NASCAR | Truck Series: Heim non sbaglia nulla ad Austin

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di Gabriele Dri @NascarLiveITA
24 Marzo 2024 - 16:50
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Mentre gli avversari si prendono penalità o finiscono in incidenti, Corey Heim è impeccabile ad Austin e conquista la prima vittoria stagionale


Errori su errori, contatti su contatti, penalità su penalità. Questa la sintesi per molti la gara della NASCAR Truck Series ad Austin. Per molti ma non per Corey Heim che, una volta che Connor Zilisch si è – ahimè – autoeliminato alla prima curva dopo una pole mostruosa ha controllato e staccato tutti nettamente. In una giornata di gloria per il Tricon Garage (prima doppietta con Taylor Gray secondo e cinque auto in top10) Heim torna davvero il candidato numero uno per il titolo perché pericoloso su ogni tipo di pista.

La gara

La Truck Series arriva ad Austin, strano a dirsi, per l’unico stradale della stagione. Siamo già alla quinta gara del campionato e dunque, seppure siamo ancora a marzo, praticamente siamo già ad un terzo di regular season ed un’altra prestazione negativa potrebbe compromettere seriamente i sogni dell’autunno.

I 35 truck presenti vedono la presenza di qualche specialista delle curve a destra ma anche qualche piacevole novità. Detto di Marco Andretti che prosegue così la sua stagione divisa fra ARCA e Truck Series, c’è la presenza sulla #1 di Tricon di Jack Hawskworth, ex pilota IndyCar ed ora attivo in IMSA con la Lexus e spesso sul podio ma anche vincitore di una stage a Mid-Ohio in Xfinity nel 2019 con il JGR. Detto anche di Chastain che torna sulla #45 di Niece, tutti gli occhi sono invece sul suo “compagno di squadra” (in quanto pilota del junior team di Trackhouse) Connor Zilisch che, reduce dalla doppietta 24h di Daytona – 12h di Sebring in LMP2 a nemmeno 18 anni, è al debutto in NASCAR.

E il debutto è vissuto come l’arrivo di un marziano: la #7 di Spire Motorsports guidata da Zilisch nelle prove libere è seconda dietro a Corey Heim, poi arrivano le qualifiche. Se Nick Sanchez è il più veloce del gruppo A con il record non ufficiale della pista post riasfaltatura parziale (2’13.143″), nel gruppo B Connor travolge tutti. Heim gira in 2’13.306″ che è un bell’andare, ma Zilisch stampa addirittura un 2’12.084″ che fa cadere la mascella a tutti tranne chi lo aveva già visto nelle altre categorie.

Se possibile il secondo round è ancora impressionante: 2’11.983″ per Zilisch, Heim è a oltre sette decimi, Taylor Gray a 1.2″, Sanchez a 1.3″, Chastain a 1.8″, Hawksworth a 2.2″, Tanner Gray a 2.6″, Riggs (al debutto su uno stradale) a 2.7″, Majeski a 3.1″, Eckes a 3.3″. E a fargli i complimenti arriva in pit lane addirittura il presidente della NASCAR Steve Phelps.

Sabato è giornata di scossoni in griglia perché dal fondo, oltre a Thad Moffitt e Rhodes che per problemi meccanici hanno saltato pure le qualifiche, vengono retrocessi in fondo anche Eckes (cambio trasmissione), Ty Dillon, Currey, Andretti, Alan e Fartuch per modifiche in parco chiuso.

Alla bandiera verde viene fuori tutta l’inesperienza inevitabile di Zilisch che, scattato non al meglio, prima viene affiancato da Taylor Gray e poi tira dritto a ruote fumanti in curva1. La #7 tornerà ai box prima con le gomme spiattellate e poi con una foratura, compromettendo tutta la corsa perché i treni di pneumatici a disposizione sono solo quattro. Taylor Gray dunque al comando, ma per quanto? Nemmeno un giro perché nelle Esses è il primo di una lunghissima serie di penalizzati per track limits, gli unici presenti in NASCAR in quando non si può tagliare troppo lo snake.

https://twitter.com/NASCAR_Trucks/status/1771596421004701796?s=20

Dunque a ereditare la prima posizione dopo questi due passaggi obbligati in pit lane (uniti a quello di Boyd per problemi meccanici allo sterzo) e il testacoda di Alan è Tanner Gray che precede uno scatenato Riggs sulla #38 del Front Row Motorsports (imbattuta qui in tre edizioni dei Truck), Chastain ed Heim che supera Sanchez. Eckes dal fondo dopo due giri (dunque ai -10 nella prima stage) è già 12°.

