NASCAR | Xfinity Series: ad Indianapolis Allmendinger si conferma re degli stradali

NASCAR
Tempo di lettura: 12 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
31 Luglio 2022 - 13:55
Home  »  NASCAR

Dopo il successo del 2021 in Cup Series, Allmendinger quest’anno si prende anche il successo in Cup Series in una gara dominata malgrado una sosta lenta. Gara sostanzialmente pulita se si escludono le ripartenze, i big della Cup Series scesi per fare esperienza sconfitti e lontani da AJ se si esclude Bowman


Una gara lineare quella della NASCAR Xfinity Series sullo stradale di Indianapolis. Il più forte ha vinto per distacco e l’unico a rimanergli vicino è stato Bowman, ma contro AJ Allmendinger non ce n’era per nessuno. Nemmeno due soste tutt’altro che veloci (sulle due effettuate in tutta la gara) hanno messo in pericolo il successo del pilota del Kaulig Racing in una giornata in cui sia Gibbs che Gragson sono usciti ammaccati leggermente ammaccati pur confermando la loro velocità.

La gara

Un altro stradale in calendario nella estate della NASCAR Xfinity Series e qualche team cerca il colpo a sorpresa, ma trovare dei punti deboli fra i big è sempre più difficile.

Al venerdì c’è la prima selezione dato che gli iscritti sono ben 42 per 38 posti. Nelle libere e nelle qualifiche non ci sono grosse sorprese. A parte di testacoda di Paludo (sulla quinta vettura JRM), Yeley spiaggiato nella ghiaia in curva5, Filippi con problemi al motore ed Austin Hill ai freni le prove non ufficiali scorrono tranquille ed Allmendinger fa già capire chi comanda.

Le qualifiche sono praticamente identiche. Chastain manca la frenata in curva12 dove poco più tardi Brown (finito sulla #47 del Mike Harmon Racing perché rimasto senza sponsor come coda lunga delle disgraziate pubbliche relazioni dell’inverno scorso) finisce in testacoda, Kligerman ha problemi al servosterzo e incrocia le dita per una provisional per non dover tornare a fare il pit reporter per la NBC.

Alla fine la pole position è, malgrado una cambiata sbagliata, di Allmendinger che precede di un decimo scarso Ty Gibbs (gli unici sotto il muro dell’ 1’30”), Herbst, Bowman (sulla vettura dell’Hendrick Motorsports), Mayer, Briscoe, Gragson, Berry, Hill ed Allgaier; i quattro DNQ sono Yeley, Williams, il rookie Perez e Filippi. Si salvano con le provisional Brandon Jones (problemi meccanici), il citato Kligerman (owner points) e Brown (perché vincitore di una gara nel 2021).

Dopo aver mandato in fondo al gruppo diverse vetture ovvero Currey, Jones, Alfredo, Kligerman, Brown, Grala ed Austin Dillon (che prende il posto di Brown) per modifiche in parco chiuso e pure Briscoe e Paludo per cambio di una gomma quasi certamente spiattellata, la gara vive già di colpi di scena, infatti lo stesso Chase sente il motore che gira a regimi troppo alti e Jeb Burton che nemmeno parte per la rottura di un componente della sospensione.

Al via Gibbs dall’esterno scatta bene, Herbst (in livrea identica Monster) dalla seconda fila accenna un 3-wide, ma alla fine Allmendinger rimane al comando seguito da Ty, Gragson, Herbst e Bowman. Il primo giro scorre abbastanza regolare senza incidenti, Herbst si rimette dietro Gragson, Bowman si deve difendere da Mayer che poi perde nel settore finale la posizione da Allgaier, Jones rimonta già 10 posizioni, ma poi stallerà nel recupero.

Chi va in crisi in queste prime fasi è Gragson, che perde diverse posizioni a vantaggio di Bowman, poi Allgaier e pure Mayer ma in confronto ai problemi che molti altri piloti hanno nel corso della stage questo è nulla.

