Gara lineare a Las Vegas dopo l’incidente del primo giro. Allgaier domina, ma Almirola rimonta sul long run. Aric non trova il varco per il sorpasso e così Justin porta a casa il successo
Allgaier ed Almirola, Almirola ed Allgaier: nel marzo della NASCAR Xfinity Series sembrano esserci solo loro, anche vedendo il distacco sul traguardo a Las Vegas (oltre 10″ al terzo, 20″ al quarto in una corsa selettiva più per penalità ed errori dei meccanici che per incidenti, appena uno e dopo nemmeno mezzo miglio di gara). Stavolta niente caution nel finale e niente beffa per il campione in carica, anche se Justin ha dovuto sudare freddo nel finale con un Aric in rimonta. Allgaier, tuttavia, ha mantenuto la compostezza e non ha concesso errori all’avversario “vendicando” la sconfitta patita a Phoenix.
La gara
La NASCAR Xfinity Series prosegue la sua corsa senza pause facendo tappa a Las Vegas per la quinta gara stagionale, una delle gare tradizionali di inizio calendario. Venerdì è giorno di libere e qualifiche (ventose) per i 38 piloti iscritti – dunque nessuno andrà a casa in anticipo – e nelle prove ufficiali c’è il dominio del JR Motorsports con una tripletta composta da Sammy Smith, Carson Kvapil e Connor Zilisch mentre Allgaier è “solo” sesto dietro a Taylor Gray e Sam Mayer. Hill e Creed pagano l’algoritmo in seguito all’incidente della scorsa settimana a Phoenix e dal Gruppo1 sono solo 14° e 23°.
Dopo aver retrocesso in fondo alla griglia Brandon Jones, Dean Thompson e Leland Honeyman per modifiche in parco chiuso, può avere inizio una canonica gara da 200 giri (45+45+110) per 300 miglia in cui l’unica variazione sono i cinque set di gomme a disposizione anziché quattro. Quella di Las Vegas, inoltre, è la gara di qualificazione per la prima tappa del Dash4Cash in cui si metteranno in premio 100’000$ per quattro gare; il regolamento tuttavia è cambiato e non vige più il divieto di partecipazione in queste corse ai piloti della Cup Series, tuttavia in questa occasione non ci sono arrivi dalla top class.
Pronti via e subito incidente: la corsia esterna scatta male (sarà il leitmotiv della gara) e Sammy Smith allunga con Zilisch. La fila di destra si raggruppa un po’ troppo e in curva2 Jeb Burton si avvicina a Sawalich togliendogli l’aria dallo spoiler. Il giovane pilota del Joe Gibbs Racing perde il controllo e si stampa contro il muro. Nell’evitare il parapiglia, Dye tocca Retzlaff mandandolo in testacoda; per fortuna Parker rimedia solo una foratura alla posteriore destra, la seconda della quella giornata dopo quella sulla strada verso la pista. Per Sawalich il secondo incidente del weekend, dopo quello nei Truck, segna la fine della corsa ufficialmente con zero giri completati.
Dopo un paio di soste (Cram e Dye per riparare il muso) e un team radio di fuoco di Clements nei confronti di Eckes, reo di essere andato 4-wide in curva1, si riparte con Smith al comando su Zilisch, Kvapil, Gray, Mayer, Allgaier, Love, Sanchez, Almirola ed Eckes. Green ai -40 nella prima stage e anche stavolta la corsia esterna scatta male, dunque Kvapil torna secondo e Zilisch terzo. Dietro a loro sbuca subito Allgaier e dunque la tripletta JRM diventa poker. Justin vola e in un paio di giri sale subito al secondo posto.
A centro gruppo Williams rischia di travolgere Perkins e Ryan Sieg e scivola largo. Questo forse è il problema minore per il pilota Kaulig: per la terza gara di fila, infatti, Josh soffre ancora di problemi respiratori. Non è chiaro esattamente cosa abbia attaccato il fisico di Williams ad Austin, Phoenix e Las Vegas, ma Josh nelle interviste parla addirittura di fluidi rimossi dai polmoni e difficoltà respiratorie a cinture allacciate, dati che fanno propendere ad una polmonite o qualcosa di simile. A metà stage Williams annuncia via radio che non ce la fa più, resiste fino al break e poi alza bandiera bianca; al suo posto sale in vettura Ty Dillon che fa quel che può, portando la #11 al traguardo in 29esima posizione staccata di sei giri.
Nel frattempo c’è molto movimento alle spalle del quartetto JRM: Almirola passa alcune vetture e cerca di riagganciare la top5 del compagno di squadra Gray, poi c’è battaglia fra Sanchez e Love per l’ottava posizione, Hill recupera e superando Kyle Sieg vede la top10 con Creed che prova a seguirlo ma non ce la fa.
