NASCAR | Ripartenza fulminea, Blaney vince in Michigan!

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Tempo di lettura: 18 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
23 Agosto 2021 - 14:20
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Il Team Hendrick gestisce tutta la gara, poi qualche goccia di pioggia innesca il finale. Kyle Busch spinge Blaney al comando e poi Ryan si difende in maniera magistrale


La vittoria di Ryan Blaney è figlia di quanto successo in New Hampshire. Allora la Nascar iniziò a correre sotto la pioggia e Kyle Busch finì a muro senza poterci fare nulla. In questa occasione sono bastate due gocce d’acqua per far scattare sull’attenti i commissari, i quali hanno chiamato una prudente caution che ha fermato la corsa quando ormai il traguardo era in vista. E, come si sa, “cautions breed cautions”: dall’ultima di queste Kyle Busch ha spinto Ryan Blaney al comando, poi il pilota del Team Penske si è difeso alla grande respingendo ogni attacco.

La gara

La giornata in Michigan è tipicamente estiva (e infatti c’è un classico temporale pomeridiano dato a circa 90-120 minuti dalla pista al via), tuttavia il clima nel garage è bollente per vari motivi.

Il primo è extra competizione, anche se la riguarda da vicino, ed è ovviamente la pandemia che torna prepotente in Nascar. In settimana Corey LaJoie viene escluso dalla gara per i protocolli sanitari in quanto entrato in contatto con una persona poi risultata positiva. Dopo i commenti decisamente poco lungimiranti di Corey sul fatto (da cui si capisce indirettamente prima e direttamente poi che non si è vaccinato), l’ambiente si rimette a discutere sulle prescrizioni, anche perché la Nascar ha già reintrodotto delle restrizioni sull’infield proprio da questa gara.

Nel corso del weekend si viene a sapere poi che gli stessi piloti hanno chiesto alla Nascar un allentamento dei protocolli stessi, ma la direzione – giustamente – rimane inflessibile seguendo le direttive della CDC: si è out in questi casi per tre giorni in caso di vaccinazione effettuata e per sette in caso di non vaccinazione (e da questo si capisce che LaJoie non è vaccinato). E dunque anche fra i piloti scatta la corsa alla vaccinazione, magari non effettuata in queste settimane per paura di effetti collaterali anche leggeri che potessero condizionare il weekend.

Il secondo tema è ovviamente la lotta per i playoff. A due gare dal taglio ci sono ancora due posti disponibili e uno potrebbe essere assegnato in Michigan, infatti Kevin Harvick, prima del via 15° nella griglia playoff, potrebbe qualificarsi in caso non ci sia un nuovo vincitore (a meno che il nuovo vincitore sia lui stesso) e di vantaggio di 56 punti alla bandiera a scacchi sul 16° in classifica che è Tyler Reddick (e parte da +67), il quale ha un margine di 28 punti nella lotta con il compagno di squadra Austin Dillon prima di una pista potenzialmente favorevole al duo RCR.

L’altra lotta è, ovviamente, quella per la regular season fra Larson ed Hamlin, con Kyle in vantaggio di 22 punti dopo l’incidente di Denny ad Indianapolis. Ed il vantaggio, su una pista decisamente adatta al Team Hendrick, potrebbe aumentare, anche perché l’algoritmo assegna la pole position allo stesso Larson davanti a Elliott, Blaney, DiBenedetto e Truex con Hamlin solo nono in griglia di partenza. Non ci sono problemi ai controlli tecnici e gli unici a partire dal fondo per cambio pilota rispetto alla entry list sono Josh Berry (al posto di LaJoie), alla seconda sostituzione in due giorni dopo la Xfinity, e Joey Gase (al posto di Davison).

Al via dalla corsia esterna Larson non parte bene e rimane davanti solo grazie al fatto che Blaney prima lo spinga forte e poi lo stesso Ryan vada 3-wide nel mezzo rallentando sé stesso e pure Elliott che aveva una chance per passare al comando; invece così sia Ryan che Chase perdono numerose posizioni con Blaney che finisce addirittura al 14° posto. Questo fatto manda in fuga Larson, DiBenedetto e Kurt Busch mentre Harvick è quarto, tuttavia quella di Kevin è solo un’illusione, infatti in poco tempo, assecondando se si può dire le previsioni di una gara difficile per lui, scivola indietro.

