La gara di domenica scorsa in Kentucky è da ricordare per un motivo ulteriore rispetto a quelli già citati: Cole Custer con il primo successo nella serie principale infatti è diventato il 33° pilota nella storia della Nascar a conquistare almeno una vittoria in ognuna delle tre categorie nazionali principali, ovvero Cup, l’attuale Xfinity e la Truck Series completando il cosiddetto “Triple Threat”. E’ uno dei traguardi che dal 1995 ad oggi premia in maniera non ufficiale i piloti più completi, oppure i talenti che sono stati capaci di completare con merito la gavetta, oppure un gioiello nella carriera altrimenti scarna di molti altri titoli. Dunque è giusto ripercorrere in questa settimana – prima che qualcuno rovini lo scioglilingua – la storia di chi e come ha ottenuto questo titolo.
Nota: per brevità e chiarezza parlerò sempre di Xfinity Series, ovvero il titolo attuale della categoria cadetta che negli anni ha assunto vari nomi, in ordine cronologico Budweiser Late Model Sportsman Series (1982-83), Busch Grand National Series (1984-2002), Busch Series (2003-07) e Nationwide Series (2008-14).
1995-1999: gli esordi
Il “Triple Threat” viene “inventato” nel 1995 e il motivo è uno solo: l’istituzione della Truck Series. In quell’anno infatti i pick-up divennero la terza categoria nazionale delle stock car a 46 anni di distanza dalla Cup Series (che debuttò nel 1949, un anno dopo le Modified) e 13 dopo la riorganizzazione della Late Model Sportsman Series che, nata nel 1950 e trasformata nel 1968, nel 1982 divenne quella che ora conosciamo tutti come Xfinity Series ma che per molti è ancora ricordata come Grand National.
Malgrado la serie al debutto, la Truck Series ci mise poco ad attrarre piloti dalle altre categorie. E infatti dopo appena tre gare il primo pilota portò a casa il “Triple Threat”. Ken Shrader era ormai uno dei piloti più famosi della Nascar, in Cup Series era una delle colonne del giovane Hendrick Motorsports (con cui vinse a Talladega nel 1988), mentre in Xfinity Series schierava in prima persona le vetture come ad esempio a Dover nel 1989 con cui mise la seconda tacca sul tabellino. Poi con l’avvento dei Truck si mise in gioco pure qui, al debutto assoluto a Phoenix fu terzo e due mesi più tardi, il 15 aprile 1995, a Saugus portò a casa la vittoria che fu sì festeggiata come tale, ma alla quale commentatori non diedero il peso che invece sto dando io ora.
Il secondo pilota a conseguire questo traguardo lo fece in maniera simile: il campione della Cup Series del 1984 Terry Labonte aveva una carriera ben avviata che sembrava però vicina al tramonto. La prima vittoria nella categoria regina era infatti arrivata nel 1980 alla Southern500 di Darlington (curiosità: stesso luogo e corsa della sua ultima vittoria addirittura 23 anni – meno un giorno – dopo). In Xfinity Series gli bastò la prima gara in carriera a Charlotte al volante di una vettura del team di Darrell Waltrip per andare in victory lane e infine sempre nel già citato 1995 guidò nei Truck grazie al Team Hendrick. Secondo al debutto a Phoenix dietro a Skinner e davanti al già citato Schrader, poi terzo a Topeka ed infine il 7 settembre a Richmond il successo che chiudeva il cerchio. Ad oggi questa è la seconda distanza maggiore fra prima e ultima vittoria valida per il “Triple Threat”, 5484 giorni che in sintesi sono 15 anni e 6 giorni. E quella carriera che sembrava quasi finita gli regalò l’anno successivo un secondo titolo nella Cup Series.
