NASCAR | Xfinity Series: Elliott emerge vincitore dalla confusione di Charlotte

NASCAR | Xfinity Series: Elliott emerge vincitore dalla confusione di Charlotte

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Tempo di lettura: 16 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
26 Maggio 2024 - 19:40
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Gara bella e combattuta a lungo, poi nel finale caution, errori e animi troppo bollenti rovinano gli ultimi giri. Elliott scommette bene sulla strategia e si prende la vittoria


Una bellissima gara della Xfinity Series a tre quarti, poi qualcuno ha perso la testa, la vista e l’udito e allora il finale è stato inutilmente incandescente a Charlotte. Vince Elliott, ma solo per questioni strategiche avendo scommesso su caution che poi sono arrivate in suo aiuto. Perde Mayer che sembrava in fuga verso la vittoria, perde Allgaier che sbaglia clamorosamente, perde la faccia Austin Hill che dimostra a tutti definitivamente che tipo di pilota sia. Fra sette giorni a Portland molte di queste questioni potrebbero essersi non ancora risolte.

La gara

La NASCAR Xfinity Series torna in pista dopo il weekend di riposo di North Wilkesboro e lo fa a Charlotte per una delle gare più prestigiose della stagione; inoltre siamo quasi al giro di boa della stagione regolare. Ben 40 le iscrizioni e fra di esse ci sono il debutto di Kyle Busch in Xfinity Series sulla #33 del Richard Childress Racing, la prima gara in assoluto del Rette Jones Racing (proveniente dall’ARCA Series) che sceglie Noah Gragson per l’esordio ed il ritorno del team di Mike Harmon con Jade Buford al volante.

Presente sulla #17 dell’Hendick Motorsports invece Chase Elliott. Sulla #20 del Joe Gibbs Racing dovrebbe esserci Aric Almirola, ma a metà settimana viene sostituito per scelta del team (nessuna motivazione ulteriore) da Ty Gibbs. Ed è proprio Ty che nelle libere, mentre Custer si prende la prima posizione, è il più veloce sul passo gara. Zero giri per problemi ad uno scarico per Weatherman.

Venerdì pomeriggio è tempo di qualifiche e la pista è insidiosa per la categoria cadetta, sia per i bump, sia per il gran caldo attorno ai 30 °C. Gragson e Busch, senza owner point, si tolgono subito dalle sabbie mobili e lasciano altri a lottare per non essere le due DNQ. Yeley ed Ogata si complicano la vita finendo in testacoda, ma alla fine a pagare sarà solo Akinori insieme a Buford mentre JJ si salva. La pole va a Ty Gibbs che precede Kyle Busch (penalizzato solo dall’essere sceso in pista subito), Chandler Smith, Love, uno straordinario Jeb Burton, Custer, Creed (Cole e Sheldon stesso tempo), Austin Hill ed Allgaier. Male Kligerman (28°, weekend storto per lui), van Gisbergen (29°), Elliott (30°) e Williams (addirittura 36°).

Dopo aver mandato in fondo il solo Weatherman (modifiche in parco chiuso) ed aver notato subito i problemi di Yeley al raffreddamento dell’abitacolo, la corsa può avere inizio. Ma più che una corsa sarà un rodeo, infatti la poca aderenza, i bump ed il carico aerodinamico basso impediranno a lungo ai piloti di trovare una traiettoria che li soddisfi e la ricerca lungo il banking li porterà a occupare tutta la pista creando molte battaglie intense.

Alla bandiera verde Gibbs scatta molto bene e copre subito Busch scendendo all’interno, Love invece riesce ad infilare Chandler Smith e si porta al terzo posto, ma dura poco infatti Jesse (in difficoltà un po’ per tutta la corsa) già al secondo giro scivola e riapre la porta al pilota JGR. Dietro di loro Burton tiene a bada Custer e Creed che stanno lottando, i due arrivano anche al contatto perché i due non sapevano che Hill era andato 3-wide al loro interno in curva2 e quindi lo spazio a disposizione era diminuito.

I 2- e 3-wide si sprecano ma nella pancia del gruppo c’è anche qualche 4-wide. Inizia un enorme sali e scendi ripetuto a seconda del sovra- e sottosterzo, degli attacchi subiti o effettuati, di successo o mancati. Impossibile riassumerli tutti. L’unica costante è la fuga di Gibbs e Busch.

