NASCAR | Truex salva la Toyota dalla disfatta a Charlotte

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Tempo di lettura: 17 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
27 Maggio 2019 - 22:15
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Cosa sia successo veramente nel bollente weekend di Charlotte in casa Toyota non lo sapremo mai. Se Agatha Christie diceva “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”, allora in questi due giorni di casi da analizzare ne avrebbe avuti almeno otto. Si è partiti sabato con la gara della Xfinity Series, dove tutti e tre i piloti del JGR hanno forato e sono finiti a muro e poi domenica si sono ripetuti, anche fuori dalla casa del neo eletto nella Hall of Fame Joe Gibbs. Ad un certo pure Truex è finito a muro, ma la sua fortuna è stata quella di aver forato in uscita di curva e non in ingresso. La #19 si è appoggiata alle barriere ed i danni non sono stati gravi, al punto che Martin ha rimontato fino alla vittoria, la terza nel 2019 e la seconda in carriera nella maratona da 600 miglia dopo quella del 2016.

La gara

Il clima a Charlotte è da piena estate, al via alle 18:00 locali ci sono ben 34 °C e la pista è molto scivolosa e in tanti pensano la 600 miglia sarà una gara molto selettiva, come in passato. Dalla pole scatta William Byron, il più giovane poleman in 60 edizioni della classica della North Carolina, con al suo fianco Almirola e in molti credono che questa potrebbe essere la serata buona per il giovane pilota del team Hendrick, anche se il favorito numero uno dopo quanto visto nelle libere è Kyle Busch. La gara tuttavia è talmente lunga e passa dal giorno, al tramonto e poi alla sera e quindi il ruolo di leader può passare di mano diverse volte.

Al via le posizioni non cambiano e gli unici movimenti degni di nota sono il crollo di Logano (sottosterzo) da settimo in griglia a 21° e la risalita di Suarez e Stenhouse, decisamente a loro agio in questo weekend. Kyle Busch invece soffre molto sullo short run e viene passato da Harvick che poi guadagna la seconda posizione mettendosi alle spalle il compagno di squadra Almirola. Il primo a baciare il muro è Larson, ma si prosegue senza caution; è solo il primo incidente di una lunga serie. Dopo una ventina di giri Ky.Busch comincia ad ingranare e sorpassa pure lui Almirola, ma non riesce a sfruttare le potenzialità dato che poco dopo il suo compagno di squadra Erik Jones – appena entrato nella top10 – fora in curva 4 e la sua gara finisce dopo appena 34 miglia su 600.

Tutti prendono paura e si fermano ai box e Kyle Busch completa l’opera: dopo il sorpasso su Harvick in pista poco prima della caution, il suo team batte quello di Byron e alla bandiera verde si presenta in testa; da segnalare anche Truex, partito 14°, già ai margini della top5. Il secondo stint di Rowdy è identico al primo e all’inizio deve difendersi da Harvick – con tanto di sorpasso e controsorpasso al giro 33 – poi comincia ad allungare, ma la sua fuga sulla #4, la #24 di Byron, la #19 di Truex e la #3 di A.Dillon si ferma al giro 48 quando DiBenedetto (sulla Toyota satellite del LFR) fora in curva 1 e anche per lui la Coca-Cola 600 dura poco meno di un’ora.

La paura ai box comincia a diventare panico e tutti vanno ai box per la seconda volta in 50 giri; andando avanti così, facendo la proporzione per l’intera 600 miglia, servirebbero 16 treni di gomme ma quelli a disposizione sono soltanto 12 e quindi da qui in poi inizia il gioco delle strategie che ribalterà la classifica ad ogni caution. A questo giro di soste è Harvick a portarsi in prima posizione mentre Elliott e Almirola si prendono una penalità.

