Addirittura 16 caution interrompono il ritmo specialmente nell’ultima stage. Il big one manda tutti al secondo overtime dove Ty Gibbs, che fino a quel momento aveva dominato, viene superato da Brandon Jones e poi si tocca con Sam Mayer nella lotta per il premio del Dash4Cash. E così la sfida fra i due giovani piloti si chiude in rissa
16 caution non sono un record per Martinsville, però una gara così poco lineare e scorrevole raramente la si è vista. Brandon Jones ha vinto non demeritando dato che lo ha fatto passando in maniera pulita il dominatore Ty Gibbs malgrado le gomme più usurate al secondo overtime, tuttavia è proprio il nipote di Joe Gibbs, che lascia non proprio felice la pista, a far parlare di sé in negativo per la scazzottata ad armi non pari che si scatena con Sam Mayer dopo il traguardo. A ridere però è AJ Allmendinger che da questa litigata ne esce più ricco di 100’000$.
La gara
Il weekend della Xfinity Series inizia giovedì pomeriggio dopo la cancellazione delle libere e delle qualifiche della Truck Series per la pioggia. Su una pista fredda nelle libere ci sono solo tre problemi, il testacoda di Griffith, quello della Decker e un detrito in pista decisamente evidente, sul momento si crede che sia un pezzo dei freni proprio di Griffith e invece si scoprirà poi (dopo la gara) che è la zavorra di Creed (forse per questo il più veloce nella sessione), dunque in settimana ci saranno pesanti penalità.
In qualifica su una pista che si migliora continuamente il controllo sembra essere del JR Motorsports (tranne Dale Jr. che, all’unica presenza stagionale, è appena 30°), tuttavia a conquistare la terza pole consecutiva è Ty Gibbs, in corsa per la seconda tappa del Dash4Cash con Mayer, Allmendinger ed Herbst, che batte di ben 0.101″ – su un giro da 19.728″ – Allgaier; seguono Gragson, Ryan Truex (sulla #18 del Joe Gibbs Racing) e Creed.
Il venerdì sera a Martinsville è freddo (circa 10 °C) e tira un forte vento a raffiche. Il rischio pioggia non è escluso e ci si rende conto di questo subito. Viene infatti dato il comando di accendere i motori e la prima comunicazione che si sente in seguito è quella degli spotter che riportano qualche goccia di pioggia. Nemmeno il tempo di recepire questa notizia che sulla pista si scatenano cinque minuti di bufera con pioggia e vento forte. E così, nemmeno un minuto dopo l’accensione dei motori, gli stessi vengono spenti.
Per fortuna lo scroscio è stato breve, il vento è forte e l’umidità è bassa, quindi l’asciugatura della pista è rapida e così, dopo 30′ di rain delay la corsa può cominciare. Dopo aver mandato in fondo alla griglia per modifiche in parco chiuso Gragson (gomma spiattellata in qualifica), Griffith, Weatherman, Disavino ed Earnhardt (aggiustamento ai freni) ed un brivido per Allgaier che torna ai box da solo per il check della velocità in pit lane con un giro di anticipo, la gara può iniziare, ma sarà tormentata. E questo lo si capisce fin da subito.
Pronti via e, mentre Gibbs mantiene il comando su Creed che passa Allgaier all’interno, in curva2 Poole termina la sua corsa in maniera esplosiva in una nuvola di fumo. Ovviamente nessuno va ai box e la green sventola ai -47 nella prima stage: Allgaier dall’esterno ci prova ma deve cedere ancora una volta a Creed mentre nel gruppo altro ko meccanico, stavolta per Moffitt per un problema alla trasmissione.
La classifica si assesta nel corso di quello che sarà uno dei long run più lunghi della corsa: Allgaier ci riprova e torna secondo, Creed è costretto così all’esterno e viene passato anche dal tandem composto da Ryan Truex e Cassill che riesce a chiudere il buco. Passano pochi giri e la Decker viene già doppiata in una gara molto problematica, pare per i freni, per lei. Intanto poco fuori dalla top5 Allmendinger scavalca Herbst che si era già staccato dai leader.
A metà stage (giro 30 su 60, 250 totali) Gibbs ha 1.7″ su Allgaier, 2.5″ su Truex, 3.5″ su Cassill, 4.0″ su Creed, 4.2″ su Hemric, 4.5″ su Sieg, 4.8″ su Allmendinger, 5.0″ su Herbst e 5.5″ su Berry con Jones, Brown, Austin Hill, Clements e Mayer fuori dalla top10 e Gragson che nella rimonta è ancora fuori dalla top20.