Al terzo giro DiBenedetto ci prova ad andare in testa, sul traguardo ha il muso davanti a quello di Larson, tuttavia Kyle dall’esterno in curva1 resiste e così la #5 resta in prima posizione con Matt che viene rimbalzato dal muro d’aria e viene scavalcato da Kurt Busch. Una volta che la situazione si è assestata in testa, c’è tempo di guardare meglio anche più indietro e la sorpresa è quella di vedere Truex addirittura in 33esima posizione con il passaruota posteriore sinistro ammaccato. A ridurlo così incredibilmente è stato il compagno di squadra Kyle Busch in un mancato tentativo di incrocio in ingresso di curva3.

Nel frattempo Elliott è riuscito a recuperare e non solo si è messo davanti ai principali inseguitori, ma riprende anche il trio di testa; sul momento Chase sembra in grado anche di scavalcare DiBenedetto, poi invece si stacca e viene ripreso dalla coppia Hamlin-Bowman. Alla competition caution del giro 20 (sui 60 della prima stage) Larson è dunque al comando su Kurt Busch, DiBenedetto, Elliott, Hamlin, Bowman, Reddick, Byron, Logano e Kyle Busch; Harvick con una vettura inguidabile è precipitato in 16esima posizione davanti a Keselowski.

La pit lane si apre subito così come il libro delle strategie: Hamlin esce dalla pit lane in testa dopo aver fatto solo il pieno, tuttavia non è una scelta intenzionale, infatti Denny ha problemi alla radio ed il crew chief, non avendo sentito lamentele dal pilota, è convinto che la vettura stia andando bene, dunque non cambia gomme; dietro alla #11, Larson, Kurt Busch e molti degli inseguitori montano solo due pneumatici freschi e DiBenedetto (il primo con una sosta completa) scende in 11esima posizione.

Con la pioggia data ora a 60-90′, si riparte con 36 giri da disputare nella prima stage e ancora 76 prima di metà gara. Hamlin scatta bene e resiste al ritorno di Elliott sospinto da Reddick; quella di Denny è tuttavia una leadership momentanea, infatti Chase al giro successivo gli prende la scia e attacca in curva3 completando il sorpasso dopo una breve lotta. Inizia così una nuova battaglia di scie dietro alla #9 con protagonisti Hamlin, Kurt Busch, Larson e Logano. Tutta questa fase però si interrompe per il violento incidente di Gase (che era già ultimo) probabilmente per una foratura.

Soltanto qualcuno in coda va ai box, dunque si riparte ai -25 con le prime posizioni invariate; al choose cone Kurt Busch è il primo che sceglie l’interno, tuttavia alla prima curva sia lui che Logano che lo segue finiscono loose – per fortuna senza danni – e così Elliott per un pelo rimane al comando. Busch prova a resistere, ma gli va male e così da potenziale leader finisce al quinto posto. Anche Reddick è stato rimbalzato dall’aria e così una prima stage che nelle fasi iniziali sembrava in suo favore, ora invece passa nel controllo di Austin Dillon che è nella top5.

Lo stato di grazia di Dillon prosegue, infatti insieme a Larson sorpassa Logano, poi approfitta dell’attacco fallito dello stesso Kyle ad Hamlin per scavalcarli entrambi in un 3-wide e così Austin è al secondo posto. Alla fine Larson riesce a scavalcare Hamlin perché le gomme della #11 sono ormai finite, poi all’ultimo giro approfitta di un doppiato e beffa la #3 sul traguardo per soli 0.031″. Elliott vince dunque la prima stage davanti a Larson, Austin Dillon, Hamlin, Byron, Logano, DiBenedetto, Kurt e Kyle Busch e Keselowski; Blaney è 11° davanti a Bell, Truex (risalito dopo aver riparato il passaruota), Harvick e Reddick.

Mentre giunge la notizia che il fronte temporalesco si stia indebolendo per la gioia di tutti, si riapre la pit lane e Larson esce davanti a tutti precedendo Elliott, Austin Dillon e Suárez che fa solo il pieno dopo essersi fermato per il cambio gomme alla caution precedente; Hamlin invece ha una sosta lenta e perde numerose posizioni, mentre Logano si deve fermare due volte per una ruota mal fissata. La stage nominalmente è lunga 60 giri, però con la ripartenza che avviene ai -54 ed il pieno che dura in teoria una cinquantina di giri, allora le possibilità per qualche strategia interessante ci sono.