Alla bandiera verde però è la #18 a tornare al comando seppur per poco – sempre per le motivazioni precedenti – poi al giro 59 lo sorpassa Harvick, ma la rimonta di Truex è travolgente ed è lui a portarsi in prima posizione al giro 63. In rimonta c’è anche Keselowski il quale – partito 21° – insegue i big3 dopo aver superato Byron. Al giro 74 però il colpo di scena: il leader Truex fora l’anteriore destra in uscita di curva 4 e si appoggia duramente contro le barriere riuscendo però a proseguire la corsa. In poco più di 100 miglia tre Toyota hanno forato lo stesso pneumatico. Problema di assetto meccanico o altro? In ogni caso la Goodyear consiglia loro di alzare le pressioni delle gomme.

Come detto, a questo punto non tutti si fermano ai box. Ad esempio lo fanno Harvick, Ky.Busch e Keselowski ma non Hemric (nuovo leader), Bowman, Newman, Stenhouse e altri tre e così si riparte ai -22. Alla bandiera verde la #4 e la #18 rimangono intrappolate nel traffico e a sorpresa Keselowski sorpassa tutti quelli che ha davanti e ai -18 è in testa, ma la prima stage non è ancora finita. Prima Stenhouse – con gomme usurate – è costretto ad alzare il piede per non finire a muro e Ky.Busch non riesce ad evitare la toccatina che manda la #17 in testacoda, poi poco dopo alla ripartenza Hemric taglia la strada a Bowyer durante un 4-wide e finisce a muro. Nelle prime posizioni invece Harvick riesce a scambiarsi la posizione con Keselowski fra una ripartenza e l’altra, ma alla fine Brad ai -5 piazza lo scatto vincente e si aggiudica la prima stage davanti ad Hamlin, Ky.Busch, Elliott e lo stesso Harvick che ha tentato all’ultimo giro un tentativo quasi disperato di riprendersi la prima posizione.

La fase diurna è praticamente finita e sta arrivando il tramonto. Le prime posizioni rimangono invariate (dei big solo Elliott si ferma in compagnia di un Logano disperso fra la decima e la 25esima posizione quando c’è un long run sempre per il sottosterzo cronico), ma Hamlin alla bandiera verde – a sorpresa – si prende la prima posizione da Keselowski e guida per una ventina di giri fino alla caution per l’incidente di Buescher, anche ieri ottimo prima e dopo il contatto col muro che poi provoca la foratura poche tornate più tardi. A questo Hamlin e il suo gruppo sono costretti ad andare ai box ed Elliott eredita la prima posizione davanti ad un Truex che non accusa alcun problema meccanico dopo il contatto col muro, ma soltanto un deciso sottosterzo comunque gestibile, Logano, Blaney e Suarez.

Keselowski però è incontenibile e – come fatto in chiusura di stage – con gomme fresche passa da settimo a primo in una manciata di giri, togliendo il comando a Blaney che lo aveva conquistato in una delle consuete convulse ripartenze. In questa occasione Wallace e McDowell si scontrano, con Bubba che ha una fiancata distrutta (perderà solo quattro giri) e Michael che fora senza tuttavia ulteriori conseguenze. A seguire Brad ci pensa come prima Harvick mentre Ky.Busch è terzo ma staccato e fatica a tenere dietro Hamlin (c’è anche qualche piccolo contatto fra di loro) e Byron. Dopo essere ripartito terzo, Logano conferma la sua crisi e a metà della seconda stage – durante il primo e vero long run – è già fuori dalla top20 ed è il primo ad effettuare una sosta in regime di green flag. Quando torna in pista è staccato di due giri dal compagno di squadra e sembra che la sua gara sia praticamente finita, ma si salva, dato che con gomme fresche prima si sdoppia e poi poco dopo Hamlin finisce a muro ed è la quarta Toyota che fora in meno di metà gara.

Stavolta tutti vanno ai box e Byron torna in prima posizione, ma questi saranno gli ultimi momenti in cui sarà in lotta per la vittoria, poi col calare della sera scivolerà ai margini della top5 e poi della top10. Già poco dopo la ripartenza Keselowski riprende le redini della corsa mentre si affaccia nelle posizioni alte un Larson che ha saputo recuperare dopo il lieve contatto dei primissimi giri. Con Ky.Busch e Harvick invischiati nel traffico, sono Penske (Keselowski e Blaney) ed Hendrick (Bowman, Byron ed Elliott) a monopolizzare la top5, ma a pochi giri dal break Preece finisce a muro e arriva l’ennesima caution. Brad e Ryan decidono di fermarsi ai box a differenza dei piloti Chevy e così ai -7 Keselowski riparte soltanto 14°. E per la terza volta la #2 lascia tutti a bocca aperta, dopo un giro è quinta e poi ad ogni curva ne passa uno. La #88 prova a resistergli ma si arrende ai -2 e Keselowski vince anche la seconda stage davanti a Bowman, Ky.Busch, Elliott e Byron.