Nei giri successivi regna il controllo e l’unico sorpasso è quello di Sieg su Hemric; inizia anche la fase più concreta dei doppiaggi e solo in questo momento Allgaier riesce a rosicchiare mezzo secondo a Ty, ma Gibbs gestisce la situazione al meglio. Poi però arriva un’altra caution con DiSavino fermo in pista con la trasmissione ko.
Mancano 20 giri alla fine della stage e quindi si inizia a pensare alla strategia, tuttavia prima ancora di questo arriva una comunicazione dei commissari: viene comminata una reprimenda a Gibbs (con annessa convocazione dai commissari a fine corsa) per non aver rallentato abbastanza e con celerità fra l’esposizione delle bandiere gialle ed il raggiungimento della pace car.
Ai box ci vanno pochi piloti (fra i big solo Austin Hill, Gragson che esce davanti dalla pit lane, Snider, Earnhardt oltre a Graf, Buford, Lee ed altri), dunque ai -15 le posizioni sono invariate in testa. Allo scatto Allgaier, malgrado l’esterno, riesce a trovare subito il buco davanti a Truex e ci si infila mantenendo la piazza d’onore. Dietro di loro Creed tenta di tornare davanti a Cassill, ci riesce ma Landon poi incrocia ed arrivando lungo con un contatto manda largo Sheldon.
In testa Gibbs non ha alcun problema e vince la prima stage precedendo Allgaier (+0.5″), Truex (+2.0″), Cassill (+3.5″), Hemric (+4.3″), Allmendinger (+4.7″), Jones (+5.2″), Berry (+5.4″), Mayer (+5.8″) e Creed (+6.7″); seguono Sieg, Herbst e Gragson che con gomme fresche è già 13°.
Ovviamente ai box non ci vanno tutti (Gibbs entra ed esce davanti agli avversari) e quindi Gragson prende il comando davanti ad altre sei vetture (Hill, Snider, Earnhardt che ha problemi di sottosterzo, Buford, Griffith e Graf) che hanno seguito la strategia di Noah. Alla green mancano 51 giri alla fine della stage e al choose cone ben sei di queste sette vetture scelgono la corsia interna (solo Snider va esterno), così Gibbs ringrazia e anziché ripartire ottavo è come se fosse quarto. La decisione di osare da parte di Ty pagherà sempre fino a poco dalla bandiera a scacchi.
Myatt sullo scatto non è eccezionale, ma in ogni caso riesce a duellare alla pari con Hill mentre Gragson scappa via; dietro di loro Gibbs riesce ad aggirare Earnhardt e, dopo aver completato il sorpasso, incrocia e subito si tuffa all’interno di Snider. La contesa viene però fermata dal testacoda di Buford che viene toccato da Graf il quale via radio dice di essere stato costretto ad arrivare lungo, ma ovviamente le immagini dimostrano il contrario (a parte l’ennesimo incidente provocato da Joe).
Mentre sopra Martinsville il cielo si anima e si raffredda ancora di più (ormai siamo a 7 °C), al choose cone Gibbs ringrazia ancora la prudenza altrui – in questo caso di Hill – e scegliendo l’esterno si presenta in prima fila alla bandiera verde dei -40. Noah scatta bene, tuttavia il problema per lui è che Gibbs è già saldamente secondo; Dale Earnhardt Jr. invece finisce nel mucchio e in un 3-wide fra Snider e Truex rischia di perdere tanto terreno. A rimontare è anche Allgaier che, dopo un sorpasso di forza su Snider, è quarto e viene seguito da Jones e Truex.
Al giro 88 (-32 nella stage) arriva l’inevitabile: Gibbs, che ha gomme più fresche, sorpassa Gragson all’interno di curva3 con Noah che intelligentemente non chiude la porta oppure ostacola l’avversario. Con un altro long run emergono altri problemi di assetto o di dinamiche in pista.
Mentre Snider viene “bullizzato” ancora una volta e dopo essere stato mandato largo anche da Creed (muso ammaccato per lui) scivola verso il fondo della top20 ed Earnhardt soffre ancora per il sottosterzo, a rischiare grosso è Allgaier che – quando è quinto – blocca i freni posteriori e finisce lungo, quasi a muro pur senza perdere la posizione da Truex ed Allmendinger.