Creed inizia a cedere qualcosa dopo essere finito largo mentre Allgaier risale la classifica, ad esempio sorpassando Sheldon e Hill in un sol colpo. In top5, invece, se ci si aspettava un cedimento di Burton ci si sbaglia di grosso, infatti è Jeb a scavalcare Love e Custer prova a seguirlo. Cole non completa il sorpasso e rimbalza indietro (come Jesse) favorendo Allgaier.

Alla fine è proprio Justin a far saltare Jeb e un paio di giri più tardi supera anche Chandler Smith; al giro 16 Allgaier è sì terzo, ma a 5.3″ dalla vetta. La #7 nei giri successivi recupera qualcosa così come Busch colma i metri di distanza dal leader viaggiando lungo il muro. Quando la coppia di testa inizia a vedere i primi doppiaggi, ecco che Busch attacca all’interno e al giro 22 si porta al comando.

L’attenzione di tutti però è su un gruppo di una decina di auto che comprende Burton, Sammy Smith, Allmendinger, Creed, Herbst, Gragson, Taylor Gray, Mayer, Ryan Sieg ed Elliott compreso fra nona e 18esima posizione e racchiuso in appena 1.7″. Ed è qui che, quasi inevitabilmente, nasce la prima caution della serata a 15 giri dalla fine della prima stage. Herbst perde il filo della vettura in curva2 in due momenti, nel primo quasi taglia la strada ad Allmendinger, nel secondo sbanda ed AJ lo travolge. La #98 parte verso il muro interno ed è la prima ritirata della corsa.

Sul momento nel replay Allmendinger sembra scagionato, come se non avesse potuto evitare Herbst che ha rallentato, poi dalla seconda analisi forse AJ avrebbe potuto frenare e schivare Riley che infatti non la prende bene e medita vendetta a Portland. La Deegan è il lucky dog mentre fra i doppiati (e future wave around, gara dunque salva per loro) ci sono Cram, un Williams ancora in crisi nera, Perkins e Decker.

Questi si salvano perché per la corsa ci sono cinque set di gomme a disposizione e quindi in molti, anzi moltissimi, decidono di giocarsi il treno bonus ora. Tirano dritto solo Love, Elliott, Alfredo e Kyle Sieg mentre gli altri vanno ai box e la nuova classifica alle loro spalle vede Gibbs davanti a Custer, Busch (che non ha un buono stallo visto che la #33 non era presente la scorsa gara), Allgaier, Hill e Jones (che ha un problema al freno anteriore destro). Solo la Decker rimane a -1 perché effettua delle riparazioni per un surriscaldamento. Penalità per DiBenedetto per safety violation.

Si riparte uno sprint di soli nove giri e ovviamente la situazione è parecchio confusa. Love viene fagocitato, in curva1 Gibbs è già di nuovo al comando seguito da Allgaier che infila Elliott in curva3, Alfredo finisce a muro e va ai box con una foratura per cui perderà due giri. Mentre Jesse scivola ancora, avanzano Busch e, soprattutto, Allmendinger che beneficia così sia delle solite sue manovre efficaci alla ripartenza, sia di una caution che lui stesso ha innescato. Custer invece è intrappolato nel traffico e per superare Burton viene scavalcato da parecchie vetture

Allgaier è scatenato e ai -3 si in fila sulla #20 e va a vincere la prima stage davanti a Gibbs, Busch, Jones, Allmendinger, Sammy Smith, Hill, Chandler Smith, Sieg e Custer, seguono Taylor Gray, Creed, Mayer, Gragson e Burton, van Gisbergen 21°, Elliott 26°, Love 27°, Decker lucky dog.

Al break il gruppo si spacca ancora e pittano, oltre a chi non lo aveva ancora fatto, Creed, Burton, Poole e Retzlaff fra i big; altra penalità per DiBenedetto, stavolta per ruota fuori controllo. La top10 invariata e in 20 non pittano, così si riparte per una seconda stage da 38 giri netti. Allgaier dall’interno scatta bene a differenza di Busch, Gibbs è terzo ma in curva3 si intraversa è bacia il muro così come Allmendinger poco più indietro in curva4. Ty scende al sesto posto ma prosegue, poi recupera due posizioni su Sieg e Sammy Smith. Chi ne approfitta è Austin Hill che sale al terzo posto malgrado una vettura non ottimale.