Nel 1996 a chiudere il tris fu un altro big della storia della Nascar: Mark Martin. L’eterno secondo – in questo caso terzo – dopo i numerosissimi successi fra Xfinity e Cup Series iniziati già alla fine degli anni ’80, sfruttò la discesa in campo nella Truck Series da parte del Roush Racing e, dopo un terzo posto a Richmond, il 29 agosto 1996 trionfò a North Wilkesboro. Martin è stato il primo vero macinatore di vittorie visto il suo 40+49 fra Cup e Xfinity Series, ma grazie al 2006 – anno in cui il primo ritiro sembrava vicino – durante il quale si dedicò molto ai Truck, è entrato in un club esclusivo, quello dei piloti che hanno vinto almeno cinque gare in una stagione in ogni categoria, insieme a Kyle Busch e Greg Biffle.
Poi tutto – involontariamente – si fermò e per tre anni e mezzo non si aggiunsero nuovi nomi alla lista.
2000-2004: giovani e veterani
Dopo cinque anni di storia la Truck Series iniziò a portare i giovani delle sue classi d’esordio prima in Xfinity e poi in Cup Series ridando slancio al “Triple Threat”. Ma alla caccia di questo traguardo si misero anche dei veterani di tutto rispetto che volevano sia chiudere la carriera in bellezza ma anche provare questa novità chiamata pick-up.
Bobby Hamilton aprì infatti il cerchio addirittura nel 1989 con la sua unica vittoria in Xfinity Series, poi passando in Cup Series ebbe quattro giornate di gloria e quella che ricordano tutti è proprio la prima, quella del 1996 quando a Phoenix regalò a Richard Petty ed alla storica #43 la prima vittoria in 12 anni. Infine decise di schierare un suo team nei Truck, prima sporadicamente e poi full-time quando ormai non c’era spazio più per lui in Cup Series. Ed è proprio in una di queste gare saltuarie a Martinsville nell’aprile del 2000 che Bobby completò il tris, ma non si fermò qui infatti nel 2004 conquistò anche il titolo nella Truck Series prima di arrendersi appena due anni più tardi ad un cancro.
Ci vollero altri due anni prima di un altro nome nella lista e fu quello di uno dei figli dei Truck, Kevin Harvick. Il giovane californiano debuttò nella categoria a fine 1995 ma prima di disputare una stagione completa passarono tre anni e in questa occasione andò più volte vicino alla vittoria al punto da essere notato da Richard Childress e portato in Xfinity Series in vista del 2000. Dopo un inizio stentato, Harvick vinse a Gateway e in seguito al campionato concluso al terzo posto sembrava destinato ad un altro anno nella categoria. Ma il Fato in un giorno di febbraio a Daytona decise diversamente e Kevin fu chiamato a sostituire Dale Earnhardt, portando alla vittoria quella che fu la sua vettura – anche se rinumerata – alla terza gara in carriera ad Atlanta. Poi Harvick effettivamente disputò in quel 2001 anche la Xfinity Series (vincendo il titolo) e questo gli permise di fondare un suo team – di successo nelle stagioni successive – per i Truck e a Phoenix nel novembre del 2002 finalmente Kevin chiuse un conto lasciato in sospeso da sette anni.
Il sesto “Triple Threater” è stato anche il primo a conseguire le tre vittorie nell’ordine che oggi pare più normale, ovvero prima Truck, poi Xfinity ed infine Cup Series. Infatti Greg Biffle fu il primo a scalare la gerarchia partendo dal fondo e completando in soli quattro anni il tris fra Memphis, Nashville e Daytona nella gara estiva, inoltre lo fece con un solo team, ovvero il Roush Racing. Biffle è anche uno dei tre re del “Triple Threat”, infatti lui, Harvick ed un altro che verrà citato a breve – ma tutti sapete chi è – sono gli unici ad avere conquistato non solo almeno una vittoria nelle tre categorie bensì addirittura 10. Harvick infatti in carriera ha infilato un 53+47+14 mentre Biffle avrà sì vinto di meno, ma il suo 19+20+17 lo mette tre gradini sopra a Kevin.
