Ancora una volta la coppia del Richard Childress Racing è imprendibile sugli superspeedway. Hill domina, ma poi un problema meccanico lo costringe al ritiro. Dunque prende il controllo il teammate Love fino al traguardo
Sembra un dominio irrefrenabile quello del Richard Childress Racing a Daytona, Talladega ed Atlanta. Anche ieri sera, nella gara di debutto della NASCAR Xfinity Series 2025, Austin Hill e Jesse Love hanno fatto praticamente quello che volevano, quasi scherzando con il gruppo. Il pilota della #21 sembrava avviato verso uno storico quarto successo consecutivo in questa gara specifica, poi però un guaio al retrotreno lo ha costretto al ritiro nella stage finale. Il testimone però è passato a Love che ha controllato il finale tenendo a bada la coppia Haas di Creed e Mayer, il trio del Joe Gibbs Racing ed il quartetto del JR Motorsports.
La gara
La stagione della NASCAR Xfinity Series a Daytona inizia come di consueto: con il brivido della pioggia. Dopo una tranquilla sessione di prove libere al venerdì (miglior tempo per Taylor Gray, qualche guaio al carburatore per Justin Allgaier), al sabato pomeriggio l’acqua dal cielo rischia di far saltare i piani a breve e lungo termine per numerosi piccoli team che con pochi o nessun owner point rischiano con la cancellazione delle qualifiche di saltare questa gara e, di conseguenza, anche le successive non riuscendo ad accumulare punti in classifica.
La sessione ufficiale inizia con 40′ di ritardo dopo l’asciugatura della pista per un acquazzone mattutino. Per recuperare tempo la direzione gara decide di far disputare solo il primo dei due round previsti, ma non basta: dopo 12 vetture scese in pista (sulle 41 iscritte), alla 13esima ricomincia a piovere. L’acqua che va e viene, il ritardo accumulato e un programma compresso (a seguire ci sono la gara della ARCA Series, le FP3 della Cup Series e la gara stessa della Xfinity), la NASCAR decide per la cancellazione della sessione.
Per stilare la griglia di partenza, dunque, si ricorre al regolamento: la pole position va al campione in carica Allgaier davanti a Taylor Gray, Eckes, Austin Hill e Sawalich; i tre DNQ sono, loro malgrado, JJ Yeley sulla terza auto del RSS Racing, CJ McLaughlin sulla terza vettura del DGM Racing e Carson Ware per il team di Mike Harmon.
Dopo aver retrocesso in fondo alla griglia Retzlaff, Ryan Truex e Alfredo per modifiche in parco chiuso, la corsa può avere inizio. Alla bandiera verde Allgaier scatta bene e rimane all’esterno con le altre Chevrolet; Taylor Gray sembra un po’ disperso all’inizio, poi però recupera terreno e si rimette alla pari con il leader. L’elastico prosegue per qualche giro anche se la corsia interna si svuota fin da subito, solo il side draft di massa salva le Toyota. Ad aiutarle involontariamente ci pensa anche Creed che, alle spalle di Allgaier ed Hill, cerca di farsi vedere.
La tregua dura per soli cinque giri, poi al sesto subito il primo incidente: Allgaier decide di coprire la corsia interna e così nella fila d’origine cambiano le dinamiche, c’è un leggero rallentamento in uscita di curva2 e la spinta di Love su Brandon Jones manda la #20 di traverso a travolgere il gruppo. Jones viene centrato da Dye (e saranno loro due gli unici ritirati) e nel mucchio finiscono più o meno danneggiati Poole (avantreno quasi distrutto), Kvapil (retrotreno ammaccato), Zilisch (muso) ed Harrison Burton (fiancata).
