NASCAR | Ribaltone playoff, Almirola vince in New Hampshire!

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Tempo di lettura: 18 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
19 Luglio 2021 - 18:05
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La pioggia domina la prima parte, l’oscurità l’ultima: Almirola arriva a Loudon da 27° in classifica generale e ne esce con un posto ai playoff


Fino a pochi giorni fa la stagione di Aric Almirola sembrava da buttare nel cestino. Un brutto inizio di stagione unito alle difficoltà del team, specialmente con il pacchetto con tanto carico e pochi cavalli, poi invece alla All-Star Race, con la vittoria in una stage dell’Open, gli ha fatto ritrovare il morale facendogli credere che, malgrado il 27° posto in classifica, i playoff fossero ancora possibili. C’è voluta una giornata pazza in New Hampshire, forse evitabile con un po’ di giudizio in più da parte della Nascar, però Almirola si è meritato questo successo che riapre completamente i discorsi per la post season.

La gara

Per la 50esima gara nella storia della Cup Series al New Hampshire Motor Speedway lo scenario non è dei migliori, infatti il cielo è plumbeo e in mattinata ha anche piovuto, tuttavia le previsioni sono migliori del sabato quando la Xfinity Series si è svolta senza problemi e dunque in gruppo c’è ottimismo malgrado la pista sia ancora umida e la si stia ancora asciugando.

Quella di Loudon è l’ultima gara prima di una insolita pausa olimpica che vedrà la Nascar ferma per i prossimi due weekend e quindi c’è un’aria rilassata anche per questo motivo. Inoltre, la vittoria di Kurt Busch ad Atlanta ha spaccato la griglia playoff mettendo fra il 16° e ultimo qualificato (Reddick) ed il primo degli eliminati (Buescher) quasi 100 punti di divario, dunque nelle ultime cinque gare della regular season o si vince oppure si è eliminati, però tutti pensano che sia una eventualità legata ad agosto, ai due stradali del Watkins Glen e di Indy e soprattutto al gran finale di Daytona.

Se i piloti sembrano tranquilli, i crew chief invece non lo sono per nulla, infatti un cambio di programma potrebbe far saltare i loro piani. Secondo le comunicazioni originarie della Nascar, il famigerato PJ1 sarebbe dovuto essere applicato fra sabato e domenica in quanto gli organizzatori non volevano che questo “rovinasse” la gara delle Modifed del sabato pomeriggio (vinta da Ryan Preece). Poi però la Nascar, vedendo anche il meteo ballerino, decide di modificare i piani e non applicare il PJ1 nemmeno per la Cup Series, dunque tutte le simulazioni fatte virtualmente in settimana sono quasi da buttare.

Il pre gara è tranquillo per tutti i big, infatti nella trappola dei controlli tecnici ci finiscono solo Preece, McLeod, LaJoie ed Houff mentre Wallace è costretto a partire dal fondo per modifiche in parco chiuso (cruscotto ko), poi però iniziano le preoccupazioni. Malgrado l’intervento dei jet dryer, la pista fatica ad asciugarsi soprattutto in curva1-2 dove le cosiddette weepers, ovvero la risalita capillare dell’acqua dal terreno sull’asfalto, mantengono la pista ancora bagnata.

Ci si aspetta un leggero posticipo della partenza (Kyle Busch in pole con l’algoritmo davanti a Truex), e invece la Nascar – forse vedendo che ancora una volta ha fissato il via per le 15 locali, troppo tardi – manda avanti il protocollo secondo il programma. La pista è ancora umida ed i piloti lo dicono, tuttavia ancor più a sorpresa e improvvisamente la direzione gara dà il via alla corsa.

Al via il cielo è ancora più plumbeo di pochi minuti prima e secondo le testimonianze dei piloti ha già ricominciato a piovigginare, tuttavia la bandiera verde sventola e così sono costretti a partire. Kyle Busch mantiene la prima posizione davanti a Truex ed i due vanno in fuga su un Elliott leggermente in difficoltà, Kurt Busch (idem come Chase) e Bowman.

