NASCAR | Xfinity Series, Città del Messico 2025: Daniel Suárez profeta in patria!

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 15 Giugno 2025 - 19:30
Tempo di lettura: 18 minuti
NASCAR | Xfinity Series, Città del Messico 2025: Daniel Suárez profeta in patria!
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Un incidente in qualifica costringe Suárez a partire dal fondo, ma il messicano rimonta in fretta. Poi approfitta del ko di Bell, Gibbs e Zilisch per conquistare una storica vittoria all’Autódromo Hermanos Rodríguez davanti ad una folla in visibilio


Nemmeno a scrivere un copione apposta sarebbe venuto fuori un finale così emozionante: Daniel Suárez vince la gara della NASCAR Xfinity Series a Città del Messico, davanti ai suoi tifosi, dopo essere partito in ultima posizione col muletto in seguito ad un incidente nelle qualifiche. Descrivere tutte le emozioni provate dal messicano dalla bandiera a scacchi in poi è praticamente impossibile e sono ricordi che resteranno per sempre nella mente del 33enne di Monterrey. Ok, Suárez ringrazierà il motore di Bell e il big one innescato dal compagno di squadra Zilisch che ha mandato praticamente ko anche Gibbs, ma Daniel aveva già rimontato dal fondo alla top5 senza battere ciglio o quasi. Evidentemente nel destino di un sabato storico a CDMX c’era anche questo.

La gara

Dopo 17 anni la NASCAR Xfinity Series torna a Città del Messico sull’Autódromo Hermanos Rodríguez per una tappa molto attesa del calendario. Il panorama latinoamericano in NASCAR è sempre stato presente negli ultimi 20 anni e lo dimostra che uno dei vincitori delle prime quattro gare disputate fra 2005 e 2008 sulla pista messicana (insieme a Martin Truex Jr., Denny Hamlin e Kyle Busch) fu Juan Pablo Montoya.

Ora però l’occasione è storica dato che, insieme alla categoria cadetta, a fare il viaggio oltre confine è la NASCAR Cup Series che non usciva dagli USA addirittura dal 1958. Ma, siccome la sfiga ci vede benissimo con la NASCAR in queste occasioni storiche (memorabili negli ultimi anni le piogge torrenziali che hanno colpito o minacciato due volte la corsa cittadina a Chicago e il Clash al LA Coliseum), allora arrivano dei problemi logistici che influiscono sulla trasferta.

Non uno, bensì addirittura due aerei charter noleggiati dalla NASCAR rimangono a terra nel corso del giovedì, uno per un motore rotto in fase di decollo ed uno – pare – per problemi legati al Department of Homeland Security, non l’ideale in questo periodo storico particolarmente critico su questo fronte negli USA.

Ad essere colpito è soprattutto il settore della Xfinity Series con interi team (come Haas e Trackhouse) e piloti costretti a soluzioni alternative o di emergenza, in autonomia o in coordinamento con la NASCAR. Per permettere a tutti di arrivare in tempo a Città del Messico, giovedì sera si decide per la modifica del programma. Anziché due sessioni di libere al venerdì (rispettivamente da 50′ e da 25′), seguite poi da qualifiche e gara al sabato, si sposta tutto al sabato con un’unica sessione di libere da 50′, seguita poi (come di consueto) dalle qualifiche e infine dalla corsa.

39 le auto iscritte per la gara messicana. Sulla carta una in più del consueto, ma per venire incontro ai team la NASCAR decide di ampliare la griglia a quota 40 sotto forma di due provisional, dunque – vista la entry list – una vettura sarebbe stata DNQ ma viene comunque ammessa la gara tuttavia, un po’ come successo ad Helio Castroneves alla Daytona500, senza ricevere punti o premi in denaro.

Sabato mattina la pista è ancora un po’ umida (il meteo è parecchio ballerino in quota, altro fattore che cambia molto le condizioni di guida), tuttavia le wet vengono tolte praticamente subito o nemmeno montate per le libere. I due piloti sotto osservazione sono ovviamente Connor Zilisch, il giovane fenomeno degli stradali di casa JR Motorsports/Trackhouse/Red Bull, ma anche il pilota di casa Daniel Suárez (a cui fanno compagnia Andres Perez de Lara dalla Truck Series e Ruben Rovelo dalla NASCAR Mexico) che è sulla quinta vettura di JRM.

