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NASCAR | Truck Series, Watkins Glen 2025: Corey Heim ancora una volta imbattibile

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 9 Agosto 2025 - 21:00
Tempo di lettura: 20 minuti
NASCAR | Truck Series, Watkins Glen 2025: Corey Heim ancora una volta imbattibile
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In difficoltà con i freni, Corey Heim si mantiene sempre a galla, sfrutta al meglio i tre overtime e al Watkins Glen vince per la sesta volta stagionale


60 playoff point. Sì, avete letto bene, sessanta playoff point. Manca ancora una gara di regular season eppure Corey Heim ha raggiunto una cifra impressionante che gli garantirà un inizio di playoff molto tranquillo. Sei le vittorie stagionali, compresa quella meno dominante del solito al Watkins Glen, che portano 30 playoff point, 15 stage vinte (sulle 34 totali) per altrettanti punti bonus, infine la regular season già vinta per ulteriori 15 playoff point. Un bilancio molto equilibrato e che gli altri possono solo ammirare. Sì, la NASCAR Truck Series comincia ad essere troppo stretta per Corey Heim.

Gli eventi prima del Watkins Glen

Sono passate appena due settimane dall’ultima gara all’Indianapolis Raceway Park, ma la NASCAR Truck Series è stata sconvolta dai fatti successi in questo breve lasso di tempo.

Come già raccontato su p300.it, tre giorni dopo la tappa all’IRP, Stewart Friesen è stato vittima di un drammatico incidente in una gara di Super DirtCar all’Autodrome Drummond in Canada, sua terra natale. Il pilota della #52, recente vincitore in Michigan e quindi matematicamente qualificato ai playoff a due gare dal taglio, ha riportato gravi lesioni che hanno necessitato di un maxi intervento chirurgico. In tutto questo, ovviamente, è passata in secondo piano la bocciatura dell’appello riguardante la squalifica di Friesen (come da pronostico leggendo le motivazioni del ricorso) ad IRP.

Gli ultimi aggiornamenti riguardo alle condizioni di salute del pilota-owner lo riportano ancora dolorante dopo l’operazione, ma nella giornata di mercoledì è stato già dimesso dall’ospedale di New York, in cui era stato trasferito nei giorni immediatamente successivi all’incidente, ed ora è tornato a casa. Il bollettino però è devastante: bacino plurifratturato, tibia e perone della gamba destra rotti così come l’anca sinistra e la vertebra C7. La riabilitazione sarà inevitabilmente lunga.

Se era apparso a tutti chiaramente che le speranze di rivedere in pista Friesen nel 2025 erano ben poche, il suo team ha dovuto però pensare fin da subito alla vettura #52 che era ed è qualificata per i playoff per quanto riguarda gli owner. Dunque, chi schierare da qui a Phoenix? Per il Watkins Glen la soluzione trovata è stata quella di chiamare Christopher Bell, ma da Richmond in poi i piloti della Cup Series non possono più essere schierati. E quindi?

E quindi questa storia si intreccia con la notizia bomba di inizio settimana. Lunedì Niece Motorsports ha annunciato la risoluzione immediata del contratto con Kaden Honeycutt, il suo pilota di punta che (tenendo ancora Friesen in classifica che ufficialmente non ha ancora chiesto un waiver) era sesto in generale e nono nella griglia playoff con un comodo +73 sul taglio con ancora due gare da disputare.

Cosa ha scatenato questo terremoto? La prima parte sono indiscrezioni, la seconda è tutta scritta nel comunicato. Pare che, in una riunione nei giorni scorsi, Niece avesse proposto ad Honeycutt un rinnovo del contratto. La risposta di Kaden invece è stata, in sintesi: “mi dispiace, per il 2026 ho già firmato con un altro team e costruttore.” All’udire questa comunicazione, Niece ha deciso per la brusca interruzione del rapporto. Non una novità in NASCAR (anche se i casi in passato sono rari), ma comunque un fatto che ha destato stupore ed anche reazioni non positive nei confronti della squadra.

