Kvapil mai in gara, Allgaier si spegne nel finale. Rimangono i migliori amici a contendersi il titolo a Phoenix. Love è in giornata di grazia e batte Zilisch nella giornata che mette fine al sistema attuale dei playoff
La NASCAR proverà a salvare la faccia sui social inserendo in ogni tweet una associazione con la parola Love, ma per i tifosi questo finale di stagione della Xfinity Series sarà difficile da digerire e da lasciar passare. Connor Zilisch, dopo 10 vittorie ed una stagione da annali, ha perso entrambi i titoli che poteva conquistare pur arrivando terzo al traguardo, battuto sia da Almirola (secondo) per la classifica, owner ma soprattutto il campionato piloti dal migliore amico Jesse Love che a Phoenix ha stupito tutti per la velocità dimostrata al termine di una stagione più in ombra che in luce per il Richard Childress Racing.
Sia chiaro, Love non ha fatto nulla di male in tutto questo, ha solo sfruttato il format dei playoff ad eliminazione destinato a finire in soffitta durante l’inverno. PS: Golden State Warriors fatevi da parte, perché il JR Motorsports è stato capace in tre anni di perdere per ben due volte da una situazione di partenza che li vedeva partire con un 3-1 (parlando di piloti alla Championship 4) a favore.
La gara
Sotto il sole dell’Arizona è in programma l’ultimo atto della NASCAR Xfinity Series, sia nel senso della stagione 2025, sia nel senso dello sponsor che dopo 11 anni saluta (rimane solo partner premium della NASCAR insieme a Coca-Cola, Busch e il nuovo ingresso Freeway Insurance che seguirà anche Suárez nella sua nuova avventura con Spire Motorsports) e lascerà il posto nel 2026 a O’Reilly Auto Parts.
Due soli i piloti che hanno disputato tutte queste 363 gare sotto l’insegna Xfinity: Jeremy Clements e Ryan Sieg, il quale festeggia anche la 400esima gara nella categoria cadetta e lo fa con un “regalo” insperato. La NASCAR ha infatti squalificato Sam Mayer per una gara in seguito all’incidente provocato dopo la bandiera a scacchi di Martinsville con Jeb Burton. Si innesca così il domino: Ryan Sieg sulla #41, Kyle Sieg sulla #39 al posto del fratello e Nick Leitz sulla #28. Non recupera dall’incidente di Talladega Sawalich, sostituito ancora da Bonsignore.
38 auto presenti a Phoenix e l’attenzione è su sei di esse, le quattro in lotta per il titolo piloti (Zilisch, Allgaier, Love e Kvapil) più le due (la #19 di Almirola e la #21 di Hill) presenti nel campionato owner insieme alla #88 e alla #7. Venerdì è dedicato ad una sessione di libere da 50′ in cui l’unico guaio è il freno esploso, con annesso incidente, per Dye ad 1′ dalla fine. Il miglior tempo è per Zilisch, ma sul long run Connor ha più di qualche grattacapo ed i miglior sembra essere a sorpresa (e non di poco sul long run) Love (terzo). Allgaier e Kvapil sono solo 14° e 15°, ma i due hanno pagato il traffico in pista, Justin recupera sul passo gara mentre Carson sembra molto indietro.
Sabato è il giorno decisivo e ovviamente si comincia con le qualifiche: Brandon Jones si porta a casa l’ultima pole dell’anno davanti a Gray e Creed, poi il colpo di scena, Zilisch e Allgaier con lo stesso tempo al millesimo (27.644″), ma Connor parte quarto per la migliore posizione in classifica dopo il reset al termine del Round of 8; a seguire Love, Almirola, Sanchez, Thompson e Ryan Sieg. Kvapil solo 14°, Hill 16°.
Dopo aver retrocesso in fondo alla griglia Dye (muletto) e Bonsignore (modifiche in parco chiuso), può avere inizio una classica gara da 200 giri divisa in stage da 45, 45 e 110 tornate. Alla bandiera verde Jones dall’esterno rimane al comando malgrado il tentativo di Gray, Zilisch li segue superando Creed mentre Love fa lo stesso su Allgaier. Si capisce fin da subito che Connor ne ha meno rispetto alle Toyota e così in breve Sheldon gli ritorna davanti. Kvapil inizia la sua non scontata rimonta passando Harrison Burton.
