Dopo le polemiche ed una rivolta social, la prima gara su iRacing della Pro Invitational Series si svolge senza problemi. E la proposta – per ora virtuale – di una gara Nascar cittadina desta interesse ma anche dubbi
Due giorni di autentico sbigottimento nel mondo virtuale della Nascar, prima per le assurde decisioni di chi comanda e poi dalla novità finale che apre scenari interessanti per il futuro. Quando le notizie vere arrivano da iRacing forse non è un buon segnale per la Nascar stessa, tuttavia questo è successo e qualcuno deve ancora imparare come gestire questo equilibrio tra reale e virtuale e le sfumature ed intrecci fra i due mondi che così separati non lo sono più.
Atto primo: la entry list per la Pro Invitational Series
Come si sapeva da settimane, ieri si sarebbe disputata la prima corsa della seconda edizione della “eNASCAR iRacing Pro Invitational Series” sul layout sterrato di Bristol su cui questo weekend ci saranno le – vere – gare di Truck e Cup Series. Negli scorsi giorni era stato reso noto il format: a partecipare sarebbero state le 36 vetture dotate di charter e poi un massimo di quattro auto invitate dai promoter, ovvero Nascar e Fox, per un totale di 40. Poi, dopo le qualifiche e le tre batterie in cui si sarebbero qualificati i migliori sette di ciascuna, ci sarebbe stata una finale a 21 lunga 75 giri.
Martedì pomeriggio è uscita la entry list per l’evento e figuravano in essa 38 vetture, 35 di quelle dotate di charter, la #37 di Ryan Preece e gli invitati Dale Earnhardt Jr. e Clint Bowyer. Sul momento tutti hanno notato l’assenza sulla #2 di Brad Keselowski, sostituito da Austin Cindric, e quella in toto della #4 dello Stewart-Haas Racing di Kevin Harvick. Sono bastati pochi minuti ai social per notare l’assenza anche di Timmy Hill, pilota del MBM Motorsports (vettura Open come la #37) e vincitore l’anno scorso di una gara nella prima edizione.
Le polemiche sono state subito rinfocolate dal fatto che fosse stato invitato appunto Ryan Preece, un pilota sotto contratto manageriale con il Kevin Harvick, Inc. e che non casualmente era stato autorizzato a sostituire lo stesso Harvick che evidentemente (come Keselowski) non si sente a suo agio su iRacing. Al grido di #LetTimmyRace, finito pure in tendenza su Twitter nella notte fra martedì e mercoledì, è partito l’appello a Nascar e Fox per far correre Timmy Hill, ingiustamente escluso.
A mettere il carico sul tavolo ci ha pensato Carl Long, proprietario del MBM Motorsports, il quale ha minacciato il boicottaggio del suo team per la gara di Bristol – quella reale – e per le prossime corse a causa di questo atto di snobismo degli organizzatori. Infatti il team contava proprio sulla gara virtuale e sul talento di Hill per attrarre sponsor veri proprio per le prossime settimane. E questa discussione si inserisce all’interno di un contesto più ampio, che vede la Nascar e la “Race Team Alliance” (in sintesi l’associazione che riunisce le squadre dotate di charter) assumere un atteggiamento sempre più contro i piccoli team come quello di Long.
Una notte (italiana) è passata e a circa 16 ore dalla bandiera verde su iRacing e Timmy Hill è ancora fuori dalla gara, finché nella mattinata americana arriva una buon’anima. Austin Cindric si offre volontario per farsi da parte e cedere il volante allo stesso Hill. Una soluzione che soddisferebbe sì la volontà popolare, però non risolverebbe la questione sponsor che il MBM Motorsports voleva sfruttare.
La trattativa proseguono nelle ore successive, e in questa vicenda assurda Nascar e Fox non si accontentano della figuraccia del martedì ma ne aggiungono un’altra. Carl Long riesce a parlare con i vertici della Nascar che gli dicono che l’esclusione di Hill è stata una semplice svista (nessuno ci crede), ma che inserirlo nella gara sarebbe molto difficile perché “la vettura #66 non è stata inserita nel sistema” e che comunque la Fox dovrebbe approvare questo inserimento. E questa pare la menzogna più grande, per prima cosa Hill ha corso nel 2020 proprio con la #66 e nessuno ci crede che i dati siano persi e infine quando esce questa notizia mancano ancora otto ore alla gara, quindi di tempo ce n’è.
Alla fine tutti giungono ad un accordo: Timmy Hill correrà la gara con la vettura #2 del Team Penske, però come detto il vero problema che c’è dietro le quinte non è risolto, Nascar e Fox si sono praticamente lavate le mani dato che senza fare nulla hanno accontentato il pubblico dei social, tuttavia in molti si ricorderanno di questo tentativo maldestro di spazzare via un piccolo team. E quasi a voler far dimenticare questa brutta faccenda, arriva il colpo di scena.
