NASCAR | Truex domina a Darlington

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Tempo di lettura: 17 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
10 Maggio 2021 - 16:45
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Truex si prende tutte e tre le stage e solo la rimonta finale di Larson lo impensierisce. Ko per Almirola, Custer e Kurt Busch


È tornato il dominatore Martin Truex Jr., quello che non solo vince, ma anche che rifila secondi su secondi a tutti, quello che – mentre gli altri sudano – viaggia quasi sui binari. Se non fosse stato per un assalto finale di Larson, la #19 del Joe Gibbs Racing avrebbe vinto con oltre 5″ di margine, doppiando quasi tutti i rivali. E invece, in una gara che guardando i risultati dice molto meno dello spettacolo offerto, Larson si conferma in grande forma, quasi togliendo il successo ad un Truex all’improvviso sotto pressione.

La gara

A Darlington splende il sole e le temperature schizzano verso l’alto, fino a sfiorare quasi i 30 °C. È una giornata molto attesa da tutti per vari motivi, prima di tutto perché inizia un mese molto intenso per la Cup Series che farà il giro d’America su circuiti di tutti i tipi, secondo perché a Darlington si torna ad usare il pacchetto aerodinamico con tanti cavalli e poca downforce, dunque le auto sono meno sui binari e su questa pista vederle sfiorare il muro vale da solo il prezzo del biglietto.

Inoltre, a Darlington – nella rinata 400 miglia – viene ospitata la settima edizione del “Nascar Throwback”, l’occasione in cui si ricorda la storia della Nascar stessa con livree, look e memorie dal passato. L’aver scorporato il Throwback dalla Southern 500, ora prima gara dei playoff e dunque dedicata appunto a questo fatto, e il fatto che il tempo ormai passa, rende questa una delle edizioni meno riuscite, fra livree mancanti o mal riuscite e un clima nel complesso sottotono.

Dunque, l’attenzione in fretta passa alla gara stessa e ad un campionato che ha visto 10 vincitori diversi nelle prime 11 gare (l’unico a ripetersi è stato Truex), mentre piloti come Hamlin, Harvick ed Elliott sono ancora a secco di successi. Per Chase però la stagione continua ad essere storta: un meccanico si dimentica di togliere un pezzo dalla sospensione prima dei controlli tecnici e, la sua rimozione dopo l’approvazione della vettura, è giudicata una modifica in parco chiuso, dunque è costretto a partire dal fondo insieme ad Almirola (verifiche fallite due volte).

L’algoritmo concede la pole per la seconda volta di fila a Keselowski, tuttavia si capisce in fretta che questa non sarà la sua giornata buona; al suo fianco invece c’è un Harvick (che taglia il traguardo della gara numero 1200 in Nascar, sommando Cup, Xfinity e Truck Series) che sfrutta al massimo la prima gara veramente soddisfacente della stagione.

Alla bandiera verde Keselowski mantiene il comando dalla corsia interna seguito da Harvick e Truex; dietro di loro inizia invece già la battaglia e i protagonisti in questo caso sono Hamlin, Byron e Logano. Iniziano subito anche le cosiddette “Darlington stripe”, ovvero le strisciate lungo il muro senza grossi danni. I primi ad assaggiare le barriere sono Reddick, Kurt Busch e Stenhouse, il quale comunque fa meglio di un anno fa, dato che riesce a completare il primo giro.

Al quinto giro Harvick riprende e scavalca Keselowski e per Brad si spegne la luce, proprio mentre si accendono le luci della caution: a finire a muro e a vedere la gara finita subito è Almirola che, in curva2, finisce loose, alza il piede e viene toccato da Stenhouse. E prosegue così la stagione orribile per Aric, che si ritrova così 28° posto in classifica generale ad oltre 100 punti dai playoff.

La pit lane si apre e ad approfittarne sono in pochi, fra i quali McDowell, Suárez, Briscoe, Kurt Busch, Stenhouse ed Elliott. Si riparte con 19 giri da disputare prima della competition caution del giro 30 ed Harvick scatta bene seguito da Kyle Busch, Keselowski, Truex ed Hamlin. Il più in forma in questo momento però è Reddick, che recupera posizioni ispirato dalla pista e dalla sua similitudine con Homestead.