Ad interrompere la contesa, mentre la Decker non si sa come ha un tire rub visto che a parte i doppiaggi è sempre da sola, ci pensa una caution ed il motivo è il solito inossidabile Graf che fa fare un 360° a Parsons. Malgrado manchino meno di 20 giri alla fine della stage in pochissimi (Herbst, Clements, Massey, Graf, Mills, Lee e Parsons) vanno ai box, dunque si riparte con la top5 invariata.
Alla green dei -13 Gragson va esterno con Allgaier mentre Jones è interno con il compagno di squadra Gibbs e la #19 approfitta di questo per portarsi al secondo posto senza troppa difficoltà in curva2, anche se Brandon non riesce a staccare Noah che dà tutto (fino al bloccaggio) per rimanergli incollato. Mentre infuria la battaglia fra Mayer, Allmendinger, Cassill, Hemric e Berry e Truex passa Hill, arriva un’altra caution con Alfredo che manda in testacoda Griffith dopo un blocco di Derek che Anthony aveva giudicato eccessivo.
Mancano pochissimi giri al break e si pensa che la stage potrebbe chiudersi sotto caution, e invece la procedura rapida entra in funzione, la pit lane si apre e si affolla di quasi tutti le vetture tranne 11 inclusi Jones, Cassill, Sieg e Brown. Si riparte per uno sprint di un giro in cui la classifica praticamente non muta e Brandon vince la seconda stage su Cassill, Sieg, Brown, Starr, Alfredo, Parsons, Clements, Herbst e Lee con Gibbs 11° dopo il sorpasso su Graf.
La gara a questo punto è ufficiale e quindi il rischio pioggia, ancora presente, diventa meno temuto. Mentre la Decker si perde nel garage per tornare in pista dopo il problema ai freni che le ha fatto perdere 17 giri, non si completa il giro di soste, infatti Parsons, Herbst e Lee non si fermano, dunque alla green dei -122 Gibbs è quarto davanti ad Allgaier, Gragson, Truex, Allmendinger, Mayer ed Hill.
Sullo scatto Parsons si comporta bene, ma poi finisce a fare “lo Zonta di turno” e viene passato a sinistra dalla vettura sponsorizzata Monster di Herbst e a destra dalla vettura sponsorizzata Monster (seppur di team e anche costruttore diverso) di Gibbs. La leadership di Riley però – inevitabilmente – dura poco per la differenza di gomme (e non solo) e quindi Gibbs ai -120 torna primo.
La classifica pian piano si assesta e a 100 giri dalla fine Gibbs ha 1″ su Allgaier, 1.5″ su Gragson, 4.7″ su Truex ed Allmendinger, 5.2″ su Berry, 5.5″ su Herbst, 6.5″ su Hemric, 6.9″ su Earnhardt e 7.5″ su Creed, seguono Mayer, Hill, Burton, Labbé e Buford, Parsons poi precede ancora Jones e Currey ed infine Snider è stato spedito ancora una volta fuori dalla top20. Poi inizia la tanta, troppa confusione che vedrà ben otto caution ed una bandiera rossa negli ultimi 100+11 giri.
Mentre Allmendinger attacca Truex ma viene respinto, Herbst perde ancora posizioni e Berry recupera così come Mayer, la sequenza degli incidenti inizia proprio da Allgaier che in quel momento è secondo. Il motivo che porta Justin prima in testacoda e stavolta anche contro il muro è lo stesso, il bloccaggio dei freni in frenata. Quasi tutti vanno ai box per montare l’ultimo set di gomme a disposizione e a passare in testa è Creed davanti a Jones, Mills e Gibbs al quarto posto dopo il choose cone perché ancora una volta Gragson ed altri preferiscono il porto sicuro della corsia interna.
La bandiera verde sventola ai -88 e Creed scatta bene rimanendo primo su Jones, poi però Brandon riesce a mettergli il muso davanti, tuttavia la green dura poco dato che Ryan Truex, dopo numerosi 3-wide viene toccato e mandato in testacoda.
Dopo che Allgaier (ancora una volta a muro) e Graf vanno ai box, si riparte ai -79 con un’altra notizia importante (oltre a Jones primo su Creed, Brown, Gibbs, Alfredo e Gragson): la pioggia è data a 15 miglia da Martinsville. La frenesia aumenta e di conseguenza anche le caution. Un’altra ne arriva dopo nemmeno un giro con Dale Earnhardt Jr. che tocca in curva2 il suo teammate ma anche dipendente Josh Berry provocandogli una foratura fa prima sbandare la #8 e poi la manda anche a muro.
