NASCAR | Truex “from zero to hero” a Dover!

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Tempo di lettura: 14 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
7 Maggio 2019 - 09:30
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Di gare dominate ne abbiamo viste tante, anche da Truex. Di gare vinte partendo dal fondo, soprattutto con Johnson protagonista, ne abbiamo applaudite molte negli ultimi anni. Gare rinviate per pioggia al lunedì purtroppo ogni tanto capitano, e questo Truex lo sa bene. Quello che non avevamo mai visto è invece la compresenza di tutti questi fattori in sole 400 miglia. Prima è arrivato il maltempo, poi la retrocessione dal 13° posto delle qualifiche a fondo gruppo per una irregolarità nei controlli pre-gara e alla fine un dominio assoluto messo in pratica nella seconda parte di gara dopo la rimonta. Un dominio alla Truex possiamo dire visto quanto successo negli ultimi due anni. Ed ora, dopo che Martin si è sbloccato definitivamente dopo l’approdo al JGR, tutti – compreso Kyle Busch – devono avere paura di lui.

La gara

Venerdì è il grande giorno del ritorno delle qualifiche su giro secco, le prime su un ovale che non sia uno superspeedway dal 2013, e a prendersi il miglior posto in griglia è Chase Elliott – fresco vincitore a Talladega – con al suo fianco il compagno di squadra Byron. Il tema del venerdì sono le incredibili velocità dovute al pacchetto aero introdotto quest’anno. Il vecchio record della pista risaliva al 2014 (Keselowski – 21.892″ – 164.444 mi/h) e nelle FP1 in ben 23 lo battono non ufficialmente, con Kurt Busch che stampa un 21.372″, oltre mezzo secondo in meno, a 168.445 mi/h, anche se poi Elliott in qualifica fa solo 21.692″ (165.960 mi/h). E alla fine della giornata i dati dicono che in curva si viaggia 15 mi/h più veloci dell’anno scorso.

Domenica Dover si sveglia sotto la pioggia (già sabato c’era nebbia ed erano saltate le FP2) e la gara è a forte rischio; nonostante ciò la Nascar tiene duro, alle 21 smette di piovere e si prova a partire malgrado un altro fronte sia in arrivo. La nuova bandiera verde è fissata per le 22  – due ore dopo il via previsto – tuttavia quando tutto è pronto e le vetture sono già in pista per i giri di riscaldamento arrivano le prime gocce di pioggia che interrompono una gara neanche cominciata e costringono al posticipo del lunedì. Così l’unica notizia degna di nota della domenica sono le partenze dal fondo di Bowman, Truex, Preece e Tifft (controlli tecnici pre-gara falliti più volte), con quest’ultimo che deve pure scontare un drive through a inizio gara così come successo ad Harvick a Bristol.

Al via, sotto un cielo finalmente soleggiato, Byron parte male dalla corsia interna e così al primo giro a inseguire Elliott ci sono Logano e Larson. O almeno ci provano dato che sullo short run Chase va molto forte e subito prende un margine di oltre 1″. I primi giri in attesa della competition caution, fissata per giro 40, vede l’assestamento dei piloti secondo i reali valori del passo gara; Bowman e Truex rimontano velocemente fino alla top20 mentre Hamlin – in giornata no, anche fisicamente – crolla e rischia di essere addirittura doppiato.

Il primo stint è meno drammatico del previsto: su una pista completamente lavata dalla pioggia e in condizioni inedite, il consumo delle gomme è invece in linea con le previsioni e l’unica variabile sono i doppiati, dato che finire nell’aria sporca può risultare molto penalizzante. Alla prima caution Elliott mantiene quanto basta su Logano, Larson, Harvick e Byron e nemmeno il primo giro di soste cambia la situazione.

Alla ripartenza Elliott mantiene la prima posizione, stavolta su Larson, ma ora è in arrivo uno stint lungo quasi il doppio di quello iniziale e i reali valori emergono. Bowman e Truex – con il pilota della #19 che passa davanti alla #88 solo brevemente – continuano nella loro rimonta, mentre Hamlin non riesce a rientrare nella top20 e Ky.Busch naviga attorno alla 15esima posizione. Quando ricominciano i doppiaggi, Elliott – come prima – fatica o gestisce più del dovuto, tant’è che Larson lo raggiunge, tenta il sorpasso al giro 74, ma poi si riaccoda e si stacca di nuovo.

