NASCAR | Un Larson inarrestabile vince pure in Kansas

NASCAR
Tempo di lettura: 22 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
25 Ottobre 2021 - 18:10
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Larson probabilmente non ha la vettura più veloce, ma Byron viene tradito dai meccanici ed Elliott sbaglia nell’ultimo stint. Blaney messo ko da Austin Dillon riapre i giochi per l’ultimo posto per Phoenix


Ogni tanto in aiuto al talento ci vuole anche anche il destino. Kyle Larson doveva vincere in questa occasione e lo ha fatto. Esattamente 17 anni fa si consumava la tragedia di Martinsville, quando l’aereo che portava in pista fra i tanti a bordo anche Ricky Hendrick si schiantò mentre si stava dirigendo verso la pista uccidendo i 10 passeggeri. Quell’incidente lasciò un vuoto enorme nell’Hendrick Motorports privandolo del suo sicuro erede.

Ricky Hendrick era stato pilota ed aveva vinto proprio in Kansas la sua unica gara in carriera (Truck Series nel 2001), lasciando poi il volante per un ruolo dirigenziale. 20 anni dopo, in assenza di sponsor esterni, Rick Hendrick ha deciso di dare a Kyle Larson in vista di questa stagione una vettura con il numero più storico del team, il #5, ed una livrea che richiamava quella di suo figlio.

Quel giorno a Martinsville, inconsapevole di quanto successo, Jimmie Johnson vinse la gara, stavolta consapevole della ricorrenza Kyle Larson ha reso omaggio nel modo migliore a chi non c’è più. Quella del favorito al titolo è la nona vittoria stagionale, la seconda tripletta di fila, un risultato che non si vedeva addirittura dal 1987 (Dale Earnhardt).

La gara

La gara più enigmatica e forse sottovalutata del “Round of 8” prende il via sotto un cielo nuvoloso. Le previsioni in settimana erano molto pessimistiche, poi col passare delle ore si sono invece rivelate migliori del temuto. In ogni caso la mattinata in Kansas è plumbea e cade la pioggia, il fronte però poi passa e al momento del via la pista è asciutta, ci sono sprazzi di cielo sereno, anche se c’è ancora un ultimo fronte piovoso a circa 10-15 miglia dall’ovale. L’ottimismo – dunque – regna a sorpresa.

Dopo l’avventurosa gara texana, Kyle Larson è l’unico che può dormire sogni tranquilli, Ryan Blaney punta a gestire il piccolo tesoretto di 17 punti sul taglio che vede in lotta soprattutto Hamlin (+9), Kyle Busch (+8) e Chase Elliott (-8). Staccati, infine, e già quasi obbligati a vincere Keselowski (-15), Truex (-22) e Logano (-43). L’algoritmo rispecchia in parte questa classifica ed in pole c’è ovviamente Larson davanti a Blaney, però Keselowski si prende la terza posizione davanti a Kyle Busch; Byron è “il migliore degli altri”, nono su Bell, Harvick e Reddick.

Il pre-gara per i big per una volta è tutto tranquillo e gli unici brividi sono per Briscoe, costretto ad aspettare l’esito del secondo controllo tecnico per mezz’ora a causa di un lightning hold. Alla fine per Chase va tutto bene (partirà lo stesso per modifiche in parco chiuso) e pagare con una penalità sono solo Newman (due fail) e soprattutto Houff che con tre controlli falliti parte dal fondo, deve scontare un drive through a inizio gara e vede il suo crew chief espulso dalla corsa.

Alla bandiera verde il trenino all’esterno con Larson, Kyle Busch ed Hamlin scatta alla perfezione e avanza rispetto all’altra fila comandata da Blaney. A rompere il convoglio ci pensa Keselowski che, andando 3-wide, si porta in terza posizione lasciando dietro di lui gli stessi Kyle Busch, Hamlin e Logano a lottare affiancati. L’inizio di corsa del Team Penske è molto convincente e prima Brad scavalca anche Blaney, poi Joey scavalca la coppia JGR e quindi le vetture #2-#12-#22 sono seconda, terza e quarta. A soffrire invece è Truex, già in coda alla top8 e rimbalzato anche da Byron ed Harvick.

