NASCAR | Xfinity Series, Darlington: Gragson batte Creed e Larson in un finale mozzafiato!

NASCAR
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di Gabriele Dri @NascarLiveITA
4 Settembre 2022 - 18:20
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Sheldon Creed, alla caccia di una vittoria salvifica, guida il finale ma viene raggiunto da Gragson e Larson. Il finale è leggendario fra contatti, sorpassi e forature. Sheldon tiene giù il piede facendo le ultime due curve sul muro, ma su tre ruote viene beffato da Noah


Darlington regala sempre spettacolo, specialmente in Xfinity Series. Il finale di gara con Gragson, Creed e Larson in battaglia per la vittoria passerà alla storia per i contatti, i sorpassi, le forature, le scintille (solo quelle del metallo che sfrega sull’asfalto e sul muro), le emozioni durate per tutti gli ultimi quattro giri. Creed avrebbe meritato la vittoria, ma Larson in rimonta ha deciso che voleva – giustamente – prendersi un successo anche da un Gragson che prima della bandiera rossa per la pioggia sembrava in controllo. Alla fine ha vinto Noah mentre gli altri due piloti hanno finito la corsa su tre ruote senza mai frenare.

La gara

La NASCAR Xfinity Series arriva a Darlington con molti dubbi in vista della terzultima gara della regular season. Jeremy Clements ha sì vinto a Daytona, ma martedì è arrivata la doccia gelata dall’R&D Center. Il motore, consegnato alla NASCAR in quanto non più utilizzabile per i limiti sul numero dei propulsori utilizzabili nella stagione, è risultato irregolare nei collettori di aspirazione.

A norma di regolamento, dunque, Clements mantiene sì la vittoria a livello statistico, ma questa non può essere utilizzabile per la qualificazione ai playoff. Jeremy ed il suo team inoltre vengono penalizzati di 75 punti, 10 playoff point ed il crew chief multato di 60’000$. Clements ha deciso di presentare appello, quindi la classifica che vede Sieg di nuovo virtualmente 12° e ultimo qualificato con 43 punti su Creed è sub judice.

Daytona torna protagonista anche nella entry list: sulla #18 dovrebbe esserci Hamlin come da tradizione a Darlington, ma Denny preferisce rinunciare alla gara della Xfinity Series perché ancora ammaccato dal big one di una settimana fa (e le botte pesanti della Next Gen sono ormai un tema di discussione); al suo posto sulla #18 corre Bell.

39 le auto iscritte e fra libere e qualifiche la selezione è notevole. Finchum è il primo a sbattere a muro e la sua mancata partecipazione alle qualifiche unita ai problemi altrui (Bell rompe il motore per un fuorigiri, Alfredo finisce anche lui a muro inoltre anche Kyle Sieg non completa un giro) e la buona prestazione di Poole lo costringono ad essere l’unico DNQ. A conquistare la “Darlington Stripe” nelle libere sono anche Nemechek, Herbst e Cassill con quest’ultimo che in gara parte già col segno rosso del muro ereditato qualche ora prima. La pole position va a Jones davanti a Gragson con Creed terzo ma a quasi due decimi.

Si accendono i motori a Darlington con il sole ma già con la consapevolezze che la pioggia, che prima sembrava hit or miss, ora è decisamente hit e arriverà in pista in circa un’ora. La corsa è lunga 147 giri, dunque basta arrivare al giro 74 per dichiararla ufficiale. Forse è proprio per il nervosismo che già nei giri di formazione c’è il primo contatto con Gibbs che nello scaldare le gomme non si accorge che Allgaier è al suo fianco ed i due si toccano leggermente.

Sullo scatto dall’esterno Jones rimane al comando su Gragson che riesce a difendersi da Creed il quale dopo viene attaccato dal compagno di squadra Austin Hill; in coda Starr parte a rilento e crea un po’ di scompiglio mentre la giornata di Poole rischia di durare ben poco per un problema alla sospensione e la #47 dopo un paio di soste va nel garage.

Dopo le piccole difficoltà iniziali Gragson va subito a riprendere Jones e Noah si porta al comando già al giro 4 e nella battaglia il gruppo si ricompatta leggermente. La #9 è un po’ loose, ma col passare dei giri arriva a guadagnare prima 1″ e poi 1.5″ sui più vicini avversari. A completare la top5 ora è Larson, qui sulla vettura dell’Hendrick Motorsports, che scavalca Allgaier; Gibbs, Chastain, Herbst e Cassill chiudono la top10.