Dopo alcune soste per aggiustamenti di assetto (Sammy Smith, Clements, Retzlaff, Gase e Van Alst) e riparazioni, la corsa può ripartire con 19 giri rimanenti nella prima stage ed Austin Hill al comando dopo la manovra citata di Allgaier. Justin scatta meglio, ma Hill recupera sulla spinta di Creed; alle loro spalle un gruppo un po’ disordinato in cui Eckes si ritrova per motivi non chiariti pure lui col muso danneggiato. Ne approfitta Hill che allunga, ma Allgaier non demorde malgrado proprio Eckes alle sue spalle che non può spingere in maniera ottimale.
L’esterno alla fine avanza e l’interno inizia con le defezioni. A metà stage (giro 15) ormai nella corsia di sinistra sono rimasti solo Allgaier, Eckes e Mayer. Poi però, quando ormai si era quasi in fila indiana, una nuova caution: Poole (in vista per essere doppiato per la terza volta), perde il cofano sul trioval e provoca una bandiera gialla per detriti. Malgrado questo alla #44 viene assegnato il lucky dog ma è tutto effimero: la lunga sosta, infatti non porta Poole da -3 a -2 bensì a -8 ed oltre.
È la prima vera occasione per una sosta e ai box ci vanno Eckes (lunghe riparazioni), Allgaier, Mayer, Harrison Burton, Williams, Emerling, Retzlaff, Zilisch, Kvapil, Van Alst, Ellis e Bilicki. Kyle Sieg invece si ferma in pista senza potenza e anche per lui poi arriva il ritiro col semiasse ko. Tirano dritto in 20 che si presentano davanti a tutti alla ripartenza dei -5. Hill mantiene al comando dall’esterno mentre come alla partenza Gray perde colpi all’inizio. Stavolta però non recuperano perché Love poco più tardi si inventa una corsia centrale che va più veloce della interna, Sawalich salta, Gray si salva in corner.
Di questo rimescolamento ne approfitta ovviamente la corsia esterna che guadagna con Hill e Creed che viene puntato da Sanchez. La fuga da 16 si avvia verso l’ultimo giro. Honeyman attacca con Love ed i due vengono seguiti, poi nei metri finali Creed si fa vedere, Jeb Burton invece attacca e qui Sheldon decide di rimanere con Hill e non coprire la #27. Austin vince la prima stage su Creed, Sanchez, J.Burton, Alfredo, Honeyman, Allgaier, Thompson, Love e Gray. Lucky dog che non va a nessuno perché Poole (ormai a -14) è ancora ai box per le riparazioni.
Si completa il primo giro di soste (Eckes ancora riparazioni mentre Thompson manca lo stallo al primo tentativo) ed Allgaier torna al comando su Mayer, Williams, H.Burton, Zilisch, Hill, Love, Sawalich, Alfredo e Bilicki. Si rimane per qualche giro 2-wide con Burton che tiene testa ad Allgaier mettendo anche il muso davanti, poi però la corsia interna si spacca, Zilisch viene fatto saltare e il tandem Allgaier-Mayer avanza. Sammy Smith prende il comando della fila di sinistra di forza da Burton e di slancio nel giro di una tornata passa lui in testa.
Ma il rimescolamento prosegue, anche Jeb Burton viene fatto saltare ma arriva Ryan Sieg in suo soccorso e la coppia di outsider vola davanti a tutti. Allgaier si perde un po’ in questa fase mentre Sammy Smith ha coperto dall’esterno. E qui, dopo un inizio di stage sotto copertura, si scatena Austin Hill che nel corso di un giro piazza le due mosse chiave: prima si trova dietro a Sammy Smith, ne favorisce l’avanzamento dopo aver coperto Sieg, poi con uno zig zag da slalom alpino si lancia all’esterno e torna primo poco dopo metà stage.
