L’atteso duello fra Allmendinger e van Gisbergen va in scena e la coppia Larson-Gibbs può solo guardare. Un convulso finale permette a Kyle di battere SVG (poi penalizzato) ed Austin Hill
Un finale con l’amaro in bocca per la NASCAR Xfinity Series. Già, perché Shane van Gisbergen nel suo processo di crescita dovrà abituarsi a finali del genere con ribaltoni inaspettati. Kyle Larson vince sfruttando le gomme fresche dopo essere ripartito 24° al primo overtime. La scommessa di un nuovo incidente ha pagato e così il pilota dell’Hendrick Motorsports ha ripreso e passato i duellanti van Gisbergen ed Austin Hill, con quest’ultimo che ha voluto usare il muso per mettersi davanti il neozelandese (poi penalizzato per un taglio di curva che non è stato digerito da molti) pagando dazio però nell’ultimo giro.
La gara
Come i Truck, anche la NASCAR Xfinity Series è al primo stradale stagionale, solo che sarà il primo di sei (comunque una riduzione dagli otto dell’anno scorso). L’occasione era attesa da tutti perché è il primo vero duello fra AJ Allmendinger e Shane van Gisbergen, i due re degli stradali e anche compagni di squadra (anche se il neozelandese è in prestito da Trackhouse) che, dunque, sulla carta partono alla pari con AJ che però può sfruttare l’esperienza. Contro di loro, tuttavia, due big come Larson e Gibbs scesi a fare esperienza su questa pista.
Le qualifiche si rivelano molto equilibrate ed è proprio Larson a conquistare, con più margine delle ipotesi, la pole position davanti a van Gisbergen, Gibbs, Chandler Smith, Allmendinger, Karam (sulla vettura del Sam Hunt Racing), Creed, Custer, Hemric (che sostituisce per il venerdì Josh Williams rimasto a casa dopo la nascita della figlia) e Mayer.
Due i DNQ, Kaz Grala (sfortunato per gli owner point su una derelitta #28 del RSS Racing al punto che da Richmond verrà rilevata da un nuovo team con DiBenedetto al volante) e Pardus che a causa della rottura del semiasse uscendo dai box non può replicare il decimo posto delle libere che gli sarebbe valso ampiamente la qualifica. Questi risultati salvano Hailie Deegan, ad un passo dalla mancata qualificazione.
La griglia di partenza, tuttavia, viene rivoluzionata: oltre ovviamente a Williams per cambio pilota, finiscono in fondo al gruppo per modifiche in parco chiuso (soprattutto problemi meccanici) Larson, Creed, Gibbs, Nemechek (problema alla batteria con detriti sparsi in pista nelle libere), Deegan (freni), Alfredo (foratura al venerdì) e Kvyat che torna in NASCAR. Honeyman ha fallito più volte i controlli tecnici e al via dovrà scontare un drive through; Leland commetterà speeding e quindi i DT diventano due.
Dunque van Gisbergen al via sarà l’auto in controllo della procedura, ma al suo fianco ci sarà un fortunato Allmendinger – pure all’interno – perché davanti a lui devono farsi da parte sia Larson che Gibbs.
Bandiera verde e SVG riesce a difendere la prima posizione perché Allmendinger scatta malissimo al punto che per qualche metro un buon Chandler Smith lo scavalcherà. La fase buona dell’ultimo superstite al via del Joe Gibbs Racing dura l’arco di due settori della pista, poi nel budello finale Hill tampona Sammy Smith che manda in testacoda l’omonimo che scivola in fondo alla top20. La prima penalità del giorno per taglio delle Esses è a carico di Ty Dillon, qui sulla seconda vettura del JD Motorsports che farà poca strada. Sosta invece per Kvyat per un tire rub.
