NASCAR | Xfinity Series: Gibbs vince la gara più importante della sua carriera a Road America

NASCAR
Tempo di lettura: 9 minuti
di Francesco Gritti @franz_house_vg
3 Luglio 2022 - 15:15
Home  »  NASCAR

Il quarto successo stagionale di Ty Gibbs è di quelli prestigiosi perché ottenuto in maniera pulita (il giovane sta imparando dopo le polemiche di inizio anno) contro uno dei migliori piloti NASCAR come Kyle Larson, il tutto in un duello all’overtime. Polemiche notevoli per un incidente provocato da Gragson


Una vittoria è sempre una vittoria, ma alcune possono essere più importanti di altre. Ty Gibbs, 20 anni ancora da compiere, ha sconfitto dopo una gara tesa un partecipante insolito nella Xfinity Series: Kyle Larson, campione in carica NASCAR Cup Series. Oggi la carriera di Ty si è mossa in avanti di tantissimo, mostrando ai pochi ancora dubbiosi il prodigio che è questo ragazzo, nipote d’arte.

La gara

In qualifica la griglia di 41 vetture viene divisa in due gruppi, che hanno 15 minuti di tempo per siglare un tempo valido. I migliori cinque di ogni gruppo comporranno la top 10, decisa tramite un ulteriore sessione da 10 minuti.

Kyle Larson sigla il record della pista per la categoria, fermando le lancette del cronometro su 2’14.318″. Un ottimo risultato per diversi motivi. Hendrick Motorsports ritorna in Xfinity Series dopo diversi anni di assenza portando in pista la vettura #17, ispirata ai colori di Ricky Hendrick, figlio del proprietario del team Rick, morto in un incidente aereo prima di poter brillare tra le stelle delle stock car.

Kyle Larson è campione Cup Series in carica e non è, a differenza di altri, un frequentatore abituale delle classi minori. La sua ultima apparizione nella classe di mezzo, datata 2018, si è conclusa con una vittoria. Se si aggiunge anche il distacco da Ty Gibbs, secondo a 7 decimi sulla Toyota #54 di Joe Gibbs Racing, si può rimanere stupefatti dall’inizio della prova, ma manca ancora la parte più importante: la gara. Non si riescono a qualificarsi per alla sessione più attesa Yeley, Vargas (problema al motore per la #47 del team di Mike Harmon visto che sulla #6 in questa occasione c’è Ty Dillon) e Bean.

La gara comincia in modo abbastanza tranquillo, una formalità per un road course. L’unica fonte di pericolo è un errore alla curva Kink di Sammy Smith, debuttante classe 2004 sulla Toyota #18 di Joe Gibbs Racing, che si fa sfilare da diverse vetture. Dopo un giro è stabile il trio di testa: a Larson e Gibbs si aggiunge Custer, anche lui proveniente dalla Cup Series e in prestito a SS Green Light Racing dove pilota la vettura #07.

Alla metà dei 10 giri previsti nel primo stage Gibbs comincia a farsi minaccioso su Larson. Il californiano respinge gli attacchi, portandolo all’errore e al sorpasso da parte del collega sulla #07 dietro di lui. Tempo un giro e Ty è di nuovo davanti a Cole, pronto a prendere la vetta della corsa.

Cominciano anche gli incidenti: al giro 5 Cassill sbaglia l’ingresso in curva 12, colpendo Dillon e portandolo largo. Landon, pilota della vettura #10 del Kaulig Racing alle prese probabilmente anche con i guai finanziari del suo sponsor Voyager (criptovaluta protagonista in negativo in questa fase di crash), si gira, dovendo ricominciare la rimonta dopo una qualifica non esaltante.

Il primo stage termina in anticipo. Al giro 8 un bloccaggio porta Moffitt nelle barriere di curva 5, lasciandolo imprigionato nella sabbia della via di fuga. Poco più avanti, in curva 6, un errore in fase di sorpasso porta Lally e Alfredo al contatto e al conseguente testacoda per entrambi. Ci sono tutti gli elementi per la caution. Lo stage finisce quindi dietro la pace car. Kyle Larson termina davanti a tutti, inseguito a distanza di sicurezza da Gibbs, Custer, Herbst e Jones.

Prima dello stage 2 diversi piloti si muovono in pit lane, tra cui Larson. Sono quindi i compagni di squadra Gibbs e Jones a guidare lo schieramento durante la ripartenza.

Allmendinger, partito dal fondo per un altro problema ai freni nelle libere, riesce subito a beffare Jones e Gibbs con le sue doti da ringer, ma la sua leadership dura ben poco. In 13 giri AJ è riuscito a portarsi dall’ultima posizione alla cima della griglia grazie a sorpassi e strategia. L’usura delle gomme lo costringe, però, a rallentare, permettendo a Gibbs di tornare in testa e facendolo sprofondare in classifica.

Dopo essersi liberato dai piloti finiti davanti in quanto non fermatisi ai box, Larson si è riportato su Gibbs e lo raggiunge al giro 17. L’attacco in curva 1 va a buon fine e il pilota della #17 torna in testa. Poco più tardi paura nelle retrovie. Un brake failure in curva 5 manda Mayer a muro, mentre una foratura in curva 1 compromette in modo grave la gara di Alfredo.

Non ci sono più sconvolgimenti: Kyle Larson si aggiudica anche il secondo stage. Creed, Custer, Nemechek e Allgaier completano un top 5 distante dal leader incontrastato della gara. Gibbs e altri piloti si sono fermati ai pit a stage inoltrato, perdendo posizioni con l’obiettivo però di ripartire davanti poco più tardi.

