Cole Custer vince il duello magnifico con Nemechek al termine di un overtime ricco di pathos ma per fortuna pulito. A bocca asciutta ancora una volta Allgaier
Una gara pulita ma ricca di tensione quella che ha assegnato il titolo della NASCAR Xfinity Series 2023, vissuta praticamente del duello fra Cole Custer e John Hunter Nemechek, incerto fino all’ultimo e ancor di più quando una caution ha mandato tutto all’overtime e riaperto tutto. Il pilota dello Stewart-Haas Racing però ha saputo controllare gli avversari tornati sotto e, con due giri magistrali, ha conquistato un meritato titolo che sa anche di rivincita personale.
La gara
Si arriva a Phoenix ancora con il fuoco, metaforico e reale vista la #00 sul traguardo, di Martinsville in corpo. Ovviamente la situazione in casa RCR che hanno mandato al gran finale, oltre a Mayer e Nemechek, Allgaier e Custer non si è placata. La brutta figura dei vertici viene colmata a metà da Andy Petree, il vicepresidente così attivo con Creed a caldo e che poi invece deve dichiarare che la #2 aveva un danno alla sospensione (non è chiaro da quando) e quindi non era al meglio. Austin Hill prosegue con la sua teoria del brake check ricoprendosi ancora di ridicolo mentre Richard Childress si chiude in un silenzio imbarazzante.
Libere e qualifiche scorrono via senza problemi. A conquistare la pole non è nessuno dei Championsip 4 bensì Sammy Smith alla seconda pole (pure consecutiva) in carriera. Nemechek parte bene ed è terzo dietro ad Hill, seguono Snider, Creed, Chandler Smith, Custer (poi impegnato a sostituire in qualifica Keselowski involato all’improvviso a casa per la nascita del terzo figlio), Allgiaer, Herbst e Mosack con Mayer solo 16° dopo un venerdì un po’ in difficoltà. I due DNQ sono un Perez finito a muro nel giro lanciato ed Honeyman che è salito al volo in vettura perché Dye è stato dichiarato unfit dopo un incidente nella gara dei Truck.
Dopo aver mandato in fondo Alfredo (cambio motore dopo aver abortito il giro in qualifica) e Perkins (modifiche in parco chiuso), la corsa da 200 miglia può avere inizio. Già al via i piloti sono poco allineati, tuttavia i commissari lasciano andare. Mentre Sammy Smith rimane al comando su Snider ed Hill supera Nemechek; chi scatta alla grande dall’interno è Allgaier che guadagna tre posizioni a differenza di Custer che invece ne perde un paio.
Allgaier è il più esperto di tutti, tuttavia nella manovra in curva1 al terzo giro (terzo di 200, serve sottolinearlo) forse si capisce perché alla sesta Championship 4 in otto anni non ha ancora conquistato un titolo. Attacca Nemechek all’interno con JHN che alla sua destra ha anche Hill, perde il controllo e finisce in testacoda per fortuna non toccando né venendo toccato da nessuno.
Il team durante la caution cerca subito di riportare la calma, il pilota si scusa (Nemechek via radio dice solo “dove voleva andare?”), i meccanici riescono a recuperare il treno di gomme spiattellato e quindi la #7 non è in deficit di uno (dei cinque) set di pneumatici. Justin va ai box con Poole, Parsons, Timmy Hill e Graf, poi riparte in coda.
Bandiera verde (dietro ai quattro citati ci sono Herbst, Chandler Smith, Creed, Mosack, Custer, Hemric e Mayer) ai -28 nella prima stage e subito caution alla dogleg con Kyle Sieg che finisce a muro, pare toccato da Grala ed è costretto al ritiro.
Nuova ripartenza ai -33 con le principali differenze che sono Nemechek ora terzo dietro a Hill e davanti a Snider e Custer decimo dietro ad Hemric; Allgaier invece 33°. Hill dalla corsia esterna al choose cone aggira Sammy Smith e passa al comando. Hemric tocca il muro e altre vetture e rimedia un tire rub che dopo un paio di passaggi diventa foratura e quindi Daniel deve andare ai box. Penalità plateale invece per Creed che cambia corsia prima del traguardo; il drive through non lo fa finire però fra i dopppiati.
