NASCAR | Truck Series, Daytona: Nick Sanchez prende la prima vittoria in carriera in un finale all’insegna dell’azione

NASCAR
Tempo di lettura: 16 minuti
di Francesco Gritti @franz_house_vg
18 Febbraio 2024 - 14:50
Home  »  NASCAR

Nick Sanchez vince la Fresh From Florida 250 a Daytona, ottenendo il primo successo in carriera. Polemiche per il finale in cui Rajah Caruth ha innestato una grossa carambola.

Nick Sanchez è pronto a lottare per il titolo. Dopo le numerose pole e gli ottimi piazzamenti del 2023, stagione conclusa al sesto posto assoluto, il ventiduenne nato a Miami è riuscito a conquistare l’unica cosa che gli mancava: la vittoria. Anche in Rev Racing si festeggia: quello odierno è il primo successo in NASCAR della struttura di Max Siegel.

La NASCAR Craftsman Truck Series inizia il suo lungo viaggio negli Stati Uniti al Daytona International Speedway, uno degli ovali più veloci presenti nel fittissimo calendario composto, come da tradizione, da 23 eventi. I risultati finali di oggi sono lungi dall’essere effettivi per il campionato: genericamente, il pilota che vince qui non riesce nemmeno a conquistare il suo posto al Championship 4.

La lunga stagione NASCAR inizia quindi al Daytona International Speedway, uno dei due superspeedway presenti nel calendario. Il circuito, costruito nel 1959, non è mai cambiato radicalmente, rimanendo sempre un ovale a 4 curve dalla lunghezza di 2,5 miglia (o 4 km), da percorrere sempre a pedale destro abbassato. L’ampio banking e le folli velocità che vengono raggiunte rendono la pista più veloce della Florida famosa per la presenza di grossi incidenti, soprattutto nel finale di gara.

La Fresh From Florida 250 è la tradizionale gara di apertura del campionato. Tenutasi fin dal 2000, la prova di Daytona ha sempre regalato spettacolo: un esempio è datato 2006, quando è stato registrato il record di velocità media in gara per la serie minore (ben 146 mi/h, circa 235 km/h). Anche la lunghezza, di 100 giri, è tradizione, visto che non è mai cambiata negli anni.

Sono molti i part timer iscritti all’evento, tanto che gli iscritti risultano ben 40. CR7 Motorsports schiera un secondo truck per il proprietario, Codie Rohrbaugh, così come Roper Racer, che porta in pista Cory Roper, e Jennifer Jo Cobb Racing, con Jennifer Jo Cobb. Anche McAnally-Hilgemann Racing si espande, fornendo una quarta vettura a Jack Wood. Restando in orbita Chevrolet, Daytona attira anche FDNY Racing (Bryan Dauzat), GK Racing (Clay Greenfield) e Henderson Motorsports (Stefan Parsons).

L’unico Ford F150 schierato è di Reaume Brothers Racing, che porta in pista Keith McGee. L’orbita Toyota, invece, vede un’espansione di Tricon Garage, con il numero #1 affidato alla pilota-modella Toni Breidinger, e il debutto di Floridian Motorsports, che sceglie Mason Maggio, e Ryan Huff Motorsports, con il proprietario Ryan Huff che sarà l’apripista della squadra nel mondo NASCAR.

La qualifica consiste in un giro lanciato cronometrato a pista libera. I migliori 10 piloti avranno la possibilità di sfidarsi in un secondo tentativo, il quale determinerà la prima parte della griglia. Ty Majeski, a bordo del Ford #66 di ThorSport Racing, ottiene la pole position grazie a un ottimo 50.345″ (quasi 3 secondi più lento del record di Ty Dillon siglato nel 2015). Al suo fianco partirà il veteranissimo Johnny Sauter, che si fa notare ancora nella sua prima (e finora unica confermata) apparizione stagionale. Il pilota dello Chevrolet #45 di Niece Motorsports è appena 18 millesimi più lento del rivale in prima fila. Maggio, Greenfield, Cobb e Huff salutano Daytona con largo anticipo. La presenza degli owner point del 2023 permette a Massey, Hill, White, Alan e McGee di scavalcare i 4 non qualificati.

La gara

Majeski tiene l’interno e, almeno inizialmente, respinge senza problemi le avances di Sauter. La situazione si sblocca nel corso del terzo giro. Il campione 2016 sfrutta la spinta di LaJoie per prendere la testa della corsa. Lo spostamento verso l’interno da parte di tutti i contendenti alla vittoria avvenuto dopo meno di 10 miglia dall’inizio della corsa permette ai piloti di poter riposare un attimo, meno del previsto.

