e Retzlaff, dunque tre dei Championship4(+1) partiranno uno dietro all’altro. Per Allgaier e Almirola un giro a passo d’uomo o quasi in quanto già sicuri di dover partire dal fondo ma obbligati – per quanto possibile – a disputare le prove ufficiali per utilizzare un set di gomme.

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Nella serata di Phoenix quasi non c’è tempo di commuoversi per la notizia arrivata proprio a pochi minuti dal via della scomparsa della leggenda Bobby Allison, c’è solo la concentrazione dei contendenti per la conquista del titolo. La breaking news è anche un’altra: oltre ai citati Allgaier, Jones, Almirola e Kligerman (muletto) a dover partire dal fondo sono anche Sammy Smith (cambio motore) e soprattutto Allmendinger (problemi ai freni già in qualifica).

Al via Sawalich sceglie la corsia interna ma in curva2 viene già aggirato da Creed che passa al comando. Hill, anch’egli all’interno, riesce a non perdere posizioni a differenza di Custer che scivola all’ottavo posto e perde terreno prezioso. Prova subito il controsorpasso su Love, ma il tentativo non va a buon fine. Davanti a loro, intanto, Sawalich viene superato anche dal tandem Herbst-Chandler Smith.

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Gli occhi di tutti sono però sulla coda del gruppo e sul trio “Al” composto da Allgaier, Allmendinger ed Almirola. Il migliore per distacco nelle primissime fasi è AJ che dopo appena cinque giri è già 19° staccando Justin (24° dietro a Sammy Smith) e Aric (26°).

Mentre Herbst punta subito Creed, sorpasso mancato al giro 7 e riuscito poi al giro 10 per andare lui al comando dall’interno, la rimonta da dietro prosegue furiosa: dopo Allmendinger anche Allgaier entra in top20, tuttavia il ritardo da AJ si riduce ed un divario che in alcuni giri era stato anche di sette posizioni va verso il ricongiungimento. Già, perché la sfuriata della #16 in pista è già finita e sta per iniziare la (consueta) sfuriata del pilota della #16 via radio fra pessimismo cosmico e guai di ogni genere. Al giro 10 Allgaier supera Allmendinger e si porta al 18° posto. Da qui il pilota del JR Motorsports prosegue, quello di Kaulig stalla.

La situazione si assesta anche nelle prime posizioni. Creed perde terreno evidentemente con una vettura non al meglio e viene superato dal teammate Chandler Smith, tuttavia Herbst è già scappato via; Sheldon, invece, vede Sawalich ed Hill sempre più vicini ma ad approfittarne è Austin che supera la #19 e consolida il ruolo di virtuale campione. Alle loro spalle Mayer scavalca Love per la sesta posizione dato che Custer non era mai riuscito a superare Sam.

Allgaier intanto è scatenato e al giro 20 supera DiBenedetto per l’undicesima posizione dovendo colmare poi 2″ di ritardo da Dye; l’aggancio e il sorpasso arriveranno al giro 26. 26 miglia appena per recuperare dal fondo della griglia fino alla top10. Allmendinger intanto è ancora 18°, è stato scavalcato da Almirola e raggiunto da Sammy Smith e guadagnerà poi solo una posizione su van Gisbergen perché pure il compagno di squadra (così come Dye) soffre di vibrazioni ai freni.

Poco dopo metà stage (45 giri, 200 quelli totali della corsa) Herbst ha circa 2″ di vantaggio su Chandler Smith, 5.6″ su Creed, 6.1″ su Hill, 6.7″ su Sawalich, 7.2″ su Mayer, 8.2″ su Love, 8.3″ su Custer (e Cole inizia a innervosirsi nei confronti di Jesse), 9.0″ su Zilisch e 10.5″ proprio su Allgaier che può quindi proseguire nella sua rimonta mentre Riley al comando ha iniziato il primo giro di doppiaggi. Pure Sammy Smith supera Allmendinger e dopo pure da Jones e qui arriva il team radio di AJ lapidario per il suo morale “Pure quelli col muletto ci stanno superando!”