La pioggia sta aumentando ed i piloti continuano a lamentarsi, ma la Nascar è cieca e sorda, così si arriva al patatrac: all’inizio del sesto giro l’acqua è talmente tanta che Kyle Busch e Truex finiscono in testacoda e a muro, dietro di loro qualcuno si salva, Hamlin e Bowman si toccano per fortuna non rimediando danni, Chastain invece ha qualche piccola ammaccatura.

La bandiera rossa è obbligatoria, ma ormai la frittata, l’ennesima di questo 2021 disastroso per i commissari, è stata fatta. Ovviamente le dichiarazioni di Kyle Busch, costretto al ritiro subito, e Truex, che invece si salva, sono poco concilianti ma si devono mordere la lingua per non dire parole che invece i tifosi – stufi, anche perché questo episodio è un bis del Texas dell’anno scorso – vorrebbero invece sentire.

Ovviamente la Nascar è costretta subito a rispondere alle critiche, in pista con Kyle Busch che se potesse tamponerebbe la pace car e poi ai microfoni oltre alle infinite arrivate sui social, iniziando subito con un “è stata una situazione sfortunata, nel passaggio di comunicazioni necessario stavamo giusto per chiamare la caution” che poco ispira fiducia, anche perché tutti sanno che oltre alla pioggia si è partiti con una pista già umida. Tornare indietro non si può e dunque per Kyle Busch per il secondo anno consecutivo c’è l’ultimo posto a Loudon.

Lo scroscio è stato breve, ma come in precedenza l’asciugatura della pista è straordinariamente lunga (ed i problemi sono sempre le weepers in curva1-2), al punto che la bandiera rossa dura 1h41′ e poi prima di tornare in gara passano altri 15 giri sotto caution e ben 20′. A questo punto mancano solo tre ore al tramonto e la pista non ha le luci, dunque il completamento della gara al 100% è in bilico, al punto che la Nascar comunica già che si riserverà il diritto di accorciare la distanza, fatto che riporta alla mente altri disastri come quello in Kansas nel 2007.

I colpi di scena non sono finiti qui, infatti dopo le soste previste di Truex, Hamlin e tanti altri che invece cambiano strategia, in pit lane ci rimane a sorpresa Logano, infatti nei giri precedenti un pezzo di gomme gli era finito sotto il cofano, incastrandosi nell’acceleratore bloccandone il funzionamento. Il tentativo di rimozione al volo prima della bandiera rossa, le scuse del team non sono coerenti con le immagini, non va a buon fine e quindi la #22 si prende una penalità di due giri.

Alla ripartenza del giro 24 (con 52 da disputare ancora nella prima stage) Elliott è in testa davanti a Kurt Busch, Bowman, Bell, Blaney, Keselowski, Reddick, Larson, Harvick e DiBenedetto. Alla bandiera verde Chase finisce lungo alla prima curva e Kurt passa al comando seguito dal campione in carica. Elliott tuttavia reagisce e la leadership di Kurt dura appena due giri innescando così una giornata difficile per la #1.

Quando tutto sembra tornato alla normalità arriva invece la caution: Alfredo perde il controllo della vettura di Wallace (che fora) in curva4, anche se Anthony ha di che lamentarsi perché riferisce che Bubba per due giri di fila lo ha stretto come se la sua vettura non ci fosse nemmeno; Logano recupera subito uno dei due giri perduti grazie ad un lucky dog. La pit lane si riapre e stavolta ne approfittano anche Larson, Byron, Bowman, Almirola, Buescher, Stenhouse e Suárez.