Pronti via ed i due vanno subito in cima alla classifica, poi Zilisch ci rimane a lungo mentre altri due big come Ty Gibbs (sulla #19 di JGR) e Christopher Bell (sulla #24 di Sam Hunt Racing) si infilano nel mezzo, anche se Connor ha 1″ netto di margine. Le frenate danno problemi ai piloti, non tanto quella temuta di curva1 al termine del secondo rettilineo più lungo del campionato dietro solo al backstretch di Talladega, ma quella di curva4 (dove c’è un tornante che rappresenta la differenza fra il layout usato dalla F1 e quello della NASCAR) e quella di curva11 all’ingresso dello stadio.

In curva4 a pagare dazio per problemi appunto ai freni è Alfredo che con la #42 sbanda e poi, scivolando sull’erba bagnata, finisce nelle barriere; il muletto viene tirato fuori ma alla fine il team sceglie di riparare la vettura. I treni di gomme a disposizione nelle libere sono due, qualcuno cambia pneumatici e così Ty Gibbs chiude al comando la sessione (1’32.979″) davanti a Zilisch, Bell, Suárez e Love (che corre per metà in casa essendo sua madre proprio di CDMX).

La minaccia della pioggia incombe ancora sulla pista e così la NASCAR modifica il format delle qualifiche: anziché due gruppi da 20′ con classifica combinata, si ricorre alla sessione unica da 40′ con i 39 piloti in pista tutti insieme. Fra i primi ad uscire dai box ci sono Bell (che firma la pole provvisoria prima di finire in testacoda in curva11 appena segnato il tempo) e Zilisch (che lo sta seguendo e che gli “ruba” la pole).

Mancano molti big e si aspetta il tempo di Suárez. Il tempo del messicano non arriva. Daniel già nelle libere aveva avuto qualche problemino ai freni, ma li sottovaluta e non dice con convinzione al team di sistemarli, forse convinto di potersi adattare. E invece Suárez, lanciandosi per il suo tentativo, blocca l’anteriore in curva11 finendo dritto per dritto nelle gomme distruggendo il muso. Per lui ovviamente sessione terminata senza tempo (a parte un tecnico 9’50.828″ prima di andare nel garage), ma i timori aumentano: la #9 infatti è part time e quindi rischia la “DNQ tecnica”, potrebbe però salvarsi dato che serve che almeno una delle quattro auto che sono dietro ad essa nella classifica owner termini fuori dalla top32.

Intanto la sessione va avanti e i problemi aumentano: Eckes non sta in pista per guai ai freni e torna nel garage, Retzlaff deve ancora adattarsi agli stradali, Alfredo non partecipa alla sessione e così tutti e quattro le auto on the bubble si piazzano in top32 (con Rovelo proprio 32°): per Suárez arriva così una DNQ e la automatica provisional, ma anche la corsa al muletto in vista della gara.

Davanti intanto, dopo il primo tentativo, Zilisch è in pole provvisoria con 0.129″ di margine su Gibbs. Negli ultimi istanti della sessione Ty torna in pista mentre Connor scommette sul tempo già segnato. Al giovane pilota Chevy la scommessa riesce: Gibbs sì si migliora, ma di soli 26 millesimi. Pole dunque per Zilisch (1’32.372″) davanti a Gibbs, Bell, Kvapil, S.Smith, Mayer, A.Hill, Gray, Sanchez e Love.

Sotto un cielo che ogni tanto fa cadere un paio di gocce di pioggia (alla fine sarà gara asciutta), dopo aver retrocesso in fondo alla griglia Suárez (muletto), Eckes, Rovelo, Alfredo, Poole e Annunziata (modifiche in parco chiuso), può avere inizio una gara da 65 giri (stage da 20, 20 e 25 giri) per un totale di poco più di 150 miglia, 50 in meno rispetto alle edizioni di 20 anni fa; quattro i set di gomme da asciutto a disposizione (cinque da bagnato) mentre il pieno dovrebbe durare circa 30 giri.

Alla bandiera verde, mentre Annunziata finisce già in testacoda all’ultima curva, il lungo rettilineo permette lo sfruttamento della scia e il formarsi di un 3-wide con Kvapil che si fa vedere, ma la sfida è fra Zilisch e Gibbs con i due che percorrono affiancati curva1, poi in 2 Ty ha l’interno e passa. La #88 deve difendersi da Kvapil, segue Bell mentre la lotta fra Smith e Mayer vale la top5. Christopher non riesce a superare Carson e allora su di lui arriva Sam che ha passato Sammy.

