Solo problemi strategici e piccoli guai meccanici rallentano il neozelandese verso un’altra vittoria a Chicago. Van Gisbergen passa di forza il compagno di squadra Zilisch all’ultima ripartenza chiude un sabato perfetto
“Saturday in the park / I think, it was the fourth of July.” Così cantavano nel lontano 1972 i Chicago. Non è esattamente il 4 luglio bensì il 5, non è Central Park ma siamo proprio a Chicago, però l’atmosfera è quella. E lo è specialmente se il tuo nome è Shane van Gisbergen. Nel circuito allestito per la terza volta per le strade del Grant Park, il neozelandese ha vinto ancora una volta ed è la terza in cinque gare organizzate da parte della NASCAR su questo tracciao. Non è stata una corsa dominata, anche per diversi fattori, tuttavia SVG ha messo il suo timbro nuovamente quando c’è da girare anche a destra.
La gara
Passato il 4 luglio a dare gli ultimi ritocchi al circuito cittadino, la terza edizione della gara cittadina della NASCAR per le strade di Chicago entra nel vivo direttamente sabato mattina con la Xfinity Series, in programma una sessione di libere da 50′, le qualifiche per le 40 auto iscritte (dunque due saranno le DNQ) e poi nel pomeriggio la gara.
40 iscritti sì, ma gli occhi di tutti sono ovviamente su Shane van Gisbergen, ultimo vincitore della corsa ma quest’anno presente sulla quinta vettura del JR Motorsports (già portata in victory lane da Suárez a Città del Messico). Il duello, ovviamente, sarà con il compagno di squadra Connor Zilisch, chiamato al riscatto dopo l’errore di CDMX. I due non solo sono teammate per l’occasione, ma lo sono (e lo saranno) anche in Trackhouse e per questa gara sono anche compagni di sponsor, infatti nascono due curiose livree, la #9 per SVG con muso Weathertech e fiancate Red Bull e Zilisch al contrario. Un modo alternativo di creare ancora più interazioni sui social.
La selezione nella mattinata di Chicago è brutale: la vettura di Ryan Sieg proprio non vuole accendersi e allora salterà libere e qualifiche, pronti via e nelle prove dopo 5′ bandiera rossa perché Alfredo si ferma in pista in una nuvola di fumo per un tubo dell’olio bucato; la #42 riuscirà a sorpresa a tornare in pista già in questa sessione.
In sequenza poi ci sono gli errori di Eckes (a muro in maniera dura in curva6) e Creed (testacoda in curva7 senza ammaccature), dunque è la volta in pochi secondi di Wright in curva2 (persa da solo e retrotreno nelle gomme) e Gray che, pochi secondi dopo aver visto la #5 in testacoda davanti a lui, finisce a muro in curva4 per un’altra bandiera rossa in quanto la #54 si incastra in stile Austin Powers fra le barriere.
A 14′ dalla fine delle libere, tuttavia, il colpo di scena: Connor Zilisch è al comando della sessione con oltre sei decimi di margine su un van Gisbergen che sta emergendo in progressione quando finisce lui stesso nelle gomme in curva2 dopo aver perso il controllo in frenata. I danni alla fiancata di sinistra sono rilevanti e per la #88 sono necessarie riparazioni che costringeranno un disperato Zilisch a saltare le qualifiche. SVG può solo che ringraziare e partire con netto margine.
Nei finali altri psicodrammi: anche la #53 di Karam accusa un problema meccanico (cinghia della pompa dell’olio che si rompe) e la vettura si ferma in pista in una nuvola di fumo. Il problema per questa auto è la penuria di owner point che mettono a serio rischio la qualificazione. Guai alla trasmissione anche per Annunziata (recente vincitore della ARCA Series a Lime Rock) che verranno però riparati.
Alla fine di una tormentata sessione di libere, il miglior tempo è conquistato da Shane van Gisbergen (1’31.328″) che precede di due decimi Zilisch, a seguire Mayer, Jack Perkins (un altro oceanico di livello proveniente dal Supercars e da tenere d’occhio perché finito dritto sulla #19 di JGR), Smith, Hill, Creed, Allgaier, Love e Kvapil.
