NASCAR | Xfinity Series: Allmendinger vince a Nashville fra incidenti e polemiche

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Tempo di lettura: 20 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
25 Giugno 2023 - 18:40
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Il gran caldo azzera il grip sul cemento di Nashville. I piloti dimostrano però anche poca lungimiranza e gli incidenti fioccano. Di uno di questi beneficia Allmendinger che, con una vettura dall’aerodinamica modificata, cambia passo e vince fra le accuse di Custer e le polemiche generali


Una gara confusa in cui il gran caldo probabilmente ha annebbiato la vista ed i ragionamenti a molti. AJ Allmendinger emerge dagli incidenti con una vittoria che fa più morale che altro, anche se non esente da polemiche sulla regolarità della sua vettura con un contatto subito e conseguente modifica aerodinamica. Dietro di lui tanti, troppi incidenti favoriti sì dalla mancanza di grip, però i piloti hanno messo molto del loro per arrivare a 11+1 caution. Non il viatico ideale verso le incognite del circuito cittadino di Chicago sabato prossimo.

La gara

La NASCAR torna dopo la pausa con un’altra gara che vive nell’attesa di vedere chi accumulerà più playoff point e chi fra i 12 big resterà fuori dopo la vittoria in primavera di Jeb Burton a Talladega e se Parker Kligerman possa aumentare il numero di jolly ai playoff a due.

Nashville è anche il weekend di apertura per la stagione NBC che come da tradizione ha preso il testimone dalla FOX. Per l’occasione, per favorire una presentazione meno affrettata, il programma è diverso dal solito con una sessione di libere old style da 50′ al venerdì e poi al sabato qualifiche e gara.

Già al venerdì la pista è calda per le libere e sul cemento l’aderenza con le temperature notevoli è molto ridotta. Il primo a scoprirlo dopo appena 5′ è CJ McLaughlin che, con poca lucidità, in curva3 resiste ad un Herbst più veloce all’esterno, perde il controllo, si appoggia leggermente alla #98 e poi finisce contro il muro.

Per McLaughlin la rabbia contro sé stesso nel garage è notevole, anche perché già a Las Vegas era andato a muro nella sessione di libere. Allora l’Emerling-Gase Motorsports non aveva un muletto e così ne aveva dovuto chiedere uno al MBM Motorsports con l’obbligo però di prendersi anche il pilota come garanzia. Stavolta il team ha il muletto (anche se è una Ford al posto dell’incidentata Toyota), ma la scuderia decide lo stesso di cambiare pilota mettendo sulla #53 il comproprietario Joey Gase.

Il più veloce alla fine della sessione è Ty Gibbs che migliora il tempo iniziale di Cole Custer; i due precedono Herbst, Mayer, Kyle Sieg (che sfrutta un secondo set di gomme), tuttavia sul long run i favoriti sembrano essere i piloti del JR Motorsports che dopo un inizio di anno difficile si sono sbloccati prima con la vittoria di Allgaier a Charlotte e poi in settimana con l’annuncio dell’ingaggio di Josh Berry come erede di Kevin Harvick in Cup Series, liberando così la #8 per il 2024 aprendo anche ufficialmente il mercato della Xfinity Series.

Il sabato è ancora leggermente più caldo e la pista è ancora più infida, specialmente in curva2 e 4. A pagare dazio, chi più (3 DNQ sono temibili per molti) chi meno, sono in tanti: Poole, Karam (che bacia il muro ma chiude il giro), Mosack (testacoda nell’erba), Hemric, Mayer (provisional per lui), ma anche Berry, Nemechek, Creed ed Allgaier tutti finiscono loose.

A prendersi la pole, nettamente, è Cole Custer che stacca una involontaria riunione degli Smith, anche se non sono parenti fra di loro: Chandler è secondo, Sammy terzo, Zane (su una vettura RSS Racing però allestita da Stewart-Haas Racing) sesto dietro a Gibbs ed Herbst e quindi SHR va veloce. I DNQ sono Finchum, Cram e proprio Sage Karam che paga caro l’errore a poco dal traguardo.

Dopo aver mandato in fondo Mosack e Zane Smith (a sorpresa) per modifiche in parco chiuso e Gase per cambio pilota e uso del muletto, essersi sincerati delle condizioni fisiche di Ellis e Kligerman, entrambi non al meglio con Parker che la notte precedente ha dormito 1-2 ore e ha fatto preventivamente due flebi di ricostituente e preoccupati a priori per quelle di Retzlaff il cui circuito di raffreddamento del casco si rompe subito (e in vettura ci sono temperature che sfiorano i 55 °C, 33 quelli percepiti fuori dall’auto), la corsa può partire.

