NASCAR | Xfinity Series: dopo fulmini e pioggia, Custer vince a Chicago in circostanze eccezionali

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Tempo di lettura: 13 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
2 Luglio 2023 - 21:20
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Il sabato la corsa viene interrotta dai fulmini, la domenica non viene ripresa per l’eccezionale diluvio. La NASCAR, visto il programma, decide allora di chiudere la gara in anticipo anche se non ancora ufficiale. Cole Custer dichiarato vincitore dopo aver guidato fin dalla bandiera verde


Spesso la NASCAR attrae la pioggia e la sfortuna dove va. Qualcuno sostiene che la cura contro la siccità sia organizzare una gara NASCAR. È successo – purtroppo – anche nello storico debutto del circuito cittadino di Chicago, storico soprattutto per la Cup Series dato che la Xfinity fra 2007 e 2012 aveva corso anche a Montréal sul circuito Gilles Villeneuve. La pioggia ha impedito la ripresa di una gara ad un passo dall’essere ufficiale. Non è stata una decisione semplice, ma fatta in condizioni di emergenza. A vincere così, con merito per quanto dimostrato fino a quel momento, è stato Cole Custer.

La gara

L’inaugurazione ufficiale del Chicago Street Course è affidata al sabato alla Xfinity Series con una sessione di libere da 50′ seguita immediatamente dalle qualifiche. Ben 43 le vetture iscritte per soli 38 posti in griglia in una corsa che per regolamento non vede piloti della Cup Series iscritti alla Xfinity (e viceversa) per non dare vantaggi di tempo in pista.

La pista si presenta in forma smagliante e l’impressione è decisamente migliore di quella fornita dal layout studiato a tavolino su iRacing con tante curve a 90°. C’è una frenata impegnativa in appoggio sui bump in curva4, altrimenti si finisce nelle gomme, tratti larghi e stretti come l’impegnativo ultimo settore, dislivelli come i due piccoli cavalcavia sulla ferrovia e tante piccole insidie.

Una grande insidia è la pioggia invece che bagna la pista prima della sessione e quindi, prudenzialmente, il debutto nelle libere è con gomme wet.

I piloti più in forma sembrano essere Parker Kligerman, Justin Marks (qui sulla #10 del Kaulig Racing, infatti la regola vieta la presenza ai piloti della Cup Series, mica ai team owner) e soprattutto Sheldon Creed.

Ci sono anche i primi errori: Blaine Perkins finisce lungo e per fare manovra ci mette parecchio, dietro di lui Joey Gase rallenta e Josh Williams lo spinge lungo. Poi lo stesso Williams perde la batteria in pista (si aspettano penalità in settimana) ed arriva la bandiera rossa; per Josh è solo l’inizio di un weekend problematico.

Nel frattempo la pista si è asciugata, si può passare alle slick ed i piloti cominciano a forzare. Sbagliano Nemechek (testacoda in curva2 con appoggio nelle gomme col retrotreno) e Miguel Paludo in curva1. Alla fine della sessione Marks è al comando in 1’32.138″.

Si va dritti in qualifica e le soprese non mancano. Nel Gruppo A Cole Custer trova la forma che non c’era sull’umido e stampa un ottimo 1’31.087″ davanti alla sorpresa Moffitt, Nemechek, Hemric e Kligerman che all’ultimo, mentre Pumpelly finisce nelle gomme in curva4, bumpa Marks.

Nel Gruppo B l’incidente avviene a tempo scaduto. Mentre Sheldon Creed firma un 1’30.702″ davanti ad Austin Hill, Mosack, Allgaier e Sammy Smith, Dexter Bean finisce in testacoda in curva2 e per rimettersi dritto fa qualche metro contromano, una mossa gravissima dietro una curva cieca e infatti Sam Mayer, che sta facendo il giro veloce, si spaventa e tocca le gomme per evitarlo.

Per fortuna non ci sono danni gravi, ovviamente Sam se la prende con Bean che per fortuna è fra i cinque DNQ insieme alla sorpresa negativa Jeffrey Earnhardt, Gase, Cram e Stacey che ha triturato il retrotreno fra semiasse e trasmissione.