I primi a baciare il muro sono Currey e Ty Dillon, oggi sulla #02 dell’Our Motorsports, che sono in battaglia e per poco non vengono imitati da Larson che ora è seguito da Gibbs che ha passato – stavolta senza contatti – Allgaier. Kyle è il pilota più veloce in pista e approfitta del mancato sorpasso di Hill su Creed per infilare la #21. Altrettanto veloci sono Bell ed Alfredo che dal fondo sono già entrati nella top20.

La #17 supera poi anche Creed e Larson è terzo a circa 2.5″ da Gragson e si mette subito all’inseguimento. Chi scivola indietro invece è la coppia Berry-Mayer che naviga in fondo alla top15 con i due che vengono passati da un ancora sorprendente Weatherman.

Il problema è che la pioggia sta accelerando ed è data in arrivo 15′ prima del previsto, dunque mancherebbe solo mezz’ora di gara. Larson ha fretta, mangia decimi su decimi e spinge Jones a recuperare metri pure lui. A metà stage si forma di nuovo un terzetto al comando che sta raggiungendo i primi doppiati.

Rimonta anche Gibbs che con Allgaier ruba la posizione prima ad Austin Hill e un paio di giri dopo anche a Creed, poco dietro c’è anche Weatherman che entra nella top10 e Bell ormai è con lui. I doppiaggi sono difficili e il trio rischia tanto, Larson per stare incollato a Jones tocca il muro in curva3 (forse ha bloccato i freni), poco dopo Brandon lo imita e così Noah resta al comando.

Le battaglie fra i doppiati non agevolano i leader. Martins e Vargas per poco non stringono Jones a muro, si rischia grosso anche con Graf ed Ellis che quasi imitano Craven e Kurt Busch ma nel momento peggiore. Non lo si nota subito, ma questi due toccandosi perdono detriti e Larson li centra.

Gli ultimi giri sono frenetici: Yeley fora e va ai box, Larson appunto ha preso un detrito e fora pure lui, Gragson fuma dalla posteriore destra in curva3 come Kyle in precedenza bloccando i freni (e Noah crede di avere un problema serio) e si salva sia dall’incidente, sia dal sorpasso di Jones.

Gragson vince una intensa prima stage davanti a Jones (+0.4″), Gibbs (+4.4″), Allgaier (+6.2″), Creed (+7.1″), Herbst (+10.9″), Hill (+11.4″), Bell (addirittura ottavo, +12.0″), Weatherman (+12.3″) e Chastain (+13.4″); fuori dalla top10 Cassill, Nemechek, Berry, Hemric (crollato nel finale in un’altra giornata no), Parsons, Mayer, Alfredo, Ryan Sieg, Jeb Burton, Ty Dillon e Massey, Clements (23°) è il lucky dog con Larson staccato di due giri prima di una wave around.

Il primo giro di soste cambia poco nelle prime posizioni (Gragson su Jones e Gibbs), molto in quelle dietro. Creed perde cinque posizioni per un detrito che ha danneggiato il muso, Martins si ritira per la stessa causa che ha bucato il radiatore, Herbst e Nemechek si prendono una penalità per speeding mentre Alfredo per una ruota fuori controllo.

Tutto è pronto per la ripartenza con la pioggia data a pochi minuti, ma la procedura viene rinviata per una causa anomala: sul rettilineo opposto Alfredo ha tamponato Nemechek mandandolo in testacoda. Sul momento non si capisce come Anthony non abbia visto la #26 davanti a lui, poi Alfredo si scusa e spiega tutto: non stava bene fisicamente già da prima del via e in quel momento stava avendo dei conati di vomito.

Dopo una ulteriore pulizia si riparte con 37 giri da disputare ancora nella seconda stage e soli 21 a metà gara e Gragson rimane al comando, tuttavia dalla seconda fila spunta fuori Allgaier che con Noah e Jones terzo va in fuga. I tre sono inseguiti incredibilmente da un Bell già quarto, ma la caution arriva subito.

Mentre pure Ty Dillon va ai box, in curva2 Wright perde la vettura e scivola contro Graf che va contro Snider. Myatt finisce in testacoda verso il muro interno dove viene toccato dall’incolpevole Herbst che chiederà scusa al team per la penalità che lo ha messo in una brutta posizione in una gara fin lì buona. Oltre agli incidentati (solo Snider non si ritira ma perde giri) va ai box anche Cassill per una ruota mal fissata.

Nuova green ai -29 nella stage e -13 a metà gara e Gragson scatta molto bene (per Allgaier fin troppo) e rimane al comando davanti a Jones e lo stesso Allgaier, ma ben presto arriva un’altra caution. Imparando la lezione di Daytona la NASCAR chiama la bandiera gialla per pioggia in curva1-2 solo quando cade qualche goccia.

