Christian Eckes vince la NASCAR Craftsman Truck Series Championship Race a Phoenix. Ben Rhodes, quinto sul traguardo, sorprende la concorrenza e vince il suo secondo titolo nella categoria
Questa Championship Race è stata una delle prove finali (e non solo) più assurde mai viste in NASCAR. Non è abituale vedere il collasso mentale di un pilota (tra l’altro l’unico dei 4 probabilmente destinato a una grande promozione in ottica 2024, ovvero Hocevar), il crollo di un altro (che si è incidentato quasi per vendetta proprio con l’avversario appena nominato qui si parla del grande favorito Heim) e una lotta così serrata per la posizione valida per il titolo da parte degli altri due, i cosiddetti “specialisti”, nel corso di addirittura 4 overtime. Oltretutto la corsa è stata caratterizzata da ben 12 caution e da una bandiera rossa, numeri che non si vedono tutti i giorni.
Il 2023 della NASCAR Craftsman Truck Series si chiude al Phoenix Raceway, impianto che ospita da oramai diversi anni l’appuntamento conclusivo della stagione, il Championship 4. Oggi i quattro piloti che sono riusciti a rimanere in lotta titolo per tutte e 23 le gare stagionali si sfideranno per l’ultima volta, quella che coronerà il campione della categoria minore del circuito NASCAR.
Phoenix è un ovale storico, dall’evoluzione nel tempo piuttosto particolare. Nel 1964, data di fondazione, lo speedway da un miglio era solo una delle attrazioni offerte dalla race facility, che comprendeva anche un circuito lungo 4 chilometri, in grado di includere nel suo percorso anche parte dell’ovale, e un roval. L’evoluzione storica porta le varianti, poco utilizzate, a sparire per far posto a servizi per il pubblico. Nel 1991 il road course cade in disuso; stessa sorte tocca poi al roval, demolito nel 2011.
Rimane quindi da allora solo uno speedway da un miglio preciso, caratterizzato da un banking poco elevato e dalle 4 curve diverse fra loro. Il dogleg, allargamento della carreggiata posto dopo la linea di partenza (spostata nel 2018 appena prima di esso), si può tagliare per guadagnare qualche posizione. L’elemento unico che caratterizza l’ovale si è spesso rivelato decisivo durante i late restart.
La Craftsman 150 (o NASCAR Craftsman Truck Series Championship Race) è una gara storica nella categoria riservata ai truck. La serie minore NASCAR ha corso in Arizona fin dalla sua prima edizione nel 1995, senza mai saltare un appuntamento da allora. Anche la lunghezza, di 150 miglia (che equivalgono a 150 giri) è tradizionale. Difatti è rimasta intatta dal 1999 ad oggi, visto che è stata modificata solo da overtime di varia natura.
I quattro piloti giunti al Championship 4 sono Corey Heim, Grant Enfinger, Carson Hocevar e Ben Rhodes. Chi tra loro arriverà davanti agli avversari sarà nominato campione 2023 della NASCAR Craftsman Truck Series.
Sono 38 gli iscritti all’evento. Tra di loro manca Bret Holmes che diserta l’ultima trasferta del 2023. Al termine della qualifica, a tentativo unico, due di essi dovranno fare le valigie e vedere la gara dagli spalti. Corey Heim, a bordo del Toyota #11 di Tricon Garage, si mette in una posizione di vantaggio sugli avversari, visto che, grazie a un ottimo 26.344″ (a soli 3 decimi dal record di William Byron), riesce a conquistare la pole position. Al suo fianco partirà l’avversario Ty Majeski, pilota del Ford #98 di ThorSport Racing, appena 16 millesimi più lento.
Si ritrovano indietro gli altri contendenti al titolo. Rhodes ottiene il sesto tempo a 161 millesimi dal poleman, mentre Hocevar ed Enfinger, rispettivamente solo tredicesimo e diciassettesimo al via, si sono presi ben 3 e 4 decimi di distacco dal tempo del giovane membro TRD. Boyd e McGee, i due più lenti in qualifica, non prenderanno parte alla gara.
