Niente Heim né Eckes, a Miami Grant Enfinger è ancora il migliore e nemmeno un contatto con la #19 lo frena. La strategia audace lo premia con un trionfo storico per il margine sul secondo
Nemmeno un contatto con Eckes con relativo tire rub ha fermato Grant Enfinger. Una caution arrivata al momento giusto (manovra censurabile di Conner Jones su Matt Mills) ha permesso l’azzardo strategico ha lanciato la Chevrolet #9 verso il secondo successo consecutivo per il pilota dell’Alabama che ora sembra proiettato verso il titolo sfuggito l’anno scorso a Phoenix per quella che sarebbe una piacevole ma meritata sorpresa.
La gara
La NASCAR Truck Series torna in pista dopo un’altra lunga pausa per lo sprint finale che vedrà i piloti impegnati per le ultime due gare del Round of 8 e poi il gran finale di Phoenix. Si va a Miami sulla pista di Homestead per uno dei grandi classici della categoria con Grant Enfinger già qualificato alla Championship 4 e dietro di lui una classifica allungata ma non ancora decisa, anche se l’impressione è che, a meno di colpi di coda, al pilota della #9 si uniranno anche Heim, Eckes e Majeski.
Si va a Miami però con sole 34 vetture, segno esplicativo di un montepremi di nemmeno 770k$. E, forse, in settimane di cause in tribunale fra NASCAR e team non bisognerebbe dimenticarsi di come i team di Xfinity e, soprattutto, Truck Series cercano di andare avanti lottando per premi che sono o un quinto o un decimo di quelli della top class. Ed è proprio nel venerdì di Miami che arriva la triste notizia: Bret Holmes, campione ARCA Series nel 2020, decide di chiudere con effetto immediato il suo team. Una brutta perdita per l’ambiente perché la #32, nei limiti del possibile, era una vettura che andava veloce.
E forse è anche un brutto il segnale che la FOX, titolare dei diritti in esclusiva della categoria, decide a tre gare dalla fine della stagione di non mandare in onda, nemmeno con qualche forma di streaming, né le prove libere, né le qualifiche. Le notizie sono quindi scarse dal venerdì di Homestead. Si sa che Tanner Gray bacia il muro e quindi salta le qualifiche per riparare muso, fiancata e splitter. Nelle libere il più veloce nel complesso sembra essere il pilota di casa Nick Sanchez, chiamato alla risalita in classifica generale.
Nelle qualifiche però a prendersi la pole position, la prima stagionale, è Corey Heim e chissà se a dargli la carica sono state le recenti notizie di mercato che hanno visto le promozioni di Taylor Gray (secondo) e William Sawalich (20°) in Xfinity Series entrambi con il Joe Gibbs Racing, un team dal quale – a quanto pare – Heim è stato “bandito” a causa degli screzi avvenuti in ARCA Series nel 2021 con Ty Gibbs che vinse il titolo. Dietro alle due Toyota di Tricon si piazzano in griglia Caruth, Sanchez, Majeski, Honeycutt, Dye, Eckes, Enfinger e Mosack.
Dopo aver mandato in fondo alla griglia Tanner Gray per le citate riparazioni, Mills (trasmissione sostituita) e Riggs (risultato sottopeso dopo le qualifiche; i commissari hanno confiscato anche il volante, in settimana si saprà di più), la corsa da 200 miglia può avere inizio. Heim scatta bene e rimane al comando, tuttavia alle sue spalle il gruppo è tutt’altro che ordinato e il più intelligente è Honeycutt che va tutto all’esterno e guadagna terreno a differenza di Caruth che invece perde posizioni. Kaden arriva addirittura ad attaccare Eckes che tuttavia rimane al terzo posto.
Si fa notare da subito anche Enfinger che vuole recuperare posizioni e, dopo un 3-wide con Sanchez e Dye, riesce a passarli e seguire Majeski che sembra scatenato. Nick invece rischia grosso con Daniel, idem anche Rhodes che per poco non si gira sul muso di Zilisch, oggi sulla #75 dell’Henderson Motorsports e non sulla #7 di Spire Motorsports su cui invece c’è l’omonimo Mosack (in pista oltre ai due Connor anche Conor Daly e Conner Jones).
Heim sembra in controllo anche se non scappa e alle sue spalle la classifica si assesta, Friesen perde terreno fin da subito e così risalgono in tandem Majeski ed Enfinger, entra in top20 anche Tanner Gray dal fondo approfittando delle gomme fresche a differenza di quelle rodate degli avversari. Il primo problema dopo nove giri (30 quelli della prima stage) è per Frankie Muniz, fresco di annuncio a tempo pieno per il 2025, che a causa di un problema al motore non chiarito deve tornare ai box e poi andare nel garage per tutta la frustrazione via radio dell’attore diventato pilota.
