Una gara per definire l’ultimo pilota qualificato ai playoff. Blaney parte favorito, ma Truex non è distante e Daytona può concedere un’altra chance a molti piloti. In pista anche la Xfinity Series, ma per loro mancano ancora quattro gare al taglio
La NASCAR torna a Daytona per l’ormai consueto termine della regular season. Quella di sabato notte (bandiera verde all’una di notte di domenica con diretta su Mola TV e NASCAR Trackpass) sarà la 26esima gara del campionato, quella che dal 2004 ad oggi segna la selezione dei piloti che si contenderanno il titolo. 15 dei 16 piloti sono già sicuri del posto ai playoff, l’ultimo nome sarà deciso al termine delle 400 miglia, overtime permettendo.
I 15 piloti già qualificati
Non è la prima volta che si arriva a Daytona con già 15 piloti qualificati per i playoff, infatti già l’anno scorso si arrivò con questa situazione, tuttavia nel 2021 il numero di vincitori diversi era “solo” di 13 mentre ora, anche grazie alla parità della Next Gen, ci sono stati addirittura 15 trionfatori, un dato da record con questo format.
Questa situazione inedita, dato che i posti disponibili sono sempre 16, ha creato delle situazioni anomale. Normalmente i piloti che ottengono una vittoria si possono considerare come automaticamente qualificati per i playoff, ma in questo incredibile 2022 si è dovuto fare retromarcia nel corso dell’estate dato che il numero dei vincitori aumentava fino alla temuta (o desiderata a seconda dei punti di vista) situazione con 17 o più vincitori diversi.
Alla fine l’emergenza è rientrata fra il Michigan e il Watkins Glen e quindi si arriverà ai playoff con 15 o 16 vincitori diversi. In cima, sia alla griglia playoff con quattro vittorie che alla classifica generale con 922 punti, c’è Chase Elliott che – grazie appunto a questo punteggio – ha già vinto matematicamente la regular season dato che ha un margine di 134 punti su Kyle Larson e a Daytona se ne assegnano “solo” 60. Così il campione della NASCAR Cup Series 2020 ha già messo in conto all’attivo ulteriori 15 playoff point.
Ancora da assegnare, invece, ulteriori sette playoff point relativi alla gara di sabato notte (uno ciascuno per le stage e cinque per la vittoria) nonché gli ulteriori di bonus per quelli che finiranno fra la seconda e la decima posizione in regular season secondo la ripartizione 10-8-7-6-5-4-3-2-1; è ancora tutto aperto visto che, ad esempio, dietro ad Elliott ci sono ben sei piloti racchiusi in 55 punti. Sembrano decisi però i 10 piloti che riceveranno punti dato che fra il 10° (Byron) e l’11° (Bowman) ci sono 49 punti difficilmente recuperabili. In ogni caso fare previsioni in vista del reset della prossima settimana è difficile ad oggi.
Dietro ad Elliott ci sono ben sette piloti che hanno conquistato due successi e pure i playoff point conquistati al momento da questi sono molto equilibrati, infatti si va dai 10 di Harvick (tutti derivanti dai due successi consecutivi della tarda estate) di 15 di Chastain che ha raccolto nel percorso ben cinque stage oltre ovviamente a diverse polemiche per l’aggressività in pista.
Con un solo successo altri sei piloti che hanno dovuto sudare un pochino nelle ultime settimane prima di potersi tranquillizzare o conquistando una seconda vittoria (Harvick e Reddick), oppure perché avevano accumulato tanti punti come Larson, Kyle Busch (alle prese ancora con i patemi del mercato), Bowman e Suárez.
Gli ultimi a staccare il biglietto, in maniera anomala, sono stati Austin Cindric, il vincitore della Daytona 500, e Chase Briscoe. I due piloti Ford, infatti, si sono qualificati grazie al forfait di Kurt Busch al Watkins Glen a causa dei postumi dell’incidente in qualifica a Pocono che gli ha provocato un trauma cranico. Lo stesso Kurt, che rischiava di essere “il 17° vincitore” in quanto quello con meno punti dopo le diverse tappe saltate, si è qualificato dopo la vittoria di Larson al Watkins Glen in quanto non potevano più esserci 17 vincitori diversi.
