La rivoluzione più grande degli ultimi 20 anni accompagna la categoria in una nuova era, si spera di rilancio anche se i rischi sono tanti
Al termine del lungo contratto fra Nascar e circuiti che scade a fine anno ci si aspettava uno stravolgimento del calendario degna di quella a cavallo fra secondo e terzo millennio (via North Wilkesboro, Rockingham e tutti gli short track delle attuali Xfinity e Truck Series per dirigersi verso quelle che sono diventate anche delle cattedrali nel deserto) e in effetti la rivoluzione è arrivata, tuttavia sarà di quelle scomode ed il risultato potrebbe non essere apprezzato da tutti.
Premesso che il calendario della Cup Series vedrà ovviamente ancora 36 gare valide per la classifica (tale numero non poteva essere ridotto perché il contratto attuale con le TV è in vigore fino al 2024), nell’ordine e nelle destinazioni ci sono stati invece numerosi cambiamenti, alcuni attesi, alcuni annunciati da diversi mesi come le Speedweeks di Daytona e l’approdo della Cup Series a Nashville, altri a sorpresa e che sono arrivati solo negli ultimi giorni e resi ufficiali oggi.
Per fare ordine, partiamo dalle esclusioni eccellenti, una preventivata ed una a sorpresa: la Nascar nel 2021 (con tutte le categorie, anche se oggi è stato annunciato solo il calendario della Cup Series) e si presume anche per gli anni a venire non farà più tappa né a Chicago, né in Kentucky. La decisione di togliere questi due ovali da 1.5 miglia, ma non dei cosiddetti cookie cutter in quanto ciascuno con delle particolarità che li distinguevano canonici Charlotte, Las Vegas e Texas pre rifacimento degli scorsi anni dal punto di vista della varietà del calendario ha poco senso, quindi le ragioni sono ovviamente economiche. Per Chicago la decisione appariva inevitabile, infatti la ISC (ovvero la stessa Nascar) negli scorsi mesi aveva deciso un piano di riutilizzo di aree inutilizzate attorno alla pista da destinare ad uso logistico, un progetto tuttavia bocciato dalle autorità locali.
E’ stata proprio questa la prima conferma ufficiale arrivata nella tarda serata di ieri dalla stessa pista con queste parole: “Con l’annuncio del calendario 2021 della Cup Series è arrivata la spiacevole notizia che il Chicagoland Speedway non ne farà parte. Oltre a questo, neanche la Xfinity, Truck e ARCA Series faranno tappa a Chicago nel 2021. Questa dipartita, uno dei tanti cambiamenti del prossimo anno, non riflette il supporto che i nostri tifosi ci hanno dimostrato, piuttosto un desidero e un importante passo del nostro sport di includere nuovi mercati e tracciati per aumentare la varietà della competizione. Tutti i nostri tifosi hanno dimostrato un’incredibile fedeltà e pazienza durante lo scorso anno nel quale tutti hanno dovuto affrontare delle sfide notevoli [Chicago è stata delle tappe cancellate e recuperate altrove dopo la pandemia]. Mentre condividiamo con voi la delusione riguardo questa notizia, apprezziamo notevolmente la vostra dedizione per lo sport e per la nostra pista. Il Chicagoland Speedway ha rivestito un ruolo centrale delle comunità di Joliet e dell’area metropolitana di Chicago negli ultimi 20 anni e lo sarà anche in futuro. Riguardo alla Nascar, in questo momento è difficile prevedere cosa potrà succedere dal 2022 in poi. Continueremo a lavorare con loro per eventuali opportunità future […]”
A ruota pochi minuti più tardi è invece arrivato l’analogo comunicato dal Kentucky Speedway, di proprietà della “rivale” SMI: “Con la venuta alla luce del calendario del 2021 della Nascar siamo delusi nell’annunciare che il Kentucky Speedway non ospiterà gare nel 2021. Il vostro sostegno ha voluto dire molto per noi e desideriamo ringraziarvi per questo. Gli ultimi due decenni ci hanno regalato ricordi incredibili che resteranno con noi per sempre. La vostra dedizione e passione è cosa ci ha motivato per dare il meglio di noi ogni giorno. Mentre trasformeremo la nostra proprietà in una struttura multiuso [la pista non verrà toccata e rimarrà aperta], continueremo a tenervi aggiornati riguardo i progetti futuri. E’ stato un onore avervi accolti e speriamo di rivedervi presto.”
Oltre a queste rimozioni totali ci saranno anche delle parziali. Infatti Texas e Michigan, come la già annunciata Dover, perderanno una delle loro due date in calendario a favore di altri circuiti. Ma se l’ovale di Fort Worth avrà come ricompensa l’organizzazione della All-Star Race il 13 giugno, l’ovale di Brooklyn vedrà solo diminuire la sua offerta. E di fronte la prospettata ricostruzione a fine 2021 dell’ovale di Fontana con la creazione di uno short track là dove c’è ora la zona di arrivo, i futuri calendari della Cup Series al contrario della promessa varietà vedranno invece una riduzione dell’offerta, ad esempio con solo una gara su ovali da 2 miglia contro le tre degli anni scorsi.