Due mesi dopo Biffle, ad andare in victory lane in New Hampshire nella Truck Series fu nientemeno che “Mr. Excitement”, ovvero Jimmy Spencer. Per trovare la sua prima vittoria nella categoria cadetta bisogna risalire addirittura al 1989, poi ci fu l’estate di fuoco del 1994, quando sulla vettura del team di Junior Johnson incendiò Daytona e Talladega con due incredibili vittorie che – a 26 anni di distanza – sono incredibilmente anche le ultime di una auto sponsorizzata McDonald’s. Infine, in quella che era appena la sua seconda partenza nella categoria, Spencer trionfò al “Magic Mile”. Jimmy aveva 46 anni, 6 mesi e 29 giorni, il secondo più anziano a chiudere il “Triple Threat”.
Sembra incredibile ma malgrado l’assonanza e una lunga collaborazione Jamie McMurray non vinse mai con la livrea McDonald’s. Però si può consolare, oltre ad un palmares di tutto rilievo e che prima o poi varrà la pena di approfondire, anche con il fatto di essere stato l’ottavo di questa speciale lista grazie alle vittorie in successione nel fantastico mese di ottobre del 2002 (Cup Series a Charlotte nella seconda gara in carriera al posto dell’infortunato Sterling Marling e poi Atlanta in Xfinity due settimane più tardi) poi completate ad ottobre del 2004 – sullo stesso Truck di Jimmy Spencer – a Martinsville.
I primi 10 anni di Truck Series regalarono dunque solo otto “Triple Threater”, nei 16 mesi seguenti se ne aggiunsero addirittura nove.
2005-2006: Hall of Famer
Il biennio di fuoco per questa categoria iniziò subito al debutto a Daytona grazie a Tony Stewart. Colui che in quell’anno sarebbe diventato campione della Cup Series per la seconda volta, dopo i due successi nel 2002-03 a Richmond con i Truck in una rara partecipazione e in seguito ovviamente alla storica annata da rookie nella categoria regina nel 1999 culminata con la vittoria sempre a Richmond, Tony si presentò a Daytona nella gara di apertura della Xfinity Series al volante di una vettura del team di Kevin Harvick e fece saltare il banco per la prima volta. Già perché nella 300 miglia, che è di fatto la gara più prestigiosa della categoria, Tony vinse per ben sette volte per poi puntualmente uscire sconfitto il giorno successivo nella Daytona500.
Come detto all’inizio, il “Triple Threat” non premia solo i campionissimi ma anche piloti comuni. E’ il caso ad esempio di Steve Park, un buon gregario a cavallo fra vecchio e nuovo millennio e la cui carriera fu accorciata da due terribili incidenti. Dei successi del 1997 in Xfinity Series si ricordano tutti poco, memorabili furono invece le vittorie in Cup Series al Glen nel 2000 e poi a Rockingham l’anno successivo, entrambe al volante di una vettura del team di Dale Earnhardt e con quest’ultimo successo appena sette giorni dopo la sua morte. Poi i citati incidenti ed un faticoso recupero culminato nella commovente vittoria nella Truck Series a Fontana sempre nel febbraio del 2005.
Trascorre appena un mese ed un giovane del Missouri inizia a far parlare di sé in maniera notevole. Dopo le vittorie nei Truck fra 2003 (la prima in Kentucky) e 2004, Carl Edwards sale di categoria ma nessuno si aspetta un weekend di Atlanta così: al sabato “Cousin Carl” vince la Xfinity Series ed il giorno dopo pure la Cup Series chiudendo il “Triple Threat” in appena 617 giorni con le ultime due vittorie in appena 24 ore, un’impresa mai più replicata. Il successo della domenica è spettacolare, sorpassando all’esterno dell’ultima curva Jimmie Johnson e battendolo per appena 28 millesimi. A questo punto Edwards detiene anche il record di precocità assoluta, ma verrà abbattuto altre due volte in quel 2005.
Passano appena tre settimane e a Martinsville Bobby Labonte, già campione nella Xfinity Series nel 1991 e della Cup Series nel 2000, completa il tris a 14 anni di distanza dal primo successo. Labonte inoltre è il primo inoltre ad andare un livello più in alto: infatti è il primo a vincere in ogni categoria sulla stessa pista (non necessariamente la prima volta in carriera), infatti il successo sulla Paperclip del 2005 con i Truck si abbina a quello del 2002 in Cup Series e del 1992 in Xfinity.