Giro 6. Sul backstretch Crafton è autore di un’incomprensione con Tanner Gray, da lui toccato in piena velocità. Il Ford #88 vira così verso l’interno, non facendo i conti con la presenza di Riggs, che verrà sbalzato in mezzo al tracciato, colpendo direttamente Friesen e Sanchez. Restano coinvolti nell’impatto anche diversi piloti provenienti dalle retrovie, tra cui Enfinger, Caruth, Mills, Alan e McGee, tutti con danni estetici particolarmente gravi. Altri, invece, sono costretti al ritiro: Dillon e Moffitt lasciano il proprio truck sul manto erboso, Garcia riesce invece a portarlo nel box. Caution.

La ripartenza premia ancora Sauter. Il veterano, grazie alla spinta del compagno Currey e al banking più ampio dato dall’outside lane, si porta in testa entro la fine del primo giro in bandiera verde. L’aiuto dato da Ankrum a Majeski non può ribaltare le gerarchie per un motivo molto semplice: i minuti trascorsi tra la prima e la seconda neutralizzazione sono troppo pochi.

Nel corso del giro 16 Alan è vittima di una foratura in curva 2, probabilmente dovuta a un pezzo di scocca sporgente. Il Ford #33 urta violentemente contro le barriere esterne alla pista, riportando grossi danni alla vettura. Oltre al californiano si fermano in pit lane anche McGee, Dye, Parsons e Rohrbaugh, il primo per poter riparare i danni, gli altri per rifornire in previsione del secondo stage. Si assiste in questi minuti anche al ritiro di Riggs: i danni subiti nel corso del primo incidente sono troppo pesanti per permettergli di continuare in sicurezza.

La bandiera verde viene sventolata quando manca un giro esatto al termine dello stage 1. Sauter, sempre nella corsia esterna, è autore di uno spunto in accelerazione decisivo. Neppure l’attacco combinato del duo Majeski-Ankrum sul backstretch può ostacolare i draft partner in forza a Niece, che, per difesa estrema, si buttano fisicamente davanti ai rivali pronti a sopraggiungere.

Johnny Sauter vince il primo stage della stagione a Daytona. Il veterano a bordo dello Chevrolet #45 di Niece Motorsports (e anche leader momentaneo del campionato) è seguito sul traguardo da Currey, Majeski, Ankrum, Taylor Gray, Holmes, Wood, Eckes, Thompson e Heim. I piloti sfruttano la neutralizzazione forzata per sostare. Friesen torna a pieni giri.

L’inizio della fase centrale di gara vede un equilibrio completamente diverso rispetto alla prima. La corsia interna, guidata da Ankrum, domina su quella esterna. Il motivo più importante di questo smottamento è il pessimo stacco di frizione di Majeski, addirittura fuori dalla top 10 al termine del primo giro in green flag. L’outside lane tornerà competitiva diverse tornate più tardi con protagonisti diversi. Rhodes, grazie alla spinta di LaJoie, insidia il dominio instaurato dalla ripartenza da parte del nuovo acquisto di Bill McAnally.

Sfortunatamente per gli spettatori, il duello viene sospeso nel corso del trentaduesimo passaggio dall’ingresso in pista della pace car. Si stacca la carcassa della gomma posteriore destra di Friesen in curva 3 e, la presenza del detrito, obbliga i piloti a rallentare in fila indiana. Oltre al cambio gomma necessario sul #52, si assiste anche al pit completo di Sauter, Breidinger e Currey e al rientro nei box di Alan, in cui si ritirerà dopo quasi un’ora intermittente di riparazioni. McGee è il lucky dog del momento.

Il restart premia Ankrum che, nonostante sia in corsia interna, riesce subito a imporsi su Rhodes. Il campione in carica, a causa dell’assenza di un draft partner effettivo, viene superato con facilità nelle fasi iniziali anche da Crafton e Dye.

L’azione in pista non riesce pienamente a concretizzarsi. Nel corso del giro 39 appare per la quinta volta il pannello luminoso colorato di giallo, questa volta non per incidente o detriti. Leggere precipitazioni attraversano la pista e, visto l’ampio banking caratteristico di Daytona, si è ben pensato di far rallentare i piloti. Lo stage 2 termina con l’ingresso dei truck in pit lane.

