Chiamato a fare lo scudiero di Zane Smith, con il ko del compagno Moffitt va a vincere a Talladega una gara molto accesa nel finale
Metà gara tranquilla, metà gara fin troppo animata. Si inizia con 40 giri, 38 e mezzo a dire la verità, che scorrono via lisci e si finisce con la rissa ai limiti del regolamento fra Sanchez e Crafton. Questo però succede nel garage, in pista Brett Moffitt si è preso una meritata vittoria da battitore libero visto che Zane Smith è finito out tutto da solo. Una classica Talladega nei playoff che ha fatto selezione fra big e possibili sorprese con il destino in vista dell’ultimo taglio ancora aperto.
La gara
Il sabato a Talladega vede il consueto format ristretto con solo qualifiche e gara. Ci sono ben 40 iscritti per 36 posti; i DNQ saranno Cobb, McGee, Greenfield che nemmeno riesce a disputare la sessione e Boyd, il trionfatore del 2019 con la maledizione dei vincitori di Talladega che prosegue dato che alla bandiera verde mancano gli ultimi cinque dell’albo d’oro.
Già, manca anche Matt DiBenedetto, al quale il team Rackley WAR ha dato il ben servito dopo Bristol e l’eliminazione dai playoff. Matt prima ancora di Bristol aveva comunicato pubblicamente di non voler tornare nel 2024, di volersi (ancora) rimettere in gioco e aspettare proposte più allettanti. E così, visto che DiBenedetto non porta sponsor e il team si autofinanzia o quasi, la squadra ha deciso di voler pensare già al futuro. Intanto per la giornata viene chiamato Chandler Smith.
Dopo Bristol Heim è già al sicuro e probabilmente ringrazia la vittoria dato che fallisce due volte i controlli tecnici e quindi perde la pit selection per Miami; Eckes, Hocevar ed Enfinger hanno un vantaggio di almeno 14 punti fra i virtualmente eliminati fra i quali c’è Zane Smith che per l’occasione avrà un alleato di livello, il campione 2018 Brett Moffitt.
In qualifica si conferma il dominio Kyle Busch Motorsports (in settimana è arrivata la clamorosa notizia della cessione del team allo Spire Motorsports) – Rev Racing con la pole di Purdy davanti a Sanchez, Garcia è ottimo terzo su Thompson, poi Majeski, Wood, Hocevar, Rhodes ed Heim, Eckes è solo 16°, Zane Smith 18°, Enfinger addirittura 25°.
Nemmeno si parte e c’è il primo colpo di scena: Garcia finisce con la frizione ko e deve andare nel garage; inizierà la sua corsa con quasi 20 giri di ritardo. Alla bandiera verde il gioco di squadra fra Purdy e Sanchez funziona, Chase scende all’interno rimanendo al comando e lasciando allo scoperto Wood perché Thompson è partito dal fondo per modifiche in parco chiuso, tuttavia Jack si prende una penalità per aver cambiato corsia prima del via. Il primo a lanciare un 3-wide è Crafton e il compagno di squadra Rhodes si unisce subito a lui.
Nelle prime posizioni si forma così un accenno di fila indiana, l’esterno è rimbalzato indietro, rallentato dalla terza fila sempre più piena dato che ci saltano su Caruth (una gara praticamente sempre all’esterno) e Chandler Smith. Intanto i piloti dei playoff sono risaliti in top10 tranne Enfinger ancora staccato. Chi ha perso la scia è invece Jason White (il canadese, quello omonimo americano è stato arrestato il mese scorso per guida in stato di ebbrezza) a causa di problemi al motore e gira quasi 10″ più lento.
Dopo i primi cinque giri alla fine si è formato un 2-wide dato che la terza corsia è esplosa con Rhodes (che forse alza il piede per evitare rischi) e Zane Smith a perdere terreno mentre Wood solo ora sconta la penalità. Nel gioco delle coperture fra le due corsie Purdy viene fatto saltare e così Sanchez passa al comando. E così a guidare la seconda fila si porta Kligerman con Caruth (che poi viene fatto saltare) mentre David Gilliland, sulla #1 del suo team, entra in top5. Anche Dauzat viene mandato ai box per problemi tecnici.