Le battaglie proseguono anche in questa fase, favorite soprattutto dal fatto che nella mischia si infila Elliott che con gomme fresche ai -31 rientra in top10 dopo aver superato un Custer in crisi nera che sta perdendo posizioni con Jones in difficoltà, come detto, con il freno. Poco più tardi Elliott raggiunge la coppia Gragson-Creed in lotta per il sesto posto e Chase riesce a scavalcare prima Noah e poi anche Sheldon.

Gibbs dimostra ancora che la botta non ha fatto danni ed ai -27 si riprende la terza posizione da Hill, tuttavia il suo ritardo dal leader ora è di 4″. Allgaier intanto ha circa 1″ di vantaggio su Busch che viaggia su una traiettoria sempre più esterna in curva3-4 mentre Justin lo imita in 1-2. Hill intanto precipita in classifica mentre l’effetto gomme fresche di Elliott finisce e quindi sia Creed che Gragson lo scavalcano nuovamente rientrando in top5.

Poi però, come in precedenza, una caution, stavolta ai -18. Un Kligerman in giornata negativa perde il controllo in curva4 e la sua gara finisce contro il muretto interno. Allgaier, Busch e molti altri anticipano la sosta di fine stage, non Creed che passa al comando seguito da Elliott, Burton, Retzlaff, Sammy Smith, Poole e un’altra decina di vetture. Soste multiple per Jones e Allmendinger per riparare i danni. Allgaier riparte così in fondo alla top20.

La bandiera verde sventola a 11 giri dal break e Creed cerca la fuga davanti ad un Elliott che non scatta al meglio, ma Allgaier è scatenato, cerca ogni varco esterno e nel mezzo, quasi rischia l’incidente in un 4-wide, viene anche superato nel mucchio da Busch ma alla fine si vede che ha lui la vettura migliore. Busch riprende e supera Sheldon ai -5, tuttavia al giro successivo Justin si prende nuovamente la prima posizione

Allgaier vince nuovamente entrambe le stage, proprio come a Darlington, stavolta davanti a Busch, Hill, Mayer, Creed, Gibbs, Sieg, Chandler Smith, Love e Gragson. Il lucky dog è Alfredo che torna a -1.

Si torna ad aprire la pit lane e tutti (tranne Gragson) cambiano gomme, ma la corsa si ribalta: Allgaier esce ancora al comando tuttavia uno speeding (così come per Hill che era salito al terzo posto e Weatherman) lo rimanda in fondo al gruppo. Si riparte a 103 giri dalla fine con Busch e Creed pronti ad attaccare una prima fila in difficoltà.

Noah viene subito mandato nel mezzo, Love prende il comando e cerca la fuga; Allmendinger tocca nuovamente il muro. Chi è scatenato però è Gibbs che aggira Mayer e poi anche Creed salendo al terzo posto dopo aver provato ad infilarsi in mezzo a loro. Intanto Allgaier cerca la furiosa rimonta ed entra prima in top20 e poi in top15.

All’improvviso poi Love cede, Busch lo riprende infilandosi in curva3 ai -92 e pochi secondi più tardi arriva la caution per il testacoda di Kyle Sieg in curva2 mentre Perkins va ai box con problemi meccanici. Ad andare ai box sono Gragson (ovviamente) ma anche un Custer alla ricerca dell’assetto buono e Jones (che si rimette a posto definitivamente con il freno). Alfredo è il lucky dog e torna a pieni giri.

Si riparte ai -87 con Busch al comando su Love, Gibbs, Mayer, Elliott, Creed, Chandler Smith, Sieg, Taylor Gray e Retzlaff. Kyle scatta interno e Jesse non molla pur non partendo bene, ma alla fine la #2 si vede aggirata da Mayer; Gibbs ed Elliott completano la top5 con Allgaier già settimo.

