Parker Kligerman, salito a bordo della Chevrolet di Connor Zilisch a metà del primo stage, vince la Wawa 250 a Daytona
Daytona è un ovale magico, che regala sempre delle gare importanti, tra cui quella di oggi. La vittoria della Wawa 250 “condivisa” da Connor Zilisch e Parker Kligerman, che ha sostituito il giovane a bordo della Chevrolet #88 a metà del primo stage, è una di quelle cariche di passione, figlia di una di quelle storie ricolme di emozioni che rendono magica una categoria come la NASCAR. Insomma, si è scritta una pagina importante della storia di questo sport.
La NASCAR Xfinity Series torna in pista dopo una settimana di pausa per la Wawa 250 al Daytona International Speedway, ventiquattresima gara di campionato. Il superspeedway della Florida è la pista più iconica del mondo stock car.
Il Daytona International Speedway è uno dei due superspeedway presenti nel calendario delle serie NASCAR. Il circuito, costruito nel 1959, non è mai cambiato radicalmente, rimanendo sempre un ovale di 4 curve dalla lunghezza di 2.5 miglia (circa 4 km), da percorrere sempre a pedale destro abbassato. L’ampio banking e le folli velocità che vengono raggiunte rendono la pista più iconica della Florida famosa per la possibilità di assistere a grossi incidenti, soprattutto nel finale di gara.
La Wawa 250, aggiunta nel calendario a partire dal 2002, permette ai piloti della NASCAR Xfinity Series di sfrecciare lungo il leggendario ovale di Daytona anche durante la stagione estiva. La durata della corsa in questione è di 100 giri fin dalla sua prima edizione nonostante in diverse occasioni sia stata allungata a seguito di diversi Overtime.
Sono 38 i piloti iscritti alla gara. Partendo dalle Chevrolet, è d’obbligo menzionare il ritorno in pista di Josh Williams dopo la fine del rapporto con Kaulig Racing. Il pilota di casa guida in quest’occasione la #45 di Alpha Prime Racing, portata in pista a Watkins Glen da Parsons. La squadra in questione schiera anche una quarta vettura, la #5, per Cesar Bacarella.
Kaulig Racing affida la #11 a Justin Haley, pilota di Spire Motorsports iscritto a tempo pieno in Cup Series (e part time in Truck Series), che torna nella classe intermedia dopo 2 anni precisi di assenza. La Chevy in questione è stata guidata da McDowell a Watkins Glen.
Anche la terza vettura di Jordan Anderson Racing subisce l’ennesimo cambio di pilota. La #32, guidata da Green durante lo scorso appuntamento, viene portata in pista a Daytona da Rajah Caruth, che parteciperà anche ai playoff della Truck Series.
La canonica alternanza alla guida della #70 di Cope Family Racing vede Leland Honeyman tornare al volante al posto di Annunziata. Si verifica un cambio anche sulla Chevrolet di SS-Green Light Racing, su cui sale a bordo per l’ottava volta in stagione Patrick Emerling, “scortato” da Pardus al Glen.
DGM Racing with Jesse Iwuji Motorsports schiera per quest’occasione la sua terza ZL1, la #92, per Natalie Decker. La pilota nata in Wisconsin torna in pista dopo una lunga assenza, dovuta alla gravidanza e alla successiva nascita del suo primo figlio.
Joey Gase Motorsports with Scott Osteen torna a schierare due Chevrolet. La #35, che era una Toyota nella scorsa tappa, passa dalle mani di Reen a quelle di Mason Maggio, mentre la #53 viene guidata dal boss Joey Gase, che l’aveva affidata due settimane fa al giovane Hill.
Anche in casa Joe Gibbs Racing avviene un cambio di casacca. Il sedile della Toyota #19, che, come da tradizione, è guidata da dei “piloti volanti”, viene occupato a Daytona dall’esperto Aric Almirola, che prende il posto occupato da Herbst durante l’ultima gara.
Sono, però, diversi gli assenti a questo evento. JR Motorsports e Sam Hunt Racing, difatti, non iscrivono la loro vettura part time. Mike Harmon Racing, nonostante figuri nell’entry list con Logan Bearden, ha rinunciato a partecipare alla gara poco prima del suo inizio.
