NASCAR | Truck Series, Martinsville: Christian Eckes domina sullo short track della Virginia

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Tempo di lettura: 12 minuti
di Francesco Gritti @franz_house_vg
7 Aprile 2024 - 14:30
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Christian Eckes vince la Long John Silver’s 200 a Martinsville. Il nativo dello stato di New York ha ottenuto la prima posizione anche nei singoli stage

Christian Eckes è fenomenale e lo ha dimostrato più volte. Grinta, velocità e sangue freddo sono caratteristiche che raramente coesistono nella stessa persona, figuriamoci nello stesso pilota. Il vero problema è la Truck Series in sé. Dopo la grande fuga di fine 2023 il livello si è abbassato e i mezzi in pista sono pochi, e questo non garantisce più lo stesso divertimento provato dal pubblico nelle stagioni passate. Decisamente un grande peccato.

La NASCAR Craftsman Truck Series torna in pista dopo una settimana di pausa per il sesto appuntamento stagionale, la Long John Silver’s 200 a Martinsville. La prova odierna è la prima della parte centrale della regular season, quella dove, malgrado sia ancora inizio aprile, i valori in campo sono già quasi definiti e nella quale è necessario ottenere buoni risultati se si vuole essere considerati in lizza per i playoff.

Il Martinsville Speedway è un circuito storico. Lo short track più breve del calendario, data la lunghezza di appena 0.526 miglia (847 metri per noi europei), non ha subito grosse modifiche da quando è stato asfaltato nel 1955. L’unico cambio al layout degno di nota riguarda la pit lane, divenuta unica e non più divisa sui due rettilinei nel 1999. Le curve sono molto caratteristiche, visto il banking in cemento non preponderante e la velocità estremamente bassa con cui devono essere affrontate.

La Long John Silver’s 200 è una gara presente fin dalla fondazione del campionato, nel 1995. La prova in Virginia non si è disputata solo durante le stagioni 2020 e 2021, principalmente per via della pandemia di Covid. Il ritorno, avvenuto nel 2022, ha visto la lunghezza decrescere a 200 giri dai 250 previsti fino al 2019. Nella scorsa edizione si è assistito al debutto in NASCAR delle gomme da bagnato su un tracciato ovale nel corso di una sessione di gara.

Sono 34 le vetture iscritte all’evento. Kaden Honeycutt e William Sawalich tornano a bordo del truck guidato a Bristol (rispettivamente, lo Chevrolet #45 di Niece Motorsports e il Toyota #1 di Tricon Garage), prendendo il posto lasciato vacante da Chastain e Hawksworth. Stephen Mallozzi e Sammy Smith svolgono la loro prima gara dell’anno in Truck Series. L’ex giornalista sostituisce Fartuch sul Ford #22 di Reaume Brothers Racing, mentre l’alfiere JR in Xfinity copre l’assente Zilisch sul #7 di Spire Motorsports.

Blake Lothian torna nella serie dopo un anno e mezzo di assenza grazie a Young’s Motorsports, che gli ha messo a disposizione il proprio Silverado #20 guidato da Salas ad Austin. La squadra non schiera il #12, iscritto al precedente appuntamento. Tornano dopo un round di assenza il Toyota #90 di TC Motorsports, ovviamente guidato da Justin Carroll, e il Ford #66 di ThorSport Racing, questa volta affidato al due volte vicecampione Supercars Cam Waters. Roper Racing ed Henderson Motorsports disertano la trasferta in Virginia.

La qualifica si compone di due giri consecutivi svolti a pista libera da ognuno dei partecipanti. La superficie del tracciato risulta in condizioni perfette. Ty Majeski, pilota del Ford #98 di ThorSport Racing, conquista la pole position grazie a uno straordinario 19.417″, nuovo record di categoria. Partirà al suo fianco Christian Eckes, alfiere dello Chevrolet #19 di McAnally-Hilgemann Racing, più lento di soli 20 millesimi rispetto all’ingegnere in P1.