Trascorre un altro mese e Kasey Kahne conferma il fatto di essere uno dei rookie più promettenti degli ultimi anni completando in appena 546 giorni (dunque circa due mesi in meno di Edwards) il “Triple Threat” iniziando in Xfinity ad Homestead in chiusura di 2003, passando per i Truck a Darlington (categoria dove ha dominato quando ha gareggiato viste le cinque vittorie ed un secondo posto in sei presenze) a fine 2004 ed infine il successo in Cup Series a Richmond a maggio 2005 dominando partendo dalla pole. Sembra un record imbattibile, ma ovviamente solo uno nella storia può superarlo.
Fontana, 4 settembre 2005. Kyle Busch arriva e sbaraglia la concorrenza, in tutti i sensi. Fra la prima vittoria in Xfinity a Richmond a maggio 2004, passando per quella nei Truck a Charlotte un anno dopo, e quella in Cup Series ci sono appena 478 giorni, un record che rimane ancora in piedi assieme a quello della precocità assoluta visto che quando alza il trofeo in California ha soltanto 20 anni, 4 mesi e 2 giorni. Stupefacente come il fatto che ad oggi Rowdy abbia completato il “Triple Threat” non una bensì 56 volte, staccando dunque in questa classifica i già citati Biffle ed Harvick. Gli aggettivi per descrivere Kyle Busch sono finiti da tempo.
Il 2005 non è ancora finito ed arriva il settimo nuovo pilota a completare il giro con quella che ormai sta diventando la vittoria finale del tris, ovvero i Truck a Martinsville. Dopo Hamilton, McMurray e Bobby Labonte è la volta di Ricky Craven che già ci aveva vinto nel 2001 in Cup Series, oltre ovviamente a Darlington nel 2003, e questo fa il paio con il successo a Oxford Plains nella serie cadetta nel lontano 1991. Per Ricky, oltre ad essere una rivincita perché nella gara primaverile sulla stessa pista era stato sconfitto nello “scontro diretto” da Bobby Labonte, è l’ultima gioia poi di lì a poco arriverà il ritiro.
Ci sono due logiche appendici nel 2006, la prima è quella di Kurt Busch il quale non vuole essere da meno del fratello e dopo aver conquistato i Truck nel 2000 a Milwaukee era passato direttamente in Cup Series vincendo subito a Bristol nel 2002 e poi conquistando il titolo nel 2004. Non aveva mai disputato una gara in Xfinity Series, una lacuna a cui rimedia l’8 aprile del 2006 in Texas vincendo subito grazie al Team Penske. E così fra i 33 del “Triple Threat” i fratelli Busch si unirono ai Labonte e a tutt’oggi queste due coppie di parenti sono le uniche nella lista.
In estate infine arriva la prima vittoria nei Truck di Johnny Benson Jr. il quale insieme all’aver avuto una non esaltante carriera in Cup Series, dando alla #10 nel 2002 a Rockingham l’ultima vittoria prima di Almirola, invece poi fa il doppio bis, ovvero vittoria+titolo sia in Xfinity Series fra 1994 (Dover) e 1995 che nei pick-up fra 2006 (Michigan) e 2008.
2007-2013: ordine sparso
Dopo l’infornata di piloti che hanno portato il totale a 17 in 12 stagioni da quando il “Triple Threat” è stato possibile, è normale che ci sia un rallentamento fisiologico.
Nel 2007 è la volta di un altro prodotto della filiera Nascar, ovvero Clint Bowyer il quale pur iniziando il suo percorso dalla Xfinity Series a Nashville nel 2005 e passando poi per una rapida escursione nei Truck (Texas 2006), poi chiude in bellezza un inizio di carriera promettente con il successo, dominante dalla pole e con oltre 6″ di vantaggio sul secondo al traguardo, in New Hampshire nel 2007 in Cup Series in appena 826 giorni, uno dei risultati più veloci di sempre.