Parlando invece delle modifiche che riguarderanno il layout delle piste senza tuttavia trasferirsi altrove, sono due i circuiti coinvolti, Indianapolis e Bristol. Per quanto riguarda l’ovale dell’Indiana di proprietà di Roger Penske alla fine, dopo anni di discussioni, la gara è stata spostata dall’ovale – che non aveva alcuna colpa anche se è stato spesso additato – al circuito stradale, così come accaduto quest’anno per la Xfinity Series. La corsa si svolgerà nel weekend di Ferragosto, anzi il giorno di Ferragosto (ennesimo spostamento di calendario per questa tappa) e anche in questa occasione sarà un double header con la IndyCar. A Daytona, dopo l’esperimento del 2020 post pandemia per recuperare il Watkins Glen, invece entrambe le gare saranno sull’ovale mentre il Road Course ospiterà solo come annunciato il Clash di inizio stagione.
Per quanto riguarda Bristol invece è arrivata la decisione più sorprendente – e anche incomprensibile – del calendario. Infatti la gara primaverile non si svolgerà più sul cemento ma sullo sterrato che verrà posto sulla pista. Per l’ovale del Tennessee non sarà una novità, infatti già nel 2000 e nel 2001 fu fatto questo esperimento per le World of Outlaws, poi però non fu portato avanti. Malgrado la riscoperta recente della Nascar nei confronti dei dirt track, nata con l’approdo dei Truck a Eldora, pare però poco comprensibile perché affrontare la grande incognita con le vetture della Cup Series e ancora meno perché farlo su una pista che non è sterrata di suo e come terzo e ultimo dubbio perché proprio a Bristol, una pista amata da tutti. Insomma, i rischi ed i dubbi rischiano di essere più grandi dell’effetto novità e quando si viene a sapere che il principale promoter di questo evento è la FOX si capisce molto; il format di gara verrà annunciato in seguito. E pensando al fatto che l’ultima gara della Cup Series disputata al State Fairgrounds Speedway di Raleigh esattamente 50 anni fa, il 30 settembre 1970, è chiaro a tutti perché l’annuncio sia arrivato proprio oggi.
Arriviamo ora alle novità, ovvero le cinque tappe cancellate dove saranno ricollocate? Detto già della gara di Dover che andrà al Nashville Superspeedway, gli ovali di Darlington e Atlanta riavranno una seconda data dopo moltissimi anni. Per quanto riguarda lo storico ovale asimmetrico della South Carolina e sede della Southern500, dopo le due gare straordinarie con cui è ripresa la stagione dopo la sospensione, tornerà a svolgersi con regolarità la primaverile 400 miglia per la prima volta dal 2004. Una ulteriore buona notizia rispetto a questa stagione è che le gare di Darlington, come confermato da Steve O’Donnell, verranno disputate con il pacchetto aerodinamico a basso carico così come a Nashville. In Georgia si gareggerà invece oltre ad inizio stagione anche in piena estate (non si sa se sotto il solleone di luglio oppure se sotto le luci come a Las Vegas in condizioni ambientali simili) e la motivazione è prettamente economica, ovvero convincere un gruppo di investitori a costruire nelle vicinanze della pista un casinò un po’ come successo in Kansas; per Atlanta la doppia gara sarà la prima occasione in cui avverrà questo dal 2010, anno in cui appunto la seconda corsa fu tolta per scarsa affluenza.
In conclusione le ultime due novità e sono entrambe due circuiti stradali. La tappa di Fort Worth idealmente è stata trasferita al Circuit of The Americas di Austin, proprio dove negli ultimi anni hanno fatto tappa sia Formula 1 che IndyCar. Non è chiaro se la Cup Series il 23 maggio (e Truck e Xfinity i giorni precedenti) userà il layout lungo, quello usato dalle monoposto, oppure quello corto, usato invece dalle Supercars australiane in una rara tappa fuori dall’Oceania nel 2013. L’altro ingresso, atteso da anni, è invece quello di Road America. Per lo stradale del Wisconsin tecnicamente sarà un ritorno nella categoria maggiore dato che nel 1956 si disputò una gara vinta dalla leggenda Tim Flock, però si può considerarlo a tutti gli effetti un vero debutto dopo la riscoperta da parte della Nascar avvenuta nel 2010 grazie alla Xfinity Series. Se le caution verranno gestite al meglio (unico neo di Road America dato che un giro dietro la pace car dura ben sei minuti), allora lo spettacolo il 4 luglio sarà assicurato.
Esclusi alcuni spostamenti, come Miami-Homestead che in due anni passa dal chiudere la stagione all’essere la prima corsa dopo la Daytona500 oppure il leggero anticipo di Sonoma a inizio giugno, il resto del calendario è confermato rispetto al 2020 (disponibile qui in formato originale prima delle modiche causate dalla pandemia), double header di Pocono, doppio weekend di pausa per le Olimpiadi di Tokyo, trasmesse in quel periodo dalla NBC proprio come Cup e Xfinity Series, e cronologia dei playoff inclusi a parte l’inversione di Texas e Kansas nel “Round of 8”.
Il dettaglio per tipologia di circuito è dunque questo:
- 1.5 miglia: 9 (-2 rispetto al 2020);
- Stradali/Roval: 6 (+3);
- Short track: 5 (-1);
- 1 miglio: 4 (-1);
- Superspeedway: 4 (=);
- Intermedi: 3 (+2);
- 2 miglia: 2 (-1);
- 2.5 miglia: 2 (-1);
- Dirt track: 1 (+1)
Questo il calendario della Cup Series del 2021, in una data futura verranno ufficializzati anche quelli di Xfinity e Truck Series:
Immagine: roadamerica.com
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