La Qualifica è stata interrotta a seguito dei lampi che sono arrivati nei pressi dell’autodromo. La griglia di partenza è stata quindi definita dall’algoritmo. Connor Zilisch, pilota della Chevrolet #88 di JR Motorsports, ottiene così la pole position. Sarà però Sam Mayer, portacolori della Ford #41 di Haas Factory Team, a partire dalla posizione d’onore. La prima fila viene completata da Sammy Smith.
La gara
La presenza di fulmini nell’area di Daytona costringe la direzione gara a posticipare la partenza di mezz’ora abbondante. Mayer scatta bene dall’esterno. Smith, però, resta affiancato al rivale fino al backstretch, dove, comunque, è il pilota Ford a primeggiare. Nonostante ciò, non tutto è perduto per la Chevy, che mette il muso davanti a quello della Mustang in curva 3 e lo mantiene fino al passaggio sulla linea del traguardo.
Al giro 2 Mayer allunga su Smith alla fine del frontstretch, ma il ragazzo di JR Motorsports torna davanti in curva 3. Anche nel corso del passaggio successivo la Ford, aiutata di Hill, supera la Chevy in uscita dalla seconda piega, salvo scendere nuovamente in seconda posizione al termine del backstretch. La stessa manovra viene ripetuta anche nel corso della quarta tornata.
Lo stesso pattern si verifica anche durante il quinto e il sesto giro, in cui, però, nelle retrovie bolle qualcosa. Già, perché i piloti alle spalle dei due aspiranti leader stanno iniziando a preparare i primi di cambi di corsia, che influenzeranno la corsa nei minuti successivi.
Al settimo giro, difatti, avviene la svolta. Smith, questa volta, allunga su Mayer in curva 2 e prende la leadership in solitaria. Nonostante ciò, l’alfiere Chevy prende la decisione impopolare di mantenere salda la sua posizione sulla linea interna. Inutile dire che pagherà cara questa scelta sbagliata.
Al giro 9 si crea una terza linea, guidata da Love, nella posizione più vicina alla linea gialla. Questa novità si rivela ideale per riaccendere la battaglia tra Mayer e Smith, che passano al comando, rispettivamente, della corsia centrale e di quella interna. Sul traguardo prevale la Ford, anche se di pochissimi millesimi.
Il decimo giro è quello in cui avvengono molti fatti degni di nota. Le corsie tornano ad essere due, mentre davanti si assiste ad una piccola fuga di Mayer. L’evento più importante di questa tornata, però, è il contatto avvenuto sul backstretch tra DiBenedetto e Harrison Burton.
Il pilota Chevy, complice un errore di calcolo durante il passaggio dalla linea interna a quella esterna, tocca lo spigolo posteriore sinistro della Ford, che penetra nell’inner senza alcun controllo. Burton, però, riesce ad evitare lo scontro con le barriere grazie ad una serie di manovre sopraffine. La Mustang di AM Racing, nonostante ciò, subisce dei danni, dato che perde alcuni pezzi del fondo, i quali rimangono sull’asfalto posto oltre la doppia linea gialla.
Al giro 11 Mayer si sposta sulla linea interna. Ciò permette a Hill, ora salito in cima a quella esterna, di cominciare ad attaccare. Il pilota Haas, però, non ha timori reverenziali e riesce a mantenere la leadership, seppur con qualche piccolo tentennamento, fino alla prima interruzione di giornata.
L’arrivo di alcune gocce d’acqua costringe, difatti, la direzione gara a chiamare in pista la pace car mentre i piloti percorrono il giro 12. Durante la caution si assiste, oltre alle riparazioni di Harrison Burton (che si prende pure il lucky dog) e a dei controlli meccanici sulla Chevrolet di Retzlaff, ad un evento rarissimo: un cambio pilota.
Zilisch, infortunatosi ad una clavicola a seguito di una scivolata avvenuta durante l’esultanza per la vittoria a Watkins Glen, cede la sua Chevrolet a Kligerman per guadagnare punti preziosissimi in campionato senza sacrificare la sua salute.
Oltre a ciò, dopo un paio di tornate, si assiste alla prima sosta di giornata per Love, Sanchez, Maggio, Poole, Bilicki e Kligerman, il quale svolgerà anche un refuel diversi giri più tardi. Il lungo periodo di caution si interrompe al giro 21, in cui, a causa dell’aumento di intensità della pioggia, la gara viene sospesa. Bandiera rossa.
