Il Joe Gibbs Racing domina in Virginia, sfiora il poker ma alla fine è tripletta. Truex vince e avanza dopo che Hamlin aveva guidato per le prime due stage. Anche Larson matematicamente qualificato al “Round of 12”
Il Joe Gibbs Racingè tornato, Martin Truex Jr. è tornato. In appena sei giorni sia il pilota della #19, sia Hamlin a Darlington hanno spazzato molti dubbi relativi ai loro playoff dato che non sembravano arrivarci con l’inerzia buona. E invece hanno dominato entrambe le gare risalendo in classifica. Non tutto è stato perfetto ovviamente, ma è ampiamente bastato contro avversari che hanno o ancora sbagliato e perso punti, oppure sono stati decisamente lontani dalla perfezione necessaria in questa fase di stagione.
La gara
Al tramonto di una giornata di fine estate e con zero rischio pioggia è in programma la gara di snodo del “Round of 16” della Cup Series. Hamlin è già qualificato col successo di Darlington, Larson ha ampio margine e può unirsi a Denny anche senza vincere, per tutti gli altri il grado di difficoltà è diverso a seconda del punteggio accumulato. Il team #5, insieme al #41 di Custer, decide però di complicarsi la vita fallendo i controlli tecnici due volte e dunque Larson deve rinunciare alla pole acquisita con l’algoritmo e partire dal fondo.
Tutti questi discorsi, tuttavia, passano in secondo piano prima del via. È l’11 settembre e a 20 anni esatti di distanza dagli attentati la Nascar omaggia chi quel giorno è rimasto vittima del terrorismo.
Il leitmotiv dopo una pazza Darlington è quello di non commettere errori per non perdere in maniera stupida punti preziosi. Ci si aspetta una gara pulita ma dai ritmi serrati, come spesso succede negli ultimi anni a Richmond, però nessuno avverte Truex di questo. Con la retrocessione di Larson in fondo, Truex viene promosso in prima fila, tuttavia a norma di regolamento non c’è in questo caso la possibilità di scegliere la corsia; Hamlin quindi è all’esterno e Truex all’interno.
Denny alla bandiera verde fa pattinare le gomme – a quanto pare – e Truex lo brucia sulla linea. Hamlin se ne lamenta subito (a differenza di sei giorni fa con Larson giustamente) e a nulla valgono le rimostranze di Martin e del suo team, infatti la regola parla chiaro e non concede attenuanti: quella di Truex è una falsa partenza e per lui scatta la penalità che lo fa finire in fondo al gruppo dopo il drive through seppur non doppiato. La #19 deve accelerare subito ed evita che la #11 lo raggiunga, non finendo così in uno dei rischi tipici di Richmond.
Dopo la penalità scontata, Hamlin dunque torna in testa precedendo Kurt Busch ed il trio Penske, sott’occhio qui per verificare se sugli short track vadano davvero bene, composto da Logano, Blaney (qui sulla pista peggiore storicamente) e Keselowski; segue Harvick che al via aveva provato a passare Joey dovendo poi alzare il piede. McDowell viene subito superato da Chastain ed Austin Dillon, Larson invece tenta il recupero entrando subito nella top30.
I giri verso la competition caution della tornata numero 30 sono relativamente tranquilli, c’è da notare soprattutto la lotta fra Bowman, Byron e Kyle Busch per l’11esima posizione: Rowdy tenta di scavalcare William, ma poi è quest’ultimo ha passare il compagno di squadra che ha problemi con la #48 che tocca tanto con lo splitter. Il primo doppiato è Smithley, chiamato in settimana dal RWR per sostituire Cody Ware, non ancora a posto dopo l’intossicazione da fumi di scarico accusata a Darlington.
Alla caution Hamlin è dunque in testa dopo aver nettamente staccato Kurt Busch (+2.8″), Logano (+3.9″), Blaney (+4.9″), Harvick (+6.6″), Bell, Keselowski (che ha perso ritmo nei giri finali a causa di difficoltà in accelerazione), Elliott, Almirola e Kyle Busch; fuori dalla top 10 Reddick, Byron e Bowman, McDowell è 17°, Larson 19° e Truex 29°. La pit lane si apre e tutti vanno ai box perché come da previsione il degrado delle gomme è notevole; Kurt Busch si prende la prima posizione davanti ad Hamlin, Logano, Harvick e Blaney; Kyle Busch si prende una penalità, insieme a Preece e Custer, perché una gomma scivola nello stallo successivo.