Già alla fine del primo giro però Zilisch vuole riprendersi la prima posizione, infatti esce meglio dall’ultima curva e sul dritto affianca Gibbs. Il sorpasso sarebbe completato, ma Ty resiste, in curva2 ha di nuovo l’interno e stavolta c’è il contatto fra i due. Connor è costretto ad andare sull’erba e scivola al quinto posto. Ad approfittare di questo momento di confusione è Bell che sale al secondo posto davanti a Kvapil in curva4, poi Carson perde la posizione anche da Smith mentre le due Toyota sono andate in fuga.

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Al terzo giro Zilisch ripassa Kvapil mentre dietro di loro Love stacca lungo e supera Mayer in curva1. Sam per non mollare allunga la frenata in curva11, ma perde il controllo e finisce contro le barriere con la fiancata sinistra. Arriva così subito la prima caution, più per le sistemazione appunto delle protezioni che per la #41 che riparte immediatamente dal luogo dell’incidente in direzione box. Oltre a Mayer vanno ai box anche Austin Green, Williams e Retzlaff. Qui arriva un giallo, dato che Parker viene bloccato da un commissario per una presunta penalità. Dopo le proteste del team, Retzlaff riavrà a fine stage il giro perso per errore.

Dopo la rapida sistemazione delle barriere, si riparte ai -15 con Gibbs davanti a Bell, Smith, Zilisch, Kvapil, Love, Hill, Gray, Allgaier e Sawalich. In questo caso nel 3-wide verso di curva1 si infila Sammy, Bell ci prova ma blocca la anteriore sinistra e così Gibbs rimane al comando. In coda tanto fumo: è la vettura di Clements che ha rotto si pensa la trasmissione (terza marcia ko), ma in realtà è il semiasse che ha fatto perdere trazione; dopo il rientro ai box (con fluidi segnalati, ma per fortuna non rilevanti) e le riparazioni, Jeremy tornerà in gara ben staccato.

L’assestamento della ripartenza vede, dietro alle due Toyota, Zilisch, Smith e Love che ha superato Kvapil, problemi anche per Sawalich che finisce largo in curva4, forse toccato da qualcuno. Connor punta subito Bell per salire al secondo posto, ma il sorpasso non arriva. Testacoda invece per Harrison Burton, che aveva avuto già guai ad una sospensione nelle libere, all’uscita dello stadio. Iniziata nel frattempo la rimonta di Suárez, entrato già in top20 malgrado il muletto.

Approfittando del quasi compagno di squadra, Gibbs tenta la fuga, ma ai -12 Zilisch si tuffa in curva1 e sale al secondo posto, firmando immediatamente il giro più veloce e tornando a 0.75″ dal leader. Al passaggio successivo, a metà stage, Gibbs guida con 0.8″ su Zilisch, 1.8″ su Bell, 3.8″ su Smith, 4.6″ su Love, 5.6″ su Kvapil, 7.6″ su Allgaier, 8.0″ su Gray, 10.1″ sul trio Sanchez-Creed-Hill con Suárez al 16° posto. In questo giro Sheldon esce meglio dall’ultima curva, sul dritto Austin lo segue e così Nick perde due posizioni in un sol colpo.

La sorpresa arriva nello stesso giro: mentre Gray supera Allgaier, Gibbs viene raggiunto non solo da Zilisch ma anche da Bell. Connor ci prova di slancio, ma Ty difende l’interno in curva1 e rimane al comando. Al giro successivo la scena si ripete ancora, ai -7 manca a sorpresa un componente della lotta: infatti, Bell è finito in testacoda all’uscita dello stadio, appoggiandosi col retrotreno alle barriere, e scende al nono posto infilandosi fra Creed ed Hill.

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Ci si avvicina alla fase finale della stage e quindi si inizia a pensare alle strategie consuete di anticipo del break. La sosta di Allgaier ai -6 è anomala tuttavia, e infatti non è tattica, bensì anche per lui un problema meccanico alla trasmissione (prima e seconda marcia ko) riconducibile però al semiasse. Per Justin, come successo per Clements, lunga riparazione e poi ritorno in gara con un 34° posto finale a 15 giri.