E quando Keselowski sembra avere in mano la gara (malgrado manchino ancora 300 miglia), viene richiamato ai box – insieme a tutti quelli che effettivamente devono cambiare gomme – per una ruota mal fissata; da allora in poi non riuscirà più a recuperare le posizioni che contano, tranne negli ultimissimi giri ma comunque lontano dalla prima posizione tenuta alla fine per 76 giri. Ad aprire la seconda di metà di gara c’è Kyle Busch in prima fila con Elliott e Rowdy ritorna in effetti quello di inizio gara, tuttavia la sua leadership non convince mai del tutto. Chi invece impressiona è Truex, il quale prima con gomme fresche passa da 12° a terzo superando anche un Harvick che invece – come ormai consuetudine quando sorge la Luna – affonda e poi battaglia con Elliott per la seconda posizione, con la #18 che approfitta di questo per allungare e mettere un margine di 2.5″ sugli inseguitori.

Quando la gara sembra si sia calmata, con Ky.Busch davanti ad Elliott, Truex, Blaney ed i rimontanti Stenhouse e Logano, all’improvviso si riaccende a causa proprio di Martin che tocca – dirà a fine gara involontariamente – il doppiato Currey a metà stage mandandolo duramente contro le barriere interne. Siccome gli stint si sono allungati le strategie ritornano sui binari e tutti vanno ai box, compreso Larson, che perde un sacco di posizioni dato che alla caution era appena entrato in pit lane ma non aveva potuto effettuare la sosta, ed Harvick che si era appena fermato e recupera il giro perso con la wave around.

Truex sfrutta al meglio la caution che ha causato tornando in testa alla gara dopo il giro di soste e da questo punto in poi (mancano circa 150 giri alla fine) la corsa è nelle sue mani. Kyle Busch ci prova alla ripartenza ma si deve accodare così come Elliott e Blaney, Kurt Busch è quinto e staccato mentre Harvick e Keselowski faticano a rimontare. E così, appena 225 giri dopo aver baciato il muro, Truex vince la terza stage.

L’ultimo avversario di Truex nella quarta stage (presente solo qui per la 600 miglia) sembra Elliott, il quale sfrutta il pit stop per passare in testa alla gara, ma alla fine i 40 giri che passa al comando sono più uno stop&go: poco dopo la ripartenza Kurt Busch perde il controllo della sua vettura mentre è all’interno di Blaney e il fratello Kyle non può evitarlo. Per il pilota Chevy c’è un passaruota in meno, per quello Toyota solo una minigonna ammaccata ma niente di più e sarà uno dei pochi in grado di rimontare diverse posizioni. Altra bandiera verde ai -86 e altro incidente, con Larson – ormai stabile nella top10 – che perde la vettura in curva 2 e nella carambola travolge i fratelli Dillon, Bowyer e Preece. In tutta questa confusione riemergono Harvick e Keselowski ma a sorpresa pure Logano che è quarto.

A 77 giri dalla fine inizia lo stint decisivo per la gara. Elliott è sempre in testa e lo seguono da vicino Truex, Blaney, Logano e – poco dopo – pure Keselowski. C’è un po’ di preoccupazione per un possibile tire rub di Martin, ma in poco tempo il fumo sparisce e la #19 procede regolare, anzi sul long run è la vettura da battere. Tra i primi due c’è un po’ di elastico, tant’è che ai -59 Truex sembra staccato, ai -58 è attaccato a Chase e ai -57 è di nuovo in testa alla gara. Manca ancora (almeno) un giro di soste alla fine e ad aprirlo è Bowman ai -47, tre giri prima del previsto a causa di una foratura. E in breve i leader iniziano a seguirlo, ma la coppia Ky.Busch-Hamlin bacia il muro quasi in contemporanea e Denny ha la peggio per la seconda volta e viene chiamata una caution che fa perdere un sacco di posizioni ad Harvick (seconda wave around) e Keselowski (lucky dog) che si erano appena fermati ai box.