Si riparte ai -44 nella prima stage e Kurt sceglie l’interno affiancato ad Hamlin. Denny dall’esterno dopo una lotta durata un giro ritorna al comando seguito dallo stesso Busch, Logano Blaney ed Harvick. Kurt non molla e, dopo aver riattaccato Hamlin senza successi, si vede sorpassato prima da Logano e poi da Blaney che lo segue.
La vettura #1 scende così dalla prima posizione, poi alla seconda, alla terza, alla quarta e poi in un attimo alla 37esima e ultima: la gomma posteriore sinistra si è forata e Kurt è finito violentemente a muro per fortuna senza conseguenze fisiche. Si cerca di capire se ci fosse stato un tire rub con Denny, Joey e/o Ryan, poi invece guardando le immagini si capisce che incredibilmente lo pneumatico era già forato – non si sa come – già alla ripartenza.
Ai box ci vanno in pochi (solo Preece e Wallace che ha centrato la carcassa dello pneumatico della #1) e dunque si riparte a prime posizioni invariate ai -33. Logano scatta male ma riesce a rimanere al terzo posto dietro ad Hamlin e Blaney e davanti ad Harvick che poco più tardi viene scavalcato da Elliott. Kevin viene passato anche da Keselowski e iniziano già i dubbi sulla sua prestazione in una pista che in teoria dovrebbe favorire la sua vettura, tuttavia è ancora presto per giudicare. Chi invece è finito dietro e pure tanto è la coppia composta da Bowman (15°) e Byron, addirittura 19°.
Nel frattempo i rimontanti dopo i guai iniziali Larson e Truex sono già ai margini della top10, con Kyle che dimostra una velocità incredibile, innescando così la curiosità di vederlo alla pari con un Hamlin che intanto sta scappando via. Larson intanto raggiunge Reddick (che sta utilizzando troppo poco i freni secondo il crew chief) ed Harvick (all’estremo opposto con i dischi rosso fuoco) passando poi entrambi.
Davanti intanto Blaney sta reggendo bene sui suoi standard a Richmond, ma sul long run è costretto ad alzare bandiera bianca e viene passato da Logano, Elliott e Larson con Chase che al penultimo giro supera anche Joey. Hamlin vince con ampio margine la prima stage su Elliott (+4.9″), Logano (+5.2″), Larson (+5.5″), Blaney (+7.3″), Chastain (+8.9″), Keselowski (+9.2″), Truex (+9.4″), Harvick (+10.1″) ed Almirola (+10.6″); seguono Reddick, Bell, DiBenedetto, Kyle Busch in rimonta dopo la penalità e Bowman, Byron è 19°, McDowell 21°.
Il secondo giro di soste non modifica le prime quattro posizioni mentre Keselowski rientra nella top5; l’auto di DiBenedetto cade dal sollevatore e Matt è costretto ad una seconda sosta, Suárez invece si prende una penalità. Inizia così una lunga seconda stage da 155 giri in cui si prevedono due soste per creare tre stint da circa 50 giri ciascuno. Hamlin ed Elliott ripartono affiancati e si sfiorano prima della bandiera verde, poi Denny scatta bene, Chase tenta di resistere e al secondo attacco al giro successivo si porta al comando.
La classifica è profondamente cambiata rispetto a prima: se la top5 è simile (Elliott, Hamlin, Logano, Keselowski e Chastain), poi molto è mutato, infatti Larson e Truex precedono Blaney, Kyle Busch ed Harvick con Reddick scivolato al 17° posto. Byron invece sembra essersi ripreso dalle difficoltà precedenti ed è 12°, Larson invece stupisce rimanendo al sesto posto incapace di completare la sua rimonta. Sullo short run fatica a sorpresa anche Logano che viene scavalcato dal compagno di squadra Keselowski e da Chastain. In coda DiBenedetto nel tentativo di recuperare manda largo LaJoie e Corey non apprezza.