I motori tornano a rombare dopo quasi 40 minuti di silenzio. Al restart è Mayer, aiutato da Hill, ad avere la meglio su Smith, situato sulla linea interna. Il pilota Chevy, però, può contare sulla spinta del compagno Allgaier, che gli permette di avanzare in prima posizione all’imbocco del frontstretch.
Il pattern con cui Mayer e Smith si scambiano la leadership torna a verificarsi anche nell’ultima fase del primo stage. Il pilota Ford, difatti, guadagna, sia nel giro 26, sia nel 27, la testa della corsa in curva 2, salvo cederla all’avversario già alla piega successiva.
Al giro 27, però, qualcosa cambia. Mayer è molto veloce e sfrutta questo suo momentum per sopravanzare Smith in curva 2. La risposta del ventunenne dell’Iowa non tarda ad arrivare, dato che torna in testa grazie all’aiuto che il compagno Allgaier gli fornisce sul frontstretch. Hill, difatti, non si rivela essere il draft partner perfetto per il leader della linea esterna.
Durante il ventottesimo passaggio si crea una terza corsia, la quale va a snaturare gli equilibri instaurati al restart. Alla fine del backstretch, Mayer e Hill riescono a imporsi senza troppa difficoltà su Smith, che tornerà all’attacco poco dopo.
Nel momento in cui le corsie tornano ad essere due, ossia alla tornata successiva, l’inside lane avanza prepotentemente e Smith, ancora a capo della fila di vetture più vicina alla doppia linea gialla, torna a imporsi visivamente su Mayer in curva 3.
Ultimo giro. Mayer è aggressivo e, in curva 2, mette il muso davanti a Smith. Il nativo del’Iowa, inoltre, deve fare i conti anche con una corsia interna sempre più spoglia di vetture, dato che molte si sono spostate in una nuova fila. Nonostante ciò, la Chevy #8 ha la velocità necessaria per mettere il proprio paraurti anteriore davanti a quello della #41 in curva 3.
Contemporaneamente si verifica un contatto tra Jeb Burton e Kvapil, in cui è il rookie ad avere la peggio. All’imbocco di curva 3, difatti, il veterano, situato sulla doppia linea gialla, tocca lo spigolo posteriore sinistro della Chevrolet del giovane, la quale perde velocità e va in mezzo alla carreggiata senza subire danni, almeno all’apparenza.
La stessa sorte non viene riservata a Gray, che, per evitare la Chevrolet di Kvapil, allarga la linea in curva 4 e perde il controllo della sua Toyota, che schizza imbizzarrita nell’erba posta fuori dalla carreggiata percorribile. L’errore del giovane prospetto di TRD, che non subisce grossi danni alla sua vettura, costringe la direzione gara ad esporre la bandiera gialla in tutta la pista.
Il primo stage termina quindi nel bel mezzo di una lotta a due per la prima posizione, che viene vinta da Sammy Smith, pilota della Chevrolet #8 di JR Motorsports, il quale si aggiudica di conseguenza il successo nella porzione inaugurale di gara. Mayer, DiBenedetto, Hill, Allgaier, Jones, Eckes, Alfredo, Jeb Burton e Sawalich completano la top 10. La corsa riprende dopo il secondo lucky dog di Harrison Burton e la sosta, che viene svolta da chi non si è fermato durante la prima caution.
Love, aiutato dalla spinta di Mayer, scatta divinamente dall’esterno e si impone di forza su Kligerman. Il pilota subentrato a Zilisch, però, ha un allungo migliore rispetto a quello del rivale e, grazie anche al lavoro “di squadra” compiuto assieme ad Almirola, sorpassa l’avversario sul backstretch.
Love, però, viene spinto ancora una volta da Mayer. Questa manovra permette al ventenne di Menlo Park non solo di strappare la medaglia d’oro dal collo di Kligerman all’inizio del frontstretch, ma anche di allungare così tanto da potersi immettere sulla linea interna all’ingresso di curva 1.
