NASCAR | “That Jones Boy” conquista Darlington!

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di Gabriele Dri @NascarLiveITA
2 Settembre 2019 - 22:00
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All’inizio non era nato come un soprannome ragionato, era solo appellativo pronunciato in diretta da Ken Squier, commentatore storico e membro della Hall of Fame della Nascar, due anni fa in occasione del “Throwback Weekend” proprio qui a Darlington. Non era pensato ma era venuto spontaneo, sembrava quasi un modo carino di chiamare un amico del proprio nipote, quel bravo ragazzo che si dà da fare. E infatti “that Jones boy” di strada ne ha fatta da quella sera in cui era soltanto un rookie sulla vettura #77. L’anno scorso ha vinto la gara di luglio a Daytona e oggi ha portato a casa la seconda in carriera ed è un’altra corsa prestigiosa, la Southern500 di Darlington. E l’ha fatto in grande stile, prima duellando con Kyle Larson, poi ancora una volta secondo, e infine con Kyle Busch che, per rimanergli attaccato, è pure finito a muro a pochi giri dalla fine.

La gara

La quinta edizione del “Nascar Throwback Weekend”, in cui si onorano i campioni del passato in tutte le maniere, di cui le livree celebrative sono l’aspetto più appassionante per i tifosi, si svolge nel classico clima della South Carolina, con non troppo caldo, ma tanta umidità e rischio di temporali. E così, dopo un rinvio di quattro ore a causa di due fasi di pioggia, a scattare dalla pole è William Byron, diventato soltanto il terzo pilota della storia dopo Fireball Roberts (1962) e Bill Elliott (1985) a partire dalla prima posizione nella stessa stagione alla Daytona500, alla CocaCola600 e alla Southern500, tre delle gare monumento in calendario. Al suo fianco scatta il vincitore del 2018 Brad Keselowski mentre manca all’appello Kyle Busch, solo 33° in qualifica a causa di un problema meccanico e poi costretto a partire dal fondo per la sostituzione di praticamente tutta la meccanica. Questo tuttavia non lo esclude dalla lista dei favoriti (come sempre), lista in cui il primo nome è quello di Denny Hamlin, in un momento di forma straordinario e che in Darlington ha la sua pista migliore, e il secondo è Kyle Larson.

Alla bandiera verde dall’esterno Keselowski si porta in prima posizione con l’aiuto di Kurt Busch e Byron scivola in seconda posizione, ma la #2 non scappa via anzi William, nella livrea che omaggia Cole Trickle di “Days of Thunder”, gli rimane vicino. Dopo una decina di giri però Busch aumenta il passo e in poco tempo al giro 20 è già in testa alla gara. Nel complesso però il gruppo rimane tranquillo, anche perché al giro 35 è prevista una competition caution a causa della pioggia che ha lavato via la gommatura di una pista che ha un degrado delle gomme molto alto. E così alla prima pausa la classifica vede Kurt Busch in testa davanti a Byron, Keselowski (in difficoltà negli ultimi giri), Johnson, Larson, Elliott, Blaney, Truex (in rimonta dalla 22esima posizione), Logano e Buscher, con Kyle Busch già nella top15 e Almirola, partito dal fondo col muletto dopo un incidente nelle libere, che si salva per un pelo dal doppiaggio.

Il primo giro di soste, che permette di modificare sensibilmente l’assetto previsto per una partenza al tramonto e invece avvenuta a tarda sera, lascia Kurt Busch in prima posizione e alla ripartenza il pilota di Ganassi rimane, non senza doversi impegnare, davanti a tutti seguito da Byron, Larson ed Elliott che rischia di toccarsi con Keselowski. La #1 guadagna all’inizio dello stint circa 1″ sul resto del gruppo, ma con il passare dei giri Byron riguadagna qualcosina seppur non a sufficienza. Si fanno vedere anche per la prima volta Jones e Kyle Busch che, come in tandem, guadagnano su posizioni su posizioni a discapito di Blaney che, lottando contro una vettura sovrasterzante (così come Keselowski), precipita in classifica dalla settima alla 16esima posizione.

