Incidenti, discussioni, vento, pioggia e persino la neve nel deserto: questa in estrema sintesi la gara della Xfinity Series a Las Vegas che Ty Gibbs ha conquistato di rapina all’ultima ripartenza beffando Gragson, Allgaier e tutto il JR Motorsports
Il talento di Ty Gibbs è davvero grande, il problema per lui sarà tenerlo a bada in questi mesi di apprendistato. Il pilota del Joe Gibbs Racing ha sì vinto ancora una volta, ma l’incidente al quarto giro con Sieg è stato un peccato di esuberanza. Il fatto che poi nei 196 giri successivi sia successo anche di peggio non lo esenta da un piccolo esame di coscienza che dovrà avvenire fra i piloti e nella Nascar stessa. L’azione deliberata di Sieg ed i continui problemi causati da Graf ed Iwuji sono un campanello d’allarme da tenere d’occhio che deve andare oltre le ovvie implicazioni (che ci sono da sempre) dei piloti immagine o dei pay driver.
La gara
Si potrebbe quasi dire che il weekend della Xfinity Series a Las Vegas sia iniziato invece già sabato scorso a Fontana, infatti per limitare i costi la Nascar ha imposto ai team di disputare la gara in California e questa in Nevada con la stessa vettura. Poco prevedibile però era il fatto che la gara fosse selettiva, al punto che ben 13 piloti sanno già a metà settimana di dover partire dal fondo per l’utilizzo di un muletto o di altri problemi.
Il format condensato del weekend si ripete anche a Las Vegas, ma la maledizione che lega questa pista e la Xfinity Series rischia di colpire ancora: dopo la pioggia del 2019 e del 2020 e poi l’algoritmo del 2021, anche le qualifiche del 2022 rischiano di saltare per una nuvola che portata dal fortissimo vento e scarica sulla pista dopo la Truck Series qualche goccia di pioggia. Per fortuna l’asfalto nemmeno si bagna e quindi possono iniziare libere e qualifiche.
Nei 20′ di libere, in cui il pilota di casa Noah Gragson è il più veloce, l’unico problema di rilievo è la foratura e salvataggio in curva1 di Jeb Burton; quello che sembra essere un problema isolato, sarà invece un guaio meccanico ricorrente (evidentemente una parte della sospensione sfrega sulla gomma) per tutto il weekend e che rallenterà il pilota dell’Our Motorsports.
Nelle qualifiche si presentano 41 piloti per 38 posti, dunque ci saranno ben tre DNQ. Iwuji inizia il suo weekend disastroso con un mezzo testacoda in curva4, ma viene salvato dagli owner point, Williams accusa un problema meccanico e non scende in pista, Jeb Burton riporta un’altra foratura e salva di nuovo l’auto, poi per fortuna si svolge tutto regolarmente. AJ Allmendinger con la pole prosegue il cappotto in qualifica del Kaulig Racing nel 2022; i non qualificati sono Starr, Mullis e Williams.
Il sabato è ancora freddo (circa 10 °C) e ventoso (raffiche anche a 50 km/h), ma i brividi li provano in molti, dato che la lista dei piloti penalizzati raggiunge quota 16: Creed, Vurrey, Cassill (anche se la Fox dice che la vettura incendiata è stata riparata), Jones, Austin Hill, Grala, Buford, Yeley, Brown e Parsons devono ricorrere al muletto, Mills ed Ellis cambiano motore, Vargas la trasmissione, poi agli “incidentati” di Fontana si aggiungono Burton e Massey per modifiche in parco chiuso ed in extremis pure Gibbs per un problema meccanico. Iwuji in teoria, dunque, anziché scattare 37° sarebbe 19°, ma per fortuna Jesse si fa da parte per non creare guai.
Malgrado tutto questo, le prime due file dello schieramento sono invariate e dunque Allmendinger, Berry, Herbst e Gragson partono davanti a tutti; le posizioni rimangono invariate anche dopo l’attacco di Josh all’esterno. La gara tranquilla dura appena quattro giri, poi si accendono le micce.
Il curva4 la pancia del gruppo è disordinata e Sieg ha un attimo di indecisione, dietro di lui Gibbs non alza il piede (all’apparenza, lui dice che lo fa) e toglie l’aria dallo spoiler della vettura di Ryan; la toccatina è il colpo di grazia e Sieg finisce a muro. La Nascar incredibilmente non chiama la caution e per fortuna di Ryan in quel momento Poole rompe il motore e quindi la caution arriva davvero.