In rapida sequenza arrivano le qualifiche con i due gruppi che hanno 20′ a disposizione ciascuno e poi la griglia determinata dalla classifica combinata. 32 le auto qualificate in base ai tempi, poi sei in base agli owner point ed infine le citate due DNQ.
Nel gruppo1 ci sono le auto con valori bassi nell’algoritmo e la combinazione assenze+incidenti di Atlanta mette qui tanti big. SVG fa subito la voce grossa prendendosi la pole provvisoria (1’30.085″) a precedere di oltre otto decimi Creed, Sawalich, Smith e lo specialista Pardus. Senza tempo Karam e Ryan Sieg mentre a rischio, relativamente a sorpresa ma la lentezza in pista (giustificata poi dal pilota col fatto che questa vettura fosse una da short track per salvaguardare quella da stradali per Sonoma la prossima settimana) di Kris Wright – che fa arrabbiare Sammy Smith il quale si trova la #5 nel settore finale spingendolo nella via di fuga – cambia il pronostico.
Il gruppo2 vede solo degli inserimenti in classifica, l’equilibrio generale non cambia: pole per van Gisbergen a precedere di circa due decimi e mezzo Hill, poi Mayer, Creed, Jack Perkins (Blaine, che non è suo parente, è 23°), Allgaier, Sawalich, Sanchez, Love e Smith. Senza tempo anche Zilisch e Gray che scombinano i ripescaggi e dunque le DNQ sono Wright ed un amareggiato (per la sfortuna ricorrente) Karam.
Dopo aver retrocesso in fondo Eckes, Gray (muletto), R.Sieg, Alfredo, Annunziata, Zilisch e DiBenedetto (anche per lui toccata a muro) per modifiche in parco chiuso, può avere inizio sotto un sole cocente (34-35 °C) una gara sprint da 110 miglia per 50 giri (15+15+20) completabile anche con un solo rifornimento in quanto il pieno dura 30-35 giri.
Nel giro di formazione Allgaier e soprattutto Hill accusano problemi radio (in città le frequenze sono più soggette ad interferenze), al punto che Austin preferisce fermarsi ai box e risolverlo per evitare una bandiera nera. Alla green SVG scatta bene e tiene la prima posizione, dietro di lui Creed tiene l’esterno e in curva2 supera Hill dall’interno con il neozelandese che ne approfitta per una fuga che sarà però breve. Poco più dietro Sanchez supera Sawalich mentre Love lo segue al secondo tentativo in chiusura di primo giro.
Il secondo giro, dopo il sorpasso di Sanchez su Jack Perkins in curva4, vede una sorpresa: van Gisbergen non solo non è scappato, ma Creed lo ha ripreso e sorpassato in curva7, tuttavia Shane incrocia la traiettoria e alla piega successiva si riprende la prima posizione con Sheldon che in curva8-9 bacia anche leggermente il muro permettendo ad Hill di tornare sotto.
Il terzo giro vede, nello stesso punto, invece l’incidente di Ryan Sieg, protagonista in negativo di una giornata orribile: l’impatto contro il muretto sul lato sinistro mette fine alla sua corsa e – forse – anche al sogno playoff. Rischia anche Zilisch in forte rimonta, dato che per sorpassare un osso duro come Annunziata deve ricorrere, involontariamente, ad un bump alla penultima curva. Ma la caution arriva al giro successivo: Perkins finisce a muro in curva6, forse (se non probabilmente) toccato da Sammy Smith. Inutile lucky dog per Ryan Sieg che è sì uscito dai box, ma tornerà in pochi secondo nel garage per ritirarsi.
Durante la caution si parla oltre che di strategia (siamo ai -10 nella prima stage e col pieno si può andare in fondo alla seconda) via radio e la radio più attiva è quella di van Gisbergen che lamenta – a suo dire – di problemi al motore, più probabilmente alla carburazione, motivando così la mancata fuga iniziale. Alla fine, però, il neozelandese non si butta giù, convinto di compensare questo con il proprio talento.
