Contro tutti i pronostici Matt Crafton è diventato campione della Truck Series per la terza volta in carriera. Lo ha fatto al termine di una stagione difficile a causa dei problemi tecnici che hanno afflitto e rotazione e a ripetizione tutti i piloti del ThorSport. Il pilota della #88 sembrava uno di quelli che aveva scampato più pallottole durante la regular season, ma il ritiro di Las Vegas e la lunga riparazione di Martinsville sembravano rappresentare la fine del sogno per Matt. E invece ogni volta Crafton è sopravvissuto all’eliminazione che invece ha subito Austin Hill, vincitore della gara di ieri, ma che quindi dovrà riprovarci il prossimo anno. Il team ha compiuto una piccola impresa sconfiggendo Chastain, Moffitt e Friesen che sembravano gli unici tre favoriti della vigilia e ancora una volta nel “big3 vs 1” ha vinto chi partiva di rincorsa.
La gara
Il venerdì di Homestead è molto sofferto a causa del maltempo. Un po’ tutte le categorie vengono colpite, ma almeno in mattinata i Truck riescono a completare senza problemi i due turni di libere in cui Moffitt, Chastain e Crafton sembrano sullo stesso piano mentre Friesen è leggermente più in affanno. Poi nel pomeriggio arriva la pioggia e la conseguenza è la cancellazione delle qualifiche. La griglia di partenza viene decisa dunque dalla classifica per team e a trarne vantaggio è proprio Friesen che ha vinto il “Round of 6” e quindi si prende la pole davanti a Eckes, al volante della Toyota #51 del Kyle Busch Motorsports, vettura ancora in lotta per il titolo a squadre, Chastain e Moffitt. Crafton invece scatta soltanto dalla nona posizione in quanto la vettura #88 non si è qualificata per “i playoff del campionato a squadre”, essendo stata eliminata proprio dalla #51.
La pioggia residua condiziona anche il pre-gara e la bandiera verde viene posticipata di un’ora proprio per permettere di finire di asciugare la pista, poi finalmente si può partire. Alla bandiera verde Eckes scatta male e ciò permette a Chastain di portarsi subito in seconda posizione alla prima curva e poi sul rettilineo opposto di prendere la scia di Friesen e andare in testa alla gara mentre Moffitt e Crafton sono un attimo imbottigliati nel traffico. Dopo i primi giri la coppia Chastain-Friesen, col canadese che tenta il sorpasso in un paio di occasioni, è davanti di un paio di secondi sul trenino composto da Moffitt, Eckes, Crafton, Sauter, Ankrum e Hill con quest’ultimo in rimonta dopo una brutta partenza.
Mentre il distacco fra i due di testa e gli altri rimane abbastanza stabile, a farsi notare è Hill che uno alla volta sorpassa i rivali con una facilità incredibile e a metà della prima stage è ritornato in quinta posizione. Il gruppo degli inseguitori si spezza, con Moffitt, Eckes ed Hill che staccano Crafton – che accusa un po’ di sottosterzo – e gli altri. Negli ultimi 10 giri della stage va in scena lo show di Hill che sorpassa prima Eckes, poi Moffitt, dunque va a riprendere Friesen e all’ultimo giro – dopo un primo attacco fallito – sorpassa con una manovra bellissima (finta in curva1 e incrocio decisivo in curva3) anche un Chastain che soffre invece di sovrasterzo. Austin vince dunque la prima stage davanti a Chastain, Friesen, Moffitt, Eckes e Crafton.
La prima sosta fornisce già molti indizi: Crafton mantiene la lucidità e con il suo crew chief decide di non stravolgere l’assetto (la pista è poco gommata dopo la pioggia) ed il suo pit stop è il più veloce insieme a quello di Moffitt, mentre Chastain, Friesen e Hill pagano almeno due secondi netti e perdono posizioni. La classifica all’inizio della seconda stage vede dunque Moffitt in testa davanti a Friesen, Chastain, Crafton, Eckes e Hill. I “fantastici quattro” ripartono dunque davanti a tutti e alla bandiera verde c’è un replay del primo giro. Stavolta è Friesen a partire relativamente male e ciò permette a Chastain di prendere la scia di Moffitt sul rettilineo opposto e tornare in testa alla gara.
Brett ci riprova subito a passare Chastain ma per fare ciò finisce per venire superato da Crafton che si porta così in seconda posizione. Moffitt viene passato anche da Friesen e Hill che è costretto ad un’altra rimonta. Austin però è in stato di grazia e a metà stage è di nuovo in testa alla gara. Dopo il momento di difficoltà Moffitt si riprende (all’apparenza ha una vettura da long run) e sorpassa di nuovo Friesen, ma quando lo fa Hill e Chastain hanno già allungato ed un possibile sorpasso su Crafton viene impedito dalla caution provocata dal motore di Ciccarelli che va in fumo e perde olio. Nessuno dei leader ne approfitta per andare ai box e quindi Hill riparte in testa in uno sprint di sei giri. Chastain scatta male e scivola momentaneamente in quarta posizione mentre Crafton ci prova addirittura su Austin, evidentemente non al meglio sullo short run, ma la #16 resiste e Hill vince la seconda stage davanti a Crafton, Chastain, Moffitt e Friesen.
