NASCAR | Truck Series, Talladega: Matt DiBenedetto trionfa per la prima volta in carriera, anche se non mancano le polemiche

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Tempo di lettura: 13 minuti
di Francesco Gritti @franz_house_vg
2 Ottobre 2022 - 09:10
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Matt DiBenedetto entra in victory lane per la prima volta da quando è in NASCAR. Rhodes e Holmes lo seguono, anche se il finale ha generato non poche polemiche, visto l’arrivo di Holmes sul traguardo in prima posizione.


La vittoria che non ti aspetti. Si può solo definire così il successo di Matt DiBenedetto, pilota sceso nella serie minore dopo 7 anni in Cup Series. L’arrivo in un team nuovo, senza troppi fondi ma con tanta passione, deve aver fatto bene all’oramai non-più-così-giovane italoamericano. Gli incubi sulla prima vittoria che non arriva mai sono ora un lontano ricordo, bisogna solo festeggiare questo successo e non importa che sia arrivato dopo una decisione della direzione gara.

Dopo le emozioni di Bristol, la NASCAR Truck Series torna in pista sull’ovale più lungo e temuto di tutti: Talladega. Il fatto che la gara di mezzo del Round of 8 si tenga su un tracciato così selettivo non è casuale, dato che sia il pubblico che i piloti vedranno capovolgersi le posizioni nei playoff alla fine della prova: uno spettacolo unico al ventunesimo appuntamento della serie.

Talladega è catalogata come superspeedway, data la sua lunghezza elevata, di 2.66 miglia e le altissime velocità che si tengono durante la gara. Fin dalla creazione nel 1969, il tracciato non ha ricevuto modifiche sostanziali e, forse per questo, è stata al centro di dibattiti e controversie fin dalla prima apparizione, quella che gli americani descrivono come la peggior gara di sempre assieme ad Indianapolis 2008. Togliendo questo lato, il circuito è anche nel cuore degli appassionati, sia per la presenza costante di pack racing, sia per le gare emozionanti che ogni anno regala.

La Chevrolet Silverado 250, terzultima gara della stagione per i Truck, è ormai un appuntamento fisso che non manca in calendario dal 2006, anno della prima apparizione. I piloti affronteranno la pista per 94 volte (sommate a molto probabili overtime). Il vincitore, se al Round of 8, avrà l’accesso diretto alla lotta titolo di Phoenix mentre, in caso contrario, proverà delle emozioni uniche, oltre a portarsi a casa un trofeo tra i più richiesti nella serie.

Sono 40 i piloti presenti alle qualifiche. Sicuramente 4 di loro saluteranno i colleghi già al venerdì, visto che sono ammesse 36 vetture in griglia. Ogni pilota avrà un tentativo lanciato (ne sono segnati 2 sui documenti ufficiali per via della posizione particolare della linea del traguardo). I migliori 10 avranno la possibilità di contendersi le posizioni migliori con un altro tentativo.

Il miglior tempo nella prima fase di qualifica è di John Hunter Nemechek, pilota Toyota a bordo del #4 di Kyle Busch Motorsports, che riuscirà poi a prendersi la pole definitiva nella fase finale con un tempo di 53.567″, in grado di distanziare il compagno di squadra (e rivale nei playoff) Chandler Smith di ben 3 decimi e Carson Hocevar, terzo, di oltre mezzo secondo. Nonostante sia distante oltre 2 secondi dal record in qualifica di Tyler Reddick, datato 2014, si tratta di un crono sensazionale.

Sono solo altri 2 i playoff drivers a partire in top 10: Zane Smith, quarto, e Ty Majeski, sesto. Gli altri si trovano arretrati. Eckes è tredicesimo, Rhodes quindicesimo, appena davanti a Enfinger, mentre Friesen addirittura diciottesimo. Viens, Boyd, White e Decker non prendono parte alla gara, anche se Thompson e Honeycutt, qualificati poiché su mezzi iscritti come full time, hanno ottenuto un tempo superiore rispetto a quello di Viens e Boyd.

La gara

Nemechek si porta subito davanti a Chandler Smith. Entrambi guidano in corsia interna, davanti a Zane Smith, leader della corsia esterna, che recupera terreno a fine giro. JHN zigzaga fin dalla prima tornata per difendere la testa della corsa. Al terzo giro Zane si allea con Majeski: il pilota già qualificato al Championship 4 spinge il due volte vicecampione in carica sul rettilineo, ma l’alleanza KBM non è da meno. Nemechek viene spinto da Chandler e anche il terzo giro lo conclude in testa.

