NASCAR | Playoff Cup Series 2023: gli scenari in vista di Daytona

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di Gabriele Dri @NascarLiveITA
24 Agosto 2023 - 10:00
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Ancora un posto da assegnare a Daytona per i playoff della Cup Series con Wallace a difendersi da potenziali nuovi vincitori


Si torna a Daytona, ormai come sempre, per la chiusura della regular season della Cup Series e con ancora alcuni verdetti da decidere, primo fra tutti quello del 16° e ultimo pilota qualificato ai playoff, con Bubba Wallace che parte da favorito. Ma in ballo c’è ancora il titolo di campione della regular season fra Martin Truex Jr. e Denny Hamlin, il resto dell’assegnazione dei restanti playoff point con una incredibile battaglia punto a punto ed infine la 16esima e ultima auto qualificata ai playoff dell’owners championship che, come nel 2022, potrebbe vedere un percorso indipendente dal titolo piloti.

I 15 piloti già qualificati

25 gare alle spalle e 15 biglietti staccati ufficialmente per i playoff, 13 grazie a delle vittorie (anche se i vincitori sono stati 14, ma Shane van Gisbergen non è un pilota full time) e due in base ai punti ottenuti e al vantaggio maturato sugli inseguitori.

Dominatore fin qui ovviamente William Byron con cinque vittorie ed otto stage conquistate per un totale teorico di 33 playoff point in cassaforte, 28 effettivi però al momento vista la penalizzazione per irregolarità tecnica di inizio stagione. Il pilota dell’Hendrick Motorsports, tuttavia, non sarebbe il leader virtuale della classifica a inizio playoff in quanto ha pagato un’estate non al meglio oltre ai 60 punti di penalità e quindi in classifica generale è “solamente” terzo.

E qui si entra in un campo ancora minato perché all’apparenza a Daytona c’è in palio solo l’ultimo posto per i playoff, ma in realtà le battaglie da tenere sott’occhio saranno parecchie.

Prima fra tutte quella per la vittoria assoluta nella regular season che, è fondamentale ricordare, assegna 15 playoff point di bonus. Hamlin al Watkins Glen ha tenuto aperti i giochi di fronte ad un Truex in controllo e va in Florida con 39 punti di ritardo dal compagno di squadra. Il distacco sembra notevole, ma mai dire mai di fronte al tre volte vincitore della Daytona 500, una di queste proprio in volata su Martin. Su questa battaglia ci torneremo inoltre fra qualche paragrafo.

Ancora più assurda dietro a Byron (che potrebbe ancora finire secondo, ma anche quarto), Bell e Larson con questi piloti separati tuttavia anch’essi reciprocamente da una trentina di punti, la battaglia per gli ultimi playoff point.

Infatti, fra il sesto posto virtuale di Keselowski (qualificato ai playoff proprio grazie ai punti ottenuti) ed il 12° di Reddick sono racchiusi addirittura sette piloti in appena 14 punti; se si vuole includere anche Logano più staccato sono in otto in 31 punti. Al sesto andranno cinque playoff point e poi a scalare fino all’uno del decimo.

Quindi, oltre a due/tre piloti che rimarranno a secco, ci saranno potenziali swing di ben cinque playoff point e scenari da what if clamorosi alla fine di ciascun round basati in modo semplicistico magari sul risultato di una volata a Daytona, ma che in fondo sono il frutto di 26 gare di regular season. Fuori dai giochi per i playoff point di bonus invece Stenhouse e McDowell malgrado le loro ottime stagioni oltre ai successi ottenuti rispettivamente a Daytona e Indianapolis.

Scenari clamorosamente aperti anche nella classifica per team, il cosiddetto owner championship, anche in maniera subdola. In vetta alla classifica c’è ovviamente la #19, ma la #11 è staccata di soli 14 punti, dunque con i giochi nettamente più aperti.

Il motivo? Torniamo alla gara di Phoenix e a quell’ultimo giro con l’incidente fra Hamlin e Chastain, con la NASCAR che nemmeno ci bada più di tanto, poi Denny che nel suo podcast ammette di aver tirato dritto apposta, i commissari riaprono il caso e penalizzano Hamlin. La penalità, essendo in questo caso responsabilità del pilota, è stata comminata solo ad Hamlin, non alla vettura e quindi Denny ha 822 punti in classifica mentre la #11 847. E sarebbe clamoroso (nonché aprirebbe a due campionati paralleli come nel 2022 dopo l’infortunio di Kurt Busch) vedere magari la #11 vincere la regular season ma il suo pilota no. Con annessi rimpianti pure qui perché dopo quasi 20 anni Denny non ha ancora imparato a contare fino a dieci prima di agire o parlare.