Mentre Keselowski si tiene sempre all’interno perché non si fida della vettura e quindi viene passato da molti, al giro 14 Kyle Busch scavalca Harvick portandosi al comando seguito da Truex, segno che anche oggi Kevin non ha una vettura con cui è a suo agio. Trascorrono nove giri ed arriva un altro colpo di scena: Kyle Busch fora la posteriore destra (era sulle corde), si appoggia leggermente al muro e finisce in testacoda. (nel tweet successivo la Nascar ha scritto che Kyle Busch stava completare il 18000esimo giro in testa in carriera; non è vero, sarebbe stato il 17990esimo, dunque gliene mancavano ancora dieci, ndr)

Kyle Busch riesce a salvare la vettura, guidare sotto caution con due gomme forate (nel testacoda è saltata anche la posteriore sinistra) e rimanere a pieni giri, dunque mantiene aperto tutto per il proseguimento della corsa. La Nascar decide che questa è la competition caution e dunque tutti vanno ai box con la paura di fare la stessa fine di Rowdy; Truex rimane al comando e praticamente la lotta per la prima posizione finisce qua, dato che Martin guiderà 248 dei successivi 272 giri, cedendo il comando solo in occasione delle soste.

Si riparte con 62 giri da disputare nella prima stage, col pieno si potrebbero tranquillamente completare, tuttavia è chiaro che saranno le gomme a dettare la strategia. I team hanno a disposizione 11 set di gomme e con questi incidenti iniziali qualcuno inizia ad avere paura. Alla bandiera verde Truex scatta bene e rimane davanti ad Harvick, Reddick, Logano ed Hamlin, le sorprese DiBenedetto ed Austin Dillon, il quale tuttavia dura poco dato che arrivano di gran carriera in rimonta Blaney e Larson. Keselowski invece è scivolato fuori dalla top10 e c’ha un trenino attaccato al paraurti.

Le auto continuano intanto a regalare spettacolo: Reddick e Larson sfiorano il muro, mentre Dillon chiude la porta a Byron in curva1 e William entra di traverso in bilico fra pista e l’ampio apron. Dopo qualche giro in controllo, Truex inizia ad allungare ed in sintesi non verrà più rivisto, Harvick non ha aderenza al posteriore e dunque Reddick lo scavalca e poi Hamlin torna davanti a Logano, ma sono ormai a 3.5″ dalla vetta.

A metà della prima stage, con i tempi sul giro già 2″ più lenti di inizio stint, prosegue la discesa di Harvick, passato anche da Hamlin, mentre si fa notare Chastain, anche oggi in forma, che entra nella top10. Il primo ad andare ai box è Custer, ma è perché ha baciato il muro, poi qualche giro più tardi è la volta dei leader, anche per Kyle Busch che temeva un’altra foratura.

Come detto, tutti temono il degrado delle gomme e quindi la quasi totalità dei piloti si ferma ai box, solo due crew chief temono di rimanere senza treni di pneumatici, oppure solamente avere un vantaggio sugli altri in caso di gara con molte caution, e sono quelli di Suárez e Chastain. Ma se per Daniel questa è ormai l’abitudine, Travis Mack è molto audace e deve ribaltare una vettura che ormai inizia la gara sempre attorno alla 25esima posizione, per Ross il ragionamento non regge, perché la #42 finalmente è nella top10 e dunque per una volta basterebbe seguire quello che fanno i leader attorno a lui.

Dunque, mentre Chastain e Suárez continuano a girare con gomme usurate anche 3″ più lenti ogni giro, Truex esce dai box ancora in testa e ai -20 ha 3″ su Hamlin, 7″ su Harvick, 9″ su Reddick e Larson, 10″ su Logano e 13″ su Blaney. Tutto semplice dunque per Martin? Assolutamente no, infatti il suo passo è talmente veloce che sta per doppiare vetture di livello assoluto.

Mentre Kurt Busch è già doppiato insieme a McDowell e Preece, a lottare per rimanere a pieni giri sono Wallace, Kyle Busch e Stenhouse. Rowdy, dopo le difficoltà iniziali, ha usato proprio questa sosta per sistemare la vettura, e ci è riuscito, al punto che dopo essere stato passato da Truex riesce a sdoppiarsi. Il gruppone è nutrito e Martin fatica a liberarsi del traffico e in una occasione sfiora anche il muro.

Mentre Stenhouse e Keselowski (quest’ultimo letteralmente crollato) alla fine alzano bandiera bianca, Wallace invece resiste con le unghie e con i denti, in una occasione addirittura chiude la porta in curva1, e Truex, che in teoria sarebbe un quasi compagno di squadra vista l’alleanza tecnica fra JGR e 23XI Racing, dimostra il suo disappunto via radio (e non è il primo, visto che anche Hamlin a Daytona e Talladega non era contento della guida di Bubba).

Alla fine Truex riesce a gestire il recupero di Hamlin e vince la prima stage con 0.147″ su Denny, 7.5″ su Reddick, 7.9″ su Larson, 8.8″ su Harvick, 9.2″ su Logano, 9.4″ su Blaney, 13.9″ su Elliott, 14.5″ su Byron e 22.4″ su Bowman; solo 16 i piloti a pieni giri (Kyle Busch l’ultimo, il fratello Kurt è il lucky dog) e fra di essi non ci sono Keselowski, Stenhouse, Briscoe, A.Dillon è soprattutto Chastain la cui strategia è fallita miserabilmente per un azzardo inutile del suo crew chief, mentre quella di Suárez riesce perché, malgrado perda circa cinque posizioni, rimane a solo un giro di ritardo – come da tabella di marcia – anziché finire a -2.

Il giro di soste lascia Truex in testa su Hamlin e Reddick, mentre Harvick e Logano avanzano perché Larson si prende una penalità per eccesso di velocità. Si riparte così, ma la caution arriva quasi subito: in curva2 c’è un 4-wide, dall’esterno all’interno ci sono Houff, Alfredo, Suárez e Custer. Anthony finisce loose all’interno di Quin, taglia la strada a Daniel (che incredibilmente ne esce indenne) e si scontra con Cole che probabilmente è inconsapevole di quello che sta succedendo al suo esterno, coperto dalla #99.

L’incidente per Custer è pauroso, simile a quello del compagno di squadra Almirola poco prima, tuttavia ancora più violento, la vettura si solleva molto rispetto all’asfalto e poi ricade pesantemente. Custer per fortuna sta bene e si può pensare ad un altro incidente simile nel passato, quello di Richard Petty avvenuto esattamente 51 anni fa nello stesso punto (allora i rettilinei di Darlington erano invertiti e l’allora curva4 è l’attuale curva2). La #43 finì contro il muro di cemento, lo sfondò e la vettura finì ruote all’aria, mentre Petty aveva un braccio ed il casco fuori dall’abitacolo. Per fortuna allora Richard ne uscì illeso (solo una spalla lussata) e che ora Cole ha avuto l’incidente dopo l’invenzione delle SAFER Barrier.

Nessuno si ferma ai box (Briscoe è il lucky dog) e si riparte con Truex al comando su Hamlin, Reddick, Logano ed Harvick, tuttavia anche in questo caso la green dura poco, infatti in curva4 Kurt Busch perde il controllo all’interno di Wallace (che sta lottando per il lucky dog) e finisce a muro e poi con la vettura in fiamme. Per Kurt c’è il ritiro e un brutto colpo in ottica playoff, per Wallace invece niente lucky dog (dopo una prima concessione) per essere stato coinvolto nell’incidente.

Sono stati percorsi appena 4-5 sotto green dall’ultimo giro di soste, eppure tutti tranne Hamlin e Briscoe decidono di fermarsi ai box (Bell si prende una penalità per eccesso di velocità) per un nuovo set di gomme. Si riparte ai -71 ed Hamlin si difende bene, mentre dietro di lui Reddick riesce ad infilarsi con una manovra perfetta fra Truex e Logano. Poi però non c’è storia e Martin ci mette mezzo giro a tornare al comando.

Quando la situazione si è assestata, ai -65 Truex ha già 1.8″ su Logano, 2.5″ su Hamlin, Kyle Busch e Byron, 3.6″ su Reddick, mentre Harvick è scivolato indietro a causa di sosta e ripartenza non eccezionali. Denny e Chase perdono sì posizioni e secondi, ma comunque rimangono nella top10 e dunque la loro decisione strategica non è stata sbagliata. A fare la differenza è però Truex che scappa via subito.

Da notare da qui fino in fondo alla stage, giro di soste sotto green escluso, ci sono la rimonta costante di Larson dopo la penalità, il cedimento di DiBenedetto (finirà 19° a tre giri), Bowman che finisce loose e stringe a muro Blaney con i due che riescono – per ora – a proseguire, il recupero di Kyle Busch che va a prendere e superare un Logano sempre più loose, e la crisi nera di Keselowski anche a causa dell’assenza del crew chief titolare a causa dei protocolli Covid.

Il giro di soste si svolge senza scossoni, Byron e Busch guadagnano posizioni e sono secondo e terzo, Hamlin mantiene il quarto posto, mentre gli sconfitti di questa fase sono Logano e Reddick, i quali praticamente si sono scambiati di posizioni con la #24 e la #18. Negli ultimi giri la lotta fra questi piloti (più Bell, che è andato lungo ed ora ha gomme più fresche, e Larson) è molto ravvicinata ed interessante: Joey prima recupera le posizioni perse, poi invece le perde di nuovo a causa del sovrasterzo.

Truex intanto là davanti è talmente sicuro di sé che nemmeno si mette a gestire la vettura e le gomme, e continua ad allungare e doppiare vetture. Alla fine il margine con cui vince la seconda stage è addirittura di 14.5″ su Kyle Busch (quando il giro più veloce è di 29.2″ e alla fine dello stint si gira in 33.5-34″), 16.2″ su Byron, 18.5″ su Hamlin, 19.1″ su Larson, 19.4″ su Bell, 20.5″ su Logano, 21.6″ su Reddick, 21.9″ su Blaney e 22.1″ su Buescher; seguono Elliott, Harvick, Briscoe, Bowman e Newman, Jones (16°) è il lucky dog mentre Stenhouse (20°) è il primo a due giri.

Il giro di soste lascia Truex al comando (impeccabile, anche se sempre prudente dato il vantaggio, la pit crew) davanti a Kyle Busch, Hamlin, Byron, Larson, Logano, Bell, Blaney, Harvick ed Elliott. Mancano 100 giri alla fine e tutti hanno quattro set di gomme ai box (Hamlin cinque così come Briscoe, Chastain e Suárez) e dunque i timori di rimanere senza nel finale sono praticamente dissipati.

Alla ripartenza Truex parte a razzo e c’è l’impressione fin da subito che lo rivedranno tutti al traguardo; a seguirlo sono Kyle Busch ed Hamlin per un 1-2-3 JGR e poi Byron, Logano e Larson mentre Reddick ha perso tempo in pit lane. Purtroppo si perde anche Jones, il quale bacia il muro e con la sosta fuori sequenza manca un buon piazzamento. Per una decina di giri Kyle Busch rimane a 1″ e ci si illude, poi però in cinque tornate Truex scappa via di nuovo e allunga per il momento a 2.5″ e poi in altri cinque a 3.4″.

Poco prima del penultimo giro di soste (le gomme impongono di dividere l’ultima stage in tre) Truex ha 5.6″ su Kyle Busch, 6.5″ su Hamlin, 7″ su Byron e Larson, 9.4″ su Logano e 10″ su Bell e Blaney, con Elliott ed Harvick in battaglia a chiudere la top10. I pit premiano Kyle Busch (che guadagna 3″ su un Truex come detto prudente ai box) e Larson ora terzo, mentre a pagare sono Hamlin, Byron e poi Bowman che bacia il muro.

Rowdy tenta di ricucire il distacco, tuttavia si capisce che la sua breve sfuriata sarà solo controproduttiva, infatti recupera solo 1″ e poi torna a perdere terreno. Anche Larson decide di rischiare e riesce a portarsi lui al secondo posto ai -52. Anche il pilota della #5 recupera 1″ a Truex e poi il destino è sempre lo stesso e all’inizio dell’ultimo giro di sosta il leader ha 4″ su Larson, 7.4″ su Kyle Busch, 9.7″ su Logano, 12″ su Hamlin (crollato a causa dell’assetto sempre più sballato), 13″ su Byron, 14″ su Blaney e Bell, 15″ su Elliott e Harvick.