Al giro 14 Allgaier completa la rimonta e si porta al comando; la modalità del sorpasso è quella tipica, Sammy Smith non tiene la corda in curva4, la #7 si infila completando il sorpasso all’interno all’inizio del nuovo giro. E qui Justin inizia una fuga quasi incredibile al punto che spiace che di lì a 30 giri ci sia il break di fine stage. Si rompe anche il poker perché Gray attacca e supera Zilisch, prova ad approfittarne anche Almirola ma Connor si difende dall’esterno per qualche tornata.
Mentre Sanchez perde posizioni sul long run uscendo dalla top10, Allgaier ormai lo si vede solo col binocolo. Il pilota che sembra più in forma dopo di lui è Almirola che in sequenza supera Gray, Kvapil (all’esterno di curva4) e infine anche Sammy Smith che va in difficoltà nei doppiaggi. Aric è così al secondo posto a 11 giri da fine stage, ma a questo punto il ritardo dalla #7 è addirittura di 7.2″.
Da notare in questi giri il sorpasso di Hill anche su Eckes, quello più faticoso di Creed su Kyle Sieg, la foratura di Bilicki all’anteriore destra nel tentativo di Josh di usare una traiettoria lungo il muro (al quale si è appoggiato), la manovra di Kvapil su Sammy Smith nel traffico, il controsorpasso di Zilisch su Tanner Gray in difficoltà con gli pneumatici. Le gomme sono davvero il termometro degli ultimi giri: si alzano di tempi di Smith, Mayer ed Eckes e di conseguenza vengono perse posizioni.
Allgaier domina la prima stage vincendola con addirittura 8.2″ su Almirola, 10.6″ su Kvapil, 11.0″ su Zilisch, 11.7″ su Gray, 13.3″ su Smith, 13.5″ su Hill, 13.6″ su Love, 14.7″ su Mayer e 17.8″ su Ryan Sieg; a pieni giri appena 22 auto (più il lucky dog di Poole) e sono a seguire Eckes, Creed, Jones (in rimonta dal fondo), Kyle Sieg, Sanchez, DiBenedetto, Harrison Burton, Dye, Alfredo, Retzlaff, Jeb Burton e Thompson.
La pit lane si apre ma è uno stage break convulso: c’è il cambio pilota di Ty Dilllon per Williams, c’è Clements che rimane fermo sull’apron come se fosse senza benzina (e non sarà incredibilmente l’unico a rischiare, fra di essi pare anche Perkins, Poole, Massey e Gase), c’è Love che si prende una penalità per ruota fuori controllo, c’è Ryan Sieg che avvisa di problemi alla terza marcia, c’è Allgaier che perde un sacco di posizioni ed esce dai box al settimo posto dietro ad Almirola, Kvapil, Hill, Gray, Zilisch e Smith.
Alla ripartenza ai -37 da fine seconda stage i guai alla trasmissione di Sieg emergono e la sua fila per poco non deraglia, tuttavia non ci sono incidenti (solo Dye rimedia un tire rub) e Ryan si sfila in coda proseguendo regolarmente una volta presa velocità. Austin Green va ai box e poi nel garage con problemi elettrici.
Allgaier rimane un po’ bloccato nel traffico, poi – quando il gruppo si mette in fila – inizia la sua rimonta malgrado vociferati singhiozzi all’alternatore. Saltato Gray, poi è la volta di Kvapil mentre davanti a lui Hill viene messo nel mezzo da Sammy Smith e Zilisch. Si forma la coppia Zilisch-Allgaier che recupera terreno: messe la #21 e la #8 alle spalle, mettono nel mirino il leader. Connor fa quel che può e ai -25 deve lasciare strada al compagno di squadra che supera sempre infilandosi in curva4. A questo punto il ritardo di Justin da Aric è di poco inferiore al secondo con ancora 25 giri da disputare e quindi ci si aspetta un gran finale.
Anche Van Alst accusa problemi elettrici (con principio di incendio) e torna ai box, ma la sosta a sorpresa poco dopo i -20 è quella di Austin Hill per la posteriore sinistra che si rivela effettivamente mal fissata; la #21 si salva perché torna in pista nella posizione di lucky dog virtuale che poi verrà confermata. Così la lotta a tre fra Eckes, Harrison Burton e Creed, vinta dal figlio d’arte, non è più per il decimo posto bensì per il nono; Christian nei giri successivi crollerà per il sovrasterzo. Anche Honeyman accusa un problema e deve effettuare una sosta fuori sequenza.