Al terzo giro però arriva la caution: la foratura di Zilisch ha avuto conseguenze lunghe, infatti nell’ultimo settore della pista aveva involontariamente rallentato la coda del gruppo fra cui Boyd che aveva toccato Rhodes (da cui i problemi di Spencer) e poi c’era anche stato un contatto (circostanze non chiare con versioni in disaccordo) fra lo stesso Boyd e Quarterley il cui truck è stato centrato nella zona della anteriore sinistra e il tire rub porta alla foratura, alla perdita del battistrada in mezzo al rettilineo opposto e alla bandiera gialla per detriti. Non ci sono lucky dog perché Boyd è ai box, ma Zilisch può riaccodarsi.

Il problema per lui è che oltre alla ruota forata c’è stato anche un problema alla sospensione e quindi la #7 va ai box dove si alza il cofano e i meccanici intervengono a sostituire un pezzo. Mentre Boyd va nel garage e si fermano anche Currey, Moffitt e Massey, il grande favorito della corsa ripartirà con almeno un giro e mezzo di ritardo dalla testa.

La bandiera verde arriva ai -7 nella prima stage con Tanner Gray al comando su Riggs, Heim, Sanchez e Chastain ed Eckes ad un passo dalla top10. La #38 attacca subito il pilota Tricon, tuttavia in curva1 i due lasciano aperta la porta e così il dive bomb di Heim è vincente. Nel gruppo più confusione, in curva11 Friesen viene toccato e quasi mandato in testacoda.

In curva20 è puro caos: Riggs in accelerazione rimane senza potenza e crea un pochino di scompiglio. Le conseguenze sono che Dye tampona Friesen (non il giro fortunato per il canadese), Andretti la perde da solo per evitare le auto e nel ripartire viene toccato dal rookie Salas. Si prosegue senza caution perché d’inerzia Riggs arriva ai piedi della salita e sfrutta la discesa per entrare ai box in retro e dall’uscita della pit lane prendendosi “solo” una penalità per violazione della commitment line (tecnicamente è così anche se l’ha mancata tipo di un quarto di miglio). Riuscirà a ripartire ma chiuderà staccato di tre giri.

Friesen per il doppio incidente deve andare ai box così come Moffitt (penalità per aver scontato male l’infrazione per taglio di curva) mentre Dye prosegue con un tire rub all’anteriore destra, ma dopo i danni è tempo di strategie: siamo ai -4 e vanno ai box Taylor Gray (tire rub anche per lui in un 3-wide con Enfinger e Rhodes), Caruth e Garcia e questo permette ad un Eckes che forse ha dato troppo con le gomme di entrare in top10.

I -3 sono ancora molto movimentati: penalità per Massey, Riggs a rilento di nuovo in curva7 e testacoda per Enfinger nello stesso punto tamponato da Thompson. Il leader Heim decide di andare ai box insieme a Chastain (speeding per lui con cui esce quasi definitivamente dalla top5), Hawksworth, Parsons e i due incidentati

A tirare dritto per i punti della stage e il playoff point, forte del successo di Daytona, è Sanchez che va a vincere il traguardo intermedio davanti a Majeski (+2.1″), Tanner Gray (+4.0″), Ankrum (+8.7″), Eckes (+10.0″ e in difficoltà nel finale venendo ripassato da Tyler), Rhodes (+10.3″), Purdy (+15.2″), Crafton (+17.0″), Wood (+17.6″) e Dillon (+18.7″); il lucky dog è Zilisch perché Taylor Gray nel finale, pur procedendo a rilento dopo la sosta, rimane a pieni giri per un paio di secondi.

Al break si completa il giro di soste, Heim torna al comando davanti al compagno di squadra Hawksworth, Caruth, Thompson, Parsons, Garcia, Enfinger, Friesen e Taylor Gray, dunque Sanchez riparte al nono posto; in pit lane Ankrum ripartendo dallo stallo centra Quarterley ma per fortuna senza danni apparenti.