Ci si dovrebbe aspettare una condotta di gara prudente e invece sarà tutto l’opposto, come se molti piloti avessero lasciato il cervello in vacanza. Le caution alla fine saranno 11 (record della pista pareggiato) solo perché la direzione gara alla fine non conteggia ufficialmente – dopo averlo fatto in un primo momento – l’incidente avvenuto praticamente sul traguardo a bandiera a scacchi già esposta.

Pronti via e in curva1, mentre Custer rimane al comando, arriva subito il primo incidente. Allmendinger, forse in maniera troppo azzardata dato che lui non concorre per il campionato, partito 11° attacca subito 3-wide quasi sull’apron, in curva dall’esterno Jeb Burton non sa di questo, stringe un po’ la traiettoria e Kyle Sieg (ormai nel panino) perde il controllo. Nel parapiglia a finire a muro sono anche il fratello Ryan ma nella carambola quelli messi peggio sono Parsons che accompagna a muro Justin Allgaier che paga così molto caro la qualifica deficitaria. L’unico ritirato è Parsons, gli altri proseguono con qualche danno.

Dopo le lamentele di Kyle Sieg nei confronti di Jeb Burton (non può vedere ovviamente il replay), qualche critica per Allmendinger e un po’ di preoccupazione tecnica per Allgaier (stava utilizzando nuovo telaio in versione test per provare a far uscire dalle difficoltà il JRM) che si ferma tre volte per risolvere il tire rub alla anteriore sinistra e la scoperta che pure Berry è leggermente ammaccato al retrotreno, si può ripartire ai -37 nella prima stage.

C’è più raziocinio in gruppo dopo quanto visto con l’aderenza al primo giro? Ovviamente no. Stavolta almeno si arriva in curva3 dove, mentre Custer e Sammy Smith erano in fuga, nel gruppo compatto Austin Hill si gira all’interno di Gibbs mentre sono 3-wide con Hocevar, va verso le barriere non prima di stringere involontariamente Jeb Burton (ancora danneggiato senza colpe). Per evitare la confusione Ryan Sieg finisce di nuovo in testacoda.

Altra caution che lascia il tempo di analizzare immagini e team radio con Hill che non si capisce perché dia la colpa dell’incidente a Gibbs quando è evidente che la causa sia stata proprio lui. Un momento che è comunque da segnarsi per dopo. Dopo qualche altra sosta in coda (gli incidentati più anche Massey ed un Williams che per tutto il weekend ha avuto problemini tecnici), ci si riprova.

Green ai -31 con Gibbs che va immediatamente 3-wide e Sammy Smith rimbalza subito finendo dietro anche ad Hocevar. Quanto dura la tregua? Giusto quattro giri, poi un’altra caution: stavolta a sbagliare in curva3 nel solito modo è Chad Chastain, il fratello di Ross, che tocca Ryan Ellis e lo manda in testacoda.

Dopo altre soste (sempre in coda perché ci sono solo quattro set di gomme a disposizione) l’ennesima bandiera verde viene sventolata ai -24 e stavolta è la volta giusta. Gibbs scatta bene (o meglio, Custer scatta male e lo farà per tutta la gara) al punto che la ripartenza viene messa under review (poi viene dato il tutto ok) e Ty dall’esterno passa al comando, Hocevar ha provato ad andare 3-wide all’interno, ma non completa la manovra e viene scavalcato da Allmendinger che nel frattempo aveva passato Herbst.

Il gruppo prova ad allungarsi con Gibbs al comando su Custer, Sammy Smith, Allmendinger, Hocevar, Chandler Smith, Herbst, Kligerman, Jones e Creed, Mayer a seguire davanti a Nemechek e Berry, Allgaier 17° ed Hill 18° (con un cratere nel retrotreno) in recupero malgrado i danni e con Hemric e Zane Smith rientrati nella top20.

Il più attivo in questa fase sembra un Mayer combattivo dopo l’errore in qualifica ed ora, dopo il sorpasso su un Jones in calando, entrato nella top10 a cui segue la manovra analoga sia di Sam che di Nemechek su Creed. La #1 non si ferma però qui e sorpassa ai -10 anche Kligerman. Sheldon entra in crisi e viene scavalcato anche da Jones e non distanti ci sono sia Berry, sia Austin Hill che ha passato Allgaier nella lotta fra gli ammaccati.