Chi è stato penalizzato dal contatto di Hemric è Custer che era esattamente dietro a Daniel e Mayer ne approfitta per un attimo, poi Cole torna all’ottavo posto. Allgaier sta già rimontando ed entra in top25, ma è solo l’inizio, dato che in meno di cinque giri è top20 per Justin.
Cole, malgrado le posizioni perse all’inizio, inizia una rimonta metodica. Con la penalità di Creed è settimo, con il sorpasso aggirando il compagno di squadra Herbst in curva1-2 sesto. Il più veloce, per necessità, però è Allgaier che a metà stage rientra in top15. Un giro più tardi Custer si porta in top5 superando Chandler Smith.
Nemechek intanto sta controllando la situazione e non ha al momento il bisogno di spingere. Al giro 24 approfitta del calo di Sammy Smith per superarlo in curva3 all’interno portandosi al secondo posto a 0.7″ dal leader Hill. Il sorpasso è pulito malgrado l’amarezza di Sammy post-Martinsville che gli aveva fatto dire “A Phoenix non chiamerò JHN compagno di squadra.”
Oltre alla #18 anche la #19 del Joe Gibbs Racing, guidata oggi da Snider, inizia a calare e ad approfittarne è Custer che sale in quarta posizione. La gara è molto dinamica e il piccolo long run inizia a farsi sentire. Herbst viene superato da un Mayer che va in progressione, al giro 29 invece Allgaier torna in top10 ed è molto felice dell’assetto.
Ai -15 (stage da 45 giri) in testa ci sono tre coppie, Hill-Nemechek, a 1.6″ S.Smith-Custer, a 2.8″ Snider-C.Smith con Mayer in agguato. JHN però ne ha di più e si fa vedere all’interno della #21, completando il sorpasso ai -12.
Nemechek scappa via subito e nel finale c’è ancora tempo per ulteriore movimento. Custer riprende Hill, gli Smith (in lotta anche per il titolo di rookie dell’anno) battagliano e Mayer cerca di approfittarne. A perdere la sfida è Sammy che cede due posizioni. Crolla anche Snider, superato da Allgaier. Ai -3 Custer scavalca Hill che è loose e si arrende, ma il distacco da Nemechek è troppo.
Nemechek vince in controllo la prima stage con 3.7″ su Custer, 4.7″ su Chandler Smith, 5.5″ su Austin Hill, 5.6″ su Mayer, 6.5″ su Sammy Smith, 7.0″ su Allgaier, 7.9″ su Jones, 7.9″ su Snider e 8.1″ su Moffitt; Gase è il lucky dog mentre Hemric penultimo deve trovare altre soluzioni per tornare in lizza.
Il primo vero giro di soste regala lo scenario che tutti vogliono: Nemechek, Custer, Allgaier (che monta ora il set ricondizionato dopo il testacoda) e Mayer nelle prime quattro posizioni; a seguire Hill, Chandler e Sammy Smith (poi retrocesso in fondo per speeding, penalità anche per Kraus e Gase), Jones, Snider e Berry. Herbst scivola in 16esima posizione, Creed rientra in top20, Hemric prende la wave around.
Si riparte ai -38 nella seconda stage ed il testimone passa subito: Custer si tuffa nella dogleg e si prende il comando della corsa. Davanti la dinamica è simile a prima, chi ha pista libera guadagna terreno. Terzo è Mayer che passa Allgaier mentre a sorpresa, dopo una prima stage difficile, Berry è in top5.
Le gomme non al meglio di Allgaier si fanno sentire subito: Berry lo supera, Chandler Smith ci prova ma Austin Hill ne approfitta, poi scavalca lui la #7 dopo un paio di tentativi e Justin deve controllare questa fase per tornare davvero alla pari con i rivali sul piano dei set di gomme.
