NASCAR | Nemmeno il muro ferma Elliott sul Roval!

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Tempo di lettura: 21 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
1 Ottobre 2019 - 10:00
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La seconda edizione del Roval di Charlotte non delude, ma lascia con l’amaro in bocca per il finale a singhiozzo per le tante (troppe?) caution che tengono in sospeso l’ultimo verdetto fino all’ultimo giro. Una gara irregolare disputata in un caldo anomalo che ha mandato i piloti ad un passo dal ko ed ha reso il post-gara ancora più bollente. In tutto questo Elliott domina, poi sbatte in maniera incredibile, infine rimonta con una vettura incredibilmente ancora intatta e vince sorpassando tutti i rivali. Dietro di lui conclude un aggressivo ma stoico Bowman che stacca l’ultimo biglietto per il “Round of 12” eliminando Newman e Almirola.

La gara

Su Charlotte c’è un caldo torrido. Siamo a fine settembre e la temperatura è oltre i 30 °C, quasi 35. Non il clima ideale per disputare 400 km insidiosi su uno dei circuiti che concede meno seconde chance di tutto il calendario. Già nelle libere gli incidenti si fanno fatica a contare. Tifft, Wallace, Johnson e Kyle Busch baciano le barriere ma i loro team riescono a riparare le loro vetture, Truex sbaglia una cambiata nelle FP3 e il motore va in fumo e infine sono costretti a partire dal fondo col muletto Kligerman, Hamlin e soprattutto Bowman. Il pilota della #88 è quello nella situazione più critica: inizia il weekend due punti sotto il taglio, da mercoledì non si sente bene fisicamente, riesce a qualificarsi secondo e poi all’ultimo minuto di libere va a sbattere rischiando di mandare tutto all’aria.

La pole position va ancora una volta a William Byron, il quale dunque inizia al meglio un weekend importante visto che ha soli due punti di vantaggio su Bowman e quindi sul primo dei virtualmente eliminati. Anche Bowyer, a -4 dalla qualificazione, può sperare nel ribaltone dato che al via è quinto. In difficoltà invece Almirola (16°) e soprattutto Kurt Busch, 23°. In molti invece possono invece sorridere: Truex, Harvick e Ky.Busch sono già qualificati al “Round of 12” mentre sono a pochi punti dalla certezza matematica anche Keselowski, Hamlin e Logano. Tutti gli altri invece dovranno tremare fino alla bandiera a scacchi.

Alla bandiera verde Byron mantiene la prima posizione davanti a Johnson – avanzato in prima fila dopo che Bowman ha dovuto cedere il posto in griglia – e Logano. La prima curva fila via liscia, la prima chicane invece no: Bowman in rimonta blocca i freni posteriori e finisce in testacoda travolgendo, pur senza danni, Wallace e Austin Dillon. Per Alex una gara già difficile diventa ancora più in salita dato che prima si ferma ai box per sostituire le gomme spiattellate e poi deve uno scontare un drive through perché non ha scontato la penalità per il taglio della chicane (la Nascar ha detto chiaramente che per qualsiasi taglio di chicane, tranne rari casi, c’è qualcosa da scontare), ovvero uno stop&go “letterale” in cui i piloti devono fermarsi nella via di fuga e poi subito riaccelerare. Staccato di oltre un minuto, Bowman deve solo limitare il passivo nella prima stage, ma i punti persi rischiano di essere pesanti.

In testa intanto Byron va in fuga su Johnson e Logano, ma a farsi pericolosi in rimonta ci sono Harvick e Larson che sorpassano la #22 ed entrano prepotentemente nella top5. Quando tutti stanno iniziando a discutere il tema delle strategie, con il solito dilemma fra non fermarsi e conquistare i punti e pittare ripartendo davanti nella stage successiva, Preece – in evidente difficoltà visto che dalla top10 era finito fuori dalla top20 – finisce in testacoda alla bus stop e i commissari chiamano una caution immediata che fa storcere il naso vista la poca gravità della situazione. Chi è arrabbiato è sicuramente Chad Knaus, il crew chief di Byron, visto che è sfumato un vantaggio di addirittura 7.5″ su Harvick, in quel momento secondo.

