La #22 e la #12 controllano tutta la corsa, Logano sullo short run, Blaney sul long run. Gli ultimi 54 giri sono un banco di prova per entrambi, Ryan paga la ripartenza e riprende il compagno di squadra troppo tardi per un vero attacco
Joey Logano l’ha rifatto. Al di là della questione degli anni pari, il pilota della #22 del Team Penske si conferma essere il migliore interprete del tanto discusso sistema dei playoff a eliminazione che è presente in NASCAR Cup Series dal 2014. Con la vittoria di Phoenix, in attesa dei controlli tecnici di rito, Logano è diventato il decimo pilota nella storia della top class delle stock car a vincere tre o più titoli eguagliando leggende come Lee Petty, David Pearson, Cale Yarborough, Darrell Waltrip e Tony Stewart.
Decisiva per la vittoria di gara e del campionato la ripartenza a 54 giri dalla fine in seguito alla caution per l’incidente di Zane Smith che sembrava aver scosso la classifica. In quel momento, infatti, Bell era in controllo della corsa davanti a Blaney e Logano, tuttavia la loro strategia conservativa – fin troppo – su due soste nella stage finale pareva essere sopraffatta dall’attacco di Byron e del Team Hendrick sul pit unico.
La caution al momento perfetto per le Ford ha ricompattato tutti e dato loro gomme fresche alla bandiera verde. Sì, gli pneumatici aiutano, ma l’attacco di Logano nella dogleg per superare Byron e Bell ha lanciato Joey al comando mentre gli avversari per il titolo non riuscivano a reagire, la #24 staccata leggermente, la #12 di Blaney a litigare con Larson, la #45 di Reddick in ripresa ma in ogni caso fuori dai giochi come in tutta la corsa.
Logano a sfruttare lo short run come il suo solito, Blaney invece impegnato ad essere il più veloce sul long run come dalle prove libere. Il timing della rimonta di Ryan doveva essere perfetto, tuttavia la sensazione che il tempo perso dietro a Larson poteva essere decisivo si è rivelata giusta. Liberatosi della #5, Blaney ha poi recuperato e, qui sì in maniera efficace, superato Byron lanciandosi all’inseguimento di Logano dovendo guadagnare circa 2″ di ritardo in una ventina di giri.
Blaney si è avvicinato al leader e compagno di squadra, ma a ricongiungimento avvenuto non ha trovato il varco per passare, né l’aiuto involontario di qualche doppiato. Inoltre Logano, maestro anche nel mirror driving, non ha sbagliato nulla e non ha subito un vero attacco da parte della #12, nemmeno nei metri finali. Il tutto per il sollievo di Roger Penske in tribuna VIP.
Per Joey Logano questa è la 36esima vittoria in carriera (il vero dato impressionante è che 15 di queste sono arrivate nei playoff), la quarta a Phoenix ma anche la quarta del 2024 dopo Nashville, Atlanta e Las Vegas a cui si deve aggiungere anche la All-Star Race di North Wilkesboro. Per Blaney, secondo sul traguardo a soli tre decimi, l’amarezza più grande oltre a non essere riuscito a difendere il titolo del 2023, quello di essere stato battuto dal compagno di squadra.
Byron è terzo al traguardo e in campionato, ma staccato di 5″ dalla coppia Penske, a seguire poi Larson, Bell e Reddick che è riuscito a difendere il sesto posto dopo aver galleggiato attorno alla decima posizione per tutta la prima metà di gara prima di indovinare la ripartenza all’inizio della stage finale. A completare la top10 infine Wallace, Elliott, Buescher e Suárez. Martin Truex Jr., partito in pole, progressivamente scende e chiude l’ultima gara della sua carriera a tempo pieno al 17° posto, ma onorato e applaudito da tutti. Due soli i ritirati, Ty Gibbs per incidente al secondo giro (foratura dopo una toccata al muro) ed il citato Zane Smith (freno esploso).
I risultati odierni (in attesa dei controlli tecnici)
Seguirà nelle prossime ore la cronaca completa della gara della NASCAR Cup Series a Phoenix
Immagine: Twitter NASCAR
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