NASCAR | Ryan Blaney sopravvive al caos e vince a Daytona

NASCAR
Tempo di lettura: 12 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
29 Agosto 2021 - 15:03
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La regular season della Cup Series si conclude con due big one, Reddick strappa l’ultimo pass per i playoff


La regular season della NASCAR Cup Series 2021 si è conclusa con il botto, o per meglio dire con due botti. La Coke Zero Sugar 400 di Daytona è stata decisa da due big one, con il primo che ha causato un overtime e il secondo che ha neutralizzato definitivamente la corsa all’ultimo giro sul backstretch.

Ryan Blaney ha vinto una gara di autentica sopravvivenza, uscendo indenne da entrambe le carambole e guadagnandosi la victory lane per la seconda volta consecutiva, la terza in stagione. Il pilota del team Penske ha preceduto sul traguardo Chris Buescher e Bubba Wallace, ma il primo è stato squalificato per l’irregolarità di una sospensione e così la top 3 è stata completata da Ryan Newman.

I risultati di Daytona hanno consegnato la regular season a Kyle Larson, pur partito a fondo griglia e rimasto coinvolto nel big one dell’ultimo giro, mentre Tyler Reddick ha strappato l’ultimo pass per i playoff al termine di una gara quasi indescrivibile.

CRONACA

Esaurita una difficile gara della Xfinity Series spalmata su due giornate, il meteo sembra finalmente dare una tregua ai protagonisti di Daytona. La gara si preannuncia tranquilla sotto questo punto di vista e tale sarà, anche se le condizioni atmosferiche saranno davvero l’unico aspetto totalmente sereno della corsa.

160 giri previsti, con due stage intermedie da 50 e l’ultima da 60. In assenza di prove libere e qualifiche, la consueta competition caution è prevista al termine del giro 20. Lo stint di carburante si attesta tra i 47 e i 50 giri e ogni pilota ha sette set di pneumatici a disposizione. A seguito dell’incidente di Joey Logano a Talladega, per questa gara su superspeedway la NASCAR ha deciso di ridurre la potenza massima delle vetture e di rimuovere il nolder dell’ala posteriore.

L’algoritmo assegna la pole position a Kyle Larson ma il #5 del team Hendrick non può partire davanti a tutti perché fallisce due verifiche tecniche e da regolamento viene retrocesso a fondo griglia. Insieme a lui Michael McDowell, Anthony Alfredo, Corey LaJoie, Joey Gase e Kaz Grala.

William Byron eredita dunque la posizione di capogruppo davanti a Danny Hamlin, Kyle Busch, Chase Elliott e Blaney. I due principali contendenti all’ultimo posto per i playoff, Reddick e Austin Dillon, sono 16° e 25° a seguito delle penalità sopracitate.

Sin dalla bandiera verde si intuisce il leitmotiv della gara: trovare uno schieramento ben definito è molto difficile, i cambi di posizione sono anche troppo frequenti e purtroppo pure i cambi di traiettoria si sprecano, con conseguenze ben immaginabili.

Byron mantiene la prima posizione nei primi giri partendo da traiettoria esterna per poi spostarsi all’interno al secondo giro e di nuovo all’esterno al quarto, spinto da Hamlin ed Elliott alle sue spalle. Hamlin perde slancio sempre nel corso del quarto passaggio scivolando attorno alla decima piazza, mentre dalla traiettoria esterna Kevin Harvick ha già recuperato dal decimo al terzo posto.

Al sesto giro il gruppo inizia finalmente a sgranarsi con Byron davanti a Elliott, Harvick, Martin Truex jr, Matt DiBenedetto, Kyle Busch e Blaney, ma è una situazione che dura per pochi secondi perché Alex Bowman prende la traiettoria interna nel tentativo di risalire qualche posizione. Più avanti anche Harvick decide di passare all’attacco dall’interno e all’ottavo giro mette il muso della sua Ford davanti alla Chevrolet di Byron.