Atto secondo: Chicago Street Race
Lo si sapeva fin da questo inverno che la quinta gara – l’ultima trasmessa dalla Fox prima delle cinque di cui si occuperà la NBC -della Pro Invitational Series su iRacing del 2 giugno, dopo Bristol Dirt, Talladega (21/4), Darlington (5/5) e COTA (19/5), si sarebbe disputata su un circuito ancora da decidere.
Nella serata di ieri, a poche ore dalla chiusura del caso Hill e dell’inizio della corsa a Bristol, la notizia a sorpresa: Nascar e iRacing hanno collaborato per la realizzazione di un circuito di fantasia immerso nel centro di Chicago e che sarà appunto la tappa del 2 giugno della Pro Invitational Series. La pista, composta da 12 curve e lunga 2.2 miglia (3.54 km) circa, si sviluppa nei pressi del lago Michigan, dei parchi cittadini e dei grattacieli della downtown.
Il progetto, che ha preso il via lo scorso autunno e che ha visto la collaborazione di Nascar, iRacing, l’agenzia TSMGI (The Specialized Marketing Group Inc.) la Chicago Sports Commission e la città di Chicago, per voce di Ben Kennedy, vicepresidente della Nascar stessa e a capo del settore innovazione, è pronto all’80-90%.
Lo stesso Kennedy ha detto: “Di certo non è una scansione tradizionale (di iRacing, ndr), tuttavia grazie a Steve Myers e iRacing siamo stati in grado di realizzare questo progetto. Il momento centrale è stata una domenica notte nello scorso ottobre quando a mezzanotte e mezza hanno manato un laserscanner a fare acquisizioni nel mezzo della notte a fare dei giri della pista. Hanno lavorato un po’, acquisito delle immagini, dei video e tutti i dati necessari alla realizzazione della pista.”
“Da questo sono riusciti a costruire un modello base di cui potete vedere qualcosa oggi. Si può vedere come vengono visualizzati gli edifici, i muri, le recinzioni e persino segnali stradali e lampioni. Ci stiamo ancora lavorando e per il 2 giugno avremo il prodotto finito. Certamente è una pista unica e penso che sarà appassionante per i nostri tifosi.”
Ovviamente dato il realismo di iRacing la mente di tutti è passata dal virtuale alle vere competizioni. Di una gara della Cup Series su un circuito cittadino se ne parla fin dagli anni ’80, tuttavia allora era più un’idea di moda nel mondo del motorsport e le tappe in giro negli USA nella F1 di Ecclestone proprio nello stesso periodo sono una realizzazione di quel sogno, poi purtroppo svanito. Poi per anni non se n’è più parlato e solo nell’ultimo decennio l’idea è tornata alla luce, anche pensando al desiderio della Nascar di diversificare il calendario.
Bisogna ricordare però che pensando alla Nascar nel suo complesso, questo non sarebbe un debutto assoluto su un circuito cittadino, infatti la serie canadese – la Pinty’s Series – ogni anno dal 2007 corre a Trois-Rivières e nel biennio 2010-11 e poi dal 2016 disputa una tappa a Toronto nello stesso weekend della IndyCar. Inoltre l’attuale ARCA Series West dal 1986 al 1988 aveva disputato delle corse a Spokane e Tacoma mentre la Nascar stava testando il progetto della cosiddetta L-R car, ovvero una vettura adatta ai circuiti stradali e/o cittadini.
La sindaca di Chicago Lori E. Lightfoot ha dichiarato: “In quanto rappresentante della Città di Chicago, sono entusiasta del lavoro di Nascar e iRacing per mostrare a tutti la sua bellezza. Attraverso questo evento appassionante ed innovativo si potrà vivere l’iconica downtown in una maniera mai vista […]” mentre la direttrice esecutiva della Chicago Sports Commission Kara Bachman ha detto: “L’annuncio di oggi rappresenta una pietra miliare per Chicago ed i suoi partner. La iRacing Pro Invitational Series è il modo ideale per lanciare Chicago ed una prova delle innovazioni che la Nascar sta facendo.”
Kennedy ha poi aggiunto: “Sicuramente questo è qualcosa di nuovo per noi. Mi piace fare le cose in grande e creare anche un buon prodotto per i nostri tifosi. Ci saranno dunque strade larghe, belle curve ed un circuito dalle caratteristiche uniche come la chicane in Congress Plaza Drive e la dogleg vicino al lago Michigan. E’ tutto questo che ci ha fatto disegnare qui la pista. Hai lo skyline di Chicago sullo sfondo e sei nel mezzo del Grant Park. Sarà bello vedere tutto questo insieme nel mondo virtuale.”
Fa però tenerezza leggere nel comunicato la lunga storia della Nascar a Chicago, iniziata nel 1956 con un circuito sterrato realizzato all’interno del Soldier Field (sì, dove giocano ora i Bears della NFL) e poi ricominciata all’inizio del terzo millennio con la Truck Series al Chicago Motor Speedway di Cicero, una pista poi travolta dalla Nascar stessa con il Chicagoland Speedway di Joliet pochi anni più tardi e che nel 2021, dunque appena 20 anni dopo, non è stata inserita nel calendario.