Sieg va ai box col retrotreno penzolante e l’umore non è dei migliori, infatti via radio dice: “È un bastardo. Suo nonno è il proprietario del team, quindi si comporta come se non ci fossero regole.” All’uscita dai box, staccato di un giro, Ryan cerca subito di farsi vedere da Gibbs che tenta di sminuire il tutto nel colloquio con il suo team. Ma la questione non è finita qua.
Dopo una lunga pulizia della pista, si riparte ai -33 nella prima stage ed Hemric spinge bene il compagno di squadra Allmendinger davanti a tutti, ma Daniel non riesce a seguirlo e quindi lo precedono sia Berry che Gragson. La tregua dura poco, infatti arriva una caution per detriti ed è ovviamente il paraurti di Sieg che non ha retto alla velocità, dunque Ryan avendo causato la bandiera gialla non può essere il lucky dog.
Mentre in pochi (Vargas con una foratura e Gase) vanno ai box, il vento soffia ancora forte e le nuvole tornano sulla pista. Inizia a cadere anche qualche goccia di pioggia e quindi la ripartenza viene rimandata. La pioggia aumenta di intensità soprattutto in curva1 e dunque la Nascar è costretta ad esporre la bandiera rossa, ma la sorpresa è un’altra: il vento è talmente freddo che la pioggia è gelata e per qualche secondo diventa pure nevischio.
Dopo la sorpresa incredibile per vedere la neve (più o meno) nel deserto di Las Vegas, la precipitazione va via veloce così come è arrivata e quindi, dopo aver asciugato la pista ed una bandiera rossa di quasi 42′, la gara può riprendere.
Nel frattempo Sieg e Gibbs hanno avuto modo di parlarsi, ma la situazione non è risolta. Ryan dice che Ty non è stato molto intelligente dato che ha la vettura migliore del gruppo, Gibbs che risponde che se Sieg vuole proseguire nella vendetta è libero di farlo, ma l’incidente non è stato volontario (ma non capisce che il problema è stata la sua eccessiva aggressività al giro 4 di 200), Ryan che chiude dicendo che sì, la storia non finisce qui.
Dopo la riaccensione dei motori si riparte subito (Cassill penalizzato per pressioni delle gomme cambiate sotto la bandiera rossa) con 23 giri da disputare. La coppia Kaulig ripete quanto fatto in precedenza, tuttavia in questo caso Hemric perde molto di più e scivola al sesto posto dietro ad Allmendinger, Berry, Gragson, Ryan Truex e Mayer.
La questione fra Sieg e Gibbs non è ancora risolta, tuttavia l’epilogo (almeno per questa gara) arriva presto. Il problema è come arriva. Sieg si prende una bandiera nera (che in Nascar indica solo l’obbligo di andare ai box e non la squalifica) perché il suo passo è troppo lento a causa dei danni riportati. Il problema è che prima di fare questo viene raggiunto dal gruppo che lo sta ridoppiando. E ovviamente nel mezzo c’è Gibbs.
Quando Ty si avvicina per doppiarlo all’esterno di curva4, Sieg lo vede (bisogna chiarire quanto complice sia lo spotter) e allarga la traiettoria con l’obiettivo di stringere la #54 contro il muro. Però il piano malefico si trasforma in tragedia ben presto: Sieg perde il controllo per la mancanza di carico aerodinamico, Gibbs ne esce praticamente indenne mentre per evitare Ryan finiscono con la vettura danneggiata gli innocenti Moffitt e Creed.
Il gesto di Sieg è decisamente censurabile, non per la vendetta in sé bensì per il modo con cui è stata attuata, sia da doppiato contro una vettura “in gara” (la modalità Kenseth nei confronti di Logano a Martinsville 2015 e che valse a Matt due gare di squalifica), sia per il fallimento dell’operazione con coinvolgimento di altre due vetture. Sieg dopo la gara (chiusa tecnicamente per incidente) viene convocato dai commissari, ma al momento non si sa se ci saranno penalità.
Nuova ripartenza con 13 giri da disputare, stavolta Allmendinger non può sfruttare la spinta di Hemric e dunque il trio JRM composto da Berry, Mayer e Gragson dietro di lui gli rompe le uova nel paniere. Noah tenta il tandem con Josh, ma è Sam a passare al comando. A seguirlo, dopo un 3-wide, è proprio Gragson che, sfruttando la vettura migliore, sorpassa Mayer al secondo tentativo ai -6. Dietro di loro c’è battaglia con posizioni che non rimangono fisse per tutti i giri successivi.