Gli ultimi giri vedono Sammy Smith alzare il piede e così avanzano in top5 prima Allmendinger e poi anche Hocevar. Gibbs vince così in controllo la prima stage davanti a Custer (+1.7″), Allmendinger (+4.8″), Hocevar (+5.2″), Sammy Smith (+5.6″), Chandler Smith (+5.9″), Herbst (+6.3″), Mayer (+6.7″), Nemechek (+8.6″) e Kligerman (+9.4″), a seguire Jones, Creed, Berry, Hill, Allgaier, Zane Smith ed Hemric. Il lucky dog è Starr in 34esima posizione che lascia i soli Gase, Ellis e Williams (entrato ora nel garage con la pressione benzina a zero) doppiati.

Il primo giro di soste premia Hill che cambia solo due gomme (e dunque ora è in deficit rispetto agli altri big di solo mezzo set) davanti a Gibbs, Custer, Allmendinger, Hocevar, Mayer e Chandler Smith; Nemechek finisce in coda per una penalità provocata dai troppi meccanici sul muretto.

È passata una stage, ma i piloti regrediscono allo stato iniziale. Ed iniziano i veleni. In curva1 con due gomme usurate Austin Hill finisce loose, tocca Gibbs che finisce in testacoda e poi a muro coinvolgendo anche l’incolpevole Hocevar. Mentre Austin rimedia altri danni e scivola al 14° posto (nemmeno pitterà) e qualcuno lo accusa di averlo fatto apposta dopo l’incidente precedente con la #19 in cui credeva di aver ragione ma aveva comunque torto, Ty e Carson sono costretti al ritiro.

Oltre a qualche pilota che finisce nell’erba per evitare l’incidente, a rimediare qualche ammaccatura sul lato destro del paraurti è anche Allmendinger che rientra ai box per qualche riparazione. Sarà questo il momento decisivo della corsa perché una buona auto da top5 da questo momento diventerà una Chevy imbattibile.

Sul momento a beneficiare dell’incidente è Custer che eredita la prima posizione davanti a Mayer (partito fuori dalla top30), Chandler Smith, Creed, Herbst, Jones, Sammy Smith, Kligerman, Allgaier e Moffitt.

Si riparte ai -31 e Custer sceglie l’esterno per essere aiutato da Herbst, ma la ripartenza è ancora poco lineare, la loro corsia sbanda, Riley si allarga e quando torna verso sinistra Sammy Smith è già lì col muso e la #98 rischia di creare un big one. Herbst però salva la vettura e prosegue. Chi invece perde il controllo è Mosack in curva2 che va a muro e si ritira per l’ennesima caution.

Durante la bandiera gialla Sammy Smith chiede scusa per la situazione creatasi anche se la colpa ce l’ha anche Herbst per aver cambiato traiettoria in ritardo, ma per il momento si pensa solo al pericolo scampato.

Nuova ripartenza, dopo le soste di Allmendinger, Allgaier e Jeb Burton, ai -25 con Custer ancora davanti a Mayer, Chandler Smith, Herbst e Sammy Smith. Anche in questa occasione Cole non parte bene e stavolta Mayer con lo slide job passa al comando. Poi però Custer in curva3 incrocia la traiettoria, ma non chiude alla corda e così Chandler Smith si infila e beffa i duellanti passando al comando.

Custer paga dazio perdendo la posizione non solo anche da Mayer, ma persino da Herbst. Dietro di loro ci sono Creed e Sammy Smith in battaglia. E qui nasce un’altra caution. Sheldon finisce loose in curva1 e travolge la #18 con Jones che arriva di rincorsa e non riesce ad evitare l’incidente. E qui Sammy (sul momento) passa dalla ragione al torto, nel senso che se prima si era preso la colpa del contatto con Herbst, qui via radio accusa subito Creed di averlo fatto apposta.

Quel “sul momento” è dovuto al fatto che l’incidente sembra del tutto simile a quelli precedenti a causa di eccessiva foga e poco grip, inoltre non si capisce perché Creed avrebbe dovuto farlo apposta, poi però guardando il replay si nota che dopo la perdita di controllo Sheldon per un attimo anziché proseguire le curva, seppur allargando, tiri dritto per la tangente. Snap del volante oppure davvero volontarietà? Credo non lo sapremo mai. Sammy è l’unico ritirato, gli altri ammaccati.