Ai box ci vanno Harvick e Johnson (insieme a gran parte del resto del gruppo) e così alla ripartenza Byron è ancora in testa, ma arriva subito il primo grande incidente: Kurt Busch finisce lungo in frenata, tocca Buescher e scatta il tamponamento a catena che coinvolge anche Hamlin, Johnson, Hamlin ma soprattutto Bowman e Jones, la cui gara finisce qui a causa del radiatore bucato e con essa pure il sogno (già ampiamente compromesso dato che era obbligato a vincere) di proseguire i playoff. La caution senza motivo dura ben tre giri e quindi la prima stage finisce sotto bandiera gialla; la beffa per Byron è completa dato che in quei pochi metri di corsa Larson lo ha sorpassato all’esterno della prima curva e si prende così 10 preziosi punti davanti allo stesso William, a Bowyer, Logano e Blaney. Con questo traguardo intermedio anche Keselowski, Logano ed Hamlin sono qualificati al “Round of 12” e con Jones eliminato rimangono in corsa nove piloti per sei posti.

Il break permette il completamento del giro di soste, ma in casa Penske – dato che sono liberi da ogni patema – lasciano in pista Logano e Keselowski con l’obiettivo di far completare loro la gara con una sosta in meno. A rovinare il piano ci penseranno direttamente i due piloti: Keselowski spiattella subito le gomme e si ferma poco dopo, Logano dopo la sua sosta programmata esce di pista a gomme fredde e tocca le barriere alla prima curva in seguito all’uscita dai box ed è costretto ad un pit stop aggiuntivo. Peggiore la situazione al box di Larson, dato che un meccanico si ostina a pulire la griglia della vettura anche quando Kyle sta già ripartendo. L’intervento prosegue anche fuori dallo stallo assegnato e la penalità da regolamento è pesante, un giro di penalità e Kyle scivola da una qualificazione quasi certa ad una difficile scalata dalla 35esima posizione.

In pista intanto Logano – come detto con gomme più usurate – non cede però la prima posizione ad Harvick che è dietro di lui, bensì ad Elliott che è scatenato nella sua rimonta e quindi passa in testa alla gara. Una volta che la classifica si è assestata, al giro 40 Chase è in fuga con 4″ su Harvick e oltre 10″ su Suarez, Kyle Busch (per la prima volta ai piani alti in tutto il weekend) e Truex che nella prima volta aveva tagliato la bus stop due volte prendendosi altrettanti stop&go. La trama della prima stage si ripete nella seconda: quando tutti iniziano a pensare alle soste arriva la caution.

Dopo il contatto del primo giro e le caution che hanno azzerato i distacchi, Bowman raggiunge di nuovo Wallace ma fatica a sorpassarlo e si fa sempre più pressante sul paraurti della #43. Bubba, memore di quanto successo in precedenza ma anche dei fatti del Glen con Ky.Busch, non ci sta a cedere la posizione e inizia a rispondere per le rime con una serie di diti medi rivolti alla #88. Alex lascia passare il primo, ma quando i gesti continuano perde la pazienza e all’inizio spinge Wallace all’ingresso della bus stop e infine lo manda a muro. Un gesto di rabbia che potrebbe costargli caro dato che è ancora virtualmente eliminato dal round successivo. Chi ringrazia questa caution è invece Larson che si prende il lucky dog, torna a pieni giri e può respirare.

La pit lane si apre e solo Bowyer, McDowell, Keselowski, Yeley e Johnson (che aveva forato poco prima) non ne approfittano e così a sei giri dalla fine della stage Elliott riparte solo sesto, ma Chase mette in scena uno show incredibile e a due giri dalla fine, sorpassando Brad nell’infield e non alle chicane, è già in testa. I 10 punti sono suoi, così come il biglietto sicuro per il “Round of 12”, davanti a Keselowski, Bowyer, Johnson e Harvick.

Finalmente il quadro dei piloti in bilico diventa ora più chiaro: sette piloti sono matematicamente qualificati e rimangono in lotta otto vetture per cinque posti. Kurt Busch è praticamente obbligato a vincere, ma in tutto il weekend non si è fatto vedere nella top10 e quindi viene dato già per eliminato, Larson ha un buon margine ma i problemi del 2018 sono ancora un ricordo recente, Byron è stabilmente nella top5 e non sembrano esserci problemi per lui così come per Bowyer. Dunque l’attenzione è tutta su Newman, Blaney, Almirola e Bowman.

