NASCAR | Ross Chastain si prende Talladega all’ultimo giro!

NASCAR
Tempo di lettura: 23 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
25 Aprile 2022 - 15:40
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La seconda stage seleziona il gruppo, nel finale in testa si alternano Jones, Larson e Wallace, ma nella battaglia in uscita di curva4 i primi tre finiscono ko. Chastain mantiene la barra dritta e vince la seconda gara stagionale


Una classica Talladega, forse ancora più combattuta del solito visto che gran parte della gara è stata disputata 2-wide. Dopo una prima stage di studio ed una seconda problematica, quella finale ha visto 63 giri senza incidenti decisa dai vari attacchi dalla seconda corsia di successo o no. I grandi protagonisti della corsa si sono ostacolati nella volata e dunque ad approfittarne è stato Ross Chastain che ha conquistato la seconda vittoria stagionale dopo che nelle prime fasi di gara era stato doppiato in seguito ad una penalità.

La gara

A Talladega c’è il primo weekend veramente caldo e umido della stagione, come da tradizione dell’Alabama, ed i problemi ci sono soprattutto venerdì in occasione dei controlli tecnici. Al primo giro sono tante le vetture che li falliscono ed in un brain storming fra i vari crew chief e car chief viene il dubbio che a far sballare le piccole tolleranze (si parla di millimetri) sia il sole che faccia dilatare troppo il tetto. Spuntano così dal nulla tanti ombrelli a proteggere le vetture e per quasi tutti il secondo giro di check è quello buono.

A pagare sono solo Truex, Stenhouse (controlli falliti due volte con perdita di un membro del team e della pit selection) e Cassill che li fallisce tre volte e che quindi non potrà disputare le qualifiche (nessun problema visto le “sole” 39 vetture iscritte) e dopo il primo giro dovrà pure scontare un drive through.

Le qualifiche del sabato vedono tante sorprese, ad esempio l’Hendrick Motorsports non domina (Bowman ed Elliott addirittura 27° e 28°) mentre salgono in cattedra le Toyota che piazzano cinque vetture nella top10 che porta al secondo round e tutte e sei nella top12; le Ford puntano come sempre tutto sulla gara e la migliore è quella di Logano 13esima. La pole va a Christopher Bell che batte Truex, Hemric sulla #16 del Kaulig Racing, Suárez e Larson. In coda al gruppo ci va anche Gragson, vincitore in Xfinity il giorno prima, per modifiche in paro chiuso.

La gara di Talladega appare come una grande penultima spiaggia per molti piloti che sono rimasti delusi da questo inizio di stagione o che comunque sono fuori dalla top16, infatti dopo questa tappa di superspeedway nella regular season mancherà solo Daytona e sarà proprio l’ultima gara prima del taglio quando in tanti saranno con l’acqua alla gola. Quindi tanti occhi puntati su Stenhouse, Keselowski (dopo la penalizzazione di 100 punti), McDowell, Haley e Wallace ultimo vincitore qui.

Dopo aver risolto i problemi radio di Cassill la corsa può partire. Il gioco di squadra in prima fila in casa Joe Gibbs Racing funziona e Truex lascia che Bell scenda davanti a lui per mantenere l’uno-due, dunque alla guida della corsia esterna rimane Suárez. Il gruppo dopo un breve 3-wide di McDowell si rimette in fila per due e questa sarà una costante della corsa.

In vetta c’è alternanza fra Bell e Suárez il tutto malgrado la vettura di Christopher stia un po’ rimbalzando con il muso, un problema che hanno anche altri e che peggiora soprattutto la qualità di guida, quasi un porpoising in stile NASCAR.

A lanciare davvero la terza corsia è Logano che si porta dietro Keselowski e Stenhouse, ci provano Reddick e Kyle Busch a saltare su questo treno, ma Tyler viene spostato e scivola in coda. Questo 3-wide si forma proprio mentre Cassill – da solo dopo la penalità e che gira 3-4″ più lento senza scia – viene doppiato e quindi per un attimo c’è un 4-wide.

