Il ritorno a Città del Messico, ma anche Bowman Gray, Rockingham e Lime Rock fra le novità del calendario 2025 di NASCAR Cup, Xfinity e Truck Series
Malgrado tutte le voci delle ultime settimane, l’annuncio di ieri dei calendari 2025 di NASCAR Cup, Xfinity e Truck Series ha saputo stupire tutti, specialmente per quanto riguarda le serie cadette. Se della Cup Series bene o male le indiscrezioni avevano centrato tutte le tappe, nessuno si aspettava ad esempio il debutto dello stradale di Lime Rock per la Truck Series mentre erano già note, ufficialmente o no, le altre novità: il Busch Clash allo storico Bowman Gray Stadium, il weekend di Pasqua con Xfinity e Truck Series per il graditissimo ritorno di Rockingham ed infine la tappa internazionale in Messico (nell’immagine di copertina la conferenza stampa di martedì scorso) con Cup e Xfinity Series.
NASCAR Cup Series
Le 36 gare della Cup Series erano praticamente già note ed i leak delle settimane scorse avevano in sintesi azzeccato tutto, tranne due date scambiate, quindi ecco il calendario 2025 della top class.
Era già noto da circa un mese tramite un annuncio ufficiale della NASCAR che la stagione 2025 sarebbe iniziata con il tradizionale Busch Clash su un ovale da 0.25 miglia, ma non quello del LA Coliseum (sede delle ultime tre edizioni) bensì allo storico ed infuocato Bowman Gray Stadium di Winston-Salem. Una pista storica per la NASCAR e per tutto il motorsport americano su cui la Cup Series non faceva tappa dal 1971. La data è quella del 2 febbraio e aprirà nove mesi esatti di competizioni in cui ci sarà appena un weekend di pausa, quello di Pasqua. Da lì in poi 28 fine settimana consecutivi di attività, record dell’era moderna.
Dopo la consueta (mezza) settimana di Daytona (appuntamento con la 500 miglia per il 16 febbraio dopo il mercoledì di qualifiche ed il giovedì dei Duel), ci sarà nuovamente l’appuntamento similare di Atlanta per un’altra gara ricca di tensione. A seguire subito il primo circuito stradale, il COTA di Austin decisamente anticipato rispetto agli anni scorsi.
Dopo la accorciata trasferta ad Ovest (Phoenix e Las Vegas, con la promessa che la NASCAR tornerà in futuro nella California del Sud e chissà se sarà nel trasformato ovale di Fontana da cui tutto tace dopo la parziale demolizione) ci sarà la corsa di Miami-Homestead, nuovamente spostata in primavera ed esclusa dai playoff per la delusione di molti. La speranza di molti è che questo sia propedeutico al ritorno come finale di stagione nel 2026. Lo sprint iniziale vedrà i primi short track (Martinsville e Bristol) inframezzati dalla 400 miglia di Darlington.
Dopo la Pasqua (20 aprile) si va dritti a Talladega sull’ovale più lungo del campionato e poi inizia la stagione dei cookie cutter: Texas, Kansas e Charlotte per il Monumento Coca-Cola 600. Nel mezzo la All-Star Race, preceduta da qualche ora dall’Open, nuovamente a North Wilkesboro.
Giugno si apre con un cookie cutter in scala ridotta, ovvero Nashville e poi si andrà su un altro ovale anticipato rispetto al 2024, ovvero Michigan. A metà mese, il 15 giugno, l’appuntamento con la storia, quello del debutto della NASCAR Cup Series a Città del Messico. La gara numero 2802 della top class sarà anche appena la terza fuori dai confini degli USA dopo quella del 1° luglio 1952 allo Stamford Park di Niagara Falls e quella del 18 luglio 1958 allo Canadian Exposition Stadium di Toronto, dunque entrambe in Canada.
Dopo il Tricky Triangle di Pocono inizia il girone di ritorno con la seconda tappa ad Atlanta che precede ben due road course in sequenza, prima il cittadino di Chicago (ultimo anno di contratto) e poi la classica Sonoma anche se mai così tardi in calendario. Lo sprint finale verso i playoff sarà molto variegato e passerà da Dover, Indianapolis (ancora sull’ovale), Iowa, Watkins Glen (riportato alla collocazione tradizionale), l’unica volta a Richmond e, di nuovo in chiusura di regular season, Daytona.
I playoff saranno molto enigmatici, particolari, forse fin troppo aleatori. Il “Round of 16” inizierà come spesso succede a Darlington, poi però si andrà a Gateway prima del taglio di Bristol. Anomalo pure il “Round of 12” dato che si andrà in New Hampshire (ritorno nei playoff dopo quasi 10 anni, ma mai così in là nel calendario tranne la gara posticipata del 2001) e in Kansas prima del confermato Roval di Charlotte.
Il “Round of 8” farà sicuramente discutere perché, mentre Las Vegas e Martinsville sono confermate, la tappa centrale a Talladega è inevitabilmente una componente dalle fin troppe variabili casuali in un momento così delicato e importante della stagione. Chiusura infine ancora a Phoenix il 2 novembre.