15 sono anche le auto già qualificate per i playoff, le stesse del campionato piloti e come per van Gisbergen la #91 di Project 91/Trackhouse non è ammessa da regolamento, tuttavia per la 16esima posizione il discorso è diverso.

Josh Berry (e anche Jordan Taylor ad Austin) in qualità di sostituto di Chase Elliott in occasione dell’infortunio e della squalifica del titolare si è comportato molto bene sulla #9 ed ha conquistato punti sufficienti a mettere la vettura dell’Hendrick Motorsports proprio al virtuale 16° posto nella classifica per team con un vantaggio di 30 punti sulla #23 del 23XI Racing guidata (senza interruzioni quest’anno) da Bubba Wallace e di conseguenza anche +62 sulla #54 del JGR e +73 sulla #99 di Trackhouse Racing, dunque qui obbligate a vincere a differenza della classifica piloti.

È bene ricordare che i bonus economici ai team vengono distribuiti non in base alla classifica piloti, bensì su quella per team e dunque un Elliott non qualificato ai playoff come pilota ma che invece riesce a portare avanti la vettura potrebbe essere una mezza salvezza anche per un grande team come Hendrick. E questo lo dimostra il fatto come via radio al Watkins Glen, subito dopo essere rimasto a secco, Chase non avesse chiesto subito aggiornamenti sulla sua situazione di classifica, ma quella in diretta della #9 nei confronti della #23.

Per quanto riguarda, infine, il discorso sul fondo della classifica dei charter, a meno di una vittoria clamorosa delle vetture #15, #42, #51, #77 e #78 (dunque due del Rick Ware Racing ed una rispettivamente di Legacy MC, Spire Motorsports e Live Fast Motorsports) a Daytona, per vedere chi finirà nelle ultime tre posizioni bisognerà aspettare Phoenix. E nel caso in cui in “zona retrocessione” ci sia un charter terminato in questa fascia negli ultimi tre anni consecutivamente, la NASCAR ha la facoltà (non l’obbligo) di requisire la franchigia e riassegnarla in vista del 2024. Sarebbe un pizzico di pepe in più al mercato invernale.

Il posto ancora disponibile

Ancora una volta si arriva a Daytona con un solo posto da assegnare ed una situazione quasi chiusa a livello di punti, ma non del tutto perché sullo superspeedway della Florida tutto può accadere anche nella prima stage.

Bubba Wallace, dopo un’ottima prestazione al Watkins Glen, arriva alla gara decisiva con un buon tesoretto sui più vicini inseguitori ma, purtroppo per lui, non può assolutamente fare sogni tranquilli perché avrà praticamente 2+14 piloti che tenteranno di buttarlo giù dalla torre.

Il pilota del 23XI Racing va forte sugli superspeedway, tuttavia non deve cadere nel tranello dell’ultra aggressività. Ha già sfiorato la vittoria a Daytona e Talladega, quindi il compito di Wallace sarà quello di controllare la gara, schivare gli incidenti e fare in modo che non ci sia un nuovo vincitore. Tutto semplice? Ovviamente no.

Come scritto i piloti pretendenti ad una vittoria in grado di ribaltare un’intera stagione sono tantissimi, tuttavia due di essi possono ancora sperare di strappare la qualificazione in base ai soli punti ottenuti.

Diverso è l’approccio di Ty Gibbs e Daniel Suárez a Daytona. Se il figlio e nipote d’arte, ormai matematicamente rookie dell’anno dopo la sospensione di Noah Gragson, ci arriva senza troppe pretese, conscio di aver già fatto un ottimo lavoro nella stagione di debutto in Cup Series e del fatto che una qualificazione ai playoff sarebbe un qualcosa di grande in più, il messicano di Trackhouse invece rimpiange i tanti, troppi punti sprecati lungo la strada, ultimi fra i quali quelli del testacoda al Watkins Glen.