Alla fine colui che si mette a capo della terza fila è Byron e l’ultimo a saltarci su è Suárez che in questo modo viene sospinto in vetta insieme alla #24; in fondo ci vanno invece Hamlin e Wallace che preferiscono non rischiare vedendo i primi pericoli davanti a loro. A guida delle altre due file ci sono rispettivamente i fratelli Busch, ma poi Kyle perde terreno visto che la corsia più esterna perde slancio. L’interno prende sempre più forza e quindi la prima posizione di Suárez si consolida.

Dopo una fase di calo, a rilanciare la seconda corsia ci provano Jones ed Austin Dillon poi al comando si mette anche Ty Dillon così è la coppia Petty GMS Racing a tentare la rimonta. Continua però anche la lista dei piloti che decide di andare in fondo come Almirola e Briscoe mentre Stenhouse cerca aria per un surriscaldamento.

La situazione è stabile e la fotografia è un leitmotiv che si ripeterà spesso si ripeterà nella corsa: la seconda corsia sembra protagonista di una rimonta inarrestabile quando invece stalla attorno alla quarta-quinta posizione e da lì o rimbalza indietro oppure ha bisogno di altri apporti esterni per proseguire il recupero. È quello che succede a Ty Dillon ora e quello che succederà anche in seguito.

In questa situazione, quando sembra che lo slancio sia arrivato, invece la corsia esterna si rompe, Ty Dillon e Jones trovano un varco all’interno e ci si infilano, lasciando Harvick a guidare una corsia in picchiata con le altre Ford di Custer, Logano e Burton. A dare nuova carica ci prova poi Elliott che si mette a fare la locomotiva di questa fila, ma ancora una volta lo spunto si esaurisce all’altezza di Truex che è quarto sempre dietro a Suárez, Byron e Bell.

Siamo ormai a metà stage (giro 30 di 60) e si inizia a pensare alla sosta che sarà necessaria (il pieno è da circa 40 giri); ad iniziarlo è Reddick, ma è da solo e si capisce che qualcosa che non torna. La conferma arriva poco più tardi: si alza il cofano della #8 e dopo poco lo si abbassa, segno che la riparazione non è facile. Ad essersi rotta è una cinghia della distribuzione ed il motore non è recuperabile, quindi Tyler è il primo ritirato della gara.

Ai -26 ci sono le prime soste e ad andare in pit lane sono le Ford che erano nella corsia interna e a pagare dazio sono Keselowski con una penalità per eccesso di velocità in ingresso di pit lane dove anche Cody Ware finisce in testacoda bloccando troppo i freni, ma la corsa rimane sotto green. Il secondo gruppo è quello delle Toyota con Bowman ma senza Kyle Busch (Hamlin arriva lungo nello stallo), il terzo è quello delle Chevrolet (penalità per speeding per Chastain), il quarto sono le cinque vetture rimanenti e sono Custer, Logano, Burton, Kyle Busch e McLeod che è staccato.

Alla fine le 38 vetture rimaste o hanno cambiato due gomme oppure hanno fatto solo il pieno e la nuova classifica riflette anche questo: Logano esce davanti dai box, però sullo slancio in curva3 viene raggiunto e sorpassato dal nuovo leader che è Kyle Larson; Joey riesce a salvarsi piazzandosi all’ottavo posto.

Ai -20 la nuova classifica vede Larson davanti a Byron, Elliott, Jones, Hemric, Harvick, Stenhouse, Logano, Ty Dillon e Burton, Suárez finito addirittura 23° in un gruppo di testa da 25 vetture in cui si sono staccati a causa di errori o guai ai box Ragan, Gragson, Biffle, Gilliland, McLeod, Yeley, Hamlin, Haley, McDowell, Chastain, Keselowski e Ware con Cassill per poco ancora unico doppiato.

Mentre il trio Hendrick ora può controllare momentaneamente la corsa con un gruppo in fila indiana, l’attenzione si sposta in coda appunto sui vagoncini che si sono sganciati dal treno: Ware viene doppiato (e stando all’interno obbliga tutti ad aggirarlo) e poco più tardi anche la stessa sorte tocca a Keselowski.