Tyler Ankrum, pilota dello Chevrolet #18 di McAnally-Hilgemann Racing, vince la fase centrale di gara. Eckes, Crafton, Dye, Rhodes, Majeski, LaJoie, Enfinger, Sanchez e Heim ottengono (eccetto il pilota iscritto regolarmente in Cup Series) stage point grazie al piazzamento di arrivo.

Le vetture si fermano in pit lane per 7 minuti dopo il passaggio sotto la bandiera a scacchi biancoverdi, il tempo necessario per permettere alla pioggerella di spostarsi fuori dal perimetro del superspeedway. Al termine della bandiera rossa quasi tutti i motori tornano a ruggire. Dye, difatti, resta fermo (aveva già avuto un problema simile in qualifica) e viene aiutato a ripartire da un camion della sicurezza. McGee può sfruttare il secondo lucky dog.

Il terzo stage si apre con la battaglia per la leadership tra Holmes e Tanner Gray. Il pilota-owner sfrutta la spinta offerta da Sauter per mettersi in cima al gruppo. Il pilota Tricon non si dà per vinto e, grazie all’aggancio con Purdy, mette le sue ruote davanti a quelle del rivale sul backstretch. Questo duello avvincente tra due piloti dal background completamente diverso si conclude, al solito, per motivi esterni alle volontà dei contendenti alla vittoria.

McGee, probabilmente a causa di una perdita di pressione a una gomma, perde il controllo del suo truck in curva 4, andando a sbattere violentemente contro le barriere. I danni scaturiti da questo impatto, sommati a quelli subiti nei primissimi giri, obbligano il quarantaduenne alla resa. Nel corso della sesta caution, proclamata nel corso del giro 47, si assiste al refueling anticipato di LaJoie, Sanchez e Roper.

Il restart infiamma presto gli animi degli spettatori. Sauter, che ha scelto di partire in inner lane, riesce a prendere la testa della corsa nei primi metri grazie all’aiuto di Currey. Holmes ci mette qualche secondo a ingranare. Il pilota-owner del #32, ora alla seconda stagione completa nella serie, ha bisogno di una spinta da parte di Wood per prendere la velocità necessaria ad essere un pericolo per il quarantacinquenne in forza a Niece.

L’aggiunta di Taylor Gray nel trenino dell’outside lane all’inizio del giro successivo permette non solo a Holmes di prendere la testa della corsa sul backstretch, ma anche di facilitargli l’ingresso nella corsia vicino alla doppia linea gialla in uscita dall’ultima piega. Si crea intanto una terza corsia vicina ai SAFER che fa riferimento a Corey LaJoie.

Il pilota Spire, appena un paio di curve dopo il cambio leadership, si trova già in testa, ma il crollo dell’ecosistema a tre corsie, con molti truck che decidono di spostarsi verso il centro, lo lascia senza scia. Holmes torna quindi primo dopo pochi metri trascorsi da inseguitore.

LaJoie vuole rilanciare la posta in gioco cercando di far avanzare l’outside lane, a cui fa capo Sauter, spostatosi quando la scia è diventata favorevole a una scalata. Il veterano si affianca così ad Holmes in curva 3.

La battaglia per la testa si conclude entro pochissimi secondi. In curva 4 Holmes perde stabilità e schizza nella via di fuga. Currey, alle spalle del pilota BHR in quel momento, segue l’esempio di quello che, nel momento dell’incidente, si trovava in prima posizione, riportando dei danni alla scocca. La settima caution viene proclamata nel corso del giro 57. Oltre ai veicoli coinvolti si ferma anche Mills, che modifica al volo il setup della vettura.

La ripartenza è nel segno di Sanchez, che, spinto da Taylor Gray, ruba la P1 a Sauter senza che quest’ultimo riesca nemmeno a pensare come rimanere davanti al gruppo. Rhodes scatta meglio dell’ex compagno di squadra e si porta vicino alle barriere, formando una terza corsia in costante ascesa. Il Ford #99 taglia il traguardo in P1 al termine del sessantaquattresimo giro.

Il campione in carica inizia il passaggio successivo muovendosi verso il centro, causando un crollo sostanziale della fila esterna, che andrà ad amalgamarsi alle altre. Sanchez e Taylor Gray approfittano della fragilità del rivale per tornargli davanti in curva 2. Il duo Rev-Tricon ha fatto i conti senza l’oste. Eckes si unisce alla battaglia fornendo supporto a Rhodes. I due avanzano talmente tanto da riuscire a imporsi fisicamente sugli avversari appena citati in uscita da curva 4.