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La gara

La partenza sorride ad Eckes che riesce a imporsi dall’esterno su Majeski. I due allungano presto sul resto del gruppo che nelle fasi iniziali procede tranquillamente. Al giro 17 si assiste al primo ritiro di giornata, quello di Lothian. Il truck del ventunenne in forza a Young’s ha sofferto di surriscaldamento, problema irrisolvibile nel breve termine.

Al trentesimo passaggio viene chiamata in causa per la prima volta la pace car: Moffitt si gira in curva 3. Fortunatamente il nipote d’arte può continuare la corsa, visto che il suo Chevy non ha subito nessun danno. Thompson, Waters, Sawalich e Currey anticipano di molto la prima sosta. Nel frattempo Holmes torna a pieni giri grazie al lucky dog.

Si riparte quando mancano poche miglia al termine della prima fase di gara. Eckes brucia Majeski dall’interno. Anche Riggs si fa minaccioso, ma non riesce a concretizzare un sorpasso sull’ingegnere di ThorSport. Degna di nota una scaramuccia nelle retrovie fra Crafton e Wood, con il veterano che spinge il giovane part timer oltre il cordolo nel corso della prima virata.

Christian Eckes domina lo stage 1. Il pilota dello Chevrolet #19 di McAnally-Hilgemann Racing ha dimostrato ancora una volta tutto il suo talento grazie ad una performance perfetta. Majeski, Riggs, Heim, Sanchez, Rhodes, Ankrum, Garcia, Honeycutt e Purdy conquistano stage point.

A questo punto della corsa si possono identificare diverse strategie. C’è chi ha svolto la prima sosta sfruttando la caution causata da Moffitt, c’è chi preferisce aspettare il tanto agognato giro 50 e c’è chi, invece, inizia il secondo stage con gomme usate. Majeski, Rhodes, Heim, Riggs e Taylor Gray appartengono al secondo gruppo, quello più numeroso. Eckes e Sanchez, invece, optano per la tattica più conservativa. Al termine del lucky dog di Massey si riparte.

Il vincitore dello stage 1, aiutato da un contatto con Sanchez, continua a dettare il ritmo. Il vincitore di Daytona, partito in corsia esterna, pare invece disorientato. Anche Ankrum lo sorpassa senza difficoltà nelle primissime fasi in bandiera verde.

Già al giro 65 rientra in pista la pace car. Crafton colpisce il retro del Tundra di Tanner Gray in curva 2, mandandolo in testacoda. Fortunatamente, il maggiore dei fratelli in Tricon ha subito solo lievissimi danni estetici. I due appena menzionati decidono di compiere una sosta assieme a Sanchez, Caruth e Massey. Carroll (tra l’altro coinvolto indirettamente nell’impatto assieme al sopracitato pilota Young’s) conquista il lucky dog.

La ripartenza successiva conferma le gerarchie. Eckes si impone immediatamente su Purdy, il primo della corsia esterna. Ankrum conferma la sua forma superando in curva 3 lo Chevy #77 che appare in evidente difficoltà a causa di un degrado gomme molto marcato.

Giro 76. Smith tocca Wood in percorrenza di curva 4. Il part timer di McAnally è costretto a spostarsi verso l’esterno per correggere la traiettoria del suo Silverado, che incontra quella del Ford di Riggs. L’unico pilota schierato da Front Row va quindi in testacoda, fortunatamente senza subire grossi danni. Il rookie decide comunque di effettuare una sosta. Anche Waters, Heim, Mills e Dye seguono questa decisione. Moffitt lucky dog.

Deja vu al restart. Eckes prende la leadership immediatamente, mentre Ankrum azzanna Purdy, partito all’esterno del vincitore del primo stage. Insomma, sembra il prologo di un finale di stage calmo e senza colpi di scena.