La lotta per la pole è molto intensa. Creed sembra avere la pole in pugno con un 30.4″, ma Cole Custer poco dopo lo beffa per soli 0.018″. Sheldon allora tenta un ultimo giro veloce, ma all’ingresso dell’ultimo settore finisce e sbatte duramente contro il muro. E così perde la prima fila ed una possibile vittoria perché i danni sono notevoli. Avanzano così, dietro a Custer, Nemechek, Mosack, Hill, Allgaier, Moffitt, Sammy Smith, Hemric e Kligerman.

Dopo aver mandato in fondo alla griglia Sheldon Creed con il muletto e poi Mayer, Jones (duo JRM con Brandon ancora in forte difficoltà su uno stradale), Perkins, Pumpelly (al volante di una Chevrolet sponsorizzata da concessionari Volkswagen, una curiosità notevole) e Williams, la corsa può iniziare con il cielo velato malgrado un alto rischio pioggia.

Alla bandiera verde Custer rimane al comando davanti a Nemechek, Hill e Mosack e le prime posizioni del gruppo scorrono via tranquille. I problemi sono soprattutto al centro ed in fondo al gruppo. Sage Karam, partito buon 11° malgrado una toccatina al muro, torna ai box alla fine del primo giro con la anteriore destra a terra e con la carrozzeria ammaccata. Lì Sage trova un Josh Williams che non è ancora partito per problemi tecnici in un weekend ancora complicato per la #92; Williams partirà dopo qualche giro e dopo una sfilza di penalità per le infrazioni commesse in pit lane.

Dopo un inizio prudente da parte dei principali big, al quarto giro la prima caution e la corsa perde subito uno dei principali favoriti: il motore della #10 di Justin Marks esplode in maniera scenografica e l’ultimo settore si riempie d’olio.

C’è solo qualche sosta in coda fra cui di nuovo Karam, Sherman (qui sulla #28 del team di Ryan Sieg e al ritorno in NASCAR per la prima volta dal 2007), Ellis ed un Herbst che pure lui nelle prime fasi si è ritrovato con la anteriore sinistra danneggiata, la corsa può ripartire dopo una lunga caution per pulire la pista con ancora sei giri da disputare nella prima stage.

La restart zone a Chicago è particolare, infatti non è sul rettilineo principale (troppo largo per mantenere le due file organizzate), ma sul breve allungo prima dell’ultima curva. E allora Custer al choose cone sceglie la fila di destra malgrado sia all’esterno di curva1, ma si trova all’interno della prima piega affrontata dopo lo scatto.

Cole mantiene la prima posizione davanti a Nemechek ed Hill mentre Mosack (sulla #19 del Joe Gibbs Racing) perde un’altra posizione, stavolta a vantaggio di Allgaier. Per il resto la top10 è ancora tranquilla e le battaglie sono soprattutto poco fuori da queste posizioni con Paludo (di nuovo sulla quinta vettura JRM), Pardus, Labbé e Grala che cercano di approfittare degli attacchi altrui. Creed dal fondo è già ad un passo dalla top20.

Custer prova l’allungo in vetta e mette 1-1.5″ di vantaggio su Nemechek, ma non di più. Non ci sono azzardi in questa fase, l’unico vero duello potenziale sembra essere quello fra Allgaier e Mosack con Connor pronto a riprendersi la quarta posizione senza però attaccare.

Nell’ultimo giro c’è solo un sorpasso, quello di Sammy Smith su Hemric per la settima posizione per il resto tutto invariato. Custer vince la prima stage (senza caution ad interrompere il flusso) davanti a Nemechek (+1.4″), Austin Hill (+2.7″), Allgaier (+3.6″), Mosack (+5.0″), Moffitt (+6.3″), Sammy Smith (+9.7″), Hemric (+11.1″), Kligerman (+11.7″) e Chandler Smith (+12.2″).

Nel giro seguente Hemric cede di schianto venendo passato in sequenza da Kligerman e da Chandler Smith, però arriva una caution a salvarlo. A finire dritto nelle gomme di curva1 senza freni è Andre Castro sulla #34 del team di Jesse Iwuji.

Durante una lunga caution da 15′ per rimettere a posto le barriere, un occhio va alla pit lane ed uno al meteo che sta peggiorando come da previsioni. Mancano circa 40 giri alla fine e circa metà del gruppo (gran parte dei piloti fuori dalla top10 e fra di essi Paludo, Labbé, un Berry senza servosterzo a basse velocità, Jeb Burton, Ryan Sieg, Retzlaff, Mayer, Alfredo, Jones, Herbst ed altri) va ai box alla ricerca di una strategia diversa anche perché non è ancora chiaro se il pieno duri circa 30 o circa 40 giri. Il lucky dog è Williams che recupera uno dei quattro giri persi.