Al giro 37, però, si ricreano tre corsie. Questo si rivela essere un bel problema per Love, che è costretto a zigzagare per evitare che qualcuno gli tolga la prima posizione. Il californiano verrà fermato da Kligerman, che, a capo della rimontante linea interna, costringe il “lane splitter” a restare esterno alla quarta curva della trentottesima tornata. Alla fine del passaggio numero 39, una foratura alla gomma anteriore sinistra costringe Kvapil a svolgere un pit stop di emergenza.
L’azione in alta classifica si riaccende al quarantesimo giro, in cui Kligerman si ritrova a zigzagare tra la linea interna e quella centrale per evitare la risalita della outside lane, capitanata da Smith. Il californiano riuscirà a riprendere lo scettro della corsa al termine della medesima tornata. Pochi secondi dopo, il sostituto di Zilisch, rimasto bloccato al centro della carreggiata, sprofonda nel bel mezzo del gruppone. Sarà la fine per le sue speranze di vittoria?
La corsia centrale avanza assieme al suo nuovo leader, Haley, che balza al comando all’inizio del giro 43. Il pilota Cup si sposta poi all’esterno in curva 3. Al termine di questa manovra si torna su due linee, guidate, rispettivamente, dalle Chevrolet #11 e #27. Durante questo periodo si assiste al ritiro di Retzlaff nei box per un guasto idraulico.
Jeb Burton, che nel frattempo ha recuperato terreno assieme alla bottom lane, attacca Haley alla quarta curva del giro 44. Il pilota Cup risponde subito e, con il ritorno su tre corsie, inizia a zigzare tra quella centrale e quella esterna.
L’equilibrio che si è creato viene rotto da Love, che, al giro 46, si butta interno in curva 4. La manovra del californiano mette in difficoltà Haley, che, comunque, si difende con successo. Il pilota di RCR si ritrova a guidare l’inside lane nel momento in cui le corsie tornano ad essere due.
Nonostante un attacco fallito alla fine del giro 48, Love non demorde. Il vincitore della gara invernale a Daytona, difatti, è autore di uno spunto vincente su Haley, che gli permette di spostarsi all’esterno già alla seconda curva del passaggio numero 49.
Il doppiaggio di Kvapil, avvenuto al giro 50, favorisce la creazione di un’unica corsia dominante. Si creerà più avanti una nuova linea interna, dove Love si inserirà al passaggio numero 52 prima di tornare esterno durante il 54.
Va detto, però, che Love ha un rivale che, prima dello “showdown” del secondo stage, ha la volontà e i mezzi giusti per metterlo in difficoltà: si tratta di Hill, il suo compagno di squadra, che, durante il cinquantacinquesimo passaggio, si sposta a capo della linea interna, obbligando il rivale a fare “lane splitting” per diverso tempo.
Il secondo stage si decide durante il giro 58. Love si stabilisce interno al termine del frontstretch, salvo poi tornare esterno sul backstretch nel momento in cui si forma una terza corsia. In curva 3 Hill si sposta sulla linea centrale, mentre Allgaier, autore di uno spunto meraviglioso, recupera diversi metri dall’interno.
Il secondo stage si conclude prematuramente a causa di un incidente in curva 4. Jeb Burton, sulla linea interna, allarga leggermente e tocca lo spigolo posteriore sinistro della Chevrolet di Smith, che schizza senza controllo verso il centro della pista. Lì, il giovane di RCR deve fare i conti con le Toyota di Jones e Sawalich, che vengono al contatto proprio mentre stanno cercando di evitare la sua ZL1, e Almirola. Fortunatamente nessuna vettura subirà danni eccessivi.
Dopo un’attenta analisi della posizione della vetture nel momento in cui è stata chiamata la caution, viene confermato che è Justin Allgaier, pilota della Chevrolet #7 di JR Motorsports, il vincitore del secondo stage a Daytona. Love, Eckes, Hill, Creed, Thompson, Harrison Burton, Gray, Jones e Ryan Sieg completano la top 10.
L’intera griglia (anticipata da Sawalich, passato dai meccanici prima dell’apertura della pit lane) si ferma per svolgere la seconda sosta di giornata. Anche Jeb Burton si ferma per i danni estetici derivanti dall’incidente narrato in precedenza. La corsa riparte al termine del lucky dog di Perkins.