In un certo senso è andata così. Le posizioni vengono neutralizzate al giro 98 a causa di un errore in curva 1 di Dye. Il giovane pilota del #43 frena troppo tardi e colpisce il compagno di marca Boyd, il quale vira sul povero Riggs, che si ritrova di nuovo in testacoda.

Christian Eckes si porta a casa il secondo stage con uno score perfetto: ha concluso in testa tutti i 100 giri finora percorsi. Ankrum, Purdy, Majeski, Honeycutt, Garcia, Thompson, Currey, Taylor Gray e Sawalich concludono la top 10.

A differenza di quanto si vede di solito, non avviene la sosta generale di metà gara. Sono diversi i truck che decidono di rimanere in pista con gomme usurate. Si fermano, fra i tanti, Garcia, Eckes, Ankrum, Honeycutt, Purdy, Smith, Thompson e Riggs. Il lucky dog di Mallozzi permette al pubblico di assistere a un inizio di stage molto particolare, visto che nessuno dei piloti ancora in gara è doppiato.

Majeski sfrutta la corsia interna per mantenere la P1 guadagnata con la sosta di Eckes. L’ingegnere si impone senza troppa difficoltà su Sawalich, il quale viene immediatamente superato anche da Taylor Gray. Il cinque volte campione ARCA Midwest scappa in solitaria, ma presto deve fare i conti con gli incidenti nelle retrovie.

Sesta caution di giornata al giro 134. Honeycutt cerca di superare Dye in curva 2 ma non ha lo spazio necessario per compiere la manovra. Il part timer, tappato dal coetaneo, si gira in uscita, sfiorando le barriere interne. Crafton, Waters, Rhodes, Smith e Hill sfruttano la neutralizzazione per compiere l’ultima sosta programmata. Lucky dog per Riggs.

Majeski continua ad allungare sugli avversari principali. Eckes rimonta grazie alle gomme fresche. Nessuno dei due vuole cedere nulla all’altro. In questo contesto un errore come quello di Enfinger, che ha toccato il muro in uscita da curva 2 durante il 144° passaggio, può essere cruciale per definire il risultato finale della prova.

Le conseguenze di questa piccola disattenzione del veterano diventano evidenti pochi secondi dopo. Giro 146. Rhodes stacca tardi in curva 1 e colpisce proprio Enfinger, più lento di prima a causa di un leggero danno alla scocca. Lo Chevy di CR7 si scompone, andando a toccare il Toyota di Thompson, il quale viene lanciato contro le barriere. Ritiro immediato per la #5. Lucky dog per Mallozzi.

La ripartenza, questa volta, non sorride a Majeski. Sanchez, in corsia esterna, tiene a bada il rivale per quasi un miglio prima di cedere la posizione migliore all’ingegnere che, fino a questo momento, è stato il protagonista assoluto del terzo stage.

Mentre si consuma la battaglia la direzione gara espone la bandiera gialla. Giro 158: Honeycutt attacca Holmes in curva 1 e lo tocca, mandandolo addosso a Carroll. I due, non più in grado di controllare il proprio mezzo, toccano le barriere. Per i due piloti la situazione non è priva di complicazioni. Il #32 ha subito qualche danno estetico, mentre il #90 è costretto al ritiro una volta entrato in pit lane. Nuovo lucky dog per Mallozzi.

Nuovo restart, nuovi drammi. Majeski batte Sanchez allo stacco di frizione e si porta immediatamente in prima posizione sfruttando l’inner lane. Il campione ARCA viene superato in curva 4 anche da Eckes, in questo momento uno dei più veloci sul tracciato.

Pochi secondi dopo il sorpasso del vincitore dei primi due stage, nello stesso punto, si assiste a un vero e proprio ingorgo. Garcia, Wood, Rhodes, Waters, Holmes, Dye e Alan occupano l’intera larghezza del circuito e questo costringe la direzione gara a neutralizzare, per la nona volta le posizioni. L’unico a subire danni seri è il ventiquattrenne di Reaume Brothers, costretto al ritiro in pit lane.