Alla bandiera verde Austin Dillon dall’interno fa una ripartenza incredibile, al punto che, pur non ricevendo spinte (a differenza di Larson con Elliott), lotta alla pari con la #5 per un intero giro prima di cedere a Kyle; nel gruppo Kurt Busch si salva da un contatto con DiBenedetto che era andato 3-wide e così nella top5 zitto zitto entra a sorpresa Kyle Busch. Mentre Suárez cede per le gomme usurate, in testa Dillon decide di osare ancora e attaccare Larson per la prima posizione, tuttavia l’alleanza fra i compagni di squadra è fondamentale e così l’aiuto di Elliott e fondamentale per far rimanere al comando la #5 mentre Dillon deve alzare bandiera bianca e far passare anche Busch.

Elliott ha una vettura veloce e lo dimostra poco dopo passando Larson andando al comando, Kyle non demorde però dato che Dillon è ancora pericoloso vicino a loro. Il duo Hendrick prova a simulare un tandem in stile superspeedway per scrollarsi di dosso Austin, tuttavia il risultato è minore di quanto immaginato.

A metà stage, con le soste ancora lontane perché si capisce che tutti tireranno a lungo, Elliott è al comando su Larson, Dillon, Kyle Busch, Bell, Hamlin, DiBenedetto, Byron, Keselowski e Wallace che si fa notare per la decima posizione ed i numeri sul tetto messi al contrario rispetto alla tradizione; Blaney è 12° davanti ad un Kurt Busch scivolato indietro, a Truex, Reddick e Logano che rimonta dopo la doppia sosta, Bowman ed Harvick ancora dispersi.

Mentre Hamlin e Reddick accusano delle vibrazioni alle gomme (e per Denny è la seconda) e Byron ha il muso leggermente ammaccato, la notizia principale è che non solo Elliott e Larson non si sono scrollati né Dillon, né Busch, ma che Bell addirittura si è riunito al quartetto di testa, pur non riuscendo ad attaccarlo di slancio; solo grazie ai doppiaggi Christopher riuscirà a passare il compagno di squadra Busch seppur solo per qualche tornata.

Al giro 100, dunque a -20 nella stage ma soprattutto metà gara, fatto che rende la corsa ufficiale, il primo ad andare ai box è un Harvick in crisi ormai in fondo alla top20. Ed il sintomo che la gara di Kevin sia disastrosa è che tutti quelli che gli sono davanti lo “ignorano” proseguendo la loro corsa non ritenendolo un pericolo per la loro posizione. Il segnale che anche per i leader sia giunto il momento di andare ai box lo fornisce Austin Dillon che, con le gomme ormai finite, perde due posizioni ma a sorpresa, malgrado ai box non vogliano rischiare incidenti, rimane in pista.

Ai -15 ad andare ai box è Byron e quindi da qui in poi inizia la sequenza dei pit stop; ai -10 è la volta di Larson, al giro successivo di Elliott, ai -8 di Dillon. Kyle Busch (che in cielo vede una nuvola nera che effettivamente si è formata) ed Hamlin invece proseguono e poi si fermeranno ai -6. In questo frangente è fondamentale che dopo la loro sosta Elliott e Larson escono (ovviamente da momentaneamente doppiati) vicino ad Hamlin e Kyle approfitta di questa occasione per scavalcare Elliott.

In casa JGR il piano è diverso da quello di Hendrick, infatti Kyle Busch e Bell cambiano solo due gomme e con la sosta più veloce passano al comando; Hamlin invece vorrebbe fare un pit completo, ma arriva lungo nello stallo e, per compensare la perdita di tempo, il crew chief opta anche lui per le sole due gomme. Così Denny esce di nuovo nella zona di Larson ed Elliott e stavolta i tre sono tutti in lotta per la posizione.

Kyle Busch vince dunque la seconda stage davanti a Bell, Larson Elliott, Hamlin. Austin Dillon, che ha cambiato quattro gomme a differenza dei rivali diretti, sta rimontando forte e, dopo aver passato Reddick, attacca sul traguardo pure Keselowski. Il side draft è ravvicinato e la #3 passa la #2 sul traguardo per soli 0.052″, poi le due vetture si toccano e Dillon finisce violentemente a muro quasi ribaltandosi. Sul momento sembra quasi che Keselowski abbia provocato intenzionalmente l’incidente, poi invece analizzando il filmato e sentendo i piloti si capisce che purtroppo è stato solo un incidente di gara con le traiettorie che si sono incrociate.