La gara
Allo sventolare della bandiera verde è Majeski a rubare lo scettro della corsa ad Heim grazie alla traiettoria esterna in curva 2. Il pilota ThorSport resterà in testa senza problemi fino alla prima caution, causata da un contatto fra Kraus e Friesen in entrata di curva 3 del quinto giro. Nessuno dei due subisce danni rilevanti. La ripartenza non regala scossoni e, fino al termine dei primi 45 passaggi, la classifica resta pressoché statica.
Ty Majeski vince il primo stage a Phoenix. Heim (che si è fatto vivo sul rivale negli ultimissimi minuti), Zane Smith, Rhodes, Sanchez, Purdy, Eckes, Hocevar, Enfinger e Taylor Gray chiudono la zona punti assegnabili durante lo stage. Al termine della sosta generale e del lucky dog di Parsons, ultimo sostituto di DiBenedetto nella #25 e finito a muro nelle libere a causa di una foratura, i truck escono dalla fase di neutralizzazione.
L’inizio del secondo stage presenta una grossa novità. Heim parte all’esterno e riesce ad accerchiare e superare Majeski in uscita da curva 2. Il vincitore della prima fase di gara non può nemmeno contro Smith, partito in seconda fila, nonostante un buono stacco di frizione.
Presto, però, le vetture tornano a schierarsi dietro al pace truck. Andretti e Hacker si toccano sul rettilineo durante l’impostazione della traiettoria di curva 3. I due part timer restano senza controllo del proprio mezzo e si fiondano ad alta velocità contro i safer. Il Toyota #30 si ritira subito, mentre lo Chevy #7 prova, con scarsissimi risultati, a venire riparato in pit lane. Al termine del pit di Sanchez, molti problemi per Nick in questa gara, e del lucky dog di Deegan viene sventolata la bandiera verde.
La ripartenza non premia Smith. Il campione in carica, che ha scelto la traiettoria interna, viene accerchiato da Heim che sul backstretch torna in prima posizione. Nei chilometri successivi si assiste a qualche momento di rischio. Currey prende male le misure in uscita dal dogleg nel corso del settantesimo passaggio e stringe Caruth contro le barriere esterne. Il rookie danneggia la parte anteriore della scocca ma, nonostante tutto, può continuare la sua corsa.
Al giro 77 si ritorna in regime di bandiera gialla. Tyler Hill va in testacoda in curva 2, colpendo le barriere con il posteriore del suo truck che risulta leggermente danneggiato. Questa late caution, almeno per quanto riguarda il secondo stage, apre le porte alla possibilità di compiere strategie diversificate, anche perché da questo punto si può andare fino in fondo alla corsa con il pieno.
Molti piloti nelle retrovie optano per anticipare la sosta pianificata dopo il novantesimo passaggio per cercare di partire davanti nella fase finale della sessione con gomme poco consumate. Tra questi c’é Carson Hocevar, al momento ai limiti della top 10. Dopo il lucky dog di Ankrum si torna a pieno regime.
Il finale della parte centrale di gara non è troppo animato. Lo start vede Heim imporsi con facilità su Majeski, superato in uscita da curva 2 anche dal compagno di marca Smith. Più indietro è chiara la rimonta dei piloti con gomme fresche, che, però, vedono la loro risalita presto interrotta dallo sventolare della bandiera a scacchi biancoverdi.
Corey Heim taglia per primo il traguardo del secondo stage. Smith, Majeski, Eckes, Taylor Gray, Rhodes, Purdy, Enfinger, Garcia e Hocevar concludono la top 10 di intermezzo, quella che dà la possibilità di accumulare punti nel corso della sessione ai piloti al di fuori del Championship 4.
Chi non si è fermato prima, seguendo la strategia originaria, percorre ora la pit lane pronto a fermarsi nella propria piazzola. Tra questi ci sono Heim, Rhodes ed Enfinger, che cominciano il terzo stage in posizioni decisamente arretrate. La direzione gara dà il permesso a Honeycutt di sdoppiarsi.