Rimangono in pista in 19 (come detto top10 invariata tranne per Hemric rimesso all’ottavo posto, evidentemente era già stata esposta la bandiera gialla quando aveva perso due posti) e si riparte con nove giri da completare nella seconda stage. Custer scatta ancora bene, all’ultima (o la prima a seconda dei punti di vista) allarga la traiettoria su JHN e così Allgaier ci prova su Nemechek.

Justin non riesce a completare la manovra, ma comunque riesce a superare Hill per la terza posizione con pure un ottimo Moffitt a seguirlo. Mosack scende al sesto posto ed accusa un po’ di difficoltà che diventeranno evidenti in seguito. Hemric torna settimo davanti agli Smith (Sammy e Chandler) e Kligerman chiude la top10.

Al giro successivo Mosack salta del tutto, scivolando addirittura all’undicesimo posto, vittima anche dalla bella battaglia fra gli Smith. A vincere è Sammy con il pilota del JGR che di slancio supera di nuovo anche Hemric.

Ai -6 purtroppo la brutta notizia: caution per fulmini entro 8 miglia dalla pista. La perturbazione sta arrivando ma lambirà solo il centro di Chicago. È un’altra piccola grande beffa dato che durante l’interruzione sul circuito cadranno solo alcune gocce di pioggia, intense per meno di 5′.

Sul momento si gira dietro la pace car e Mosack va ai box con il cofano alzato. Dopo un paio di tornate arriva la bandiera rossa con (quasi, il gruppo si ferma pochi centimetri prima della linea del traguardo come da consuetudine) 26 giri completati sui 55 in programma e dunque la beffa è ulteriore perché ne sarebbero bastati appena due in più per dichiarare la corsa ufficiale.

Dopo quasi 90′ di attesa, la NASCAR si arrende e posticipa la conclusione delle corsa alla domenica mattina di Chicago. Il lighting hold sarebbe anche terminato, ma intanto che gli organizzatori avrebbero riaperto le tribune (sgomberate per motivi di sicurezza) e rimesso in piedi tutto il necessario, allora non ci sarebbe stato più tempo per riprendere la corsa per tutti i 29 giri rimanenti in programma.

Il posticipo fa emergere anche qualche piccola disorganizzazione. Prima di tutto pare che la security nello sgomberare le tribune dica a qualche tifoso che la corsa fosse già cancellata (non era ancora vero), quindi il ritorno sulle tribune non era certo per tutti, poi nella notte ignoti riescono ad entrare in pista con vetture private sfruttando un tunnel pedonale organizzando gare clandestine che culminano anche in un arresto e la notizia è subito sui giornali americani. Ma anche qualcuno col pass durante la bandiera rossa è entrato a piedi in pista e viene subito notato dalla direzione gara.

La gara è dunque posticipata alle 11:00 locali della domenica che però probabilmente è il momento peggiore meteorologicamente del weekend. Oltre ai fulmini ora c’è anche il diluvio con 2.5-7.5 cm di pioggia previsti nonché un’allerta alluvione che viene prorogata fino alle 15:15 di Chicago con l’autorità cittadina che ha il potere di fermare la corsa in quanto si corre nel cuore del Grant Park. E infatti lungo i muretti ci sono vere e proprie piscine.

Dopo il lightning hold la NASCAR prova a richiamare i piloti in vettura alle 17:45, ma la pioggia è ancora notevole così come l’acqua stagnante. Dopo pochi minuti si torna indefinitamente on hold. La pioggia è ancora intensa e ormai ci sono tre fantasmi che incombono, l’inizio della IndyCar a Mid-Ohio sullo stesso canale TV alle 19:30, la Cup Series alle 23:00 ed il fatto che una corsa al lunedì sarebbe concessa, ma molto al limite.