Il terzo stage inizia con la spinta di Ryan Sieg su Hill, che immediatamente prende il comando della gara. Il “re dei superspeedway”, scattato dall’esterno, va addirittura a coprire Love, interno, sul backstretch prima si rimettersi sul lembo di asfalto che presenta un banking maggiore.
La quiete, però, torna presto protagonista della corsa. Già al giro 67, difatti, torna in pista la pace car. Il motivo è presto detto: la Chevrolet di Alfredo, protagonista di questa corsa, si è ammutolita nella via di fuga del backstretch. La gara dell’italo-americano si conclude nei box per un guasto elettrico nonostante i meccanici abbiano tentato di risolvere il problema in diversi modi. Jeb Burton sfrutta la caution per svolgere delle riparazioni sulla propria auto. Diversi piloti nelle retrovie decidono di svolgere una terza sosta. Sawalich lucky dog.
La ripartenza vede gli ex-compagni di squadra Hill e Creed contendersi la prima posizione. Seppur sia scattato meglio allo sventolare della bandiera verde, il pilota Chevrolet si ritrova dietro a quello Ford già in curva 2.
Creed, oltretutto, si sposta dalla linea interna a quella esterna, tappando fisicamente Hill già pochi metri dopo il sorpasso. Ryan Sieg, spinto da Kligerman, sfrutta la pista libera per mettere il proprio paraurti davanti a quello del pilota Haas, che, però, concluderà in testa il primo giro sotto bandiera verde grazie al sorpasso sul compagno di marca, avvenuto in curva 4.
Al giro 73 si assiste al testacoda di Caruth sul backstretch, dovuto a un contatto con un’altra vettura durante il cambio di corsia. Inoltre, durante la stessa tornata, Ryan Sieg supera Creed in curva 4, andando a prendersi di forza la prima posizione.
Al passaggio successivo, però, Creed è una furia, dato che in curva 2 mette il muso davanti a Sieg. Ryan, però, non demorde e contrattacca. L’esito di questa manovra non è dei migliori, dato che sarà proprio l’alfiere Haas a tagliare il traguardo davanti a tutti. Il pilota di RSS risponderà alle critiche alla quarta curva della tornata numero 75, in cui guadagna, di nuovo, la prima posizione.
Il battibecco tra le due Ford continua. Al giro 76 Creed attacca Sieg, fallendo, in uscita da curva 2. Al 77, invece, il pilota Haas riesce ad imporsi sul rivale all’altezza del backstretch grazie ad un ottimo allungo. Ryan gli risponderà alla quarta curva della tornata successiva con un un sorpasso.
Al giro 79 Ryan Sieg si rende protagonista di una manovra molto aggressiva. Il trentottenne della Georgia, difatti, allarga la linea in curva 4, difendendosi così dal sopraggiungente Creed. Il “dibattito” fra i due termina qui.
Al giro 81 Sieg guadagna così tanto terreno da potersi spostare a capo della linea esterna in curva 2. Kligerman, ora diventato leader della corsia interna, avanza rapidamente prima di venire coperto dalla Ford di RSS, che torna poi a condurre senza avversari dopo essersi di nuovo mosso verso le barriere.
La corsia interna mette in difficoltà Ryan Sieg solo al giro 85, in cui decide di spostarsi lì prima di tornare esterno. La scelta non si rivela proficua, dato che cede la testa della corsa a Hill, che passa per primo sul traguardo.
Ryan Sieg, però, non si arrende e inizia a costruire la rimonta della linea esterna, che torna a rivestire un ruolo preponderante già alla prima curva del giro 86. Hill viene superato nel corso di questa tornata anche da Kligerman e Allgaier.
La quinta caution di giornata demolisce gli equilibri che si sono creati nel corso del terzo stage. Giro 89, curva 4. Gray fora la gomma posteriore sinistra, tocca la barriera posta all’esterno della pista e vira verso l’interno. La Toyota, perpendicolare alla traiettoria ideale, viene centrata in pieno da Clements. Per evitare l’impatto con la #54, Bilicki e Bacarella perdono il controllo della propria vettura. I danni sono così gravi che la #51 è costretta al ritiro. La Supra del rookie, invece, può tornare in pista dopo una riparazione abbastanza corposa. Kvapil lucky dog.