Al giro n°5 la #5 di Larson è al comando, al muretto tutto il team si mette il cappellino al contrario come piaceva a Ricky Hendrick e alza il dito al cielo per ricordare lui e tutti quelli periti in quel tragico incidente aereo di 17 anni fa. L’attenzione poi torna sulla gara e succede parecchio in pochi giri.

Hamlin tenta uno slide job su Logano ed i due quasi arrivano al contatto, Denny deve alzare il piede e così Byron entra nella top5, davanti invece Keselowski è vicinissimo a Larson. Il bell’inizio però viene fermato subito: dei goccioloni di pioggia iniziano a cadere in curva1 e dopo un solo giro i commissari chiamano la caution. Ben presto la perturbazione veloce si sposta in curva3 e la bandiera rossa è obbligatoria con 12 giri completati.

Il fronte temporalesco dovrebbe essere veloce, a rovinare i piani ci pensa però un fulmine entro otto miglia dalla pista e dunque si entra in lightning hold per 30′. Il fronte passa velocemente, ed il clima cambia all’improvviso. Si alza un forte vento freddo (30 km/h con raffiche anche a 55) che spazza sì le nubi (e infatti alla Nascar viene concessa la possibilità di terminare in anticipo il lightning hold), ma causa danni immediati e a lungo termine.

Dopo una bandiera rossa di circa 15′ si riprende e tutti tornano al loro posto, piloti (anche se qualcuno sul momento manca all’appello perché tornato nel motorhome confidando in una pausa più lunga) e crew chief inclusi. Torna anche Rudy Fugle, crew chief di Byron, il quale ha dovuto fare un veloce controllo al centro medico dato che il vento ha tirato giù il pit box e una barra lo ha colpito sulla fronte lasciandolo con un taglietto ed un vistoso bernoccolo sulla fronte.

I motori si riaccendono e, dopo aver dato il lucky dog ad Houff che ringrazia la pioggia e le soste di DiBenedetto, Almirola, Preece e pochi altri, si può riprendere la competizione al giro 16. Dopo un giro alla pari, Larson riesce a tenersi dietro Keselowski e Byron. Poi iniziano i guai legati al vento.

Le raffiche spirano forti da curva1 verso curva2 e quindi le auto in uscita vengono spinte verso il muro. Le vetture che prima erano a posto con l’assetto, anche a causa della temperatura che si sta abbassando bruscamente, ora sono tutte loose in ingresso mentre in uscita pagano il sottosterzo e tenerle a bada diventa una lotta. Il primo a sperimentare questo è Blaney che deve alzare il piede e farsi passare da Byron e Logano, il quale però poco dopo deve far sfilare Elliott. A questo punto iniziano i veri guai.

Il primo a baciare il muro e forare dopo poco la posteriore destra è Kyle Busch (in quel momento settimo), il quale torna ai box con la fiancata decisamente rovinata; la griglia playoff subisce il primo scossone al giro 24 e la caution ricompatta tutti. Il plotone va ai box perché da qui si può arrivare fino in fondo alla stage con il pieno, DiBenedetto ed Almirola solo rabboccano (prima non si poteva, la caution di Kyle Busch infatti sostituisce la competition caution) e si portano in testa su Larson, Briscoe (due gomme) e Logano; Wallace invece si prende una penalità per eccessi di velocità.

Si riparte ai -53 e Matt scatta bene lasciando sul posto un Almirola che viene aggirato anche da Briscoe. Le gomme fresche però si sentono e, dopo un paio di giri di lotta con la #21, Larson ritorna al comando della corsa seguito in breve da Elliott e Byron; si fa vedere poco dietro Bowman, ma questa sarà in pratica l’unica sua sortita nelle posizioni nobili prima di ritornare nell’anonimato che ha contraddistinto i suoi playoff.