Dopo diversi giri di tentativi alla fine Custer riesce a superare Love e si porta al settimo posto. Il suo problema è che Allgaier prosegue nella clamorosa rimonta e con la manovra all’interno su Zilisch è nono. Seguirà pochi passaggi più tardi il sorpasso su Love e qui Justin è a solo 1.4″ dalla #00. La corsa di Hill davanti a loro, tuttavia, non è esente da problemi: il sensore della temperatura dell’acqua fa le bizze come il giorno precedente l’indicatore sul cruscotto lampeggia di rosso senza, all’apparenza, un pericolo reale per il suo motore.

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Ai -10 Chandler Smith continua il recupero nel traffico su Herbst ed ora è a 1″ dalla vetta, in top5 Mayer supera Sawalich, ma questo è anche il momento in cui Allgaier raggiunge Custer che non è riuscito ad approfittare di quanto successo davanti a lui per passare William. E così Justin arriva di slancio, segue Cole nell’attacco vincente sulla #19 e al giro successivo scavalca Custer. In contemporanea le luci rosse sul cruscotto di Hill diventano due. Passata sotto traccia, invece, la seconda parte della rimonta di Almirola che entra in top10.

Herbst vince senza apparenti problemi la prima stage con 0.185″ su Chandler Smith, ben 6.1″ su Creed, 6.5″ su Hill (sovrasterzo per lui), 7.8″ su Mayer, 8.6″ su Allgaier, 9.7″ su Custer, 10.7″ su Sawalich, 11.5″ su Almirola e 11.9″ su Love, a seguire Zilisch, Dye, Jeffrey Earnhardt (sulla #26 del Sam Hunt Racing), Sammy Smith, Brandon Jones, Retzlaff, DiBenedetto, Allmendinger (solo 18°), Parsons e Williams. Lucky dog per Poole al 27° posto.

Nel primo giro di soste in cui molti cercano di ribaltare l’assetto (tranne un Allgaier chiaramente molto felice) Herbst mantiene il comando davanti a Hill (che rimedia al problema al cruscotto mettendo dello scotch nero), Custer, Creed, Chandler Smith, Love, Mayer, Almirola, Sawalich e lo stesso Allgaier che anziché approfittarne slitta ripartendo dallo stallo, Allmendinger 12° malgrado le correzioni della pit crew. Speeding per van Gisbergen.

Si riparte con 36 giri da disputare nella seconda stage e la coppia Herbst-Hill scatta bene e rimane affiancata, in curva1 c’è un leggero contatto fra i due e Custer ribalta completamente la corsa aggirandoli e andando al comando. Allgaier entra in top5 dietro a Mayer e superando Chandler Smith anch’egli dall’esterno, Allmendinger non guadagna né perde e vede Almirola (ottavo) allontanarsi.

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Quel sorpasso alla ripartenza è come se per Austin abbia rappresentato la fine delle speranze, infatti da qui fino al traguardo non sembrerà mai in grado di lottare per le primissime posizioni ed il sorpasso subito da Mayer ne è l’esempio. Allgaier invece inizia ancora non al 100% e Chandler Smith per un paio di giri resiste al suo fianco (Justin non gradisce e piazza via radio un “E poi si chiede perché nessuna squadra lo vuole per il prossimo anno…”), Almirola invece supera Creed, Sawalich rientra in top10 scavalcando Sammy Smith.

La situazione è favorevole a Custer e capisce subito che il compagno di squadra Herbst ne ha di più e quindi ai -30 lo lascia andare. Almeno nelle intenzioni perché arriva una caution. In uscita di curva4 Parsons stringe a muro Alfredo che nella dogleg reagisce e tocca l’avversario che schizza verso il muro. Van Alst, in quanto pilota ARCA Series, è protagonista di un ARCA Brakes e finisce a muro da solo per evitare l’incidente. Il lucky dog è Ryan Sieg dopo un brutto inizio di gara, Alfredo invece si prende due giri di penalità per condotta aggressiva; Anthony nel post gara accetta la sanzione ma rispedisce al mittente le eventuali accuse di intenzionalità.