Si riparte ai -37 ed Elliott è ancora in difficoltà in curva1 dall’esterno, Bell non riesce a completare la manovra al suo fianco e così Chase resta primo; in coda Ware finisce in testacoda in curva2 ma non ostacola nessuno e così i commissari, i quali hanno tutto l’interesse per velocizzare le operazioni, non chiamano la caution. Si sviluppano due lotte, una nella top5 più pacata, con Blaney che scavalca Bell per la seconda posizione, ed una più intensa nel gruppo fra chi ha gomme usurate e chi come Larson e Byron che cerca il recupero.

Con il passare dei giri Christopher, vincitore il giorno prima in Xfinity, perde terreno e la lotta con Keselowski manda in fuga Elliott e Blaney; Ryan raggiunge l’amico ai -15 e lo sorpassa poco più tardi ai -11. Elliott ha sempre problemi in inserimento e così quasi sul traguardo parziale viene scavalcato anche dalla #2. Blaney vince una tormentata prima stage davanti a Keselowski (+1.6″), Elliott (+2.3″), Harvick (+4.4″), Reddick (+6.3″), Bell (+7.1″), Hamlin (+7.3″), Chastain (+8.3″), DiBenedetto (+8.6″) e Larson (+8.9″); 28 le auto a pieni giri con Logano beffato per il lucky dog da McLeod.

Arriva il primo vero giro di soste per tutti e Keselowski in pratica col ritiro di Kyle Busch ha ereditato il primo stallo in pit lane, tuttavia non ne approfitta così come Blaney (che perde cinque posti) e dunque all’uscita dai box la classifica vede Harvick nuovo leader davanti ad Hamlin, Reddick, Keselowski ed Elliott. Con Kevin davanti a Denny sembra giunta finalmente la gara in cui uno dei due conquisterà la prima vittoria stagionale, e invece non avverrà nulla di tutto questo.

Alla ripartenza di una lunga stage (un centinaio di giri, dunque ci sarà almeno un pit stop) Hamlin scatta malissimo dalla corsia interna mandando in fuga Harvick seguito da Reddick ed Elliott, con Chase che poco dopo approfitta di un largo di Tyler per tornare in seconda posizione; in coda Briscoe ha un problema alla vettura che si spegne, ma Chase riesce a riaccenderla in tempo pur perdendo quasi un giro.

Le vetture del Team Penske sono in forma oggi in quella che per molti è una prova generale in vista di Phoenix e dunque sia Keselowski che Blaney recuperano le posizioni perse in pit lane tornando nella top5; il pilota che a sorpresa invece è nella top10 è Almirola, il quale è ancora protagonista di una stagione molto difficile, ma che dopo la All-Star Race lo ha visto tornare sui binari giusti. La gara nel frattempo è bella da vedere visto che ci sono diversi duelli e piccoli errori in frenata che permettono attacchi all’interno e all’esterno, incroci di traiettoria e lunghe fasi con vetture affiancate.

Mentre davanti Harvick cerca l’allungo (e in poco meno di un’ora accumula più giri in testa che in tutto il 2021) a seguirlo ci provano Elliott, Keselowski, Hamlin e Blaney e solo i doppiaggi frenano Kevin che mantiene sempre circa 1″ di margine sugli altri. Quando tutto è pronto per il giro di soste (Austin Dillon era in pit lane e perde un giro che non potrà recuperare per una penalità), arriva un’altra caution ai -60: Newman tampona il doppiato Houff e l’accusa di Quin è che Ryan lo abbia fatto apposta perché la #6 aveva bisogno di una bandiera gialla. Le scaramucce – inaspettate – fra i due si notano anche via social.

Mentre Briscoe recupera il giro perso, tutti tornano ai box ed esattamente come in precedenza Harvick ne esce davanti ad Hamlin, Keselowski, Elliott ed Almirola che balza nella top5 dopo un’altra sosta lenta per Blaney che lo fa scivolare anche dietro a Larson (reduce il giorno precedente dalla vittoria nel XXXVII Kings Royal ad Eldora), Chastain e Bell; un meccanico di Byron, invece, viene leggermente toccato nella confusione ma non riporta conseguenze fisiche.