Mentre Zilisch si stacca leggermente da Gibbs, l’ultimo assestamento prima delle soste vede un contatto fra la #2 e la #8 in curva2 con Love che manda in testacoda Sammy Smith (e Kvapil che ne approfitta per superare entrambi); al termine della corse seguirà pacifico chiarimento. Mentre Karam ha un grande tire rub e viene superato da Suárez, ai -3 vanno ai box Bell, Creed, Smith e lo stesso messicano, ai -2 è la volta dei due leader mentre Kvapil tira dritto per prendersi i punti.

L’attenzione, però, è tutta sui duellanti lassù, infatti la sosta di Zilisch è più rapida e in uscita dai box la #88 è davanti alla #19, seppur se di pochissimo. Gibbs non ci sta e nella prima metà del giro ci prova a passare dove può, ma si deve arrendere malgrado un bloccaggio di Connor in curva1. Kvapil vince così la prima stage davanti a Gray (+2.4″), Love (+2.9″, sorpassato in curva4 all’ultimo giro), Hill (+6.8″), Sanchez (+10.5″), B.Jones (+10.8″), Karam (+14.8″), DiBenedetto (+16.1″), J.Burton (+17.2″) e Labbè (+17.5″); Zilisch è 13° dietro ad Eckes e A.Perez (che temeva per una ruota mal fissata), nessun lucky dog in quanto quello di Retzlaff non viene considerato tale.

Nel break le gocce di pioggia sembrano aumentare, ma non saranno un pericolo. La caution si prolunga sia per la sistemazione delle barriere in curva14 (dopo il testacoda di Bell) e per Rovelo che torna ai box con la sospensione posteriore sinistra collassata. Dopo la conclusione del giro di soste, la doppia sosta di B.Perez, le riparazioni alla vettura di R.Sieg, la penalità per Karam per ruota fuori controllo, la classifica alla ripartenza dei -15 nella seconda stage vede dunque Zilisch al comando su Gibbs, Bell, Creed, Smith, Sawalich, Suárez (già settimo), Ellis, Thompson e Dye mentre Kvapil è sceso al 13° posto dato che in pit lane è stato superato da Love.

Zilisch scatta bene alla bandiera verde e il suo trenino (primo vagone Bell) avanza, Christopher si smarca all’interno ma non trova completamente il varco. Chi lo trova, invece, è Suárez che incredibilmente sale al terzo posto (malgrado un piccolo contatto col muso con Smith) dietro a Zilisch e Bell e davanti a Smith e Gibbs che scende in quinta posizione. Connor ne approfitta subito allungando, Daniel rimane vicino a Christopher, ma non riesce a superarlo, in curva4 infine Ty torna davanti a Sammy. Gibbs lascia lì Smith a lottare con Creed e Sawalich mentre Ellis, Dye e Thompson completano la top10.

Si vede che Gibbs ne ha di più, riprende subito Suárez che in questo momento è il migliore alleato del compagno di squadra al comando, tuttavia dopo un giro e mezzo è costretto a cedere alla Toyota in curva4 mentre in coda, in curva3, Austin Green tocca Wright e lo manda in testacoda. Ancora problemi per Alfredo che si prende una penalità per track limits, ma allo stesso tempo fora (pare toccato da Labbé) la posteriore sinistra e finisce in testacoda nelle Esses prima di tornare ai box.

Ai -11 Gibbs firma il giro più veloce della corsa portandosi a 2.8″ da Zilisch e 0.9″ da Bell, poi al giro successivo arriva già il sorpasso. Dunque, a metà stage Zilisch guida con 3.1″ su Gibbs, 3.4″ su Bell, 4.8″ su Suárez, 6.0″ su Smith, 6.5″ su Creed, 6.9″ su Sawalich, 12.4″ su Gray, 13.3″ su Dye e 14.7″ su Love rientrato in top10 mentre Kvapil è ancora nel traffico e, pochi giri più tardi, finirà in testacoda in un tentativo di divebomb su Thompson in curva11.

Mentre Hill fora in curva4 la anteriore destra nella bagarre in rimonta, già dal giro successivo appare conclamata la difficoltà di Bell: raggiunto e passato in un amen da Gibbs poco prima ai -9 cede addirittura 1.9″ netto alla coppia di testa e 0.9″ a Suárez che lo insegue. Non si capisce al momento il perché di questo.