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Dopo un’altra lunga caution e le soste solo di Alfredo e SVG, si riparte con appena 16 giri mancanti nella seconda stage. Custer sceglie l’interno ma è decisione sbagliata e in pochi metri viene aggirato da Mayer ed Allgaier che, dunque, per la prima volta in corsa è virtualmente campione. Almirola entra in top5 e precede Creed, Hill (che ci aveva provato in curva3 sulla #00 rimbalzando dietro alla coppia Toyota), Chandler Smith, Love e Sammy Smith con Allmendinger 13°.

Cole però reagisce subito e a sorpresa riattacca con successo Allgaier (che ha un po’ di sottosterzo e per compensare usa troppo apron in curva3) dall’esterno giusto prima di un’altra caution. In curva1 si chiude metaforicamente il 2024 del Joe Gibbs Racing dato che Chandler Smith perde il controllo della vettura all’interno del compagno di squadra Creed lamentandosi del fatto che Sheldon non gli abbia lasciato spazio. Bilicki è il lucky dog.

Manca ormai poco e quindi in molti anticipano la sosta di fine stage. Proseguono in 10 e fra di essi c’è Allmendinger (terzo) che è già in modalità disperata per cercare di ribaltare la corsa. Creed passa al comando su Love, poi dietro AJ ci sono Burton, Lupton, Dye, DiBenedetto, Jones, Poole e van Gisbergen. Herbst esce davanti a tutti dai box ed è quindi 11° su Custer, Almirola, Sawalich, Mayer, Hill, Sammy Smith, Zilisch e Kligerman.

Si riparte per uno sprint di otto giri e Creed dall’esterno rimane al comando, Allmendinger non riesce a superare Love dopo uno scatto non eccezionale, Custer sceglie la via interna, rimane bloccato sull’apron mentre impazzano i 4- e 5-wide e così Allgaier lo ripassa dall’esterno anche se entrambi vengono scavalcati da un Almirola che entra davvero in gioco per l’owners’ championship. Hill si perde nel traffico.

Mentre Custer cerca di recuperare quanto perduto superando Sawalich e Burton, Allgaier paga ancora lo short run e così Almirola lo infila. Prova ad approfittarne anche un Herbst che aveva perso terreno e in uscita di curva2 c’è un primo contatto fiancata contro fiancata, poi ce n’è un altro in uscita di curva4 (decisamente più evitabile da parte della #7) in cui Allgaier per scartare Allmendinger va a sinistra e tocca più seriamente la #98.

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Tutti proseguono tuttavia dopo poco Allgaier teme per la posteriore sinistra che secondo lui si sta forando. Per sua fortuna è una foratura, ma la diagnosi è giusta. Al penultimo giro Justin alza decisamente il piede cercando di arrivare al traguardo intermedio senza fermarsi. Chi non si ferma è uno scatenato Herbst che all’ultimo giro infila Creed e vince anche la seconda stage. Dietro a Riley e Sheldon si piazzano Almirola, Love, Custer, Zilisch, Allmendinger, Mayer, Sawalich ed Allgaier con Hill appena 14°. Lucky dog per Kyle Sieg.

Mentre Allgaier si lamenta via radio della condotta di gara di Herbst e proseguono i monologhi di Allmendinger (“la vettura è miserabile”) a cui il team fatica ormai a porre freno, ai box si pianificano le strategie. Si completa il giro di soste e per Allgaier arrivano due gomme fresche. Herbst riparte al comando davanti ad Almirola, Custer, Zilisch, Mayer, Sawalich, Sammy Smith, Earnhardt, Hill e Chandler Smith con Allgaier 16° e Allmendinger 19°. Penalità per Smithley per falsa partenza dei meccanici.

Si riparte a 100 giri dalla fine, dunque a metà gara esatta e Custer segue subito Herbst, pure Mayer supera Almirola che perde l’abbrivio buono. Mentre DiBenedetto viene spedito largo, stupisce la ripartenza di Allmendinger con gomme fresche che sembrano una cura miracolosa per tutti i suoi guai; AJ in poco entra in top10. Creed, invece, supera Sawalich ed Hill.