In testa i piloti sono separati ciascuno da circa 0.6″, ma pian piano Cole va via. Da notare anche la rimonta di Creed che rientra in top10 lottando con Herbst e Snider. Mentre Allgaier scivola dietro anche a Jones, cede più avanti anche Berry che viene ripassato per il quarto posto da Hill che va in progressione. Fatica nella rimonta invece Sammy Smith dopo la penalità, infatti ci mette quasi venti giri per tornare in top20.
La sorpresa di questa fase però è il fatto che Nemechek, un po’ troppo loose, venga raggiunto da Mayer che è ancora più loose ma va veloce. Paga ancora Berry che esce dalla top5 a vantaggio di Chandler Smith prima e Jones poi.
Proprio poco dopo il ridoppiaggio di Hemric e l’attacco di Mayer su Nemechek sul traguardo, ai -5 arriva una caution: Kraus, poco fuori dalla top20, fora la anteriore destra e finisce violentemente a muro.
La seconda stage si chiude così sotto caution, Custer vede annullato un vantaggio di 3.6″ ma la vince davanti a Mayer, Nemechek (sorpasso alla moviola), Austin Hill, Chandler Smith, Jones, Berry, Creed, Allgaier nono che ha limitato bene i danni ed Herbst. Hacker è il lucky dog fregando ancora Hemric.
Al secondo giro di soste Custer rimane al comando davanti a Mayer, Hill, Nemechek (posizione persa per un meccanico scivolato), Creed, Chandler Smith, Jones, Berry, Allgaier (che rimane nono) e Grala. Herbst ha un’altra sosta lenta ed è 14°, Sammy Smith finisce di nuovo in coda per un principio di incendio con un meccanico che rischia grosso ma ne esce indenne.
Green a 105 giri dal traguardo con un rifornimento ancora da fare e tre set di gomme a disposizione per tutti. Custer dall’interno rimane al comando mentre Hill dietro di lui deve cedere la posizione a Nemechek e Creed che lo aggirano; Allgaier non guadagna posizioni prima del sorpasso su Berry. JHN però è scatenato e subito, giustamente, passa Mayer all’interno di curva1 tornando al secondo posto a 0.6″ da Custer che ne approfitta.
Siamo a metà corsa ed è calata la sera quando arriva un’altra caution: in uscita di curva2 Hacker travolge Yeley (su un auto fan controlled con i tifosi che decidono via social le modifiche di assetto da fare, bella iniziativa ma forse non l’ideale per una championship race) e lo manda a muro. La corsa di JJ finisce poi contro il muretto dei box tornando nello stallo. Hemric torna a pieni giri col lucky dog.
Dopo alcune soste in coda ed un Custer che inizia a sentire i classici rumorini in macchina, si riparte con 91 giri da disputare e qui la corsa passa ancora di mano, Nemechek scatta meglio dall’esterno e torna al comando. Seguono Custer, Chandler Smith che tagliando la dogleg passa due vetture, Mayer e Creed, Allgaier è settimo dietro ad Hill.
Sheldon però è scatenato in questa fase, supera Mayer, poi anche Chandler Smith (entrambi all’esterno) ed è terzo. Creed sembra in missione e fa parte di una fuga a tre che ha staccato un Chandler Smith che deve guardarsi da un Mayer all’attacco con Hill spettatore interessato. Alla fine la #16 perde due posizioni in un sol colpo.
La sorpresa che ti aspetti fino ad un certo punto arriva ai -78: Creed supera persino Custer e si porta al secondo posto ad 1″ dal leader. E non è finita qua: la #2 recupera il margine e sempre dall’esterno ai -73 passa addirittura al comando. Creed tuttavia è loose e si vede, non può resistere a lungo e così un Nemechek metodico all’interno non molla la preda e ripassa ai -69.
I tre sono raccolti in meno di un secondo, Mayer ormai è a quasi 3″ mentre Allgaier litiga con via radio con Hill, reo a suo dire di fare da tappo. Alla fine Justin passa ai -70 dopo tanti giri di lotta ed è quinto (Championship 4 dunque di nuovo in fila anche se 2-3-4-5), ma il fatto che anche dopo il sorpasso Justin pensi più ad Austin che si è staccato subito che ai tre che deve superare la dice lunga.