In attesa di notizie sui diritti della Cup Series in Italia per la prossima stagione, chiara invece la suddivisione delle gare sulle TV americane alla luce del nuovo contratto fra NASCAR e broadcaster per il periodo 2025-2031. FOX aprirà come di consueto con Busch Clash e Daytona tenendo il testimone fino alla All-Star Race. Poi la palla passerà ad Amazon Prime che seguirà la Cup Series fino a Pocono. La parentesi TNT da Atlanta a Indianapolis coinciderà anche con il cosiddetto “In-Season Tournament”, una competizione parallela “a eliminazione diretta” fra i migliori 32 piloti lungo cinque corse. Infine, dall’Iowa a Phoenix microfono e telecamere NBC.
NASCAR Xfinity Series
Confermate le 33 gare della categoria cadetta, anche se novità, ingressi ed uscite si notano nel calendario della Xfinity Series (chiamata così anche se il vociferato rinnovo contrattuale con lo sponsor manca ancora).
Pronti via e da Daytona al Texas ci saranno 12 gare consecutive seguendo sempre la Cup Series senza particolari novità se si esclude l’uscita della tappa primaverile di Richmond ed il ritorno a Bristol nella prima fase di campionato. Il grande ritorno sarà nel weekend di Pasqua con la tappa di Rockingham, lo storico ovale leggermente asimmetrico della North Carolina lungo 1.017 miglia protagonista in NASCAR dal 1965 al 2004 prima di un brevissimo ritorno di fiamma con due gare della Truck Series nel 2012 e 2013.
Tirato il fiato con due gare (Charlotte e Nashville) in cinque settimane, seguirà un altro forcing di nove corse e qui le novità ci sono: si apre con la trasferta di Città del Messico, già affrontata dalla Xfinity Series fra 2005 e 2008. Il layout che questa categoria e la Cup Series useranno all’Autodromo Hermanos Rodriguez è praticamente lo stesso della F1 (stadio incluso), l’unica modifica sarà alla fine del T1 dove si eviterà la chicane ed il rampino a favore di un tornante più ampio.
La trafila vedrà poi gli appuntamenti di Pocono, Atlanta, Chicago Street, Sonoma, Dover, Indianapolis, Iowa e Watkins Glen, tutte tappe tradizionali da cui mancherà a sorpresa però il Michigan. Lo sprint verso i playoff vedrà Daytona più vicina al taglio, dato che in seguito mancheranno solo lo stradale di Portland e Gateway, quindi per la prima volta niente Richmond per la Xfinity Series e nemmeno seconda gara a Darlington perché in quel momento si sarà in Oregon mentre la categoria cadetta torna a Gateway per la prima volta dal 2010.
Apertura dei playoff col botto a Bristol, poi l’ultimo weekend di pausa (assente rispetto agli anni scorsi la gara del New Hampshire) prima dello sprint finale passando da Kansas, Roval, Las Vegas, Talladega, Martinsville e Phoenix.
NASCAR Truck Series
Il calendario più sorprendente è sicuramente quello della Truck Series. La clamorosa novità è che i pick up affronteranno 25 gare nel 2025, un dato che non si vedeva da 2011 e in seguito al quale ci si era stabilizzati sulle 22-23 tappe. Tanti buchi in calendario come sempre dunque, ma meno del passato con una pausa di tre weekend come sosta più lunga.
Dopo l’apertura di Daytona ed Atlanta, i team owner avranno due weekend di riposo per riparare le vetture e andare a Las Vegas saltando dunque la tappa di Austin che in queste ultime stagioni era stata l’unica su uno stradale. Niente paura, le curve a destra ci saranno lo stesso. La primavera intanto proseguirà con Miami, Martinville, Bristol e, come detto, il ritorno a Rockingham alla ricerca dei successori di Kasey Kahne e Kyle Larson.
La regular season si deciderà nelle sei settimane successive ad un altro turno di riposo: Texas, Kansas, North Wilkesboro, Charlotte, Nashville e l’attesissimo ritorno dopo cinque anni del Michigan (storiche le volate sull’ovale da due miglia) lasceranno poco scampo agli inseguitori rimasti indietro.
L’estate lascerà tempo per recuperare forze: dopo la gara sprint di Pocono ci sarà la corsa più sorprendente, un debutto assoluto in NASCAR per quanto riguarda i campionati nazionali: Lime Rock. Lo stradale del Connecticut, fra i cui gestori attuali c’è anche il pilota Parker Kligerman, tradizionale tappa IMSA e non solo, vedrà i Truck sfidarsi sullo stretto miglio e mezzo con sali e scendi.
Dopo il di nuovo consueto weekend ad Indianapolis, ma al Raceway Park, si chiuderà la regular season prima al Watkins Glen (di nuovo dopo il 2021 per quello che sarà il secondo stradale stagionale) e poi a Richmond.
I playoff inizieranno a Darlington (spostata dalla primavera a fine estate scambiandosi in sintesi con la Xfinity) passando come sempre da Bristol e chiudendo il “Round of 10” in New Hampshire, presente in calendario per la prima volta dal 2017. Manca dunque, come annunciato qualche giorno fa, il Milwaukee Mile dopo appena due stagioni di revival ma anche Gateway, altra tappa in cui c’è stato uno scambio fra Xfinity e Truck.
Nel “Round of 8” l’ultima clamorosa sorpresa, il Roval di Charlotte che diventa così il terzo stradale della stagione, poi l’ultima selezione prima di Phoenix passerà da Talladega e dall’arena di Martinsville.
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Immagine: Media NASCAR
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