Per qualche miglio si procede in single file, senza più sorpassi azzardati. La battaglia per la leadership si accende al giro 69. Sauter, in rimonta feroce sulla corsia esterna, riesce a sfruttare la spinta di Ankrum per rubare la corona a Rhodes. Ci pensa Eckes a dare la spinta necessaria al bicampione per tornare davanti a tutti. Nonostante la buona idea, l’esito della vicenda è infelice.

Una volta giunti nel trioval, Ankrum vira a sinistra, colpendo con forza Ben Rhodes, che riesce quasi miracolosamente a tenere il controllo completo del mezzo. Il vero problema sono i danni subiti. Il Ford #99 rallenta un po’ prima di prendere la via dei box per una perdita di pressione ad una gomma, permettendo a Sauter di spostarsi vicino alla linea di delimitazione. Il rivale, rimasto esterno, sfrutta l’azzardo per rubargli lo scettro della gara.

Si denota in questa fase un nuovo protagonista, Chase Purdy, in grado di rubare pochi metri dopo la testa della corsa ad Ankrum. Il pilota confermato da Spire dopo l’acquisizione di KBM combatte proprio con il nuovo acquisto McAnally-Hilgemann per la prima posizione in modo strategico e posato.

La tensione sempre crescente viene rotta da Ben Rhodes che, in fase di doppiaggio, decide di rimanere in mezzo alle due corsie. Il campione in carica perde il controllo del mezzo forse per una foratura, forse per le forti correnti d’aria sprigionate dalle scie in curva e colpisce Taylor Gray e Breidinger. Questo contatto, inspiegabile data l’esperienza del pilota che lo ha generato, porta in pista la pace car nel corso del giro 73.

Nel corso della neutralizzazione si assiste, oltre al ritiro di Rhodes, alle riparazioni da parte dei Toyota di Tricon coinvolti e alla sosta di Hill, che sfrutta il momento per compiere una strategia in grado di smezzare l’ultima parte di gara.

Il successivo periodo in bandiera verde è decisamente breve. LaJoie viene bruciato al via da Sanchez, che grazie al banking maggiorato e all’aiuto di Eckes, riesce non solo a prendere stabilmente la testa della corsa, ma anche a muoversi verso l’interno. Il pilota Cup, forse conscio della situazione, opta per un passaggio vicino ai SAFER. Lo Chevy #7 avanza nello schieramento, tanto da rendere necessario al duo di testa uno spostamento fisico per evitare che il caposquadra Spire possa sfondare le difese. Solo Sanchez ritorna interno.

La situazione precedentemente descritta svolge la funzione di contesto per la nona caution, chiamata al settantanovesimo passaggio. LaJoie tocca Eckes in percorrenza di curva 4, scagliandolo verso la bottom lane. Qui lo Chevy #19 (miracolosamente quasi illeso) colpisce i compagni di marca numero #45 e #75. Parsons riesce a tornare in pista dopo un lunghissimo periodo di riparazioni. Sauter, invece, deve ritirarsi. Uno dei grandi protagonisti di oggi è costretto a dare forfait senza nemmeno averne colpa. Anche Thompson e Breidinger decidono di sostare. Currey è il lucky dog.

Sanchez brucia LaJoie nel corso del restart successivo, che è partito così male da essere sopravanzato entro il primo giro anche da Taylor Gray (draft partner del leader), Wood, Holmes e Majeski. Quest’ultimo, addirittura, gli si è posto davanti in uscita dal trioval.

Nelle retrovie un’incomprensione causa un nuovo compattamento del gruppo. Massey rallenta improvvisamente in percorrenza di curva 4. Thompson e Breidinger lo colpiscono senza particolare violenza. Il vero problema è l’angolo di impatto con cui il #1 si è toccato con il #5. La pilota-modella, difatti, ha avuto l’istinto di muoversi verso l’esterno, senza però il tempo materiale di poter completare l’azione. I tre perdono così il controllo, senza subire danni evidenti. Eckes sfrutta l’occasione per tornare a pieni giri.

Il restart successivo è molto particolare. LaJoie e Caruth, in corsia esterna, prendono immediatamente spazio su Sanchez e Taylor Gray, in posizione interna. La coppia Spire guadagna così tanto da riuscire a coprire i rivali muovendosi verso l’interno. L’intuizione della nuova struttura a tempo pieno, però, risulta fallacea. Gli avversari, una volta arrivati sul backstretch, sfruttano la spinta data dal cambio corsia per circumnavigare il duo guidato dal pilota Cup e, quindi, tornare nelle prime due posizioni.