Si riparte ai -49 ed Hamlin scatta ancora male, tuttavia in questa occasione riesce a difendere la seconda posizione dagli attacchi di Brad che deve pure guardarsi da Almirola. La battaglia più intensa però è quella proprio fra Almirola ed Elliott: Chase attacca e arriva lungo accompagnando fuori un Aric tutt’altro che felice; dopo un breve 3-wide ad approfittarne è così Larson. Dopo poco però arriva un’altra caution, con Wallace che per stare dietro a Suárez finisce in testacoda e taglia la strada a Buescher. È la caution che sicuramente segna le fine delle speranze di concludere tutta la corsa.

Chi beneficia di questa bandiera gialla è Logano che col secondo lucky dog torna a pieni giri, tuttavia nessuno sa cosa potrà fare fino alla bandiera a scacchi. Nessuno va ai box e dunque si riparte ai -41 a posizioni invariate, con Hamlin che per la terza volta (questa disastrosa come la prima) scatta male e deve cedere la seconda posizione ad un Keselowski scatenato che al giro successivo passa anche Harvick balzando al comando.

Si passa la metà gara e quindi la corsa diventa ufficiale, e la Nascar può pensare ora a come chiuderla eventualmente. Nel frattempo Keselowski scappa via lasciando le coppie Harvick-Hamlin ed Almirola-Elliott a lottare con un Blaney in ripresa in mezzo a loro. Proprio mentre Denny sembra stia per passare Kevin, ecco che Blaney recupera e lo passa.

Negli ultimi giri Brad gestisce e vince la seconda stage con 0.8″ su Harvick, 2.2″ su Blaney, 3.5″ su Hamlin, 4.9″ su Almirola, 8.2″ su Elliott andato in crisi all’improvviso, 9.9″ su Larson, 10.6″ su Reddick, 14.4″ su Chastain e 14.7″ su Kurt Busch; Bowman è solo 13°, Byron 15° davanti ad un rimontante Logano, Truex si mantiene infondo alla top20.

Mancano 116 giri alla fine e appena 65′ al tramonto a Loudon, dunque i tempi sono al limite per concludere la corsa. Per questo i commissari dicono che, nel caso di necessità, qualora la visibilità diventasse un problema in qualunque momento essi potranno accorciare la gara dicendo che da quel momento in poi mancheranno 10 giri alla fine per i quali non sono previsti overtime.

Questa nuova variabile è un bel problema per gli strateghi, infatti le stime su quanti giri possano essere tolti dal conteggio variano fra i 0 ed i 30 a seconda della rapidità e della mancanza di caution; il problema più grande è però il fatto che il pieno duri circa 90 giri e dunque tutti in ogni caso sarebbero a corto di una ventina di tornate. Dunque che si fa? Si divide la stage in due metà come da tradizione confidando che si vada il più lunghi possibile oppure non ci si ferma contando sul fatto che l’oscurità arrivi presto?

Nel frattempo tutti devono andare ai box e Keselowski riparte davanti ad Harvick, Blaney, Almirola e Larson dato che Hamlin ha dovuto fare un doppio pit stop per una ruota mal fissata. La bandiera verde viene sventolata ai -109 quando in pratica manca esattamente un’ora al tramonto astronomico, tuttavia il buio arriverà ben prima visto il cielo coperto.

I quattro protagonisti rimangono davanti, con Keselowski al comando su Blaney, Harvick ed Almirola; completano la top10 Larson, Bell, Chastain, Reddick, Bowman ed un Logano clamorosamente già lassù dopo una gara nelle retrovie anche se non per colpa sua. Il pronostico si riapre ancora una volta poco dopo, dato che Blaney attacca e, dopo un lungo duello in cui i compagni di squadra non si risparmiano qualche piccolo contatto, sorpassa Keselowski tornando al comando a 104 giri (teorici) dalla fine.