Degli otto piloti dei playoff, due sembrano quelli più in difficoltà, un Sanchez che malgrado il sovrasterzo regge in top10 ed un Ankrum invece in fondo alla top15 ed incapace di risalire dopo la brutta qualifica. Chi invece sembra in forma come nelle ultime settimane è Honeycutt che poco prima di metà stage supera di slancio prima Eckes e poi Taylor Gray e quindi si porta al secondo posto a 1.1″ da Heim. E i due vanno in fuga.
Ai -10 Heim inizia i primi doppiaggi ed Honeycutt rosicchia qualche decimo mentre Taylor è letteralmente crollato ed in pochi passaggi è finito a 4″ dalla vetta al punto che deve vedersela con Eckes ma anche con i rimontanti Majeski ed Enfinger che hanno superato prima Caruth e poi anche Mosack. La prima mossa di Kaden è dall’esterno, tuttavia Corey si tiene al centro per controllare al meglio sfruttando i doppiaggi.
Che non sia giornata per Eckes lo si capisce dal fatto che prima di poter attaccare Gray venga lui superato da Majeski che all’ultimo giro si prende anche la terza posizione.
Heim vince la prima stage in apparente controllo con 0.2″ su Honeycutt, addirittura 6.7″ su Majeski, 7.2″ su Taylor Gray, 9.2″ su Eckes, 9.5″ su Enfinger, 11.4″ su Mosack, 12.0″ su Sanchez, 12.6″ su Caruth e 14.6″ su Thompson, a seguire Crafton, Friesen, Tanner Gray, Zilisch, Dye, Ankrum (16° a 21.3″ per il sovrasterzo), Sawalich, Mills, Purdy e Day, Riggs ancora un po’ distratto e solo 22° davanti ad un Rhodes ormai in versione balneare, lucky dog per Timmy Hill al 27° posto mentre la coppia IndyCar Daly-Andretti è già doppiata.
Il primo giro di soste lascia in testa Heim, tuttavia Sanchez commette uno speeding deleterio che lo manda in coda al gruppo. Dietro a Corey si piazzano così Taylor Gray, Honeycutt, Eckes, Enfinger, Majeski, Thompson, Mosack, Crafton e Caruth. Penalità anche per Zilisch (interferenza) e per Currey che in circostanze non chiarite ha danneggiato pesantemente il muso e i meccanici tentano in troppi di ripararlo.
Bandiera verde per 22 giri netti nella seconda stage ed Heim non scatta al meglio al punto che viene aggirato da Gray ed Eckes, non va meglio alle sue spalle ad Honeycutt che viene messo nel mezzo e finisce risucchiato al 13° posto. E così nella top6 ci sono sei piloti playoff: Gray, Eckes, Heim, Enfinger, Majeski e Caruth con Ankrum 13° e Sanchez 24°.
Caruth non riesce a rimanere con i big e viene passato subito, tuttavia lo show è tutto di Corey Heim che fa sembrare tutto semplice e, approfittando dell’attacco vincente di Eckes su Taylor Gray, in due giri prima supera la #17 e poi la #19 tornando al comando ai -18. Anche Majeski ricomincia da dove aveva iniziato prima e col sorpasso su Enfinger sale al quarto posto, ma Grant reagisce e al passaggio successivo torna davanti. Currey rientra nuovamente ai box, ma stavolta per una foratura alla posteriore destra.
Due le rimonte da segnalare in questa fase, quella di Honeycutt che torna decisamente in top10 (ottavo) e quella di Riggs che sale in top15 superando un Ankrum ancora in difficoltà (seguirà un 3-wide di Tyler con Day ed un Tanner Gray stallato nel recupero), ben più difficile quella di Sanchez che a fatica torna in top20.
Il tandem Enfinger-Majeski è riuscito a mettersi d’accordo e ai -10, dopo la battaglia reciproca, riprende e supera Taylor Gray. Ancora non al meglio invece Caruth, scavalcato da Honeycutt che ai -5 passa anche Mosack. Rajah perderà anche la posizione da Dye e lotterà con Crafton nei giri finali.
È in questo momento che la gara svolta: dopo il sorpasso sulla #17 Enfinger accende i razzi, molla sul posto Majeski e riprende in un attimo Eckes, lo passa e quando si libera della #19 vede davanti a lui il leader Heim che non era scappato. Ripreso Corey ai -3, passato di slancio ai -2 volando lungo il muro tuffandosi poi all’interno di curva3.