Nemmeno Zilisch vive una gara tranquilla: prima Alfredo, uscendo dai box, non si accorge dell’arrivo della #88 sul rettilineo e fra i due c’è un contatto fiancata contro fiancata, poi Connor si trova davanti a lui anche Hill, pure lui reduce dal pit stop, con Austin che ovviamente non vuole perdere il giro. Nonostante questo, i due guadagnano ulteriori 2″ su Bell che si difende da Suárez.

Ai -7 il trend si inverte: Zilisch inizia a perdere decimi da Gibbs mentre Bell si riprende e torna su tempi da top5. Ai -5 il leader mantiene 1.6″ su Ty mentre la #24 è scivolato a 8.1″, Suárez si è addirittura staccato dalla Toyota ed è a 11.0″ ed ha poco distante a 0.7″ Smith.

Poi torna la strategia: Annunziata (che poi riparte a spinta perdendo un giro) e Kvapil sono i primi ai box ai -4. Ai -3 ci si aspettano altri big. Il primo è Bell, ma la sua entrata in pit lane è, purtroppo per lui, pirotecnica, in una nuvola di fumo con il motore che è esploso (e da qui si capisce tutto quanto successo in precedenza). La #24 si ferma all’ingresso dei box in posizione defilata, tutti si tuffano in pit lane dietro di lui (speeding per Love), tuttavia la NASCAR decide – in maniera lungimirante – di non tirare fuori la bandiera gialla per non sconvolgere la corsa.

Zilisch e Gibbs si fermano al giro successivo, mentre stavolta a tirare dritto è Sammy Smith. Anche in questo caso l’uscita dai box della #88 e della #19 è molto ravvicinata, ancor più di quella precedente, con Ty che riesce ad accelerare meglio e affiancare Connor verso curva1, tuttavia il giovane pilota Chevy anche in questo caso rimane davanti dopo una staccata decisa. Gibbs ci prova nuovamente, ma si deve arrendere.

Sammy Smith vince la seconda stage davanti a Gray (+3.5″), Creed (+4.7″), Jones (+14.7″), Eckes (+14.9″), Dye (+16.9″), Thompson (+18.2″), Sanchez (+18.8″) e poi gli stessi Zilisch (+21.5″) e Gibbs (+21.9″); Poole (che era 14°) ai box con il semiasse rotto (per lui ritiro), lucky dog per Annunziata mentre Allgaier, Rovelo e Clements sono tornati o stanno tornando in gara.

Al break si completa il giro di soste, Perkins si ferma in anticipo, Ellis va nel garage per problemi meccanici, speeding per A.Perez mentre Green esce dai box con il wrench ancora attaccato al parabrezza e deve tornare dai meccanici per farselo togliere. Dopo la lunga caution per pulire la pit lane, si riparte con Zilisch di nuovo al comando su Gibbs, Sawalich, Suárez, Mayer, Kvapil, H.Burton, Gray, Smith e Jones.

Bandiera verde ai -19 e Suárez scatta molto bene al punto che si incolla subito a Gibbs provando a spingerlo, poi scartando andando all’esterno nel 3-wide. In curva1 si decide la corsa: Zilisch per staccare molto forte e vedendo Gibbs approcciare la piega, sbaglia i tempi e stringe troppo, salta sul cordolo e finisce contro Ty il quale, a sua volta, si appoggia contro Suárez che riesce a tenere la barra dritta. Dietro al messicano, che emerge come leader, il caos con auto sparse ovunque fra curva2 (dove Zilisch si aggancia a rilento con Mayer) e curva3 (dove Gibbs tocca Kvapil e lo manda in testacoda).

È praticamente un big one, anche se le auto veramente coinvolte sono poche, ma quelle leggermente ammaccate almeno una decina. La lista ufficiale include in ordine di numero: Kvapil, Retzlaff (unico ritirato), Smith, Sawalich, Gibbs, Jones, K.Sieg, Rovelo, R.Sieg, Mayer, Annunziata e Zilisch, ma certamente quelli finiti nel mucchio sono molti di più.

Dietro la pace car (Alfredo lucky dog) si passa alla conta dei danni: per Zilisch (foratura alla anteriore sinistra) e Gibbs i danni sono pesanti, ma riusciranno a ripartire. In ogni caso, per entrambi il sogno di vittoria sembra andato. La classifica aggiornata vede dietro a Suárez (diventato a questo punto il favorito) una top10 rivoluzionata: Eckes, Gray, H.Burton, Sawalich, Jones, Sanchez, Dye, Thompson e J.Burton; alla ripartenza Zilisch è 25°, Gibbs 31°.