Per rimanere in corsa per i playoff, Honeycutt aveva dunque bisogno di un team. Ed è difficile che Kaden abbia deciso di agire in questo modo senza avere a portata di mano una scialuppa di salvataggio. Ovviamente non ci voleva molto a capire tutto, anche perché i rumor dei giornalisti parlavano di accordo con Tricon e Toyota per il 2026. E la #52 dell’Halmar Friesen Racing è una Toyota. Per il Watkins Glen Honeycutt tornerà “a casa” sulla #02 di Young’s Motorsports con cui si fece notare nel 2023, da Richmond fino a Phoenix sarà proprio lui il sostituto di Stewart Friesen.

In tutto questo, ad oggi, però la NASCAR Truck Series è in mezzo ad un limbo: Stewart Friesen ha già annunciato, in pratica, che non correrà per tutto il resto del 2025 avendo ingaggiato un sostituto per la sua vettura fino a Phoenix. Nulla vieta ovviamente al canadese di correre su altre vetture, ma con un bollettino medico del genere è difficile anche sognare il meglio per lui nel breve termine.

Al momento, tuttavia, Friesen non ha ancora deciso su un possibile waiver da chiedere alla NASCAR per motivazioni mediche e che (basandosi sul passato) sarebbe da accettare di default. Ma alla NASCAR andrebbe bene un pilota qualificato per i playoff, ma che non vi parteciperebbe riducendo in pratica i contendenti al titolo da dieci a nove solo per questioni opportunistiche (ovvero un decimo posto assicurato in classifica generale con conseguente premio finale maggiore, anche se bisogna scindere la questione fra classifica piloti ed owner)? La sensazione è per il no, quindi si va verso un bis di quanto visto con Kurt Busch in Cup Series nel 2022 che, dopo l’incidente di Pocono, rinunciò ai playoff pur avendone diritto proprio alla vigilia dell’ultima gara di regular season.

In tutto questo turbinio di notizie, è arrivato anche qualcosa di decisamente più tranquillo e positivo. Nella NASCAR Truck Series c’è una nuova squadra ed un nuovo team owner. Per aprire i battenti ha venduto tutto quanto lo legava al motorsport, ovvero le sprint car e l’auto da 11 vittorie e da titolo in Trans Am nella categoria TA2. Il suo nome è Brent Crews e, al momento del debutto (anche) come owner del Brent Crews Motorsports al Watkins Glen con la #70 avrà appena 17 anni, 4 mesi e 9 giorni. Talmente giovane (forse il più giovane di sempre in NASCAR) che fino al 30/3/2026 non sarà lui il proprietario della squadra ma suo padre in quanto Brent è ancora minorenne.

La notizia è stata talmente sorprendente e accolta positivamente che più di qualche giornalista ha frainteso il comunicato stampa credendo che fra i soci del nuovo team ci fossero anche altri piloti che hanno vinto poco recentemente: Connor Zilisch, Jesse Love e Jack Baldwin (il figlio di Tommy nonché fratello di Luke), rispettivamente classe 2006, 2005 e 2003. Una combriccola clamorosa, poi però (purtroppo) è arrivata la smentita dei diretti interessati dicendo che i tre amici-colleghi saranno solo dei consulenti nonché primi tifosi della squadra, ma senza impegni ufficiali o quote detenute.

La gara

L’azione della NASCAR Truck Series in pista al Watkins Glen si concentra tutta al venerdì insieme alla ARCA Series (vittorie del debuttante Tristan McKee all’età di 15 anni e 8 giorni con Brent Crews dominatore prima che la cinghia dell’alternatore si rompesse a un paio di giri dalla fine) con prove libere e qualifiche in tarda mattinata e la corsa a fine pomeriggio.

Ben 36 le vetture iscritte (full grid per la prima volta da Daytona) con, oltre ai citati movimenti di mercato, anche le presenze di Chris Buescher (al debutto assoluto nella categoria) sulla #66 di ThorSport, quella di Ross Chastain sulla #44 e di Connor Zilisch sulla #45 (al posto di Honeycutt) di Niece, quella di Sawalich sulla #1 di Tricon ed infine quelle di Kyle Busch sulla #07 e di Sammy Smith sulla #7 di Spire. Un parterre niente male.

La sessione di prove libere è parecchio movimentata, soprattutto a livello meccanico: Enfinger rompe il semiasse, Honeycutt perde fluidi dopo una toccata con il muro, Buescher deve cambiare pompa della benzina, Majeski viene fermato per modifiche non autorizzate. Il miglior tempo, per nulla a sorpresa, è per Zilisch davanti ad Heim, Crews, Chastain e Busch.

Poi, in qualifica, altre sorprese: mentre Lambros segna un relativamente buon tempo con la minigonna più staccata che altro, Bell dal gruppo1 sfiora l’impresa nel conquistare una pole position per sé e per Stewart Friesen, ma dal gruppo2 – solo al secondo tentativo – Corey Heim conquista un’altra partenza davanti a tutti (quarta stagionale) davanti a Bell, S.Smith, Perez, Ruggiero, Riggs (malgrado un bacio alle barriere all’ultima curva), Chastain, C.Smith, Rhodes e Mosack. Busch appena 11°, Zilisch attardato al 14° posto da problemi di pescaggio, Buescher al debutto 21°. Nessun tempo cronometrato per Enfinger, Majeski, Muniz, Honeycutt ed il debuttante Buffomante.

Dopo aver retrocesso in fondo al gruppo Enfinger, Honeycutt, Muniz (sostegno dell’ammortizzatore rotto) e Slimp per modifiche in parco chiuso e Buffomante per cambio motore, può avere inizio la gara da 72 giri (20+20+32) in cui sulla carta il pieno basterebbe giusto giusto per l’ultima stage.

Alla bandiera verde Heim scatta bene (dalla nuova restart zone anticipata fra penultima e ultima curva per sgranare il gruppo) e rimane al comando su Bell e Perez che provano un piccolo allungo su Sammy Smith e Riggs. I leader si mettono fin da subito in fila indiana, ma fra di essi manca all’appello Caruth, tornato ai box proprio al momento della partenza con un semiasse rotto; Rajah tornerà in corsa a metà seconda stage per poi ritirarsi con altri problemi tecnici con un 32° posto in tasca.

Il sorpasso più importante del secondo giro è quello di Mosack su Ruggiero, che al via puntava Riggs, per il sesto posto con Gio che esce troppo largo dal Carousel e Connor che lo affianca e poi aggira alla penultima curva. Mentre Heim prova un piccolo allungo su Bell e Perez, da dietro la coppia Busch-Zilisch tenta la rimonta e si avvicina alla top10 con Chastain, C.Smith ed il neopapà Tanner Gray in vista.

Nelle prime posizioni il gruppo si mantiene tranquillo e da notare al quarto giro c’è solo il sorpasso in tandem di Busch e Zilisch sul citato Gray, poi a muoversi è lo stesso Connor che al sesto giro punta Kyle in curva1, poi di nuovo al Carousel completando il sorpasso all’interno della penultima curva. Il 19enne riprende immediatamente Chandler Smith in curva1 al giro successivo riuscendoci invece alla nona tornata.

A metà stage Heim guida con 2.0″ su Bell, 6.7″ su Perez che si è staccato nettamente e perde tanto terreno, 7.3″ su Sammy Smith, 7.7″ su Riggs, 8.4″ su Mosack, 11.2″ su Ruggiero, 11.4″ su Chastain, 12.5″ su Zilisch e 13.6″ su Chandler Smith, Derek White in coda è già stato doppiato mentre gira (almeno) 6″ al giro più lento.

Mentre Ruggiero viene infilato (non inquadrato) sia da Chastain che da Zilisch, il primo vero scossone lo regala proprio in questo passaggio Daniel Hemric che, quando è 18°, finisce loose all’ingresso della Bus Stop e si rifugia nella via di fuga perdendo due posizioni. Passa un giro e, nello stesso punto, la #2 di Lambros si ferma con problemi meccanici (probabilmente ai freni).

Nel breve lasso di tempo fra questo e l’esposizione della bandiera gialla, il (nuovo, dopo lo scambio con Wood) crew chief di Hemric è l’unico sveglio e richiama il proprio pilota ai box ribaltando in positivo la sua corsa. Nessun lucky dog in quanto, nel frattempo, Lambros aveva perso il giro, era davanti a White e quindi non è ammissibile per questa ricompensa avendo provocato la caution.

Mentre la #2 riparte a spinta, la pit lane si riempie perché da qui si può arrivare in fondo alla seconda stage con un pieno. Tirano dritto solo Ruggiero e Rhodes che alla ripartenza precedono il citato Hemric, poi Heim, Riggs, Chastain, Zilisch, Bell, Perez, Sawalich e Mosack. Ma è un giro di soste molto complicato: Chandler Smith penalità per ruota fuori controllo, Muniz per speeding, Sutton ed Honeycutt per falsa partenza dei meccanici, Wood lunga sosta per problemi alla convergenza, Buescher ha ancora guai alla pompa della benzina. A Kyle Busch va anche peggio: scatola dello sterzo rotta e per Rowdy arriva un ritiro con annesso ultimo posto.

Si riparte a cinque giri dalla fine della prima stage e le manovre sono parecchio convulse e poco ordinate: Ruggiero non parte al meglio e viene passato prima da Rhodes lungo il muro e poi da Heim all’interno della prima curva, in coda Honeycutt si prende un’altra penalità (poi revocata) per una infrazione commessa per cambio corsia. Ruggiero perde ancora posizioni e alla Bus Stop è davanti al trio Hemric-Sawalich-Zilisch che si tocca leggermente mentre Tanner Gray taglia addirittura sull’erba. Non inquadrato, però, Heim ha superato Rhodes al Carousel ed è tornato al comando.

Corey va in fuga mentre Ben fa un po’ da tappo a Chastain e Bell. La #99 finisce larga al Carousel e così Ross si infila mentre Christopher completa il sorpasso all’esterno della penultima curva. Prova a recuperare posizioni anche Zilisch che non è riuscito a sfruttare al meglio la ripartenza dopo l’ottima sosta: la difesa su Sawalich riesce, poi passa Hemric alla Bus Stop ai -3, al secondo tentativo scavalca anche Ruggiero (e all’ultimo riprende anche Rhodes che sbanda al Carousel finendo larghissimo) lasciando alle sue spalle la battaglia fra Sawalich, Hemric e Riggs.

Heim vince senza difficoltà la prima stage (15esima dell’anno sulle 33 assegnate) davanti a Chastain (+2.6″), Bell (+3.1″), Zilisch (+5.8″), Rhodes (+6.1″), Ruggiero (+6.5″), Sawalich (+6.8″), Hemric (+7.3″), Riggs (+7.5″) e Mosack (+8.0″); a seguire S.Smith, Perez, Ankrum, Kligerman, Majeski, Enfinger, Crafton, Garcia (che dunque perde punti preziosi dal teammate Rhodes nella improvvisa lotta per l’ultimo posto ai playoff), Crews e Mills. Lucky dog per White.

Al break vanno ai box Rhodes, Ruggiero, Crews, Gray, Muniz, Honeycutt, Buffomante, Boyd, Buescher e Wood mentre Lambros torna in corsa con nove giri di ritardo, ma poi sarà costretto ad alzare bandiera bianca. Si riparte, dunque, con Heim davanti a Chastain, Bell, Zilisch, Sawalich, Hemric, Riggs, Mosack, S.Smith e Perez. In questo momento (e siamo a circa alla mezzanotte italiana) come da tradizione la NASCAR annuncia il tempo limite per chiudere la corsa prima dell’oscurità ed è quello delle 2:05 (le 20:05 del Watkins Glen). Sembra un tempo più che ampio per completare gli ultimi 48 giri, ma tornerà un tema cardine della gara.

Bandiera verde ai -16 nella seconda stage e la ripartenza migliore è quella di Chastain che si tiene alla pari di Heim all’ultima curva e poi lo supera all’esterno della prima completando la manovra all’ingresso delle Esses; a seguirli Bell e Zilisch, con Connor già incollato alla #52, e Sawalich a precedere la lotta fra Mosack e Riggs alla Bus Stop.

Chastain, tuttavia, non scappa e dopo appena un giro ed una bella lotta fatta di incroci nel settore finale, Heim lo ripassa in curva1. Bell cerca di approfittarne e fra lui e Ross arriva un leggero contatto nelle Esses. Il gruppo si è ricompattato e Zilisch deve guardarsi alle spalle da Sawalich, a seguire Riggs in difesa su Mosack ma allo stesso tempo all’attacco di Hemric.

Heim ha il passo per allungare nuovamente e così mette in fila il plotone mettendo 1″ fra sé e Chastain che, ai -12, a sorpresa stacca Bell mentre il vero tappo sarà quello di Mosack. A centro gruppo battaglia diretta fra Garcia e Rhodes (con anche Sutton e Gray) mentre il loro compagno di squadra Buescher naviga ancora in fondo a rilento a causa di problemi di pescaggio. A metà stage Honeycutt alza bandiera bianca: sulla #02 si è rotto il servosterzo e proseguire è impossibile. Arriva ora il momento del ko definitivo di Lambros che si ferma al Carousel e poi riparte da solo però in “modalità granchio” con la sospensione rotta.

Ai -9 svolta, in peggio, la corsa di Chandler Smith che inizia a fumare vistosamente per un tire rub. La sua fiancata è danneggiata e la #38 torna ai box per sostituire la posteriore sinistra. Uscendo dai box, tuttavia, la situazione non cambia ed il tire rub persiste, infatti si è rotto un sostegno del passaruota. A riparazioni compiute, Smith chiuderà 23° staccato di quattro giri.

La strategia diventa parte della corsa quando ai -6, o per meglio dire a 38 giri dalla conclusione, Enfinger va ai box per quello che vorrebbe essere il suo ultimo rifornimento. Lo seguono Buescher (con i suoi problemi), Slimp (foratura alla posteriore sinistra) e Tanner Gray (strategia). Ai -5 Heim ha 1.5″ su Chastain, 2.4″ su Bell, 2.8″ su Zilisch, 8.2″ su Sawalich, 9.0″ su Hemric, 9.4″ su Riggs, 11.3″ su Mosack, 12.4″ su S.Smith e 13.1″ su Perez.

Al giro successivo, tuttavia, cambia tutto quando all’ingresso delle Esses la convergenza di Wood salta completamente, la anteriore sinistra va a terra e Jack prima si fa la fiancata di sinistra sul guard rail di curva2 e, ancora senza controllo, quella di destra su quello di curva3. Pilota ok malgrado il botto. Lucky dog ancora per White che era stato nuovamente doppiato.

Siamo al giro di boa di metà gara e a questo punto i leader sono costretti ora ad andare ai box per la sosta. Tirano dritto solo Hemric, S.Smith, Rhodes, Garcia, T.Hill, Muniz, Boyd e – ovviamente – Gray mentre Enfinger fa capire che c’erano problemi anche per lui dato che torna ai box. Anche questo giro di soste è tutt’altro che semplice: Bell ha un pit rallentato alla anteriore sinistra mentre Crews e Chastain devono fermarsi due volte. Pure per Ross (e anche per il compagno di squadra Mills) ci sono problemi al pescaggio e alla pompa del carburante e quindi Chastain scende in fondo. Per Ruggiero penalità per essere passato attraverso troppi stalli.

Si va verso uno sprint di solo un giro con Hemric al comando su S.Smith, Rhodes, Garcia, Hill, Muniz, Gray, poi Zilisch che in uscita dai box ha battuto Heim, Riggs, Sawalich, Enfinger, Ankrum, Bell e Majeski.

Nell’ultimo giro succede di tutto: Hemric scatta bene, ma in uscita dall’ultima curva si pianta e viene fagocitato dal gruppo, anch’egli vittima di problemi di pescaggio e così viene passato da Smith all’interno e Rhodes all’esterno, ma Ben prenderà il comando nelle Esses. Dietro, tuttavia, Muniz ha perso il controllo ed ha innescato una carambola che vede coinvolti Riggs, Hill ed Enfinger, ma si prosegue. Il secondo incidente vede protagonista negativo alla penultima curva Garcia che, forse un po’ sotto pressione per la situazione in classifica generale, blocca i freni e travolge Zilisch che si insabbia.

Rhodes vince la seconda stage (e così affianca proprio Garcia nella griglia playoff per il 10° posto, inoltre è il primo in tre mesi a vincere una stage a non chiamarsi Heim o Riggs) davanti a S.Smith, Sawalich, Heim, Bell, Gray, Majeski, Kligerman, Ankrum e Mosack, poi Muniz, Perez, Sutton, Crafton, Hemric, Breidinger, Chastain, Ruggiero, Riggs e Buffomante. Lucky dog per Slimp in quanto Zilisch perde il giro mentre viene trainato ai box.

Al break le strade strategiche prendono nuovi bivi: proseguono Bell, Ankrum, Perez ed altri mentre Heim prende la via dei box. Alla ripartenza la #52 guida davanti ad Ankrum, Perez, Crafton, Buffomante, Crews, Sawalich, Gray, Mosack, Majeski, Kligerman, Heim, Sutton, Breidinger, Ruggiero, Rhodes ed Hemric. Doppia sosta per Sammy Smith, riparazioni per Riggs (che perde benzina), Zilisch sistemazione allo sterzo.

Mentre già si scommette su chi rimarrà a secco, la bandiera verde sventola a 28 giri alla fine. Bell scatta bene, anche se Ankrum ci prova dall’esterno con il gruppo che prova ad allungarsi alle loro spalle. Nella ripartenza però è successo parecchio: Sawalich è riuscito a divincolarsi bene ed è in top5 dietro a Perez e Crafton mentre Heim ha perso terreno ed è scivolato in 12esima posizione, dunque Corey deve impegnarsi per riprendere piloti che sono anche sulla sua stessa strategia. Il compito non sarà semplice, perché la #11 inizia ad accusare una perdita di efficacia nella frenata.

Per Bell, che deve andare per forza in fuel saving, il compito di rimanere tranquillo al comando viene facilitato al giro successivo da Ankrum che scivola largo al Carousel e poco dopo viene aggirato da Perez. I guai nel gruppo proseguono: Kilgerman torna ai box con una foratura che poi diventa ritiro per la rottura del sostegno del braccetto della sospensione.

Grazie a questo ed ai sorpassi in sequenza su Gray ed Enfinger, Heim torna in corsa essendo salito al nono posto, tuttavia al comando Bell ha deciso di forzare la mano e allungare su Perez (che ha avuto un solo vero spunto firmando il giro più veloce, prima di andare pure lui in fuel saving) e tutti gli altri. Davanti a lui, in curva1, Mosack supera un Crews che si sta ben difendendo nel debutto del proprio team. Ai -23 Heim passa anche Majeski.

A questo punto Bell (ultima sosta al giro 36) dunque guida davanti a Perez (38), Ankrum (36), Crafton (36), Sawalich (41), Mosack (41), Crews (38) ed Heim (41); il primo ad uscire di scena è Crafton che di colpo perde posizioni e scivola al nono posto, poi ai -19 verrà pure mandato in testacoda all’ultima curva da Hemric. Non se la passa meglio Rhodes che, a causa di una vibrazione al retrotreno, aveva già pittato ai -22.

Heim continua la sua progressione ed ai -21 supera anche Crews salendo al sesto posto. Intanto la pompa della benzina di Chastain è definitivamente andata ko e Ross, procedendo a rilento, poi si ferma fuori pista all’esterno del Carousel in direzione del Boot. Non si sa come poi la #45 venga data nel garage. Mentre anche Ankrum accusa una vibrazione, Bell decide ancora di proseguire col suo passo.

Solo dai -16 in poi, quando il distacco era ormai di 10″, Heim inizia a girare meglio di Bell, ma in ogni caso Corey non riesce a superare Mosack che è di poco davanti a lui. A frenarlo (sì, è una battuta) è proprio l’impianto frenante che non è più a posto e il sintomo eclatante è il lungo alla Bus Stop in cui è costretto a scontare lo stop&go (letterale nella via di fuga) che lo fa scendere di nuovo al nono posto.

A 14 giri dalla fine dal box dicono a Bell di andare in fuel saving estremo, visti i 3.6″ su Perez, i 5.5″ su Ankrum, i 7.9″ su Sawalich, i 10.0″ su Mosack, i 15.2″ su Crews, i 15.5″ su Majeski, i 15.9″ su Ruggiero, i 16.5″ su Heim ed i 18.6″ su Enfinger. Ad aiutare il risparmio della benzina ci pensa però una caution. Ufficialmente è per detriti in curva7, ma l’effetto principale di questo pezzo in pista (pare) parrebbe essere il motore di Breidinger che esplode anche con un notevole principio di incendio in ingresso box. Il lucky dog va a Boyd che era stato appena doppiato, dunque Zilisch rimane ancora a -1.

Si riapre la pit lane ed i leader tirano dritto, obbligati dal non mollare la track position; il primo ad andare ai box è Ruggiero che si porta dietro S.Smith, Hemric, Sutton e Garcia, ma anche Rhodes, protagonista di un’altra lunga sosta per controlli sotto il retrotreno, forse alla trasmissione. Bandiera verde ai -9 con Bell al comando su Perez, Ankrum, Sawalich, Mosack, Majeski, Heim, Crews, Enfinger, Gray, Riggs e poi Ruggiero. Salta subito Sammy Smith che va ai box alla bandiera verde.

Altra ripartenza poco lineare con Enfinger che riporta danni alla anteriore sinistra e poi andrà ai box insieme a Riggs. Bell va subito in fuga su Perez, Sawalich ed Ankrum. Heim aggira Mosack ed è quinto. Alla prima curva dei giro successivo Corey supera anche Ankrum, ma poco più tardi un’altra caution: nel rettilineo verso la Bus Stop, Gray si gira sul muso Majeski e finisce duramente contro il rail e nel rimbalzo colpisce di striscio Crews. Stavolta sì lucky dog per Zilisch.

Le caution stanno aiutando Bell ed il suo fuel saving, ma così Heim si è avvicinato pericolosamente. Ai box vanno solo gli ammaccati Crews, Riggs, Enfinger e Zilisch che può montare gomme fresche. Nuova ripartenza ai -4 con Bell davanti a Perez, Sawalich, Heim, Ankrum, Mosack, Majeski, Ruggiero, Hemric e Garcia con 20 auto a pieni giri (dunque ovviamente Connor è 20°).

Bell scatta ancora bene e Perez gli si mette in scia mentre Sawalich deve andare subito in difesa nei confronti del teammate Heim che a sua volta deve guardarsi dall’attacco all’esterno di Mosack. Mentre Christopher va in fuga, c’è lotta fra Ruggiero e Majeski nelle Esses. Il momento potenzialmente decisivo della corsa arriva però alla Bus Stop: Sawalich tenta l’attacco su Perez, ma nel salto sul cordolo perde il controllo e manda largo sé stesso ed il messicano. I due proseguono senza testacoda, ma Heim è ampiamente passato e ringrazia per il +2 senza colpo ferire.

Corey ringrazia anche la caution che arriva prima della fine del giro: la serie di problemi meccanici al retrotreno di Rhodes diventano lampanti a tutti quando, in uscita dalla penultima curva, la #99 perde letteralmente la posteriore sinistra (pare cedimento, non ruota mal fissata) e Ben finisce contro pesantemente contro le barriere.

Si va dunque all’overtime con Bell davanti ad Heim, Mosack, Ankrum, Majeski, Ruggiero (il migliore di chi ha pittato recentemente), Perez, Hemric, Garcia e Sawalich, Zilisch ha recuperato fino al 15° posto mentre il lucky dog è per Slimp.

Mentre Riggs è l’unico ad andare ai box, le domande vere sulla benzina iniziano ad arrivare, ma i leader tirano dritto. Green ai -2 nell’OT ed Heim tiene giù il piede all’ultima curva, sfiora il muro, affianca Bell e lo aggira alla prima curva andando al comando. Anrkum prova ad approfittarne, ma si intraversa all’inizio delle Esses (Bell rimedia un piccolo tire rub alla anteriore sinistra) mentre alle loro spalle Ruggiero passa per un pelo Mosack.

Alla Bus Stop, tuttavia, arriva l’incidente con Perez che cerca di approfittare di quando sopra, ma Mosack perde il controllo all’interno di Ruggiero saltando sul cordolo e Connor finisce nelle gomme coinvolgendo alle spalle anche Sutton. S va quindi al secondo overtime con appena 24′ a disposizione prima dell’oscurità. Lucky dog per White.