Grant Enfinger vince in clamorosa rimonta la seconda stage battendo Heim (+0.8″), Eckes (+1.0″), Majeski (+2.9″), Honeycutt (+4.7″), Taylor Gray (+5.3″, passato al penultimo giro da Kaden), Dye (+6.8″), Mosack (+7.4″), Caruth (+7.9″) e Crafton (+8.4″), a seguire Thompson, Friesen, Riggs, Sawalich, Mills, Ankrum (+15.3″), Sanchez (+15.6″), Tanner Gray, Zilisch e Day, lucky dog per Garcia (27°).
Dopo la sosta anticipata di Corey (sì, è la giornata degli omonimi) Day per una foratura alla anteriore destra, è tempo per il secondo giro di soste ed Enfinger esce dai box ancora al comando su Taylor Gray, Heim, Eckes, Honeycutt, Majeski, Caruth, Mosack, Thompson e Riggs che entra in top10; Sanchez 13° davanti ad Ankrum, Zilisch manca lo stallo e deve fermarsi due volte.
Bandiera verde esattamente a metà corsa (67 giri alla fine) e la gara cambia improvvisamente volto: Gray scatta bene e avanza, Enfinger si sposta a sinistra per cercare un side draft e limitare i danni, contemporaneamente Eckes si sposta a destra per uscire di scia dalla #17 e così Enfinger ed Eckes si toccano fiancata contro fiancata. Christian prosegue dietro a Gray e davanti ad Heim mentre Grant perde posizioni su posizioni al punto che, dopo un paio di passaggi, deve fermarsi ai box per un tire rub che rischia di diventare foratura.
La corsa perde (anzi, sembra perdere) uno dei favoriti che torna ai box e per limitare i danni, visto che c’è solo un set di pneumatici nuovi disponibile, il crew chief decide solo di risistemare il passaruota senza cambiare gomme. Al comando, intanto, il tandem Eckes-Heim aggira Gray ma, come in precedenza, basta un giro in più per rivedere Corey al comando. Nel frattempo Majeski inizia già a puntare Taylor.
Fuori dalla scena uno dei protagonisti come Enfinger (virtuale lucky dog), emerge dal nulla uno degli altri piloti più in vista di questi playoff, ovvero Layne Riggs che con i sorpassi su Sanchez e Caruth si porta al quinto posto.
Poi però la gara cambia nuovamente: proprio mentre Enfinger dice di avere ancora un tire rub, ai -58 in curva3 Mills finisce a muro e torna verso l’interno con la vettura in fiamme dopo un incidente decisamente violento. La causa la si scopre subito dalle immagini e, soprattutto, dai team radio: un Conner Jones stufo delle manovre di Matt decide di dargli un bump che sembra essere di piccola intensità ma che ha conseguenze catastrofiche.
Mentre Mills scende il più in fretta dalla vettura e viene portato al centro medico (seguirà poi un viaggio in ospedale con notte in degenza per accertamenti), per Conner Jones arrivano due giri di penalità per condotta aggressiva (che ci stanno, ma mancano all’appello altre penalità per altri – e alcuni dicono anche per lui – nel corso dell’anno) ed un consueto tweet di scuse in formato PR.
Enfinger si salva con il lucky dog e torna in corsa. Si apre, dopo una lunga attesa per spostare la #42, anche la pit lane e più di qualcuno va ai box. Riggs, Sanchez, Ankrum, Mosack, Friesen, Purdy, Rhodes e lo stesso Enfinger infatti decidono di rischiare tutto ed effettuare ora l’ultima sosta. Mancherebbe ancora qualche giro alla distanza prevista per il pieno, tuttavia la caution prolungata potrebbe aiutarli.
Si riparte, dunque, a 52 giri dalla fine con Heim al comando su Eckes, Majeski, Taylor Gray, Caruth, Honeycutt, Thompson, Crafton, Dye e Sawalich con complessivamente 17 auto che non si sono fermate ai box.
Heim stavolta scatta bene, Caruth va 4-wide all’esterno consolida la top5, tuttavia l’attenzione di tutti è su coloro che erano in coda ma che ora con gomme fresche stanno volando su una pista dall’altro degrado degli pneumatici. In pochissimo tempo Sanchez è in top10 ma ancora meglio sta facendo Riggs che ai -50 è già quarto con Sanchez settimo ed Enfinger nono.
La loro rimonta è poderosa e dopo altri due giri Layne è addirittura al comando mentre poco più tardi Heim può poco anche contro Sanchez. La sfuriata sembra finita ai -45 quando Riggs e Sanchez precedono Heim, Majeski, Mosack, Enfinger, Ankrum, Eckes, Dye e Friesen. Qui gli attaccanti, infatti, devono iniziare a pensare alla gestione di benzina e gomme in vista del finale e delle soste altrui, il tutto sperando che non arrivi una caution nel momento peggiore.