L’andamento della gara è in continua evoluzione e Hamlin riesce rapidamente a recuperare le posizioni perdute. In appena sei giri risale da decimo a primo portandosi dietro Wallace, che al 13° passaggio prende la traiettoria interna e si affianca alla Toyota #11 del team Joe Gibbs Racing. Passa un altro giro e si arriva addirittura al 3-wide con Byron e Ross Chastain a capeggiare la fila esterna, Dillon al comando della fila centrale seppur indietro di qualche metro e Hamlin tutto all’interno con Wallace.

Nella ricomposizione della doppia traiettoria Dillon tampona Chastain e lo spedisce contro la barriera esterna. Il #42 del team Ganassi controlla la sua Chevrolet ma è costretto ad una sosta per sistemare la carrozzeria e cambiare due gomme.

Dillon riesce anche a prendere brevemente il comando ma alla competition caution in testa c’è Elliott davanti al rimontante Logano, quindi Ricky Stenhouse, Truex, Cole Custer e lo stesso Dillon che ha perso cinque posizioni in appena un paio di giri.

La pit lane viene presa d’assalto poiché tutti decidono di effettuare la prima sosta, che almeno per la top 10 prevede solo un semplice rabbocco di carburante. A rimetterci in questo trambusto è soprattutto Kurt Busch, che si ritrova affiancato da Hamlin in uscita dalla propria piazzola e non riesce a rientrare nella sua. Si conclude intanto la gara di McDowell, con la sua Ford in fumo.

La gara riprende al 26° giro con Elliott sempre in testa dopo le soste. Dietro di lui Custer, Logano, Dillon, Stenhouse, Hamlin e Truex. La situazione appare molto più stabile rispetto ai primi giri, Elliott cambia un paio di traiettorie ma dopo appena quattro passaggi il gruppo si dispone in fila indiana con la Chevrolet #9 davanti a Logano, Custer, Dillon, Brad Keselowski, Byron e Christopher Bell.

Al 42° giro Elliott si sposta e lascia il compito di guidare il gruppo a Logano, venendo scavalcato anche da Custer e Dillon. Passano appena un paio di tornate e l’alfiere del team Hendrick torna al comando, prima da traiettoria interna e poi dall’esterno, mentre stavolta è Logano a perdere posizioni in un momento in cui invece è fondamentale restare saldamente al proprio posto, con il traguardo della prima stage in vista.

Elliott mantiene la prima piazza e vince il primo traguardo intermedio davanti a Hamlin e a Kyle Busch, che nelle ultime battute della stage si lancia in un autentico slalom in mezzo al gruppo risalendo posizioni fondamentali e rischiando anche qualcosa. Alle spalle della Toyota #18 si piazzano Chastain, a sua volta in grande recupero, Truex, Dillon, LaJoie, Blaney, Ryan Preece e Buescher.

In corrispondenza della neutralizzazione arriva anche il secondo giro di soste, che costa una penalità a Logano poiché la Ford #22 colpisce l’equipaggiamento della sua pit crew. Elliott riprende la corsa (al 56° giro) in prima piazza davanti a Truex, Preece e LaJoie. La vettura #9 si posiziona in traiettoria interna e perde terreno, dunque è Truex a dettare il passo dall’esterno mentre a capo della fila interna si mette proprio Preece, seppure si trovi all’altezza del sesto posto.

Situazione che resta invariata per una dozzina di giri, finché Truex non decide di farsi da parte. Alle spalle del #19 si era portato nel frattempo Bell, che quindi passa al comando su Stenhouse, Kyle Busch e Dillon. A sciogliere l’equilibrio è Logano, che in furiosa rimonta dopo la penalità si mette all’interno e tra il 73° e il 77° completa la propria risalita seguito da LaJoie e Reddick.

Proprio da Reddick parte la caution del 77° passaggio. La Chevrolet #8 ha un piccolo ondeggiamento, i piloti subito dietro riescono ad evitare contatti ma poi Hamlin tampona Preece e Aric Almirola cambia repentinamente traiettoria chiudendo Bowman, che si intraversa e a sua volta intraversa la Ford #10. Fortunatamente nessun altro pilota resta coinvolto nel contatto, con Larson che schiva miracolosamente Bowman.

