NASCAR | Quando Schumacher stava per testare (per caso) in Texas

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
13 Ottobre 2021 - 10:00
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Schumacher in NASCAR? Anche se solo per puro divertimento, stava per accadere veramente nel lontano 2002

Suona quasi come una leggenda urbana: Michael Schumacher a sorpresa al Texas Motor Speedway con un biglietto per una delle tante “driving experience” presenti sugli ovali della NASCAR. E invece nessuno lo ha riconosciuto…

È il giugno del 2002: Michael Schumacher ha vinto quattro mondiali di F1 e 58 Gran Premi. Ma, in un pomeriggio, ha trovato l’anonimato al Texas Motor Speedway. 

Prima del Gran Premio del Canada 2002 a Montréal, Schumacher ha fatto un breve viaggio per visitare degli amici a Dallas, nel Texas. Insieme sono andati a pranzo al Fort Worth Stockyards e, dopo aver finito di mangiare, Schumacher è stato accompagnato al Texas Motor Speedway, ad appena 20 miglia di distanza. 

“Era l’unico circuito in zona” ha raccontato Schumacher. “Ovviamente, vuoi saperne di più, di che si tratta. È incredibilmente grande e bello da fuori, quindi volevo vederlo. Direi che hanno fatto un gran lavoro”. 

Quando il gruppo è entrato nel circuito si stava tenendo un corso del Team Texas Driving School. Per 100 dollari il campione del mondo in carica ha comprato il biglietto per guidare una stock car della scuola di Mike Starr, il padre di David che in quel 2002 divenne uno dei prospetti più interessanti, malgrado i 35 anni di età, grazie al 5° posto finale nella Truck Series e alla vittoria a Las Vegas. Sì, quindi una vera e propria vettura della NASCAR Cup Series.

“C’erano circa cento persone in giro” ricorda Schumacher. “Ci siamo messi in coda ma era troppo lunga e portava via molto tempo. Ci volevano due, tre ore”.

Quello che ha stupito di più Schumacher è che nessuno lo abbia riconosciuto. Né la gente in coda, né gli addetti nel circuito, né gli impiegati della scuola. Il pilota più famoso al mondo non è stato minimamente riconosciuto in pista. 

“Eravamo lì ed ero in un certo senso meravigliato che nessuno mi avesse riconosciuto”. Dopo aver aspettato un po’, Michael ha rinunciato e ha lasciato la pista senza fare neanche un giro. Avrebbe potuto saltare la coda se si fosse presentato, ma si è rifiutato di farlo: “Sarebbe stato molto arrogante”. 

Nessuno avrebbe mai saputo della sua presenza se non fosse stato proprio Schumacher a raccontare la curiosa storia durante il Gran Premio di Indianapolis tre mesi più tardi. Per quanto gli Stati Uniti non abbiano accolto la F1 come in Europa, è proprio per questo motivo che piacevano molto a Schumacher. 

“Sarei felice se non diventassi così famoso, perché amo davvero questo paese. Posso camminare ed osservare le persone senza essere osservato a mia volta”. 

D’altronde per tutti gli anni 2000 lo Schumacher più famoso d’America è sempre un pilota nato nel 1969 anche se il 25 dicembre e non il 3 gennaio. Il suo nome è Tony e non Michael e di professione fa il pilota di dragster ed ha vinto il titolo assoluto della NHRA per ben otto volte. Un cognome, un destino comune, quello di andare più veloce di tutti gli avversari.

Schumacher dopo quel quel giorno al Texas Motor Speedway ebbe altri incroci con il mondo della NASCAR. Dopo un incontro saltato con Jeff Gordon alla Race of Champions del 2004 a causa dell’influenza dell’americano, nel 2007 Michael sconfisse nella Nations Cup Jimmie Johnson al volante di una Abarth Grande Punto S2000. Nel 2008 ci si aspettava un esito simile contro il semisconosciuto – per gli europei – Carl Edwards. E invece…

La rivincita per Michael contro Edwards arrivò due anni dopo nella Nations Cup, dunque il bilancio degli scontri diretti fra Schumacher ed il mondo della NASCAR è di 2-1, o forse di 2-2 vista la sconfitta contro una banale coda per un giro in pista al Texas Motor Speedway.


Fonte originale: racing-reference.info

Si ringrazia l’autore @nascarman_rr per averci concesso la possibilità di tradurlo e pubblicarlo.

Grazie ad Alessandra Leoni per l’aiuto nella traduzione.

Immagine: Racing Reference

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