Ora però l’obiettivo rimane su Kurt, infatti non è ancora chiaro se e quando tornerà in macchina. Quando lo farà sono poche le certezze. La prima è che avrà una sessione di test straordinaria a disposizione per valutare di essere effettivamente nel pieno delle forze, la seconda è che sarà uno dei 16 piloti dei playoff. Infatti, malgrado tutto, ha ottenuto con merito questo traguardo e, anche se dovesse stare fermo a lungo, sarà a fine anno nella top16. Busch, tecnicamente, potrebbe anche saltare le prime due gare dei playoff dato che il waiver ce l’ha e gli “basterebbe” vincere l’ultima corsa del “Round of 16” per avanzare al turno successivo.
Nelle ultime due settimane, tuttavia, si sono succedute diverse voci non si sa nemmeno quanto affidabili. Secondo qualcuno Kurt Busch avrebbe l’opzione eventualmente di rinunciare al posto nei playoff per far avanzare il 17° classificato. Tale manovra, oltre al fatto che bisogna verificare se sia ammessa dal regolamento sportivo, porrebbe molti dubbi di sportività. Una rinuncia post-Daytona è ovvio che avverrebbe solo se il primo degli esclusi fosse il compagno di marca in Toyota Martin Truex Jr. e non Blaney.
Un rinuncia a posteriori però cambierebbe le carte in tavola e quindi, nel caso di tale decisione, Kurt – sempre secondo queste voci – dovrebbe per correttezza annunciare il proprio forfait prima della gara per mettere tutti i piloti ancora in corsa per i playoff davanti ad un nuovo scenario ma chiaro. Non è chiaro, tuttavia, perché il 23XI Racing dovrebbe rinunciare ai playoff, con o senza Kurt Busch. Infatti la #45 è ancora in corsa per l’owners championship e il team beneficerebbe di premi aggiuntivi dalla qualificazione. Quindi la situazione somiglia più ad un telefono senza fili che ha preso forza senza basi fondate e ragionate.
Il posto ancora disponibile
Per un fatto incredibile, se ci si basa sui numeri la situazione del 2022 è identica a quella del 2021. Anche un anno fa, infatti, si erano già qualificati 15 piloti ed il 16° (allora Tyler Reddick, oggi Ryan Blaney) partiva con 25 punti di margine sull’unico pilota che potrebbe rubargli il posto (la stagione scorsa Austin Dillon, ora Martin Truex Jr.) solo in base al punteggio. L’unica certezza è che quest’anno un big di un top team resterà sicuramente fuori dai playoff a sorpresa.
La qualificazione di Blaney e Truex, data per certa a inizio anno, è diventata sempre più incerta in estate quando sono arrivate le vittorie di Suárez a Sonoma, di Reddick a Road America, di Bell in New Hampshire ed infine di Harvick in Michigan che hanno spostato la linea rossa sempre più in alto fino a far diventare la lotta per il 16° posto una battaglia punto a punto sempre col brivido. Il divario fra i due nell’ultimo mese si è ridotto leggermente fino ad assestarsi attorno alla ventina di punti, incluso il pareggio tecnico sotto la soglia della sufficienza per entrambi (Truex 23° e Blaney 24°) al Watkins Glen.
Ovviamente il pilota del Team Penske parte da una situazione leggermente favorevole, tuttavia dire che Blaney sia tranquillo sapendo che deve tifare che non ci sia un nuovo vincitore (a meno che ovviamente questo sia lui stesso) a Daytona e al contempo conquistare almeno 31 punti (equivalenti ad un sesto posto) per avere la matematica certezza della qualificazione è decisamente audace, specialmente se si pensa che Ryan non è mai stato un pilota fortunatissimo in pista.
Tradizionalmente Daytona è una pista che favorisce di più le Ford e lo dimostra la vittoria a febbraio di Austin Cindric, compagno di squadra di Blaney il quale ha vinto proprio questa gara l’anno scorso. A favore della #12 c’è anche il fatto che, malgrado l’hype pre-gara, poi in corsa negli anni passati sono stati pochissimi i ribaltoni rispetto alle situazioni di partenza. Truex, invece, non ha mai vinto in carriera su uno superspeedway in Cup Series (0 successi in 69 gare) e dovrà anche compensare alla cronica mancanza di Toyota nel gruppo (appena sei di cui quella di Wallace che aiuterà inevitabilmente poco Martin).