Il secondo stint viene interrotto dopo una trentina di giri da Smithley che finisce in testacoda aiutato leggermente da Ragan e così si riapre la pit lane. Qui a sorpresa Elliott beffa tutti – Kurt Busch incluso – mentre Byron è vittima di una sosta lenta e scivola ai margini della top10 in cui entra prepotentemente Kyle Busch. Alla bandiera verde dei -28 va in scena la battaglia Hendrick vs Ganassi con Larson che spinge il compagno di squadra Ku.Busch e Johnson che fa lo stesso con Elliott. Sul momento Chase prevale ma si vede ad occhio nudo che la #1 è nettamente più veloce e infatti dopo una manciata di giri ritorna in testa aprendo la porta anche a Johnson che si porta così in seconda posizione; Larson invece non riesce a cogliere l’attimo e quando sorpassa Elliott la testa della gara è lontana ormai 3″ e riprende Jimmie troppo tardi. Per Kurt non ci sono invece problemi e vince la prima stage davanti a Johnson, Larson, Kyle Busch (rimonta completata) ed Hamlin, visto che Chase e Brad sono crollati nel finale.

Larson recupera le due posizioni che gli mancavano ai box e inizia quindi la seconda stage in testa davanti al compagno di squadra Ku.Busch, il fratello Kyle e Johnson. Le due vetture di Ganassi scappano via subito approfittando del leggero tappo della #48 sulla #18. Quando Rowdy passa ha 2″ di ritardo dal collega omonimo, ma sembra che possa continuare nella sua scatenata rimonta, tuttavia anziché recuperare cede ancora decimi su decimi.

Dietro a Johnson, Keselowski ed Hamlin intanto lo spettacolo maggiore lo regalano Elliott, Logano e Jones, protagonisti di un triello bellissimo condito da qualche piccolo contatto col muro. Alla fine Logano passa ma a beffare tutti e tre ci pensa Truex che da dietro li sorpassa tutti in pochi giri. Il duello invece fra Larson e Ku.Busch per la prima posizione viene interrotto da una caution potenzialmente decisiva per l’esito della stagione e che sicuramente sarà il tema della settimana: al giro 142 – quando ormai lo stint sta per finire – mentre lottano per una posizione ai margini della top20 Suarez sfiora (il contatto è ancora dubbio) Newman mandandolo in testacoda. Ryan non tocca il muretto, ma ovviamente è arrabbiato con il pilota messicano e il fatto che siano in lotta diretta per un posto nei playoff rende la contesa ancora più aspra.

La caution toglie ogni preoccupazione sia ai crew chief, infatti tutti si fermano ai box, sia a Kurt Busch che ritorna in testa alla gara senza l’impegno di lottare in pista con Larson, vittima di una sosta lenta. La bandiera verde vede in prima fila i fratelli Busch, ma il più anziano resta in prima posizione; la contesa viene interrotta quasi subito dal testacoda di LaJoie in curva1 provocato da una foratura e grazie a questo Newman ritorna a pieni giri. Lo stint è durato appena 15 giri ma nonostante questo tutti vanno ai box per un nuovo set di gomme ed è qui che Kyle sorpassa Kurt portandosi in prima posizione.

Se nel traffico la #18 non ha avuto alcun problema, a pista libera ne ha ancora meno; la sorpresa è invece Bowyer che da quarto si porta momentaneamente in seconda posizione prima di subire il ritorno di Kurt. Ai -29 il momento decisivo che deciderà l’esito della regular season: Logano, per tutta la gara nella parte bassa della top10, fora la posteriore destra dopo un contatto con Jones alla ripartenza ed è costretto ad una sosta fuori sequenza che gli fa perdere due giri, di cui uno riguadagnato poco dopo a gomme fresche. Anche Truex è costretto ad un pit stop supplementare per una ruota mal fissata ma perde solo una tornata. Kurt Busch ci mette 25 giri a sorpassare Bowyer e quando lo fa il fratello Kyle ha già un vantaggio di 4″, dunque riprenderlo è impossibile; Clint – così come Johnson, con cui lotta fianco a fianco – poi crolla nel finale e apre la porta a diversi avversari. Davanti la #18 è indisturbata e l’unico spavento è McLeod che finisce a muro e riaccelera solo per essere stretto involontariamente contro le barriere da Tifft proprio davanti a lui, ma non ci sono ulteriori problemi e vince la seconda stage, sotto caution per gli ultimi tre giri, davanti a Ku.Busch, Hamlin, Jones e Larson.

Altro giro di soste e altra sosta lenta, stavolta per Kurt Busch che scivola in settima posizione e così la classifica aggiornata a circa 150 giri dalla fine vede Ky.Busch davanti al compagno di squadra Jones, Larson, Hamlin e Byron, risalito finalmente nella top5. Saranno proprio i primi tre piloti i protagonisti dell’ultima stage. La #18 approfitta dei duelli Jones-Hamlin e Larson-Johnson per guadagnare subito terreno e poter gestire la gara al meglio. La sorpresa di questa fase di gara è Alex Bowman che, dopo una lunga rincorsa, si affaccia prima nella top10 e poi, passando il compagno di squadra Johnson, è quinto.