La fase buona di Jesse intanto è già finita: Allgaier lo ha controsorpassato e, accelerando male da curva4, viene infilato anche da Almirola dopo essere stati affiancati per un paio di giri con anche un leggero contatto. Mentre Kvapil passa in sequenza Day e Jeb Burton, Allgaier inizia a puntare come da pronostico Zilisch. Il sorpasso arriva al giro nove.
Il passaggio successivo segna l’inizio della crisi di Brandon Jones che finisce talmente largo che Gray lo infila facilmente, ma la #20 crollerà in classifica nel resto della stage, iniziando con le posizioni perse da Creed, Allgaier e Zilisch. Kvapil intanto supera Ryan Sieg ed entra in top10. Almirola è il seguente nella lista di chi sorpassa Jones mentre Love è più staccato e lamenta mancanza di grip; il team – si spera a microfoni spenti sul secondo canale della radio – un po’ lo prende in giro dicendo che nelle libere Jesse quasi si vantava di averne tanto ed ora a condizioni quasi invariate è cambiato tutto.
Prosegue l’assestamento in fondo alla top10, Sanchez supera Thompson e Kvapil è abile ad approfittarne guadagnando ancora posizioni. Mentre i primi doppiaggi non condizionano troppo i distacchi al comando, Gray tiene a distanza di sicurezza Creed (che ha una minigonna leggermente sporgente) e poi il terzetto composto da Allgaier, Zilisch ed Almirola con Aric che sul momento sembra in grado di riprendere la #88 e poi invece si staccherà.
Love, intanto, più che guardarsi avanti deve badare agli specchietti perché Sanchez prima lo raggiunge e poi, approfittando di un 3-wide con il doppiato Cram, lo sorpassa in curva3. Il long run permette di far emergere alcune auto (i fratelli Sieg) e cedere altre come quelle dei cugini Burton. La vera sorpresa però è che il più veloce in famiglia è Kyle che supera Ryan.
Poco dopo i -15 crolla anche Love: mancato l’aggancio a Jones, viene infilato anche da Kvapil e poi, sempre tenendosi troppo largo, anche da Kyle Sieg. Carson invece non si ferma e lui sì che infila la #20. Ai -10 esplode il freno anteriore destro di Jeb Burton che si appoggia al muro in curva1. La #27 torna da sola ai box e non viene nemmeno chiamata la bandiera gialla, per Burton il ritiro.
Gli ultimi giri vedono l’uscita di Love dalla top10 a vantaggio di Ryan Sieg che, tuttavia, a sua volta viene infilato da un Sammy Smith che si accende solo ora, ma anche il crollo improvviso di Almirola che perde tre posizioni in poche miglia.
Taylor Gray vince la prima stage davanti a Creed (+0.5″), Allgaier (+2.3″, tight alla corda), Zilisch (+3.3″, scivola con la posteriore destra e perde terreno in ingresso e uscita curva), Sanchez (+8.7″), un ottimo Kvapil in rimonta (+9.0″), K.Sieg (+9.9), Almirola (+11.9″), S.Smith (+12.0″, soli 15 millesimi da Aric) e Jones (+13.1″). A seguire R.Sieg, Love (+14.5″), Eckes, Thompson e Bonsignore, Austin Hill addirittura 21° a 25″, Queen lucky dog dal 27° posto.
Il primo giro di sosta è atteso da tutti, anche perché gli stalli in pit lane sono rimescolati dalle qualifiche di Martinsville e il migliore posizionamento sulla carta è per Kvapil. E invece Carson perde: Gray rimane al comando (pur sbagliando l’ingresso nello stallo, abbagliato dal sole che sta tramontando) su Zilisch, Creed, Allgaier, Almirola, Jones, Sanchez, K.Sieg, Love e Kvapil (cambio della posteriore destra non eccezionale, in più pattina ripartendo come Heim il giorno prima).