Mentre Jack Perkins si deve fermare in pista con la sua coupé (il retrotreno è stato danneggiato pesantemente) perché non è riuscito a battere la pace car uscendo dai box, in pit lane ci vanno J.Burton, Alfredo ed Eckes. Quando è tutto pronto per ripartire, ecco un altro colpo di scena: Sawalich (in quel momento nono) si ferma e scende dalla vettura per un principio d’incendio dall’impianto elettrico. Poi William risale in macchina e viene spinto ai box, ma per lui ancora una gara prematuramente conclusa.
Le notizie per il Joe Gibbs Racing vanno di male in peggio: Brandon Jones si prende una bandiera nera perché la sua radio non va. La #20 sarà fortunata perché, tirando dritto, arriverà poi un’altra caution prima che la direzione gara prenda ulteriori provvedimenti.
Si riparte ai -7 con van Gisbergen al comando su Creed, Hill, Allgaier, Mayer, Sanchez, Smith, Love, Jones e Kvapil con Zilisch già 20°. Il neozelandese scatta ancora bene mentre Hill deve guardarsi da Allgaier, dietro di loro Sanchez supera Mayer ed entra in top5, ma dura l’arco di mezzo giro. Nel gruppo c’è parecchia battaglia con Mosack, sulla #14, che fa un po’ da tappo e Zilisch che deve essere molto prudente a passare l’omonimo e le altre vetture. Proprio ai -5 è Mosack a finire nelle gomme in curva7. Connor fatica a ripartire col muso danneggiato, poi riesce a prendere la via dei box con la anteriore sinistra ko.
Ai -4 si entra in ottica strategia con le soste di Annunziata e Gray (speeding per Taylor a completare i primi 11 giri disastrosi per il JGR), ai -3 quelle di Love, Pardus, Jones (che si salva così), Williams, Dye, Ellis ed Alfredo. In pista, intanto, van Gisbergen e gli altri leader hanno tirato dritto ma Allgaier ha perso due posizioni a vantaggio di Mayer e Sanchez.
La stage viene troncata in anticipo: Brad Perez sbaglia la scalata e finisce nelle gomme in curva4, ripartendo proprio mentre la direzione gara espone la bandiera gialla. SVG vince dunque la prima stage dietro la pace car ma davanti a Creed, Hill, Mayer, Sanchez, Allgaier, Smith, Zilisch (fra sorpassi e soste altrui già ottavo…), Kvapil e Labbé; lucky dog per Mosack mentre Perkins prosegue fortemente ammaccato a quota -4.
Al break interviene nuovamente la strategia, dato che si completa il giro di soste, ma non per tutti dato che il solo van Gisbergen tira dritto. E qui il team #9 si espone al rischio, infatti dal muretto a questo punto scommettono sulla sosta unica (per gli altri c’è ancora qualche piccola incognita, ma viste le caution che arriveranno sarà tutto a posto) in cui ci dovrà essere tuttavia una cosa povera di bandiere gialle per scappare dagli avversari.
Alla ripartenza, dunque, SVG precede J.Burton, Eckes, Love, Williams, Pardus, Dye, Ellis, Annunziata, Alfredo, Jones e Gray, dunque chi ha pittato ora a partire da Creed (13°), Hill, Mayer, Allgaier, Smith, H.Burton, Kvapil e Zilisch che ha fatto una sosta più lunga per modificare l’assetto sulla sospensione anteriore. Penalità per Sanchez per ruota fuori controllo.
Bandiera verde ai -12 nella seconda stage ed il neozelandese approfitta della situazione alle sue spalle (da notare il sorpasso di Love su Eckes in curva1) e scappa via. Jesse è quello messo meglio e in curva7 passa anche Burton portandosi al secondo posto, ma SVG ne ha di più malgrado le gomme più usurate. E qui la #9 si mette a spingere sul serio. Creed, nel frattempo, guida la rimonta degli ex leader e rientra in top10 (poi passerà Annunziata e Alfredo in un sol colpo alla prima curva) mentre Zilisch è più prudente e si lancia solo quando il gruppo si allunga.
Mentre Allgaier tocca il muro in curva8 e Alfredo deve andare ai box per ulteriori problemi tecnici (cofano alzato), la coppia Gray-Eckes perde terreno, evidentemente soffrendo il tempo perso nelle libere. Quando ai -7 SVG ha quasi 8″ su Love e 10″ su Creed, che ha appena messo Burton fra sé ed Hill, mentre Zilisch deve ancora passare molte auto ed è 11°, ecco che arriva una caution che manda a monte la strategia del leader.