E qui iniziano i guai per due top driver: Love rimane senza servosterzo e scivola in classifica, Creed poco più tardi torna ai box con la anteriore destra forata, ma il realtà è esploso il disco freno e quindi per lui c’è ritiro e qualche frecciatina al team nell’intervista con la FOX.

La gara cambia volto improvvisamente: Mayer emerge prepotentemente e attacca Busch. Il duello fra i due con slide job, scambi di vernice ed incroci dura più di cinque giri ma alla fine Sam si prende la prima posizione. Gibbs approfittando del duello li raggiunge e in una occasione tenta addirittura di infilarsi in mezzo a loro, ma poi si tira indietro. Dietro di loro Custer rimonta con gomme fresche e supera un Allgaier che invece non sembra quello delle prime due stage, poi riprende Elliott passando pure lui.

Poco fuori dalla top10 sta rimontando anche Austin Hill dopo la penalità ed ha raggiunto Sammy Smith, Fra i due inizia un duello che all’apparenza è normale, ma alla fine Hill si lamenterà della durezza (su questo un approfondimento più tardi). Austin sul breve sembra avere la meglio, ma Sammy lo ripasserà.

Fra battaglie, discese e risalite, Mayer intanto è andato in fuga e ai -60 ha 2.6″ su Busch, 3.3″ su Custer e Gibbs, 4.8″ su Jones, 5.7″ su Elliott e Gragson, 6.3″ su Allgaier, a oltre 12″ il gruppo dal nono posto in poi guidato da Taylor Gray che precede Sieg, Chandler e Sammy Smith, Hill, Alfredo (risalito bene dopo la foratura), Retzlaff, van Gisbergen, Love, Allmendinger, Burton e Weatherman. Perkins e Thompson (problema alla pressione della benzina) si ritirano, Poole passa 10 giri ai box per un problema al retrotreno.

Si apre la finestra per l’ultimo pit stop che per molti vuol dire anche ultimo treno di gomme a disposizione mentre in pochi (fra di essi Elliott e van Gisbergen) ne hanno ancora due. Fra i primi ad andare ai box c’è DiBenedetto e per lui arriva la terza penalità per il terzo motivo diverso, stavolta pizzica il cono virtuale all’ingresso dei box. Anche Gibbs pizzica qualcosa, ma è il muro.

Ai -58 il Kaulig Racing (Allmendinger a inizio stage aveva sfiorato nuovamente le barriere) va in blocco ai box per una strategia che pare destinata a fallire miseramente in caso di caution, e invece andrà tutto bene (ancora) per loro. Love si ferma ai -57 e fra ritardo e riparazioni al servosterzo perde due giri. I primi big (Gray, Hill, Sieg e Burton con speeding di questi ultimi due) pittano ai -56 seguiti poi da Gibbs ed Allgaier e poi via via gli altri, il leader Mayer ai -53 mentre Busch aspetta addirittura i -50 e pagherà caro l’overcut. Emerling fora e rischia di spargere detriti per mezza pista, ma non arriva la caution.

A giro di soste completato dopo gli audaci Kyle Sieg ed Honeyman, Mayer è di nuovo al comando ai -40 con poco più di 1″ su Gibbs, 4″ su Custer, 7″ su Jones, 8.5″ su Allgaier e addirittura 10″ su Busch che forse ha pure lui qualche difficoltà al servosterzo, seguono Elliott a 12″, Gragson a 14″, Hill a 18″, Chandler Smith a 19″, ancora più indietro Gray, Sammy Smith, van Gisbergen, Allmendinger e Retzlaff.

Servirebbe una caution per riaprire la corsa e la bandiera gialla arriva aprendo così il delirio finale. Ai -30 Ryan Ellis, già in difficoltà per problemi di surriscaldamento nell’abitacolo, perde il controllo e finisce contro il muro interno di curva2; Alfredo è il lucky dog.

Tutto si ribalta, Gragson è l’unico che tira dritto mentre gli altri vanno a cambiare gomme, la maggioranza a mettere su il treno rodato per una decina di giri a fine di seconda (o prima) stage, Elliott, Sammy Smith e van Gisbergen invece con pneumatici freschi ed un pronostico che a 25 giri dalla fine improvvisamente sorride a loro. La nuova classifica vede Gragson davanti ad Allgaier (due gomme “nuove”), Custer, Mayer, Gibbs, Jones, Elliott, Hill, C.Smith e Busch.