Dopo una caution fin troppo lunga si riparte ai -35 nella seconda stage. Gray scatta bene dall’esterno, ma Zilisch taglia la dogleg ed in curva1 completa una specie di slide job che lo mette al comando, Allgaier ci prova pure lui ma viene aggirato da Creed, Almirola invece deve difendersi da Jones, dunque dietro alla #88 e alla #54 ci sono 2-wide Allgaier-Creed e Almirola-Jones. Kvapil esce nuovamente dalla top10 a vantaggio di Ryan Sieg mentre Love rimane nono.
Anche qui si capisce subito che Zilisch non ne ha e Gray rimane facilmente con lui, tuttavia si scatena in questo momento Allgaier che, sempre dall’esterno o incrociando in uscita, in sequenza prima controsorpassa Creed (Jones prova a seguirlo, ma sarà poi Almirola a farlo), poi supera Gray e ai -28 si porta al comando davanti al compagno di squadra. Zilisch nei primi giri prova a rimanere con la #7, poi inizia a perdere ad ogni tornata un paio di decimi ed il distacco si fa sempre più ampio.
Anche Almirola sembra averne di più della stage precedente, supera col brivido Gray in curva2 e si porta al terzo posto dopo essersi liberato di Creed. Love inizia la risalita e passa Kyle Sieg; per lui decisivo il contributo della modifica di assetto (anche se rimane un po’ di sottosterzo in ingresso), ma anche del fatto che il sole si sta abbassando dietro l’orizzonte e forse il suo team ha fatto i conti giusti. Jesse approfitta di Sanchez che apre la porta su Jones per superare la #20 e salire al settimo posto. Dietro di loro, Kvapil si mette alle spalle Kyle Sieg, che poi perderà la posizione anche da Bonsignore, e poi anche il fratello Ryan. Austin Hill risale ma entra appena in top15.
La rimonta di Love ai -15 prosegue con il sorpasso su Jones, lo stesso da Almirola con Creed in curva4, ma l’azione è anche nel gruppo: Emerling pitta fuori sequenza, Eckes e Sammy Smith vengono a contatto, Day bacia il muro in curva2. Il finale di stage vede uno scatenato Love recuperare altre due posizioni su Sanchez (con cui c’è maretta via radio per ruggini delle settimane precedenti) e infine anche Gray.
Allgaier vince senza alcun problema la seconda stage davanti a Zilisch (+2.9″), Almirola (+5.0″), Creed (+6.2″), Love (+7.0″), Gray (+7.53″), Sanchez (+7.59″), Jones (+8.2″), Kvapil (+8.5″) e Ryan Sieg (+10.9″), poi Bonsignore, Hill, Smith, Thompson, K.Sieg (scivolato nel finale), Day, H.Burton ed Eckes (un po’ toccato da chiunque mentre perde posizioni), lucky dog per Perkins.
Allgaier sembra imprendibile in ottica titolo, invece il secondo giro di soste e la sera che prende il posto del giorno cambieranno totalmente lo scenario. A compiere il capolavoro è la pit crew #2 che mette Love al comando davanti ad Allgaier, Almirola, Gray, Creed, Jones, ZIlisch (sosta lenta per aggiustamenti di assetto), Bonsignore, Sanchez e Kvapil.
Si riparte con 98 giri da disputare e Allgaier taglia subito la dogleg tornando al comando, Gray finisce nella corsia centrale così come Kvapil ed entrambi perdono terreno permettendo a Zilisch di rientrare in top5; fra Connor e Taylor per chiudere il sorpasso anche un leggero contatto. Almirola segue Love come un’ombra; Aric non ne ha e rimane dietro la #2 ma davanti a Creed. Kvapil deve intanto cominciare una nuova rimonta dalla 13esima posizione evitando però la battaglia alle sue spalle fra Queen, Smith, K.Sieg e H.Burton.
Allgaier e Love scappano via e guadagnano decimi preziosi sul trio Almirola-Creed-Zilisch con Connor che si sente molto lento nel traffico e non trova il varco per passare Sheldon. Ad aiutarlo ci pensa Dye che tocca Honeyman in uscita di curva4 e lo manda in testacoda. I due stavano lottando per il lucky dog e Daniel lo perde in questo modo con conseguenze pesanti sul lungo termine.