Questo scombussola il gruppo che dietro alla #21 si trova 3-wide. L’interno è quello organizzato meglio e avanza dietro ad Hill con Ryan Sieg, Sanchez, Zilisch, Ryan Truex e Bonsignore. Jeb Burton e Love sono quelli che si fanno trovare più pronti e sono loro a riorganizzare la corsia esterna ai -10. Poi però Jesse fa saltare la #27 ed è lui a recuperare al punto che Sanchez prima e poi anche Hill con Sieg devono coprire lasciando Zilisch al vento. Love tenta la mossa di slancio su Nick ma non va, Burton copre il buco e così la #2 rimbalza precipitando in classifica. E si va così in fila indiana verso il finale. Da notare in questa fase Clements con problemi di pressione ad una gomma e alla benzina, ma quest’ultima risulta solo un guaio al cruscotto.
Ai -5 ricominciano gli attacchi, parte Love, copre Sammy Smith poi è la volta di Mayer ma non guadagnano, poi si spostano anche le Toyota. Ai -4 si sposta anche Allgaier ed è Sanchez a doversi difendere, poi anche Hill e Sieg. Nick decide di tornare all’esterno mentre Justin rimane basso. Al giro successivo attacco di Jeb Burton, la coppia di testa si difende ancora. Si arriva così al giro finale dove tutto è tranquillo fino a curva3 dove arriva la caution: una spinta non perfettamente dritta di Creed su Sanchez manda Nick a muro e poi a casa in anticipo per i danni riportati.
Hill vince dunque sotto bandiera gialla anche la seconda stage davanti a Sieg, Creed, Allgaier, Thompson, J.Burton, Gray, Sawalich, Alfredo ed H.Burton; lucky dog per Poole che passa così da -17 a -16. Doppia vittoria di stage per Hill, situazione sotto controllo… eppure per Austin il vento cambia e anche in fretta. Negli ultimi giri, infatti, la camera car sul suo paraurti non è più limpida bensì coperta di fluidi e anche i piloti che lo seguivano si lamentano di questo. Dal team cercano di dissimulare tranquillità, ma la situazione non è rosea.
Intanto si fa un giro di soste normali ed Hill riparte davanti a Creed, Gray, Wright, Allgaier, Clements, Sieg, Smithley, Truex e Thompson. Green ai -55 e al secondo giro lanciato Austin inizia l’allungo mentre Harrison Burton e Mayer aprono la terza corsia. L’esterno avanza e si crea spazio, Creed attacca Hill che stavolta non reagisce, Sheldon passa al comando seguito da Sieg e Jeb Burton.
Ma ancora una volta Hill trova la magia: avanza con Creed per quel tanto che basta per crearsi un varco, poi si tuffa in curva3 e torna al comando. Sheldon prova ad accordarsi, poi però Allgaier guadagna qualcosa e così Austin è primo a gestire alternativamente due corsie. Ma Justin ora ha di nuovo il parabrezza sporco e l’olio viene dalla #21. Dietro di loro Sieg e Jeb Burton provano qualche mossa, ma non va e la #27 fa un passo avanti e due indietro.
Ai -45 la situazione per Hill diventa più preoccupante, dato che ora sente davvero puzza di olio bruciato, vede fumo nell’abitacolo e capisce che il problema è al retrotreno. Per sua fortuna è in arrivo un giro di soste in cui valutare il da farsi, ma intanto subisce altri attacchi. Creed scende da esterno a interno, Austin copre, Sieg avanza dall’altro lato e stavolta la #21 non reagisce. Sembra fatta per Ryan, tuttavia l’interno recupera e pian piano avanza nuovamente.
Mentre a centro gruppo Perkins fuma ancor più vistosamente di Hill e, malgrado sia all’esterno, riesce a tornare ai box per poi ritirarsi col servosterzo ko, ai -40 riprende velocità l’esterno, Hill anche adesso non copre rimanendo con Creed mentre Allgaier spinge Sieg. Si capisce 2.5 miglia più tardi il motivo di questa decisione di Austin: il primo gruppo di Chevy va ai box per la sosta finale. Con lui anche Allgaier, Honeyman (speeding), Zilisch, Alfredo, Kvapil, Williams e Clements.