Il terzo stage mostra già nei primissimi secondi (nel gruppo c’è anche un clamoroso 9-wide) un contatto potenzialmente fatale per diversi piloti, il primo di una lunga serie. Purdy, in traiettoria interna al via, viene spinto in uscita dal dogleg. Lo Chevy #4 rallenta per evitare di uscire dalla traiettoria e colpire altre vetture in curva 1. Tutto ciò permette ad Eckes, Garcia e Sanchez di sopravanzare l’alfiere KBM, squadra all’ultima gara nella categoria.
Non passa molto tempo che c’è di nuovo il pace truck in pista. Durante il giro 101, Conner Jones sbaglia la frenata di curva 3 e lancia un colpo ben assestato al truck di Jake Drew. Il Toyota #61 viaggia senza controllo contro le barriere esterne. Il colpo è talmente pesante che il part timer in forza ad Hattori rientra leggermente verso l’interno, collezionando anche il carnefice sul quinto ThorSport.
Drew e Jones si fermano solo quando già entrati nell’inner. I truck sono irriconoscibili, completamente accartocciati dall’urto. Il ritiro è l’unica opzione. Nell’impatto resta marginalmente coinvolta anche Deegan. La ragazza, prossima alla promozione in Xfinity Series, va in testacoda alla vista del grosso incidente davanti a sé, fortunatamente senza procurarsi danni. Alan conquista il lucky dog.
La ripartenza è una guerra di nervi tra Sanchez ed Eckes. Il rookie, nonostante la traiettoria interna, decisamente svantaggiosa, vuole fare di tutto per rubare al 4 volte vincitore nella serie lo scettro della corsa. Nonostante il tentativo coraggioso, lo Chevy #19 è il primo a mettere le ruote sulla linea di arrivo.
Nei minuti successivi si assiste a un’importante rimonta da parte dei contendenti al titolo rimasti attardati dalla sosta di fine stage. Heim, Rhodes ed Enfinger si sentono autorizzati anche a utilizzare le maniere forti per farsi spazio e proseguire la propria scalata verso la vetta.
Al giro 119 avviene un momento di fondamentale importanza. Heim riesce a superare Hocevar in uscita da curva 2, andando in P6. Normalmente non sarebbe nulla di così importante, ma questo è il Championship 4. Questo scambio di posizione tra i due giovani sancisce la leadership in campionato provvisoria da parte del pilota Tricon.
Bastano pochissimi metri per ribaltare completamente le sorti del campionato. Giro 120, curva 2. Hocevar allarga la traiettoria in uscita di curva. Heim rimane stretto. I due si toccano. Il Toyota #11 va in testacoda, collezionando nella traiettoria incontrollata il passante Friesen. La sponda sul veterano permette al Tundra gestito da Tricon di assorbire l’impatto contro le barriere, sentito principalmente dal rivale incolpevole, che subirà grossi danni estetici.
Quasi tutti optano per una terza sosta in questo momento, Heim incluso. Hocevar, che riprende la leadership provvisoria della classifica, è mentalmente distrutto dall’evento. Non è chiaro se sia stata una manovra volontaria e disperata (non la prima in carriera per Carson) o un clamoroso errore di valutazione, ma il ventenne originario di Portage, Michigan, non sa più dove sbattere la testa. Farnetica nei team radio, si agita dentro all’abitacolo, tira costantemente pugni al volante. In queste condizioni, quelle in cui la testa lascia il suo posto, gli avversari possono facilmente fregarti da sotto il naso un risultato importante, soprattutto quando ci si sta giocando un titolo. Il lucky dog di Rose riapre le danze.
Quando viene sventolata la bandiera verde, Hocevar non è ancora calmo. Il giovane, partito a fianco di Sanchez, sprofonda nel mezzo del gruppone, venendo risucchiato a causa di un pessimo stacco di frizione. Il ragazzo di Niece si trova addirittura vicino alla top 20 dopo qualche miglio. Rhodes riesce così a conquistare la leadership virtuale del campionato e il pronostico si riapre incredibilmente.