Ai box ci sono ancora due set di gomme fresche, ma mancano ancora 85 giri al traguardo, dunque solo chi è disperato va in pit lane. Kvapil non perde la lucidità e tira dritto a differenza di Jones, R.Sieg, Day, Eckes, Smith, Queen, K.Sieg, H.Burton, Retzlaff, Ellis, Poole, Perkins e Leitz.
La classifica alla ripartenza vede Allgaier al comando su Love, Almirola (tight), Creed, Zilisch, Gray, Bonsignore, Sanchez, Kvapil ed Hill con Jones primo con gomme fresche dal 14° posto. Green ai -82 e Love scatta bene, Creed prova il 3-wide sulla dogleg, ma Allgaier tiene il comando dall’esterno e tutto rimane invariato con Almirola e Creed in battaglia e Zilisch a cercare un varco, trovandolo in accelerazione da curva4. Alle loro spalle Gray prova ad approfittarne, ma alle loro spalle è già piombato un clamoroso Corey Day con gomme fresche.
Davanti, intanto, Almirola ci prova all’interno di Love e questo favorisce l’allungo di Allgaier, Jesse si difende e Aric rimbalza. Day salta Creed e soprattutto Gray che perde terreno e deve difendersi da Bonsignore ed Eckes. Corey esaurisce l’inerzia proprio in vista di Zilisch che così mantiene il quarto posto. Kvapil invece finisce proprio nel mezzo della mischia e viene superato in sequenza da Smith, R.Sieg e il citato Bonsignore che prova ad imitare la #17.
L’inerzia cambia totalmente ai -65. La sera è ormai calata del tutto, le temperature si sono abbassate e Love ha mantenuto nei giri precedenti 0.3″ di ritardo da Allgaier, Almirola ormai staccato a 2″ e Zilisch a 3″ perdendo sempre quel paio di decimi al giro. Kvapil punta Jones, ma rimbalza e viene infilato pure da Kyle Sieg scendendo al 12° posto.
L’inerzia cambia perché Love cambia passo e riprende Allgaier incollandosi al paraurti della #7 in uno scenario che in ben pochi si sarebbero aspettati. Justin si tiene interno, Jesse insiste con l’esterno, il pilota JRM forse esagera in un paio di situazioni forzando l’ingresso di curva, ma trova un alleato insperato, il traffico per un nuovo giro di doppiaggi. Allgaier approccia meglio le auto più lente, Love non trova il varco buono e si deve riaccodare.
Anche il secondo assalto di Love attorno ai -55 non va a buon fine e così ci si avvicina alla finestra dell’ultima sosta con la curiosità di vedere chi si fermerà per primo. Ai -50 Allgaier guida sempre con 0.3″ su Love, 2.0″ su Almirola, 4.9″ su Zilisch, 6.2″ su Day, 7.2″ su Eckes, 7.3″ su R.Sieg, 7.5″ su Smith, 8.0″ su Jones e 8.9″ su K.Sieg, a seguire Creed, H.Burton ed un Kvapil disperso in 13esima posizione da 14.2″ faticando nel tenersi dietro Retzlaff, Hill 20°.
A togliere la castagne dal fuoco ci pensa però una caution: Eckes verso curva3 guarda più negli specchietti per tenere d’occhio Smith e finisce per travolgere Ryan Sieg mandandolo duramente a muro. Lucky dog per Josh Williams che è risalito a sorpresa dopo un inizio di gara a fondo gruppo.
Si va dunque alla sosta decisiva con uno Zilisch perso che non sa cosa chiedere dai meccanici, ma la pit crew risponde rimandandolo in pista al secondo posto dietro a Love (sosta eccezionale) e davanti ad Almirola ed Allgaier che paga un rallentamento alla posteriore destra; poi Smith, Jones, Eckes, Day, Creed, H.Burton, K.Sieg, Hill e Kvapil ancora 13°.
Bandiera verde a 42 giri dalla fine e Love scatta bene, ma il taglio di Zilisch unito ad uno slide job rimette Connor al primo posto. Dietro di lui la situazione diventa all’improvviso favorevole con Almirola che finisce nel panino fra Allgaier e Love, ma l’incidente non arriva. Aric tiene giù il piede e sale al secondo posto davanti a Justin e Jesse con Smith spettatore interessato. Ai -40 Love, dunque, è sceso al quarto posto, ma l’inerzia non è cambiata.