Il tentato sorpasso da Byron su Elliott rilancia l’orgoglio di Chase che trova la scia buona e, al giro successivo in curva3, scavalca Larson andando al comando. William ne approfitta, passa Kyle e di slancio dopo due tornate va in prima posizione. Altri due giri e Larson fa un altro doppio salto della cavallina e riprende le redini della corsa. In pratica il Kansas Speedway si trasforma all’improvviso in un velodromo e l’Hendrick Motorsports sta facendo una gara di inseguimento a squadre come se fosse l’Italia di Ganna, Milan e compagnia vincente. Manca, come detto, solo il quarto elemento, ma Bowman è ormai già lontano dalla vetta.

Per fortuna il ciclo in vetta si interrompe e Larson mantiene il comando per tutti i minuti successivi. Questo permette di guardare anche più indietro e di fatti ne succedono in abbondanza. Keselowski ripete quanto fatto da Kyle Busch in precedenza, finisce largo, bacia il muro in curva2 e dopo un paio di giri fora la posteriore destra. La sosta per sole due gomme lo rimanda in pista staccato di solo un giro, ma è penultimo davanti al solo McLeod.

A metà stage, mentre nel gruppo di testa Elliott si stacca per una vibrazione ad una gomma, Truex ha sistemato la vettura e sorpassa Logano (loose e forse vibrazione anche per lui) per la sesta posizione dietro a Blaney ed un finalmente convincente Harvick. Dopo pochi giri anche per Bell, non si sa se per un contatto con le barriere, che era decimo va ai box con la posteriore destra forata, mandata in ogni caso in crisi dal vento che spinge le vetture in uscita di curva2.

Non c’è nemmeno il tempo di guardare Finchum fermato con la bandiera nera perché troppo lento o la classica rimonta con vettura ammaccata di Kyle Busch, tornato ormai nella top15, oppure di notare che il ritmo sempre più veloce di Larson sta allontanando Keselowski da un possibile lucky dog, che arriva un altro fulmine a ciel sereno: le modalità sono le stesse di Rowdy e Brad, però stavolta la vittima è Truex. Anche per il pilota della #19 c’è la sosta d’emergenza ed il ritorno in pista momentaneamente a due giri di ritardo, poi diventati uno con gomme fresche. E siamo solo al giro 55 degli 80 della prima stage.

Senza farsi notare nemmeno troppo, Larson ha alzato decisamente il ritmo in questa fase ed in molti iniziano a pagarlo. Hamlin ad esempio viene scavalcato da un convincente Kurt Busch, Logano invece continua la sua discesa col sorpasso subito da Chastain e vede la coppia Reddick-Kyle Busch vicina al sua paraurti. Davanti, invece, per un attimo Blaney aveva sognato di riprendere Elliott, poi invece le difficoltà della sua #12 si dimostrano maggiori di quelle della #9. In coda, infine, Truex ha ripreso e sverniciato Keselowski, il quale dunque capisce che i danni alla sua vettura sono ancora da sistemare. Poco dopo Brad viene doppiato da Larson e finisce a -2, mettendo ulteriormente in salita la sua corsa.

I colpi di scena non sono finiti qua però: dopo che le soste di Newman e Suárez passano sotto traccia (ma il motivo dovrebbe essere sempre quello, con o senza contatto), fa decisamente più notizia la foratura di Blaney ai -10 che lo costringe ai box per una rapida sosta. Davanti nel frattempo Larson è entrato in modalità gestione, al punto che Byron è tornato sotto il secondo di ritardo (erano stati anche circa 2.5″), poi però Kyle dà un’ultima sgasata e rimette le distanze giuste.