In sintesi, ogni incidente potrebbe far perdere molti punti ai due e spostare l’ago della bilancia da una parte o dall’altra. Non è da escludere un Blaney prudente nelle prime due stage restando alla finestra vedendo quanto aggressivo sarà Truex e quanti punti guadagnerà la #19 ai traguardi intermedi, il tutto prima di un finale all’attacco per evitare la beffa sul traguardo. Beffa che sarebbe ancora più grande dato che al momento Blaney è il terzo pilota nella classifica generale e Truex il sesto.
I piloti obbligati a vincere
Anche quest’anno, soprattutto a causa delle penalità comminate ai team che hanno cercato subito di trovare i limiti della nuova Next Gen pur sapendo i rischi che correvano in caso di infrazioni tecniche, si è creato un solco fra i primi 17 piloti della classifica e gli altri. Erik Jones, seppur distante appena quattro punti da Chase Briscoe (il peggiore dei qualificati se si esclude Kurt Busch che finora ha saltato cinque corse), è lontano ben 212 lunghezze da Blaney e dalla qualificazione, quindi lui e tutti quelli che lo seguono sono obbligati a vincere a Daytona.
E la composizione di questo gruppo è una delle più ricche – ed allo stesso tempo pericolose – della storia delle chiusure di regular season. A norma di regolamento per qualificarsi per i playoff bisogna o aver vinto la regular season, o essere uno degli altri migliori 15 piloti per vittorie e a seguire per punti, il tutto a patto di essere nella top30 in classifica generale ed essere un pilota full time a meno di waiver concessi per infortuni e malattie, come successo a Kurt Busch e Chris Buescher (positivo al Covid a Gateway).
Dunque, a rispettare per prima cosa questo ultimo comma, in corsa per i playoff sono ancora 13 piloti, quelli che occupano le posizioni fra la 18 e la 30 dell’attuale griglia playoff. Sono già esclusi da ogni speranza il 31°, ovvero Corey LaJoie, ed il 32° (Cody Ware), in quanto il loro distacco dalla top30 è già superiore ai 60 punti, il massimo ottenibile a Daytona anche in caso di cappotto, e dunque non possono risalire la classifica. Da notare, inoltre, che quindi anche una eventuale vittoria – solo sfiorata – di LaJoie ad Atlanta sarebbe stata inutile a questo punto per i playoff.
Di questi 13 piloti, tutti quelli fra Jones e Gilliland, addirittura in otto hanno all’attivo almeno una vittoria sugli superspeedway per un totale di 16 successi. La parte del leone la recita ovviamente il pilota forse più deluso del 2022, ovvero Brad Keselowski che ha visto le sue speranze di playoff ridotte notevolmente da molti mesi a causa di una penalità di 100 punti per irregolarità tecnica. Le sue sette vittorie fra Daytona e Talladega lo rendono forse il pericolo numero uno per l’ex compagno di squadra Blaney.
Due successi su questa tipologia di tracciati anche per Almirola, una grazie alla pioggia a Daytona ed una a Talladega in una gara dominata dallo Stewart-Haas Racing, e Stenhouse, entrambe nel magico 2017, che potranno sfruttare la loro esperienza (e per Ricky si spera anche la maturità senza eccessiva aggressività) e quindi pure loro saranno mine vaganti in queste 400 miglia, specialmente Aric protagonista di una stagione in crescita sua e del team dopo un altro inizio difficile.
Da tenere d’occhio ovviamente gli altri piloti già vincitori: Jones ha già conquistato la gara estiva a Daytona quando era al Joe Gibbs Racing però ora ha confermato la crescita della #43 (non si può dire lo stesso per Ty Dillon che a fine anno lascerà la #42 ma comunque mantiene ancora una flebile speranza), Austin Dillon e Michael McDowell hanno trionfato – poi si può discutere sul modo – nella Daytona 500 e quindi entrambi possono battere di nuovo tutti.