Si riparte con 12 giri da disputare nella seconda stage e gli occhi di tutti non sono sulla vetta bensì su Zilisch che scatta 31° che in pochi metri diventa 29° perché Andretti va ai box nella confusione di vari problemi e penalità e Currey è superato sullo scatto.

Davanti però succede qualcosa: Hawksworth supera Heim tuffandosi molto bene in curva1 e per un attimo ne approfitta anche Caruth, tuttavia la leadership di Jack dura l’arco di un giro, poi Corey torna in prima posizione. Zilisch intanto in un giro è salito al 24° posto, poi a quello successivo al 17°, ma ai -9, quando è quasi in top15, finisce vittima di un tamponamento a catena nel settore finale con Garcia che tocca Purdy, che spinge Ankrum che manda in testacoda Connor che scende al 23° posto dove trova un Chastain incapace di rimontare. Chi invece sta recuperando è Sanchez che torna in top10 seguito da Tanner Gray.

A classifica assestata, ai -8 dunque Heim ha circa 1″ sul teammate Hawksworth e sono in fuga dato che hanno oltre 5″ su Majeski, 7″ su Thompson, 8.5″ su Eckes (gomma spiattellata) e 9″ su un Caruth in netta difficoltà e Sanchez. Moffitt intanto accumula penalità su penalità in coda.

A questo punto però anche i big pagano dazio, Sanchez finisce in testacoda nel duello con Garcia, poi il primo a tagliare le Esses è Crafton, dunque è la volta di Sanchez poi ai -6 anche per Zilisch e per tutti scatta il drive through. Connor dunque va ai box ma arriva anche la strategia per Majeski, Eckes e Taylor Gray in vista di fine stage.

La #7 è l’ultima ad entrare ai box, ma arriva la sorte ad aiutarla, infatti pochi istanti più tardi arriva una caution per il testacoda di Alan, dopo un contatto con Dye, che rimane fermo in pista incapace di ripartire. Connor dunque sconta regolarmente la penalità senza perdere troppo. A bandiera gialla esposta arriva una per taglio anche per Eckes. Il lucky dog è invece Andretti.

Holmes è il primo a pittare a pit lane ancora chiusa, poi si prende una penalità perché ha tagliato le Esses sotto caution, dunque è la volta della sosta generale con i soli Friesen, Caruth e Rhodes che rimandano il pit al break successivo. Si riparte per uno sprint di due giri in cui Heim ci mette davvero poco ad emergere al comando con gomme fresche perché Friesen finisce subito largo, Caruth non ne approfitta, Majeski nemmeno e quindi Corey in pratica deve solo superare Rhodes. L’ultimo giro vede un contatto nel settore finale fra Tanner Gray e Chastain (Ross toccato da dietro da Caruth che danneggia il muso a innescare il tutto) con entrambi che finiscono in testacoda.

Heim vince dunque la seconda stage davanti a Majeski, Hawksworth, Rhodes, Taylor Gray, Zilisch (che completa così la rimonta, ma ora non ha più set di gomme fresche ai box a differenza dei rivali), Caruth, Ankrum, Thompson e Crafton; lucky dog per Alan.

Si riparte a giro di soste completato con 14 giri da disputare ed Heim si invola praticamente subito. Zilisch tuttavia è scatenato, ma nel sorpassare Hawksworth tocca Jack, prima ha un tire rub, poi spiattella quel tanto che basta una gomma per dargli problemi sul long run.

Heim così allunga anche al ritmo di 1″ al giro, poi Zilisch viene ripreso dal resto del gruppo e perde posizioni. Dopo una fase di tregua, ricomincia l’azione: Massey e Salas si ritirano in contemporanea, Dye da pluridoppiato si prende una penalità per taglio, Parsons lo imita, Ankrum procede al rallentatore per i danni riportati in un incidente precedente (e pure dopo pure lui finirà fra i penalizzati) e di cui è rimasto vittima, Eckes insiste e per lui arriva un secondo drive through, Riggs (anch’egli da doppiato) manda in testacoda Purdy.

Ai -5, dunque, Heim è in una fuga clamorosa con 9.2″ su Majeski, 11.4″ su Taylor Gray, 15.9″ su Hawksworth, 23.0″ su Sanchez, 25.2″ su Zilisch appena entrato ai box per la seconda penalità di giornata, 29.2″ su Crafton, 31.9″ su Friesen, 33.8″ su Chastain e 34.6″ su Rhodes quando una caution che sa di beffa. E per la seconda volta è Alan a fermarsi in pista. Non ci sono lucky dog in quanto era proprio Lawless il primo dei doppiati.