La nuova classifica vede ora Jones al comando però Gibbs è riuscito a portarsi al secondo posto su Creed, Gragson e Brown. Green ai -72 e altra caution, sempre in curva3 con Herbst che spedisce a muro un ottimo Mills che lottava di strategia per la sesta posizione; per evitare l’incidente anche la Decker finisce in testacoda.
Mentre ai box ci vanno solo gli incidentati e la pioggia è ora a 10 miglia, si riparte ai -63 con la top5 invariata ma con Gragson terzo su Creed. Il gruppo finalmente riesce a completare un giro e poi dal nulla mette insieme il long run più esteso della gara, ben 39 giri. A Gibbs basta poco per mettere il muso davanti ed ai -61 torna al comando dopo una battaglia serrata con il compagno di squadra.
Jones con gomme usurate ovviamente cede terreno e viene sfilato anche da Gragson, Allmendinger e dopo qualche giro anche Creed, però Gibbs inizia subito a gestire e poi aumentare un vantaggio sulla #9 che da mezzo secondo poi diventa quasi 1″; in coda invece Snider fa ancora la pallina da ping pong che viene fatta rimbalzare senza troppi scrupoli rimediando anche un tire rub.
Ai -45 nuovo cambio di prospettive per il finale, infatti gli spotter riportano le prime gocce di pioggia che attorno ai -35 diventano visibili anche dalle inquadrature della TV, tuttavia la pista non si bagna e la gara dunque prosegue. Nel frattempo Allmendinger litiga come a Richmond con la posteriore destra e Gibbs deve gestire una nuova fase di doppiaggi. Chi si fa vedere zitto zitto in rimonta però, anche qui come a Richmond, è Mayer, il quale con i sorpassi su Herbst e Creed entra nella top5.
Ai -35 arriva anche un piccolo campanello d’allarme per il leader, ma lo si capirà solo negli ultimissimi metri, infatti Gibbs riporta un po’ di sottosterzo indesiderato. A questo punto inizia anche la convulsa fase finale piena di caution. A dare il via alla lista degli incidenti (e degli incidentati) è Parsons che finisce a muro senza freni. A parte il lucky dog Allgaier a tentare la sorte montando l’ultimo set di gomme fresche risparmiato in precedenza è solo Brown, ma Brandon non riuscirà a sfruttarlo a dovere, infatti ci sarà un continuo stop&go.
Nuovo cono (Gibbs, Allmendinger e Jones interni, Gragson, Mayer ed Herbst esterni) e nuova ripartenza ai -24 con Ty che controlla tutto alla perfezione rimanendo davanti a Gragson e Mayer che dal lato sfavorevole scavalca AJ. Arriva però anche un’altra caution e la vittima eccellente ora è Hemric che, dopo una serie di contatti fra cui anche con Creed ed Hill, fora e finisce in testacoda.
Al successivo choose cone che precede la ripartenza dei -16 Mayer sceglie l’interno dietro a Gibbs e riesce a scavalcare dopo un giro di lotta il compagno di squadra Gragson e portarsi al secondo posto. E così ora Ty, che per tutta la corsa si è sentito sicuri i 100’000$ del Dash4Cash in tasca, ora inizia a temere di regalare un secondo assegno a Sam. La battaglia non tuttavia ha nemmeno inizio perché Buford perde il controllo in frenata e coinvolge nella carambola Griffith.
Altra green ai -8 e stavolta Mayer decide di provare all’esterno mettendo così due vetture JGR all’interno e dall’altro lato due del JRM. Bandiera verde e subito bandiera gialla, infatti in un fallo di confusione c’è un tamponamento a catena con Berry che tenta un sorpasso forse eccessivo con Clements e la coppia manda in testacoda Earnhardt. Nel frattempo il meteo è migliorato e non piove più, tuttavia la ripartenza viene rimandata per Creed fermo in pit lane col cambio ko, infatti era stato suo il rallentamento iniziale ad accendere la miccia della caution.
Questo rallentamento manda tutti all’overtime e stavolta al choose cone la disposizione è diversa, infatti all’interno ci sono Gibbs, Gragson e Jones mentre all’esterno Mayer, Allmendinger ed Herbst. Pronti via e si scatena il big one.
Mayer manca il cambio di marcia e rallenta all’improvvisto, Allmendinger se lo trova davanti e la sua spinta sulla #8 non è nemmeno eccessiva, tuttavia Sam perde il controllo e scarta sulla sua sinistra dove travolge il compagno di squadra Gragson. Il gruppo per inerzia arriva fino in curva1 dove si completa il mucchio selvaggio che blocca la tutta la pista.