A proseguire la giornata no dell’Our Motorsports è Moffitt (che quasi certamente è all’ultima gara col team per mancanza di sponsor) che va ai box al giro 3 con un problema ad una gomma probabilmente spiattellata, poi nei giri successivi è la volta di Labbé (bloccaggio per passare Mayer, poi escursione nell’erba e sosta), dunque di Ryan Sieg (idem) e Kligerman (batteria).

Chi invece va veloce è Bowman che al giro 7 scavalca Herbst e si porta al terzo posto, tuttavia il ritardo da Allmendinger è già di 5.5″ mentre quello di Gibbs è di oltre 2″. A creare problemi è anche Currey che alla chicane finisce sull’erba e facendo giardinaggio porta terra e appunto erba in pista che vengono raccolti al giro successivo dai leader, specialmente Gragson, Briscoe e Wallace che sta battagliando con Karam (che accusa un tire rub) per la nona posizione.

Anche Mayer spiattella una gomma e neppure AJ al comando è a posto, infatti col passare dei giri accusa un po’ di sovrasterzo e così Ty recupera qualche decimo. Dopo le soste di Clements e Wallace (per lui surriscaldamento e temperature oltre i 135 °C sotto il motore) la stage sembra avviarsi verso una tranquilla conclusione.

E invece ai -6 arriva la prima caution: il disastroso weekend di Kligerman dopo il servosterzo non funzionante in qualifica e la batteria ko nei primi giri, ora rimane senza freni sul rettilineo opposto e travolge l’incolpevole Ellis. Per entrambi c’è il ritiro.

La caution sembra perfetta per Briscoe che stava proprio per fermarsi ai box anticipando la sosta per i problemi di ostruzione alla griglia, Chase entra nella corsia dei box appena in tempo prima che esca la bandiera gialla e il suo sembra un colpaccio strategico e fortunato, ma la #07 dello SSR-Green Light (in associazione con lo Stewart-Haas Racing in questa occasione) pizzica il cono virtuale che divide la pista dalla pit lane e dunque per lui arriva la penalità.

Al giro successivo la corsia dei box si riapre e a fermarsi sono praticamente tutti tranne Gragson e Snider; a seguirli all’uscita è Gibbs dato che Allmendinger è protagonista di una sosta disastrosa da 25.5″ in cui la vettura cade dal sollevatore e scende in 13esima posizione.

La corsa riprende con uno sprint di appena due giri e ci si aspetta che con gomme usurate sia Noah che Myatt pagheranno dazio. Ed invece, dopo un rettilineo al limite con ondeggiamenti vari nel gruppo, i due rimangono davanti ed approfittano della lotta fra Bowman e Gibbs, con Alex che attacca Ty all’esterno e lo passa, per allungare. Gibbs deve alzare il piede e viene scavalcato anche da Allgaier, Herbst e Mayer.

Se la stage sembra al sicuro per Gragson, un Bowman scatenato (e che già prima della caution viaggiava come la #54 più veloce del leader) sembra doversi mangiare Snider, ed invece Myatt resiste alla grande ed il segnale è che sia lui che Noah registrano il proprio miglior giro proprio alla tornata numero 20 con gomme più usurate di tutti. Gragson dunque vince la prima stage davanti a Snider, Bowman, Allgaier, Herbst, Gibbs, Berry, Creed, Allmendinger (+4 malgrado non si trovi bene nel traffico) e Mayer protagonista di una brutta accelerazione dall’ultima curva al penultimo giro in battaglia.

I due a questo punto potrebbero anche non fermarsi di nuovo e puntare ad una strategia su un’unica sosta a circa metà gara, ma preferiscono andare ai box insieme anche a Cassill (penalità per speeding), Briscoe, Brown (pure lui penalità), Austin Dillon (mai in gara), Heckert, Sieg e Clements; Noah riparte 25°.