La situazione cambia dopo poco. Sul backstretch, durante il quarto passaggio, Zane Smith riesce a contrastare i due piloti di Kyle Busch Motorsports, guadagnando di fatto la testa della corsa dopo il trasloco in inner lane, ovviamente nella posizione di prestigio. Majeski punta l’offensiva dall’esterno, ma Nemechek aiuta l’ex nemico giurato, facendolo rimanere in testa e costringendo il primo dei quattro contendenti al titolo all’errore che lo farà sprofondare in fondo senza una scia.

Nemechek torna in testa poco dopo, avvantaggiato dalla single lane che si è creata, ma basta poco perché la corsia esterna, guidata da Chandler Smith prima e Matt Crafton poi, si faccia sotto, senza successo.

Lo stage 1 si interrompe bruscamente dopo curva 2 del giro 19. Il truck #3, guidato dal proprietario Jordan Anderson, va a fuoco. Il mezzo è senza controllo e il pilota salta giù quando ancora in corsa quando sta proprio per colpire le barriere poste all’interno della pista.

Il corpo del trentunenne è ustionato e, dopo un controllo al centro medico, viene portato in ospedale per le medicazioni. Nel corso del pomeriggio arrivano le prime notizie, per fortuna positive: Anderson ha sì ustioni a collo, faccia, braccio destro, mani e ginocchia fino al secondo grado e verrà poi dimesso dall’ospedale di Birmingham in serata. Tutti possono tirare un sospiro di sollievo perché, vedendo la tipologia di incidente, la situazione poteva essere decisamente peggiore, sia per l’incendio in sé, sia per la possibile intossicazione da fumi, sia per l’impatto col muretto avvenuta col pilota quasi fuori dall’abitacolo.

L’interruzione anticipata aiuta John Hunter Nemechek a vincere il primo stage di giornata. Zane Smith, Hocevar, Chandler Smith e Howard procedono lentamente e in fila dietro al pace truck quando viene sventolata la bandiera a scacchi biancoverdi. Quasi tutti i piloti optano per la prima sosta prima dell’inizio del secondo stage, anche Greenfield fruitore del lucky dog.

Il secondo stage sorride a Chandler Smith fin dal primo momento, quello in cui Nemechek, primo all’interno, sbaglia la partenza. Basta mezzo giro per neutralizzare tutto: Colby Howard perde lo pneumatico posteriore sinistro, sintomo di un difetto della gomma, che rimane in pista. Nessun danno, fortunatamente, per Colby, che dovrà scalare la classifica da capo dopo un nuovo pit. Greenfield approfitta del secondo lucky dog di giornata.

Anche stavolta il tempo sotto bandiera verde non è molto, non abbastanza per vedere l’evoluzione della lotta fra Chandler Smith e Rhodes. Cede, infatti, completamente la gomma anteriore destra ad Alan, che si proietta contro le barriere di curva 3. Anche Dauzat, coinvolto nell’incidente, e Thompson, probabilmente per problemi meccanici anche se le informazioni su di lui sono quasi assenti, si ritirano, mentre Hocevar deve rientrare in pit lane delle riparazioni di emergenza, ma non è l’unico. I piloti di fondo classifica anticipano la sosta di fine stage, pronti a ribaltare la situazione nel finale.

Nelle fasi finali i truck corrono liberi. Chandler Smith e Ben Rhodes lottano fino all’ultimo giro. Il campione in carica si porta davanti per pochi centimetri, ma Nemechek aiuta il compagno di squadra spingendolo. Nelle ultime fasi Chandler cerca la difesa finale zigzagando, riuscendo nell’impresa di portarsi a casa lo stage 2. Tutta la top 5 è formata da playoff drivers, visto che a inseguire il truck #18 si trovano Nemechek, Friesen, Rhodes ed Enfinger.

Vista la sosta anticipata dei backmarkers, la prima fila alla partenza dello stage 3 è insolita. Holmes, grazie alla spinta di DiBenedetto, stacca subito Purdy, il quale dovrà accodarsi all’esterno. Nonostante un iniziale dominio, l’arrivo di Eckes a capo della corsia esterna cambia presto le carte in tavola. Purdy ne approfitta per prendersi il primo giro in testa della gara.