La tregua dura pochi giri, poi a lanciare l’attacco in seconda corsia è Wallace e la sua fila guadagna tanto terreno in un attacco coordinato delle Toyota visto che ci sono anche Bell, Truex e Kurt Busch. Poi questa fila – come in precedenza – stalla al momento buono, poi però ai -10 ritrova lo slancio e Bubba riesce a portarsi al comando anche perché Larson preferisce rimanere con i compagni di squadra.

A rimescolare le carte ci pensa poi la coppia composta da McDowell e Chastain da doppiare: Michael sta basso, Ross invece (come ammetterà a fine gara) resta nel mezzo apposta per creare disturbo e non finire staccato dopo il doppiaggio. Larson deve fare lo slalom fra le vetture e resta al comando mentre dietro c’è più confusione. Alla fine però si riformano le due corsie ed inizia il duello fra Kyle e Bubba.

A giri alternati praticamente i due si alternano col muso davanti ma la battaglia vera in coda: il piano di Chastain ha funzionato ed è rimasto nel gruppo, inoltre è anche lucky dog virtuale e questo non va bene a Keselowski che cerca la stessa cosa. Brad si accorda dunque con l’ex compagno di squadra Logano per aprire la terza corsia e rischiando tanto cercano il recupero.

L’incidente però non arriva come temuto da loro, ma all’improvviso all’interno. Hemric rompe il motore, finisce sull’apron dopo essere stato toccato da Austin Dillon che lo segue, la #16 nel pendolo risale sul banking e travolge in successione Briscoe e poi Buescher; tutti e tre sono costretti al ritiro mentre anche Custer finisce col muso ammaccato.

È quindi la moviola a decidere la classifica di una prima stage chiusa sotto caution: a vincerla è Wallace su Larson, Bell, Byron, Truex, Elliott, Kurt Busch, Jones, Bowman e Stenhouse; il lucky dog va a Chastain quindi rimangono doppiati Keselowski e McDowell.

Al giro di soste che segue c’è un mix di due e quattro gomme e Larson torna al comando davanti a Byron, Elliott, Jones, Truex, Wallace, Kyle Busch, Logano, Kurt Busch e Blaney che finora si è fatto vedere pochissimo anche perché Penske non è riuscito a formare mai il suo trenino. Il giro di soste però fa emergere altri problemi: Bowman non riesce a mettere la prima marcia, Hamlin e Bell hanno soste lunghe per migliorare l’assetto, Stenhouse ha il cofano alzato per i problemi di surriscaldamento e Kyle Busch si prende una penalità trascinando la tanica con sé. Infine, due penalità per speeding per Biffle e Cassill ed una per Austin Dillon per una ruota fuori controllo.

Si riparte per una stage che sarà molto tormentata: ai -56 il gioco di squadra di Hendrick funziona e Larson si mette davanti a Byron, tuttavia all’esterno Wallace spinge forte Jones e lo manda davanti a tutti. Ricomincia così l’alternanza, in questo caso però fra la #43 e la #5. Alla fine a vincere il duello è Jones che si mette davanti a Larson perché evidentemente preferisce stare con altre Chevy.

Si forma anche una terza fila con Haley, Custer e Suárez, ma è talmente disordinata che ben presto si spegne e dunque le dinamiche del gruppo non cambiano, solo che stavolta ad alternarsi davanti sono Jones e Wallace. I giri passano tranquilli ed in questa fase da notare c’è solo il tentativo di recupero iniziato da Bell ed Hamlin e poi proseguito anche da Stenhouse, Chastain e Suárez che però ancora una volta porta pochi effetti.

Quando ai -40 l’interno sembra aver preso un piccolo margine, arriva la caution che risolve anche il problema di un eventuale giro di soste sotto green: si rompe per l’ennesima volta la pompa della benzina di Biffle il quale si ferma in pista e deve essere spinto ai box; il lucky dog va a Keselowski che per tutta questa fase di gara era tranquillamente nella corsia esterna in quinta fila.