DiBenedetto finisce nelle gomme in curva1 e, dopo un attimo di attesa, riparte. Il crew chief di van Gisbergen per un istante pensa a fermare la #9 ai box dato che la finestra per il pieno si è ampiamente aperta, poi però cambia idea. Ovviamente, sulla strada verso il box, DiBenedetto fora e perde la carcassa in pista ed arriva la caution per detriti. Lucky dog per Alfredo.
La strategia di SVG viene salvata in corner dal fatto che ai box con lui – obbligato a farlo – ci vada mezzo gruppo. La classifica alla ripartenza, dunque, vede Creed al comando su Love, J.Burton, Hill, Jones, Williams, Smith, Zilisch, Allgaier, Annunziata, Kvapil, Mayer, H.Burton, A.Green, Labbé, Grala e K.Sieg, con van Gisbergen dunque 18°. Ad aiutarlo, prima della ripartenza, ci pensa Bilicki, anch’egli fermo in pista con un principio d’incendio all’impianto elettrico.
La #91 viene spostata in fretta e quindi si può ripartire per uno sprint di due giri. Love nei primi metri riesce a difendersi da Creed che aveva sfiorato il muretto all’ultima curva, poi però Sheldon si scatena, va esterno in curva2, incrocia in uscita e in accelerazione passa Jesse in curva4. Zilisch si divincola bene e sale al quarto posto mentre anche van Gisbergen ne esce indenne, andando però all’attacco anche 3-wide in curva6 al giro finale.
Sheldon Creed vince la seconda stage davanti a Love, Hill, Zilisch, Smith, J.Burton, Williams, Allgaier, Jones ed Annunziata; a seguire Mayer, Green, van Gisbergen, Sanchez, Kvapil, H.Burton, Labbé, Grala, Gray e Pardus. Lucky dog per DiBenedetto che, con una vettura danneggiata, nei giri seguenti perderà e riguadagnerà il giro ad ogni caution successiva.
Mentre SVG ora lamenta problemi alla cool suit e quindi la sua giornata imperfetta prosegue, ai box vanno solo J.Burton, Jones e Kvapil, dunque il neozelandese sale all’undicesimo posto e davanti a sé ha 10 vetture da superare in 16 giri e che non pitteranno più dato che si sentono a posto con il carburante. La differenza la farà anche la decina di tornate a suo vantaggio sugli pneumatici, anche se il degrado non sembra un fattore rilevante.
Alla bandiera verde Creed scatta bene e rimane al comando, Love si deve difendere fin da subito da Zilisch, sembra farcela ma poi in sequenza verrà infilato sia dalla #21 che dalla #88. In curva2 l’incidente: un SVG aggressivo va 3-wide con Williams ed Annunziata, non ci stanno tutti e la serie di piccoli contatti porta la #70 nelle gomme dove viene tamponata da Gray (a cui si rompe la leva del cambio e sarà ritiro) e Castro. Caution per detriti perché Thomas lascia lì il paraurti mentre la rabbia la porta con sé via radio.
La classifica alla ripartenza dei -13 vede Creed ancora al comando su Hill, Zilisch, Love, Smith, Allgaier, van Gisbergen, Mayer, Williams e Sanchez. Sheldon parte bene e Zilisch lo segue approfittando di Austin che prima tocca il muro all’ultima curva e poi deve cedere nell’incrocio in curva2. Vanno in fuga in quattro mentre in coda il solito Retzlaff viene tamponato da Ellis e Kvapil e finisce contro il muro nella strettoia ma riesce a ripartire.
Zilisch è scatenato e già in curva6 attacca Creed e supera la #00, Sheldon prova a rispondere con un bump alla frenata successiva tuttavia Connor tiene a bada la sua vettura e va avanti completando la rimonta dal fondo. Il problema per gli altri, però, è che dietro a Zilisch, Creed, Hill e Smith c’è già van Gisbergen che ha passato Love ed Allgaier. È proprio Justin quello più in difficoltà, infatti al giro successivo viene aggirato da Sanchez in curva3: sono i primi sintomi di un freno ko che costringerà la #7 ad alzare bandiera bianca nel finale.