Allgaier, infatti, fin dall’inizio si capisce che sia più in difesa che all’attacco, Jesse va subito all’esterno e passa la #7, Justin prova l’incrocio ma non va. E Allgaier si spegne, del tutto e all’improvviso, perde metri, decimi, secondi. Verrà persino passato da Brandon Jones nelle miglia finali. Con Kvapil perso sempre fuori dalla top10, la lotta per il titolo si restringe dunque ai migliori amici Zilisch e Love, nel mezzo Almirola che è in battaglia per il titolo owner.
Ma anche Aric non ne ha e cede all’attacco della #2 ai -35 anche qui senza possibilità di incrocio. Love dunque si trova a soli 0.4″ da Zilisch e con l’auto migliore in pista. Zilisch ci prova e nei giri successivi, mentre la classifica si assesta (Jones passa Smith prima di lanciarsi su Allgaier, Gray torna ad avanzare superando Creed e Day), il distacco rimane invariato fra i 0.4″ ed i 0.5″.
Dai -30 in poi Connor inizia ad intravedere il traffico, tuttavia Love arriva prima dei doppiati. Ai -26 il divario scende ad un quarto di secondo (Almirola a 1.5″), poi l’attacco arriva direttamente alla prima occasione utile al giro successivo, sempre dall’esterno in curva2, incrociando e completando all’interno di curva3. Zilisch si porta anche lui all’esterno e prova a resistere a mezzo secondo di ritardo per i dieci giri successivi, poi la #88 non ne ha più.
La beffa finale per Connor è che inesorabilmente ha dato troppo per il titolo piloti e finisce per perdere anche quello owner: Almirola, più regolare nello stint finale, lo riprende ai -12 e lo supera dall’interno, al secondo tentativo, ai -8. Non arriva nessuna caution e dunque il ribaltone tanto temuto dai tifosi è arrivato.
Jesse Love ripete quanto fatto da Tyler Reddick nel 2018, vince solo la gara di apertura e chiusura, sfruttando alla perfezione il format dei playoff ad eliminazione che vede così praticamente il suo epilogo con queste modalità, con Connor Zilisch al limite della crisi di pianto, seduto con la schiena contro la fiancata della #88 dopo aver perso titolo piloti ed owner, salvando solo il titolo di rookie dell’anno malgrado le 10 vittorie stagionali.
Love salva anche una pessima stagione per RCR vincendo davanti davanti ad Almirola (+0.8″), Zilisch (+1.8″), Jones (+5.6″), Allgaier (+7.5″), Smith (+9.1″), Gray (+9.7″), Creed (+11.0″), Hill (+11.8″) e Bonsignore (+17.8″); a seguire H.Burton, K.Sieg, Kvapil (+19.5″), Day, Sanchez, Eckes, Thompson, Poole, Queen e Leitz.
Una serata del genere non può che non finire in maniera quasi tragicomica: mentre Love festeggia con la coppia, in casa Alpha Prime Racing scene deliranti: prima si festeggia perché all’ultimo giro Poole ha superato Queen e questo vale alla #44 il punto decisivo per superare sia la #11 che la #10 di Kaulig (Dye solo 28°) nella classifica owner ed il 20° posto artigliato vale il sostanzioso bonus economico da parte della NASCAR. Non il modo ideale per Kaulig per salutare la categoria cadetta. Sempre in casa APR, il delirio è completo quando Martins ed il crew chief di Retzlaff (ovvero del suo team) quasi vengono alle mani discutendo sulla gestione dei treni di gomme.
Si chiude così, in maniera dolceamara, l’era Xfinity della NASCAR [inserire nome qui] Series. Anche questa stagione è volata via, come si suol dire in pit lane, “as fast as Xfinity Internet.”
Il campione

Jesshill – detto Jesse – Love nasce a Menlo Park, California il 14 gennaio 2005. L’omonimo papà, avvocato, investitore nel settore immobiliare e amministratore delegato di più società nella Silicon Valley, ha corso da ragazzo con le vetture midget, la mamma è invece di origine messicana. Jesse inizia a correre a cinque anni, pure lui con le midget vincendo fino da subito gare e più campionati USAC, anche nello stesso anno. A 13 anni gli viene concesso un waiver per partecipare già nelle Pro Late Model dopo essere stato notato dal promoter Kenny Shepherd. Nel frattempo prosegue a vincere con midget e legends, sempre in anticipo rispetto al limite di età permesso di 14 anni.