Ennesima ripartenza ai -15 con la selezione notevole che è arrivata dal fronte e infatti la top10 vede nuovi ingressi, infatti dietro a Chandler Smith, Mayer, Herbst e Custer ci sono i rimontanti Zane Smith ed Hemric, poi Moffitt, Berry, Retzlaff e Kligerman.

Chandler rimane al comando mentre Hemric si scopre improvvisamente in forma superando Herbst che aveva perso la posizione anche da Custer perché finito nel mezzo di un 3-wide. Nemechek rientra di velocità in top10 dopo la penalità ed è già al settimo posto dopo il sorpasso su Berry, ma il duello fra i due va avanti a lungo.

Custer invece prova a reinfilarsi all’interno di Mayer non riuscendoci in un primo tentativo, poi ce la fa e così apre la porta anche ad Hemric.

Chandler Smith davanti è indisturbato e vince la seconda stage davanti a Custer (+2.7″), Hemric (+2.9″), Mayer (+3.2″), Herbst (+3.4″), Nemechek (+4.1″), Zane Smith (+5.8″), Berry (+6.0″), Retzlaff (+7.3″) e Moffitt (+7.9″); Kligerman è 11° davanti a Ryan Sieg (nonostante tutto), Allmendinger, Allgaier, Creed, Grala e tutti gli altri. Jones è il lucky dog dopo le riparazioni.

Il secondo giro di soste premia Chandler Smith che rimane al comando davanti a Custer, Hemric, Nemechek, Zane Smith ed Allmendinger già sesto dopo aver approfittato anche della penalità di Herbst (ruota fuori controllo) e Mayer bloccato nello stallo da Moffitt.

Bandiera verde ai -91 e la corsia interna in formato Kaulig prevale con Chandler Smith che rimane primo ed Hemric che per poco non si mette davanti a Custer. Allmendinger inizia qui a volare davvero sorpassando Zane Smith (che invece un po’ si spegne fino al finale) ed entra nella top5.

Ai -85 però un’altra caution: Kligerman stava accusando una forte vibrazione e decide di entrare ai box per un cambio gomme, Grala non si accorge del segnale mandato da Parker dal finestrino e all’ingresso dei box lo tampona mandandolo in testacoda. Il lucky dog, a forza di caution e ritirati, è Mason Massey che recupera uno dei nove giri di ritardo.

Non si può andare fino in fondo con il pieno da qui e quindi si riparte senza soste nelle prime posizioni se si esclude Kligerman e Jeb Burton. Fatto da annotare per il finale. Nuova ripartenza ai -79 e ancora una volta under review prima dell’ok: l’esterno deraglia subito con Creed che va 3-wide ma il colpo di scena è davanti. Prima Hemric stavolta passa Custer, poi ai -78 riesce a mettere il muso al comando davanti a Chandler Smith che non aveva preso la corda in curva3. Il sogno di Daniel dura un giro, poi il compagno di squadra torna primo.

Hemric rimbalza subito anche dietro a Custer con Nemechek e Allmendinger a completare la top5 dopo il calo di Zane Smith finito in fondo alla top10 dietro a Berry, Creed, Hill e Mayer.

Chandler Smith allunga subito e la sensazione è che difficilmente verrà ripreso perché Custer, oltre a non essere un fulmine nelle ripartenze, ora pare non essere nemmeno ad essere pienamente efficace sul long run. Chi invece rimonta è il suo compagno di squadra Herbst che passando Zane e Mayer rientra in top10. Davanti a lui Hill supera Creed e Sheldon non prende bene l’aggressività del compagno di squadra che invece nel post gara ridimensiona (se non sminuisce) il tutto.

Mancano 70 giri alla fine e la finestra per l’ultimo pieno è aperta, anche se i big tirano ovviamente ancora dritto. Nemechek sembra essere finalmente sul pezzo dopo un weekend decisamente in ombra, supera un Hemric che si eclissa ed è terzo a 1.6″ dalla vetta con Custer che comunque non molla la #16.

Hemric ormai alza bandiera bianca e lascia passare anche Allmendinger, ma l’ordine dei fattori non cambia: ci sono tre vetture del Kaulig Racing nella top5. AJ però non si ferma qua e infila ai -66 Nemechek proprio in quello che sembrava il suo momento migliore e che invece è già l’inizio della crisi dato che JHN verrà passato poco più tardi anche da Hemric, Berry e Mayer. AJ in questo momento ha 2.3″ di ritardo dalla coppia al comando.