Il tracollo di Carson Hocevar sembra quasi un’autopunizione per il suo errore precedente. Il ventenne del Michigan continua la prova senza la concentrazione adeguata, compiendo spesso imprecisioni o errori in fase di attacco. Se le speranze titolo del truck #11 si sono infrante contro le barriere (o, meglio, contro il Tundra di Friesen), quelle del #42 sono terminate per via di un’immaturità che lo vede ancora fragile nella gestione della pressione.
Sanchez non regge per molto in P1. Smith è molto veloce e riesce a superare il rookie dell’anno al giro 128. Il giovane di origini ispaniche perde diverse posizioni nei passaggi seguenti, restando molto distaccato dalla leadership anche per via di una strategia molto diversa rispetto agli avversari, simile a quella di Hocevar.
Al giro 130 si assiste a uno spaventoso incidente in curva 3. Currey tocca Parsons in entrata di curva, mandandolo ad ampia velocità contro le barriere. Il pilota dello Chevy di Niece, esterno al #25, viene colpito proprio da quest’ultimo. Dye, incolpevole, si unisce alla carambola da dietro, impossibilitato ad evitare le due vetture ferme al largo della piega. Il rookie, pronto al trasferimento da GMS a McAnally nel 2024, si è infortunato nella sua ultima uscita con il team 2 volte campione della serie e dovrà saltare la gara della Xfinity Series il giorno successivo. Tutti i truck coinvolti sono così danneggiati da doversi ritirare immediatamente.
L’alto numero di detriti, misto all’ampio movimento delle barriere safer, portano la direzione gara a chiamare in pista il pace truck. Si capisce subito, però, che la situazione è più pericolosa del previsto, visto anche l’alto numero di commissari coinvolti. La bandiera gialla si trasforma quindi in rossa. Per 11 minuti i truck restano fermi sul backstretch.
Quando i piloti sono autorizzati a riaccendere i motori si torna in regime di velocità controllata. Come da regolamento, all’apertura della pit lane c’è la possibilità di compiere una sosta. Ne approfittano diversi contendenti delle posizioni migliori, tra cui Sanchez, Majeski, Friesen e Hocevar. Dopo il lucky dog di Davis si torna a correre a pieno regime.
Alla ripartenza Smith sfrutta la traiettoria esterna per accerchiare e superare Eckes, partito all’interno, in uscita da curva 2. Lo start di Rhodes non è dei migliori e questo avvantaggia Enfinger, che, nella sua scalata, riesce a concludere il primo miglio in bandiera verde davanti al campione 2021. La situazione resta stabile per diversi minuti. Sembra quasi che la gara possa finire senza colpi di scena con Enfinger a prendersi la corona del 2023 visto che Ben non riesce a riprendere lo Chevy #23. A poche miglia dalla fine però sembra riaprirsi un conflitto iniziato diverso tempo prima.
In uscita dalla seconda curva del giro 147, dunque ad appena due giri e mezzo dalla bandiera a scacchi, Heim stringe decisamente troppo Hocevar verso l’esterno, mandandolo a muro. Il testacoda di Taylor Gray per evitare di urtare il duo dei contendenti al titolo completa le condizioni necessarie per far entrare in pista, di nuovo, il pace truck.
I due truck Toyota sostano nel corso del periodo di caution (il numero #11 è gravemente danneggiato su tutto il lato destro) mentre lo Chevy #42 è costretto al ritiro. Restano tre contendenti al titolo ancora in gara, di cui solo un paio sono a pieni giri e con un mezzo “pari al nuovo”, almeno dal punto di vista visivo. Nel momento in cui Hill compie il suo lucky dog si torna a correre.