Il 2008 vede invece la chiusura del cerchio di Ryan Newman, uno che ha bruciato le tappe e poi ha recuperato quanto perso. La prima vittoria in Xfinity Series, appena all’ottava gara, è in Michigan nel 2001, poi Rocket Man salta su in Cup Series e nel 2002 in New Hampshire – proprio come Clint – è già a festeggiare. Poi prima di una tappa nei Truck passano sei anni e alla prima occasione ad Atlanta sbanca subito battendo in una sfida all’ultimo giro niente meno che l’Hall of Famer Ron Hornaday Jr. Non male per uno che similmente a quanto fatto da Kahne con i pick-up ha portato a casa sei top5 in sette gare.
In tutta questa lista ci deve essere qualcuno che ha ottenuto il numero minimo di vittorie. Lo stretto necessario sarebbe tre, una per categoria, ma David Reutimann ha fatto leggermente meglio arrivando a quattro. Una vittoria nei Truck a Nashville nel 2005, una in Xfinity a Memphis nel 2007 e infine le due in Cup Series sempre col team di Michael Waltrip, la prima è la CocaCola600 del 2009 in un finale fuel mileage e interrotto dalla pioggia e la seconda l’anno successivo a Chicago. Poi basta, forse Reutimann avrebbe meritato di più se avesse guidato per team migliori, ma almeno questa piccola consolazione ce l’ha.
La tradizione del chiudere il cerchio con i Truck viene portata avanti nel 2010 da Elliott Sadler, un altro eterno secondo. Il pilota della Virginia apre i conti in Xfinity Series dove inizia la carriera vincendo nel 1997 a Nazareth, poi il passaggio in Cup Series dove raccoglie molto meno di quanto ci si aspettava e cioè nello specifico tre vittorie di cui la prima a Bristol nel 2001, infine il ritorno nell’amata categoria cadetta dove diventa quattro volte vicecampione. Nel frattempo Harvick gli lascia guidare un suo Truck per qualche gara e nel 2010 a Pocono si aggiunge alla lista dei Threaters.
Il 2011 si apre quasi certamente con la tripletta più commovente e discussa. Il protagonista è il veteranissimo e sempre sconfitto Michael Waltrip, il quale dopo aver iniziato bene in Xfinity Series, vincendo a Dover nel lontano 1988, passa in Cup Series dove partecipa ad ogni gara degli anni ’90 non vincendo mai. Poi arriva la grande occasione con il team di Dale Earnhardt e con essa anche la prima vittoria. Purtroppo per lui è la Daytona500 del 2001 e, mentre taglia il traguardo, “The Intimidator” ha appena avuto il suo incidente mortale. La carriera di Michael prosegue fra successi e fallimenti, poi a cinque anni dall’ultima gara coi pick-up e dopo qualche rarissima presenza nella categoria, è al via della gara a Daytona. E’ il 18 febbraio 2011 e Waltrip vince la corsa a 10 anni esatti di distanza da quel giorno benedetto che mise fine allo 0 su 462 ma che gli portò via anche un caro amico. La polemica nasce dal fatto che le ultime miglia le fa senza mezzo spoiler e questo è stato un vantaggio aerodinamico, ma la Nascar non gli toglie la vittoria (ci sarà solo una multa salata dato che non viene trovata intenzionalità ma solo danno da gara) e quindi Mikey è il 22° “Triple Threater”.
Qualche mese più tardi va in scena un altro capitolo – e non sarà l’ultimo – de “vittoria col Truck a Martinsville” e ormai anche Rick Allen al commento ci sta facendo l’abitudine rendendo famoso appunto il “Triple Threat”. Stavolta il protagonista è un altro rookie terribile, ovvero Denny Hamlin il quale dopo un 2006 stellare iniziato con il successo a Città del Messico (il primo all’estero di queste 33×3=99 gare citate) in Xfinity e poi quella in Cup Series a Pocono, si fa prestare un Truck dal compagno di squadra Kyle Busch e va a vincere la prima delle due corse (farà il bis l’anno dopo sulla stessa pista) in carriera con i pick-up.
A quota 23 seguirono poi quasi tre anni di digiuno, visto che la seconda ondata di talenti si era esaurita.