Questo parapiglia iniziale manda in fuga la coppia SVG-AJ (per brevità) dato che dopo appena due giri ha già 4.4″ su Karam, 4.9″ su Sammy Smith e oltre 5″ su Custer mentre Hill è finito dietro ad Allgaier, Kligerman e Mayer. Gibbs è quello che sta rimontando meglio ed è già in top15 mentre Larson è qualche posizione più dietro. Nemechek invece non recupera perché si prende una penalità per taglio.
Mentre Allgaier pare un po’ in difficoltà, fra i più scatenati della prima fase è Kligerman che, dopo aver superato Justin si lancia all’inseguimento dei piloti che ha davanti, prima Custer, poi Sammy Smith ed infine Karam. La sfortuna non ha limiti, invece, per Creed e un problema all’alternatore lo costringe ad una lunga sosta nel garage; chiuderà 32° a tre giri.
Mentre Clements si prende la prima delle tre penalità giornaliere, la stage scorre via tranquilla e dopo otto giri (dunque a -6 nella prima stage) van Gisbergen ha Allmendinger a mezzo secondo, ma Kligerman è a 9.4″, Karam a 10.4″, Sammy Smith a 11.0″, Hill a 12.5″, un Custer un po’ in difficoltà a 13.2″, Gibbs a 14.1″, Mayer a 15.8″ e Allgaier a 16.3″ dopo che Sam ha passato il compagno di squadra danneggiando il muso; Larson solo 15° a 19.4″ dietro a Retzlaff, Herbst, Love e Chandler Smith.
Iniziano presto le strategie e Gibbs anticipa il pit stop, forse aveva usato troppo le gomme nell’inseguimento ai leader. E invece anche lui era caduto nella tagliola delle Esses.
Al decimo giro l’esperienza di Allmendinger viene fuori e, dopo essersi avvicinato a SVG, lo infila in uscita delle Esses chiudendo la manovra al tornantino. Le vere strategie arrivano solo ai -3 con le soste di Mayer, Allgaier, Custer, Larson, C.Smith, Love, Burton, Gibbs e B.Jones. Un altro big pizzicato a tagliare il primo settore è Austin Hill mentre Austin Green, il nuovo esponente della dinastia della Busch Series, al debutto si prende uno speeding.
Ai -2, ultima chance per pittare, entrano ai box Allmendinger e van Gisbergen i quali chiudono la pit lane. Le soste in casa Kaulig non sono eccezionali, quella di AJ è lenta, quella di SVG vede Shane stallare ripartendo e perdere 5-6″.
Kligerman intanto tira dritto e va a prendersi la prima stage davanti a Sammy Smith (+3.3″), Karam (in calando, +3.7″), Retzlaff (+14.6″), Herbst (+18.5″), Hill (+21.6″), Labbé (+28.1″), Allmendinger (+35.5″), Bilicki (+36.1″) e van Gisbergen (+44.4″); penalità per taglio per Allgaier (polemico come Hill con la direzione gara) e Jones mentre Mayer ha un tire rub in un finale non ideale per il JRM. Creed è il lucky dog e recupera uno dei sei giri persi nel garage.
Nel break si chiude il giro di soste e quindi Allmendinger torna al comando davanti a van Gisbergen, tuttavia Larson si è issato al terzo posto. Sammy Smith passa ai box Kligerman e riparte dal fondo della top20. Alla ripartenza AJ rimane al comando, SVG invece viene mandato largo nell’imbuto di curva1 perché provano l’attacco Larson, Gibbs, Love e persino Mayer. Van Gisbergen si salva al quinto posto che poi diventa quarto rimettendosi dietro Jesse che ci aveva provato su Ty. E così i quattro big (Allmendinger, Larson, Gibbs e van Gisbergen) sono nelle prime quattro posizioni.
AJ ne approfitta per allungare leggermente mentre l’onboard di Custer permette di vedere in diretta il taglio, e conseguente penalità, di Mayer. Il duello fra Larson e Gibbs manda in fuga la #16, ma alla fine Kyle prevale lasciando Ty in vista di SVG.