Chi può riaprire la terza corsia? Ovviamente il trio Rhodes-Crafton-Caruth, ma i risultati sono poco rilevanti. Chi avanza con la seconda è invece Kligerman con dietro di sé Purdy.
Ai -6 di una rapida prima stage da 20 giri il gruppone raggiunge Wood che viaggia da solo dopo la penalità. Jack gioca un po’ sporco, rimanendo interno per sparigliare le carte e rimanere con il plotone prendendosi un facile lucky dog. Il gioco funziona (a pagare è Drew sulla #61 di Hattori Racing), Purdy cerca di approfittarne spingendo forte Kligerman il quale però in curva2 rischia sempre tanto allargandosi troppo aprendo la porta.
Si arriva così all’ultimo giro con le due file appaiate, ma l’esterno si scompone con Enfinger che salta fuori dal quinto vagoncino e così rallenta la fila. Sanchez vince la prima stage senza avversari davanti ad Hocevar, Heim, Majeski, Holmes, Howard, Kligerman, Tanner Gray, David Gilliland e Thompson già in top10 dopo essere partito dal fondo; gli altri quattro dei playoff sono tutti fra il 12° e il 18° posto, Wood è il lucky dog.
Il primo giro di soste è luogo del primo colpo di scena; dopo la sosta al passaggio successivo di Crafton, un Vargas reduce da una doppia top10 in Euro NASCAR ad Oschersleben e Van Alst, Sanchez fa solo il pieno e rimane al comando davanti a Majeski, Rhodes, Kligerman (due gomme come tutti gli altri che lo seguono), Gilliland, Holmes, i fratelli Gray con Hocevar ed Eckes. Zane Smith commette, come a Bristol, un errore gravissimo.
Entrando nello stallo il campione in carica (un errore decisamente non da lui, ma è un’annata strana per Zane) blocca i freni posteriori e perde il controllo travolgendo un suo meccanico che miracolosamente non riporta conseguenze fisiche. Per Smith c’è oltre, ad una penalità, anche un retrotreno danneggiato, ma oltre al danno c’è pure la beffa. Non è chiaro se il problema nasca dall’incidente, ma la #38 accusa problemi alla frizione con la marcia che esce da sola e così Zane Smith anziché iniziare la seconda stage andrà nel garage.
Dopo le doppie soste di Enfinger, altro fattore importante, per aggiustamenti all’anteriore dopo una penalità per falsa partenza dei meccanici, Drew ed Ankrum può avere inizio una seconda stage di appena 13 giri dopo una caution inutilmente lunga (come la maggiore di quelle che seguiranno).
Sanchez dall’interno rimane solo con Majeski grazie alla spinta enorme di Ty, tuttavia scappano troppo e di rincorsa arriva il tandem Kligerman-Gilliland. Mentre Parker mette il muso davanti, ovviamente Caruth apre la terza fila senza trovare rinforzi se non Purdy. Kligerman alla fine ha la meglio, tuttavia dopo aver coperto deve vedersela con un arrembante Hocevar riuscendo a respingere gli attacchi di Carson.
Hocevar deve quindi cambiare strategia, andare all’esterno e passare lì Kligerman. A favorire in parte questo ci pensa poi un rischio fra Thompson ed Holmes che fa disunire la seconda corsia guidata ora da Sanchez; Gilliland invece viene fatto saltare.
Kligerman decide a questo punto di svincolarsi dalla scia di Hocevar e quindi passa lui a guidare la seconda fila seguito da Sanchez; più dietro ovviamente Caruth in terza fila, però in scia ad un Eckes che cerca il recupero. Le due file viaggiano appaiate per qualche giro, poi alla fine Parker guadagna quei metri decisivi, copre solo ai -2 insieme a Sanchez lasciando al vento Holmes.