Normalmente ci si aspetta che i tre alla lunga si sfilaccino, ma tutti loro non vogliono mollare ed il gruppo rimane abbastanza compatto, con un Custer che lentamente perde centesimi da Creed. La tenacia vince anche anche sulle gomme e sull’assetto.
Appena si entra nella finestra per l’ultima sosta ecco che arriva una caution ai -63: Snider, in quel momento 13°, rimane senza freni e finisce a muro in curva3. Gase è il lucky dog. Si riapre la pit lane e dopo la sosta Nemechek rimane al comando su Creed, Custer, Allgaier e Mayer; speeding per Jones e Moffitt.
Green ai -58 e Nemechek rimane al comando con Custer che ha scelto stavolta l’esterno e lo segue tornando al secondo posto. Creed paga all’interno e viene superato anche da un arrembante Chandler Smith che si mette dietro anche Allgaier (che deve alzare il piede e finisce nel mucchio anche con Hill, con Austin che rimbalza e viene passato da Herbst) e Mayer. Dopo le difficoltà iniziali Hemric torna in top10.
Con il duo JRM che ha pagato alla ripartenza appare chiaro che la sfida per il titolo dovrebbe ridursi ad un duello fra Nemechek e Custer. I due mollano i rivali e scappano via, con Cole che prova a rimanere attaccato seppur nella scia turbolenta.
Chi capisce che la situazione sta diventando critica dato che siamo a poco più di 50 giri dalla fine è Allgaier che inizia una clamorosa rimonta. Justin supera Creed all’interno in maniera decisa e si porta dietro come col gancio di traino anche Mayer; la coppia JRM torna in top5. Dopo l’incendio ai box Sammy Smith rientra pure lui in top10. Ai -50 JHN ha 0.3″ su Custer, 1.9″ su C.Smith, 2.8″ su Allgaier e Mayer con Sam che non sembra voler per forza stare dietro alla #7.
Davanti intanto c’è uno show sottovalutato con Nemechek e Custer che sono separati sempre da 2-4 decimi, il pilota Toyota sta leggermente più esterno, quello Ford più interno. Alla lunga Cole sembra destinato a perdere e invece cambia passo a sorpresa proprio in questa fase, attacca il leader ai -43 e lo sorpassa in curva3 tornando al comando dopo essere stato tanto interno in 2.
Custer come da logica allunga subito, trova subito mezzo secondo sul rivale. Ma ancora una volta la logica viene ribaltata. JHN trova ogni frazione di aderenza per rimanere vicino a Cole. Ai -40 fra i due c’è ancora mezzo secondo mentre Chandler Smith a 3.3″ è stato ripreso da Allgaier e Mayer. Justin passa la #16 ai -38 scivolando a 3.8″ dalla vetta, Mayer si deve invece accodare per ora.
Mentre Hacker finisce a muro in curva1 e nel tornare in box pure in testacoda sull’apron rischiando di provocare una caution, la corsa invece prosegue. E si riapre.
A pista libera infatti Allgaier recupera 2-3 decimi al giro a Custer e la proiezione teorica darebbe il ricongiungimento dunque in 15-20 giri, ben prima del traguardo. Il forcing della #7 è notevole, ai -30 è sceso a 2.7″ da Custer (con Nemechek sempre lì a 4-5 decimi) e Mayer ora è quarto a 4.0″. I Championship 4 sono tornati là davanti.
È in questo momento che Custer raggiunge la coda del gruppo e inizia forse il primo vero giro di doppiaggi della corsa. Cole sul momento perde il vantaggio accumulato e Nemechek probabilmente perde la chance che gli si presenta al volo. Il problema però è Allgaier che ai -26 è arrivato a 1.8″ dalla #00.
Custer però esce “vincitore” dalla prima ondata di doppiati ancora al comando e pure con lo stesso margine su JHN, Allgaier invece perde qualche decimo. Justin però non molla e, mentre la Toyota cede qualcosa ed è a 0.85″ dalla Ford al comando, ai -20 torna a 1.8″ da Custer e quindi solo 1″ da Nemechek.
Quando il duello sembra poter tornare triello, comunque con Custer in posizione di forza perché Allgaier deve sudarsi il sorpasso su Nemechek, ecco che arriva un’altra caution. Una stagione deludente per Mosack termina senza freni contro il muro. Poole è il lucky dog.
Tutti hanno ancora un set di gomme fresche ai box e quindi è obbligatorio strategicamente montarlo. L’unico a tentare qualcosa di diverso è Hemric che con due pneumatici nuovi passa al comando seguito da Allgaier, Nemechek, Hill e Mayer, completano la top10 Creed, Chandler Smith, Herbst e Berry.
Mentre dietro la pace car si pensa più allo scompiglio che potrebbe generare Hemric, si nota del fumo che esce dalla vettura di Allgaier dal lato destro. Non si capisce il motivo di tale problema e così Justin prosegue. Al choose cone Hemric, Nemechek e Mayer vanno interni, Custer, Allgaier e Hill esterni.
Green ai -12 per uno sprint ricco di tensione: Custer attacca deciso all’interno mentre Hemric viene inghiottito dal gruppo. Nonostante la piccola confusione alla fine i quattro passano in blocco Daniel (Mayer scavalca pure Hill) e quindi si torna 1-2-3-4.
Ai -10 Custer ha un piccolo margine che sta aumentando perché Nemechek sta attaccando Allgaier all’esterno riuscendoci. Custer potrebbe approfittarne, ma ai -9 commette un piccolo errore e perde un paio di decimi e così sul traguardo JHN è a soli 0.289″ dalla #00.
La tensione si taglia con il coltello, ma Custer fa il suo alla perfezione: mentre la coppia JRM perde poco, ma comunque troppo per la situazione, Cole allunga, ai -8 raddoppia a 0.475″ il margine, ai -7 altro decimo e mezzo (+0.619″), poi il distacco rimane stabile fino ai -5 (circa sette decimi) quando un’altra caution frena la fuga verso il titolo: Cram tampona Alfredo e anche per Anthony mandandolo in testacoda e finisce così anche per Anthony una stagione brutta. Snider è il lucky dog.
Si va all’overtime, non ci sono gomme, né soste possibili. Si può solo andare in fondo. Al choose cone Custer va esterno con Allgaier, all’interno Nemechek con Mayer.
Bandiera verde con un titolo in palio ed i quattro lì. Il punto debole di Custer per tutto l’anno sono stati ripartenze e short run ed ora Cole si gioca tutto su questi due fondamentali. E il primo non va bene. Custer non fa una ripartenza perfetta, Allgaier attacca subito alla sua destra e va 3-wide mentre Nemechek sta tagliando tutta la dogleg seguito da Mayer.
Alla frenata di curva1 JHN è al comando sul 3-wide di Mayer, Custer e Allgaier, il più sembra fatto per Nemechek mentre Cole pare sia nella posizione peggiore in assoluto nel mezzo. E invece la Toyota #20 finisce clamorosamente tight scivolando verso il muro, al punto che dal centro della pista si trova ancora più esterno di Allgaier.
Lo scatto della gara è quello in curva2: c’è un 4-wide, dall’interno all’esterno ci sono Mayer, Custer, Allgaier e Nemechek praticamente appaiati.
Il primo che deve alzare il piede è Mayer che così si vede attaccato dall’esterno da Creed. Rimangono in tre con Cole interno e la coppia Allgaier-Nemechek alla sua destra, ma tanto più a destra e tanto vicina al punto che le due vetture si sfiorano e JHN tocca pure il muro.
Questo rallentamento reciproco ha una sola conseguenza: Custer può guadagnare centimetri ed approcciare curva3 al meglio. Ne esce in testa malgrado la staccata forte di Allgaier che molla Nemechek, tuttavia Justin porta troppa velocità in piega e così sul traguardo all’inizio dell’ultimo giro Cole ha una lunghezza e mezzo su Creed all’interno e Allgaier all’esterno.
Da qui in poi non ce n’è per nessuno. Nemechek è perso all’esterno, la sua anteriore destra sta cedendo per una foratura e l’epilogo sarà in curva2 quando stringe a muro senza volerlo Caruth. Mayer è all’interno ma nel traffico, l’attacco sull’apron su Creed non avrà fortuna, Allgaier è tutto esterno ma Sheldon lo riattacca ed Herbst gli è incollato. Nessuno può più superare la #00.
Cole Custer vince gara e titolo precedendo sul traguardo Creed (ancora secondo in volata), Allgaier (passato per 0.007″), Herbst e Mayer, in chiusura di top10 Berry, Hill, Chandler e Sammy Smith (con quest’ultimo rookie dell’anno) e Grala; Nemechek 28° a passo d’uomo.
La rivincita personale per Custer è completata e il festeggiamento con due lattine di birra sparate in bocca è il completamento di una stagione concreta ed in crescendo per lui. Ford fa doppietta dopo Rhodes nei Truck ed ora tocca a Blaney completare la tripletta. A Phoenix manca solo il main event.
Il campione
Cole Custer nasce a Ladera Ranch, California il 23 gennaio 1998. Suo papà Joe è presidente di Stewart-Haas Racing e chief operating officer di Haas F1. Debutta al volante a quattro anni con le quarter midget proseguendo nelle categorie giovanili arrivando fino ai 13 anni quando vince un titolo USAC, proseguendo poi con le Late Model.
Il debutto sul palcoscenico importante avviene nel 2013 nella K&N Pro (ora ARCA) Series East disputando subito la stagione completa con il team di Ken Schrader. Dopo un inizio chiaramente difficile, alla quarta gara a Richmond è già terzo, alla nona in Iowa (con pole e ogni giro in testa) ha già vinto (record di precocità della categoria) bissando poi in New Hampshire. Gli alti e bassi però lo relegano all’ottavo posto in campionato. A fine stagione fa tappa a Phoenix nella K&N West dove guida ogni giro fino al tamponamento di Gray Gaulding ed è sesto.
Custer brucia le tappe: nel 2014 corre in K&N Pro Series East (vittoria Richmond) e West (successo a Phoenix), ma soprattutto in Truck Series con una vettura della Stewart-Haas Racing fatta apposta per lui per nove tappe. Il percorso è in progressione, due top15 per iniziare, poi quattro top10 (con pole a Gateway, il più giovane della categoria) e in New Hampshire conquista il primo successo all’età di 16 anni, 7 mesi e 28 giorni, record di precocità per l’intera NASCAR.
Nel 2015 ripete lo stesso programma dell’anno precedente aggiungendo anche un po’ di ARCA Series con vittoria a Pocono. Custer però è passato “in prestito” da SHR a JR Motorsports che si prende in carico delle categorie in cui appunto il team “di famiglia” non schiera vetture. Rimanendo solo in tema NASCAR, nei Truck in 10 gare Cole vince a Gateway e raccoglie solo un’altra top5 a Martinsville.
Le aspettative per il 2016 sono alte, ma Custer delude un po’. Cole è a tempo pieno nella Truck Series tuttavia non si qualifica per la prima edizione dei playoff chiudendo al 10° posto in un campionato comunque ricco di talento (è la stagione in cui sono rookie anche Bell, Byron e Rhodes). Il momento più ricordato è sicuramente il finale di Mosport quando si gioca la vittoria con John Hunter Nemechek, sì proprio lui. Il pilota del KBM, in un finale tipico dello stradale canadese, prima rifila un bump&run deciso a Custer (e fin qui ci sta), poi però stringe contro il guard rail la #00 ed i due tagliano il traguardo sull’erba con JHN vincitore e un Custer secondo e arrabbiato al punto che nasce una rissa che ancora oggi fa il giro degli highlights.
Nonostante questo mezzo passo indietro Custer nel 2017 passa a tempo pieno in Xfinity Series e qui torna in casa Stewart-Haas Racing. L’anno precedente aveva già debuttato – ma con JRM – con buoni risultati in gare sporadiche, sesto a Richmond e quarto a Charlotte prima di perdersi un po’ nelle corse di fine stagione.
La stagione vera di debutto è molto positiva, Custer arriva ai playoff e passa il primo turno, mancando poi la Championship 4 per un paio di punti. Ad Homestead tuttavia Cole domina in maniera imbarazzante vincendo la prima gara in Xfinity Series con 15″ di vantaggio sul secondo. In campionato è quinto in classifica generale.
Il 2018 va ancora meglio infatti Cole porta a casa sei pole, 14 top5 e 26 top10, anche se solo una vittoria, seppur fondamentale dato che arriva in Texas nel Round of 8. Visto il successo dell’anno precedente è quindi il favorito a Miami, conquista la pole, guida per il maggior numero di giri ma viene beffato da un Tyler Reddick che comunque meritava il successo. In questa stagione debutta anche in Cup Series sulla #51 del Rick Ware Racing schierata in alleanza con SHR,
Il 2019 è analogo alla stagione precedente come pole, top5 e top10, però le vittorie sono addirittura sette, rivelandosi come prospetto notevole per il futuro. L’epilogo tuttavia è identico: vicecampione a Miami dietro a Reddick.
A questo punto il passaggio in Cup Series sulla #41 dello Stewart-Haas Racing succedendo a Daniel Suárez, rimasto solo un anno lì e vittima della disfida interna fra Tony Stewart (che prediligeva il messicano) e Gene Haas che invece volava la promozione di Custer,
I tre anni di Cole in Cup Series sono molto difficili, il suo stile di guida si adatta male prima al pacchetto aerodinamico NAD18 ad alto carico e poi alla Next Gen. L’unico risultato da ricordare è ovviamente la vittoria nella stagione di debutto in Kentucky grazie ad una ripartenza fulminante nel finale. La qualificazione ai playoff porta un 16° posto in classifica finale, non ripetuti nel 2021 (26°) e 2022 (25°).
Se la prima diatriba fra Stewart e Haas aveva favorito Gene, la seconda va a Tony che vuole Ryan Preece al posto di Custer. E così Cole è costretto a tornare in Xfinity Series sulla amata #00. L’adattamento alla categoria è forse più lento del previsto e Custer ingrana solo dalla settima gara a Richmond. Da qui parte una striscia di 10 top10 consecutive di cui fanno parte le due vittorie di Portland, dominante, e Chicago dove la pioggia accorcia notevolmente la corsa.
Dopo una breve pausa estiva, Cole finisce la regular season ed inizia i playoff con sei top6 in sette gare accedendo senza problemi al Round of 8. Qui nella amata Miami è ad un passo da Phoenix, ma una foratura con penalità lo relegano al 13° posto e a Martinsville deve soffrire. In Virginia Cole finisce nell’incidente finale, ma il 19° posto conquistato in retromarcia e col cofano in fiamme basta per il gran finale dove, come detto, conquista il titolo nella Xfinity Series che gli era sfuggito nella prima parentesi fra 2017 e 2019.
I risultati odierni
La classifica della “NASCAR Xfinity Series Championship Race 2023”
La classifica generale
La classifica finale della NASCAR Xfinity Series 2023
I prossimi appuntamenti
Stasera a Phoenix la stagione 2023 della NASCAR si chiuderà con il gran finale della Cup Series. Appuntamento su Mola alle 21:00 (bandiera verde alle 21:32) con commento di Matteo Senatore, Daniele La Spina e del nostro Simone Longo. Pre-gara dalle 20:30 circa a cura di Giovanni Esposito e Simone Longo. La NASCAR Xfinity Series tornerà in pista a Daytona il 17 febbraio per l’inizio della stagione 2024.
Immagine: Media NASCAR
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.