Zilisch intanto scappa via, sa che van Gisbergen è nei paraggi e deve allungare subito. SVG però è metodico: ai -11 supera Smith alla penultima curva, ai -10 riprende Hill mentre il compagno di squadra firma il giro più veloce, ai -9 arriva l’erroraccio di Austin che, anche qualora volesse far passare la #9, sbaglia curva2 al punto che per mezzo giro finisce dietro anche a Sammy. Passa un altro giro e, anche senza affondare, il neozelandese supera Creed in curva6.
-8 e ci sono 3.391″ fra la #88 sponsorizzata Red Bull-Weathertech e la #9 sponsorizzata Weathertech-Red Bull. SVG ne ha di più però; ai -7, col giro più veloce, scende a 3.129″, ai -6 di colpo a 2.319″. Forse non servirebbe nemmeno la caution per il riaggancio, ma Castro che finisce dritto nelle gomme in curva6 facilita il compito a Shane.
Si va dunque direttamente, dopo aver sistemato le gomme, ai -2 quando c’è la ripartenza decisiva in cui Zilisch precede van Gisbergen, Creed, Hill, Smith, Love, Sanchez, Mayer, Green e Williams. Una ripartenza cruciale anche per gli equilibri in squadra.
La differenza la fanno tutta le gomme: Zilisch fa quel che può, ma in accelerazione dall’ultima curva non riesce a mettersi del tutto alla #9 che, dunque, rimane lì tenendo la porta aperta anche di forza. In frenata, difeso l’interno, c’è pure un leggero contatto fra i due, Shane accelera allargando la traiettoria mentre Connor fa quel che può toccando leggermente il muro. Creed prova ad approfittarne e passa in curva2, tuttavia in 4 Zilisch torna al secondo posto.
L’ultimo giro vede SVG, che ha approfittato di questo, gestire i 0.75″ di margine. Il giovane teammate rosicchia centimetri, ma lo spazio per un attacco vero non c’è mai.
Shane van Gisbergen vince dunque ancora a Chicago (terza gara sulle cinque organizzate) battendo in un duello duro ma corretto Connor Zilisch che impara la lezione per il futuro. Creed è ottimo terzo davanti ad un Hill scontento, poi Sanchez, Love, Smith, Mayer, Green e Poole; Eckes 15° davanti a Kvapil ed uno scatenato Annunziata, Jones 21°, Allgaier 23°.
Per SVG in victory lane c’è buon viso a cattivo gioco con interviste e pallone da rugby calciato in tribuna come da tradizione, ma poi dovrà passare al centro medico per il surriscaldamento patito in vettura senza cool suit.
Oggi c’è la seria possibilità di un bis, ma intanto l’angolo statistico dice che questa è la 40esima vittoria non americana nella storia della NASCAR, distribuite in maniera equilibrata, 10 in Cup, 20 in Xfinity e 10 in Truck Series. Van Gisbergen è già a quota sei in totale (terzo di tutti i tempi a -1 da Ambrose e Suárez) di cui quattro in Xfinity (-1 dallo stesso Ambrose). L’estate è ancora lunga: il neozelandese ha in programma, oltre alla Cup Series, le presenze in Xfinity Series sulla #9 di JR Motorsports (mai un team aveva portato alla vittoria sei piloti diversi in una stagione) anche a Sonoma fra sette giorni e al Glen.
I risultati odierni
La classifica della “The Loop 110”
La classifica generale
Così in campionato a 8 gare dalla fine della regular season della NASCAR Xfinity Series 2025
I prossimi appuntamenti
Stasera alle ore 20:00 sulle strade di Chicago ci sarà la gara della NASCAR Cup Series, 19esima stagionale e secondo round dell’In-Season Challenge; anche qui – come successo in Xfinity Series – a partire dalla pole position sarà Shane van Gisbergen. La categoria cadetta tornerà in pista sabato prossimo su un altro stradale, quello di Sonoma.
Immagine: Media NASCAR
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