Cinque giri più tardi lo scenario è ancora diverso: anche Mosack ed Enfinger hanno passato Heim mentre gli altri hanno terminato la spinta in avanti e Majeski riesce a tenerli a bada. Ed è qui però che gli ex leader cominciano a pensare al loro ultimo giro di soste. Dai -35 in poi si fermano tutti regalando così secondi e secondi agli attaccanti che possono ulteriormente andare in fase di gestione. l primi sono, dopo Caruth, Majeski ed un Eckes un po’ spento, ai -34 Heim, Dye, Crafton, Honeycutt e Zilisch, ai -33 per chiudere i conti Taylor Gray, Thompson e Day.
Chi ha gestito meglio di tutti però è stato Enfinger che ha lasciato andare nei primi giri tutti, al punto da accumulare 3″ di ritardo da Riggs, per poi andare in progressione. In successione vengono ripresi e superati Mosack, Sanchez e poi anche Riggs ai -22. Poi per Grant, dopo un breve allungo per tenere tutto sotto controllo, si ritorna ad alzare il piede. I giri proseguono e le caution non arrivano, quindi il leader prende fiducia. Ai -15 Heim è sì risalito all’ottavo posto, ma ha ancora addirittura 24.3″ di ritardo da Enfinger e il meglio le sue gomme lo hanno già dato. Si capisce quindi che il momento di sfortuna può essere diventato l’occasione giusta per vincere ugualmente.
Il finale vede Enfinger in totale controllo, attesa e fuel saving che diventa il tema principale. Il suo crew chief gli dice di fare la strada corta all’interno per fare meno miglia e anche stressare di meno gli pneumatici. Riggs, scivolato a 2″ dalla vetta, invece tenta di tenere l’inerzia più alta viaggiando sulla traiettoria più veloce lungo le barriere, ma i risultati sono alterni.
Ai -5 Enfinger ha ancora 1.7″ su Layne, tutti gli altri staccatissimi con Sanchez a 6.6″, Mosack a 14″, Heim ancora ottavo, sì a 18″ ma dietro a Friesen, Ankrum e Rhodes. Al muretto della #9 si vive tutto col fiato sospeso, ancor di più nelle ultime tre miglia. Il primo a rimanere a secco è proprio Riggs che aveva osato troppo. Da curva1 ai -2 è difficile arrivare in fondo, tuttavia per fortuna del leader non arriva la caution e Layne sull’apron riesce a tornare ai box. All’ultimo passaggio è la volta di Rhodes, Sanchez e Friesen ma non del leader e così quello di Grant diventa un clamoroso trionfo.
Grant Enfinger dopo Talladega vince anche la seconda gara del Round of 8 e questo ha un significato strategico fondamentale per la #9 a Phoenix: matematicamente potrà scegliere lo stallo migliore nella caccia al titolo.
Al secondo posto ad addirittura 17.516″ (secondo distacco più ampio nella storia della Truck Series) chiude Majeski, a seguire Mosack (+17.7″, superato in vista del traguardo), Heim (+18.6″), Ankrum (+20.8″), Friesen (+21.2″), Dye (+30.2″), Caruth (+31.7″), Eckes (+32.1″) e Taylor Gray (+33.7″); a pieni giri anche Crafton (+34.6″), Rhodes (+41.6″) e Sanchez (+59.3″), Honeycutt primo dei doppiati, Riggs 22°.
Mentre in classifica si è creata una voragine fra quarto e quinto posto (22 punti fra Majeski e Caruth) che fa presagire una Martinsville di fuoco, la sensazione è che nel duello fra Heim ed Eckes non si sia inserito proprio Ty bensì Enfinger che ha ancora il dente avvelenato su come ha perso il titolo lo scorso anno a Phoenix. Per lui altra settimana di relax e poi tornerà alla carica.
I risultati odierni
La classifica della “Baptist Health 200”
La classifica generale
Così in campionato dopo la seconda gara del Round of 8 della NASCAR Truck Series 2024

I prossimi appuntamenti
Stasera alle 19:30 (diretta su Mola con il commento di Simone Longo e Gualtiero Lasala) ci sarà la gara della Cup Series sempre dalla pista di Miami-Homestead; a partire dalla pole position sarà Tyler Reddick. La NASCAR Truck Series gareggerà a Martinsville nella notte fra venerdì e sabato prossimi.
Immagine: Media NASCAR
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