Si ritorna subito però da Custer che finisce in testacoda: l’attacco su Love all’esterno della ultima curva per la top5 ha favorito l’accelerazione di Chandler Smith che passa, poi però in curva1 c’è il dive bomb di Sammy Smith che non va a buon fine e tocca la #00 che nella piroetta toglie il paraurti alla #2 di Love.
Ai -9 nella seconda stage Gibbs cede all’improvviso e van Gisbergen lo infila dopo un doppio incrocio con tanto di cambio di corsia in frenata per SVG che mette in pratica quella che sta diventando la sua mossa tradizionale. Ai -8, dunque, Allmendinger ha 2.8″ su Larson, 4.7″ su SVG, 5.0″ su Gibbs mentre Chandler Smith quinto è addirittura a 11″.
In coda altre difficoltà: arriva la penalità anche per Williams mentre Bilicki rimane senza servosterzo. Il pilota del Kaulig Racing nello scontare l’infrazione commette speeding, poi torna ai box e la sosta diventa eterna. Il viaggio nel garage diventa ritiro per surriscaldamento.
Il gruppo di testa ai -6 inizia a ricompattarsi, infatti Allmendinger accusa un po’ di sottosterzo e ai -4 inizia un triello che diventa 3-wide nel budello finale. Van Gisbergen all’interno tocca Larson che sbanda e di traverso si appoggia leggermente sulla #16, ma tutti e tre proseguono come se nulla fosse successo. AJ riallunga mentre il duello alle sue spalle prosegue, SVG passa nelle ultime curve, Larson affonda la frenata in curva1, tuttavia Shane si porta al secondo posto dall’esterno all’ingresso delle Esses.
È tempo di strategie e ai -3 ai box vanno Hill, Sammy Smith, Kligerman, Love, Karam, Allgaier, Retzlaff, Burton, Nemechek e Mayer, ai -2 è la volta della top4 (sosta lenta per SVG che viene ripassato da Larson) che pensa ovviamente alla bandiera a scacchi. Riesce ad approfittarne al pelo anche Chandler Smith prima che la pit lane venga chiusa. Sembra che la stage si chiuda con gli speeding di Love, Nemechek (fin qui gara inesistente per lui) e Perkins e il taglio di Retzlaff, poi però c’è un epilogo clamoroso.
Brandon Jones ha ereditato il primo posto e all’ultimo giro ha 3.7″ su Herbst e 10.9″ su Custer. Tutto tranquillo dunque, basta gestire il vantaggio. La #9 però forza ancora e infatti vince la seconda stage con 4.9″ su Herbst, 10.2″ su Custer, 14.3″ su Allmendinger, 15.3″ su Larson, 16.4″ su SVG, 16.7″ su Labbé, 18.0″ su Ryan Sieg, 19.2″ su Bilicki e 22.6″ su Gibbs. Dunque, il colpo di scena.
Plot twist intuibile però: Brandon Jones penalizzato per il taglio delle Esses. Quindi il pilota del JRM perde la vittoria di stage a vantaggio di Custer. Anzi no, forse c’è un cavillo perché la comunicazione della penalità a bandiera a scacchi biancoverdi già sventolata. Contro-contrordine: penalità applicata come da regolamento e quindi Brandon Jones perde 10 punti e un playoff point in una maniera incredibile se non imbarazzante visto che non c’era alcun motivo per tirare. Creed in un sol colpo recupera due giri, uno perché era davanti alla #9 sul traguardo e l’altro col lucky dog e quindi è a -3.
Si completano le soste e Allmendinger torna al comando su Larson, van Gisbergen, Gibbs, C.Smith, Hill, S.Smith, Kligerman, Allgaier, Karam e Mayer. La caution viene prolungata perché Nemechek sta perdendo olio in pista. Sembra gara finita per lui, ma ai box riusciranno a sistemare il motore. Custer esce davanti a tutti dai box e riparte 19°, Kvyat finisce nella ghiaia sotto caution mentre il servosterzo di Ed Jones finisce ko; Ty Dillon si ritira con la sospensione danneggiata.