La seconda sosta conferma quanto successo nella prima: Chastain perde ancora posizioni e scivola dietro a tutti i rivali e persino dietro a Sauter. In testa intanto ci sono Eckes, Rhodes e Gilliland, fermatisi alla caution precedente mentre manca all’appello Ankrum vittima di una foratura e che ha perso un giro. La bandiera verde arriva esattamente a metà gara (67 giri alla fine) ed Eckes mantiene la prima posizione davanti a Rhodes mentre Todd esce subito dalla lotta per le prime posizioni. Dietro di loro Crafton sorpassa Hill mentre Moffitt finisce loose nella scia di Friesen e apre la porta anche a Chastain.
Ai -60 c’è una fuga a cinque con Eckes davanti a Crafton, Friesen, Rhodes e Hill con Moffitt già staccato e Chastain che sembra in difficoltà nel traffico. Poi però ricomincia lo show della #16 che in 15 giri ritorna in testa seguito da Eckes, Crafton e Friesen mentre Moffitt fatica persino a sorpassare Rhodes. Brett perde tempo prezioso dietro a Ben e quando riesce finalmente a sfruttare il suo truck da long run, prima si ritrova nella scia di Friesen e poi è già tempo di soste.
L’ultimo giro di pit stop viene aperto proprio da Moffitt e Chastain a 38 giri dalla fine poiché devono far saltare il banco in qualche modo, ma Crafton e Friesen non si lasciano fregare e al giro dopo pure loro sono in pit lane. Stewart viene un po’ penalizzato dal trovarsi la Ruch lenta in ingresso di pit lane e perde un paio di secondi preziosi. Hill completa la sosta ai -35, ma paga i due giri di overcut. Infatti la classifica assestata vede Crafton in testa con ben 2″ su Eckes e lo stesso Hill mentre Moffitt è quarto a 5″, Chastain quinto a 6″ e Friesen addirittura ottavo a 7″ dietro anche a Creed e Rhodes.
Vista l’assenza di caution negli ultimi 30 giri, la lotta per il titolo finisce praticamente qua, visto che Crafton si trova con ben 5″ su Moffitt. L’unico problema per Matt sono la gestione del finale di gara, visto che Hill per la quarta volta rimonta, e la paura dell’ennesimo problema meccanico in casa ThorSport. Austin ritorna in testa ai -22 ma quello che conta è che Eckes è lontano sempre 2″ e che Chastain e Moffitt sono in una battaglia che li rallenta ed il distacco dal titolo sale a 7″. Friesen intanto rispetta quanto si era intuito dalle libere e pian piano affonda uscendo pure dalla top10.
Crafton vive gli ultimi giri col fiato sospeso ma stavolta il motore della Ilmor che tanto lo ha fatto soffrire (eufemismo visti i numerosi team radio di quest’anno con più parolacce che altro) regge, segno che il ThorSport stavolta non ha fatto guai con la preparazione della vettura. Austin Hill vince sì la gara, e mastica amaro per l’incidente di Martinsville e la gara deludente di Phoenix, ma a festeggiare sono anche Matt Crafton, al terzo titolo in carriera, e Christian Eckes, il quale col terzo posto regala a Kyle Busch il settimo titolo a squadre. Seguono Chastain, Moffitt, Sauter, Enfinger, Gilliland, Creed, Kligerman e Friesen soltanto 11°; Joe Nemechek conclude 13° la 1186esima gara in carriera, quella che stacca definitivamente Richard Petty nella classifica all-time.
Qualificatosi ai playoff ancora una volta come ottavo degli otto, Matt Crafton è sopravvissuto al primo round nonostante la debacle tecnica del ThorSport di Las Vegas, eliminando i compagni i squadra Enfinger e Sauter, grazie al 7° posto di Bristol ed l’11° di Mosport, poi al secondo round sono arrivati l’ottava piazza di Talladega e la sesta di Phoenix e, malgrado il punto più basso di Martinsville bloccato ancora una volta dal motore, ha approfittato dei guai di Hill e Ankrum per qualificarsi per Homestead in sordina. Qui ha fatto una gara ragionata, d’esperienza, non lasciandosi prendere dal panico alla fine della prima stage. Un team che è stato finalmente perfetto dopo tante lacune dimostrate negli ultimi mesi portandosi a casa sì un titolo a sorpresa ma che è comunque il terzo nella carriera di Crafton a coronamento di una carriera incredibile.