Larson vince una movimentata prima stage davanti a Byron (+2.7″), Elliott (+7.4″), Kurt Busch (+11.0″), Hamlin (+11.9″), Harvick (+12.2″), Bowman (+16.8″, dunque mezzo giro), Chastain (+17.1″), Kyle Busch (+17.7″) e Reddick (+18.1″). Completano la breve lista dei piloti a pieni giri Logano (+21.7″), Custer (+26.7″), Wallace (+27.5″), Buescher (+33.1″) ed Austin Dillon (+33.7″). Il bravissimo Kligerman è 16° sulla #96 del GBR e col sorpasso all’ultimo giro su Briscoe pure lucky dog, Blaney 27° a un giro dietro a Bell, Truex 28°, Keselowski 30° a due giri nel mezzo fra Newman e Suárez.

Il nuovo giro di soste lascia Larson al comando su Byron, Elliott, Kurt Busch ed Hamlin; fra le wave around da notare ci sono quelle di Bell, Blaney, che tornano a pieni giri, Newman e Suárez dopo la sosta nel finale di stage e dunque hanno ancora gomme poco usurate, ma non quelle di Truex, che rimane a -1, e di Keselowski (-2) in quanto i loro pit sono relativamente più datati e quindi hanno bisogno di un set nuovo.

Alla ripartenza, mentre Stenhouse si prende una penalità per allineamento irregolare, Byron e Kurt Busch dall’esterno cercano subito una traiettoria molto esterna per sfruttare l’inerzia e balzare davanti a Larson, ma Kyle non si fa sorprendere, almeno in questa fase. Infatti, come dirà poi via radio, il pilota della #5 decide di non osare troppo nei primi giri e dunque Elliott di slancio dalla terza posizione fa il salto di prima e si porta col muso davanti.

Si crea così una situazione interessante con Elliott ed Harvick nella corsia interna che cercano di mettersi davanti a Larson e Byron all’esterno; Hamlin per un attimo sembra voglia andare 3-wide, ma ha pazienza e avrà ragione. Alla fine Larson deve alzare il piede e la nuova classifica vede dunque Elliott al comando su Byron, Larson, Hamlin ed Harvick. Blaney (loose nel traffico) invece soffre in coda e non riesce a recuperare posizioni, Logano infine paga ancora terreno persino da Reddick e Bowman.

Col passare dei giri Hamlin sente la vettura sempre più al limite e il divario che pian piano accusa dal trio Hendrick dimostra tutto questo, al punto che viene scavalcato da un Kurt Busch ancora una volta silenzioso ma sempre presente. Per sua fortuna siamo ai -60 nella stage e quindi la finestra per la sosta si è aperta; il primo ad approfittarne è Bell che era fuori sequenza dopo il pit precedente nella prima stage.

Chi invece è assente da questa fase è Kyle Busch: l’adrenalina dell’incidente probabilmente è finita e una volta risalito nella top10 ha ricominciato a soffrire la vettura, ed i team radio lo dimostrano. Rowdy col sorpasso subito da Wallace in rimonta dopo la penalità esce dalla top10. È lo stesso Bubba ad aprire il vero giro di soste attorno ai -45 ed in poco tempo lo seguono tutti.

L’unico che non va ai box è Logano che, praticamente obbligato a vincere dopo i guai di sette giorni fa, entra in modalità “strategia estrema” e tira dritto nella speranza di una caution e di intrappolare quanti più rivali fra i doppiati, tanto ha già dimostrato che nemmeno questa settimana ha una vettura in grado di vincere in condizioni regolari. Anche Truex e Keselowski seguono questa strategia per cercare di recuperare in questo modo i giri persi.

La temperatura abbassando (siamo attorno ai 15 °C) ed il vento alzando, al punto che la media è di 35 km/h e le raffiche addirittura di 60 e appena arriva ciò avviene un altro incidente nello stesso punto. La vittima è di nuovo Kyle Busch che si fa diverse decine di metri sul muro e perde tre giri, salutando definitivamente la gara. Mentre succede questo, la leadership virtuale della gara, dato che Logano è ancora davanti, passa da Elliott a Byron dato che William sfrutta al meglio la ripartenza dopo il pit stop.