La maggior parte del gruppo fa solo pieno o cambia due gomme e al comando passa Byron davanti a Truex, Elliott, Larson, Blaney, Jones, Logano, Kurt Busch, Wallace ed Harvick. Si riparte ai -35 con William nella corsia interna che rimane al comando anche perché Larson praticamente non aiuta Martin, poi approfitta di un buco lasciato da Blaney per mettersi dietro ad Elliott e quindi si riforma il trenino Hendrick all’interno.

La caution arriva però dopo nemmeno un giro, infatti in curva2 McLeod perde una ruota evidentemente non fissata; per crew chief e meccanico arriverà in settimana una sospensione di quattro gare. Nuova ripartenza ai -31 e nuova caution, la seconda vera selezione nel gruppo.

In testa va in scena il solito gioco di squadra ed Elliott parte piano per lasciare andare avanti Byron ed infilarsi di nuovo davanti a Larson, dietro a Chase Truex parte col freno tirato per ricevere la spinta di Jones e non perdere terreno dal trio Hendrick. In pochi istanti all’esterno la coppia diventa un trio dato che anche Logano è arrivato sul paraurti di Erik. E alla fine arriva anche Wallace il quale, malgrado gli dicano via radio che i tre davanti sono incollati, continua a spingere. In due si va, in tre si resiste, in quattro si deraglia.

A partire verso il muro è Logano che poi rimbalza verso la pista e travolge Ty Dillon, Suárez (sempre sfortunato sugli superspeedway), Burton, Gilliland (retrotreno ko ma prosegue), Cindric, Custer (poco dopo motore rotto per lui) e Stenhouse mentre Kyle Busch evita il mucchio per un pelo. Dopo le scuse di Wallace via radio, alcune soste ed una lunga caution si riparte ai -23.

Stavolta il trenino Hendrick è già formato e non servono giochi di squadra. All’esterno Jones prova a spingere Truex, ma contro l’interno si può fare poco. In coda un gruppo ormai formato da sole 25 vetture si seleziona e davanti rimangono solo le vetture integre. Truex non molla anche perché Jones continua a spingere forte. Ma arriva un’altra caution a fermare tutti: Il Rick Ware Racing ne combina una delle sue e David Ragan sul traguardo manda involontariamente a muro il compagno di squadra Cody Ware che poi nel lungo testacoda dopo l’impatto si spiaggia e fora tutte le ruote.

Il gruppo si divide fra pista e pit lane: non si fermano in 14 e sono Byron, Elliott, Larson, Kurt Busch, Bowman, Austin Dillon, Truex, Hamlin, Chastain, Haley, Almirola, Ragan, Cassill e Yeley, gli altri o fanno solo il pieno oppure cambiano due gomme. Fra coloro che finiscono in coda ci sono Blaney (splitter da riparare dopo essere finito ammaccato nel big one), Wallace (ancora una ruota mal fissata e quindi doppia sosta) e Bell (penalità per speeding).

La green sventola ai -10 e Byron, dopo il consueto gioco di squadra, cala all’interno dove non trova due compagni di squadra bensì tre perché Bowman riesce a riunirsi a loro dopo il pit stop sfalsato nella prima stage. All’esterno rimangono così a lottare Kurt Busch con Austin Dillon ed Hamlin, ma l’interno è decisamente più compatto e infatti ai -7 si forma per la prima volta la fila indiana.

L’indomito Wallace prova a riaprire poco più tardi la seconda corsia in un gruppo molto sgranato e, solo nei giri finali, ottiene dei risultati dopo che a lui si uniscono Keselowski, Harvick ed i fratelli Busch. Cindric, ammaccato dopo l’incidente, viene saltato di netto, Jones non riesce a bloccare la rimonta così come Almirola. Alla fine a riuscire nella manovra è Chastain, ma Harvick riesce ad incrociare la traiettoria e a portasi dietro Kyle Busch lasciando Ross al vento.

All’ultimo giro Kurt Busch molla Chastain per riunirsi al fratello, Truex in extremis riesce ad unirsi a loro, ma il poker Hendrick perde un solo vagone: Byron vince la seconda stage davanti ad Elliott, Larson, Truex, Kyle Busch, Bowman, Almirola, Jones, Chastain e Kurt Busch. 25 le auto a pieni giri, di cui praticamente solo 15 nel gruppo di testa; a loro non si aggiunge nessuno perché il lucky dog va a Gilliland che recupera uno dei quattro giri persi. L’unica altra auto ancora in gara è McLeod a -8.