Poco dopo Stenhouse, in quel momento 10°, va in difficoltà e comincia a perdere posizioni a causa del sottosterzo, ma non è un problema di assetto: al giro 107 la gomma anteriore destra cede e la #17 finisce a muro in curva 1. Il secondo giro di soste arriva a soli 12 giri dalla fine della stage e sia Logano che Byron cambiano solo due gomme portandosi in testa, mentre Hamlin si salva essendo il lucky dog e così torna a pieni giri. Alla ripartenza Elliott è vittima dello scatto non velocissimo, ma compatibile con posizione e situazione, del compagno di squadra Byron e così Logano può scappare con Keseselowski, ma la fuga è breve dato che Houff – in seguito fermato dai commissari perché troppo lento – finisce a muro in curva 2 ai -5. La caution è veloce e la prima stage si decide in uno sprint di un solo giro che Logano gestisce al meglio concludendolo davanti a Keselowski, Elliott, Larson e Harvick.

Al break solo Logano e Byron si fermano per cambiare gomme (non era detto che succedesse questo e in pratica la loro lotta per la vittoria finisce qui) e così Keselowski si porta in prima posizione, tuttavia il suo è solo un fuoco di paglia dato che, come dirà alla fine, ha solo la velocità sullo short run. Brad resiste per 58 giri davanti a Elliott, Harvick, Larson ed un Bowman che si affaccia nella top5, poi arriva il giro di soste in cui Chase fa un undercut sulla #2 che riesce ed è praticamente per Keselowski il colpo del ko. Intanto Bowman continua ad essere il migliore in pista e prima sorpassa Larson, poi lo stesso Harvick e infine Keselowski poco dopo il pit stop.

Anche Truex prosegue nella rimonta e comincia a diventare pericoloso dopo le soste, quando si è portato in sesta posizione. In meno di 40 giri Martin sorpassa Larson e Keselowski e si accoda al quartetto di testa. Le ultime 20 tornate della stage sono incredibili con Elliott, Bowman, Harvick e Truex a sfidarsi per i 10 punti. Il primo a cedere, a sorpresa per quanto visto finora – ma evidentemente non aveva la vettura migliore sul long run – è Chase, che ai -17 viene sorpassato da Bowman, il giro dopo da Harvick e infine da Truex. Poi è il turno di Kevin, il quale ai -7 raggiunge la #88, ai -4 tenta il sorpasso e invece viene scavalcato da Martin e infine all’ultimo giro Bowman per resistere al ritorno della #19 entra troppo decisamente in curva 1, finisce largo e perde la possibilità di vincere per la prima volta una stage. Truex si porta a casa così il traguardo intermedio davanti a Bowman, Harvick, Elliott e Keselowski.

Al giro di soste l’unico sorpasso importante è quello di Elliott su Harvick, ma in pratica la gara – e dispiace molto per quanto visto fino ad ora – finisce qui, a ben 155 giri dalla fine. Da questo momento in poi Truex mantiene la testa della gara e giro dopo giro il suo vantaggio su Bowman aumenta. La tensione sale solo alla ripartenza, quando sia Hamlin – tornato ai margini della top10 – che Ky.Busch baciano il muro in curva 2; quello messo peggio sembra Rowdy, e invece a forare è Denny. La #11 non riesce a trovare un varco per rientrare ai box e così si deve fare un ulteriore giro al rallentatore, tuttavia in curva 2 la gomma cede definitivamente e Hamlin finisce in testacoda; sarà l’ultima caution della serata.

Questa caution crea due strategie diverse, con i leader che non si fermano mentre quelli al di fuori della top8 sì e nel finale di gara qualcuno di questi sarà costretto ad un disperato tentativo per ribaltare la gara. Ma con vetture sempre più affidabili e con un carico aerodinamico notevolmente aumentato (e dopo 11 gare comincia a venire il dubbio che sia eccessivo) perdere il controllo in curva è quasi impossibile e dunque le probabilità che arrivi una caution che sparigli le carte sono quasi nulle. Il giro di soste finale inizia da Larson ai -81 quando Truex ha 1.5″ su Harvick, il quale però perde due posizioni alla sosta, e quindi dopo che tutti i leader si sono fermati Martin è ancora in testa con 3″ su Bowman.