Dopo la lunga pulizia della pista (tanta erba portata in curva3), si riparte ai -14 proprio mentre esce il sole su Città del Messico. Suárez scatta bene, ma non viene sospinto e così Eckes ci può almeno provare. Il sorpasso non va a buon fine e così Daniel rimane al primo posto, poi nelle Esses inizia già ad allungare.

La classifica si va assestando e uno dei nomi che emerge a sorpresa è Austin Hill che, dopo la foratura della seconda stage ed essere ripartito 13°, ai -13 è già settimo e al giro successivo in top5 dopo aver superato Sawalich ed Harrison Burton. Gray si è incollato ad un Eckes ancora non al meglio e riesce a superarlo in curva4; dietro di loro in fotocopia Hill scavalca un Sanchez che ha qualche guaio ai freni.

Ai -11, dunque, Suárez ha 2.2″ su Gray, 2.9″ su Eckes, 4.3″ su Hill e 5.0″ su Sanchez; a seguire Sawalich, H.Burton, Jones, Thompson e Smith, poi Love e… Zilisch?! Sì, Connor malgrado una vettura molto ammaccata ha recuperato 13 posizioni in tre giri.

La vera sorpresa nelle fasi seguenti è che Gray va molto veloce, evidentemente nel big one la #9 ha subito più danni di quanto lo stesso pilota ha riportato via radio. Nel primo giro completo a pista libera, Taylor recupera addirittura sei decimi portandosi a 1.6″ dal leader. E Zilisch, seppur a 9″, fa paura essendo rientrato in top10 dopo aver passato Love e Smith. Nei giri seguenti ci saranno ulteriori scaramucce fra i due che coinvolgeranno anche Jeb Burton e Thompson che sono attorno a loro. Il più veloce in pista è tuttavia Hill che va a riprendere Eckes e ai -9 lo passa nello stadio. Suárez ha reagito e mantiene ora 1.85″ di margine con Austin a 4.3″.

Zilisch prosegue nella rimonta passando sia Thompson che H.Burton, ma davanti la lotta si fa intensa, ai -8 il margine del messicano (che davanti a lui ha nuovamente un Alfredo nel posto sbagliato al momento sbagliato) è sceso a 1.4″ e 4.2″ sui principali rivali, ai -7 si riduce a 1.1″ e 4.0″. Poi però arriva la caution a riaprire tutto definitivamente: Love finisce in testacoda all’uscita dallo stadio e si ferma nella direzione sbagliata all’uscita della curva cieca. Ellis è il lucky dog.

Lo sprint decisivo è sulla distanza dei quattro giri e vede alla bandiera verde Suárez al comando su Gray, Hill, Eckes, Sanchez, Sawalich, Jones, Zilisch ed i cugini Burton. La tensione è palpabile perché si capisce che un momento di storia sportiva è ad un passo, ma non è scontato che succeda.

Lo scatto vede Gray partire leggermente meglio e le due vetture viaggiano affiancate per tutto il dritto, la staccata, curva1 e curva2. Qui Taylor ha l’interno e nel duello tocca la #9 che è costretta ad andare sull’erba (nessuna penalità dunque) e tagliare curva3. Suárez, malgrado questo, riesce ad accelerare bene e difendersi in curva4. Dietro di loro, Eckes torna davanti ad Hill (buona notizia per Daniel) mentre Zilisch emerge clamorosamente in quinta posizione (brutta notizia per Daniel); Sanchez invece rimedia un enorme tire rub che culminerà in una foratura al penultimo giro, Ryan Sieg finisce in testacoda in curva11 ma riparte.

Ai -3 Suárez ha guadagnato 0.8″ su Gray, seguono Eckes a 1.7″, Hill a 2.0″ e Zilisch a 2.1″, è uscito meglio dall’ultima curva e supera Austin in curva1. Mentre Gray inizia nuovamente a rosicchiare centesimi al leader, Connor inizia a farsi vedere subito anche su Eckes, poi però il giovane pilota vuole troppo e subito e l’attacco nelle Esses sarebbe anche geniale e inaspettato, tuttavia Zilisch finisce largo e verso curva11 viene ripassato da Hill. Connor saluta così i sogni di una clamorosa vittoria lasciando in lotta i due leader. Ai -2 Suárez mantiene 0.725″ Gray mentre Eckes è già a 3.1″.