Arriva così il penultimo giro di soste ed in molti solo rabboccano o cambiano due gomme, è l’esempio di Jones che passa al comando (e in tutta la gara non ha mai sostituito gli pneumatici di sinistra) su Kyle Busch, Harvick, Blaney, Keselowski, Wallace, Bell e Cindric, i quali precedono Larson ed Elliott che invece fanno un pit completo.

Si riparte ai -63 con Jones nella corsia interna e con Harvick a spingerlo mentre alla loro destra ci sono Kyle Busch e Blaney. Ryan spinge forte Rowdy in una alternanza Ford-Toyota perché dietro alla #18 ci sono Wallace e Cindric. Il duello in vetta dura un paio giri, poi Blaney lancia Kyle Busch in testa con il pilota del JGR che poi decide di coprire la corsia interna lasciando Wallace a spingere la #12.

Bubba è scatenato – così come Jones – e così è lui a mandare Blaney al comando; il loro tandem è talmente veloce che i due riescono a scendere all’interno e mettersi davanti a Kyle Busch. Al comando della corsia esterna rimane così Cindric che ha il muso rattoppato e la sua velocità ovviamente non è l’ideale. Lo nota subito Elliott che vede l’interno alla sua sinistra sfilare velocemente. Chase cerca in tutti i modi di liberarsi di Austin, ma alla fine viene aiutato da Larson che lo lascia mettere davanti e così lascia il compito, messo in pratica subito, a Truex.

Mentre Hamlin si lamenta ancora, in versione Kyle Busch, della vettura che non ha velocità, l’esterno si svuota ed ai -53 si forma la fila indiana che segna l’inizio della tregua; in coda si stacca Yeley e dunque nel gruppo di testa ci sono 24 vetture, ovvero in ordine Blaney, Wallace, Kyle Busch, Jones, Harvick, Keselowski, Bell, Larson, Elliott, Byron, Chastain, McDowell, Hamlin, Austin Dillon, Truex, Ragan, LaJoie, Kurt Busch, Haley, Cassill, Almirola, Bowman, Cindric e Gragson.

Un attacco in seconda fila in questo momento sarebbe piuttosto problematico, in quanto al giro di soste finale mancano 10-15 giri e trovarsi all’esterno in una fase in cui la compattezza conta tantissimo sarebbe un possibile grosso guaio. E invece, dopo 15 giri di calma, ai -39 c’è l’attacco di Almirola, Bowman ed Haley al quale si agganciano anche Hamlin e Chastain, poi pure Cassill e Ragan. La locomotiva di questo gruppo di sette è Ross che arriva fino all’altezza di Bell.

Questo attacco prende ancora più forza quando decidono di unirsi a loro Wallace, Kyle Busch e Jones, i quali così mollano e scavalcano Blaney. Erik si mette davanti alla #12, Wallace invece rimane con Kyle Busch e Chastain e quindi Bubba si trova al comando a gestire due corsie. L’esterno si disunisce quando Ross fa saltare dalla fila Rowdy e così Jones rimette il muso davanti per un nuovo duello.

Alla fine l’esterno si conferma la corsia più veloce e Wallace recupera la prima posizione, ma Erik non molla e così si arriva al giro di soste decisivo. Ad iniziare ai -29 sono le Ford che sono nella corsia interna (manca solo Almirola), ai -28 praticamente tutte le Chevy più Almirola, Wallace ed Hamlin, ai -27 gli ultimi che erano rimasti ovvero LaJoie, Kyle Busch, Truex, Kurt Busch, Bell e Gragson.

Il giro di soste ovviamente seleziona ulteriormente il gruppo: Keselowski (che già doveva riparare il muso) si prende un’altra penalità per eccesso di velocità, in uscita dai box Kyle Busch guarda solo Gragson alla sua destra e non si accorge che Bell è al suo fianco dall’altra parte e lo manda in testacoda (e non arriva la caution).