Ad approfittare di questa battaglia sono Harvick (metaforicamente con i popcorn in mano a guardare da un posto privilegiato lo spettacolo davanti a lui) ed Almirola che rimane con loro, mentre Larson si stacca conscio che sta già ottenendo più di quanto potesse immaginare al via su una pista non fra le sue preferite. Nei giri seguenti il pronostico cambia ancora direzione, infatti se sul momento Blaney sembrava sotto la pressione di Keselowski, poi invece è Brad a mollare la preda e finire sotto gli artigli di Harvick; passa qualche tornata e succede lo stesso proprio con Kevin, il quale viene passato da Almirola ai -80.

Il duello in casa SHR ha favorito la fuga momentanea della coppia Penske, tuttavia Almirola è scatenato e ai -70 Aric raggiunge un Keselowski che col passare dei giri aveva perso circa 1″ da Blaney; Brad resiste al primo attacco, nulla può al secondo e così Almirola ai -64 si porta in seconda posizione e non vuole fermarsi qua. E nel gruppo inizia a farsi strada il panico per un ribaltone imprevisto fino a poche ore prima.

Anche il ritmo di Blaney si alza, la sua vettura è sempre più loose in uscita di curva e lo si vede chiaramente. Il passo di Almirola invece è costante e ripete lo stesso schema fatto in precedenza con Keselowski: in cinque giri raggiunge il rivale e, dopo un primo tentativo, lo scavalca al secondo. E così a 55 (sempre teorici) giri dalla fine Aric Almirola è in testa e virtualmente qualificato ai playoff dopo essere stato del tutto fuori dal radar da febbraio.

La classifica ai -55, l’ultima prima che intervenga la strategia, vede dunque Almirola al comando con 0.2″ su Blaney, 0.8″ su Keselowski, 3.1″ su Harvick, 4.4″ su Bell, 5.0″ su Larson, 5.2″ su Logano, 8.4″ su Chastain, 9.9″ su DiBenedetto e 11.8″ su Reddick che poco prima ha anche baciato il muro. Poi iniziano le soste: l’assenza di caution ha posticipato in teoria il termine della corsa e dunque la prospettiva di arrivare alla bandiera a scacchi senza fermarsi diventa quasi utopia.

Fra i -55 ed i -50 si fermano praticamente tutti i leader, con Keselowski che anticipa la coppia Almirola-Blaney di un giro e l’undercut gli riesce, infatti Brad prima scavalca Ryan all’uscita dai box e poi con gomme calde torna leader virtuale della corsa passando Aric. Almirola però non ci sta assolutamente e due giri più tardi replica alla manovra subita rimettendosi davanti a Keselowski. Blaney invece ha perso terreno ed è finito pure dietro a Bell; seguono Harvick e Logano.

Davanti ovviamente non mancano gli audaci alla caccia del colpaccio e si chiamano Chastain, DiBenedetto, Byron, Wallace e Briscoe; in fretta, però, uno alla volta sono costretti ad arrendersi e fermarsi anche loro ai box. L’ultimo a mancare all’appello è DiBenedetto, al quale dicono che rimarrà a secco ai -18, dunque dovrebbe sperare che entro i -28 la Nascar decida di innescare la procedura d’emergenza se non prima visto che perde 1″ al giro da Almirola.

Sono proprio i -28 la deadline per DiBenedetto, infatti appena scatta questo giro e la Nascar dice che – malgrado arrivino le prime lamentele – si può andare avanti, Matt al giro successivo va ai box cedendo di nuovo la prima posizione ad Almirola che ai -25 ha 1.8″ di vantaggio su uno scatenato Bell, 3.7″ su Keselowski, 4.7″ su Blaney, 4.9″ su Harvick e 5.6″ su Logano, gli altri da Larson in poi a oltre 12″ con Elliott (19°) il quale un’ora prima lottava con Almirola ed ora è invece è il primo dei doppiati.