Poi però il colpo di scena: Justin Allgaier viene penalizzato per ripartenza irregolare. Al replay la sanzione è lampante, il classico cambio di corsia innescato dalla dogleg in arrivo, solo che la manovra arriva prima della linea del traguardo. E qui crolla il mondo di Allgaier, via radio persino lo spotter sembra mollarlo come a dire “io ti ho dato tutte le indicazioni utili, fai te…”. Poi il disastro: un Justin che ricorda molto quello del pugno del venerdì dopo l’incidente perde completamente la testa e commette speeding nello scontare la penalità. Il secondo drive through lo relega addirittura al 35° posto a quasi due giri dal leader.

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Con Allmendinger al settimo posto ma comunque distante dietro a Mayer, Creed, Zilisch ed Almirola, con Hill disperso in 15esima posizione, in crisi di assetto nel traffico, con Allgaier 35° e doppiato, la strada per Custer ai -90 sembra in discesa. Il compagno di squadra Herbst davanti sembra in giornata di grazia e Cole pare in grado di tenere a bada gli altri avversari.

Si innesca però un’altra lotta: dato che la #00 non è nella Championship4 per i team, il sorpasso successivo di Allmendinger ad Almirola mette la #16 nella posizione buona per vincere questo titolo ribaltando tutti i pronostici anche di pochi giri prima. A seguire AJ nella rimonta con gomme fresche è Love, ma Allmendinger non guadagna decimi su Custer tranne in rari casi. Hill perde ancora una posizione.

Il sorpasso di Love sullo stesso AJ segna la fine dell’idillio per Allmendinger che torna a lamentarsi della mancanza di grip della sua vettura. In coda intanto Allgaier può fare solo una cosa: recuperare più posizioni possibili per cercare di essere il lucky dog, ma la rincorsa è difficile. Si assesta anche la classifica nelle prime posizioni quando ai -77 Creed supera Mayer ed è terzo, dietro di loro Chandler Smith punta il compagno di squadra Almirola, Dye invece scavalca col brivido Sawalich e rientra in top10, anche se dietro di loro ci sono van Gisbergen e Jones.

Ai -75 Herbst guida con 3.4″ su Custer, 5.7″ su Creed, 6.4″ su Mayer, 7.5″ su Love, 8.0″ su Zilisch, 8.4″ su Allmendinger, 11.4″ su Almirola, 11.6″ su Chandler Smith e 12.2″ su SVG, a seguire Dye, Sawalich, Jones, Burton, Sammy Smith ed Hill addirittura 16° a 15.5″. Allgaier è risalito al 29° posto ad un passo da Clements tuttavia la brutta notizia è che Herbst ha appena spostato il lucky dog un gradino più su doppiando Ryan Sieg.

Prosegue l’assestamento, anche se l’effetto della differenza di strategia sulle gomme si sta appianando: Allmendinger supera Zilisch, Chandler Smith fa lo stesso su Almirola venendo seguito da van Gisbergen, Hill lotta con Sammy Smith, Allgaier si mette alle spalle Clements.

La finestra per l’ultima sosta è aperta, tuttavia i big aspettano ancora per montare il quarto (e penultimo, lasciando uno in pit lane per le emergenze finali) set di gomme a disposizione. Jeffrey Earnhardt sembra aprire il giro ai -69, tuttavia la #26 ha problemi meccanici e quindi era solo un falso allarme.

Mentre Love infila Mayer in curva4 e Zilisch in rimonta supera Allmendinger, stupisce ancor di più la crisi di Hill che ai -65 è 15° ad addirittura 20″ da Herbst. Riley intanto doppia Ellis proprio mentre Allgaier supera Ryan Sieg e quindi la situazione rimane invariata, anche se ora i doppiaggi sono più vicini. Creed rosicchia qualcosa ad un Custer ora è a 5″ dal compagno di squadra.

Ai -60 Herbst ha 5.2″ su Custer, 6.4″ su Creed, 7.9″ su Love, 10.0″ su Mayer, 10.4″ su Zilisch, 11.4″ su Allmendinger, 13.6″ su SVG, 14.1″ su C.Smith e 15.2″ su Almirola con Hill a 21.7″, poi perderà di colpo tre posizioni a vantaggio di Sammy Smith, Williams e DiBenedetto con quella che si scoprirà essere poi una gomma praticamente sulle corde. Poi davvero inizia il giro di soste.