Mancano 55 giri alla fine (metà gara) e gli animi si scaldano ulteriormente al punto che da qui alla bandiera a scacchi ci saranno ben sei caution. La prima ripartenza fila via liscia con Elliott davanti a Keselowski (con gomme più usurate) e tutti gli altri visto che solo Bowyer e pochi altri si sono fermati ai box. Clint è quello più agitato in questa fase di gara, sia perché la strategia lo ha mandato in mezzo al gruppo e sia perché ha davanti a sé Bowman e Wallace e potrebbe esserci l’atto terzo della disfida personale, ma alla fine non ci saranno problemi.

Il primo colpo di scena arriva da Blaney che – a suo dire – ha baciato il muro, anche se nei replay si vede solo un passaggio aggressivo su un cordolo seguito da una sfiaccolata proveniente dal fondo della vettura, segno che qualcosa si è rotto. Ryan cerca di reggere senza fermarsi ai box, è nono davanti a Kyle Busch il quale accusa a sua volta problemi meccanici, dato che mancano ancora 15 giri alla finestra per l’ultima sosta, ma a salvarlo ci pensa Hemric, mandato in testacoda alla bus stop da Wallace che si scusa immediatamente.

Le soste sotto caution di Blaney per riparare un supporto della sospensione non si contano, ma il suo problema è che tutti proseguono e quindi è costretto a ripartire dal fondo ed il suo tesoretto di punti è sfumato. Mancano 45 giri e avviene il momento che potrebbe cambiare la gara (ma visto l’esito finale non sarà così): Elliott riparte come già successo in un paio di occasioni in testa ma sbaglia incredibilmente il punto di frenata e finisce dritto contro le gomme di protezione a freni bloccati. Chase inserisce rapidamente la retro e con l’aiuto del team si accorge che il danno è limitato, il muso è solo ammaccato e siccome ha impattato con un angolo di 90° problemi evidenti alle sospensioni non ce ne sono e così dopo una breve sosta ai box riparte dal fondo del gruppo.

A ereditare la prima posizione è così Harvick davanti a Keselowski, sempre più vicino a mandare la sua strategia in porto, Truex, Johnson, Menard e Byron, con Blaney ancora in coda, ma con la vettura definitivamente riparata. Mancano 43 giri alla fine e dopo la confusione di inizio stage inizia una lunga fase di green che permette anche lo svolgimento dell’ultimo giro di soste. A questo non partecipa Kyle Busch, vittima di una foratura dopo i danni rimediati in precedenza e che nell’effettuare la sosta si prende una penalità. Staccato di due giri, ne perde un terzo per un altro passaggio in pit lane e alla fine – saggiamente – torna volontariamente nel garage in occasione dell’ultima caution per evitare ulteriori guai.

Alla bandiera verde intanto Truex sorpassa Keselowski e così dal nulla si trova in corsa per la terza vittoria consecutiva, ma Harvick ha un passo nettamente superiore e allunga su Martin, Brad, Johnson e Byron. Almirola e Newman sono a sorpresa nella top10 mentre Blaney e Bowman sono fuori dalla top15 e virtualmente eliminati per oltre 10 punti. A scuotere il gruppo in questi giri ci pensano due notizie: della pioggia (leggera) in lento avvicinamento e il fatto che molti team, fra cui quello di Blaney, all’ultima sosta fanno solo il pieno senza cambiare gomme puntando a recuperare le posizioni perse.

Nel giro di soste a prendere il comando è uno scatenato Chase Elliott, che aveva cominciato a recuperare le posizioni perse con gomme fresche. La forza della #9 si capisce al momento che, pur potendo tirare avanti fino a circa 10-15 giri dalla fine per riaprire i giochi, si ferma poco dopo i leader ai -31 tornando dunque in linea con la strategia di Harvick. Chi invece ha cambiato quattro gomme è Newman, il quale dalla top10 scivola in 21esima posizione ed è nel mezzo del gruppo mentre Blaney gli è davanti. Da qui in poi la gara di Ryan va a rotoli: il primo guaio arriva quando Tifft finisce in testacoda toccato dal doppiato Bilicki e Newman per evitarlo fa un breve fuoripista nell’erba e perde ulteriore tempo.