In uscita dai box il leader sembra essere Kurt Busch, ma a passarlo di slancio è Hamlin che prende il comando ai -25 davanti a Larson, Jones, Byron, Chastain, Haley, Kurt Busch, Truex, LaJoie ed Austin Dillon con le Ford tutte fuori dalla top12; il gruppo di testa è ora composto da 21 vetture visto che si sono persi per strada Bell, Ragan (sosta lenta) e Keselowski dopo la penalità scontata.

Il gruppo è molto sgranato e la coppia Cassill-Gragson si stacca, quindi i leader rimangono 19 e tutti in fila indiana con Kyle Busch a chiudere la fila. Mancano 20 giri alla fine ed iniziano a scoprirsi gli altarini. Il più grande riguarda Hamlin, infatti non si capisce come abbia fatto a passare in testa. Ben presto si scopre il perché: la sua sosta è stata troppo veloce e non gli hanno fatto il pieno. Denny così deve passare in fuel saving estremo mentre è al vento; anche al box di Larson non sono così sicuri di aver messo tutta la benzina.

Il doppiaggio di Keselowski ai -18 (con Yeley che finisce con lui a -2), è la miccia che riaccende la corsa: Denny di sposta a destra per aggirarli e offre il fianco a Larson che fa saltare la #11 dalla fila; a salvare Hamlin ci pensa Kurt Busch e così il pilota del JGR passa al sesto posto. Anche in coda ci sono i primi movimenti come alcuni attacchi di LaJoie e di Wallace che ai box ha perso ancora troppe posizioni, ma succede poco.

Ai -15 i 19 in fila di nuovo indiana sono Larson, Jones, Byron, Chastain, Haley, Hamlin, Kurt Busch, Truex, Austin Dillon, Elliott, Blaney, Almirola, Kyle Busch, Bowman, McDowell, Cindric, Harvick, Wallace e LaJoie. Si studiano anche possibili alleanze: Larson ha Byron a coprirlo, ma le altre Chevy di Jones, Chastain ed Haley potrebbero coordinarsi. Le Toyota invece sono divise, tre davanti (con Hamlin che non può attaccare) e Wallace in coda e distante da Kyle Busch. Le Ford invece non sembrano forti come in passato e poi in molte sono ammaccate.

Ai -14 Wallace e LaJoie lanciano un altro attacco e stavolta qualcuno crede in loro, infatti si uniscono anche Almirola, Kyle Busch e McDowell. La mossa decisiva però arriva ai -12 quando davanti a questi cinque si mettono Elliott e Blaney ed i due formano un tandem che vola. Hamlin non può mettersi al vento per bloccarli e così i due avanzano arrivando fino all’altezza di Chastain. Ad intervenire in prima persona sono dunque Byron e Jones mentre Ross rimane in scia a Larson.

La corsia guidata da Jones sembra poter tentare l’attacco a Larson, ma Erik ai -10 finisce loose e così bisogna ricostruire tutto; Kyle Busch capisce bene questo e così si infila all’interno (ed avrà ragione). Un Cindric ancora non veloce perde la scia e così rimangono in 18.

Jones prova il secondo recupero, ma è dura, infatti la coda del gruppo è disordinata ed è difficile creare velocità. Ai -8 la #43 scivola al settimo posto; Erik prova un nuovo recupero, ma all’interno Chastain spinge forte Larson e così l’interno è ancora in controllo. Ma in due giri cambia tutto, Byron trova le spinte giuste ed ai -6 Jones ha di nuovo il muso davanti a tutti.

Il gruppo ora è 2-wide con 17 vetture più McDowell al gancio, ma si nota il motivo del recupero di Jones, infatti l’esterno si è rimpolpato e ci sono davvero tante vetture in questa fila. Ai -5 la #43 ha una lunghezza di margine su Larson e Byron che sono alla pari, poi Chastain ed Elliott, Haley e Blaney, Hamlin ed Almirola. Le spinte di William sono potenti, anche troppo infatti Erik finisce molto avanti e così diventa una preda facile della scia. Ai -4, dunque, Larson è di nuovo al comando.