Come da pronostico la ripartenza è caotica. Gragson viene fatto saltare da Mayer e taglia tutta la pista, Allgaier malgrado abbia fatto pattinare gli pneumatici rimane al comando, poi però Gibbs inizia la rimonta dall’esterno, lo spotter di Justin lo avvisa del suo arrivo ma Allgaier decide ugualmente di allargarsi e così si gira in maniera decisamente stupida ed evitabile sul muso della #20. E nuova caution con la #7 ko e la #20 costretta a riparazioni così come van Gisbergen che ha forato pure lui perché andando pure lui all’esterno è stato stretto a muro da Taylor Gray rovinando l’ottima strategia. Clements è il lucky dog.

Mayer è intanto tornato al comando passando sull’erba del trioval davanti ad Elliott, Jones, Busch, Custer, Hill, Sammy e Chandler Smith, Gray e Retzlaff con Chase ora ancora più favorito.

Bandiera verde ai -18 e altra caution. E succede il pasticciaccio. Commentarlo è onestamente difficile: per mezzo giro Hill e Custer lottano duramente, sembra una battaglia normalissima in stile NASCAR, ma evidentemente non è così per uno dei contendenti. In uno dei contatti fianco contro fianco, stando alla versione di Hill, la #21 fora la anteriore destra che ovviamente cede in curva1 e perdendo il controllo Austin travolge lo stesso Custer.

Finita qua? No perché sul rettilineo opposto Cole si trova attaccato al paraurti Hill che lo manda in testacoda platealmente e volontariamente. La NASCAR non prende né ora, né più tardi alcun provvedimento, addirittura nel bollettino ufficiale manca una motivazione alla caution. Non si sa cosa si deciderà in seguito, ma una cosa è evidente: Austin Hill è il classico pilota che vuole correre duramente, se tocca gli altri va bene ma se lui viene anche solo sfiorato allora si mette a piangere e fare sportellate credendo di essere nella ragione. Evidentemente non lo è e questa corsa rappresenta l’atto più rappresentativo.

Elliott intanto ovviamente aveva preso il comando con le gomme migliori e alla ripartenza dei -12 precede Mayer, Jones, Busch, Allmendinger, Sammy Smith, Gragson, Williams (che ha sfruttato una precedente wave around), Gray e Sieg. Pronti via e Mayer per cercare di dare tutto si mura da solo in curva1. E la corsa finisce qua.

Elliott vince in maniera insperata (partiva 30°) una gara che sembrava persa ma era strategicamente oculata a Charlotte. A seguire un Jones dopo mille problemi ai freni, Sammy Smith che a lungo era fuori dalla top10, Allmendinger che sempre sfrutta queste occasioni ed era finito a muro due volte, un Busch non al meglio con la vettura, Sieg, un Williams che era più da piazzamento fuori da top30 e invece ha avuto fortuna in ogni occasione (e il team sui social si vanta di questo risultato dicendo che così sono stati zittiti gli haters. Mah…), Gibbs e Gragson che sicuramente avrebbero meritato di più.

Seguono Weatherman, Gray, Clements, Retzlaff, van Gisbergen (che in circostanze sfortunate perde punti da tutti i rivali diretti per i playoff), Alfredo, Burton e Chandler Smith che aveva pittato senza successo all’ultima caution. Hill è 25° a -2 così come Love 28°, Custer 32°, Allgaier 32°, Creed 36°, Herbst 38°. E, in attesa di eventuali decisioni della giuria su Hill, si va a Portland con gli animi infuocati.

I risultati odierni

La classifica della “BetMGM 300”

La classifica generale

Così in campionato dopo 12 gare su 33 della NASCAR Xfinity Series 2024

I prossimi appuntamenti

Stanotte a partire dalla mezzanotte (temporali permettendo) scatterà a Charlotte la Coca-Cola 600, la classica monumento della NASCAR nonché sulla carta seconda tappa del Double Duty di Kyle Larson. A scattare dalla pole sarà Ty Gibbs. Diretta su Mola a partire dalle 23:50 con il commento di Matteo Senatore, Daniele La Spina e Gualtiero Lasala.


Immagine: Media NASCAR

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