Gragson vince quindi una prima stage molto movimentata davanti a Mayer, Berry, Gibbs, Truex, Allmendinger (affondato subito), Austin Hill, Jones, Hemric e Nemechek che guida la vettura del Sam Hunt Racing; fuori dalla top10 Cassill, Creed, Clements ed Allgaier; Iwuji è il lucky dog dopo che ha girato quasi costantemente almeno mezzo secondo al giro più lento del penultimo.
Il primo vero giro di soste non è tranquillo: McLaughlin pitta di traverso, una ruota di Alfredo ed una di Gase finiscono nell’erba, Mills si prende una penalità, Mayer esce davanti dai box, ma Creed è al comando perché si era fermato in occasione dell’incidente con Sieg. Dopo un altro breve e leggero scroscio di pioggia in cui si gira dietro la pace car, la corsa può ripartire con 36 giri da completare nella seconda stage.
Creed sceglie l’esterno, ma dura poco (prevedibilmente) davanti; il problema per lui è però il compagno di squadra Hill che dall’interno va subito 3-wide (lo farà per tutta la corsa) ed infilandosi di forza all’interno di Berry manda la #8 proprio contro Sheldon che deve allargarsi. Davanti Mayer prende il comando su Gragson e proprio Hill, seguono poi Gibbs e Berry che teme di avere una ruota mal fissata; in coda Brown accusa il primo di una lunga serie di tire rub. Problemi anche per Snider che va ai box e perde due giri.
Poco dopo in suo aiuto arriva Iwuji che da ultimissimo finisce ancora una volta in testacoda da solo e così Snider recupera uno dei due giri. In pochi vanno ai box e quindi si riparte a posizioni invariate ai -20. Gibbs alla green spinge bene Gragson mentre Hill molla subito Mayer per il consueto 3-wide quasi sull’apron e così Noah torna al comando seguito da Mayer, Gibbs ed Hill; Brown accusa un altro tire rub.
Passano pochissimi giri e Weatherman finisce a muro per un’altra caution; mentre Kyle accusa Graf (che sta attorno alla 25esima posizione sulla stessa vettura, proprio per regolamento, con cui Custer ha vinto sette giorni fa a Fontana) di averlo tamponato, in appena otto giri Snider recupera anche il secondo giro perso.
L’ennesima ripartenza è quella dei -12 e gli abbinamenti nelle prime due file dopo il choose cone sono gli stessi di prima. Hill stavolta non va 3-wide ma solo perché vede un gruppo arrembante e praticamente già 4-wide dietro di lui; l’esterno ne approfitta e quindi Gibbs ora passa secondo. Dal 4-wide citato ne esce vincitore, dopo una incredibile manovra all’esterno Nemechek.
Mentre Currey va ai box con una ruota mal fissata, avviene l’ennesimo incidente. Dal replay la dinamica sembra chiara: Massey finisce a muro in curva2, Graf per evitarlo sterza a sinistra e centra l’incolpevole Mills che finisce violentemente a muro. Tutto semplice? Per nulla, infatti nelle interviste Mills accusa Graf, dicendo che prima ha mandato a muro Massey, poi senza mai frenare lo ha coinvolto nella carambola. E quindi la giornata (ma si potrebbe dire anche la carriera) controversa di Graf continua e si aggiunge un’altra serie di episodi.
L’incidente è talmente violento che, seppur manchino ben cinque giri al traguardo intermedio, la Nascar capisce subito che non si sarà in grado di ripartire e dunque Gragson vince sotto caution anche la seconda stage davanti a Gibbs, Mayer, Hill, Hemric, Jones, Berry, Nemechek, Truex ed Allgaier; fuori dalla top10 Cassill, Herbst, Creed, un Allmendinger in crisi e, nonostante i tire rub, pure Brown.
Dopo due stage decisamente animate, per fortuna i giri seguenti saranno decisamente più tranquilli. Brown, dopo i problemi precedenti, decide di non fermarsi ai box e riparte davanti a Mayer, Hill, Gragson (pit crew #9 non esaltante), Berry, Gibbs, Hemric, Jones, Allgaier e Nemechek.
La green sventola ai -106 e Brown scatta anche bene dall’interno con gomme usurate, il problema è il treno che gli sfreccia a fianco in curva1 e dunque Mayer passa in testa malgrado la paura di una ruota mal fissata. La sosta tuttavia ha rimescolato tantissimo i valori in campo e questo prende tanti alla sprovvista: mentre Gragson non scatta bene ed è solo ottavo e Brown fora ancora una volta, davanti Hill prende la scia di Mayer ed ora è lui primo.