Nelle retrovie si approfitta della neutralizzazione per un’altra sosta e quella di Hamlin è particolarmente lunga, poiché la crew #11 preferisce dare una controllata al radiatore della Toyota dopo il tamponamento su Preece.

Si riparte al giro 82 con Logano all’interno e Bell all’esterno. LaJoie si trova dietro a Logano ma cambia traiettoria e si accoda a Reddick, mentre Stenhouse ha perso qualche posizione. Il gruppo torna ad abbozzare una fila indiana capeggiata dal #22, mentre ad aprire la fila interna c’è Blaney tra la quinta e la sesta piazza.

Blaney recupera fino ad affiancare il compagno di squadra, che al 94° giro prende traiettoria interna e comincia a cambiare fila a seconda della situazione, andando all’esterno sui rettilinei per poi portarsi all’interno nelle curve. L’intento di sgranare nuovamente il gruppo non riesce e per mantenere la prima posizione Logano deve servirsi della spinta di Reddick. Proprio all’ultimo giro della seconda stage, Blaney perde slancio e finisce al sesto posto.

Logano si aggiudica il secondo traguardo intermedio su Dillon, che approfitta proprio del blackout di Blaney per andare a capeggiare la linea interna, poi Byron, Reddick, Larson, Blaney, Stenhouse, Kyle Busch, Wallace e Bell.

Strategie variegate per il giro di soste seguente. Byron balza al comando non cambiando gomme mentre Hamlin si porta al secondo sostituendone due, davanti a Wallace e Harvick sulla stessa strategia. Logano, Larson e Dillon cambiano l’intero set e ripartono sesto, settimo e ottavo alle spalle di Bowman, che come Byron ha solo rifornito.

Dalla ripartenza del giro 106 la gara prende la strada della follia. I cambi di posizione e di traiettoria diventano ancora più frequenti e gli unici tentativi di distensione, quasi subito smorzati, si hanno al 110° giro con Harvick davanti a Hamlin, Byron e Wallace e al 118° giro con il redivivo Chastain davanti a Bowman, Kyle Busch, Stenhouse e Blaney. Al 123° giro c’è un cambio di strategia con Logano, Blaney, Buescher, Custer, Harvick, Newman, Chase Briscoe e Keselowski che rientrano per una sosta in regime di bandiera verde.

Davanti, ad alternarsi al comando sono ora Chastain e Wallace, che continuano a scambiarsi la traiettoria. Il pilota del team 23XI Racing riesce a prendere qualche metro grazie alla spinta di Kyle Busch al 135° giro, poi si mette all’interno con Busch all’esterno seguito da Bell e Truex.

Al 141° giro arriva una nuova caution. Garrett Smithley perde il controllo della sua Chevrolet in uscita da curva 4, va in testacoda e causa lo scontro tra Gase e Cody Ware. In quel momento in testa si trova Kyle Busch su Bell, Truex, Wallace e Landon Cassill. Quasi tutti coloro che non si erano fermati 18 tornate prima della neutralizzazione rientrano ai box per un rabbocco, con le uniche eccezioni di Bell che cambia due gomme e Larson che ne cambia quattro. Dillon subisce una penalità per eccesso di velocità in pit lane.

Al 145° giro si riparte con Logano a comandare il treno di piloti fermatisi durante la bandiera verde. Secondo è quindi Blaney mentre terzo è Almirola, che non si è fermato né con Logano né durante la neutralizzazione, davanti a Buescher.

La bandiera verde dura pochi secondi perché nelle retrovie Kyle Busch tampona Chastain, che ha un piccolo sussulto e smuove la linea interna del gruppo. Chi viene tradito è Truex, che ha un’indecisione, viene tamponato da Stenhouse e carambola verso l’esterno contro Byron. Nel riattraversare la pista la Toyota #19 coinvolge anche Briscoe, Cassill, Keselowski, Daniel Suárez e Reddick, che colpisce proprio Truex e inghiottisce molta erba dell’infield nell’uscita di pista.