Il campione
Matt Crafton nasce Tulare, California l’11 giugno 1976. A differenza di molti suoi colleghi la sua carriera inizia all’età di sette anni grazie ad un kart regalatogli da suo padre Danny, già attivo sulla scena locale, in occasione del passaggio dall’asilo alla scuola elementare. Dopo aver vinto diversi campionati regionali e nazionali, all’età di 15 anni passa alle midget. La svolta della carriera arriva a nemmeno 20 anni, quando il padre infortunato gli cede il sedile della vettura di famiglia nella Southwest Series della Nascar. E’ il 15 aprile 1996 e a Mesa Marin il giovane Matt al debutto è 15°. I buoni risultati proseguono al punto che Danny decide di appendere il casco al chiodo e mettere sull’auto Matt a tempo pieno.
Dopo un 11° posto in classifica nel 1997, Crafton ottiene la prima vittoria nella Southwest Series a Cajon nel 1998 e a fine anno è settimo; nel 1999 si migliora ed è quinto sempre con una vittoria. Matt esplode definitivamente nel 2000 con quattro vittorie ed il titolo. E’ in questa occasione che viene notato da Duke Thorson, proprietario dell’allora SealMaster Racing, il quale lo chiama per guidare la vettura #88 nella gara finale della Truck Series a Fontana al posto del licenziato Terry Cook. Al debutto Crafton è subito nono e viene confermato anche per l’anno successivo.
I primi anni nella Truck Series però non confermano le aspettative: 12° in classifica generale nell’anno da rookie, 15° nella stagione successiva, la prima con l’iconico giallo fluo di Menards sulla vettura, e 11° nel 2003. Nonostante questo viene scelto da Kevin Harvick per pilotare uno dei suoi Truck per il 2004 e c’è il primo step di crescita arrivando quinto a fine anno, ma malgrado ciò non viene confermato dal team e ritorna così sulla #88 del rinominato ThorSport. Non lascerà più né il team, né la vettura, né lo sponsor.
Dopo un altro paio di stagioni altalenanti, Crafton ottiene la prima vittoria nei Truck a Charlotte nel maggio del 2008 ed inizia qui la vera carriera ad alti livelli. Nel 2009 è vicecampione dietro Hornaday seppur senza ottenere vittorie, a conferma del fatto che il pregio di Matt è la regolarità. Dopo il successo in Iowa nel 2011, la terza vittoria in carriera arriva in Kansas a inizio 2013. Gli basterà per diventare campione battendo Ty Dillon per 40 punti visto che inizia l’anno con 16 top10 consecutive e il risultato peggiore è un 21° posto a Homestead quando ormai è tutto praticamente deciso, ma ciò non gli impedisce di completare ogni giro della stagione.
L’anno successivo Crafton non lascia ma raddoppia, le vittorie infatti sono due (Martinsville e Texas) e sempre a inizio stagione, ma ancora una volta la regolarità gli permette di alzare il trofeo più importante a fine anno. Stavolta a Homestead gli basta un 9° posto per sconfiggere Ryan Blaney di 20 lunghezze. Il 2015 è l’anno del paradosso: le vittorie sono addirittura sei (sulle 14 ottenute in carriera finora), ma i quattro ritiri, con quello di Phoenix decisivo, lo relegano al terzo posto finale battuto per appena 22 punti da Erik Jones e 7 da Tyler Reddick. Questi sono anche gli anni delle uniche gare di Matt nelle altre categorie. Nel 2013-14 è chiamato da Richard Childress per disputare quattro gare in Xfinity Series ed è nell’ordine 3°, 10°, 3° e 12°, ma la grande chance arriva a Daytona nel 2015. Nella gara della Xfinity Series del sabato Kyle Busch si rompe una gamba e Crafton viene convocato in extremis per sostituirlo nella 500 miglia, conclusa con un buon 18° posto.
L’introduzione del format ad eliminazione non sembra il preludio ad altri successi importanti visto che è fondamentale vincere gare. Malgrado ciò arriva a Homestead nel 2016 (vicecampione) e nel 2017 (quarto). Il 2017 è anche l’anno dell’ultimo successo ad oggi ed arriva sul terreno prestigioso di Eldora a rompere una striscia negativa lunga più di un anno. Ora Crafton, recordman di presenze nella categoria con 453 gare, non vince da quasi due anni e mezzo ma ha riportato di nuovo la regolarità a far alzare il trofeo più importante, quello di campione della Truck Series per la terza volta, tanti quanti quelli di Jack Sprague e dietro solo ai quattro di Ron Hornaday Jr.
I risultati odierni
La classifica della “Ford EcoBoost 200”
La classifica finale
La classifica della “NASCAR Gander Outdoors Truck Series 2019”
I prossimi appuntamenti
Sabato 16/11:
18:35 Qualifiche Xfinity
20:05 Prove Libere Cup (Qualifiche cancellate dopo il maltempo di ieri)
21:30 Gara Xfinity: Ford EcoBoost 300 (200 giri per 300 miglia) – diretta su SportItalia
Domenica 17/11:
21:00 Gara Cup: Ford EcoBoost 400 (267 giri per 400.5 miglia) – Diretta su DAZN
Immagini: GettyImages ;HHP Harold Hinson Photo per speedsport.com
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