Ad un quarto di gara (giro 100 di 400, -135 nella seconda stage) Elliott ha mezzo secondo su Hamlin, 2″ su Keselowski, Chastain e Logano, 3″ su Larson e Truex, 4″ su Blaney e Kyle Busch, 5″ su Harvick; curioso il fatto che, come in Xfinity Series, nel giorno del 9/11 in prima e seconda posizione ci siano le vetture #9 e #11. Mentre Logano si stacca e deve guardarsi da Kyle e Martin (anche se ad approfittarne dopo sarà Kyle Busch), Chastain continua a stupire come a Darlington e sorpassa Brad portandosi al terzo posto.
Sul long run riemerge Logano e sprofonda Keselowski, al punto che prima del giro di soste Joey è quarto davanti a Kyle Busch, Truex, Keselowski e Larson che ha perso ulteriormente. Suárez apre la corsia box al giro 129 ed in poco tempo tutti seguono il messicano. Ad andare lunghi sono Larson e Bell e per Kyle, andato già in difficoltà con l’assetto, non si capisce il motivo di questa scelta strategica; McDowell continua i suoi playoff disastrosi prendendosi una penalità per eccesso di velocità scivolando in fondo alla top30.
In testa l’undercut di Hamlin va a buon fine e, dopo una breve lotta intensa, Denny passa al comando su Elliott, Chastain, Logano e Kyle Busch a 4″, Truex a 7.5″, Keselowski a 9″, Larson, Almirola e Blaney a 12″. L’assenza di caution ed il ritmo della coppia di testa ha lasciato pochi piloti a pieni giri, appena 20 e fra i doppiati ci sono Jones, Preece, Wallace, Custer e Buescher oltre a DiBenedetto e – ovviamente – McDowell.
Lo stint successivo è lo specchio della gara: Chastain vola sullo short run a differenza di DiBenedetto, Keselowski è altalenante, Blaney torna indietro, Larson e Bell emergono con gomme più fresche ma poi andando lungo perdono troppi secondi, Suárez apre il giro di soste nel tentativo di rimanere a pieni giri, Kyle Busch e Truex proseguono nella rimonta.
Intanto davanti Hamlin ed Elliott continuano ad andare più forte degli inseguitori, Denny sembra poter gestire ma sente la vettura poco stabile nella frenata in curva e nell’inserimento di curva1, poi quando fatica a doppiare Briscoe e Suárez allora Elliott si rifà sotto. Le manovre del campione in carica sono magistrali ed al terzo incrocio, dopo un 3-wide con rischio con Denny, Elliott si riporta al comando ai -70.
Con Briscoe che resiste per moltissimi giri, Elliott inizia a riprendere altri piloti e a sorpresa a finire fra i doppiati è Reddick e si complica tantissimo la gara visto il ritmo che avrà in seguito. Prima dell’ulteriore giro di soste Elliott ha mezzo secondo su Hamlin, 4″ su Kyle Busch, 5″ su Truex, 7.5″ su Larson e Logano, 10″ su Chastain, 12″ su Almirola, 14″ su Bell, 17″ su Keselowski, Blaney e Bowman e 18″ su Byron ed Harvick andato ancora più in crisi.
Il giro di soste sembra identico a prima (Suárez lo inizia al giro 177), però Hamlin scombina i piani sorpassando a sorpresa di nuovo Elliott proprio prima della sosta di Chase. In pit lane i guai della #9 aumentano, infatti Chastain lo tocca involontariamente mentre sta per entrare nello stallo, deve controllare la vettura e frenare storto.
E qui Chase va nel panico, infatti crede di essere arrivato lungo e dover far retromarcia per non incorrere in una penalità. Purtroppo per lui invece era tutto a posto ed i meccanici avevano già iniziato le operazioni. Nella retromarcia la vettura cade dal sollevatore, la minigonna si danneggia (oltre al paraurti poco prima nella toccata con Ross) e la sosta dura addirittura 36″.