Dunque la domanda fondante è: se la Nascar ama così tanto Chicago, perché deve realizzare un circuito virtuale in città quando ha nei pressi un ovale (a Joliet, quello di Cicero che era molto più vicino al centro ormai è stato demolito) non banale? E poi, perché non andare alla caccia di mercati ancora scoperti come quello del Nord-Ovest in metropoli come Portland e Seattle (ad esempio) tornando eventualmente invece a Chicago, dove evidentemente è mancato qualcosa se la Nascar ha deciso di non venirci nel 2021? Le vere risposte non le sapremo mai.
A far salire il dubbio è un articolo della stessa Nascar che, circa un’ora dopo il primo annuncio, ha pubblicato sul suo sito e dal titolo “Può la pista cittadina di Chicago entrare nel calendario (reale) nel 2022?” A rispondere è stato sempre Kennedy che ha dichiarato: “E’ un’ottima domanda. Per i calendari dei prossimi anni è ancora tutto aperto e abbiamo molte idee sul tavolo. La stagione 2021 è una delle più audaci e diversificate negli ultimi 50 anni ed una prova che la nostra azienda è in grado di raggiungere obiettivi del genere.”
“Succederanno molte cose entusiasmanti nel 2021 e vogliamo lo stesso per il 2022. Vogliamo ancora innovarci, proteggere le gare monumento come Daytona 500 e Coca-Cola 600, ma anche raggiungere nuovi mercati e smuovere l’ambiente. Quindi questa opportunità che abbiamo colto con iRacing, con la quale avevamo collaborato anche per il progetto del nuovo layout di Fontana (i lavori sono stati rimandati all’inverno 2022/23, ndr), è stata il banco di prova per molte idee che avevamo. La vettura Next Gen ci darà la possibilità di provare molti tipi diversi di circuito senza dover cambiare telaio. […]”
Dunque nel 2022 la Nascar tornerà di nuovo (e quindi non è un nuovo mercato…, ndr) a Chicago su un circuito cittadino?Possibile, ma forse improbabile nel breve periodo. Quando negli ultimi anni si è discusso di portare la Cup Series, e non solo, nelle strade si è fatto sempre notare che le stock car non sarebbero state adatte – per peso e maneggevolezza – ad una pista fra quelle già esistenti, quindi il sogno di vederle ad esempio a Long Beach era irrealizzabile fin dal principio.
Era necessario studiare dunque una pista adatta a loro. E con la pubblicazione dell’onboard per prima cosa in effetti sembrava un circuito interessante, poi quando è stata resa nota la mappa tutto è crollato: 12 curve totali di cui 7 a 90°, due semicurve ed un semicerchio. Tutto qua, nulla di eccezionale.
Atto terzo: la gara (finalmente)
Esaurito per ora in fretta l’hype per la gara cittadina di Chicago era ormai arrivata l’ora della gara su iRacing sul circuito sterrato di Bristol. Dopo le libere, andate ovviamente a Timmy Hill (per la cronaca in 17.532″ a 102.669 mi/h di media) su Gase, Bilicki, Byron e Preece, e le qualifiche, vinte incredibilmente a Logano, non uno dei migliori al simulatore, è giunto il momento delle batterie che assegnavano i 21 posti per la finale.
La prima batteria è stata vinta da Davison (pur rompendo il motore all’ultima curva) davanti a Bell, Larson, Hill, Logano, Kyle Busch; eliminati invece Kurt Busch, Custer, Elliott, Blaney, Almirola e Briscoe ribaltatosi in pista. La seconda heat è andata al favorito Byron su Buescher, McDowell, Alfredo, Chastain, Wallace e Houff; out subito Bilicki, i due invitati Bowyer ed Earnhardt, Truex, Hamlin e Newman. Nella terza e ultima batteria infine successo di Preece davanti a Smithley, Reddick, Bowman, LaJoie, Gase e DiBenedetto che strappa l’ultimo biglietto ai danni di A.Dillon, Suárez, Jones, Stenhouse e McLeod.
La finale è stata – a parte un paio di caution – abbastanza lineare. Al comando all’inizio è rimasto Davison, partito dalla pole, poi è stato inevitabile il sorpasso di William Byron, scattato con James in prima fila, che poi ha controllato il finale andando a vincere su Reddick, Bell, Smithley, Davison, Bowman, Larson, Hill, Chastain e Gase. Poche anche le scaramucce in pista, solo un paio di contatti fra Logano e LaJoie sotto caution e fra Chastain e Buescher nel finale quando Ross nel finale ha tamponato Chris senza però l’arrivo della pace car con poi Buescher che si è “vendicato” dopo la bandiera a scacchi.
Per fortuna la gara è stata tranquilla di polemiche e dubbi ce n’erano stati fin troppi già prima, e non ho citato le perplessità dei veri sim racer nella simulazione dello sterrato di Bristol con la vettura della Cup Series ma ci sarebbero pure quelle, però diventerebbe un discorso troppo tecnico. Ora un giorno di pausa prima di tornare in pista veramente nella speranza di avere discussioni più costruttive per il presente ed il futuro.
Immagini: media.nascar.com
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