Allgaier arriva lungo e perde tempo prezioso, tutti ripartono… ma non Austin Hill. I meccanici vanno subito sotto la vettura a capire il problema tecnico e intuiscono immediatamente il guaio: problemi all’ingranaggio che c’è fra semiasse e albero di trasmissione con conseguente perdita di olio lubrificante. Il rischio di provocare danni ancora più seri è notevole e quindi per la #21 non rimane che fare un giro sull’apron per andare nel garage e ritirarsi per un clamoroso colpo di scena che nega ad Hill il poker a Daytona.
Al giro successivo è la volta del secondo gruppo Chevy (S.Smith, Anderson, Retzlaff, Smithley, Emerling e Gase) e qui Garrett arriva lungo nello stallo bloccando Patrick che sta per arrivare, poi ai -37 Thompson da solo. Tira dritto un gruppo di 16 piloti che precede Van Alst (staccato già da prima) e poi Zilisch che guida chi è già passato da box. Allgaier è nei guai in quanto nella sosta lunga ha perso contatto ed ora è stato doppiato.
L’audacia dei leader termina ai -33 quando si fermano in blocco (tranne Bacarella) e qui arriva l’incidente. Wright non rallenta per nulla e centra l’incolpevole Bilicki che via radio dice subito: “I’ve just been Wrighted.”
La #5 è arrivata talmente con troppa velocità che l’unica spiegazione possibile sembra quella dei freni rotti. E in telecronaca in effetti arriva questa prima versione, un incidente del genere sembra troppo persino per la bassa reputazione di Wright. Poi però Kris rovina tutto all’intervista in cui dice in sintesi che sì c’erano stati in precedenza dei problemi ai freni, ma in questo caso c’è stato un fraintendimento con lo spotter. E dalla telecronaca (ottimo debutto per la nuova CW, ndr) Parker Kligerman piazza la frase della serata: “Non mi risulta che gli spotter abbiano i freni, o un volante.”
Mentre c’è da soccorrere anche Honeyman fermo in pista, dopo le soste di Bacarella, Van Alst, Truex (pizzicato pure lui da Wright) e Jeb Burton (griglia ammaccata) e dopo una lunga caution in cui in sintesi si discute sulla posizione di Bilicki (il live timing lo mette staccato di quattro giri, il team dice che in realtà sia a pieni giri dato che il trasponder è stato portato via dalla #5 e così è infatti Josh viene rimesso al posto giusto), si riparte ai -25 con Creed al comando su Mayer, Love, Gray, Sawalich, Bonsignore, H.Burton, Sieg, Eckes ed Ellis per 28 auto a pieni giri, fra di essi non c’è Smithley che va nel garage con un problema elettrico.
Green e la coppia Haas all’esterno viene passata dal tandem Love-Burton con Jesse che si porta al comando. Love copre Creed mentre Harrison limita i danni dopo essere stato lasciato con Sieg. Burton non molla e ai -19 in curva3 piazza l’attacco, Love non si scompone e rimane primo. Questo tentativo segna la fine della corsia interna mentre ne nasce una centrale con Sammy Smith prima, poi Zilisch ed infine anche Mayer. C’è il subentro di tale fila come avversaria a quella di Love e si torna 2-wide.
Nella fusione fra le corsie si è trovato compatto il JR Motorsports con Zilisch davanti a Sammy Smith, poi Allgaier e Kvapil. All’esterno invece, dietro a Love, il suo Haas di Creed e Mayer seguito dal trio Joe Gibbs Racing di Gray, Sawalich e Bonsignore. Ma Love non si scompone ed ai -15 gestisce un attacco di Creed, poi entrambe le corsie. Jeb Burton prova a lanciare la terza corsia ma non va.
C’è un po’ di elastico, prima Love e Creed avanzano, Sheldon ci prova e non va, poi JRM reagisce ed ai -12 Zilisch ha il muso davanti. Sembra in discesa la strada, ma un errore di inesperienza da parte di Kvapil fa saltare Allgaier e JRM perde un vagone. Ai -10 la miccia sembra accesa, il gruppo non è più ordinatissimo e infatti ai -8 arriva l’incidente.