Ad aiutarlo ci pensa, volontariamente o no non lo sapremo mai, il suo attuale ma non futuro compagno di squadra Stenhouse, il quale finisce in testacoda alla bus stop a 20 giri dalla fine per un’altra caution discutibile; così viene cancellato anche il vantaggio di 7.4″ che Harvick aveva su Truex. La pit lane è l’osservata speciale e ci sono due decisioni a sorpresa, la prima è che Almirola non si ferma mentre Newman (che doveva recuperare posizioni) invece sì. E arriva il secondo errore di Ryan, il quale lascia spegnere la vettura e così anziché guadagnare perde ulteriormente. La classifica aggiornata infatti si è completamente ribaltata e vede Almirola e Blaney con un vantaggio addirittura in doppia cifra su Newman e Bowman a soli 18 giri dalla fine quando la gara riprende.

A questa ripartenza c’è l’unico sorpasso subito da Elliott nella seconda parte di gara ed è da parte di Bowyer che vuole mettere il sigillo sulla qualificazione, ma l’attenzione si sposta a centro gruppo: Almirola soffre tanto con le gomme consumate, Blaney le spiattella subito alla bus stop, e la situazione in diretta vede Aric sempre più verso la zona rossa, ma dopo un paio di giri arriva un altro incidente. Stavolta l’innesco è Hamlin che cerca di passare A.Dillon alle insidiose curve 5-6 ma finisce loose e in testacoda in una curva cieca e la pista in poco tempo è completamente bloccata. Nessuno rimedia danni terminali, ma un paio di colpi li subiscono Preece, Menard e – ancora una volta – Newman.

La pit lane si apre di nuovo e ad approfittarne sono pochi; sorprende il fatto che fra di essi non ci sia Almirola, in netta crisi al punto che un Bowman, ora addirittura nella top10, torna pericoloso per l’ultimo posto disponibile. La bandiera verde arriva ai -15 e Truex ha l’occasione migliore per portarsi in testa ma Harvick resiste; seguono Bowyer ed Elliott. Bowman intanto si scatena e da ottavo si porta nella top5 mentre Almirola continua ad affondare e c’è il “sorpasso” della #88 sulla #10. Con Blaney ormai stabile nella top15 la lotta per il “Round of 12” sembra ridursi a solo una battaglia per l’ultimo biglietto fra Newman, in recupero con gomme fresche in coda al gruppo, e Bowman.

La competizione non ha tregua, Suarez ai -12 finisce nell’erba con la vettura danneggiata e non riesce a ripartire. Stavolta la caution è obbligatoria e il gruppo si ricompatta ancora. Il crew chief di Almirola decide, probabilmente quando è troppo tardi, di cambiare gomme e Aric è costretto a giocarsi il tutto e per tutto dalla 28esima posizione. Si riparte ai -11 ma mezzo giro più tardi si è già sotto caution, infatti un Kurt Busch ormai senza più motivazioni tocca Buescher alla curva che reimmette sull’ovale e si crea un momento di panico nel gruppo in cui a rimediare un’altra toccatina è sempre Newman.

Davanti i primi due restano sempre Harvick e Truex, ma stavolta Elliott si riporta in terza posizione davanti a Bowyer. Otto giri alla fine e virtualmente Newman (17°) è qualificato per tre punti su Bowman (6°) e 13 su Almirola (23°). Il problema per Alex è che davanti ha cinque vetture fortissime mentre i suoi due rivali devono sorpassare diverse vetture di rincalzo e quindi la situazione è ancora apertissima. Per completare la giornata, quando tutto è pronto per ripartire, Smithley rompe un semiasse e lascia del fluido in pista; solo l’insistenza dei piloti nei confronti dei commissari permette di evitare che si torni a gareggiare sull’olio. E’ necessaria persino la bandiera rossa per non sprecare giri dietro alla pace car, ma alla fine la gara si rianima con soli sei giri dalla fine, proprio mentre dietro curva4 spunta fuori l’arcobaleno per la pioggia che non ha raggiunto tuttavia il circuito.

Truex allo scatto ci riprova in curva1 su Harvick ma alla piega successiva è costretto ad alzare il piede ed Elliott lo passa portandosi in seconda posizione, ma non si ferma qui e prima della fine del giro è già di nuovo in testa alla gara. Dietro di loro Bowman è forse più scatenato di Chase ed è quarto davanti a Bowyer. Il problema per Alex è che Newman è partito bene pure lui e mantiene un vantaggio di due punti sulla #88. Bowman risponde e sorpassa Truex che per guadagnare di nuovo la posizione su Harvick ne perde invece un’altra; passa mezzo giro e Alex sorpassa anche Harvick portandosi in seconda posizione a 1.3″ dal compagno di squadra Elliott ma soprattutto ad un solo punto da Newman.