Nel 2019 il balzo più importante, infatti disputa il Southwest Tour, con il team di Late Model niente meno che di Keith Kunz, la leggenda del Chili Bowl. Ma il giovane Love passa direttamente all’asfalto e il 2020 viene scelto da Bill McAnally per la ARCA Series in sostituzione di Hailie Deegan. Il programma parziale nella serie East non è rilevante (due gare, una top10), ma si punta tutto sulla West. Pronti via e a soli 15 anni, grazie a tre vittorie di tappa, Love è già campione battendo nettamente Blaine Perkins. Scala subito le gerarchie in casa Toyota ed entro fine anno, dopo tre gare con McAnally, corre con il Venturini Motorsports nella serie principale dove è quarto a Winchester.
Il 2021 è sostanzialmente una replica del 2020: qualche gara nella East con Venturini (tre settimi posti), il titolo nella West decisamente più sofferto dato che le due vittorie sono bilanciate da quattro controprestazioni e batte Jake Drew a pari punteggio, Cole Moore per due punti, PJ Pedronvelli per cinque e Joey Iest per otto. Nella serie principale disputa dieci gare, ottiene a Salem la prima vittoria unita a cinque top5 e dieci top10.
Nel 2022 lascia la serie West (tranne le due tappe a Phoenix) e disputa gran parte della East (secondo a Dover) concentrandosi sulla serie principale, disputando praticamente tutte le tappe possibili non essendo ancora maggiorenne. Nelle 14 gare, sempre con Venturini, vince sullo sterrato di Springfield e porta a casa otto top5 e 12 top10.
Il 2023 è l’anno dell’assalto alla ARCA Series ed il titolo è facile preda contro un Andres Perez de Lara che non riesce a vincere gare ed ha più di qualche passaggio a vuoto. Love fa sue 10 delle venti gare in campionato unite a 17 top5 e 18 top10. Essendo in orbita Toyota, trova un varco anche nella Truck Series con Tricon Garage dove debutta con un nono posto a Gateway, poi è 13° in Kansas e quarto in chiusura di stagione a Phoenix.
Ma, a questo punto, Love ha già annunciato il grande salto: l’ingaggio in Xfinity Series con Richard Childress Racing al posto di uno Sheldon Creed che non hai mai legato totalmente col team. La stagione del debutto nel 2024 è un crescendo in cui è abile a sfruttare le qualità del team (vittoria a Talladega) e nella parte finale di stagione ottiene nove top10 (18 quelle totali) in 11 gare, sufficienti per passare il primo turno dei playoff e terminare il campionato all’ottavo posto.
Il 2025, oltre al debutto in Cup Series (cinque gare fra RCR e Beard Motorsports senza risultati di rilievo) vede Love replicare quanto fatto da Tyler Reddick nel 2018: vincere la gara di apertura a Daytona e la chiusura della Championship 4 (allora a Miami). Nel mezzo, in totale, nove top5 e ben 22 top10 che lo hanno tenuto ai piani alti nonostante un team in evidente difficoltà tecnica. Ora a lui il compito di mettere a tacere i critici e ripetere nel prossimo campionato quanto fatto dallo stesso Reddick, ovvero riconfermarsi campione.
I risultati odierni
La classifica della “NASCAR Xfinity Series Championship Race”
La classifica generale
La classifica finale della NASCAR Xfinity Series 2025
I prossimi appuntamenti
Stasera alle ore 21:00, in diretta su p300.it, ci sarà la gara della NASCAR Cup Series che deciderà chi sarà il campione fra Chase Briscoe, Denny Hamlin, William Byron e Kyle Larson; in pole position partirà proprio Denny Hamlin. La prima gara della “nuova” NASCAR O’Reilly Auto Parts Series è in programma per il 14 febbraio 2026, come di consueto a Daytona.
Immagine: Media NASCAR
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