Si apre la pit lane e c’è qualche sosta. Zilisch si ferma ma può solo montare gomme ricondizionate a differenza di Crafton, Dillon, Enfinger, Ankrum, Tanner Gray, Wood, Mills, Timmy Hill e Purdy.

Si riparte con tre giri alla fine e Majeski scatta meglio e cerca un dive bomb che crea solo scompiglio dietro di lui (Sanchez ne guadagna, Friesen perde), tuttavia Heim reagisce e rimane al comando e poi Ty verrà superato anche da Taylor Gray. Tutto fila liscio fino a curva7 dove Purdy, Hill e Quarterley finiscono in testacoda.

Mentre Heim si invola verso la bandiera bianca ed Eckes chiude la mesta giornata con un testacoda, arriva un’altra caution che manda tutti all’overtime.

Ufficialmente questo fatto passerà alla storia come “42-44 (Debris (Turn 11) [Red Flag – 4:35] [38])”, ovvero “caution dai giri 42 a 44 per detriti in curva 11 con conseguente bandiera rossa per 4’35”; lucky dog per Riggs”, ma in realtà avviene qualcosa di mai visto.

Un Marco Andretti, protagonista di una corsa già complicata (al punto che nelle interviste si dirà “stufo di queste prove che fanno solo carattere”), nella staccata di curva11 si vede (cioè, lui solo lo sente) staccare l’intero assale posteriore dalla vettura con rischio anche di flip. La #04 finisce in testacoda e prosegue per inerzia, lo stesso lo fa il retrotreno da un’altra parte completo di semiasse, ammortizzatori e ruote.

La bandiera rossa arriva per fluidi ma probabilmente anche perché i commissari devono capire come cavolo recuperare un detrito così ingombrante.

In una classifica che teme per la benzina rimasta nel serbatoio, alla ripartenza dei -2 dell’overtime Heim comanda su Taylor Gray (il più a rischio al punto che sul momento che viene richiamato ai box prima di puntare sull’all in), Majeski (che come la #17 non pitta da 22 giri con un pieno indicato da 20), Sanchez, Chastain, Hawksworth, Rhodes, Zilisch, Friesen e Caruth.

Mentre Quarterley rientra ai box in retro “alla Riggs” dopo una foratura, arriva la bandiera verde ed Heim si invola di nuova evitando il caos. Lo stesso non succede a Sanchez che viene mandato in testacoda. All’ultimo giro un contatto fra Friesen e Caruth priva entrambi di punti importanti così come le penalità di Mills e Crafton che vengono ufficializzati praticamente a bandiera a scacchi esposta.

Un Corey Heim impeccabile, a differenza di moltissimi suoi avversari, vince dunque a Austin davanti al compagno di squadra Taylor Gray che resiste con le ultime gocce di benzina, seguono Majeski, Zilisch (un debutto con pole, lungo, foratura, problema alla sospensione, due penalità, un testacoda, tire rub, gomma spiattellata e tanti sorpassi chiuso al quarto posto così come il debutto poche ore più tardi in ARCA East a Pensacola), Hawksworth, Rhodes, Eckes (tanti rimpianti per lui), Thompson e Tanner Gray.

Dunque in top10 ci sono tutte e cinque le auto di Tricon ed è la seconda volta nella storia che succede nella Truck Series (in passato solo a ThorSport a Martinsville). Caruth è 15°, Sanchez 18°, Friesen 20°, Crafton 23°, Ankrum 25° che perde la testa della classifica proprio a vantaggio di un Heim ora davvero lanciato verso il pronostico di inizio anno, quello del titolo.

I risultati odierni

La classifica della “XPEL 225”

La classifica generale

Così in campionato dopo 5 gare su 23 della NASCAR Truck Series 2024

I prossimi appuntamenti

Stasera alle 20:30 (diretta su Mola con il commento di Daniele La Spina e Gualtiero Lasala) ci sarà ad Austin la gara della Cup Series; a partire dalla pole position sarà Tyler Reddick. La Truck Series si prende una settimana di riposo e tornerà in pista il 5 aprile a Martinsville.


Immagine: Media NASCAR

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