La buona (per i suoi standard) gara di Brandon Jones su uno stradale viene mandata all’aria da un testacoda in curva1 (quasi certamente toccato da dietro). Mentre Hill non passa ancora Eckes, Gray rosicchia ancora centesimi, in curva4 arriva a 0.55″ prima di un errorino all’ingresso delle Esses che, al netto del giro, alla bandiera bianca lo mette a 0.76″ dalla prima posizione.

2.4 miglia. Probabilmente in quel minuto e mezzo Suárez nemmeno respira o sbatte le ciglia. C’è troppo pathos nell’aria rarefatta di Città del Messico. Anche se lui è di Monterrey, per Daniel questa è la gara di casa, la gara organizzata praticamente per lui che ha trovato la via del successo in America e in NASCAR. La sua ultima vittoria in Xfinity Series (poco frequentata da allora) è proprio quella di Miami nel 2016 in cui conquistò il titolo nella categoria cadetta. Ora ha solo 15 curve da affrontare perfettamente per non concedere nulla ad un Gray che è più veloce di lui.

Curva1 e la sua staccata lunghissima passano indenni e senza rischi, da gestire ci sono ancora 0.66″. Pure il settore iniziale trascorre senza problemi e, dopo curva4, all’ingresso delle Esses gli rimangono 0.6″. L’occhio vede la #54 avvicinarsi, ma al netto di tutto Suárez si presenta allo stadio ancora con 0.58″ di margine. E poi c’è solo rumore dei tifosi, rumore dell’accelerazione dal rampino, l’urlo che viene trattenuto per un attimo quando all’uscita dello stadio Taylor prova un ultimo tuffo, ma alla #54 manca qualche centimetro per arrivare al paraurti della #9. Ora basta solo accelerare caro Daniel, poi davanti a ci sono solo emozioni che ricorderai per sempre.

Evidentemente in casa Trackhouse va di moda vincere in rimonta col muletto ultimamente: dopo Ross Chastain a Charlotte, Daniel Suárez trionfa a Città del Messico dopo essere partito 39° e ultimo, con una provisional dopo la citata “DNQ tecnica”. Il messicano emula anche Ron Fellows, il canadese capace di vincere la gara della Xfinity Series a Montreal nel 2008, diventando così il secondo “profeta in patria” in NASCAR. Per chiudere l’angolo statistico, ora Suárez è il pilota straniero più vincente della storia (sette successi, due in Cup, quattro in Xfinity e uno nei Truck) affiancando Marcos Ambrose (2-5-0).

Sul traguardo Suárez precede Gray (+0.598″, il quale beneficia della questione provisional prendendosi 40 punti e non 35 ma non la qualificazione ai playoff), Hill (+4.4″, sorpasso all’ultimo giro), Eckes (+5.8″), Zilisch (+6.4″), Sawalich (+6.5″), Green (+7.2″), J.Burton (+8.1″), H.Burton (+9.1″) e Smith (+9.4″); Gibbs 14°, Love 18°, Kvapil 19°, Mayer 23°, Jones 25°, Sanchez 31°, Allgaier 34°, Bell 39° e ultimo.

Intanto Daniel sta vivendo a pieno il sogno realizzato, quello di vincere davanti ai propri tifosi ad un livello più alto della NASCAR Mexico (aveva già vinto a CDMX 13 anni fa), ad ogni tribuna fa un burnout, poi si ferma nello stadio (dove è allestito un inedito podio per la NASCAR). Se Suárez è esaltato, la moglie Julia Piquet non smette di piangere e con lei chissà quanti tifosi e appassionati. Ora bisogna recuperare le energie caro Daniel, ora c’è ancora una gara da conquistare davanti ai connazionali e la possibilità per un clamoroso bis c’è.

I risultati odierni

La classifica della “The Chilango 150”

La classifica generale

Così in campionato a 11 gare dalla fine della regular season della NASCAR Xfinity Series 2025

I prossimi appuntamenti

Stasera alle 21:00 ci sarà a Città del Messico la storica gara della NASCAR Cup Series, la prima corsa valida per il campionato e disputata fuori dagli USA dal 1958; a partire dalla pole sarà Shane van Gisbergen. La Xfinity Series tornerà sabato prossimo a Pocono.


Immagine: Media NASCAR

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