Si riparte con 12 giri alla conclusione e le prime due file scattano al meglio, questo favorisce van Gisbergen perché il gruppo è più organizzato e non ci sono dive bomb, perdendo la posizione solo da Larson con Gibbs che aveva messo il muso toccando i due. SVG, poi, si riprende la seconda posizione in fondo al rettilineo più lungo. Ai -11, quindi, Allmendinger precede Shane, Larson ed un Gibbs pressato da Hill. In coda Ryan Sieg viene mandato in testacoda mentre è bella la battaglia fra Kligerman, C.Smith e S.Smith che alla fine promuove Sammy davanti a Chandler e Parker.
I giri seguenti sono una replica della prima stage con la coppia Kaulig che allunga decisamente lasciando sul posto il trio Larson-Gibbs-Hill. Più dietro invece altre battaglie e altri contatti. Gli Smith vivono un momento poco edificante: reduci anche dal contatto a inizio gara, Sammy arriva lungo in frenata e tocca Chandler che alla curva successiva tampona Sammy. Per Sammy, che via radio si voleva scusare perché i freni stavano perdendo efficacia non aveva avuto tempo di dirlo, c’è semiasse ko e ritiro, per Chandler enorme tire rub e sosta. Burton invece penalità per il solito taglio.
Ai -9 due momenti chiave: mentre un Gibbs che sembrava in difficoltà a sorpresa supera Larson in fondo al rettilineo più lungo, davanti SVG si sta avvicinando ad AJ che ora invece non ha grip al posteriore e forse ha anche spiattellato una gomma. Ai -8, al secondo tentativo, alla curva che porta al kilometro lanciato, il neozelandese passa al comando. Allmendinger prova la reazione nelle curve successive ma deve arrendersi.
Mentre la giornata non positiva del JRM prosegue con un bisticcio via radio fra Mayer ed Allgaier (con Sam che ha passato Justin) con il team che chiede calma per portare le auto al traguardo, van Gisbergen si invola verso una possibile vittoria alla prima vera occasione utile in Xfinity Series.
Il testacoda di Alfredo per fortuna non porta bandiere gialle, nemmeno quello di Gallagher, la tamponata gratuita di un Bilicki – stufo della situazione attorno a lui – su Ed Jones (che si ferma perdendo fluidi in via di fuga) invece sì. Siamo ai -4 e SVG aveva 2.2″ su Allmendinger, 4.5″ su Gibbs, 6.9″ su Hill, 8.1″ su Larson che aveva spiattellato una gomma e 8.7″ su Kligerman.
Si va dunque in overtime ed i team hanno ancora un set di gomme ai box, tuttavia la track position vale molto e dunque quasi tutti i leader tirano dritto. Chi non ha nulla da perdere è invece Larson che si ferma con Retzlaff, Herbst, Bilicki, Alfredo, Perkins e Ryan Sieg. Larson dunque riparte dal 24° posto, molto indietro e la sua scommessa sembra più quella su un secondo overtime.
Van Gisbergen ha paura della ripartenza ed ha ragione, ma il fatto che al choose cone Allmendinger scelga pure lui l’interno lo tranquillizza un po’ ed il blocco di SVG sarà perfetto. All’esterno ci sono invece Gibbs e Kligerman. Alla bandiera verde dei -2 arriva invece il pronosticato dive bomb di Hill che fa saltare AJ e così Austin passa al secondo posto dietro a Shane. Dietro di loro il gruppo si deve ricompattare, ma non ci riesce. Kligerman taglia un’intera curva e clamorosamente non viene penalizzato mentre per gli altri era stato usato il microscopio per comminare drive through.
L’incidente arriva al tornantino: nel mucchio finiscono Herbst, Honeyman, Ellis, Kvyat ed Honeyman con Riley unico big costretto al ritiro.