La ripartenza sorride a Kligerman, che, spinto da Allgaier, scatta bene dall’interno. Ryan Sieg, seguito da Hill, però, va davanti al rivale sul backstretch, il quale gli risponde subito. Il sostituto di Zilisch, spinto dal compagno di squadra, riesce addirittura a spostarsi esterno e a coprire il pilota della #39 prima di raggiungere la linea del traguardo.
Hill va esterno in curva 1 e avanza, mettendo in discussione la leadership di Kligerman al giro 96. Il veterano, però, copre la linea del “re dei superspeedway” prima di iniziare a zigzagare per restare davanti a tutti nel momento in cui viene creata la terza corsia.
Le gerarchie si rimescolano completamente a seguito di un grosso incidente avvenuto all’inizio del giro 97. Honeyman spinge male Ryan Sieg alla fine del frontstretch. La Ford #39 schizza così verso l’interno, colpendo in pieno con il paraurti anteriore la fiancata di Eckes prima di venire centrata in pieno da DiBenedetto, che viene a sua volta colpito da Jeb Burton. La Mustang di RSS si sposta poi verso l’inner, dove tocca anche Dye, giunto lì per evitare la carambola.
Anche Harrison Burton, Williams, Almirola, Ellis, Sanchez e Creed vengono coinvolti nel big one. Moltissimi piloti subiscono grossissimi danni. Tra di essi è doveroso menzionare Ryan Sieg, Eckes, DiBenedetto, Williams e Dye, che concludono la gara in anticipo proprio a causa dell’incidente in questione. Lucky dog per Kvapil.
Si giunge quindi all’Overtime. Kligerman, spinto da Allgaier, scatta benissimo dalla linea interna e si impone subito su Hill, che, addirittura, viene coperto dalla #88 quando quest’ultima si sposta all’esterno sul backstretch. Contemporaneamente si crea una terza linea e il sostituto di Zilisch, per mantenere la leadership, zigzaga per tutto il backstretch durante l’ultimo giro.
All’ultima curva del passaggio finale le posizioni vengono neutralizzate definitivamente a seguito di una carambola che coinvolge Gase, Sanchez, Creed, Emerling, Poole, Maggio, Harrison Burton, Haley, Kvapil, Bilicki, Hill, Honeyman e Kyle Sieg. Gli ultimi tre piloti menzionati e Almirola, ufficialmente non presente nella lista dei piloti incidentati, non riescono a concludere la gara.
Connor Zilisch, pilota della Chevrolet #88 di JR Motorsports sostituito a gara in corso da Parker Kligerman, vince la Wawa 250 al Daytona International Speedway. Allgaier, Smith, Mayer, Love, Jones, Thompson, Poole, Smithley ed Ellis completano la top 10.
Connor Zilisch, nato 19 anni fa a Charlotte, North Carolina, è infermabile. Nonostante sia stato sostituito a metà del primo stage da Parker Kligerman, nato a Westport, Connecticut, nel 1990, il giovanissimo di JR Motorsports, da regolamento, ha conquistato il settimo successo stagionale e ottavo in carriera. Le possibilità di vincere il titolo da parte di Connor sono molte, anche se questa è la sua prima stagione completa in NASCAR. Da menzionare anche il fatto che Zilisch, con il risultato odierno, ha terminato in top 5 per ben 12 volte di fila!
I risultati odierni
La classifica generale
Così in campionato dopo 24 delle 33 gare della NASCAR Xfinity Series 2025:
Tutti i piloti che hanno vinto almeno una gara, ossia Love, Hill, Zilisch, Allgaier, Jones, Smith, Sanchez e Mayer, hanno già conquistato l’accesso ai playoff. Sono ancora disponibili 4 posti, quindi almeno due piloti che non hanno trionfato nemmeno una volta durante la regular season si qualificheranno al Round of 12.
I prossimi appuntamenti
Anche se il programma del venerdì si è concluso, è doveroso ricordare che a Daytona si terrà anche l’ultima gara della regular season di NASCAR Cup Series. La NASCAR Xfinity Series volerà al Portland International Raceway per la Pacific Office Automation 147, venticinquesima gara di campionato prevista nella serata di sabato 30 agosto (sarà già domenica notte in Italia). La classe intermedia verrà supportata nel corso del weekend dalla ARCA Menards Series West.
Media: Media NASCAR
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