Suarez, Johnson, Kyle Busch e Almirola tentano – come detto prima – una tattica diversa e vanno lunghi finché la benzina glielo permette, ma la caution desiderata non arriva in loro aiuto e quindi uno alla volta si devono arrendere. Il pilota messicano è l’ultimo a fermarsi ai box ai -54, poi Truex torna effettivamente in testa alla gara. Gli ultimi 50 giri sono un monologo in cui aumenta progressivamente il suo vantaggio su Bowman da 3 a 9.5″ e dietro ci sarebbero anche delle potenziali battaglie (Larson ed Harvick per il terzo posto, Elliott e Jones per il quinto, Logano, Bowyer, Byron e Ky.Busch per il settimo), ma la questione aerodinamica in scia è talmente problematica, e a questo punto possiamo ammetterlo, che c’è un solo sorpasso (Byron su Bowyer). Le ultime emozioni le potrebbe regalare Suarez che – uscito dai box 11° – con gomme fresche recupera secondi su secondi e potrebbe togliere la decima posizione a Kyle Busch e interrompere la sua striscia positiva, ma Truex è talmente dominante che raggiunge Daniel all’ultimo giro e, nell’indecisione se proseguire col suo ritmo oppure risparmiarsi, toglie involontariamente la chance a Suarez di portare un ultimo, improbabile attacco alla #18.

Martin Truex Jr. dunque dopo Richmond si è effettivamente sbloccato e vince la seconda gara stagionale, la terza in carriera a Dover a poco meno di 12 anni dalla prima assoluta in carriera, anch’essa corsa di lunedì dopo un rinvio per pioggia. Dietro di lui, staccatissimi, Bowman, di nuovo secondo, Larson, finalmente sui suoi livelli dopo tanta sfortuna, Harvick (zero top3 in stagione) ed Elliott. Completano la top10 Jones, Logano, Byron, Bowyer e Kyle Busch, all’11esima top10 da inizio anno, dato che pareggia il record di Morgan Shepherd del 1990.

In campionato Kyle Busch mantiene la vetta della griglia playoff, ma deve guardarsi alle spalle sia da Truex, ora a quota due vittorie e a questo punto favorito per le prossime gare in Kansas e a Charlotte, sia da Logano che malgrado i risultati da copertina di Rowdy ora è a soli cinque punti di distacco. In coda alla top16 ancora un altro ribaltone, con A.Dillon (19° oggi) e Johnson (14°) che escono dai virtualmente qualificati e Jones e Larson che vi rientrano. Ma la strada verso i playoff è ancora lunga, così come questa settimana che sarà inevitabilmente piena di discussioni e opinioni su quanto (poco) visto in pista. Per fortuna si gareggerà già sabato notte e ci saranno 48 ore in meno a disposizione per le parole (Kyle Busch ha già reiterato nelle interviste a caldo le sue opinioni decisamente negative riguardo al pacchetto aero 2019)  e invece si potrà pensare di più alla competizione.

Le altre categorie

Nella gara della Xfinity Series, ultima del programma Dash4Cash, terza vittoria stagionale per Christopher Bell, il quale dopo Bristol si porta a casa altri 100’000$. A partire dalla pole è Cole Custer e per le prime due stage (155 giri su 200 alla fine) è lui a guidare la corsa, senza tuttavia fare il vuoto, anzi sul long run si vede che è in difficoltà dato che non riesce a fare velocità su traiettorie che non siano quella a pochi centimetri dalla linea bianca. Nella prima stage a seguirlo sono Bell e Allgaier, i quali si toccano pure al primo giro, mentre nella seconda Reddick si inserisce dietro a Custer e ne favorisce una piccola fuga prima di venire sorpassato da Bell.

Nella prima fase di gara protagonisti anche, purtroppo per loro, gli altri piloti coinvolti nella lotta per i playoff: Sieg si ferma per una ruota malfissata (da prima del via, errore gravissimo dei meccanici) e perde due giri, ma le caution nel finale gli permetteranno di ottenere un ottimo 11° posto, Nemechek e Annett si prendono una penalità al primo giro di soste e Haley oltre a questa, dopo un contatto con Herbst, fora nel corso della seconda stage; arriverà 17°.