Mentre le vetture cominciano ad appaiarsi avviene un altro colpo di scena. Il Silverado di Holmes è fermo sulla linea di partenza. I mezzi di soccorso riescono a portarlo in fretta e furia fuori dal tracciato e, quindi, a permettere ai partecipanti di correre senza ostacoli.

Le gomme nuove danno un grande vantaggio a Eckes, in grado di imporsi su Majeski nonostante la partenza sul lato esterno del tracciato. L’ingegnere molla l’osso solo quando il #19 gli è completamente davanti, ossia dopo una manciata di tornate.

Decima caution al giro 177. Riggs viene mandato in testacoda per l’ennesima volta a causa di una spinta maldestra di Enfinger e Currey. Nelle retrovie, per evitare il Ford fuori controllo, Garcia inchioda, venendo colpito da Waters, suo compagno di squadra. Il F150 dell’australiano va in fiamme proprio a causa del contatto con il giovane a bordo del #13. Debutto finito decisamente nel modo sbagliato per il vincitore di 11 gare in Supercars.

Majeski è in crisi con gli pneumatici. Eckes e Sanchez, partiti nella corsia interna, superano l’ingegnere di ThorSport senza che quest’ultimo possa opporre resistenza. La volata dei due piloti Chevrolet viene presto interrotta.

Enfinger e Friesen si toccano in uscita da curva 2 nel corso del giro 190 ed entrambi si ritrovano senza il pieno controllo del proprio mezzo. Il Toyota #52 viene colpito dallo Chevrolet di Mills mentre si muove verso le barriere esterne. Questo danneggia completamente la parte frontale del Silverado di Niece. Il cofano continua ad aprirsi nonostante siano stati posti diversi strati di nastro americano. Il ventisettenne nato in Virginia deve ritirarsi. Lucky dog per Garcia.

Le numerose ripartenze non stancano Eckes, che continua a mantenere il sangue freddo nel momento di massima tensione. Il ventitreenne brucia Sanchez, che subisce brutali attacchi nel corso degli ultimissimi passaggi. Majeski insegue il dominatore della prova, ma non riesce ad essere una minaccia concreta.

Christian Eckes vince la Long John Silver’s 200 a Martinsville, concludendo un trittico di successi decisamente invidiabile. Majeski, Purdy, Sanchez, Ankrum, Taylor Gray, Caruth, Smith, Honeycutt e Heim concludono la top 10.

Si può tranquillamente dire che quello ottenuto oggi da Christian Eckes non sia un semplice successo. Il ventitreenne nato a Middletown, New York, si è portato a casa la seconda vittoria stagionale e la settima in carriera dominando completamente sulla concorrenza. Raramente si vedono prestazioni simili, dove un pilota è in grado di imporsi sulla concorrenza ottenendo la prima posizione anche in tutti gli stage. Attenzione ai playoff, potrebbe arrivare molto lontano.

I risultati odierni

La classifica della Long John Silver’s 200

La classifica generale

Così in campionato dopo 6 gare su 23 della NASCAR Truck Series 2024

Nick Sanchez, Rajah Caruth, Christian Eckes e Corey Heim sono gli unici piloti momentaneamente ai playoff per vittoria.

I prossimi appuntamenti

Anche se la giornata di gare è terminata, a Martinsville si respirerà ancora aria di motori. Stasera alle 21.00 (diretta su Mola con il commento di Matteo Senatore e Simone Longo) sarà la volta della Cook Out 400, ottavo round valido per la NASCAR Cup Series 2024. La Truck Series si sposterà poi, assieme a Cup Series ed Xfinity Series, al Texas Motor Speedway, sede della SpeedyCash.com 250, che si terrà venerdì 12 Aprile (sarà già sabato 13 in Italia).

Immagine: Media NASCAR

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