Lo start del primo overtime è spettacolare. Smith mantiene la testa della corsa sfruttando il leggero banking e la traiettoria più larga per accerchiare e superare con l’intero mezzo Eckes che, ancora una volta, ha scelto di scattare dall’interno. Il pilota McAnally viene, però, spinto verso l’esterno da Rhodes in uscita da curva 2. Per evitare incidenti, il #19 rallenta leggermente facendo conseguentemente perdere terreno al #23 di Enfinger, appiccicato al retro del compagno di marca.
La situazione sembra favorevole a Rhodes, il quale sembra avere una mano sopra la coppa grazie a una mossa rischiosa quanto intelligente. Derek Kraus, però, non è dello stesso parere. Lo Chevy #77, vettura alla prima apparizione nella serie in questo 2023, va in testacoda in curva 4, impattando violentemente contro le barriere. Il ritiro è immediato. Visto che la caution è stata esposta prima dell’avviso di bandiera bianca, seppur di pochissimo, bisogna procedere con una nuova ripartenza, ovviamente dopo aver permesso a Leitz di tornare a pieni giri.
Enfinger, che ha sfruttato la caution per sostare in quanto ormai staccatissimo da Ben, si ritrova in fondo al gruppo mentre Rhodes è addirittura in prima fila. Il restart premia, almeno nei primi metri, Smith. Il campione in carica, pronto a passare in Cup Series, compie un errore già nel tratto del dogleg. Il Ford #38 stringe troppo sul #98 quando quest’ultimo non si trova completamente alle sue spalle, poi il passaggio da terza a questa marcia è pessimo, il leader si pianta e il truck di ThorSport colpisce quello di Front Row che, senza controllo, prende in pieno lo Chevy guidato da Wood. Il part timer chiude l’esperienza in KBM con un ritiro di cui non ha nessuna colpa.
La situazione titolo riceve un’evoluzione da tutti i fronti: Rhodes, che a sua volta aveva dei problemini al cambio, nell’impatto ha danneggiato la parte anteriore sinistra della scocca. Nonostante non sia così grave da necessitare una sosta, la deformazione potrebbe provocargli qualche rallentamento nello sprint finale, oltre al timore di un tire rub. Heim ha ottenuto il lucky dog che sfrutta per tornare a pieni giri dopo aver montato gomme più fresche. Inoltre, il pit ha permesso a Enfinger di guadagnare numerose posizioni in pochi metri. In caso di overtime multipli, le possibilità di vittoria del titolo da parte del veterano di GMS si alzerebbero drasticamente.
Il terzo tentativo di compiere almeno un giro sotto bandiera verde non è quello definitivo. Purdy porta per qualche metro il suo Chevy di KBM in prima posizione, salvo poi dover rallentare per via di un grande incidente in inserimento di curva 1. Majeski compie un errore dettato dalla foga e chiude la traiettoria a Love, campione ARCA Series che passerà direttamente in Xfinity, in uscita dal dogleg. La sagoma del suo F150, però, non si trova in posizione totalmente avanzata rispetto a quella del Tundra avversario, generando un contatto che lo porta prima contro le barriere e poi in mezzo al tracciato mentre gli avversari impostano la prima piega.
Nel tratto appena citato Crafton perde il controllo del suo Ford, colpendo Tyler Hill e dando il colpo di grazia a Zane Smith che, a causa degli ingenti danni, è costretto al ritiro. Anche Sean Hingorani, campione della ARCA West Series poche ore prima, termina il suo 2023 con un ritiro. Molti dei piloti coinvolti nell’impatto, tra cui Crafton e Majeski, optano per una sosta. Lucky dog per Taylor Gray.
Il quarto overtime è quello decisivo. Purdy parte male dall’interno e viene ben presto superato da Eckes e Garcia, che scapperanno e si daranno battaglia fino alla fine per la vittoria. Anche Rhodes ha un brutto scatto e questo va a vantaggio di Enfinger. Il #23 termina il primo miglio alle spalle del #99. Nonostante Ankrum sia finito contro le barriere di curva 3, la direzione gara, probabilmente accortasi del finale dalla lunghezza quasi insostenibile, lascia correre.