Retzlaff apre ai -59, seguono Jones ai -56, il leader Herbst ai -55 con Love, Chandler Smith ed Hill, poi Allmendinger e Sawalich (speeding) ai -54, Custer copre ai -53 con Zilisch, Mayer, van Gisbergen ed Almirola. Creed prosegue ma poi pitta ai -50.

Herbst è ovviamente ancora leader virtuale ma, staccato, alle sue spalle non c’è più Custer che ha fatto tutto con prudenza bensì Love a quasi 7″ da Riley e con 1.5″ su Cole. Ovviamente ci sono degli audaci che tirano dritto come Dye, Kligerman e altri che erano in coda al gruppo. Fra questi, obbligato a farlo, anche Allgaier che ha secondo il box una finestra di 15 giri per ribaltare la sua corsa.

La sosta di Dye ai -48 è il punto cruciale perché con questo Allgaier non è più doppiato, ancor di più dopo la sosta di Kligerman che era stato comunque raggiunto da Herbst. Poi la svolta per la #7, infatti arriva la caution tanto cercata: Alfredo fora e tira dritto in curva1. Burton è il lucky dog.

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Il discorso campionato si riapre completamente dato che a pieni giri si trovano solo 13+1 auto e fra di esse tutte quelle coinvolte per i titoli. Herbst è al comando su Love, Custer, Creed, Zilisch, C.Smith, Mayer, Allmendinger, Jones, SVG, Almirola, Allgaier ed Hill che pure lui si salva. Vanno ai box solo in quattro, oltre a Justin anche Mayer, Jones ed Hill che si gioca ora l’ultimo set di gomme fresche mentre Allgaier ha solo due gomme di destra nuove lasciate in pit lane per il finale.

La bandiera verde sventola ai -38 e la tensione sale ulteriormente. Herbst e Custer al choose cone vanno esterni, tuttavia la strategia buona per la #00 non va a buon fine e molto probabilmente (piccolo spoiler) è proprio in questo momento che Custer perde il titolo, infatti l’attacco su Love non va a buon fine e di questo ne approfitta Zilisch per mettere il muso davanti alla Ford. Allmendinger è settimo dietro a Mayer ed Almirola (dunque tornato in vetta alla owners’) mentre Allgaier ed Hill chiudono la top10 dietro a Creed.

Custer ne ha di più ed ai -35 torna al terzo posto davanti a Zilisch e forse respira un attimo vedendo Allgaier che non recupera come un forsennato e che fatica dietro a Creed. Anzi, Sheldon è di aiuto per Justin perché col suo sorpasso su AJ si tira dietro la #7.

Mentre Herbst allunga nuovamente su Love, si vivono due duelli intensi, quello di Love con Custer e quello di Creed con Allgaier. Justin ci prova con il muso, Cole insiste con l’interno e qui perde definitivamente il titolo perché spinge con le gomme ma non riesce a superare Jesse e così permette ad Allgaier di tenerlo sempre nel mirino. Allmendinger invece si perde definitivamente e viene superato anche da Hill.

Dopo tanti giri di tentativi, alla fine Allgaier passa Creed ai -29 passando dall’esterno dopo aver tentato tanto, forse troppo all’interno. E le notizie per Custer da brutte diventano pessime quando di slancio al giro successivo Justin supera anche Almirola. Ora la #7 è a 2″ dalla #00. Dietro di lui Hill, Almirola e Creed sono 3-wide. Ai -25 Herbst ha 2.3″ su Love, 2.6″ su Custer e poi il grosso problema perché fra lui e Allgaier (+4.3″) ci sono due teammate di Justin, ovvero Zilisch (+2.9″) e Mayer (+3.5″). Chiudono la top10 Creed, Hill, Almirola ed Allmendinger.

Allgaier prosegue l’inevitabile recupero, ha ancora la vettura migliore dei piloti attorno a lui, l’unico più veloce è Herbst e così si ricompatta un quintetto. Ai -23 Custer ha ancora un’occasione per salvare la serata e tenta nuovamente il sorpasso su Love. Mancandolo si espone inevitabilmente agli attacchi di Zilisch al suo interno. Allgaier intanto respira così come Love e così i cinque si dispongono in formazione 1+2+2 andando ad elastico su traiettorie tutte diverse e che cambiano a seconda delle necessità.