Dopo una bandiera rossa di 20′ in cui c’è tempo anche per qualche gesto di stizza (ad esempio Currey su Allgaier) si fa il conto delle vetture incidentate e, in totale sono ben 14, ovvero in ordine di numero Mayer, Currey, Berry, Gragson, Allmendinger, Hill, Alfredo, Griffith, Burton, Snider, Weatherman, Brown, Massey ed Herbst.
Dopo anche una lunga caution (la 16esima ed ultima della corsa) che seleziona il gruppo degli incidentati, dunque si va al secondo OT con Gibbs al comando su Jones, Mayer, Cassill, Allmendinger, Herbst, Hill, Truex, Sieg e Clements. Al cono Ty sceglie l’interno con Jones mentre Mayer ci riprova dalla prima fila.
Sullo scatto Mayer rimane solo visto che Jones spinge con forza Gibbs e si crea il varco per portarsi al secondo posto. Brandon però non si ferma qua, infatti il sottosterzo di Gibbs emerge proprio in questo secondo overtime. Jones usa un po’ il paraurti in curva3 per aprirsi un varco che trova poi prima in curva4 e poi, soprattutto, in curva1 all’inizio dell’ultimo giro.
In curva2 Jones completa il sorpasso e lascia Gibbs a lottare con Cassill e soprattutto Mayer dato che in ballo c’è ancora il premio del Dash4Cash. Brandon approfitta della situazione si crea alle sue spalle per vincere in maniera relativamente tranquilla a differenza di quanto succede dietro di lui.
In curva3, infatti, Mayer prova l’attacco su Gibbs ma finisce leggermente largo portando Ty verso l’esterno. Nel varco ci si infila prontamente anche Cassill,, ma in curva4 non si può passare in tre e così Mayer per chiudere su Landon rimbalza sulla #10 mandandola sul cordolo e poi allarga su Gibbs stringendolo verso il muro. Il risultato è che Gibbs perde numerose posizioni ma anche Mayer e così Allmendinger ringrazia e seguendo il compagno di squadra si prende l’assegno del Dash4Cash.
La classifica dopo due OT vede dunque Jones vincere davanti a Cassill, Allmendinger, Hill, Mayer, Herbst, Truex, Gibbs, Sieg e Clements, Earnhardt è 11° su Retzlaff, Hemric, Alfredo, Labbé e Weatherman, Berry 19° su Gragson, Snider 24°, Allgaier 29°, Creed 30°.
Ma c’è ancora un terzo OT: subito dopo la bandiera a scacchi Gibbs va subito in caccia di Mayer per la vendetta (e facendo ciò non solo andrebbe a rincarare la reprimenda di inizio gara, ma anche quasi tocca Herbst), poi dopo un bump&run completa l’opera tamponando la #1 in pit lane al punto che i meccanici dovranno separare a forza le due auto.
Poi si arriva al confronto diretto fra i piloti, duro a parole fin da subito, poi diventa anche fisico quando Mayer, già senza casco, vuole dire costringere Ty a togliere il suo, al che Gibbs reagisce con due cazzotti che “regalano” a Sam un occhio nero.
La contesa poi si conclude prima con una ammucchiata a terra con meccanici ed un commissario (che si infortuna) per tentare di separarli, poi davanti ai microfoni con le loro versioni, dunque dai commissari per un confronto di 10′ che si chiude con una stretta di mano ed infine sui social dove le parole di condanna per Gibbs sono quasi unanimi non per la rissa in sé, ma per il fatto che non sia stata alla pari visto che Ty non si è tolto il caso, un atto visto come di codardia anticipato anche dai due cazzotti da un ragazzo che si professa profondamente cristiano e che dopo ogni vittoria ringrazia prima tutto il Paradiso e poi il team.
Mentre in settimana si aspettano improbabili penalità (a parte il caso di Creed nelle libere), Jones si porta a casa a sorpresa l’orologio del nonno e un posto ai playoff, ma il nome sulla bocca di tutto, nel bene e nel male, resta sempre quello di Ty Gibbs.
I risultati odierni
La classifica della “Call 811 Before You Dig 250”
La classifica generale
Così in campionato dopo 8 delle 33 gare della Nascar Xfinity Series 2022
I prossimi appuntamenti
Stanotte all’1:30 (diretta Mola TV e NASCAR Trackpass) ci sarà la gara della Cup Series sulla quasi inedita distanza dei 400 giri. La Xfinity Series si prende un weekend di riposo e tornerà il 23 aprile a Talladega.
Immagine: media.nascar.com
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