Enfinger è attaccato a Rhodes. Il campione 2021 utilizza ogni stratagemma per tenersi alle spalle il temuto avversario. In curva 2 allarga l’uscita, alla 3 evita che il rivale possa trovare lo spazio necessario ad infilarsi. Compiere una minima sbavatura in questo momento delicatissimo distruggerebbe la stagione costruita nelle precedenti 22 gare.
Christian Eckes, pilota dello Chevrolet #19 di McAnally-Hilgemann Racing, vince la NASCAR Craftsman Truck Series Championship Race a Phoenix. Il team conclude con una doppietta magistrale grazie all’ottimo spunto finale di Garcia. Purdy e Love seguono in terza e quarta posizione.
Ben Rhodes difende fino alla fine la P5 dagli attacchi di Grant Enfinger, sesto sul traguardo. Il pilota del Ford #99 di ThorSport Racing conquista così il suo secondo titolo in NASCAR Craftsman Truck Series, bissando quindi il successo targato 2021 con il truck dello stesso team, con lo stesso numero, ma marchiato Toyota. Thompson, Honeycutt, Tanner Gray e Sanchez chiudono la top 10.
Christian Eckes, 22 anni (saranno 23 settimana prossima) conclude la stagione migliore della sua carriera con un successo. Il giovane, che ha ottenuto ben 4 vittorie quest’anno (su 5 in carriera), ha già rinnovato con McAnally-Hilgemann Racing. Il prossimo obiettivo del giovane appare lampante: diventare campione della NASCAR Craftsman Truck Series.
Il campione
Ben Rhodes nasce a Louisville, Kentucky il 21 febbraio 1997 da una famiglia estranea al mondo delle corse, ma il padre è presidente di una società attiva nel settore meccanico. A sette anni inizia a gareggiare sui kart e dopo i primi successi inizia la gavetta classica delle stock car. A 11 anni sale sulle vetture Bandoleros, a 13 sulle Legends e a 14 sulle Late Model.
Viene notato per la prima volta nel 2012 dall’ex pilota australiano Marcos Ambrose, vincitore quell’anno della sua seconda gara consecutiva in Cup Series al Watkins Glen sulla #9 del Richard Petty Motorsports. Ambrose fa correre Rhodes nel suo team di Late Model e a fine anno viene ingaggiato dal Turner Scott Motorsports, allora una fucina di talenti da cui fra i tanti è passato anche Kyle Larson.
Nel 2013 Rhodes fa il grande salto e debutta nella K&N (ora ARCA) Pro Series East, la quinta divisione non ufficiale della Nascar. In una stagione part-time con sette gare disputate su 14 sulla #41 Ben ottiene due top5 (Iowa e New Hampshire) e cinque top10 incluso il nono posto al debutto a Bristol. Le prestazioni notevoli sono tali da essere incluso nel programma ufficiale “Nascar Next” per i giovani piloti.
L’anno successivo vede Rhodes partecipare a tempo pieno alla K&N Pro Series East e la sua è subito una campagna vincente. Con cinque vittorie parziali (ottenute nell’arco di sei delle 16 gare in calendario in cui azzera la concorrenza) si laurea rookie dell’anno e soprattutto campione battendo piloti del calibro di Cameron Hayley, Gray Gaulding, Brandon Jones, Austin Hill, Jesse Little, Kaz Grala, Daniel Suárez, Brodie Kostecki (ora tornato in Australia con le Supercars), Cole Custer, Matt Tifft, Sam Hunt (attuale team owner del Sam Hunt Racing) e molti altri nomi noti.
Già in primavera, tuttavia, il Turner Scott Motorsports lo aveva fatto debuttare nella Truck Series e alla prima gara a Martinsville è subito settimo, poi, dopo un ritiro a Dover, è nono a Bristol e quinto a Phoenix a fine anno. Ancora una volta le prestazioni notevoli gli valgono una chiamata di rilievo, quella di Dale Earnhardt Jr. per il suo JR Motorsports.