Manca poco a metà gara e si prova a girare dietro la pace car nella speranza che sia appunto solo qualche goccia, ma quando le precipitazioni coprono tutto l’ovale i commissari espongono la bandiera rossa con sei giri (e qualche metro) mancanti a metà gara, dunque la corsa non è ancora ufficiale. La classifica vede Gragson al comando su Jones, Allgaier, Bell, Creed, Gibbs, Allmendiner Hill, Chastain e Berry.

Per fortuna è solo un piccolo fronte quello che passa su Darlington e dopo poco meno di un’ora la pioggia smette di cadere e si può pensare ad asciugare la pista e riprendere la corsa. L’attesa più estenuante forse sono i 50′ fra quando i piloti vengono richiamati in vettura e quando la gara effettivamente riprende perché dalle SAFER Barrier cola ancora tanta acqua.

Alla fine dopo 2h37’22” di bandiera rossa (che si sommano ai 55’35” della prima parte di gara) si riparte con 22 auto a pieni giri (Currey è il lucky dog). L’unico che fatica a ripartire è Yeley che prima va nel garage e poi torna subito in pista approfittando della consueta lunga caution per finire gli ultimi dettagli.

Il favorito a questo punto sembra essere Bell, rimontato fino alla quarta posizione senza apparenti difficoltà, ma l’epilogo sarà decisamente diverso. Il problema più grande in questo momento è il sole basso sul rettilineo opposto, ma si riparte ai -13 nella seconda stage a gara ormai ufficiale.

La ripartenza non è ordinatissima, ma un Gragson che sceglie l’interno, perché non vuole correre il rischio di trovare rivoli residui lungo le barriere, viene spinto davanti dal compagno di squadra Allgaier (anch’egli non a posto con i freni) e Jones viene staccato subito e poi passato da Bell. La #18 sembra in grado di colmare il gap di 1″ dai due leader, ma questo non avverrà, il tutto nonostante stacchi i rivali che continuano la battaglia. I più attivi sono Gibbs ed Allmendinger che lottando per il settimo posto rischiano grosso sia reciprocamente, sia con il muro con AJ che rischia di perdere la calma fin troppo presto.

Davanti Gragson è ancora prudente e Allgaier ne approfitta superandolo ai -7 e poi guadagna quel tanto che basta per controllare il finale. Finale che viene anche troncato perché la vettura di Yeley prende fuoco ai -3. Allgaier dunque vince sotto caution la seconda stage davanti a Gragson, Bell, Jones, Hill, Creed, Gibbs, Nemechek (in rimonta malgrado i danni), Allmendinger e Bell; Larson è il lucky dog e torna a pieni giri.

La corsa cambia volto al giro di soste generale: Austin Hill prende a sorpresa la prima posizione davanti ad Allgaier, Gragson, Jones, Creed, Gibbs, Allmendinger, Nemechek, Bell (che esce così dalla lotta per la vittoria) e Mayer. La green sventola ai -50 e Justin scatta bene sulla spinta di Creed tornando al comando. Sheldon tiene giù il piede in curva4 e supera pure lui Hill proprio mentre Allgaier perde leggermente il controllo sul filler e così la #2 vola al comando.

Una vittoria di Creed, su una pista favorevole e vincente per lui, ribalterebbe a suo favore una stagione finora difficile ma in crescita. Intanto Allgaier paga caramente l’esitazione e viene scavalcato anche da Hill e Gragson; Bell torna in quinta posizione, ma non guadagna terreno, anzi verrà ripassato da Nemechek, Gibbs ed Allmendinger.

Le due vetture del Richard Childress Racing vanno bene sullo short run e si vede, un po’ meno sul long run ed il primo a cedere è Hill che viene ripreso e superato da Gragson soltanto ai -36, con Noah che ha accumulato 1.5″ di ritardo. Più indietro si infiamma la lotta per la top10 con Jones sempre protagonista, ora insieme a Mayer e Berry, poi anche con Cassill dato che Sam perde terreno.

Mentre Hill perde ancora posizioni a causa del sovrasterzo, Gragson davanti pian piano recupera decimi ed ai -30 è a 1″ da Creed il quale però non cede e per i 10 giri successivi mantiene praticamente lo stesso vantaggio su un avversario in teoria più veloce. Chi invece sembra faticare è Larson che, dopo la foratura ed il lucky dog, non guadagna così velocemente dal fondo del gruppo. Lo fa solo proprio negli ultimissimi giri prima del successivo evento.

Ai -20 Creed ha ancora 0.6″ su Gragson, 2.5″ su Allgaier e Gibbs, 4.9″ su Bell, 6″ su Allmendinger, 7.5″ su Hill, 9″ su Nemechek, Jones, Berry e Cassill e Larson 11° a 10.5″ quando proprio Jones finisce da solo in testacoda in curva3 per una caution che riapre la corsa.