La difficoltà di Nemechek viene spiegata nell’arco di pochi minuti: vibrazione (anteriore destra mal fissata) che lo costringe addirittura alla sosta ai -62, la prima per i leader.

Ai -55, con un Allmendinger già in recupero, Custer riesce ad attaccare Chandler Smith e per qualche giro i due o sono affiancati o comunque su traiettorie diverse. Dunque AJ riesce a recuperare decimi fondamentali.

Ai -50 i tre sono ormai insieme ed hanno 3.2″ su Hemric, 3.8.” su Berry, 4.3″ su Herbst, 4.9″ su Hill, 6.3″ su Mayer, 7.6″ su Zane Smith e 8.9″ su Allgaier, a seguire Creed, Moffitt, Retzlaff, Kligerman e Ryan Sieg.

Quasi di slancio in questo momento Allmendinger attacca Custer, ma in curva1 trova sulla sua strada Chad Chastain e quindi AJ si deve accodare. Lui e il team via radio subito dicono un qualcosa del tipo “Ecco, sempre un Chastain a romperci le scatole”, forse pensando ad Austin 2022 quando sì Ross fece un bump&run su Allmendinger, ma Chastain rispose ad una sportellata di AJ di qualche curva prima che quest’ultimo ovviamente cancellato dalla memoria.

Poco importa, ai -48 Allmendinger riesce a superare Custer che si stacca subito, ai -46 di slancio AJ supera anche il compagno di squadra Chandler Smith e si porta al comando allungando.

Ma è ormai periodo di soste. Allgaier va ai box ai -44, al giro successivo è la volta di Chandler Smith e Custer. Allmendinger copre subito ai -42 con Hemric ma non basta e l’undercut lo fa scivolare di nuovo dietro ai due avversari. Chi paga caro questa fase sono Herbst (ingresso mancato in pit lane e almeno 3″ persi) e Creed (speeding), Mayer tenta la sorte e col pit ai -36 cambia solo due gomme, esce sì quarto ma comunque dietro al trio.

Rimangono praticamente in pista solo pochi audaci. Retzlaff, Kligerman, Jones e Jeb Burton. Il primo dei Parker si arrende ai -33, Jones lo farà ai -23 lasciando solo due auto a rischiare.

Nel frattempo si ristabiliscono però le gerarchie: Custer finisce loose in curva3 e apre la porta ad Allmendinger che ringrazia, passano un paio di giri e pure Chandler (per nulla felice dei cambiamenti di assetto) finisce in sovrasterzo e AJ passa tornando virtualmente al comando; Smith pochi secondi più tardi viene scavalcato anche da Custer. Ma ormai Allmendinger è andato.

Rimane solo una questione: se Jeb Burton è stato già passato in pista, ai -25 Kligerman ancora non si è fermato ed è 10.7″ più avanti. Ma la sua è una situazione disperata, gli dicono che di questo passo rimarrebbe a secco a 8-9 giri dalla fine, anche in caso di risparmio estremo gli mancherebbero comunque tre giri.

Parker comunque regge bene con le gomme e rimane davanti. Ovviamente chiama la caution per detriti e pure Custer ne vede in curva3, ma ovviamente sono segnalazioni di parte. Kligerman viene raggiunto e scavalcato di slancio ai -12.

La situazione scorre via tranquilla con vari assestamenti nella top10. Ai -5 Allmendinger ha addirittura 3.7″ di margine su Custer (ma solo i doppiaggi lo hanno fatto scendere sotto i 4″), 7.0″ su Kligerman (che incredibilmente non ha ancora finito la benzina), 7.9″ su Chandler Smith, 10.9″ su Hill buon quinto nonostante tutto, 11.1″ su un Herbst in rimonta, 12.3″ su Berry, 13.6″ su Mayer che sta calando sulle due gomme, 14.2″ su Hemric, 14.9″ su Nemechek, 15.4″ su Allgaier, 18..3″ su Zane Smith, 25.0″ su Moffitt, 31.9″ su Retzlaff e 32.6″ su Jeb Burton che nemmeno lui si è fermato.

Poi ovviamente la caution. A finire in testacoda chi se non Chad Chastain? E chissà se gli avevano riferito i team radio di Allmendinger dei giri precedenti su di lui e sulla sua famiglia…

Si va dritti in overtime sottolineando l’audacia e la perseveranza di Kligerman e Jeb Burton che nel breve lasso di tempo fra i -5 e la caution era stato doppiato ma così si prende il lucky dog.