La Direzione Gara espone la bandiera rossa perché la pista è effettivamente da risistemare. L’interruzione dura circa un quarto d’ora, nel quale l’équipe #8 rimette in sesto alla bell’e meglio la vettura di Reddick, con scotch in varie parti del cofano. Cassill e Byron sono comunque gli unici due piloti costretti al ritiro, mentre gli altri piloti coinvolti nella carambola riescono a ripartire. Ancora in regime di pace car dopo la ripartenza si ferma ai box anche Dillon, che addirittura necessita della sostituzione della batteria.

La gara riprende al giro 151 con Logano davanti a Blaney, Almirola, Buescher, Custer, DiBenedetto, Bell e Kurt Busch. I primi tre prendono all’unisono prima l’interno e poi l’esterno, Custer scavalca Buescher ma poi quest’ultimo viene spinto in traiettoria interna dal rimontante Elliott fino alla prima posizione. Elliott si porta dunque avanti mentre Buescher perde terreno. Al 156° giro Logano fora la posteriore destra ed è costretto ai box, mentre davanti è DiBenedetto a prendere iniziativa in traiettoria esterna, a caccia di una vittoria che gli consegnerebbe i playoff.

La situazione si fa molto nervosa e la carambola è inevitabile. Hamlin tampona DiBenedetto che finisce contro Elliott, nelle posizioni di rincalzo evitare i tre incidentati diventa un terno al lotto e tra i coinvolti nel big one rientrano Keselowski, Preece, Bell, Stenhouse, Custer, Kyle Busch e Grala, che colpisce violentemente proprio la #18 quando si trovano già fuori pista. Anche qui, comunque, i piloti effettivamente costretti al ritiro sono pochi e precisamente Busch, Grala, Bell e Keselowski.

La neutralizzazione si protrae oltre il 160° giro, dunque si va all’overtime. La gara si decide tra i giri 164 e 165, Buescher guida il gruppo alla bandiera verde e ha la chance di conquistare una clamorosa qualificazione ai playoff vincendo la gara, ma Blaney dall’interno passa subito al comando portandosi dietro LaJoie, Harvick e Larson. All’ultimo giro Harvick supera LaJoie in curva 2 ma il gruppo è pronto ad implodere per un’ultima volta.

Sul backstretch Kurt Busch colpisce Suárez e Harvick che finiscono in testacoda, coinvolgendo anche Chastain, Dillon, Larson, LaJoise e Briscoe. Terribile il finale di Dillon, che dopo una penalità e una batteria sostituita si è ritrovato comunque quarto all’ultima ripartenza per concludere con la sua Chevrolet a cavalcioni dell’apron di curva 3 dopo il big one.

Blaney sopravvive e taglia il traguardo davanti a Buescher, Wallace, Newman, Preece e Reddick, che dopo molteplici soste per sistemare il cofano e il motore conclude addirittura sesto, poi quinto per la squalifica di Buescher. Il risultato gli permette di accedere ai playoff, una situazione che all’overtime pareva alquanto in pericolo tra la leadership di Buescher e l’ottima posizione di Dillon.

La top ten viene completata dal vincitore della Xfinity Justin Haley, da Bowman, Elliott, BJ McLeod e Josh Bilicki. Larson, ritirato, viene comunque classificato 20° e vince la regular season davanti a Hamlin (-18) ed Elliott (-168), ma la situazione all’inizio dei playoff è molto differente.

Tenendo conto dei 2000 punti base e dei bonus, Larson comanda la classifica con 2052 e alle sue spalle ci sono Blaney e Truex appaiati a 2024 mentre Hamlin (qualificato con i punti) è solo settimo con 2015.

Chiusa la regular season anche per la Cup Series, il primo appuntamento con i playoff è per la prossima settimana a Darlington insieme a Xfinity e Truck.

Classifica di gara
Classifica di campionato

Immagine copertina: NASCAR Media Site

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