La lotta fra Purdy e Eckes prosegue per diversi giri sotto gli occhi di Holmes, guardingo. Nonostante gli zig zag continui sul trioval, Chase non si fa beffare per diverso tempo, fino al giro 54. Un errore impercettibile lo lascia in mezzo, senza corsia di riferimento, scivolando quindi in fondo al gruppo.

Senza più il Toyota #61 fra i protagonisti la testa passa a Holmes ed Eckes, che battagliano nelle loro file per diversi giri, fino a un arrivo inaspettato in grado di scombinare i loro piani. Carson Hocevar entra in azione e subito costringe il part timer e owner del #32 all’errore, facendolo scomparire dalle prime posizioni.

Per qualche giro la gara torna in single file, senza emozioni, fino al giro 62, quando Nemechek inaugura le soste in regime di green flag. Il fatto che si fermi da solo a Talladega è sintomo che qualcosa non abbia funzionato e infatti c’è stata una incomprensione nella strategia.

Al giro successivo è sosta generale, ed è proprio in questa occasione che si verifica una delle caution più strane della stagione. Durante il passaggio dei truck in pit lane, un meccanico di Hailie Deegan si lascia sfuggire una gomma dopo che Hailie ha tagliato la strada ad un altro truck, toccandosi con questo ed entrando decisamente lunga nello stallo sfilando la ruota al suo meccanico.

Lo pneumatico attraversa tutta la carreggiata, rischiando di arrivare in pista. Il meccanico, imprudentemente, decide di andare a riprenderlo subito, ma la sua azione provoca la caution. Fortunatamente nessun danno materiale, ma sicuramente il meccanico in questione non passerà un bel finale di stagione. La sua imprudenza gli costa l’espulsione immediata dal garage e arriverà quasi sicuramente anche una sanzione elevata al team per il suo errore.

Hocevar brucia Eckes dall’esterno alla ripartenza, ma il pilota Toyota riesce a ritornare in testa prima di fine giro. A quello successivo avviene il preludio di un incidente quando Enfinger perde il controllo del mezzo in curva 2, riprendendo fortunatamente il suo Chevy senza conseguenze.

Mentre Hocevar e Eckes (aiutato da Rhodes) lottano nelle corsie, viene chiamata la caution al giro 73. Colby Howard si gira in curva 4 dopo aver toccato l’apron. La causa dell’incidente, per il pilota di McAnally, potrebbe essere un cedimento della gomma posteriore destra, particolarmente frequente durante la gara. Cobb si ritira durante la caution.

Altro restart, altra lotta per la testa fra Eckes e Hocevar, che, per altro, non dura più di un paio di giri. Enfinger, nelle prime posizioni della corsia esterna, ha un cedimento della gomma posteriore sinistra. Appena perso il controllo si ritrova colpito da Self, Sauter e Gray. Honeycutt sfiora il disastro, rimanendone fuori per miracolo. Sauter ed Enfinger, nonostante delle riparazioni che li obbligano a perdere terreno, rientrano in corsa, cosa non possibile per Self e Gray, definitivamente fuori dalla gara.

La ripartenza non ha bisogno di presentazioni, visto la lotta per la testa fra Eckes e Hocevar prosegue come previsto fino al giro 91, quando avviene un fatto insolito. Hocevar rallenta improvvisamente e si butta nell’apron dopo l’ennesimo cedimento di giornata. Il ragazzo di Niece si rende protagonista, se si può dire così, di un mezzo tesacoda per ottenere la caution, che arriva puntuale, come la sua penalità di un giro (come ormai da regolamento applicato negli ultimi anni). Sauter ringrazia per il lucky dog.

Si entra così in regime di overtime. Eckes e Rhodes partono appaiati, entrambi consci di come una vittoria potrebbe essere fondamentale per il loro arrivo da pretendenti al titolo a Phoenix. Entrambi possono contare su un alleato che, vedendo la situazione, ha tutto da guadagnare e nulla da perdere. Matt DiBenedetto parte dietro ad Eckes, Bret Holmes dietro a Rhodes.