In coda intanto il 3-wide è diventato 4-wide con Ankrum da solo e poi ancora più larghi Drew con Friesen. Sembra tutto risolto in curva2 e invece in curva3 il patatrac. Eckes, tornato in coda all’interno, tocca Friesen e lo spedisce contro il muro travolgendo sul percorso gli incolpevoli Ankrum e David Gilliland. Stewart scende da solo dalla vettura, ma poi salirà in ambulanza e passerà la serata in ospedale per accertamenti vista la violenza dell’incidente.
Kligerman vince così sotto caution la seconda stage davanti a Sanchez, Hocevar, Majeski, Rhodes, Tanner e Taylor Gray, Holmes, Thompson ed Heim, con Enfinger 12°, Eckes 18° e White lucky dog pur essendo staccato di 14 giri.
Quello che non si sa è che con questo incidente si è accesa la miccia e la terza stage sarà fin troppo turbolenta.
Dopo un mix di strategie in pit lane a prendere il comando sono i fratelli Gray mentre Sanchez è sempre appostato lì, molti altri decidono invece di fare un pit completo e cambiano quattro gomme. Ovviamente la classifica rimescolata dopo la ripartenza ai -48 non permette stabilità e dopo cinque giri di movimenti arriva un’altra caution: in curva2 Taylor Gray perde il controllo su una toccata di Currey e finisce nel mucchio coinvolgendo anche Ankrum (di nuovo), altre vetture in formato minore (fra cui Kligerman e Wood) ma soprattutto Majeski ed Enfinger con danni per entrambi al muso.
Oltre agli ammaccati, con Enfinger che perde un giro ai box, c’è la sosta anche di Hocevar che però solo rabbocca e perde così posizioni che faticherà a recuperare finendo in mezzo ai guai degli altri. Si riparte ai -37 con Sanchez che aveva preso il comando poco prima della caution davanti a Tanner Gray, Howard, Purdy, Eckes ed Heim.
Sullo scatto Gray parte bene, tuttavia rimane da solo e così Purdy spinge e lascia Sanchez al comando. La tregua dura però l’arco di un paio di giri poi un’altra caution: Enfinger viaggia con un mezzo danneggiato fra le due corsie e viene aggirato da quasi tutti sul rettilineo opposto, non da Currey che stringe troppo perdendo le coordinate e così nella carambola travolge l’incolpevole Tyler Hill. E Grant viene beffato perché essendo stato coinvolto nell’incidente non può prendere il lucky dog.
Si è aperta la finestra per l’ultimo pieno e tutti tranne Holmes e Wood (che hanno pittato poco prima e sulla carta devono fare 38 giri con un pieno) vanno ai box; Sanchez precede un Moffitt che entra in campo davanti a Purdy, Tanner Gray, Chandler Smith, Hocevar (che recupera dovendo fare un rabbocco minore), Thompson, Eckes, Heim e Kligerman.
Moffitt sulla carta doveva scortare ed aiutare Zane Smith, dopo i problemi enormi per il compagno di squadra il suo ruolo è cambiato, infatti non è lì nemmeno per togliere punti o vittorie per gli avversari, Zane è condannato dalla matematica a vincere a Miami, e quindi Brett è battitore libero.
Green ai -32, Wood fa quasi saltare Holmes sull’apron e così dall’esterno Sanchez sembra avere la meglio, poi però all’improvviso verso curva3 si porta a sinistra e rallenta avviandosi ai box. Problema meccanico? No, penalità per laying back at the restart. E in effetti Nick sembra aver alzato il piede cercando la spinta da dietro, ma la poca consistenza dei commissari riguardo a questa infrazione, malgrado i ripetuti promemoria in questi playoff, è clamorosa. Ad esempio Hamlin in Kansas persino ammise di averlo fatto ma di penalità nemmeno l’ombra.