Bell è già quasi a secco e immediatamente torna ai box insieme a S.Smith e agli incidentati, poi si riparte sulla carta con Heim ora al comando su Ankrum, un combattivo Ruggiero che ha gomme migliori di 20 giri rispetto a Corey, Hemric, Majeski, Sawalich, Garcia, Zilisch, Crafton e Mosack.

La riparazione delle barriere si prolunga leggermente al punto che anche Ankrum è costretto al rabbocco in extremis (con lui anche Crafton). E così Ruggiero sale al secondo posto e Zilisch al settimo. Bandiera verde nel secondo OT con 15′ a disposizione. Heim scatta bene e a seguirlo è Hemric (pure lui con un tire rub), Ruggiero invece si perde nel momento peggiore, ma salva il terzo posto. Corey ringrazia e se ne va, tuttavia alla Bus Stop altro incidente che vede coinvolto sempre Mosack, stavolta toccato da Majeski, e con lui anche Enfinger (ritiro per lui). Hill lucky dog.

Si va al terzo OT dunque ed ora pure per Heim ci sono pensieri riguardanti alla benzina oltre quelli sui freni, gli avversari con gomme fresche e l’oscurità. Ai box ci vanno, oltre agli incidentati, anche Crews e Garcia con Jake che forse aveva toccato pure lui Majeski.

Si riparte con Heim al comando su Hemric, Ruggiero, Sawalich, Zilisch, Ankrum, Mills, Bell, S.Smith reduce da un numero infinito di pit stop e dal nulla Slimp sulla seconda vettura del team di Friesen. Bandiera verde, ancora a due giri dal termine, con 7′ a disposizione prima del tramonto.

Corey scatta ancora bene, tuttavia Hemric nell’accodarsi a lui prova subito l’incrocio, Heim blocca e tiene l’interno in curva1. La #11 finisce larga in uscita di curva, ma Daniel non riesce ad approfittarne; seguono Sawalich, Ruggiero ed Ankrum. Stavolta la Bus Stop passa indenne per tutti, anche negli attacchi come quello di Bell su Tyler.

Heim non riesce ad allungare, un po’ tutti i problemi si stanno sommando. Sawalich che perde posizioni favorisce l’allungo dei primi due, ma la fortuna di Corey è avere alle sue spalle un pilota estremamente corretto. O che almeno non riesce ad arrivargli sul paraurti per pochi centimetri in ognuna delle curve degli ultimi due giri.

Malgrado fosse in difficoltà, con i freni poco reattivi e con i primi sintomi del serbatoio vuoto nell’ultimo giro, Corey Heim tira fuori dal cilindro un altro piccolo capolavoro che vale il sesto successo stagionale battendo sul traguardo del Watkins Glen Hemric, Ruggiero, Bell, Ankrum, S.Smith, Majeski, Zilisch (incapace di rimontare nel finale con una vettura ammaccata), Mills e Riggs; a seguire Sawalich, Slimp, Crafton, Sutton, Garcia, Mosack, Crews, Boyd, White ed Hill. Perez 21° a pieni giri, poi Buescher 22° a -3.

Per quanto riguarda la classifica generale siamo, come detto in un limbo: tecnicamente non bisognerebbe considerare Friesen e quindi Garcia andrebbe a Richmond a +11 su Rhodes mentre ad Honeycutt basterebbe un 34° posto (con Enfinger e Majeski matematicamente qualificati). In caso contrario, con waiver richiesto e accettato per Stewart, Kaden sarebbe ancora nel limbo, esposto alla possibilità di un nuovo vincitore in Virginia. Solo nel corso di questa settimana sapremo quale scenario sarà quello alla bandiera verde

I risultati odierni

La classifica della “Mission 176 at The Glen”

La classifica (provvisoria) generale

Così in campionato a 1 gara dalla fine della regular season della NASCAR Truck Series 2025, considerando Friesen ancora in corsa in titolo in attesa di una decisione sull’eventuale waiver.

I prossimi appuntamenti

Fra pochi minuti al Watkins Glen (con diretta su P300.it grazie a NASCAR e Recast) ci sarà la gara della Xfinity Series con Connor Zilisch a partire dalla pole position. La Truck Series torna in pista venerdì prossimo, nella notte verso sabato, per la gara conclusiva della regular season.


Immagine: Media NASCAR

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