La ripartenza dello stage 3, lungo 25 giri, vede Larson e Custer surclassare Creed, il quale però tiene dietro molti piloti fino all’assalto dei rinati Gibbs e Allmendinger.

Al giro 25 un incidente spezza il gruppo. Dopo diverse difese aggressive e qualche contatto, Noah Gragson colpisce vistosamente in curva 4 Sage Karam, uno dei piloti che si alternano sulla Chevrolet #45 di Alpha Prime Racing. La scarsa visibilità del tratto a causa dello scollinamento e della terra sollevata dalle due vetture senza controllo portano ben 13 vetture a essere coinvolte nell’incidente, costringendo al ritiro lo stesso Karam, Brown (dolorante per un colpo al basso ventre), Snider, Moffitt, Cassill e Reddick.

L’azione di Gragson è molto contestata fin da subito in quanto la volontarietà nel colpire in rettilineo Karam solo perché lo aveva tenuto largo alla curva precedente. Inoltre l’aver coinvolto altre 11 vetture “innocenti” aumenta le polemiche su Noah non nuovo ad azioni esagerate. A fine gara l’atteggiamento di Gragson non aiuta, in quanto sì si prende la responsabilità dell’incidente, ma non chiede scusa in quanto secondo lui ha solo concluso una serie di scaramucce iniziata da Karam. Noah non viene penalizzato, ma nel post gara viene convocato dai commissari.

La ripartenza dopo alcune soste fra i leader vede Allgaier e Clements davanti a tutti. Clements prende la testa in curva 3, ma già in curva 5 è Larson a imporsi di nuovo. Kyle però sarà superato in curva 12 da Custer che rimarrà in testa fino alla fine del giro 29. Tutte le vetture che seguono restano impassibili davanti al passo di Gibbs e Allmendinger, molto migliore del loro e quindi la lotta per la vittoria si restringe a pochissime auto.

Custer, Larson e Gibbs proseguono la battaglia cominciata nel primo stage fino al giro 34, quando un altro problema ai freni causa un grosso incidente a Dyson a Canada Corner.

Tutti i piloti rientrano al pit durante la caution tranne Sieg e Lally, i quali guidano lo schieramento alla ripartenza a nove giri dalla fine. Qui Larson in curva 1 è già sfuggito ai due leader con una mossa di abilità. Gibbs e Custer faticano a prendere il rivale perché bloccati da piloti più lenti.

Al giro 38, poche miglia dopo la ripartenza, la classifica è già cambiata. Gibbs e Custer stanno inseguendo Larson, Creed vede un’altra opportunità di mettersi in mostra rovinata dalla rottura del motore e Labbè vede la sua ottima performance rovinata da un contatto con Smith in cui anche Paludo finisce col muso ammaccato e poi costretto al ritiro. Inoltre Gallagher esce dal tracciato, ma non ci sono i requisiti per neutralizzare la gara.

Il colpo di scena finale arriva al penultimo giro. Un brake failure in curva 5 manda Cole Custer, che aveva già alzato il piede avendo margine sul resto del gruppo avvertendo il problema, violentemente contro il muro mentre occupa la terza posizione. I piloti si sfideranno all’overtime senza la #07 all’appello.

Alla ripartenza Larson riesce a imporsi, cercando di ricreare il gap con Gibbs avuto fino alla bandiera gialla, ma Ty gli resta incollato fino a curva 3 dell’ultimo giro, dove attacca e prende la testa con un sorpasso pulitissimo, facilitato anche dal fatto che Kyle finisca leggermente largo sulla pressione – più psicologica visto che i contatti in curva 1 e 2 sono leggerissimi – esercitata dall’avversario.

Ty Gibbs taglia il traguardo da vincitore per la quarta volta in stagione e ottava in carriera, la terza su uno stradale dopo quella al debutto nel 2021 a Daytona a cui seguì quella al Watkins Glen. Una vittoria importantissima, perché al secondo posto si trova Kyle Larson, campione in carica del campionato stock car più prestigioso al mondo. Dietro al ragazzino e al campione chiudono staccati Berry, Hill e Jones dopo una lotta per la terza posizione.

La NASCAR Xfinity Series arriva a metà stagione. 7 piloti hanno già accesso ai playoff per vittoria (Ty Gibbs, AJ Allmendinger, Justin Allgaier, Noah Gragson, Josh Berry, Brandon Jones e Austin Hill), mentre altri 5 posti sono ancora liberi. Ci sono ancora 10 gare da svolgere prima del termine della regular season, lasciando ancora tante speranze per trovare nuovi vincitori prima dei playoff.

I risultati odierni

La classifica della “Henry 180”

La classifica generale

Così in campionato a 10 gare dalla fine della regular season della NASCAR Xfinity Series 2022

I prossimi appuntamenti

Il weekend di Road America manca ancora della sua portata principale. La NASCAR Cup Series scenderà in pista stasera, domenica 3 luglio, per la Kwik Trip 250, prova di 62 giri sul tracciato più lungo in calendario. La NASCAR Xfinity Series tornerà in pista sabato 9 luglio all’Atlanta Motor Speedway. La Alsco Uniforms 250 sarà la seconda prova stagionale sul rinnovato ovale della Georgia.


Immagine: media.nascar.com

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA

I Commenti sono chiusi.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO