NASCAR | Xfinity Series: Custer torna alla vittoria a Fontana

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di Gabriele Dri @NascarLiveITA
27 Febbraio 2022 - 16:30
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Gara tormentata ben 12 caution, una bandiera rossa e chiusa dopo tre overtime. Custer controlla la corsa in ogni fase e pure i nervi nel finale che rischia di rimettere in gioco molti piloti. A parte gli incidenti, al ritorno a Fontana regala come sempre spettacolo


Cole Custer aveva dei bei ricordi a Fontana. Nel 2019, infatti, batté addirittura Kyle Busch all’inizio di stagione che per lui fu stellare. Ora, invece, al rientro in Xfinity Series regala anche la prima vittoria, seppur con l’aiutino tecnico dello Stewart-Haas Racing, al piccolo SS Green Light Racing di Bobby Dotter in una giornata così anche emozionale. Fra i piloti in lotta per il titolo Gragson si conferma uno dei favoriti assoluti pur commettendo un errore grave in pit lane, ma la seguente ripartenza con recupero da 13° a primo in due giri fa cancellare anche questo sbaglio.

La gara

La Xfinity Series è la prima a sperimentare il nuovo format compatto che raggruppa in poche decine di minuti prove libere (un veloce shakedown di 20′ per i 41 iscritti a questa categoria) e subito dopo le qualifiche. La Xfinity Series è anche la prima a scendere in pista a Fontana dopo praticamente due anni di inattività della pista che si presenta ancora più polverosa – e pure ventosa – sul rettilineo opposto perché i notevoli bump sull’asfalto sono stati levigati per quanto possibile.

Dopo la sessione di libere, interrotte da due veloci bandiere rosse per un innocuo testacoda di Martins e Iwuji fermo in pista, in cui Allgaier è il più veloce davanti al compagno di squadra – e favorito per la gara – Gragson, si va alle qualifiche. La pole position va per appena otto millesimi ad AJ Allmendinger (che non correva qui dai tempi delle monoposto) su Cole Custer che è in pista con una vettura del SS Green Light Racing, team che ha iniziato un’alleanza tecnica con lo Stewart-Haas Racing, quindi Custer più che compagno di squadra di Graf lo è di Herbst.

Ed è proprio Graf a fare subito notizia, in quanto il pilota del SS Green Light Racing è uno dei tre DNQ insieme a Rodgers e Poole (problema meccanico evidente). Anche Graf prova ad addurre un problema meccanico, bisogna concedergli il beneficio del dubbio, tuttavia per uno che negli anni scorsi non si era qualificato nemmeno con vetture RCR e Kaulig questo è un altro punto basso. Ma non è finita: Graf “compra” il sedile di Timmy Hill e quindi si schiera al via regolarmente per la rabbia dei tifosi che vedono in Joe solo un lento pay driver ed in Timmy un pilota sempre messo all’angolo da qualcuno con più soldi.

Dopo aver mandato in fondo ben sette vetture (nessuna di primo livello) per modifiche in parco chiuso, la gara può iniziare. Alla bandiera verde Allmendinger si difende dal tutto in curva1 e mantiene la prima posizione davanti a Cole e Trevor Bayne, alla caccia di un rilancio in carriera con il Joe Gibbs Racing; in curva4 Brandon Jones è il primo a baciare il muro e così Gragson passa al quarto posto.

Il primo “vero” incidente arriva poco più tardi: Berry spinge troppo Austin Hill, il vincitore di Daytona, sul traguardo, la #21 sbanda e finisce contro il muro. Il pilota del RCR va ai box con una sospensione rotta, ma riuscirà a ripartire con quattro giri di ritardo minacciando vendetta nei confronti di Allgaier perché nell’impatto Austin non è riuscito a distinguere chi è stato il colpevole.

Poco più tardi arriva anche la prima caution: Landon Cassill rompe il motore e l’anteriore della sua vettura finisce a fuoco. Il pilota del Kaulig Racing esce incolume, ma torna a casa con un ultimo posto mentre Austin Hill recupera uno dei giri persi. Iwuji va nel garage e Clements ai box con la posteriore destra forata, poi si riparte con 22 giri da disputare nella prima stage con Allmendinger e Custer a cercare di tornare in fuga.

I due alla ripartenza si ostacolano troppo all’esterno e Bayne, che al choose cone ha scelto l’interno, passa entrambi e si porta al comando. AJ ha un attimo di difficoltà e poco più tardi viene aggirato da Cole che ora è dunque secondo; l’attacco di slancio della #07 non va e dunque Bayne e Custer allungano sugli altri pur continuando a duellare.

La caution per la foratura di Massey (gara tormentata per lui) manda solo Martins ai box che aveva un misfire e a lungo lo lascerà in pista con soli sette cilindri funzionanti. Alla ripartenza dei -11 Custer spinge Bayne davanti, poi prova a passarlo, ma nella manovra rischia di toccarsi con Gragson alla sua sinistra e questo manda in fuga Trevor; mentre Allmendinger si eclissa ecco che emerge un altro big, ovvero Ty Gibbs che battaglia con Allgaier.

La prima stage va dunque a Bayne che si difende e mantiene 0.6″ su Custer, ben più staccati a 4″ Allgaier e Gragson (che ha impattato contro le barriere per resistere a Justin), a 6.5″ Gibbs, Allmendinger e Berry a 9″, Sieg ed Hemric a 10.8″, Mayer chiude la top10 a 11.5″ rimanendo di un pelo davanti a Clements che aveva montato gomme fresche dopo la foratura. Fuori dalla top10 invece Creed e Jones che ha baciato il muro per la seconda volta.

Mentre Massey “ruba” il lucky dog ad Austin Hill (che ora è a -2 e ci rimarrà a lungo), inizia il primo vero giro di soste che per tutta la gara sarà una maledizione per i leader: Bayne ha un pit stop non eccezionale e al comando passa incredibilmente Hemric (Sieg infatti manca lo stallo e deve fermarsi di nuovo) su Gibbs, Gragson, Berry, Allgaier, Custer, Creed, Mayer e Jones.

Si riparte e inizia subito la battaglia fra Hemric, Allgaier e Gibbs. Justin deve alzare il piede e quindi in uscita di curva4 sono affiancati Daniel e Ty. La #54 tenta il side draft, ma viene risucchiata dall’aerodinamica ed il contatto manda Gibbs nell’erba dell’infield per un’altra caution. Incredibilmente la Toyota Supra non registra tanti danni e riparte solo con un set di gomme in meno che pagherà nel finale; paga dazio invece Labbé che fora gli pneumatici di destra sui suoi detriti e perde un giro.

Nuova green ai -22 nella seconda stage e Custer spinge Hemric davanti ad Allgaier, tuttavia Cole ne ha di più e, ancora una volta, sfruttando l’amata corsia lungo il muro passa al comando. La gara è molto selettiva: un contatto fra Parsons e Currey lascia il primo con qualche ammaccatura ed il secondo con una foratura, ma la caution non arriva.

Hemric in testa non ha il ritmo per vincere e così viene scavalcato da Gragson ed Allgaier, mandando allo stesso tempo Custer in fuga. mentre Gibbs recupera con gomme fresche e Jeffrey Earnhardt teme per il suo motore per un detrito che ostruisce la presa d’aria del radiatore, dopo due rischi grossi alla terza occasione Brandon Jones perde il controllo in curva4, ma salva la vettura pur provocando una caution.

Nuova green ai -10 e Custer rimane per poco primo anche grazie alla spinta di Allgaier che sul rettilineo opposto si ritrova in un 4-wide con Gragson, Allmendinger e la sorpresa Mayer; Justin sfruttando l’esterno rimane secondo. Custer scappa di nuovo, soprattutto dalle rimonte di Gibbs e Jones che pure lui ha dovuto cambiare gomme.

Custer vince dunque la seconda stage davanti ad un Jones in forte recupero, Allgaier, Gragson, Gibbs, Hemric, Allmendinger, Mayer, Berry ed Herbst; Bayne dopo la sosta lenta rimane intrappolato in 11esima posizione. Il giro di soste manda indietro ancora il leader, stavolta Custer che paga uno stallo non eccezionale. La nuova classifica vede dunque Jones primo su Allgaier, Gragson, Berry, Hemric, Mayer, Herbst, Custer, Gibbs e Allmendinger, tuttavia Brandon e Ty sono in debito di un set di gomme rispetto agli altri, quindi in caso di gara animata potrebbero pagare. Purtroppo per loro succederà proprio questo.

Si riparte ai -74 con l’interno che sbanda (tutto in casa JR Motorsports che Mayer che spinge troppo Berry ed Allgaier) e crea addirittura un 5-wide in ingresso di curva1 che si risolve senza incidenti. Da questo gruppo ne escono davanti Jones e Gragson, ma a seguirli è addirittura Custer che, poco dopo, nel corso di due giri completa la rimonta dall’ottavo al primo posto.

Un altro colpo di scena arriva poco più tardi: Allmendinger va ai box fuori sequenza per una vibrazione; AJ crede che sia la anteriore destra mal fissata, il muretto gli dice che è tutto ok, ma il pilota si ferma lo stesso ai box. Alla fine la gomme montata male era la posteriore sinistra e quindi il doppio errore c’era; la #16 finisce doppiata.

Ai -65, a classifica assestata, Custer ha 2″ su Gragson, 3.7″ su Jones ed Allgaier, 5.5″ su Gibbs, Hemric, Hemric e Bayne che iniziano una bellissima lotta propagata tra l’altro da un side draft aggressivo di Daniel su Ty che quasi sembra una piccola vendetta per quanto successo in precedenza a parti invertite. Allgaier fatica a passare Jones e così Cole e Noah allungano.

Per tutti i giri successivi prosegue la lotta a quattro per la top5 con sorpassi e controsorpassi, Bayne per diverse volte cerca la manovra “in tuffo” all’interno su Hemric, ma non la completa mai e così alla lunga paga su Berry che li seguiva poco lontano. Ai -50 Custer ha perso un po’ di decimi nei doppiaggi, ma mantiene 1.8″ su Gragson, 5.5″ su Allgaier, 6.4″ su Jones, 8.0″ su Hemric, 9.5″ su Gibbs, 9.6″ su Berry, 10.1″ su Bayne, 11.0″ su un Creed in rimonta ma che poco più tardi bacia il muro e 11.2″ su Herbst.

Dopo una foratura per Grala arriva la caution che rischia di cambiare il volto della gara: Brown perde il controllo in curva2 e l’innocuo testacoda arriva a poco dall’apertura della finestra per l’ultima sosta. Il beffato è Allmendinger, dato che Custer stava doppiando Vargas e Gase e il lucky dog va a Labbé che era poco dietro di loro; AJ sfrutta dunque la wave around per colmare il debito di un set di gomme.

Il giro di soste è ancora fatale per Custer che scivola al settimo posto dietro ad Allgaier (al quale dicono che è 1-2 giri a corto con la benzina), Jones, Gragson, Berry, Herbst e Mayer. La green sventola ai -42, l’interno parte male con Jones e così Gragson si porta secondo dietro al compagno di squadra, poi Noah sfrutta la corsia lungo il muro e passa primo.

Noah così comanda su Allgaier e Berry; Custer stavolta rimonta solo fino al quarto posto e la fatica che ci mette per scavalcare Josh fa mettere sul binario sbagliato la sua gara. Per un attimo Cole riesce nella manovra, poi però la #8 reagisce e di slancio passa anche Allgaier. E così Custer rimane dietro a Justin per troppo tempo.

Per Allmendinger la strategia salta ben presto: prima ancora della sosta programmata, infatti un detrito lo costringe ad un altro pit stop. Aumentano i problemi e pagano dazio ancora Martins, Currey e Mills mentre Creed cede di colpo dopo un altro contatto col muro. Poi un’altra caution, stavolta per Buford che perde il controllo in curva2 rovinando una gara bellissima (era 11°); Brown torna a pieni giri.

Questa caution fa saltare i piani di Gibbs (sesto) e Jones (ottavo) in quanto hanno finito i set di gomme e gli altri invece ne hanno ancora uno. La pit lane si apre per una sosta potenzialmente decisiva: Gibbs e Alfredo (quest’ultimo decide di tenersi un set nuovo ai box) non si fermano, Gragson paga ancora in quanto leader arrivando lunghissimo nello stallo scivolando 13° lasciando il testimone ad Allgaier.

La bandiera verde dei -22 sarebbe la grande chance per Allgaier, che in curva1 ovviamente è già primo, ma diventa invece lo show di Gragson che in appena due giri (sfruttando anche il choose cone e le lotte altrui) torna incredibilmente al comando. Gibbs ed Alfredo ovviamente scivolano indietro così come Snider (serie di guai dopo un contatto col muro), mentre rimonta anche Custer che approfitta della lotta fra Allgaier e Berry che lascia Justin arrabbiato perché il compagno di squadra lo ha quasi messo a muro.

Ci si avvia verso il finale con Noah che sembra in controllo, anche perché nello stint precedente sul long run sembrava in grado di reggere il passo di Custer, e invece Cole riprende e scavalca ai -15 il leader scappando subito. La gara sembra in mano alla #07, ma il finale sarà molto tormentato. Ai -10 Massey fora di nuovo e lascia la carcassa di una gomma in curva1.

Ai box ci vanno Jeffrey Earnhardt (purtroppo l’alternatore lo abbandona quando è 11°), Gibbs, Allmendinger, Yeley e soprattutto Alfredo che monta l’ultimo set di gomme fresche (per gli altri solo usate) e quindi dal 24° posto alla ripartenza può sognare su una pista molto abrasiva.

Green ai -6 con Custer e Gragson in prima fila, Noah tenta lo slide job ma non va e quindi Cole sembra ancora in fuga verso la vittoria, anche perché Alfredo ai -5 è solo 16°. Poi però Moffitt ha un problema e si appoggia al muro per un’altra caution che coinvolge anche Creed. Siamo ai -4 e Alfredo riparte nel (primo) overtime dal 13° posto; Allmendinger invece è il lucky dog e torna a pieni giri.

Alla prima green Gragson stavolta sceglie di seguire Custer all’esterno lasciando la prima fila a Bayne; Alfredo ne approfitta anch’egli guadagnando al choose cone. Alla ripartenza Jones finisce nel mezzo fra le due file e in curva1 viene toccato da Hemric che finisce loose, la #19 va in testacoda per un’altra caution e un altro OT. Ed ora Alfredo è davvero pericoloso perché è quarto dietro a Custer, Bayne e Gragson.

La caution è lunga per l’esplosione (letterale) della trasmissione di Vargas, poi si riparte ancora con Custer e Gragson esterni e Bayne ed Alfredo interni. Trevor parte bene, ma Berry fa deragliare Alfredo e così la corsia di destra si invola. Custer è a qualche decina di metri dalla bandiera bianca quando dietro di loro Parsons stringe a muro il neo-cognato (ha sposato nell’inverno la sua sorella gemella) Creed e nella carambola ci finisce anche Jones che sbatte contro i barili che proteggono l’ingresso della pit lane.

Dopo una bandiera rossa di 23′ (e la gara diventa di oltre 3h) per pulire tutta la sabbia si può ripartire per il terzo overtime con la top4 nonostante tutto invariata. La paura è sempre quella di Alfredo, ma le gomme di Anthony ormai hanno dato il loro meglio; sotto le luci di Fontana che si accendo per la prima volta dopo anni di inattività, a Custer basta mantenere il controllo alla ripartenza dall’esterno e la #07 si invola perché Alfredo manca lo slide job in curva2.

È ovvio l’aiuto tecnico enorme dello Stewart-Haas Racing, però Cole Custer al termine di una gara estenuante psicologicamente regala la prima vittoria nella storia allo SS Green Light Racing, gestito dall’ex pilota Bobby Dotter; suo padre, Bob Sr., fu tre volte campione della ARCA Series nel 1980, 1983 e 1984 pur avendo perso la mano sinistra in un incidente in fabbrica negli anni 60.

Gragson chiude secondo davanti ad un ottimo Bayne, Berry, Alfredo, Mayer, Allmendinger (che sfrutta le caution per risalire), Allgaier, Herbst e Sieg; fuori dalla top10 Brown, Hemric, Gibbs, Jeb Burton, Graf e tutti gli altri. In classifica AJ ora ha un punto su Gragson e tre su Allgaier, tuttavia la classifica deve ancora assestarsi. A Las Vegas sarà ancora una gara sofferta, dato che i team dovranno usare le stesse vetture di Fontana ed in molti non hanno più un auto integra, quindi potrebbero pagare dazio.

I risultati odierni

La classifica della “Production Alliance Group 300”

La classifica generale

Così in campionato dopo 2 delle 33 gare della Nascar Xfinity Series 2022

I prossimi appuntamenti

Stasera alle 21:30 (diretta su Mola TV e Nascar Trackpass) andrà in scena la gara della Cup Series a Fontana. La Xfinity Series torna il prossimo weekend a Las Vegas, precisamente sabato sera dopo i Truck che invece correranno venerdì.


Immagine: media.nascar.com

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