Mentre pian piano i leader con gomme fresche si sdoppiano da Logano, prima Keselowski e poi Truex (rimasto pure a secco) si arrendono non vedendo sfruttata la tattica. Ai -15 anche Joey è costretto ad andare ai box e quindi Byron torna al comando; il pit della #22 è completo qualora ci fossero dei guai, guai che rischiano di esserci visto che un meccanico non è sicuro di aver fissato bene la anteriore sinistra. Per fortuna sua la ruota regge e Logano è addirittura rimasto a pieni giri, quindi non deve patire eventuali wave around.

Negli ultimi giri succede ben poco, dunque un Byron sempre più veloce vince senza troppi problemi la seconda stage davanti a Elliott (+4.0″), Larson (+4.7″ dopo aver rinunciato ad attaccare Chase), Kurt Busch (+7.5″), Harvick (+12.5″), Reddick (+13.6″ con un’ottima rimonta), Bowman (+18.3″), Hamlin (+24.8″ dopo essere lentamente affondato), Wallace (+25.4″) e Chastain (+27.3″); seguono Logano, Austin Dillon e Blaney, non doppiato per poche lunghezze. Bell, Custer, Buescher, Kligerman e Truex sono a un giro, Keselowski 27° a -2, Kyle Busch 30° a -4.

Con questa situazione, dove Kyle Busch è praticamente ko, Keselowski e Truex devono recuperare dei giri e Logano non sta raccogliendo punti nelle stage, la situazione di classifica malgrado le difficoltà di Blaney vede in vista di Martinsville uno scenario quasi inedito, ovvero Larson qualificato e invece Elliott, Hamlin e lo stesso Blaney eliminati solo in caso di vittoria di uno degli altri quattro. Ed una Martinsville in cui Logano, Keselowski, Truex e Kyle Busch sono obbligati a vincere rischia di essere ancora più esplosiva. Tuttavia in Kansas manca ancora una stage.

Il penultimo (in teoria) giro di soste premia ancora una volta la migliore pit crew del 2021, ovvero quella della #5 e Larson torna al comando su Byron, Kurt Busch, Elliott ed Harvick; Chastain si prende una penalità e perde il nono posto. Bell è stato il lucky dog mentre a prendersi una wave around rischiosa sono Truex, che torna dunque a pieni giri, Alfredo, McDowell, Suárez e soprattutto Keselowski i quali dunque tornano a -1.

La green sventola ai -100 e l’audacia dei piloti appena citati verrà ripagata in pochi minuti. Alla ripartenza Larson e Byron lottano a lungo alla pari mentre Elliott viene mandato nel mezzo di un 3-wide e perde numerose posizioni che invece Logano, pur essendo nella stessa posizione, guadagna. Chi regala spettacolo è però Reddick che da destra a sinistra trova sempre il varco giusto senza perdere velocità fino a completare per un attimo la rimonta dal sesto al primo posto.

Larson e Byron però reagiscono e Reddick deve lottare con entrambi. Purtroppo una bellissima fase di gara viene interrotta da una caution. Alfredo riferisce che nella confusione della ripartenza era in coda insieme alle altre wave around dietro agli altri doppiati, Ware si è spaventato, lo ha toccato provocandogli una foratura e l’incidente che mette fine alla sua corsa. Ringraziano la caution appunto tutti gli audaci ma anche Chastain che si era preso una seconda penalità (ripartenza irregolare) ma anche il lucky dog.

La pit lane si riapre subito e a sorpresa si riempie, infatti solo Reddick, dato in testa alla bandiera gialla, e Larson (malgrado il timore di un tire rub) proseguono; Elliott cerca di recuperare le posizioni perse alla ripartenza cambiando solo due gomme ed esce dai box davanti a Kurt Busch, Harvick, Byron, Blaney e Logano, Wallace invece si prende la seconda penalità di giornata.