Sanchez perde così mezzo giro e scia del plotone, ad ereditare la testa di un gruppo in fila indiana (con i soliti Rhodes e Crafton all’attacco) è quindi Moffitt. Dal nulla, però, nasce di nuovo una seconda fila più corposa con Eckes a guidarla, Christian prova di slancio a mettere Brett nel mezzo, tuttavia la manovra fallisce e quello a rimanere da solo è rimbalzare in fondo è proprio Eckes.
Nasce così un 2-wide con Moffitt e Chandler Smith a guidare le due corsie spinti rispettivamente da Purdy ed Hocevar. A prevalere è Chase che manda Brett talmente avanti che riesce a cambiare corsia e mettersi a fare la locomotiva. Tuttavia ad aiutare Moffitt arriva la coppia ThorSport con Rhodes e Crafton. Lo scambio di corsie fra questi quattro piloti è notevole e bello da vedere e alla fine prevale Purdy anche perché arriva un’altra caution: Wood perde il cofano danneggiato non si sa in quale occasione e quindi bisogna togliere i detriti dalla pista.
Chi ringrazia la bandiera gialla sono Sanchez (che torna nel gruppo) ed Enfinger (giro recuperato); in pochi in coda vanno ai box fra cui gli stessi Nick e Grant mentre Zane Smith torna in gara con 44 giri di ritardo e solo qualche punto da recuperare.
Si riparte ai -18 dopo un’altra caution inutilmente lunga e Purdy sembra scattare malissimo, in realtà la vettura gli si è spenta all’improvviso e viene mandato sull’apron da Chandler Smith; la #4 poi si riaccenderà. L’interno però si è disunito rischiando il tamponamento a catena e così dall’altra fila Moffitt torna al comando davanti a Rhodes, Crafton ed Holmes.
I quattro però sono troppo soli e così l’altra corsia recupera subito terreno e Kligerman a guidarla recupera terreno e così si riavvicina a Moffitt, tuttavia arriva un’altra caution. Sul trioval Hocevar spinge troppo Caruth, ancora all’esterno, Rajah perde il controllo e travolge l’incolpevole Vargas che finisce a muro e incredibilmente riesce a proseguire. Taylor Gray è il lucky dog, ma recupera solo uno dei due giri persi.
Dopo le soste dei danneggiati, di Drew (non si sa perché dato che era settimo), Deegan e Purdy che così si salva, altra bandiera verde ai -10 con i due tandem Moffitt-Rhodes ed Eckes-C.Smith a lottare. La battaglia, vinta di rincorsa da Eckes, viene interrotta in curva4 da un’altra caution.
Purdy cerca di infilarsi nel mezzo fra Majeski ed Howard, Colby tuttavia stringe un pochino e scatta l’incidente – violento per la #4 – che coinvolge solo loro due mentre molti altri si rifugiano in pit lane per evitare guai. E Taylor Gray torna a pieni giri.
Dopo aver buttato altri giri dietro la pace car arriva una breve bandiera rossa per pulire la pista, poi si riparte con Eckes, C.Smith, Moffitt, Rhodes e Thompson in top5 e Sanchez già 12° per uno sprint di tre giri, potenzialmente la fase di green in chiusura di gara più lunga addirittura dal 2008. Ovviamente non andrà a finire bene, anzi.
In sintesi il giro di lancio è identico al precedente, con i due tandem a lottare, stavolta a Moffitt a prevalere prima di una caution. Ed è il big one.
La causa scatenante è la stessa, un tentativo di 3-wide in uscita di curva4, stavolta è Sanchez a cercarlo all’interno di Crafton, solo che stavolta nel mucchio ci finiscono anche Van Alst (vertebra fratturata per lui), Majeski, Enfinger, Hocevar, Tanner Gray, Roper, Holmes e Caruth (e forse anche altri inclusi Smithley, Taylor Gray, Vargas e Drew).