Ai -13, dopo una breve tregua (in cui Hill si riavvicina), si riprende con gli attacchi. Allgaier ci prova in curva3, ma poi la vera manovra su Mayer è in curva2 dall’esterno e Justin completa il sorpasso poi di nuovo in curva3. Ai -11 questo permette al gruppetto di spezzarsi in due terzetti, anche se la #7 molla in fretta Mayer ed Hill con Austin che poco più tardi scavalca Sam. Custer deve muoversi quindi, ma ancora una volta deve riaccodarsi alla #2.

Otto giri alla fine e Connor ne approfitta per tornare sotto e tentare un attacco di slancio. Zilisch completa la manovra, ma con un colpo di reni Custer si riprende l’esterno in curva2, il giovane non può più chiudere la porta e così i due arrivano alla frenata di curva3 affiancati. In uscita di curva c’è anche il contatto che permette ad Allgaier di lanciarsi nella scia del rivale per il titolo. Il sorpasso decisivo, all’apparenza, è in curva3 con un leggerissimo, quasi impercettibile bump.

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Sole cinque miglia separano dunque Allgaier dal sospirato titolo, Custer non ne ha per rimanere sul suo paraurti, anzi deve guardarsi anche da Hill che ai -4 riesce a superare Zilisch. Ma in NASCAR non è mai finita finché non è mai finita e quindi ai -3 arriva la classica caution che manda tutti all’overtime. Honeyman finisce in testacoda, pare toccato da Smithley con cui poi bisticcerà su Twitter. Sawalich è il lucky dog.

Pittare o non pittare, questo è il dilemma, specialmente per chi non si chiama Custer perché Allgaier ha solo mezzo set di gomme fresche, Hill non ne ha ed Allmendinger non può farlo altrimenti si condanna alla mediocrità e al destino. Alla fine pittano tutti da Herbst a Sawalich e la scelta pare incredibile, tuttavia forse il finale di seconda stage ha influito. Custer monta pneumatici nuovi, Hill usa le gomme di inizio stage rodate da una manciata di giri sotto green ma soprattutto ne cambia solo due, Allgaier fa un ibrido fra queste due soluzioni, in casa Kaulig si cestina definitivamente il motto #TrophyHunting che già tanto aveva fatto ridere viste le decisioni prese sul mercato.

Hill dunque esce dai box al comando davanti a Love, Herbst, Custer, Allgaier (altra sosta non perfetta), Almirola, Chandler Smith, Mayer, Zilisch, Creed, Allmendinger, SVG, Jones, Burton, Sawalich e poi una marea di wave around. Al choose cone Hill va esterno con Custer, Allgaier, Chandler Smith e Mayer, Love interno con Herbst, Almirola, Zilisch e Allmendinger.

Bandiera verde nell’overtime e Custer sbaglia l’esame di riparazione: Hill capisce subito cosa voglia fare Cole e quindi blocca ad oltranza verso l’esterno aprendo una voragine all’interno. Custer non ne approfitta, insiste e quindi rimane sul paraurti della #21 perdendo velocità e posizioni finendo largo con Austin, Allgaier invece cambia direzione e si infila nel mezzo volando via prima della caution in cui in curva1 Retzlaff si gira sul muso di qualcuno di non identificato e finisce a muro.

Alla moviola la classifica aggiornata è praticamente una pre-incoronazione di Allgaier dato che Justin è addirittura secondo dietro a Love e davanti ad Herbst, Almirola, C.Smith, Hill, Custer, Zilisch, Creed ed Allmendinger. Nuovo cono e Love ovviamente va esterno con Herbst, C.Smith, Custer e Creed, alla loro sinistra Allgaier, Almirola, Hill, Zilisch e Allmendinger.

Nuova bandiera verde per altri due giri da disputare. Herbst scatta benissimo dall’esterno approfittando di un Love che cerca di stringere Allgaier sulla dogleg. Justin prova a forzare la mano e, quando ha mezza lunghezza di vantaggio, si allarga verso il muro. Love finisce nel panino e non si sa come la #7, all’ultimo estremo tentativo di perdere un titolo già vinto, non si giri sul suo muso dato che per un attimo anche Herbst tiene il volante dritto cercando di resistere. Quando la #98 molla il colpo e si adegua, Allgaier si raddrizza e può approcciare curva1 al comando.