Nuova ripartenza ai -89 e Reddick stranamente sceglie l’interno, infatti Larson in curva2 è già in testa, Kurt Busch si toglie dalla scia della #8 e Reddick in curva3 è stato già inghiottito dal gruppo. Non recupererà più le posizioni perse. La nuova top5 ai -85 dunque vede Larson al comando seguito da Kurt Busch, Byron, Logano ed Harvick dato che anche Chase ha perso posizioni. Joey non ha il ritmo dei leader, quindi prima Harvick lo scavalca e poi vede il gruppetto dei quattro allungare compatto.

Il duello fra questi è molto intenso, Byron ancora una volta fa il salto da terzo e primo ed un Larson molto loose è costretto di nuovo ad alzare il piede al punto che scivola addirittura quinto dietro ad Elliott che intanto ha scavalcato Logano. Ai -80 dunque tre piloti fuori dai playoff (Byron, Kurt Busch ed Harvick) precedono un gruppo di sei composto da Elliott, Larson, Logano, Blaney, Hamlin e Truex che è già nella top10; Keselowski invece è ad un passo dal virtuale lucky dog.

Col passare dei giri la situazione si placa di nuovo e la griglia playoff è ancora più estrema, infatti il recupero di Blaney ha sì permesso a Ryan di scavalcare Hamlin in graduatoria, ma Denny pur essendo quarto avrebbe addirittura 31 punti di vantaggio sul primo degli eliminati. Davanti intanto Larson cerca il recupero, tuttavia il controsorpasso mancato ad Elliott permette ad Harvick di staccare il duo Hendrick.

La classifica ai -60, prima dell’ultimo giro di soste in programma, vede un Byron molto forte sul long run staccare Kurt Busch di 2.5″, Harvick di 3.2″, Elliott di 3.9″, Larson di 4.1″, Hamlin di 5.4″, Truex di 8.5″, Blaney di 8.7″, distanti oltre 10″ invece Bell, Logano, Reddick, Bowman, A.Dillon, Wallace e Chastain, 15° e ultimo a pieni giri davanti a Keselowski.

I giri successivi vedono tanti allarmi: Hamlin inizia a sentire dei rumorini al motore, Larson bacia il muro in curva2, Keselowski centra un detrito e vede le temperature schizzare alle stelle, al punto che spera che quel pezzo di nastro in pista sul rettilineo opposto provochi una caution. Brad è costretto ad arrendersi a poco meno di 55 giri dalla fine e cedere il virtuale lucky dog. Pochi secondi più tardi, arriva la beffa chiamata caution.

La beffa per Brad è ancora più grande se si vede che ad andare in testacoda in curva2 è Newman, il pilota che sostituirà nel 2022 sulla vettura di cui sarà anche team owner, e che il lucky dog va invece a Buescher, compagno di squadra di Ryan e futuro teammate di Brad. Questa caution semplifica i conti per le soste dei leader, infatti tutti vanno insieme ai box.

Byron entra ed esce in testa, tuttavia un meccanico fissa male una gomma e William con un altro pit perde una vittoria molto probabile; gli audaci a questo turno di soste sono Reddick (che aveva pittato poco prima per un problema), Suárez e Keselowski con i primi due dunque che sono di nuovo a pieni giri.

La classifica alla ripartenza dei -45 vede dunque Kurt Busch al comando su Harvick, Elliott, Truex, Larson, Hamlin, Logano, Bowman, Blaney e Bell. Si riparte e Chase all’esterno spinge forte Kurt mandandolo in testa, poi però in curva1 si posta a destra e mandando nel mezzo la #1 si porta al comando con Busch che viene risucchiato. Dietro alla #9 c’è un 3-wide con Larson ed Harvick dal quale emerge ovviamente Kyle.

Al giro successivo l’ultimo colpo di scena della gara: in curva2 Austin Dillon perde il controllo della vettura alla corsa e travolge l’incolpevole Blaney che finisce a muro e vede gara e tesoretto svanire in un istante. Ed il discorso Martinsville si riapre completamente. Gli unici felici di questa caution sono probabilmente i citati Reddick, Keselowski e Suárez, con il messicano capace così di recuperare i due giri persi a inizio gara.