Davanti nel frattempo Allgaier raggiunge Almirola, tuttavia manca l’attacco di slancio. La #19 tiene bene la corda e così la #7 non trova il varco per superare. Justin allora si fa vedere all’esterno, ma non arriva lo slancio buono. Anche il terzo tentativo ai -2 non ha buon esito: Allgaier trova sì il varco e completa il sorpasso in curva1, ma scivola largo in curva2, Almirola deve solo incrociare e restituire il favore in curva3.
Almirola vince dunque la seconda stage davanti ad Allgaier (+0.3″), Zilisch (+3.4″), Smith (+7.4″), Mayer (+8.5″), Kvapil (+9.3″), Gray (+10.0″), Jones (+10.4″), Creed (+14.1″) e un Love imbottigliato nel traffico nelle prime fasi dopo la penalità (+15.4″); a pieni giri sempre in 22 – a seguire Kyle Sieg, Harrison Burton, Ryan Sieg, Eckes, Sanchez, Jeb Burton, DiBenedetto, Alfredo, Dye, Thompson, Retzlaff e Poole – più il citato lucky dog per Hill che lascia Emerling da solo a quota -1 mentre gli altri sono a -2 od oltre.
Il secondo giro di soste lascia Almirola in testa davanti a Smith, Allgaier, Jones, Gray (penalità per safety violation), Love, Zilisch, Mayer, Kvapil, Creed ed Harrison Burton che torna così in top10 dopo il cedimento di fine stage.
Ripartenza a 102 giri dalla fine e l’esterno fatica ancora, Allgaier ringrazia e torna subito secondo attaccando Almirola nel varco lasciato involontariamente da Sammy. Lo show incredibile però è di quel fenomeno chiamato Connor Zilisch che, con meno di 10 gare in carriera sugli ovali in NASCAR, prima passa subito Love e Jones, poi Smith, dunque infila all’interno Allgaier e all’esterno Almirola. In appena tre miglia, con annesso giro più veloce per distacco, al giro di boa di metà gara il pilota del junior team Red Bull è al comando.
Di slancio Zilisch prova l’allungo, ma la brutta notizia per lui è che stavolta Allgaier trova subito (-97) il varco per superare Almirola e quindi un avversario pericoloso è lì a mezzo secondo di distacco. Mentre Aric si stacca subito, Jones accusa forte sottosterzo, Van Alst torna ai box, Hill rientra in top15, Kyle Sieg ed i cugini Burton regalano 3-wide, Emerling pitta a sorpresa non lasciando nessuno a -1, ecco che Allgaier lentamente torna sotto al compagno di squadra.
Il ricongiungimento arriva ai -85, ma il sorpasso soltanto ai -73 e al secondo tentativo: si capisce che Zilisch probabilmente ha dato troppo con le gomme mentre Justin le ha gestite al meglio e quindi Allgaier approfitta del consueto allargamento dell’avversario in curva4 per infilarsi e tornare al comando.
Dietro non sono stati a guardare: Hill, dopo i popcorn mangiati vedendo il 3-wide citato davanti a sé, supera i cugini Burton (poi alle prese con un altro 3-wide, stavolta con Sanchez) ed ora punta i fratelli Sieg con Kyle che sta disputando per distacco la migliore gara in carriera. Kyle però si stacca da Ryan che recupera posizioni superando Jones. Almirola ha staccato Mayer e si mantiene a circa 2″ dalla vetta. Gray, come Love in precedenza, è in difficoltà nel traffico ed è ancora 18°. Massey finisce ko per la rottura di un mozzo e si ritira alla seconda sosta in pochi giri.
Hill dimostra intanto che la velocità di base c’era e, dopo l’ingresso in top10 saltando Creed, scavalca anche Jones e Ryan Sieg salendo all’ottavo posto. Ci si avvicina al giro di soste, ma è difficile non notare che Almirola sia il più veloce in pista e ai -63 Zilisch è ripreso e passato in un amen; ora la #19 è a circa 1.5″ da Allgaier. La classifica prosegue ad assestarsi in una corsa viva anche se non con grossi scossoni: Hill supera anche Kvapil, Mayer cede di schianto sul long run e dopo un largo viene infilato da Love per il quarto posto.
Ai -57 si apre il potenziale (e poi effettivo) ultimo giro di soste: in questo momento c’è il pit di Sanchez e Gray, ai -56 è la volta di Mayer, Ryan Sieg e Creed, ai -55 i due leader con Love, Smith e Jones, ai -54 Zilisch, Hill e Kvapil.
Succede tanto in pochi giri: speeding deleteri per Zilisch, Smith e Sanchez (ci sono penalità anche per Emerling, Smithley e Cram), Jeb Burton perde la tanica ripartendo e questo ostacola il meccanico di Kvapil che – come si scoprirà in seguito – per questo non rabbocca addirittura tre galloni di benzina, ruota mal fissata per Gray che dovrà tornare ai box, sosta non perfetta per Allgaier e così Almirola lo affianca in uscita dalla pit lane e sull’apron prendendosi la leadership virtuale che dura appena due giri, poi Aric si trova Perkins e Wright da doppiare nel posto sbagliato e così Justin lo ripassa.