Il primo long run della giornata vede col passare dei giri Jones staccare Hamlin ed avvicinarsi un pochino alla volta a Ky.Busch; il primo a voler andare ai box a 120 giri dalla fine è Keselowski, ancora una volta in difficoltà, ma al primo tentativo manca l’ingresso di una delle pit lane più difficili della Cup Series e perde ancora più terreno. Brad però innesca l’effetto domino del giro di soste e in breve lo seguono Truex (ancora doppiato dopo i problemi precedenti), Menard, Blaney e Harvick (frenato da problemi alla batteria) e poi nel corso dei 15 giri seguenti tutti gli altri, con Kyle Busch ai box al giro 258, una tornata dopo Jones e ciò permette ad Erik di guadagnare ulteriore terreno, fino ad essere sul paraurti della #18, ma poi con gomme fresche Busch riallunga almeno fino ad un insolito incidente multiplo a 93 giri dalla fine.

Tutto nasce da un precedente contatto fra Newman (che a sua volta accusa un tire rub e che quindi si salva ancora una volta) ed Hemric che porta alla foratura della posteriore destra della #8 fra le curve 3 e 4 e per evitarlo nasce una carambola che coinvolge Hamlin, Kurt Busch, Byron, McDowell e soprattutto Jimmie Johnson. I quattro big erano impegnati nella battaglia per il quarto posto e questo elimina un bel po’ di outsider. E’ passato intanto abbastanza tempo dall’ultima sosta e quindi tutti si tuffano in pit lane per il penultimo cambio gomme della gara, vinto da Larson davanti a Jones e Ky.Busch, penalizzato anche dal fatto di avere la vettura di Hemric in riparazione nello stallo vicino.

Gli ultimi 86 giri non vedranno più interruzioni e la ripartenza si rivelerà decisiva: Larson si mette davanti in curva1 ma in curva2 Jones lo affianca all’interno e passa al comando della gara, la #42 risponde in curva3 tuttavia mezzo giro più tardi è Erik ad avere definitivamente la meglio. Il pilota del team Ganassi prova di tutto per rimanere lì, ma pian piano Jones acquisisce un margine di relativa sicurezza di circa mezzo secondo. Da qui in poi la gara ha poco da dire: a partire dai -48 si svolge l’ultimo giro di soste sotto green ma non ci sono imprevisti. L’unico cambio di posizione importante è quello operato da Kyle Busch su Larson grazie ad una sosta più veloce. Il vantaggio di Erik su Rowdy raramente supera il secondo e Kyle mette continuamente pressione sul giovane talento di casa JGR, soprattutto nelle fasi di doppiaggio. Tuttavia Jones non concede mai a Busch una opportunità di sorpasso, anzi per tentare di rimanere in scia alla #20 Kyle bacia duramente il muro in curva2 a tre giri dalla fine e poi nuovamente ai -2 e quindi per Erik c’è il via libera verso un’altra vittoria in una gara di prestigio.

Jones vince, tagliando il traguardo quasi alle due di notte, la seconda corsa in Cup Series esattamente alla 100esima presenza davanti a Larson, Kyle Busch (salvatosi disputando gli ultimi kilometri al rallentatore perché il quarto era lontano 19″), Harvick e Keselowski; completano la top10 Bowyer, Kurt Busch, DiBenedetto (gara in crescita per lui), Menard e Austin Dillon.

Darlington ha fornito molti verdetti, come da previsioni della vigilia. Prima di tutto Kyle Busch, approfittando della gara storta di Logano (14° al traguardo dopo la foratura) il quale chiude così due mesi in trend negativo, ha conquistato matematicamente la regular season e gli annessi 15 playoff point visto il vantaggio di 64 punti sulla #22 quando in palio ce ne sono ancora 60. Poi – ovviamente – Erik Jones si è matematicamente qualificato ai playoff con la vittoria ma lo sarebbe stato anche in base ai soli punti. Così ad ottenere il pass per la post-season in questa maniera sono stati solo Kyle Larson, Ryan Blaney, William Byron ed Aric Almirola, tutti grazie al vantaggio di almeno 54 punti sul 16° nella griglia playoff. La gara di Indianapolis diventerà dunque una lotta per gli ultimi due posti e sarà battaglia fino all’ultimo respiro: Bowyer ci arriva da 15° con un vantaggio di appena otto punti sul taglio, mentre – incredibilmente – Suarez e Newman sono appaiati al 16° posto con il messicano al momento qualificato per il miglior piazzamento. Dolceamara la situazione di Jimmie Johnson, migliore della vigilia sì (partiva da -26), ma ora costretto a recuperare 18 punti ma a ben due piloti.