Nessuno ha gomme fresche, quindi le incognite sono tante. L’istinto dice che sarebbe meglio mantenere la track position, ma Custer, Kligerman (ovviamente), Mayer, Nemechek, Allgaier, Zane Smith, Moffitt, Retzlaff e Jeb Burton pittano per montare gomme ricondizionate o, nel caso della #48 e della #27, pneumatici freschi.

La classifica rivoluzionata prima dell’OT vede dunque Allmendinger al comando davanti a C.Smith, Hill, Herbst, Berry ed Hemric, poi Custer, Kligerman, Mayer, Z.Smith, Allgaier, Nemechek, Moffitt, Retzlaff e J.Burton per 15 auto totali a pieni giri.

Le due auto Kaulig scelgono corsie diverse al choose cone e quindi occupano la prima fila. AJ parte molto lentamente, Herbst spinge forte Chandler e Smith sbanda finendo per toccare la fiancata del compagno di squadra, si apre il gruppo e Riley va 3-wide, dietro anche 4-wide, Custer intanto all’interno si era messo affiancato a Berry, in curva1 tocca la #8 che finisce proprio contro Chandler Smith il quale finisce in testacoda evitato per fortuna da tutti.

Si va dunque al secondo OT con Allmendinger ancora al comando, ma ora davanti ad Herbst, Hill, Hemric, Berry, Kligerman, Custer, Z.Smith (inizialmente dato terzo, poi rimesso dietro e Zane rimuginerà un po’ dopo il traguardo per questo), Mayer ed Allgaier; Grala è il lucky dog e torna a pieni giri.

La top5 è ancora su gomme usurate, ma sarà un problema per tutti tranne Allmendinger. Herbst infatti parte a singhiozzo, Custer prova ad infilarsi dall’esterno ma sono tutte mosse non completate. Il gruppone rimane affiancato 2-, 3- e 4-wide. Chi ne approfitta è ovviamente AJ che scappa verso la vittoria.

Di errorini nei giri finali ce ne sono, Hemric finisce loose all’interno di Herbst, Custer è finito largo ed ha aperto la porta a Mayer, all’ultima curva Allgaier tocca Retlaff, perde il controllo, travolge Moffitt e viene toccato pure Kligerman. Sarebbe tecnicamente la 12esima caution, ma AJ ha già tagliato il traguardo.

Allmendinger torna dunque al successo davanti ad Herbst (buon secondo posto con il nuovo crew chief, suo malgrado date le promozioni in casa SHR), Mayer, Hill, Berry, Nemechek, Zane Smith, Hemric, Custer, Retlaff, Kligerman (in retro), Chandler Smith, Jeb Burton, Moffitt, Allgaier e Grala.

Come si suol dire, “chi vince festeggia, chi perde spiega”. E così mentre AJ esulta come al suo solito, Custer si lamenta – forse giustamente – per la vettura danneggiata di Allmendinger nella zona posteriore destra che a suo dire gli ha dato un vantaggio aerodinamico, ma ancor di più perché a Fontana in condizioni simili Cole fu fermato dalla NASCAR per le riparazioni del caso.

E, mentre in casa JD Motorsports nelle retrovie nasce anche la battaglia a suon di parole (i fatti non sono stati inquadrati in pista) fra Poole e il neoarrivato Weatherman, la NASCAR conferma il fatto che non tutto è stato chiaro a Nashville non tanto per l’ufficializzazione della vittoria di AJ ai controlli tecnici ma più perché ad essere portata al R&D Center è proprio la vettura di Custer, come in una piccola vendetta per le dichiarazioni effettuate. Il caldo in Tennessee ha dato alla testa a molti.

I risultati odierni

La classifica della “Tennessee Lottery 250”

La classifica generale

Così in campionato a 11 gare dalla fine della regular season della NASCAR Xfinity Series 2023

I prossimi appuntamenti

Stanotte a Nashville all’1:00 (diretta Mola con commento di Matteo Senatore ed Andrea di Giacomo) la NASCAR Cup Series inizia la fase finale della regular season con la prima delle 10 gare che mancano al taglio. La Xfinity Series tornerà sabato prossimo inaugurando ufficiale il circuito cittadino di Chicago.


Immagine: Media NASCAR

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