L’esterno sembra scomporsi leggermente a causa di Elliott, ma poi torna la velocità e dunque ai -3 è Jones di nuovo primo. Ed è qui che l’equilibrio che ha retto fino a questo momento dopo la sosta salta.

Sul traguardo c’è una esitazione a centro gruppo: Wallace va in terza fila, Hamlin rimane a secco, Kurt Busch evita i guai ed è protagonista di un discreto salvataggio. Quando la situazione si ricompone dopo quasi un giro davanti c’è una fila indiana di sei vetture con Jones davanti a Larson, Chastain, Kurt Busch, Byron e Truex, poi un gruppo ancora disunito che deve rilanciarsi con appena due giri da disputare.

Nasce così una mini fuga alla quale si aggregano anche Haley ed Austin Dillon, ma poi dopo mezzo giro viene ripresa. Si arriva così all’ultimo giro con Kyle Busch e Bowman a chiudere la top10 davanti a Wallace, Almirola, Elliott, LaJoie, Harvick, McDowell e Blaney, gli altri staccatissimi (Hamlin dopo il rabbocco è a 27″) o doppiati.

Larson alza il piede subito per lanciare l’attacco di slancio, ma pure Haley in uscita di curva2 si sposta leggermente e anche Byron lo imita, in pratica si forma un grande ventaglio dietro al leader Jones. Il vero attacco dall’esterno però è quello di Kurt Busch che si porta dietro Truex e Wallace e la #45 in curva4 è praticamente alla pari con Chastain.

Siamo alla volata: Truex alza il piede per farsi lanciare da Wallace e lascia così da solo Kurt per un attimo, poi il tandem arriva su Busch e lo spinge avanti. Larson deve intervenire per bloccare la loro rimonta e si sposta all’esterno, ma è troppo tardi (è il quarto incidente simile di Kyle nel 2022 dopo il Busch Clash, Daytona e Fontana) e praticamente manda a muro Kurt Busch.

Mentre Kurt rimbalza contro il muro e travolge Wallace che era già stato toccato da Byron (anch’egli a muro) sulla spinta di Bowman, davanti la gara si sta decidendo. Jones ovviamente non può sapere che Larson non aveva spazio e quindi vedendo Kyle spostarsi decide di bloccarlo, tuttavia la #5 ha ormai perso velocità finendo quasi di traverso. Larson arriva sì al fianco di Jones, ma sono in terza e quarta corsia. In seconda c’è Truex staccato di una lunghezza.

In prima corsia, l’unico a non deviare dalla propria traiettoria c’è Chastain che sul trioval si trova in maniera incredibile la porta aperta e nessuno ad impensierirlo.

Ross Chastain vince così un classico finale a Talladega davanti ad Austin Dillon e Kyle Busch (che lo hanno seguito nella scelta di non spostarsi), Larson, Truex, Jones, Elliott, McDowell, Bowman, Harvick, seguono Haley, Almirola e LaJoie (di traverso sul traguardo). Ben più ammaccati Byron, Kurt Busch e Wallace che deve riprendere fiato una volta sceso dalla vettura; a pieni giri ma ad oltre 40″ anche Hamlin, Cassill, Gragson e Cindric.

Per Chastain, che festeggia con la classica anguria, è la seconda vittoria stagionale che gli vale la certezza matematica dei playoff (unico con Byron). Ed ancora una volta mentre lui festeggia il suo compagno di squadra Suárez mastica amaro perché è finito ko senza avere colpe dopo un inizio da protagonista. Deluso anche Jones, grande protagonista sottovalutato. Deludono invece molti altri piloti attesi come Keselowski (due penalità) e Blaney mentre altri sono finiti ko nell’incidente di metà gara.

Si va a Dover con una classifica rimescolata in coda alla top16, ma la corsa ai playoff è ancora lunga. L’unica certezza rimane la vettura Next Gen con la sua consacrazione: Chastain ha ottenuto le vittorie di Austin e Talladega con lo stesso telaio, segno di una grande versatilità di questa auto.

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Immagine: media.nascar.com

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