Si riparte ai -39 dunque con Elliott al comando su Larson (+4 in un giro e mezzo), Kurt Busch, Harvick, Logano, Truex, Hamlin, Bowman, Byron (anch’egli beneficiario della caution malgrado un tire rub) e Bell, risalito bene dopo i problemi precedenti. Al choose cone Elliott sceglie l’esterno e a molti pare chiaro che è una decisione critica. E infatti subito dopo la green Harvick lo manda 3-wide andando sull’apron ed i due rallentandosi a vicenda permettono a Larson di andare facilmente al comando.

Mentre Elliott viene fagocitato dal plotone, Larson scappa via vedendo il 4-wide dietro di lui da cui emerge Harvick su Kurt Busch, Hamlin ed Elliott che riesce a tenere a bada Logano e Truex. Harvick per più di qualche giro rimane incollato alla #5 e nella sua mente tornano sicuramente i fantasmi del 2020 quando nella stessa situazione nel finale Logano riuscì a difendersi vincendo la gara cruciale di quel “Round of 8”.

L’incubo di Harvick, non si sa se per sua fortuna o no, dura pochi giri, infatti pian piano Larson allunga favorito anche dal ritorno di Kurt Busch prima e di Elliott poi. Mentre Reddick ha un altro problema (foratura alla posteriore destra) ed esce definitivamente dalla lotta, ai -20 Chase si porta in terza posizione passando Kurt, poi ai -13 la #9 torna al secondo posto con il sorpasso ad Harvick.

Il distacco fra Larson ed Elliott è di 1.3″ e Chase ha una buona vettura, forse anche migliore di quella di Larson che però può gestire. Il divario si riduce di giro in giro, dato che sul traguardo Elliott taglia sempre sull’apron a differenza di Larson, dopo una breve fase in cui risale a 1.4″. Ai -9 Chase è a 1.1″, ai -8 0.98″, ai -7 0.78″, ai -6 0.64″ e per Larson si avvicinano pure dei doppiaggi.

Chase sta forzando e si vede, soprattutto in curva2: ai -5 Elliott arriva a 1 mm dal muro ed il gap per l’alzata di piede risale a 1.0″, ai -4 la #9 è a 0 mm dal muro ed il ritardo sale a 1.25″, ai -3 Chase decisamente finisce contro le barriere e da qui in poi alza bandiera bianca, forse anche psicologicamente, con una vettura ammaccata.

Kyle Larson vince così la terza gara consecutiva, la nona stagionale, davanti ad Elliott (+3.6″), Harvick (+4.7″), Kurt Busch (+6.7″), Hamlin (+7.1″), Byron (+8.9″), Truex (+9.3″), Bell (+10.1″), Logano (+11.4″) ed Austin Dillon (+13.5″); completano coloro arrivati a pieni giri Bowman, Buescher, Chastain, Wallace e Suárez. Keselowski è solo 17° a un giro dietro a McDowell e davanti a Custer, Briscoe ed un fantastico Kligerman, Kyle Busch desolatamente 28° a -6, Blaney 37° in una gara con pochi ritiri.

La vittoria della #5 in una giornata così speciale e dedicata ovviamente alla famiglia Hendrick per il team non deve però distogliere lo sguardo dai numeri. Larson è ancora l’unico tranquillo, anche se Elliott ed Hamlin andranno a Martinsville piuttosto sereni. Mentre Logano è obbliato ancora a vincere, la lotta con ogni probabilità sarà per l’ultimo posto, dato che ci sono ben quattro piloti racchiusi in soli sei punti. Martinsville in ogni caso non deluderà.

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Il prossimo weekend a Martinsville si decideranno i quattro piloti che per ogni categoria si contenderanno il titolo. Sabato, fra sera e notte, sarà la volta prima dei Truck e poi della Xfinity Series, domenica invece della Cup Series.


Immagine: media.nascar.com

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