A seguirli a sorpresa, dato che fino a quel momento era stato ai margini (se non fuori) della top10 è Allgaier seguito da Nemechek e Berry; Gragson, Gibbs ed Hemric invece cercano la rimonta. Con questa situazione si effettua il giro di boa.
Le sorprese non sono finite qua: mentre Noah scavalca JHN, Gibbs soffre nel sandwich fra Hemric e Berry e deve alzare il piede, poi Allgaier si porta al secondo posto su Mayer dopo due tentativi di sorpasso; in coda Brown accusa l’ennesimo tire rub ed i giri persi aumentano.
La sorpresa Allgaier non si ferma qui, evidentemente ai box hanno trovato l’aggiustamento di assetto perfetto e ai -90 Justin è incredibilmente (per quanto visto finora) al comando. Non è finita qui perché, approfittando di un calo di Hill, la #7 va in fuga con il gruppo alle sue spalle che si ricompatta. Mentre Cassill lotta con un Jones in sofferenza e Truex ma fuori dalla top10, Hemric sembra quello più in forma nella top5 e va a riprendere Gragson.
Daniel, tuttavia, al momento dell’attacco decisivo perde quei 2-3″ da Noah, con annessa posizione da Gibbs che gli preclude un piazzamento migliore. Il giro di soste è ancora lontano almeno 20 giri, dunque l’unico problema davanti per Allgaier è il primo vero turno di doppiaggi nonché il primo long run della gara.
Ai -80 Allgaier ha così 2.7″ su Mayer e Gragson (con il sorpasso di Noah che arriverà a breve), 3.7″ su Hill, 3.9″ su Gibbs, 4.2″ su Hemric, 5.8″ su Berry e Nemechek, 6.3″ su Creed e 7.6″ su Allmendinger, seguono Cassill, Truex, Jones, Herbst, Moffitt e la sorpresa Ellis.
A Las Vegas, dopo pioggia e neve, esce finalmente il sole ed illumina la fuga di Allgaier che, approfittando del sorpassi di Gragson su Mayer (poco dopo scavalcato anche da Gibbs) allunga a 3.5″ il suo margine. Noah dietro di lui inizia a forzare il ritmo per recuperare terreno e riesce nel compito (ai -70 il ritardo è di nuovo 2.8″), favorito anche da un detrito che copre la griglia della #7 e a salvare Allgaier da un drammatico surriscaldamento ci pensa l’alleanza al volo con il doppiato Labbé.
Il giro di soste è sempre più vicino, per poco non lo aprono i compagni di squadra Alfredo e Burton (con Alfredo che scivola e appoggia Jeb al muro) con una caution. A sorpresa ad aprirlo ai -63 è proprio Gragson, infatti Noah nella rimonta ha quasi messo sulle corde la anteriore destra (la gomma più sollecitata) e deve tornare ai box; il problema per lui è che quando esce dai box è due giri a corto con la benzina e quindi deve subito andare in fuel saving non potendo sfruttare al meglio le gomme fresche.
Il giro di soste è molto lungo, anche perché all’inizio nessuno segue Noah ai box; dopo le soste con penalità (rispettivamente speeding e ruota fuori controllo) di Creed e Jeb Burton, il traverso di Mayer in ingresso di pit lane con sosta abortita dopo una toccata involontaria di Grala, Allgaier va ai box addirittura ai -55 e l’ultimo a farlo del gruppo di testa è Jones ai -53, ben dieci giri dopo Gragson.
Al termine dei pit stop, a 50 giri dalla fine Gragson è sì passato al comando, ma il vantaggio di soli 0.8″ su Allgaier è decisamente insufficiente; ben più ampio quello di 4.6″ su Gibbs (con Ty che ha perso un’eternità da Justin in ingresso box), 6″ su Hemric, 10.7″ su Allmendinger (gran recupero d’esperienza), 11.7″ su Truex, 15.1″ su Hill, 16.9″ su Jones, 17″ su Cassill, 18.2″ su Mayer (lo sconfitto del giro di soste); sole 14 le auto a pieni giri con Creed primo dei doppiati dopo la penalità.