2014-2020: la nuova gioventù
Il 2014 si apre probabilmente con il “Triple Threat” più strano dei 33. Partiamo dal fondo: la vittoria di Aric Almirola a Daytona – seppur in una gara accorciata dal maltempo – in Cup Series è sicuramente sua, così come quella nei Truck a Dover nel 2010 (in un campionato chiuso al secondo posto), sul successo in Xfinity Series a Milwaukee nel 2007 ci sarebbero invece tanti dubbi. Siamo in piena era “Buschwhacking”, ovvero quando i piloti della Cup Series erano onnipresenti e onnivincenti nella categoria cadetta. E’ il 23 giugno e la Nascar ha in calendario due gare, la Cup Series a Sonoma e la Xfinity in serata a Milwaukee. E per volere suo, del team e dello sponsor Hamlin è chiamato a correrle entrambe. I programmi si incastrano al limite ma è possibile, tuttavia a Denny salta l’ultimo tragitto, quello fra l’aereo privato che lo ha portato dalla California al Wisconsin e l’elicottero che deve atterrare vicino alla pista. Nessun problema, c’è il sostituto ed è un giovane prospetto del JGR ovvero Almirola, il quale inizia la gara dopo aver conquistato la pole. Poi Hamlin arriva e di suo non vorrebbe subentrare, ma lo sponsor lo obbliga a farlo e quindi ad una caution c’è il cambio pilota. Aric ovviamente è arrabbiatissimo per quanto successo e lascia la pista sbattendo la porta. Quando è già distante parecchi km verso casa probabilmente non sa che un imbarazzatissimo Hamlin è in victory lane e che per regolamento – in quanto ha preso lui la bandiera verde – la vittoria è invece sua. Almirola non va mai fiero di questo successo, per fortuna ha rimediato nel 2016 a Talladega e comunque la si consideri è anche lui fra i 33 del “Triple Threat”.
Per i piloti numero 25 e 26 si può fare un’eccezione riducendo le loro storie ad un solo paragrafo perché le loro carriere sono quasi fotocopia. L’inizio della loro storia avviene in Xfinity Series ed è datato 7 e 14 giugno 2008: nella prima data Brad Keselowski vince a Nashville, nella seconda Joey Logano fa lo stesso in Kentucky. Poi l’anno dopo i due diventano rookie in Cup Series, Keselowski vince in aprile a Talladega mentre Edwards vola via, Logano fa lo stesso a giugno grazie alla pioggia in New Hampshire. Ad entrambi mancano i Truck e per fortuna Brad ha fondato un suo team nella categoria. Keselowski ci vince a Bristol nell’agosto del 2014, mentre Logano – che lui stesso ha detto a Roger Penske di ingaggiare – lo fa nella solita Martinsville nella primavera del 2015. Come in un doppio di tennis, game set match.
Siamo ormai in chiusura e si parla del presente e non del passato. O meglio, con Kyle Larson siamo nel limbo visto quanto successo. La sfolgorante carriera del ragazzo californiano inizia con un successo storico a posteriori, visto che la gara dei Truck di Rockingham nel 2013 è l’ultima corsa Nascar disputata a “The Rock” prima dell’abbandono della storica pista. Nemmeno un anno dopo Larson ha vinto a Fontana in Xfinity Series e proprio gli ovali da 2 miglia diventeranno la sua specialità visto che qui ha conquistato quattro delle sue sei gare in Cup Series, inclusa la prima in Michigan nel 2016. E Rick Allen, dopo aver commentato tanti “Triple Threat” conclusi con una vittoria nei Truck, ora è passato a quelli in Cup Series.
Si entra definitivamente nell’attualità con Austin Dillon il quale, pur avendo la stessa età di Logano, ha avuto una crescita più lenta, ma non per questo senza successi, infatti come Benson ha la doppia coppia vittoria+titolo nelle categorie minori (rispettivamente 2010-2011 nei Truck e 2012-2013 in Xfinity), poi per completare il tris ha dovuto aspettare il 2017, quando come Reutimann ha dovuto ricorrere al fuel mileage per portare a casa la CocaCola600. Corsi e ricorsi storici.