32 e 43 i rispettivi punti di ritardo da Wallace quando in palio ce ne sono ancora 60, dunque oltre mezza corsa da recuperare per loro e, con 20 punti che si assegnano nelle stage, per Gibbs e Suárez è praticamente d’obbligo non solo fare punti pesanti fin da subito, ma anche gufare già dalla bandiera verde Wallace affinché raccolga pochissimo ad ogni traguardo.

L’abilità di Ty sugli superspeedway è ancora tutta da valutare, però avrà il potenziale sostegno dei tre compagni di squadra che invece sono già ai playoff, Suárez invece potrà solo contare sull’aiuto di Chastain mentre dovrà evitare la consueta sfortuna che sembra colpirlo ogni volta che mette il piede a Daytona.

I piloti obbligati a vincere

Per quanto riguarda i piloti costretti a vincere a Daytona c’è un cambio di regolamento importante, seppur marginale, avvenuto nello scorso inverno da considerare. Infatti, la NASCAR ha abolito uno dei criteri necessari per la qualificazione ai playoff, ovvero quello di essere nella top30 in classifica generale mantenendo però quello di essere un pilota full time a meno di un waiver ricevuto per infortunio o anche squalifica (vedasi Elliott). Dunque ovviamente rimane out Shane van Gisbergen malgrado il successo di Chicago ed i piloti che rientrano in questa categoria sono 14.

Distante più di 60 punti dal taglio dopo la gara del Watkins Glen, malgrado una buona prestazione, AJ Allmendinger che puntava tutto sui cinque stradali e invece ha messo insieme una buona stagione nel complesso senza successi. Ora va a Daytona dove insieme ai compagni di squadra Justin Haley e la wild card Chandler Smith proverà a imporre il controllo del Kaulig Racing sugli superspeedway già visto in qualche occasione su queste piste in Xfinity Series.

A seguire le note dolentissime: è già sicuro che l’Hendrick Motorsports avrà almeno una auto fuori dai playoff, ma se uno fra Chase Elliott e Alex Bowman non vincerà nemmeno a Daytona allora saranno ben due gli eliminati in maniera clamorosa a causa di infortuni (uno a testa), penalità (per la #48), squalifiche (per Chase) e prestazioni mediocri (in generale) che hanno segnato la affannosa ed inconcludente rincorsa alla top16 durata tutta l’estate.

A seguire alla caccia dell’impresa numerosi piloti, alcuni già vincitori proprio a Daytona o in generale sugli superspeedway, altri invece che possono comunque ambire al colpaccio.

Fra di essi troviamo un Austin Cindric protagonista (se si può definire così) del tipico sophomore slump, il calo del secondo anno, ma anche il trio Stewart-Haas Racing (e qui ci sarebbe tanto da dire) composto da Ryan Preece, Aric Almirola e Chase Briscoe che a causa di una penalizzazione da 120 punti è addirittura 31° in classifica generale.

Da notare fra gli outsider anche Todd Gilliland, che potrà essere aiutato dal già qualificato Michael McDowell e dalla wild card Riley Herbst, un Corey LaJoie che ha iniziato benissimo e poi ha perso un po’ di terreno, Erik Jones, già vincitore a Daytona ma che ha pagato la pessima annata del Legacy MC, Austin Dillon (impalpabile al confronto con Kyle Busch, ma già fortunatissimo protagonista del ribaltone del 2022) e un Harrison Burton alla caccia di identità anche in previsione 2024.

In chiusura alla lista dei piloti obbligati a vincere c’è colui che è stato praticamente “ripescato” dal cambio di regolamento (Briscoe poteva ancora sperare eventualmente di recuperare i 19 punti di ritardo dal 30° posto di Burton), ovvero Ty Dillon che, malgrado una stagione pessima e il fatto di essere a 110 punti dalla top30, è invece ancora potenzialmente un candidato ai playoff.

La NASCAR Xfinity Series

La Xfinity Series, a differenza della sorella maggiore, ha ancora tre gare da disputare prima del taglio in vista dei playoff. Essendo quattro i posti ancora disponibili, è già certo che almeno un pilota si qualificherà in base ai punti ottenuti, ma chi sarà non è ancora chiaro.

Otto i vincitori eleggibili per i playoff con la coppia Nemechek-Hill che finora ha dominato la stagione vincendo nel complesso nove delle 23 gare disputate. Le briciole, soprattutto sugli stradali, sono rimasti a piloti del calibro di Custer e Mayer mentre altri hanno ottenuto ancora meno.