Ormai Truex è imbattibile anche in pit lane e rimane in testa davanti ad Elliott, Stenhouse e Blaney, mentre Logano prima perde due posizioni per aggirare Byron e poi, alla ripartenza ai -35, effettua uno scatto dei suoi e non solo recupera quanto lasciato per strada ma si porta addirittura alle spalle di Truex.

E così – dopo Martinsville, Homestead e Richmond – a duellare per la vittoria sono ancora Truex e Logano, con Joey sempre il migliore sullo short run e Martin sul long run, ma soprattutto entrambi non hanno più problemi di sottosterzo. Per un po’ Blaney rimane con i due ma poi cede, anche per un problema meccanico ad una ruota sempre più insopportabile. Ai -25 Logano è veramente vicino a Truex, tant’è che Martin è costretto a rompere la scia ondeggiando sul rettilineo opposto, così come aveva fatto qualche ora prima Pagenaud con Rossi a Indianapolis. La #22 non trova mai il varco giusto e così col passare dei giri si stacca leggermente.

Ai -10 Blaney, nonostante sia ancora terzo ma braccato da Kyle Busch, si arrende e va ai box, ma in contemporanea Keselowski fora e finisce in testacoda per la 16esima e ultima caution di giornata. Malgrado i dubbi iniziali, tutti hanno ancora un ultimo set di gomme fresche ai box e dunque lo sfruttano; solo Ragan – che non si ferma – e Newman (solo due pneumatici) tentano qualcosa di diverso e si presentano alla bandiera verde dei -5 in prima fila seguiti da Truex, Ky.Busch, Elliott e Logano che ha perso di nuovo posizioni in pit lane.

La preoccupazione per lo scatto al rallentatore di Ragan e Newman c’è, ma né Truex – che si fionda all’interno in un 4-wide – né Logano, che spinge con forza Ragan per poi spostarsi dalla sua scia verso curva 3, si fanno problemi e in nemmeno un giro sono di nuovo primo e secondo come poco prima. Stavolta Joey non riesce a prendere la scia di Martin e dunque Truex si invola verso la terza vittoria stagionale, la seconda in carriera alla Coca-Cola 600 dopo quella dominata (392 giri in testa su 400) nel 2016. Dietro intanto Hamlin va a muro per la terza volta nella stessa gara, ma – malgrado i notevoli danni riportati – riesce a proseguire e quindi la caution non interrompe l’ultimo giro della #78. Logano è secondo e ancora una volta sfugge per un pelo la doppietta del Memorial Day. Nel 1994 Penske vinse a Indy con Al Unser Jr. ma poi arrivò secondo a Charlotte con Rusty Wallace (prima vittoria in Cup Series di Jeff Gordon) mentre nel 2010 Ganassi vinse prima con Dario Franchitti ma poi McMurray arrivò dietro a Kurt Busch, allora pilota proprio di Penske.

Seguono in classifica Kyle Busch, che ha evitato la “maledizione” delle Toyota, Elliott ed un ottimo Stenhouse, malgrado il testacoda iniziale. Completano la top10 il sorprendente Buescher, Bowman, Johnson, Byron (prima volta in tre anni che tutte e quattro le vetture del team Hendrick finiscono così bene) e Harvick, in calando nel finale e miglior pilota dello SHR ancora a secco nel 2019.

In campionato si inverte la tendenza della prima parte della stagione: Logano è il migliore al traguardo, ma Kyle Busch raccoglie più punti nelle stage e quindi a metà della regular season non solo è in vetta alla griglia playoff (seppur appaiato a quota tre vittorie non solo da Keselowski ma ora anche da Truex) ma pure alla classifica generale con soli sei punti di margine sulla #22. In coda alla top16 Jones paga caro il solo punto portato a casa quando in palio ce n’erano 70 ed esce dalla zona qualificazione a vantaggio di Byron, ma è ancora tutto apertissimo. Mancano ancora 13 gare al taglio e di sorprese ce ne saranno sicuramente da qui a Indianapolis.