Eckes sfrutta la spinta di DiBenedetto per portarsi davanti a Rhodes, il quale però sul rettilineo si fa valere grazie all’aiuto di Holmes che presto approfitta del passaggio in corsia esterna di Eckes per rubare il suo posto. Al secondo giro tutto è concesso. Holmes ed Eckes combattono fianco a fianco fino alla fine, ma è un terzo fattore a rendere ancora più emozionante il finale.

Nel trioval Eckes compie un incertezza e Heim lo colpisce. Da lì si innesta il famoso big one, dove moltissime auto vengono coinvolte. In pista c’è il caos. La caution viene chiamata dopo un paio di secondi dal contatto, prima del passaggio sulla linea del traguardo, e questo crea molta confusione.

Bret Holmes ha tagliato il traguardo per primo, ma qual è la classifica al momento dello scoccare della caution? Ci vogliono diversi minuti per mettere insieme i pezzi e ufficializzare i risultati, che sicuramente non faranno piacere al part timer di casa.

Matt DiBenedetto vince la sua prima gara in NASCAR. Il pilota, rookie nella serie minore dopo 7 stagioni in Cup Series, arriva finalmente al successo tanto desiderato dal primo momento in cui è entrato nell’ambiente. Inoltre è anche la prima vittoria di Rackley WAR, team entrato nella serie la scorsa stagione.

La gioia è inestimabile per due entità diverse dai percorsi opposti. Il pilota, che deve rialzarsi dopo essere stato lasciato fuori dai big, ha ottenuto il primo grande obiettivo della sua rinascita. Il team, un nuovo arrivato nell’ambiente, si è portato a casa il primo di quella che potrebbe essere una lunga serie di successi.

Dalle analisi nel post gara si scopre che la top 5 finale contiene Rhodes, Holmes, Preece ed Eckes. Per vedere il prossimo playoff driver bisogna scavare fino alla quattordicesima posizione, assegnata a Chandler Smith dopo i fatidici problemi alla posteriore destra che hanno colpito molte vetture, tra cui quella di Zane Smith, diciassettesimo. Molto distanti anche gli altri: Friesen è ventesimo, Majeski ventitreesimo, Nemechek ventiquattresimo ed Enfinger ventinovesimo, un giro indietro rispetto al leader.

Oltre alle polemiche, inevitabili, per il timing della caution che a seconda del momento in cui fosse stata esposta negli ultimi 400 metri avrebbe assegnato la vittoria a DiBenedetto, Holmes o Rhodes, inevitabili sono le discussioni anche sul gommista. Goodyear è nell’occhio del ciclone per l’ennesima volta. Dopo i problemi riscontrati soprattutto in Cup Series e non solo (fra le tante categorie anche il WTCR), le gomme della casa americana si sono rivelate di nuovo pericolose.

Delle forature sistematiche, causate a quanto pare soprattutto dall’usura eccessiva e inaspettata dello pneumatico posteriore destro, e frequenti rovinano lo spettacolo, viste le numerose interruzioni alla gara, ma soprattutto aumentano il pericolo per i piloti, che rischiano gravi traumi in incidenti di cui non possono avere controllo. La speranza è sempre quella di risolvere il problema, ma i precedenti sono pesanti, soprattutto quest’anno.

I risultati odierni

La classifica della “Chevrolet Silverado 250”

La classifica generale

Questa la griglia playoff dopo la seconda gara del “Round of 8”

NASCAR Truck Series classifica dopo Talladega 2022

La vittoria di DiBenedetto, non ai playoff, lascia ancora Majeski come unico pilota con un biglietto per Phoenix. Gli Smith al momento sembrano ben piazzati, con ottime probabilità di giocarsi il titolo, mentre Rhodes, nonostante sia dentro il Championship 4, potrebbe essere superato da Nemechek, Eckes o Friesen, tutti e 3 con meno di 5 punti di distacco dal campione in carica. Enfinger è al momento il più distante dalla qualificazione, visti i 19 punti di distacco da Rhodes.

I prossimi appuntamenti

Domenica 2 ottobre, alle 20.00, avrà via la seconda gara del Round of 12 di NASCAR Cup Series, appuntamento numero 31 della stagione, la Yellawood 500, gara lunga 188 giri.

La NASCAR Truck Series tornerà in pista il 22 ottobre, fra 3 settimane, con l’appuntamento di Homestead Miami, la Baptist Health 200, gara di 134 giri che deciderà definitivamente i rimanenti 3 nomi che si giocheranno il titolo al Championship 4.


Immagine: Media NASCAR

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