Si va dunque al secondo OT con una situazione molto confusa: van Gisbergen è al comando su Hill, Kligerman e Mayer, Allmendinger invece va ai box perché ha ricevuto, oltre ad una penalità per taglio delle Esses, uno scambio di fiancate con Gibbs (pure lui ai box come Allgaier) arrabbiato per quanto successo all’esterno di curva1. Avanzano dunque Karam, Love, Nemechek, Custer, Green e soprattutto Larson che alla ripartenza, in cui più di qualcuno teme di rimanere a secco sul traguardo, è balzato da 24° a decimo. La questione Kligerman si risolve con un fumoso scambio di posizioni con Mayer.
Nuova ripartenza e nuovi timori per SVG e anche questa volta ben riposta perché dietro di lui ha Hill mentre Mayer è andato esterno con Kligerman. Green e Hill spinge la #97 lunga di traiettoria; Austin dice che Shane ha frenato presto ma non ci crede nessuno. Le interviste post gara con un lamentoso Hill non aiuteranno sicuramente la sua reputazione di pilota insofferente alle ruvidezze altrui anche se in risposta ad azioni aggressive di Austin.
Hill passa dunque al comando, segue Karam e van Gisbergen riesce a salvare il terzo posto, però Shane deve passare in fretta Sage se vuole riprendere il leader. Il neozelandese ci riesce con il brivido (il rischio taglio pare bello grande) nelle Esses. Il problema per lui però è che Larson è uscito indenne dalla confusione portandosi dietro un JHN inconcludente fino a quel momento. Alla bandiera bianca Hill ha SVG incollato e Larson a 1.6″.
Van Gisbergen non riesce a passare né in curva1, né nelle Esses, né in curva7, né in curva11 e probabilmente ha già perso la gara, infatti Larson ha colmato il ritardo e quindi siamo ad un triello per la vittoria. Shane, visto quanto successo alla ripartenza, si sente autorizzato ad usare il muso con Hill e lo fa nella curva più lenta della pista. La manovra ha successo sul lungo periodo, ma sul breve la conseguenza è che Larson infili entrambi e vada a prendersi una insperata vittoria.
Larson vince quindi ad Austin davanti a van Gisbergen, Hill, Nemechek (clamorosa la sua rimonta dopo i problemi iniziali), Custer, Kligerman, Love, Green (ottima top10 al debutto), Chandler Smith e Mayer; Allmendinger è 11°, Allgaier 14°, Jones 17°, Karam 18° dopo un diverbio in pista (e poi fuori) con Kligerman, Gibbs 26°.
Per SVG la beffa è completa dopo il traguardo: all’ultimo giro infatti ha (o almeno pare, immagini non ce ne sono) tagliato le Esses e quindi arriva un drive through che da regolamento viene commutato in 30″ di penalità che lo fanno precipitare al 27° posto. Una possibile vittoria che avrebbe svoltato in anticipo la stagione invece diventa una corsa in cui sono stati persi punti dal taglio del 12° posto dato che è finito sotto la linea rossa dopo il motore finito ko a Las Vegas.
Dopo la gara dei Truck, la corsa della Xfinity Series dunque fa discutere ancora di più per le penalità dei tagli delle Esses, con un regolamento che pare fin troppo severo per la mancanza di ostacoli fisici che impediscano di salire sui bassi cordoli da F1. Almeno van Gisbergen non aveva tagliato il traguardo per primo, altrimenti la rivolta popolare sarebbe stata totale, ben più di quanto successo lo stesso alla luce delle 20 penalità comminate nei Truck e 17 nella Xfinity. Alla Cup Series l’arduo compito di condurre in porto il weekend senza ulteriori discussioni.
I risultati odierni
La classifica della “Focused Health 250”
La classifica generale
Così in campionato dopo 5 gare su 33 della NASCAR Xfinity Series 2024
I prossimi appuntamenti
Stasera alle 20:30 (diretta su Mola con il commento di Daniele La Spina e Gualtiero Lasala) ci sarà ad Austin la gara della Cup Series; a partire dalla pole position sarà Tyler Reddick. La Xfinity Series tornerà in pista sabato prossimo a Richmond.
Immagine: Media NASCAR
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