Il sorpasso scontato di Allgaier su Gragson, seppur al secondo tentativo, arriva ai -46 e da quel momento Justin inizia a gestire la corsa, al punto che via radio gli danno solo il vantaggio su Gibbs e nemmeno quello su Noah che è in fuel saving.
La gara prosegue tranquilla e l’illusione che si possa andare così fino in fondo c’è. Ai -30 Allgaier precede Gragson (+4.2″), Gibbs (+6.3″), Hemric (+10.8″), Truex (+14.9″), Allmendinger (+16.3″, difficoltà col retrotreno), Hill (+20.8″), Jones (+21.1″), Cassill (+21.4″), Mayer (+21.7″), Berry (+25.9″), Herbst (+26.3″) e Nemechek (+28.6″) con Moffitt ora doppiato. Poi l’incidente che riaccende le micce.
Iwuji, lento e con altri problemi dato che ora è staccato di addirittura 16 giri, incappa nel terzo testacoda del weekend nello stesso punto, solo che stavolta è nel gruppo e la coppia composta da Vargas (arrabbiatissimo) e Parsons (che corre con una livrea dedicata all’Ucraina) non possono evitarlo; nella confusione Cassill deve tagliare ai box per evitare danni mentre Grala centra i detriti.
Dopo la lunga pulizia ed il lucky dog di Moffitt si può aprire la pit lane ed Allgaier esce ancora al comando davanti a Gibbs, Gragson, Allmendinger ed Hemric; Clements prende la wave around, Creed decide invece di essere paziente ed avrà ragione. Mentre Graf ha un detrito enorme sulla griglia, si riparte ai -20 con Gragson che aiuterà Allgaier alla ripartenza.
E invece né Noah, né AJ spingono la prima fila che deve arrangiarsi da sola, tuttavia presto Gragson va 3-wide e dall’esterno torna prepotentemente al comando; dietro di lui a “sostituirlo nel 3-wide” ci pensa Hemric. Al giro successivo però un altro incidente: in curva1 Mayer chiude leggermente, Jones invece scivola largo (un po’ come successo a Fontana) e tocca Sam mandandolo a muro; Creed ringrazia ed è il lucky dog.
Ala moviola Gragson è dato in testa su Hemric, Allgaier, Gibbs ed Hill (Allmendinger è precipitato addirittura in 12esima posizione) e così si riparte ai -12: Justin spinge forte Noah al punto che il tandem quasi deraglia permettendo ad Hemric, fin quando la #11 va loose, di lottare per la testa della gara. Ma la corsa non vuole proprio finire: in curva4 Truex perde la vettura all’improvviso e travolge Hill che finisce violentemente a muro coinvolgendo anche Herbst che viene toccato da dietro ad incidente già lontano.
L’ultima ripartenza i -5 vede Gragson esterno con Hemric mentre Gibbs, ora secondo, è con Allgaier. Lo scatto di Ty è talmente perfetto che in molti pensano che sia una falsa partenza, ma la Nascar fa correre e così Gibbs in curva1 è già al comando su Gragson ed allunga. La gara finisce qui, persino prima dell’incidente all’ultimo giro fra Currey e McLaughlin (Bayley stringe a muro CJ) che congela la classifica con qualche metro d’anticipo.
Ty Gibbs vince così la quinta gara in carriera riscattandosi dai problemi iniziali con Sieg anche se qualcosa nel suo approccio alla gara dovrà cambiare. Gragson nella gara di casa è ancora beffato ed è secondo davanti ad Hemric, Berry, Allgaier, Cassill, Creed, Moffitt (entrambe le vittime di Sieg nella top8), Allmendinger (impalpabile per tutta la corsa) e Jones; seguono Clements (buon recupero con gomme fresche), Nemechek, lo straordinario Ellis, Herbst e Labbé.
Dopo Fontana e Las Vegas la Xfinity Seris ha bisogno di un esame di coscienza: mentre i Truck sembrano fare i bravi quest’anno, ora è la categoria cadetta ea diventare indisciplinata ed un’altra gara con le caution in doppia cifra lo dimostra. Il talento è tanto, ma non è nulla senza il controllo.
I risultati odierni
La classifica della “Alsco Uniforms 300”
La classifica generale
Così in campionato dopo 3 delle 33 gare della Nascar Xfinity Series 2022
I prossimi appuntamenti
Stasera alle 21:30 (diretta su Mola TV e Nascar Trackpass) ci sarà la gara della Cup Series con Christopher Bell che partirà dalla pole position. La Xfinity Series tornerà sabato prossimo a Phoenix.
Immagine: media.nascar.com
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