Nel 2015 Ben Rhodes dunque salta subito in Xfinity Series con la #88 del JRM su cui disputerà dieci gare in coabitazione con molti big come lo stesso Dale Jr., Kevin Harvick e Kasey Kahne. Il debutto è ancora stellare ed in Iowa è settimo. Poi però l’annata non va al meglio e per lui di rilevante ci saranno solo il decimo posto a Mid-Ohio e la pole position ottenuta a Road America causa cancellazione delle qualifiche per pioggia e griglia di partenza stilata in base ai risultati delle libere. Dopo il 20° posto all’ultima gara di Miami, Rhodes annuncia che lascerà il JRM alla caccia di un sedile a tempo pieno in Xfinity Series.
Due mesi più tardi arriva sì il “posto fisso”, ma è nella Truck Series dato che è arrivata la chiamata del ThorSport Racing. Ben solo ha 19 anni e anche se è quasi un veterano viste le esperienze precedenti, il primo anno è complicato. Inizia sì bene con settimo posto a Daytona, poi potrebbe vincere in Kansas ma un incidente all’ultimo giro con Sauter regala il successo a William Byron, infine manca i playoff (allora ad otto) e chiude il campionato con un modesto 14° posto in classifica generale, appena due top5 ed una pole a Martinsville.
Riconfermato in squadra, il 2017 è decisamente un anno migliore. Ancora una volta è il Kansas è la pista migliore, tuttavia la beffa ancora atroce dato che a 10 giri dalla fine è in testa davanti a Kyle Busch quando si rompe il motore. Qualificatosi ai playoff grazie ad un buono sprint finale nella regular season, a Las Vegas batte il futuro campione Christopher Bell ed ottiene il primo successo in carriera nella Truck Series. Purtroppo il round successivo dei playoff non sarà all’altezza e, dopo l’eliminazione, Rhodes chiude la stagione comunque con un ottimo quinto posto in generale.
Il 2018 è un anno difficile per lui e per la squadra, afflitta da molti problemi al motore. Tuttavia Ben, grazie alla sua solita costanza di rendimento e calma nei momenti complicati, riesce lo stesso a piazzare i risultati giusti al momento giusto e la gara casalinga dominata in Kentucky ne è la dimostrazione. Purtroppo per lui i playoff non andranno come si aspettava e dopo una precoce eliminazione è ottavo in classifica.
Come detto, Rhodes è un pilota pacato, ma i più calmi quando finiscono ko per causa altrui si arrabbiano ancora di più. È il caso della stagione 2019 quando in Kentucky viene toccato dal doppiato Poole e poi ad Eldora spedito a muro da Dippel e Rhodes li affronta duramente nel post-gara dopo aver perso punti preziosi che poi lo escluderanno dai playoff. Il buon finale di stagione gli varrà solo il platonico titolo di “migliore degli altri”.
Se il 2019 era stato tumultuoso, il 2020 non è da meno. Rhodes torna sì al successo a Darlington nella gara autunnale, poi però i playoff deragliano subito in Texas, dove in gara inizia una faida con Christian Eckes, che viene praticamente spedito a muro volontariamente in un gesto censurabile, e poi nel finale si scontra con Chandler Smith, il vincitore di Phoenix, e Bilicki, con quest’ultimo che accusa Rhodes e Ben che invece punta il dito sul pilota KBM, accusato di aver vendicato il compagno di squadra Eckes per l’incidente precedente. Il brutto risultato lo elimina dalla lotta per il titolo ed arriva un settimo posto finale.
Resettata la mente, al sesto anno a tempo nella categoria con il ThorSport, Ben inizia la stagione col botto, ma stavolta nel bene. L’uno-due iniziale a Daytona fra ovale e stradale gli valgono già a febbraio la qualificazione matematica ai playoff in un campionato che prima del via pare molto combattuto, al punto che si pronostica anche il fatto che un successo di tappa non sia sufficiente per la qualificazione alla fase ad eliminazione.