Intanto Kyle Sieg e Dye tentano la sorte con Alfredo e Poole, ma uno alla volta si fermeranno in assenza di caution e ai -48 Allgaier torna al comando con 0.65″ su Almirola. Nei tre giri seguenti Justin piazza l’allungo e ai -45 ha 1.3″ su Almirola, 9.5″ su Love, 10.9″ su Mayer, 13.7″ su Hill, 14.5″ su Jones, 16.3″ su Kvapil, 18.3″ su Ryan Sieg, 19.7″ su Creed, 25.2″ su Creed, 25.4″ su Harrison Burton, 29.2″ su Zilisch e 29.8″ su Eckes, ultimo degli appena 13 piloti a pieni giri.
La situazione si stabilizza e la curiosità è solo per l’eventuale previsto recupero di Almirola sul long run e cosa potrà fare Zilisch da dietro. Per il resto non succede molto, ai -40 si ferma Gray con la citata ruota posteriore sinistra mal fissata, il doppiaggio di Eckes, la fuga dei due leader con Allgaier che ai -35 ha 2″ di margine. Poi però si ribalta tutto: a cavallo dei -30 Almirola recupera in sequenza 0.5″, 0.4″ e 0.2″ e così ai -29 la #19 è a solo 1.2″ dalla #7 che ai -27 diventano 1″.
Il distacco sale e scende, ma il trend è in discesa. I doppiati potrebbero rappresentare un pericolo per un Allgaier che non si vuole staccare dalla linea bianca, ma non ci saranno ostacoli. Ellis alza bandiera bianca anch’egli con problemi meccanici mentre il fuel saving di Kvapil sembra ormai disperato.
Il ricongiungimento al comando è ai -20, Almirola non attacca di slancio e quindi si mette in scia in attesa della mossa decisiva. L’elastico prosegue e un nuovo potenziale attacco potrebbe arrivare ai -12, ma anche qui nessuna manovra. La beffa è per Kvapil che per la terza volta in cinque gare deve prendere la via dei box a poche miglia dal traguardo, stavolta ai -9 perché la benzina è finita. Nel frattempo Mayer è crollato ancora, Love è lontanissimo davanti mentre Hill è vicino dietro; Zilisch, invece, supera Creed.
Si entra nelle miglia finali, Almirola capisce che deve provare anche all’esterno, alla prima ai -5 si fa solo vedere, alla seconda ai -3 invece finisce largo, sfiora il muro in curva4 e deve alzare il piede. Alza anche bandiera bianca visto che il neo doppiato Creed si è messo fra lui e il leader.
Justin Allgaier vendica così la beffa di Phoenix vincendo per la prima volta in carriera a Las Vegas; è anche la nona stagione consecutiva con almeno un successo, record all-time eguagliato. Almirola è secondo a 1.0″, Love è terzo ma ad addirittura 11.8″. All’ultimo giro Hill supera un Mayer in crisi di gomme (21.6″ e 21.7″ il ritardo per i due), ma per Sam non c’è la beffa in ottica Dash4Cash: Almirola, infatti, non sarà presente a Miami e quindi a lottare per il primo bonus da 100’000$ saranno la #7, la #2, la #21 e la #41.
A completare la top10 Jones (+21.9″), Ryan Sieg (+24.7″, chissà senza problemi al cambio come sarebbe finita), Harrison Burton (+28.5″, ottimo anche lui), Zilisch (+30.9″) e Creed primo doppiato; a seguire il fantastico Kyle Sieg, Dye, Eckes, Sammy Smith, Thompson, DiBenedetto, Kvapil, Alfredo, Gray (-2) e Sanchez.
Cinque gare della NASCAR Xfinity Series e cinque vincitori diversi, quattro qualificati virtualmente ai playoff: siamo solo a marzo eppure in ottica campionato gli spazi cominciano già a restringersi.
I risultati odierni
La classifica della “The LiUNA!”
La classifica generale
Così in campionato dopo 5 delle 33 gare della NASCAR Xfinity Series 2025
I prossimi appuntamenti
Domani sera alle 20:30 si terrà la quinta gara stagionale della NASCAR Cup Series; a partire dalla pole position sarà Michael McDowell mentre Christopher Bell andrà alla caccia di una storica quarta vittoria consecutiva ma dal fondo della griglia per problemi tecnici. La Xfinity Series tornerà sabato prossimo sull’ovale di Miami-Homestead.
Immagine: Media NASCAR
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