Ovviamente tutti vanno ai box per montare un nuovo set di gomme e Creed esce ancora al comando su Gragson, Gibbs, Allmendinger (che tira fuori un altro coniglio dal cilindro su una pista che non gli piace), Allgaier, Bell, Hill e Larson. Bandiera verde ai -14 e Creed dall’esterno tiene giù il piede e rimane al comando. La #2 e la #9 vanno in fuga perché dietro c’è ancora battaglia. Gibbs ed Allmendinger battagliano ed AJ sembra avere la meglio, ma dal nulla spunta fuori Larson che dall’esterno passa tutti e ai -10 si porta al terzo posto a solo 1.1″ dalla coppia al comando. Ora bisogna capire se il finale sarà un duello o un triello.

Con il passare dei giri la seconda opzione è quella giusta: mentre Gragson rimane incollato a Creed, Larson inesorabilmente recupera un decimo o più alla volta. Il ricongiungimento è in pratica ai -6, poi ai -5 i tre sono davvero vicinissimi. Il primo ad attaccare è Gragson ai -4 che ci prova su Creed all’interno di curva1 proprio quando Sheldon non riesce più a coprire la traiettoria, ma la manovra di Noah non va a buon fine (anche per un leggero contatto) perché Creed ha ancora il piede pesante e così, tenendo ancora l’esterno, Larson si prende la seconda posizione ai -3.

Kyle di slancio al giro successivo tenta l’attacco sempre all’esterno, ma le toccate reciproche e con il muro sono ancora tante. Si arriva così all’ultimo giro con Larson che nell’incrocio della traiettoria ora è interno e sul traguardo è davanti per soli 0.014″. Da qui in poi un altro finale storico a Darlington. Larson ci prova in curva1, ma finisce loose e quindi si allarga portando Creed con sé verso il muro. Sheldon ancora una volta non ci sta e non alza il piede dall’acceleratore. La #17 fa la curva sulla #2 e la #2 sul muro. Ovviamente non può finire bene ma intanto i due proseguono come se nulla fosse successo.

Dopo essersi leggermente staccati l’uno dall’altro, Larson e Creed si toccano di nuovo in curva2. Le due vetture sbandano e la causa si scoprirà poco dopo: entrambe hanno forato la anteriore destra, ma nessuno vuole mollare. Ovviamente fra i due litiganti il terzo gode e quindi Gragson esce da curva2 a velocità superiore e va 3-wide. Larson si riaccoda a Creed e in curva3 forse vorrebbe fare un bump&run, ma Sheldon tira dritto, si è accorto della foratura e di Noah al suo fianco e quindi decide che l’unico modo per vincere è non frenare. Le scintille che fuoriescono dalla #2 in curva3 sono direttamente quelle di un videogioco e Creed per un attimo sembra farcela.

Gragson sicuramente è stupito di questo, non sa della foratura di Sheldon e quindi ha frenato tardi, al punto che pure lui finisce lungo e bacia il muro nella scia delle scintille di Creed. Purtroppo però l’inerzia della #2 finisce in curva4, Noah rimbalza sulla traiettoria corretta senza troppi danni, incrocia e va a prendersi una incredibile vittoria.

Gragson vince nuovamente a Darlington precedendo Creed di 0.794″ con Sheldon che in volata precede Allmendinger (sempre al posto giusto al momento giusto, +0.945″), altra volata involontaria poi fra Allgaier (+1.256″) che precede di soli 0.042″ Larson. Completano la top10 Gibbs, Bell, Berry, Nemechek ed Hill.

Mentre Gragson festeggia la vittoria e poi accusa i soliti problemi di stomaco (stavolta riesce a trattenersi), la scena più bella forse è la stretta di mano fra Creed e Larson appena scesi dalla vettura. Sheldon aveva bisogno di una vittoria per essere al sicuro, ma anche così va bene. Infatti, a due gare dal taglio Creed torna a soli 16 punti da Sieg e con l’inerzia dalla sua, ovviamente se Clements non vince il ricorso.

I risultati odierni

La classifica della “Sport Clips Haircuts VFW 200”

La classifica generale

Così in campionato a 2 gare dalla fine della regular season della NASCAR Xfinity Series 2022

I prossimi appuntamenti

Stanotte alle 24:00 (diretta su Mola TV e NASCAR Trackpass) ci sarà a Darlington la tradizionale Southern 500, gara di apertura dei playoff della Cup Series; a partire dalla pole position sarà esattamente come in primavera Joey Logano che poi vinse anche la gara. La NASCAR Xfinity Series tornerà sabato prossimo in Kansas dove, oltre ovviamente alla Cup Series, tornerà in pista anche la Truck Series.


Immagine: Media NASCAR

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