Senza nemmeno un tire rub (a differenza di Herbst), Allgaier può involarsi infatti dietro di lui c’è un 5-wide con Hill, Almirola, Chandler Smith, Love ed Herbst che poi diventa 3-wide (la #81 e la #2 alzano il piede) con ulteriore contatto in curva2 da cui emerge di nuovo la #98. Ma il più è fatto, infatti il rivale più vicino per il titolo alla bandiera bianca è Hill solamente settimo.

Allgaier e Herbst allungano e Riley vuole assolutamente vincere dopo aver dominato la corsa. Justin resiste, poi molla e in curva3 non chiude sull’attacco pulito della #98. Ma tanto basta per togliersi un peso che aveva da molti anni.

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Riley Herbst vince a Phoenix e così facendo si toglie parecchi sassolini dalla scarpa, tuttavia col secondo posto Justin Allgaier (al 14° tentativo e dopo sei Championship 4 senza successo) è il campione 2024 della NASCAR Xfinity Series. Seguono Almirola, Zilisch, Chandler Smith, Love, Creed, Custer (amareggiato ma che concede l’onore delle armi), Allmendinger, Hill, Mayer, van Gisbergen, Sawalich, Kligerman, Sammy Smith e via via tutti gli altri.

Dopo il giro d’onore l’inquadratura più significativa è una sola: Dale Earnhardt Jr. sull’apron che guarda Allgaier che fa i burnout. Lo guarda con lo sguardo fermo ma sereno godendosi la scena. Come spiegherà più tardi, in quel momento Dale era solamente felice del meritato successo del suo pilota, non stava nemmeno pensando che per la prima volta dal 2018 in qualità di team owner era anch’egli campione per team. Forse quel pensiero gli verrà in mente solo oggi dopo aver appoggiato la bandiera che sventola anche in conferenza stampa. Questo sentimento è sintomo solo di una cosa: quanto Justin Allgaier sia apprezzato nell’ambiente come pilota ma, probabilmente, ancor di più come uomo.

Il campione

NASCAR Xfinity Series Allgaier campione Phoenix 2024

Justin Allgaier nasce a Spaulding, Illinois il 6 giugno 1986. Per lui il debutto al volante è all’età di cinque anni sulle quarter midget dove fin da subito e per tutta l’infanzia. Lo step successivo è a 13 anni quando sale sulle late model. Justin brucia le tappe e a 16 anni debutta già in ARCA Series sulla pista di casa dell’Illinois State Fairgrounds grazie alla chiamata di Ken Schrader. Al traguardo è 17°. Seguono altre due gare prima della fine della stagione con un 11° posto come miglior risultato.

Ormai la strada è segnata è anche per gli anni successivi Allgaier prosegue in ARCA Series, seppur part time e col team di famiglia. Alla seconda presenza del 2003 è già sesto a Toledo, poi in autunno terzo a Salem. 2004 e 2005 sono sulla stessa falsariga, con numerose top5 e top10 nelle gare in cui Justin è al via. Nel 2005 è uno dei piloti selezionati per il talent di Discovery Channel organizzato dal Roush Fenway Racing di cui il vincitore sarà tuttavia Erik Darnell. Sempre in questo anno debutta anche in NASCAR correndo nella Truck Series con il derelitto MB Motorsports. Quattro presenze e cinque DNQ.

Nel 2006 Allgaier decide di tentare l’avventura a tempo pieno sempre in ARCA Series, ma l’inizio è disastroso con due DNQ di fila a Daytona e Nashville. La stagione sarà un calvario con alcune gare positive come la vittoria in casa in Illinois, l’ultima in assoluto con le stock car per una Pontiac, ma anche ritiri su ritiri che portano al decimo posto finale in classifica.

Papà Mike e Justin tuttavia non si arrendono e si ripresentano al via del campionato 2007. Stavolta va meglio e, malgrado una sola vittoria a Salem ed una stagione ancora o da top5 o fuori dalla top20 è quarto in classifica generale dietro alla leggenda Frank Kimmel, Michael McDowell e Dexter Bean ma davanti a Justin Marks.