Mentre John Hunter Nemechek si scatena con le sue cinque vittorie, Rhodes non alza il piede e rimane sempre fra la top5 e la top10 mancando l’appuntamento nella regular season solo ad Atlanta, Texas, Pocono e Watkins Glen. I playoff point accumulati sono sufficienti per garantirgli due round tranquilli in cui bastano in apertura il terzo posto di Gateway prima ed il secondo di Las Vegas poi per poter pensare già alla fase successiva, il tutto malgrado forse l’unico errore dell’anno, ovvero l’incidente di Darlington.
Arrivato a Phoenix completamente rilassato, nella pura tradizione Rhodes, in Arizona Ben mantiene la calma per tutto il weekend e, mentre Nemechek va alla deriva fin da subito e Crafton non si inserisce nella lotta, il pilota della #99 rimane concentrato anche quando nell’ultima stage si vede passato da Zane Smith. La vettura e l’assetto poi tornano nelle sue mani e con un leggero bump&run il titolo è suo. Rhodes in ogni caso non ha rubato il titolo, infatti anche se Nemechek aveva più vittorie e avrebbe avuto più punti in totale, alla fine il pilota con meno incidenti e col migliore piazzamento al traguardo è stato proprio Ben. Memorabile ancora oggi poi la conferenza stampa svolta in condizioni decisamente poco sobrie ma non scivolata nell’ubriachezza molesta che porta a scivoloni mediatici.
L’annata da campione inizia col botto, ben cinque top5 nelle prime sei gare inclusa la vittoria sullo sterrato di Bristol, poi però la stagione scivola un po’ nei ranghi, prima rimanendo nella top10 e poi uscendone. In ogni caso il posto ai playoff è in tasca e a Ben basta in pratica il secondo posto al debutto all’Indy Raceway Park per passare al turno successivo. Al Round of 8 praticamente stesso percorso, un secondo posto a Talladega unito al sesto di Miami gli valgono il posto a Phoenix dove, a sorpresa, è vicecampione dietro al solo Zane Smith.
Il 2023 di Rhodes inizia bene con un terzo posto a Las Vegas ed un quinto ad Atlanta, poi però i risultati precipitano e Ben è spesso fuori dalla top10. Dopo 10 gare il team decide di cambiare crew chief sostituendo Jeriod Prince con Brian Ross. Prima però del passaggio di consegne effettivo c’è la gara di Charlotte che Rhodes vince in maniera convincente staccando il biglietto per i playoff. L’inizio di parentesi con Ross al muretto inizia bene con quattro top10, poi però i risultati tornano nei ranghi.
La qualificazione ai playoff era in tasca con la vittoria di Charlotte, ma il Round of 10 non è esaltante e Rhodes passa solo per un paio di punti. Serve un altro scossone e così arriva il terzo crew chief stagionale, quel Rich Lushes che era già al muretto per il titolo 2021 e che a inizio stagione in casa ThorSport era stato assegnato ad Hailie Deegan. Il cambiamento è totale: a Bristol Rhodes è settimo, a Talladega secondo, a Miami Lushes si inventa un capolavoro strategico che ribalta la classifica e con un altro secondo posto Ben si qualifica per il terzo anno di fila per Phoenix. Qui Rhodes conquista, come detto, il secondo titolo e si rende protagonista di un’altra memorabile conferenza stampa.
– Gabriele Dri
I risultati odierni
La classifica della “NASCAR Craftsman Truck Series Championship 2023”
La classifica generale
La classifica finale della NASCAR Craftsman Truck Series 2023
I prossimi appuntamenti
Anche se la giornata di gare a Phoenix, per oggi, è terminata, è necessario ricordare che oggi (domenica 5 novembre) si terrà la gara finale di campionato di NASCAR Cup Series (alle 21.00). La NASCAR Craftsman Truck Series tornerà nel 2024. Il primo appuntamento sarà la Fresh From Florida 250, da tenersi a Daytona, da tenersi venerdì 16 Febbraio (molto probabilmente nella notte italiana di sabato 17).
Immagini: Media NASCAR
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