Le altre categorie

Nella gara della Xfinity Series le parole d’ordine sono state caldo, detriti e caution tuttavia Tyler Reddick è riuscito a battere tutti, dominando la corsa e conquistando la seconda vittoria stagionale. Reddick, dopo aver conquistato le libere, ha faticato a far passare l’auto ai controlli tecnici pre-qualifica e si è accontentato del terzo posto in griglia dietro a Bell e Custer. Al via Cole affianca e sorpassa Christopher e i big3 del campionato vanno in fuga. Al giro 17, poco prima di metà stage, Bell passa in testa al secondo tentativo e pochi istanti dopo arriva la prima caution per il motore di Timmy Hill che va in fumo e manda in testacoda Mills; la ripartenza non cambia nulla e Bell va a conquistare il primo traguardo intermedio davanti a Custer e Reddick, ma Cole colpisce un detrito non segnalato nei giri finali e nella pausa è costretto ad una lunga riparazione al muso.

In pit lane Brandon Jones beffa entrambi i rivali e passa in testa alla gara fino alla seconda caution (testacoda di Cindric che lotta con un sovrasterzo incredibile per tutta la gara), poi alla ripartenza Reddick si porta in prima posizione mentre Bell è finito nel traffico. Tyler vola verso la vittoria della stage inseguito da un Bell in rimonta e Jones, ma ai -2 si consuma il dramma in casa JGR. In curva 1 Bell fora e finisce a muro ed è imitato in curva 3 dallo stesso Jones, ma i loro crew chief optano per strategie diverse: Brandon si ferma subito – anche con la pit lane chiusa – per evitare danni, mentre Chris prosegue per non perdere un giro, ma a un miglio dalla caution la gomma va in brandelli, devasta il paraurti e la zona del mozzo ed è costretto al ritiro!

A Charlotte ci sono oltre 30°, i piloti sono già al limite e la pista col caldo diventa sempre più scivolosa, tant’è che ci sono ben sei caution negli ultimi 100 giri. Senza Bell e Custer che deve rimontare col muso ammaccato, avanzano Briscoe e Nemechek, mentre Gragson e Allgaier entrano nella top5, ma subito cominciano i guai: prima è il turno di Diaz, poi è Nemechek a finire a muro e forare, e poi Jeffrey Earnhardt con la terza vettura del JGR, Williams si scontra Starr, ancora Nemechek e infine di nuovo Williams. Nonostante questo Reddick gestisce tutto al meglio, avversari inclusi. Si riaffaccia Custer ma alle ripartenze non è così efficace e perde tempo a battagliare con il compagno di squadra Briscoe. Chase azzecca pure la strategia, montando l’ultimo set di gomme fresche una caution dopo Reddick e ai -23 riparte 11°, tuttavia butta tutto al vento prima rimanendo intrappolato nel traffico e poi finendo a muro quando decide di non alzare il piede. L’ultima caution crea uno sprint di 15 giri e Allgaier – come Briscoe – ha una grossa chance ma Reddick è troppo forte e vince davanti allo stesso Justin, a J.Earnhardt (era doppiato dopo il suo incidente), Gragson (vittima di una penalità nel finale) e Haley (semiasse ko in qualifica e relativa partenza dal fondo). In campionato Bell è sempre in vetta alla griglia playoff, ma Reddick allunga in generale anche grazie all’incidente di Custer (24°) negli ultimi giri.

I risultati odierni

La classifica della “Coca-Cola 600”

La classifica generale

Così il campionato a metà della regular season

I prossimi appuntamenti

La Nascar inizia il mese di giugno a Pocono con al sabato la Xfinity e domenica la Cup Series. I Truck avranno un’altra settimana di riposo e torneranno in Texas il 7 giugno.

Immagine: GettyImages per nascar.com

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