A completare la top10, almeno alla conclusione della stage, sono dunque Austin Dillon, Keselowski, Reddick (che con il compagno-rivale ko ha una grossa chance a suo favore), Byron e DiBenedetto; Kurt Busch è fuori dalla top10 con Blaney, Logano e Truex mentre Harvick è ancora 20° seppur davanti a un invisibile Bowman.

Vista la sosta tardiva, più di qualcuno decide di non fermarsi al break secondo il piano. In 12 (Larson, Byron, DiBenedetto, Kurt Busch, Blaney, Truex, Logano, McDowell, Bowman, Newman, Suárez e Custer) tirano dritto mentre il trio JGR di Kyle Busch, Bell ed Hamlin deve pittare per cambiare anche le altre due gomme; la sorpresa generale però è vedere anche Elliott ai box malgrado la sosta precedente e infatti questa decisione strategica, se confrontata a quella dei compagni di squadra Larson e Byron, gli farà perdere la gara.

Si riparte a 74 giri dalla fine e al choose cone sembra ormai quasi una consuetudine che i primi tre scelgano sempre la più favorevole corsia esterna, mentre il quarto (ancora una volta Kurt Busch) si tuffa all’interno cercando di recuperare posizioni. In questo caso Blaney prova a tenere la #1 là davanti, ma l’aiuto di Byron a Larson è fondamentale e la coppia Hendrick rimane al comando formando così un nuovo tandem. In coda alla top10 dopo la ripartenza Kyle Busch sembra il più veloce con gomme fresche, tuttavia col passare dei giri ci si accorge che quello con una vettura rapidissima è Hamlin.

La fase che segue è relativamente stabile e a 50 giri dalla fine, dunque all’apertura della finestra per l’ultima sosta, Larson è al comando su Byron, Kurt Busch, Blaney, Truex (per la prima volta nella top5), Hamlin, Bowman (che sta iniziando a scendere di nuovo in classifica), Logano, Reddick e Kyle Busch con Elliott solamente 13° nel traffico. Chastain (problemi ad un semiasse che si è sfilato in pista) e Alfredo sono nel garage dopo che comunque non erano stati protagonisti.

Il protagonista di questa parte di gara è sempre Hamlin, il quale malgrado abbia il parabrezza scheggiato nei cinque giri seguenti scavalca nell’ordine Truex, Blaney e Kurt Busch portandosi in terza posizione che diventa seconda ai -45 perché Byron si ferma ai box, infatti per coloro che si erano fermati negli ultimi giri della seconda stage stanno finendo sia le gomme che la benzina. Hamlin invece non si ferma qua, infatti di slancio raggiunge Larson proprio mentre Kyle rimane a secco in curva3 nel giro in cui comunque doveva fermarsi ai box.

Larson non perde troppa velocità, tuttavia questo piccolissimo intoppo è sufficiente per farlo scivolare per poco in classifica dietro al compagno di squadra Byron che diventa così leader virtuale della gara. Il giro di soste prosegue pian piano con tutti gli altri piloti, ai -35 pitta anche Hamlin, il quale esce dietro a Byron e viene scavalcato anche da Larson che arriva in velocità. Va ai box anche Kyle Busch, il quale però imita il teammate e anche lui finisce lungo nello stallo.

Subito dopo la sosta il quartetto di testa (il quarto è Kurt Busch) è sgranato e quindi Byron mette lunghezze di vantaggio su Larson, tuttavia il gioco delle scie è fondamentale e dunque tutti questi si raggruppano di nuovo. Al completamento del giro di soste ai -25 Byron è dunque al comando su Larson, Hamlin, Kurt Busch, Blaney, Bowman, Truex, Logano, Harvick (a sorpresa) e Reddick; Bell è finito fuori dalla top 10, Keselowski in rimonta dopo le riparazioni per l’incidente con Dillon è 12° davanti ad Elliott, Kyle Busch è finito 16°.

La fase di gara che sta per iniziare sembra molto Daytona: il quartetto di testa viaggia compatto, però Hamlin vuole rompere la coppia Hendrick possibilmente con l’aiuto di Kurt, ma l’attacco lo si vuole piazzare al momento giusto per non venire rimbalzati dall’aria. E invece dopo appena cinque giri tutto salta. Infatti, quella nuvola nera citata in precedenza non era isolata e altre se ne sono formate. Una si è posizionata sul rettilineo principale e fa cadere qualche goccia in curva4 prima e poi in curva1.