LaJoie e Caruth non mollano. La coppia di draft partner appartenente allo stesso team torna all’attacco sfruttando l’outside lane. Sanchez fiuta il rischio e compie un body block per mantenere la testa. Taylor Gray resta giù. L’intesa fra il #2 e il #17 si è spezzata: ora sono rivali in grado di combattere per la vittoria.

Il forte interesse per un finale di gara dalle ottime premesse viene disatteso da un’altra caution. Purdy spinge Ankrum sul backstretch quando quest’ultimo è leggermente inclinato. Il #18 scoda un po’, facendo perdere completamente il controllo a entrambi. Il #77, nella sua corsa senza controllo, colpisce Majeski e sfiora Eckes prima di prendere fuoco. Il ritiro è immediato. Oltre ai convolti nell’impatto, anche Hill si ferma per un controllino rapido. Lucky dog per Massey.

Si giunge quindi all’overtime. LaJoie, esattamente come già avvenuto in precedenza, sfrutta la corsia esterna e il draft predominante di Caruth per prendere immediatamente la testa della corsa e spostarsi verso l’interno. Sanchez e Taylor Gray riprendono il copione già scritto. Questa volta, però, il pilota Cup decide di restare indietro e studiare le mosse avversarie nella speranza di poter ricevere un buon piazzamento finale. Termina così il primo dei due giri supplementari: la gara terminerà a breve.

In uscita da curva 2 Caruth, in inner lane, si allarga, colpendo ad angolo Wood. Il part timer di McAnally non fa in tempo ad accorgersi di essere stato speronato che già ha dato una botta a Taylor Gray, che perde il controllo e viene lanciato contro le SAFER. La posizione del #17 è perpendicolare a quella corretta. Per questo motivo, quando viene centrato da Dye, il Tundra guidato dal minore dei due fratelli in Tricon prende il volo.

Sono moltissime le vetture coinvolte nella carambola. Oltre ai piloti appena citati, anche LaJoie, Thompson, Rohrbaugh, Crafton, Enfinger, Tanner Gray, Boyd, Eckes, Majeski, Currey, Friesen e Roper hanno subito danni a causa dell’intervento mal calcolato da parte del giovane a bordo del #71. Caruth verrà poi un po’ consolato e un po’ ripreso nel post gara da Bubba Wallace, arrabbiato per l’errore commesso dal suo protetto.

Nick Sanchez, che nel momento in cui è stata esposta la caution si trovava in prima posizione, vince la Fresh From Florida 250 a Daytona. Alla moviola (chiusa qualche ora più tardi) Heim, Caruth, Holmes, Boyd, Parsons, Crafton, Hill, Dauzat ed Eckes completano la top 10 finale.

NASCAR Truck Series Sanchez Daytona 2024

Nick Sanchez inizia il 2024 facendo ciò che non gli è riuscito nella sua stagione di esordio: vincere una gara. Nato a Miami 22 anni fa, Nick, campione ARCA 2022, ha già concretizzato quanto gli serve per poter essere considerato uno dei pretendenti al titolo. Segnare il suo nome sul taccuino è facoltativo: è già abbastanza maturo per essere considerato un big.

I risultati odierni

La classifica della “Fresh Form Florida 250”

La classifica generale

Così in campionato dopo 1 gara della NASCAR Truck Series 2024

Nick Sanchez è quindi il primo dei 10 piloti in grado di ottenere un biglietto per i playoff. La classifica generale, che col gioco delle stage vede però Ankrum primo leader del 2024, ovviamente rispecchia poco i valori generali ed andrà assestandosi nelle prossime settimane.

I prossimi appuntamenti

La settimana a Daytona deve ancora terminare. Oggi per la NASCAR Cup Series, meteo permettendo, ci sarà la Daytona 500, “The Great American Race”, a partire dalle 20.30 con diretta su Mola. Domani alle 17.00, invece, la Xfinity Series rinviata per maltempo dal sabato.

Immagini: Media NASCAR

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA
Lascia un commento

Devi essere collegato per pubblicare un commento.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO
RICEVI LA NEWSLETTER
Iscriviti per rimanere sempre aggiornato
(puoi sempre iscriverti in seguito)