Alle 19:15 il peggio delle precipitazioni sembra alle spalle, ma dalla stazione meteorologica dell’aeroporto O’Hare arriva un bollettino che sancisce la sfortuna della NASCAR in queste circostanze parecchio sentite e che attrarrebbero molto pubblico e telespettatori: “L’aeroporto O’Hare ha visto una precipitazione cumulata di 5.77 cm nell’arco della giornata, battendo il precedente record di 5.23 cm stabilito nel 1982. Il record ufficiale sarà determinato in seguito quando la precipitazione in corso cesserà più tardi.”

Alle 19:30 la NASCAR decide di andare in modalità di emergenza, dichiarando la corsa ufficiale anche se non si è raggiunta metà distanza o la fine della seconda stage (sarebbero mancati rispettivamente 2 e 4 giri) con Cole Custer come vincitore.

Queste le motivazioni nel comunicato ufficiale: “Con l’acqua stagnante e gli allagamenti localizzati che hanno rappresentato un problema rilevante nel circuito e in tutta la città, non c’era alcuna soluzione per tornare a correre prima di passare al programma della NASCAR Cup Series.

In tutto l’iter organizzativo per la gara cittadina di Chicago la nostra collaborazione con l’amministrazione cittadina è stata molto forte ed uno dei principali obiettivi nella realizzazione di questo weekend storico.

Nello spirito di questa collaborazione, il tornare a correre nella giornata di lunedì per il completamento di una gara della NASCAR Xfinity Series che era a soli due giri dall’essere dichiarata ufficiale non è stata una decisione da perseguire.

Basandoci su diverse circostanze impreviste, la NASCAR ha deciso di dichiarare Cole Custer il vincitore della corsa.”

La decisione comunque è conforme al regolamento NASCAR, che alle regole 1.6.B e 1.6.C, che rispettivamente riportano:

“Ci potrebbero essere occasioni e circostanze che si presenteranno e che saranno o impreviste, o straordinarie e nelle quali l’applicazione alla lettera del regolamento NASCAR non sarà possibile. In queste rare circostanze, i commissari di gara della NASCAR, in maniera pratica, possono prendere una decisione riguardo il modo di portare avanti l’evento, validare la regolarità di un partecipante o convalidare fatti simili che non sono contemplati o non sono coerenti con il regolamento NASCAR con l’obiettivo di perseguire questo obiettivo.”

“Di tanto in tanto, in certe regole, moduli di iscrizione, bollettini e altrove, la NASCAR potrebbe usare il termine ‘EIRI’ – che significa Except in Rare Instances [eccetto in rare occasioni, nda] – per indicare la probabilità che una certa decisione possa essere fatta. La NASCAR, tuttavia, potrebbe fare una determinazione del genere anche se il termine ‘EIRI’ non è stato indicato nelle circostanze elencate. Decisioni del genere sono rivedibili da parte dei commissari supervisori in applicazione dell’articolo 1.4 riguardante l’interpretazione e l’applicazione del regolamento. Ogni decisione è soggetta all’articolo 1.5 riguardante la finalità dell’interpretazione e l’applicazione del regolamento.”

Cole Custer vince dunque così, quasi certamente non nel modo desiderato, la seconda gara stagionale (entrambe non su un ovale) nonché la più corta come distanza percorsa nella storia della Xfinity Series davanti a Nemechek, Allgaier, Moffitt, Hill, Sammy Smith, Hemric, Chandler Smith, Kligerman e Grala; Creed è 11°, Mayer 18°, Berry 23°°, Herbst 24°, Jones 30°, Mosack 35°.

La stranezza di questa conclusione premia Custer anche con i 10 punti aggiuntivi ed il punto playoff per la vittoria della seconda stage.

I risultati odierni

La classifica della “The Loop 121”

La classifica generale

Così in campionato a 10 gare dalla fine della regular season della NASCAR Xfinity Series 2023

I prossimi appuntamenti

Stasera alle 23:00 (diretta su Mola con il commento di Matteo Senatore, Daniele La Spina e del nostro Simone Longo) ci sarà la storica prima volta della NASCAR Cup Series a Chicago. Bandiera verde anticipata di quasi un’ora alle 23:05 per il timore di pioggia e fulmini. A partire dalla pole position sarà Denny Hamlin davanti a Tyler Reddick, anche se hanno regalato spettacolo il debuttante Shane Van Gisbergen (terzo) e Jenson Button (ottavo).

La Xfinity Series tornerà in pista sabato prossimo ad Atlanta.


Immagine: Media NASCAR

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