Due settimane dopo Dillon a portare a casa il “Triple Threat” è stato invece Ryan Blaney, uno che invece ha saltato alcuni pezzi della gavetta visto che mentre ha iniziato con i Truck (vittoria in Iowa alla terza gara in carriera), è passato non stabilmente in Xfinity conquistando la corsa in Kentucky nel 2013 ed infine è salito subito in Cup Series vincendo a Pocono nel 2017 battendo in un bellissimo finale Kevin Harvick.
Si passa al 2018 con altri due big di oggi, ovvero Erik Jones e Chase Elliott. Tutti si aspettano Chase fin dal 2016, ma il figlio d’arte come sappiamo bene fatica ad ottenere la prima vittoria in carriera e quindi viene beffato di un mese anche da Erik, il quale dopo Phoenix 2013 (Truck) e Texas 2015 (Xfinity) imita Almirola e chiude i giochi nel luglio di Daytona senza però l’aiuto dal cielo. Elliott invece trionfa in Cup Series davanti ad una folla esaltante al Watkins Glen in seguito alla solita battaglia all’ultima curva a Mosport coi Truck sempre nel 2013 (e dopo in Messico di Hamlin arriva pure il Canada) e – proprio come Jones – al successo in Texas in Xfinity però con un anno di anticipo rispetto ad Erik. In entrambi i casi in seconda posizione a tentare di rubare loro la prima vittoria c’era Martin Truex Jr.
Dopo un 2019 senza nuovi nomi siamo arrivati all’ultimo mese, con l’anomala tripletta di Justin Haley il quale prima vince nei Truck a Gateway 2018, poi ringrazia sempre come Almirola i fulmini di Daytona in Cup Series (diventando il terzo più giovane di sempre a vincervi dopo Logano e Bayne) e infine deve aspettare Talladega lo scorso giugno per chiudere la seconda tripletta più precoce della storia dietro al solito Kyle Busch che a 20 anni aveva già vinto tutto. Tuttavia bisogna fare un appunto: se non fosse stato per il sorpasso sotto la doppia linea gialla in Xfinity Series a Daytona nel 2018 per il quale venne penalizzato, Haley avrebbe chiuso il “Triple Threat” a soli 20 anni, 2 mesi e 15 giorni ed in soli 379 giorni complessivi fra primo e ultimo successo demolendo entrambi i record di Rowdy.
Domenica 12 luglio 2020, Kentucky. La sorpresa del giorno si chiama Cole Custer. I numeri per il giovane di casa Stewart-Haas possono ingannare visto che fra la vittoria in New Hampshire nei Truck nel 2014, passando per quella dominante in Xfinity Series nel 2017 a Homestead e infine quella di domenica in Cup Series sono passati ben sei anni, ma bisogna ricordare che Custer vinse la prima corsa ad appena 16 anni, 7 mesi e 28 giorni, un record di precocità assoluto ancora valido nelle categorie principali della Nascar e quindi ora Cole di anni ne ha appena 22 ed ha il futuro davanti a sé.
Qualche dato per chiudere
Come scritto, qualche “Triple Threat” è più particolare degli altri. I record di longevità sono entrambi di Michael Waltrip mentre quelli di precocità sono all’appannaggio di Kyle Busch. Rowdy ovviamente ha anche altri record, come il fatto di aver vinto in tutte e tre le categorie in ben 17 piste contro le sette di Harvick, le quattro di Mark Martin e l’unica di Edwards, Bobby Labonte (il primo che ci riuscì come accennato), Keselowski e Kahne.
Nessun pilota è riuscito a iniziare e finire il tris di primi successi nella stessa stagione, però ben sette hanno vinto almeno una gara per categoria nello stesso anno. Kyle Busch guida ovviamente anche questa statistica con 14 stagioni del genere (2005-2011 e 2013-2019), Harvick lo ha fatto due volte (2003 e 2010) mentre tutti gli altri cinque (Terry Labonte per primo nel 1995, poi Hamlin, Keslowski, Logano e Larson) solo una volta.