Creed si è fatto vedere in curva4 venendo seguito da Mayer e Love viene affiancato. Jesse torna ad avanzare e la calma regna solo nella #2, più dietro Eckes punta Bonsignore mentre Allgaier va nel mezzo con Sieg. Le loro traiettorie si incrociano ed i due Justin si toccano. Sembra sul momento un incidente peggiore ma alla fine finiscono con danni (nessun ritiro) Bonsignore, Allgaier, Sammy Smith, Alfredo (senza una ruota) e Anderson; lucky dog per Emerling.
Si va dunque ad uno sprint di tre giri con Love davanti a Creed, Mayer, Gray, Zilisch, J.Burton, Sawalich, Eckes, Kvapil ed Allgaier. Bandiera verde e ancora una volta in Haas non si ottiene la velocità desiderata al punto che il tandem Love-Gray scappa via scendendo all’interno. Creed capisce che deve muoversi, lascia Mayer, salta Gray di rincorsa e si rimette nella scia di Love. Zilisch si trova così all’esterno e inizia il recupero ai -2. Sul rettilineo opposto, vedendo l’avanzata, Love e Creed coprono e questo innesca un rallentamento che diventa tamponamento a catena che si conclude con la spinta di Allgaier (secondo momento della gara in cui non convince del tutto Justin) che fa deragliare Zilisch e manda ko anche Sawalich e Retzlaff e coinvolge anche Eckes, Ellis, Sammy Smith e Van Alst; lucky dog per Alfredo.
Si va dunque al primo OT del 2025 con Love ancora in controllo, stavolta su Gray, Mayer, Creed, J.Burton, Kvapil, Allgaier, Sieg, Anderson e Williams. Bandiera verde per i due giri finali e Love forza la discesa dall’esterno all’interno ancora prima di curva1. Passa al pelo e Sam non la prende bene da come spinge la #2 fino a curva2. Al loro fianco leggermente più indietro Burton e Gray. Love guarda il loro recupero ma ancora una volta non si scompone e preferisce rimanere con la #41. Sieg prova un 3-wide che diventa sempre più concreto. Creed molla Mayer e si tuffa dietro a Gray.
Il plotone si avvia verso l’inizio dell’ultimo giro quando a pochi metri dalla linea avviene l’ultimo incidente della corsa. Allgaier combina un altro guaio (probabilmente il terzo della serata) e dopo un rallentamento all’esterno si sposta girandosi sul muso di Anderson, centrando Williams e coinvolgendo anche Sieg, Alfredo, Bilicki, Jeb Burton ed Honeyman.
Non c’è stato il tempo fisico per chiamare la caution prima della bandiera bianca e quindi a gialla esposta la gara viene congelata e dichiarata ufficiale con la vittoria di Jesse Love davanti (dopo la moviola) a Mayer, Creed, Kvapil, Gray, Harrison Burton, Anderson, Thompson, Clements ed Emerling; Eckes 12°, Jeb Burton 16°, Allgaier 18°, Sieg 19°, Williams 20°, gli altri big incidentati fuori dalla top25.
RCR conquista dunque Daytona, ma non con Hill (che sembrava molto arrabbiato per il problema meccanico) bensì con Love che dopo Talladega l’anno scorso completa il set con Daytona. Il tutto in attesa di Atlanta la settimana prossima per la rivincita.
I risultati odierni
La classifica della “United Rentals 300”
La classifica generale
Così in campionato dopo 1 gara su 33 della NASCAR Xfinity Series 2025
I prossimi appuntamenti
Stasera alle ore 20:00, momento in cui è fissata la bandiera verde, è in programma la Daytona 500, la classica di apertura del campionato della NASCAR Cup Series. Pole position per Chase Briscoe. La corsa si potrà vedere in diretta sul canale YouTube della NASCAR.
Immagine: Media NASCAR
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