Dopo questa breve fase confusionaria, Hamlin si ritrova al comando davanti ai compagni di squadra Kyle Busch (+2″) e Truex (+3″), Logano è quarto a 5.5″, Chastain a 7″, Almirola a 9″, Larson a 12.5″, Harvick, Keselowski e Byron a 16″; 15 auto a pieni giri ed Elliott è l’ultimo di questi dopo essersi sdoppiato di forza.
Lo stint che chiude la stage è proprio dedicato alla resistenza di Elliott che deve forzare all’inizio per non essere sorpassato di nuovo da Hamlin; McDowell perde il secondo giro e la rimonta eventuale viene annullata. Ai -25 la fase migliore di Chase finisce ed Hamlin si rifà sotto. Ai -20 Hamlin ci prova, Elliott va largo e la #9 finisce a un giro; Chase a questo punto deve sperare nel lucky dog, fatto che Denny ovviamente non vuole.
Hamlin doppia di forza prima Austin Dillon, poi Byron ai -14 proprio mentre Elliott passa la #3 e dunque la sfida diretta è fra i compagni di squadra. Byron però cede forse anche mentalmente e quindi Elliott si salva in zona Cesarini.
Hamlin vince dunque anche la seconda stage, malgrado il rischio in una toccatina con Byron, davanti a Kyle Busch (+2.2″), Truex (+2.4″), Larson (altra rimonta, +6.4″), Logano (+7.4″), Bell (idem come la #5, +8.5″), Chastain (idem come prima in negativo, +12.4″), Almirola (+13.7″), Bowman (+15.8″), Harvick (+18.6″), Blaney (+24.0″) e Keselowski (+24.8″); questi i 12 a pieni giri, Elliott è il lucky dog e quindi rimangono fra i doppiati A.Dillon, Briscoe, Stenhouse, Wallace e Reddick solo 19°. Matematicamente Kyle Larson si qualifica per il “Round of 12”, probabilmente un record di precocità.
L’ultima stage è di lunghezza simile alla precedente, dunque ci si aspettano due soste anche in questo caso. Tutti vanno ai box ed Hamlin stavolta precede Truex e Kyle Busch, Larson e Bell completano la top5 mentre Chastain si prende una penalità che però gli permette di riparare meglio il muso dopo la toccata ai box ad Elliott, fatto che succede col retrotreno allo stesso Chase che sfrutta il lucky dog.
Si riparte a 156 giri dalla fine e Bell scavalca Logano che poi va anche largo e dunque nelle prime quattro posizioni c’è un poker JGR. La caution arriva subito per la rabbia di tutti i doppiati che non avevano osato prendere la wave around: Wallace ha un problema all’anteriore destra e finisce a muro; Austin Dillon è il lucky dog e torna a pieni giri. In pochi vanno ai box (fra cui Keselowski, Reddick e Suárez) e dunque si riparte a posizioni immutate ai -146.
La ripartenza è un po’ sgranata ed Hamlin ora precede Truex, Bell e Kyle Busch, Logano completa la top5 davanti a Larson (per pochi giri, poi Joey paga il solito short run) ed un Blaney in ripresa. Bell non ha il ritmo dei primi, Kyle Busch non parte al meglio e quindi Larson lo attacca, la sintesi è che Hamlin e Truex vanno in fuga, tuttavia la sorpresa è che Martin preme su Denny in quanto ai box, per risolvere il problema in ingresso, hanno peggiorato la fase centrale in curva della #11. Ai -132 arriva il sorpasso, completato proprio in curva1.
Martin allunga subito e poi lo stint procede secondo il leitmotiv già visto in precedenza e da notare ci sono i recuperi a sorpresa di Elliott ed Austin Dillon, galvanizzati dai lucky dog ricevuti, mentre Reddick avrebbe un ritmo da top10 ed invece deve lottare per tornare a pieni giri. A 110 giri dalla fine, quando a sorpresa Suárez apre il giro di soste e tutti ancora più a sorpresa (se si pensa che la caution di Wallace ha fatto risparmiare le gomme) Truex ha 1.6″ su Hamlin, 2.3″ su Ky.Busch, 3.9″ su Bell, 5.1″ su Chastain, 6.9″ su Larson, 7″ su Logano, 8.2″ su Elliott, 8.6″ su Harvick e 9.1″ su A.Dillon.