La green sventola ai -16 e si assiste ad uno spettacolo quasi tragicomico: mentre Bowman scatta bene e rimane primo, in un 3-wide in curva1 con Herbst, Berry tampona Gibbs mandandolo in testacoda, Riley intanto prosegue col passaruota ammaccato e ci prova ad attaccare il leader, ma poi ed in curva8 viene tamponato sempre da Berry che nell’arco di meno di un giro toglie dalla lotta per la vittoria entrambe le auto sponsorizzate Monster.

Nel frattempo – praticamente non inquadrato – ad approfittare veramente delle battaglie è stato Allgaier che è riuscito a scavalcare Bowman (ancora lento sullo short run) ed è lui in testa alla caution per detriti (ma c’è anche Alfredo in testacoda in curva1 e ciò completa la giornata da ko dell’Our Motorsports) sparsi per un po’ tutto il primo settore.

La caution permette anche di vedere che sì Gragson ha recuperato 12 posizioni in un giro e mezzo, ma anche che Noah nel fare ciò ha danneggiato gravemente il muso finendo in un sandwich in curva2 fra Jones e Karam. Il team #9 prova a resistere e a non pittare a differenza dello stesso Karam, Sieg, Herbst, A.Dillon, Brown e Wallace, ma poi devono alzare bandiera bianca perché metà splitter sta penzolando.

Gragson va ai box proprio mentre sventola la bandiera verde dei -12 e Allmendinger mette in scena un altro dei suoi show alla ripartenza e da quarto si tuffa all’interno di Allgaier e Bowman e torna al comando davanti ad Alex e Justin. E la corsa, tecnicamente, si chiude qua. AJ, infatti, sullo short run è molto più veloce della #17, accumula quel paio di secondi che poi Bowman riesce solo a scalfire sul long run.

La coppia allunga su Allgaier, poi seguono Berry, Creed, Chastain, Hemric, Grala, Mayer ed Hill, ma poi, mentre Wallace è costretto al ritiro perché nel tentare di salvare il motore è finito ko il cambio, Josh commette un altro errore spiattellando la gomma; il team #8 decide di resistere ma Berry deve alzare il piede.

Siamo nella finestra per l’ultimo pieno e pian piano la maggior parte del gruppo, chi prima e chi dopo a seconda dei danni (come Snider con un tire rub dopo un contatto con Grala) va ai box. In pratica l’unico dei leader che non si ferma è proprio Berry che tira dritto e resiste malgrado una gomma messa molto male.

In pit lane succede comunque qualcosa di notevole: anche la seconda sosta di Allmendinger non è esaltante e Bowman lo passa uscendo dallo stallo mentre a prendersi una penalità sono Hemric (speeding, con un giallo via radio sulla comunicazione ufficiale), Lally, Gibbs e Clements con questi tre che commettono lo stesso errore di Briscoe in precedenza entrando in pit lane.

La strategia detta la classifica della seconda stage: Berry la vince con ampio margine (7″) su Labbé, seguono Grala, Karam, Pardus, Ty Dillon (sulla #6 del JD Motorsports ma non farà la differenza rispetto a Vargas), Currey (suo compagno a soli 0.7″), Alfredo, Weatherman e Patrick Gallagher; Bowman è 13° davanti ad Allmendinger che si è preso un warning per il taglio eccessivo della chicane in curva6.

Ai box si completa il giro di soste, Bowman eredita la prima posizione mentre Berry scende al 17° posto. La bandiera verde sventola ai -18 e ancora una volta Allmendinger è perfetto e dall’esterno riesce a restare alla pari passando al comando nel cambio di direzione in curva2; seguono un Creed sempre più convincente ed Allgaier. Sheldon ci prova pure su Bowman ma non va. In coda Karam manda in testacoda Paludo e nel post gara ci scaramucce fra la famiglia del brasiliano ed il team #45.