Più difficile il bis dell’impresa di Justin Haley, che vinse la gara estiva a Daytona fra pioggia, fulmini ed audaci strategie, ma il nome da non perdere di vista sabato notte è quello di Bubba Wallace che ha confermato anche quest’anno il talento sugli superspeedway e, dopo la vittoria a Talladega nel 2021, a febbraio è arrivato secondo.
Gli altri cinque piloti ovviamente non partono sfavoriti. Trascurare un Chris Buescher alla migliore stagione in carriera sarebbe sbagliato e lui insieme a Wallace, McDowell (anche lui in formissima) ed Almirola paiono come i favoriti per far saltare il banco. Decisamente in ribasso invece, oltre al già citato Ty Dillon, anche Cole Custer (forse il più deludente fra i piloti del 2022) ed i debuttanti Harrison Burton e Todd Gilliland. Una loro mancata qualificazione ai playoff, inoltre, darebbe automaticamente il titolo di rookie dell’anno ad Austin Cindric.
La Xfinity Series
Per la NASCAR Xfinity Series quella di Daytona sarà “solo” una gara di transizione nel finale di regular season. Al taglio, infatti, mancano ancora quattro gare, lo scenario in vista dei playoff è già molto definito e la corsa in Florida di venerdì notte sarà quasi certamente l’ultima chance per ribaltare la classifica.
Sette i piloti al momento qualificati sui 12 posti disponibili grazie alle vittorie ottenute finora. Ty Gibbs guarda tutti dall’alto in basso con le sue cinque vittorie, ma in testa alla regular season (ancor più nettamente dopo i ko altrui al Watkins Glen) è AJ Allmendinger che potrà gestire le ultime gare per conquistare ulteriori 15 playoff point. A quota tre successi come il pilota del Kaulig Racing ci sono anche Justin Allgaier e Noah Gragson. Chiudono la lista Josh Berry, Austin Hill e Brandon Jones.
Virtualmente qualificati per il vantaggio in classifica sono anche Riley Herbst (+129) e Sam Mayer (+125), ma per loro – in caso di assenza di vittorie – la matematica renderà ufficiale tutto fra un paio di settimane. Dopo i problemi sullo stradale dello stato di New York alle loro spalle la classifica si è accorciata. Il campione in carica Daniel Hemric è “solo” a +67 sul taglio, il suo compagno di squadra Landon Cassill a +50 mentre Ryan Sieg ha visto ancora erodere il suo vantaggio ed è a +39.
Al momento fuori dai playoff appunto per 39 punti c’è un big come Sheldon Creed che sì è in ripresa nell’estate, ma recuperare 10 punti a gara a Sieg gli impone di non sbagliare nemmeno un colpo. Più staccati, ed obbligati a vincere, invece Anthony Alfredo, Brandon Brown, Jeb Burton, Myatt Snider e Jeremy Clements e chiunque sarà al termine della regular season nella top20; fra di essi non sono più ammissibili Brett Moffitt ed Alex Labbé in quanto hanno saltato almeno una gara senza motivi validi se non quello di essere rimasti senza sedile.
La Truck Series
La NASCAR Truck Series osserverà altre due settimane di riposo e tornerà in Kansas il 9 settembre per l’ultima gara del “Round of 10”. Dopo le corse all’Indianapolis Raceway Park e a Richmond ad essersi già qualificati per il turno successivo sono Chandler Smith e Grant Enfinger. La qualificazione, tuttavia, pare quasi certa per altri cinque piloti e sono Zane Smith (+46), John Hunter Nemechek (+43), Ty Majeski (+36), Stewart Friesen (+31) e Ben Rhodes (+21).
Dunque, la gara sul cookie cutter da 1.5 miglia pare sarà una sfida a tre per l’ultimo posto utile. Il solito metronomo Matt Crafton inizierà la corsa con appena tre punti di margine su Carson Hocevar, decisamente falloso in questo inizio di playoff, e sei sul compagno di squadra Christian Eckes.
Il programma del weekend a Daytona
Venerdì 26 agosto:
21:05 Qualifiche Xfinity Series
23:05 Qualifiche Cup Series
Sabato 27 agosto:
1:30 Gara Xfinity Series (diretta su NASCAR Trackpass)
Domenica 28 agosto:
1:00 Gara Cup Series (diretta su Mola TV e NASCAR Trackpass)
Immagine: Media NASCAR
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