Il 2008 sembra davvero la stagione dell’ultima chance per la famiglia Allgaier. Cinque vittorie, 13 top5 e 15 top10 nelle prime 20 gare stagionali lo tengono in gioco in vista del gran finale di Toledo. Qui va in scena un finale acceso e drammatico in cui i due leader del campionato, uno Scott Speed appena uscito dalla F1 e Ricky Stenhouse Jr., si eliminano a vicenda. Allgaier ne approfitta e col terzo successo consecutivo tiene a bada Matt Carter e sorpassa Frank Kimmel per conquistare il titolo 2008 della ARCA Series.

Le buone notizie per Allgaier erano arrivate però già a maggio: Penske lo aveva scelto per disputare quattro gare in Xfinity Series nel finale di stagione in cui si prende un 11° posto a Phoenix. Nel 2009 e nel 2010 Justin è a tempo pieno in questa categoria sempre con Penske ed i risultati sono buoni e costanti dato che con un solo successo (Bristol nel secondo anno) è prima sesto e poi quarto a fine stagione.

In vista del 2011 Justin passa al Turner Motorsports con cui trascorrerà i seguenti tre anni. In questo periodo arriva un successo all’anno e ancora tanta costanza di rendimento che portano in sequenza ad un terzo, un sesto ed un quinto posto. Questi risultati gli valgono la chiamata in Cup Series dalla casa madre del Phoenix Racing (dall’anno successivo HScott Motorsports) per quattro gare del 2013 su una vettura a rotazione (nessun dato di rilievo) e poi per i due anni successivi a tempo pieno.

L’esperienza in Cup Series per Allgaier è tutt’altro positiva, anche a causa di una vettura di secondo o terzo piano in cui arriva appena una top10 a Bristol. In campionato nelle due stagioni è prima 29° e poi 30°. A ottobre 2015 arriva l’annuncio in cui Allgaier lascerà il team nel 2016 per essere sostituito da un Bowyer alla ricerca di un team per un anno in attesa del posto promesso per il 2017 da Stewart-Haas Racing.

Allgaier dunque torna in Xfinity Series chiamato da JR Motorsports. E da allora Justin non si è più mosso, chiudendo ora la nona stagione consecutiva sulla #7. Tutti questi anni sono contraddistinti dallo stesso filone. Vittorie sì ma non tante, infiniti piazzamenti in top5 e top10, ben sei qualificazioni alla Championship4 ma mai il titolo malgrado prima a Miami e poi soprattutto a Phoenix sia sempre fra i favoriti. La sequenza clamorosa di risultati in queste stagioni è la seguente: terzo, terzo, settimo, quarto, secondo, quinto, terzo, secondo.

Finalmente nel 2024 si rompe la maledizione dell’atto finale. È forse una delle stagioni meno esaltanti di Allgaier, se si escludono le stage. Due vittorie entrambe in una regular season poi persa in extremis da Custer, 10 top5 (così poche solo nel 2017) e 20 top10, tuttavia Justin si mantiene in linea di galleggiamento per tutti i playoff e, dopo due ko iniziali, piazza per chiudere l’anno tre top5 e cinque top10 culminate nel trionfo di Phoenix che rende onore ad una lunga carriera in cui la tenacia e la voglia di non mollare anno dopo anno hanno avuto la meglio.

I risultati odierni

La classifica della “NASCAR Xfinity Series Championship Race”

La classifica generale

La classifica finale della NASCAR Xfinity Series 2024

I prossimi appuntamenti

Stasera a Phoenix ci sarà la gara decisiva che assegnerà il titolo della NASCAR Cup Series. In lotta per il campionato ci sono Ryan Blaney, Joey Logano, Tyler Reddick e William Byron. Pre-gara dalle 20:45 su Mola powered by Como TV con il commento di Matteo Senatore, Daniele La Spina e Simone Longo. Bandiera verde alle 21:31. La NASCAR Xfinity Series tornerà come di consueto a inizio febbraio con l’appuntamento di Daytona che aprirà la stagione 2025.


Immagine: Media NASCAR


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