Il momento decisivo della gara arriva ai -56: Nemechek tocca leggermente Grala in curva 1 e lo manda in testacoda; al giro di soste che ne consegue Custer perde la prima posizione a favore di Bell e da questo momento in poi alla ripartenza si troverà sempre nella corsia interna più lenta e non recupererà più la vetta. Anzi, Christopher scappa via e anche alle successive ripartenze (caution per Herbst in testacoda ai -24 e Gaulding ai -18) non deve mai preoccuparsi dei suoi rivali. Al traguardo Bell precede Allgaier, Reddick, Custer e Briscoe mentre il JR Motosports passa un brutto quarto d’ora finale con Gragson prima vittima di una ruota malfissata e poi di una foratura al penultimo giro (19°) e Zane Smith che finisce in testacoda e a muro all’ultima curva per passare Nemechek. In campionato Bell allunga in vetta alla griglia playoff, ma Reddick ha ancora più punti di lui.

Nella gara della Truck Series, al ritorno dopo un mese di pausa, prima vittoria stagionale – la terza consecutiva a Dover – per Johnny Sauter, un successo che sa di rivincita. Nelle qualifiche a dominare è Brett Moffitt e la sua vettura sembra essere la più veloce anche in condizioni di gara, ma il campione in carica ci metterà del suo per perdere la corsa. Moffitt mantiene il comando al via davanti proprio davanti a Sauter e sembra poter mettere un piccolo margine fra sé e il rivale, ma l’approccio ai doppiati – per tutta la gara sembra che Brett non indovini una mossa in questi casi – annulla ogni distacco. Nonostante questo Moffitt riesce a mantenere la prima posizione fino alla fine della prima stage davanti a Sauter, Creed, Enfinger e Friesen.

La seconda stage è identica alla prima, solo con Creed e Sauter si scambiano le posizioni, ma a una decina di giri dal break, proprio durante un doppiaggio, Moffitt ha un’incertezza e viene sorpassato prima da Creed e poi da Sauter che non si accontenta e alla curva successiva passa in testa andando a prendersi i 10 punti. Al giro di soste di metà gara Creed passa in testa e per lui si apre una opportunità incredibile, dato che con un successo ribalterebbe la griglia playoff; il sogno durerà 59 giri. Ai -88 Forrister va in testacoda e Sauter (con qualche altro coraggioso) va ai box dato che da qui si può arrivare al traguardo con un pieno, anche se bisogna risparmiare un po’. Alla ripartenza sia Creed che Moffitt scattano male ed Harrison Burton ne approfitta per un 3-wide che dura un paio di giri, per poi accodarsi in seconda posizione. Burton ha il migliore Truck sul long run, ma il suo attacco a Creed viene bloccato dall’incidente di Self (al ritorno dalla sospensione per positività all’antidoping) che coinvolge anche un Todd Gilliland ancora una volta deludente, dato che era 12°.

Rhodes e Friesen tentano la fortuna cambiando solo due gomme e alla ripartenza ai -41 Creed rimane impantanato dietro di loro e poi perde il controllo finendo prima a muro e poi (di nuovo) contro Gilliland. Altra bandiera verde e stavolta Moffitt ha strada libera, ma non riesce ancora a scattare bene e Burton lo sorpassa. Rhodes resiste in testa giusto il tempo che Sauter recuperi su Burton e Moffitt e poi il cedimento di Ben arriva in contemporanea ad un altro doppio sorpasso di Sauter che torna in testa a 31 giri dalla fine. La caution per Poole ai -9 non cambia nulla dato che nessuno ha più gomme fresche e quindi Sauter vince davanti a Moffitt, Burton, Enfinger e Crafton (che per due volte ha rimontato dal fondo). La giornata di Sauter – nuovo leader della griglia playoff – si chiude in victory lane con una interessante dichiarazione che dice più o meno così: “Quando vieni licenziato, devi sempre tornare a dimostrare che vali” e il riferimento al fatto che è stato fatto fuori dal GMS a poche settimane da Daytona per fare spazio proprio a Moffitt è ovviamente voluta.

I risultati odierni

La classifica della “Gander RV 400”

La classifica generale

Così il campionato dopo 11 gare

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Nascar andrà in Kansas per una doppia gara in notturna. Fra venerdì e sabato sarà il turno dei Truck mentre 24 ore dopo della Cup Series. Pausa invece per la Xfinity Series che tornerà in pista il 25 maggio a Charlotte.

Immagine: GettyImages per nascar.com

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