A pagare carissimo l’ultimo passaggio in pit lane è Logano, il quale prima viene pizzicato per eccesso di velocità (e perde una quasi certa top5) e poi nel post-gara si scoprirà che aveva due (dei 20) bulloni mal fissati e dunque a Dover avrà senza crew chief titolare. Ai -35 Truex esce dai box con 1.5″ su Larson (dunque altra sosta prudente) e 5.7″ su Kyle Busch, con tutti gli altri ad oltre 10″.

Ci si aspetta che Truex riprenda la sua corsa come prima, e invece Larson non molla un metro: ai -30 è a soli 0.7″ e, complici anche i primi doppiaggi impegnativi, sorprende Truex, il quale non si accorge sul momento che quello nello specchietto non è un pilota staccato, bensì un rivale per la vittoria. Kyle riprende Martin ai -28, quando davanti alla #19 ci sono Bowman, Keselowski, Stenhouse e molti altri da doppiare.

Larson tenta un timido attacco in curva3, ma non va a buon fine. Probabilmente è l’occasione migliore che ha in tutto il finale, tuttavia Kyle è convinto che ne avrà di altre. La #5 è sempre più loose, la #19 sempre più vicina al muro con doppiati tutti attorno a loro. Truex sembra poter andarsene ai -20, tuttavia Larson non molla e si rifà sotto anche grazie ai due brividi che Martin ha provato in curva4.

Si capisce che Truex è sotto pressione quando vede Newman, sempre difficile da doppiare, in lontananza a 10-15 lunghezze e chiede via radio collaborazione al suo spotter affinché interceda con quello di Ryan. Truex raggiunge Newman, che è in lotta con Reddick, ai -9 e perde due decimi di colpo, mantenendone otto di margine sull’avversario.

Truex riesce a doppiare sul momento Nemwan, ma non Reddick e si trova imbottigliato fra i due, al punto che ai -8 Larson è a soli tre decimi di ritardo. Poi in curva1 Martin riesce a passare anche Tyler e per Larson non c’è altra scelta che tentare il tutto e per tutto. Ne nasce un piccolo capolavoro, con la #5 che passa in mezzo fra la #6 e la #8. Il doppiaggio di Newman e Reddick è riuscito, ma la velocità persa è troppa, e Truex si invola definitivamente verso la vittoria.

Truex conquista la terza gara stagionale con 2.5″ su Larson, 6.2″ su Kyle Busch, 17″ su Byron (ottimo quarto per la decima top10 consecutiva), 21.9″ su Hamlin, 23.9″ su Harvick, 24.7″ su un Elliott ancora impalpabile, 26.6″ su Blaney che nel finale è finito a muro e 27″ su un Buescher che non si è fatto notare ma ha guidato alla grande. Chiude la top10, ma doppiato, Newman; Briscoe è 11° davanti a Reddick, Logano e Bell, anch’egli a muro nell’ultimo stint. Chastain è 15° con rimpianti a due giri, davanti a Dillon, Bowman e Jones, DiBenedetto è 19° a tre giri così come gran parte del resto del gruppo.

È il pacchetto il pacchetto a basso carico aerodinamico e Truex è tornato il dominatore degli anni passati, quando da solo ha annientato la concorrenza. Solo Larson nel finale ci ha provato, ma si era capito che era impiccato per aver osato troppo con le gomme, Kyle Busch ancora una volta chiude nelle primissime posizioni dopo i guai iniziali, poi il vuoto in assoluto. È vuoto anche nella griglia playoff, dato che Truex ha tre successi mentre tutti gli altri o zero o uno. Ed ora si va a Dover, dove qualche anno fa Martin fece proprio un’impresa come questa di Darlington.

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La Nascar nel prossimo weekend farà tappa a Dover, quest’anno per l’unica volta nel calendario. Sabato sera scenderà in pista la Xfinity, seguita il giorno dopo dalla Cup Series.


Immagine: media.nascar.com

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