Mentre McDowell si prende la seconda penalità per eccesso di velocità e poi la terza scontando la penalità precedente tuttavia non peggiorando troppo la sua situazione di classifica, davanti Chastain con un undercut di quattro giri passa al comando, poi però con gomme già usurate viene scavalcato da Kyle Busch il quale a sua volta aveva fatto undercut su Truex (che paga anche una sosta lenta) ed Hamlin. Ai -94 Rowdy passa al comando e la corsa sembra cambiare ancora strada.
Mentre Almirola è costretto ad una doppia sosta per una ruota mal fissata, Larson e Bell cercano l’ennesima rimonta e Keselowski, Blaney e Bowman soffrono in coda, davanti Kyle Busch cerca di mantenere un paio di secondi di margine su Truex, Hamlin invece è scivolato addirittura a 5″ e vede Elliott sempre più vicino. Il recupero di Christopher è quello più convincente (Larson invece si spegne nello stesso momento di Darlington) e ai -65 torna al quarto posto per il poker JGR proprio mentre si avvicina l’ultimo giro di soste.
Mentre tutti si aspettano che sia ancora Suárez a far partire tutto, ai -60 a sorpresa è Stenhouse il primo ai box e da lì a catena ci vanno tutti. La gara si decide in pochissimi minuti: Kyle Busch si prende una penalità per eccesso di velocità, Truex fa un undercut enorme su Hamlin e dunque esce dai box in testa con addirittura 8.4″ su Denny a 50 giri dalla fine; Bell è terzo a 9.3″, seguono Chastain ed Elliott a 12″, Logano a 13″, Harvick a 16″, A.Dillon a 17″, Larson a 19″ e Kyle Busch a 21″; questi 10 sono gli unici piloti a pieni giri con Blaney, Keselowski e Bowman doppiati.
Nel finale non ci sono ulteriori caution, Truex si limita a gestire i doppiaggi e la rimonta di Hamlin che ha gomme più fresche, Bell non riesce a recuperare come prima, Harvick si riprende giusto quando conta e rimedia ad una giornata in chiaroscuro, tuttavia contro Larson che ha tanto da recriminare per la strategia ci può fare poco.
Martin Truex torna al successo dopo diversi mesi staccando Hamlin (+1.4″), Bell (+12.9″), Elliott (+16.6″), Logano (+18.8″), Larson (+21.9″), Chastain (+22.9″), Harvick (+23.2″) e Kyle Busch (+23.8″); appena nove i piloti a pieni giri, Blaney completa top10 davanti ad A.Dillon, Bowman, Keselowski ed Almirola, Reddick cede di nuovo nel finale ed è 15° a due giri su Briscoe, Suárez, DiBenedetto e Byron appena 19°, McDowell addirittura 28° a cinque giri.
In campionato Truex ed il citato Larson raggiungono Hamlin al “Round of 12” in una gara che ha segnato il ritorno prepotente del JGR di fronte ad un Hendrick Motorsports a due facce, quella veloce di Larson ed Elliott (non perfetti), e quella lenta di Bowman e Byron che a questo punto rischiano grosso, persino di salvare Kurt Busch classificato ultimo. A Bristol ci sarà ancora lotta serrata: probabilmente solo Logano, che con due gare concrete è ora a +40, è relativamente tranquillo, per gli altri il brivido ci sarà.
I risultati odierni
La classifica della “Federated Auto Parts 400”
La classifica generale
Così la griglia playoff dopo la seconda gara del “Round of 16”
Le altre categorie
Xfinity Series: Gragson conquista pure Richmond
I prossimi appuntamenti
Nel prossimo weekend la Nascar andrà a Bristol per il classico trittico in notturna e sarà un trittico di eliminazioni. Fra giovedì e venerdì ci sarà la conclusione del “Round of 10” per la Truck Series con l’eliminazione di due piloti dai playoff, fra venerdì e sabato ci sarà la fine della regular season della Xfinity Series con la definizione dei 12 piloti qualificati, infine fra sabato e domenica l’ultima gara del “Round of 16” della Cup Series con quattro piloti che saluteranno il titolo.
Immagine: media.nascar.com
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.