A quota un successo Allgaier, che ha sprecato tanto nelle ultime settimane, i giovani Smith – non parenti – con Chandler e Sammy entrambi andati con merito in victory lane ed infine colui che ha sparigliato le carte fin dalla primavera.

A inizio stagione era chiaro che i top team della Xfinity Series erano 12, tanti quanti i posti disponibili ai playoff e quindi un potenziale vincitore a sorpresa avrebbe fatto esplodere la griglia playoff. A farlo a Talladega è stato Jeff Burton

Da allora è partita una sfida in sordina per non essere il big escluso dai playoff, ma la battaglia durante la prima parte dell’estate non è mai esistita in quanto Brandon Jones praticamente è come se non si fosse mai presentato ed ora è ancora a 61 punti di ritardo, dunque praticamente obbligato a vincere.

Nelle ultime settimane con le sfide sugli stradali però le sorprese rischiano di diventare due: la consueta stagione anonima di Hemric unita alla collezione di sfortune e difficoltà nel chiudere la contesa della coppia Creed-Herbst ha rimesso in gioco clamorosamente Parker Kligerman, ora a soli tre punti di ritardo dalla qualificazione. Quindi Daytona potrebbe dare un altro importante scossone alla classifica mentre Josh Berry, ancora a secco, può dormire sogni tranquilli anche in ottica 2024 (sarà il sostituto di Harvick) anche se la presentazione sul grande palcoscenico rischia di non essere delle migliori.

La NASCAR Truck Series

La Truck Series, come di consueto, ha già iniziato i suoi playoff e questo weekend vedrà un’altra gara del Round of 10. I camioncini saranno di scena al Milwaukee Mile, lo storico ovale inaugurato nel 1903 e che non vedeva gare NASCAR dal 2009.

All’Indianapolis Raceway Park Ty Majeski ha conquistato la prima vittoria stagionale con annessa qualificazione al turno successivo. In una serata senza grossi problemi per i 10 piloti, tranne forse Rhodes appena 16°, la classifica non ha visto grossi scossoni e solo gli stage point hanno creato una spaccatura.

Dietro a Majeski, infatti, con un margine di almeno 20 punti sul taglio ci sono nell’ordine Heim (+47), Eckes (+39), Hocevar (+35), Zane Smith (+29) ed Enfinger (+24) che possono ancora non rischiare al 100% per tenersi in una zona tranquilla e gestire la situazione.

Nella zona rossa, invece, quattro piloti in lotta per appena due posti. Rhodes e Sanchez al momento sono al di sopra della linea del taglio ma di appena quattro e due punti. Al di sotto, separati da una sola lunghezza, Crafton e DiBenedetto. Paradossalmente sono proprio Sanchez e Crafton i due con i ricordi più “recenti” di Milwaukee, Nick per le due gare in ARCA Series degli ultimi due anni, Matt perché presente – ovviamente – fino al 2009 nella Truck Series su questa pista.

La ARCA Series sarà presente pure lei a Milwaukee per il 15° (su 20) appuntamento stagionale. Con quattro vittorie nelle ultime cinque corse (battuto nettamente solo sullo sterrato di Springfield dal promettentissimo 15enne Brent Crews) Jesse Love ha praticamente una mano e mezza sul titolo visti i 116 punti di vantaggio sull’ottimo debuttante messicano Andrés Pérez de Lara (che ha pagato caro il ritiro in Michigan quando era in testa) e 122 su Frankie Muniz (sì, l’attore) in una categoria che ormai ha soli sette piloti a tempo pieno.

Il programma del weekend fra Daytona e Milwaukee

Venerdì 25 agosto:

21:00 Qualifiche Xfinity Series

23:05 Qualifiche Cup Series

1:30 Gara Xfinity Series

Sabato 26 agosto:

20:00 Prove libere Truck Series

21:00 Prove libere ARCA Series

22:00 Qualifiche ARCA Series

1:00 Gara Cup Series (diretta su Mola con il commento di Matteo Senatore e del nostro Simone Longo con pre-gara a partire dalle 0:30 a cura di Giovanni Esposito e dello stesso Simone Longo)

Domenica 27 agosto:

17:30 Qualifiche Truck Series

19:00 Gara ARCA Series

22:00 Gara Truck Series


Immagine: Media NASCAR

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