I risultati odierni

La classifica della “Bojangles’ Southern 500”

La classifica generale

Così il campionato ad 1 gara dai playoff

Le altre categorie

Nella gara della Xfinity Series Denny Hamlin, come al solito al top qui a Darlington, taglia per primo il traguardo ma poi viene squalificato e quindi la vittoria passa a Cole Custer. Dalla pole scatta Ryan Blaney davanti a Bell mentre il grande favorito Hamlin (cinque vittorie qui in Xfinity Series) è costretto a partire dal fondo a causa di un incidente nelle libere. Al via Blaney rimane in testa davanti a Reddick, Allgaier, Bell e Custer ma il testacoda di Nemechek, che chiude così un agosto difficile, dopo una dozzina di giri raggruppa il plotone. Alla ripartenza Bell spinge Reddick in testa alla gara e Tyler gestirà al meglio la stage conquistandola davanti a Blaney, Bell, Briscoe e un Allgaier che fatica a contenere il sovrasterzo della sua vettura.

Il primo giro di soste non cambia la classifica e neppure la prima ripartenza dato che dopo pochi metri Brown perde il controllo in curva2 e per poco Gragson (indietro perché si era fermato anche alla prima caution per modifiche di assetto) non lo tampona. Mentre Reddick e Blaney allungano, dietro di loro c’è un po’ di rimescolamento: Briscoe parte bene ma sul long run affonda, Bell non sembra in giornata (sovrasterzo) così come Allgaier, Custer deve rimontare e Hamlin è costretto a lottare col muletto sottosterzante. Quando Tyler sembra aver staccato definitivamente Ryan ecco che la #12 ripiomba sul leader e lo sorpassa a sei giri dalla fine della stage. Reddick, onde evitare i problemi di Bristol, decide di andare prudente, anche troppo visto che negli ultimi due giri gli arrivano negli specchietti Allgaier e Custer con Justin che passa e poi bacia il muro all’ultima curva e Cole che non riesce a trovare il varco all’interno. Blaney vince dunque la seconda stage davanti ad Allgaier, Reddick, Custer, Hamlin e Bell.

Si riparte a 50 giri dalla fine dopo un altro giro di soste in cui le posizioni non sono mutate, ma a tutti fa paura la presenza di Hamlin nella top5. E infatti, dopo aver modificato nettamente l’assetto, Denny parte alla carica e uno alla volta passa tutti i rivali, per ultimo Blaney ai -27. La sembra spianata per la #18, ma a 15 giri dalla fine Williams finisce in testacoda e Cassill non può evitarlo, anche se alla fine i danni per entrambi sono limitati. Tutti vanno ai box per montare l’ultimo set di gomme disponibili per l’ultimo sprint di 10 giri e a contrastare Hamlin ci penserà Custer, risalito in seconda posizione. Cole ci prova, è nettamente più veloce in curva 1-2 mentre dall’altra parte della pista le prestazioni si equivalgono. Il pilota della #00 però non riesce mai a raggiungere il paraurti della #18 e il tentativo di slide job all’ultimo respiro sfuma anche per la presenza del doppiato Miller. Hamlin vince così davanti a Custer, Reddick, Blaney e Bell, ma poi – come detto – viene squalificato perché nei controlli tecnici la zona anteriore sinistra è troppo bassa e quella opposta troppo alta, e questo è compatibile con le modifiche effettuate ai box durante le soste per risolvere il terribile sottosterzo di cui si lamentava Hamlin a inizio gara. Eredita così una top5 il rientrante Dale Earnhardt Jr. che quest’anno ha scelto il “Throwback Weekend” per disputare l’unica gara stagionale.

In campionato a sole due gare dai playoff Custer aggancia in vetta Bell a quota sei vittorie mentre Reddick, seppur sempre più vicino a conquistare la regular season, rimane a quattro successi. Noah Gragson diventa ufficialmente l’ottavo pilota qualificato per la fase ad eliminazione pur senza vincere e così rimangono (tecnicamente) ancora quattro biglietti disponibili ma difficilmente ci saranno delle sorprese fra Indianapolis, ultima gara stagionale per Kyle Busch, e Las Vegas.

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Nascar farà tappa a Indianapolis, ma se per la Xfinity Series (sabato) sarà soltanto la penultima tappa della regular season, domenica per la Cup Series si decideranno definitivamente i 16 piloti qualificati ai playoff. Ancora riposo invece per i Truck che torneranno a Las Vegas il 13 settembre per la corsa conclusiva del “Round of 8”.

Immagine: GettyImages per twitter.com/nascar

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