Appena torna primo ovviamente Aric inizia ad implorare che la corsa venga chiusa in anticipo, tuttavia dai box lo rassicurano dicendogli che ha l’auto più veloce e che può vincerla con le sue forze. Infatti uno scatenato Bell, che prima ha recuperato terreno, ora si mantiene ad 1.6-1.8″ di ritardo e non guadagna più. Chi guadagna ancora incredibilmente è invece Logano il quale inizia a lottare con Blaney ed Harvick.

Sono le 20:06 a Loudon quando – a 14′ dal tramonto – la Nascar si arrende, decide di accorciare la gara e dunque il giro successivo ai -19 diventano i -10, tagliando in pratica dal conto finale otto giri. Bell a questo punto ha ridotto il ritardo da 1.8″ a 1.2″, tuttavia è ancora a distanza di sicurezza, almeno fino a quando Almirola non si ritrova Austin Dillon da doppiare.

E qui bisogna analizzare la griglia playoff in diretta, perché Austin Dillon era partito appena qualche ora prima da 15° in classifica con 104 punti di vantaggio sul taglio. Ora invece a gara in corso, e soprattutto con Almirola primo a scavalcare tutti, si ritrova sotto la linea rossa di 6 punti, scavalcato dopo una gara storta anche dal compagno di squadra Reddick. Sembra incredibile ma pur essendo 18° Dillon starebbe perdendo in un sol colpo 110 punti in classifica. Sicuramente gli farebbe comodo che a vincere sia Bell, dato che Christopher ha già un successo all’attivo, dunque parte la mossa disperata.

Almirola raggiunge Dillon ai -6 ed Austin, pur non facendo mosse plateali, si capisce che stia rallentando Aric per favorire il ricongiungimento di Bell. Per due giri riesce a mettere in pratica il piano, poi la #10 lo passa perché è troppo veloce e Bell non ha recuperato tutto il ritardo. E così per Almirola il sogno diventa realtà, spazzando via cinque mesi di sofferenze.

Aric Almirola con il successo del New Hampshire perfeziona il più grande ribaltone nella storia dei playoff dalla vittoria di Buescher nella nebbia di Pocono nel 2016 (era 31° in classifica generale, Aric 27°) e vola di nuovo nella top16. La #10 dello SHR, al primo successo stagionale, batte Bell (+0.7″), Keselowski (+5.2″), Logano, clamorosamente quarto dopo essere stato sotto di due giri a inizio gara (+6.3″), Blaney (+9.3″), Harvick (+9.4″), Larson (+15.1″), Chastain (+17.0″), Bowman (+20.2″) ed Hamlin (+22.7″); solo in 15 a pieni giri e gli altri cinque sono DiBenedetto, Truex, Reddick, Custer e Stenhouse.

In campionato, mentre Hamlin ancora una volta mantiene una decina di punti di margine su Larson (ora sono 13), a quattro gare dai playoff (Watkins Glen, Indy Road, Michigan e Daytona) rimangono tre posti da assegnare: Hamlin perde gran parte del vantaggio dato che la linea si è spostata 100 punti più su, ma è comunque a +283 e deve solo temere vincitori a sorpresa, Harvick trema ma è comunque a +82, infine si accende la battaglia in casa RCR con Reddick che virtualmente ha spedito fuori dai playoff Austin Dillon di cinque punti. Sarà un agosto di fuoco.

I risultati odierni

La classifica della “Foxwoods Resort Casino 301”

La classifica generale

Così in campionato a 4 gare dai playoff

Le altre categorie

Xfinity Series: Bell imbattuto in New Hampshire

I prossimi appuntamenti

La Nascar da oggi è in vacanza, causa Olimpiadi di Tokyo e occupazione totale palinsesto sulle reti della NBC, per due settimane. Le tre categorie ad inizio agosto al Watkins Glen, sabato 7 con Truck (che chiuderanno in questa occasione la regular season) e Xfinity Series, domenica 8 con la Cup Series.


Immagine: media.nascar.com

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