Crafton termina la sua corsa contro il muretto dei box e si vede subito che ce l’ha con Sanchez visti i gesti contro la sua crew, ma si crede che sia finita qui. Ci torneremo dopo.
Dopo un’altra bandiera rossa e altre soste fra ammaccati e no, si va all’overtime per quella che è certo che sarà la gara più lunga nella storia dei Truck a Talladega (per tempo, pareggio per numero di giri visto che per fortuna non ci saranno altri incidenti). La classifica vede Moffitt davanti ad Eckes, Rhodes, C.Smith, Thompson, Heim, Kligerman, Dye, Sanchez ed Alan ed appena 19 auto a pieni giri.
I tandem sono ancora Moffitt-Rhodes ed Eckes-Smith. Dopo un po’ di deragliamento iniziano le polemiche. Da regolamento il locking bumpers, ovvero la spinta continuativa non è ammessa. Tuttavia è palese che Chandler Smith faccia proprio questo con Eckes, eppure la NASCAR non prende provvedimenti.
La loro velocità è talmente notevole che dopo un giro i due sono soli, troppo soli. E così Moffitt con Rhodes recupera in fretta, al punto che Eckes in curva2 deve bloccare Brett, ma la differenza di velocità è troppo grande, Christian manca il tempo, Moffitt incrocia e passa dovendosi difendere ora dal vero leader della corsia esterna, ovvero Kligerman.
Mentre Christian rimane al vento da solo (e da primo finirà 19°), Moffitt si riunisce a Rhodes, l’attacco di Kligerman non va a buon fine e rimbalza, così la passerella per la #34 è decisamente tranquilla.
Moffitt torna al successo nella Truck Series alla prima apparizione stagionale precedendo Rhodes, Thompson, Chandler Smith, Heim (zitto zitto quinto senza fare o rischiare nulla), Dye, Sanchez, Deegan, Kligerman ed Alan; Hocevar è 11°, Enfinger 13° malgrado i notevoli danni, Eckes 19°, Majeski 21°, Zane Smith 32°.
In pista un solo overtime, nel garage un secondo invece e forse è una brutta parentesi, infatti la rissa fra Crafton e Sanchez non è delle più edificanti.
Purtroppo, per dovere di cronaca, abbiamo solo la testimonianza di Nick, il quale riferisce “Ero di spalle nei pressi del centro medico quando qualcuno mi ha bussato da dietro sulla spalla, mi sono girato ed ho ricevuto un pugno in faccia da Crafton che era in borghese.” Ovviamente la rissa degenera con i meccanici ed un Cory Roper salvifico a togliere dal mucchio un Sanchez arrabbiatissimo che arriva a dire: “A Miami ti ucciderò” riferito ovviamente a Crafton.
Sanchez che sul momento ne esce peggio con questa frase e con il volto insanguinato (naso rotto?), a posteriori invece lo scenario invece si ribalta in attesa dell’altra versione dei fatti. La NASCAR sta indagando ed eventuali penalità saranno rese note in settimana.
In classifica intanto Heim rimane l’unico qualificato, anche se Hocevar con il +23 sembra essere abbastanza al sicuro. Rischiano di più Eckes e Sanchez con Enfinger e Rhodes in agguato. Ben più indietro Majeski e Zane Smith con quest’ultimo, come detto, obbligato a vincere.
I risultati odierni
La classifica della “Love’s RV Stop 250”
La classifica generale
Così in campionato dopo la seconda gara del Round of 8 della NASCAR Truck Series 2023
I prossimi appuntamenti
Stasera alle 20:00 a Talladega (diretta su Mola con in commento di Matteo Senatore e del nostro Simone Longo) ci sarà la gara della NASCAR Cup Series, fulcro del Round of 12; a partire dalla pole position sarà Aric Almirola. La NASCAR Truck Series deciderà gli ultimi qualificati per il gran finale di Phoenix il 21 ottobre a Miami-Homestead.
Immagine: Media NASCAR
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