Dopo un paio di giri in attesa, i commissari ai -21 chiamano una caution molto prudente, figlia sicuramente dei guai successi in New Hampshire. Le gocce sono davvero quattro di numero e la pista nemmeno si bagna, al punto che si gira sotto caution e la ripartenza viene fissata per i -14. I leader non si fermano ai box ed il primo che va in pit lane è Keselowski (seguito da pochi altri) dalla 12esima posizione.

Al choose cone come in precedenza i primi tre scelgono l’esterno, Kurt Busch ringrazia e seguito da Blaney e Logano va all’interno. Alla green Byron e Kurt sono affiancati in curva1, poi Hamlin decide di rompere le righe e il 3-wide con Busch e Larson permette a William di rimanere al comando; questo rallentamento momentaneo ha un effetto a catena poco più indietro dove c’è un 4-wide. Per non alzare il piede, fatto che farebbe perdere loro posizioni, Reddick e Logano si tirano la staccata (che non c’è) in curva3 finendo entrambi loose. Entrambi salvano la vettura, almeno finché Truex tocca il posteriore della #22 mandandola definitivamente in testacoda. Logano viene centrato da Newman proseguendo così l’agosto orribile di Joey.

Si riparte ai -8 e anche stavolta il primo in classifica (in questo caso Blaney che è dietro a Byron, Hamlin e Larson) a scegliere la fila interna è il quarto. Stavolta però il piano va a buon fine, infatti la spinta di Kyle Busch a Blaney è tale da mandare la #12 in testa proprio mentre il trenino alla loro destra deraglia, con Hamlin che salta e la coppia Byron-Larson che riesce ad infilarsi fra Blaney e Busch.

Gli ultimi otto giri di Blaney sono magistrali, infatti pur non avendo una vettura veloce come quella degli avversari diretti riesce a mettersi sempre nel posto giusto al momento giusto, coprendo gli attacchi che si susseguono. In coda, intanto, Reddick ha forato e dopo aver rallentato finisce in testacoda quando era già sull’apron; è una manovra plateale e si capisce che Tyler stia cercando la caution, ma i commissari, consci di questo e del fatto che ormai la #8 sia in coda al gruppo, non la chiamano. Ed i punti persi da Reddick saranno tantissimi.

Tornando davanti, Hamlin cerca il recupero dopo la ripartenza, sorpassa i fratelli Busch all’esterno, poi si lancia su Larson quando Kyle stava cercando di riagganciare Byron per dargli una mano per attaccare Blaney, ma l’attacco di Denny non va a buon fine, al punto che viene scavalcato anche da un sorprendente Briscoe. Ai -5, tutto da solo, Larson passa in seconda posizione su Byron, ci prova pure Kurt ma viene rimbalzato e attaccato a sua volta da Briscoe.

Ai -4 si crea la fuga decisiva: Blaney cerca di togliere Larson dalla scia Larson, dietro di loro Kurt finisce in sottosterzo per attaccare Byron, il quale riesce così a togliersi la #1 dalla coda e riprendere la coppia di testa lasciando gli altri a lottare. Larson prima pure a tagliare sull’apron sul traguardo, ma non basta e così si arriva ai -3. Byron trova la scia buona e, mentre Blaney copre l’interno, lui si tuffa all’interno di curva3 sorpassando Larson. William però ha scoperto le sue carte troppo in anticipo, Ryan deve solo proseguire a coprire l’interno e il piano funziona, seppur per soli 0.077″.

Ryan Blaney vince per la prima volta in carriera due gare in un anno (e tutte le sei vittorie in Cup Series sono arrivate in volata su ovali più lunghi di 1.5 miglia) precedendo Byron, Larson, Kurt Busch, Hamlin, DiBenedetto, Kyle Busch, Elliott, Keselowski, e Truex; Briscoe alla fine chiude 11°, Bell 13° davanti ad Harvick, Bowman 16° e Reddick soltanto 29°.

La situazione in vista di Daytona dunque è ancora fluida: Harvick è sì ufficialmente il 15° qualificato per i playoff, ma le altre lotte sono ancora aperte. Larson per la vittoria nella regular season partirà con 28 punti di margine, per l’ultimo posto utile – invece -Reddick da +25 su Austin Dillon (che alla fine nel bilancio in Michigan ha guadagnato tre punti a Tyler), tutti gli altri per andare ai playoff saranno obbligati a vincere in Florida.

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Immagine: media.nascar.com

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