Storico fu sempre Kyle Busch che, non pago di questo, nel 2010 nel prestigioso weekend notturno di Bristol fece cappotto portandosi a casa Truck, Xfinity e Cup Series. E siccome è Kyle Busch nel 2017 ha ripetuto questa impresa.
Tuttavia nemmeno a Rowdy è riuscita una cosa. Anzi, non è riuscita a nessuno. Dopo 25 anni di Truck Series e quasi 40 di Xfinity non c’è stato ancora alcun campione in tutte e tre le categorie. In otto hanno vinto il titolo in due delle tre categorie: Bobby Labonte, Keselowski, Harvick, Kyle Busch e Martin Truex Jr. in Cup e Xfinity Series, Biffle, Benson ed Austin Dillon invece in Xfinity e Truck Series. Nel 2008 Busch sembrava poter provare a vincere addirittura tutti e tre i titoli nella stessa stagione (quando era ancora possibile prendere punti in più categorie contemporaneamente), poi vista la situazione di classifica in quel momento favorevole in Cup Series ha preferito concentrarsi solo su quella.
Come avrete notato sicuramente, sette di questi sono nella lista dei 33 “Triple Threaters”, l’unico assente è Truex. Martin infatti in carriera ha disputato soltanto due gare nella Truck Series, 15° a Milwaukee nel 2005 e 34° in Michigan nel 2006 e chissà se gli verrà la voglia in futuro di entrare anche lui nella lista, magari con la classica vittoria a Martinsville.
Truex tuttavia è in buona compagnia: ad oggi sono ben 67 i piloti ad aver vinto almeno in due delle tre categorie. Anzi, per essere precisi tutti e 67 hanno vinto in Xfinity Series quindi a tutti loro manca o la Cup o la Truck Series. Fra di essi c’è di tutto: veterani degli anni ’70 che hanno conquistato una corsa in Xfinity Series agli albori e si sono ritirati prima dell’avvento dei Truck, giovani talenti persi per strada, campionissimi che hanno bruciato le tappe al punto da saltare subito in Cup Series, road ringers che non hanno trovato più spazio a causa dall’aumento della competitività nella categoria maggiore, i re dei primi anni dei Truck che non hanno mai voluto/potuto affacciarsi con regolarità ai piani alti ed infine i giovani talenti di oggi.
Dunque chi sarà il 34° a completare il “Triple Threat”. La lista dei favoriti è già pronta: sarà William Byron, Christopher Bell o Tyler Reddick, tutti e tre anticipati da Custer, oppure uno come Nemechek, Suarez o Ty Dillon? Oppure sarà un giovane talento come Briscoe, Cindric, Gragson o Brandon Jones a partire dal 2021? Oppure rivedremo i Truck riaffollarsi di big che si giocano la gara della vita prima di appendere il casco al chiodo? La lista di questi piloti è interessantissima e vale fare sogni ad occhi aperti – senza tralasciare gente come Allmendinger, Bowman, Mears, Menard e Ragan – per vedere in un pick-up Jeff Gordon, Dale Earnhardt Jr., Johnson, Truex, Kenseth e Montoya, magari proprio a Martinsville.
Ma in fondo non serve essere in questa lista per essere una leggenda, è solo una costruzione per gli amanti delle statistiche come me. E per chiudere il discorso basterebbe dire né Richard Petty, né Dale Earnhardt, né Jimmie Johnson hanno ottenuto il “Triple Threat” ed ognuno di loro ha vinto sette titoli in Cup Series, ma insieme hanno solo una presenza nei Truck (Johnson 34° a Bristol 2008). “The King” inoltre ha vinto 200 gare senza mettere mai piede in Xfinity Series anche se per 11 anni avrebbe potuto farlo. Sul suo tabellino però ci sono 15 corse ed una vittoria nella Convertible Division. E questa è una storia interessante che merita di essere approfondita in futuro.
Fonti: en.wikipedia.com; racing-reference.com; jayski.com; youtube.com
Immagini: twitter.com/nascar; LAT Photographic; nascarmedia.com; twitter.com/RichmondRaceway; NKP per joeylogano.com
Leggi anche
Partecipa al sondaggio su P300.it
Tutte le ultime News di P300.it
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.