C’è battaglia anche davanti mentre Allmendinger allunga: Allgaier attacca Creed ed i due arrivano al contatto in curva1 dove Mayer finisce lungo dopo un contatto con Cassill. Quello messo peggio sembra Justin con un tire rub, ma a pagare carissimo è Creed che viene toccato e mandato in testacoda da Chastain (che è tutto sul cordolo è più a sinistra non può andare oltre nell’incrocio di traiettoria) alla penultima curva.

A beneficiare di tutti questi contatti ai -15 dietro ad AJ, Bowman (già staccato di 1.8″), Allgaier (a 4″) e Chastain è Briscoe che rientra nella top5 davanti ad Hill, Cassill, Herbst (ottima rimonta per lui), Ferrucci (rimasto sulla #26 dopo che Newgarden ha potuto gareggiare regolarmente in IndyCar) e Berry.

Il più attivo in questa fase è Chastain che scavalca Allgaier ai -14, ma il suo ritardo dalla vetta è aumentato a 5.4″ e a pista libera non guadagna, anzi perde. A seguirlo ai -11 è anche Briscoe con un sorpasso in curva3 e Justin sembra destinato ad accontentarsi di una top5. Dietro da notare ci sono le rimonte di Mayer, Gragson e Gibbs che escludono dalla top10 Ferrucci.

Mentre Allmendinger inizia la fase di gestione, un piccolo colpo di scena arriva ai -8: Briscoe si trova senza terza marcia (forse eredità dei problemi riscontrati prima del via) e, subito dopo aver passato Chastain, perde 4″ in un sol giro e pure due posizioni. E Chase deve anche preoccuparsi perché a qualche secondo Herbst ha superato e staccato Hill.

Il finale rappresenta l’ultima selezione: Grala va ai box con una foratura alla posteriore destra, Gragson (senza mezzo muso) viene superato da Gibbs, Sieg e Lally entrano in contatto e si vede che Ryan è un po’ frustrato da una gara storta, Chastain commette un errore in curva4 ed Allgaier si rifà sotto, Gibbs scavalca Berry, Snider infine è costretto al ritiro.

Mentre all’ultimo giro Justin effettivamente supera Ross e Berry perde quattro posizioni, Allmendiger conquista di nuovo Indianapolis, stavolta in Xfinity Series precedendo Bowman(+2.0″), Allgaier (addirittura a 16.6″), Chastain (+17.2″), Briscoe (stoico a 20.5″), Herbst (+23.2″), Mayer (+25.5″), Gibbs (+26.7″), Hill (+27.3″) e Gragson (+27.9″). Cassill è 11° davanti a Labbé, Karam, Berry, Jones, Moffitt, Ferrucci, Alfredo, Clements e Ty Dillon con Hemric in crisi nera addirittura 22° davanti a Creed che perde punti preziosi.

Allmendinger è scatenato nei festeggiamenti perché dopo Road America, Mid-Ohio (due volte), Roval (tre vittorie di fila), Austin e Portland aggiunge un altro stradale alla sua collezione di vittorie in Xfinity Series e si difende dagli attacchi in classifica da parte di Gibbs (sfortunato), Gragson (idem) e Allgaier (che però perde un solo punto). Il problema per AJ è il rendimento non eccezionali in questo 2022 sotto tono del Kaulig Racing, ma di questo se ne dovrà parlare in vista dei playoff.

I risultati odierni

La classifica della “Pennzoil 150”

La classifica generale

Così in campionato a 6 gare dalla fine della regular season della NASCAR Xfinity Series 2022

I prossimi appuntamenti

Stasera alle 20:30 sempre sullo stradale di Indianapolis (diretta Mola TV e NASCAR Trackpass) ci sarà la gara della Cup Series; a partire dalla pole sarà Tyler Reddick. La NASCAR Xfinity Series tornerà in pista sabato prossimo a Richmond.


Immagine: Media NASCAR

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA

I Commenti sono chiusi.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO
RICEVI LA NEWSLETTER
Iscriviti per rimanere sempre aggiornato
(puoi sempre iscriverti in seguito)