Un solo punto, le opzioni sono due, o Alex raggiunge e sorpassa Elliott prendendosi oltre al punticino anche la vittoria, oppure Newman deve essere sorpassato da qualcuno. Con Chase che allunga ulteriormente l’unica opzione quando mancano soli quattro giri alla fine è la seconda. E chi arriva alle spalle di Ryan? Ovviamente un Almirola disperato (è virtualmente fuori per quasi 10 punti) ma con gomme fresche. Ai -4 arrivano quasi a contatto, ai -3 Aric osa troppo alla bus stop e bacia il muretto in uscita, ma ai -2 la pressione della #10 si rivela insostenibile e Newman arriva lungo sempre alla bus stop. Bowman è così alla pari con Newman ed ha il tie breaker dalla sua; a dargli la certezza matematica della qualificazione sono il fatto che Almirola non riesce a fare otto sorpassi in un giro e mezzo e che Newman ha tagliato la chicane e quindi deve scontare uno stop&go.

Davanti Elliott completa una gara straordinaria vincendo davanti a Bowman, Harvick, Bowyer, Keselowski, Byron, Truex, Blaney, Johnson e Logano. Sembra tutto finito, con Chase che fa un burn out proprio là dove era andato a sbattere (ed entra di diritto nei festeggiamenti più belli di sempre), ma gli animi sono ancora accesi. Newman e Suarez discutono per chissà quale contatto avvenuto negli ultimi 20 giri, mentre poco più in là un devastato – solo fisicamente – Bowman è seduto contro la vettura. Ha passato una settimana ammalato, ha rimontato dal fondo fino alla seconda posizione, la bandiera rossa è stata troppo breve e i commissari non lo hanno raggiunto in tempo per dargli una bottiglia d’acqua (così come successo con quasi tutti gli altri) e i 35° di Charlotte si sono sentiti dopo 400 km e 3h20′ di gara. Ad avere ancora energie è invece Wallace, il quale vuole chiarire quanto successo in pista. Bubba cerca il confronto ma Alex è ad un passo dal ko e purtroppo non lo capisce e reagisce forse in maniera esagerata svuotandogli addosso una bottiglietta. Per lui probabilmente arriverà un richiamo da parte della Nascar perché effettivamente è stato un gesto al limite.

La Nascar lascia Charlotte con soli 12 piloti in lotta per i playoff. Oltre ai già citati Truex, Harvick, Ky.Busch, Keselowski, Logano, Hamlin ed Elliott si qualificano al secondo round anche Larson (+29 senza drammi stavolta), Bowyer (+17, di cui 16 punti guadagnati nelle stage), Blaney (+13 dopo aver praticamente ricostruito una sospensione), Byron (+13 dopo il solito buon inizio di gara ma non concretizzato alla fine) e Bowman (+5). Eliminati invece Almirola (-5) penalizzato dalla strategia dell’ultimo cambio gomme, Newman (-16 dopo lo stop&go e che deve fare ammenda sull’aver lasciato spegnere la vettura alla sosta), Kurt Busch (-30 e mai in corsa) e lo sfortunatissimo Erik Jones (-75 dopo aver portato a casa quattro punti in tre gare per un problema al cambio, una squalifica dopo essere arrivato quarto ed un radiatore bucato dopo aver subito un tamponamento a catena).

Domenica prossima a Dover si resettano i punteggi (Kyle Busch torna davanti a tutti dopo un grigio primo round) ma non l’inerzia: Truex ed Elliott hanno vinto, gli altri no e devono inseguire nelle motivazioni. Si parte con sette piloti nettamente avanti rispetto agli altri cinque (18 punti di buco) e rischia già di essere una gara, anzi tre, per un solo posto al “Round of 8”.

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Nella gara della Xfinity Series prima vittoria stagionale per AJ Allmendinger, il quale domina l’ultima fase di gara davanti a tutti i regular del campionato. La pole position, dopo le movimentate libere in cui Gragson e Annett finiscono a muro e sono costretti a partire dal fondo col muletto, va a Chase Briscoe – vincitore qui l’anno scorso – davanti a Reddick, Cindric e Custer mentre Bell scatta solo 11° dopo aver mancato per due volte su due la bus stop nel secondo round delle qualifiche. Al primo giro c’è già confusione nel gruppo ed il primo big a sbagliare è Reddick, il quale per attaccare Briscoe finisce lungo alla bus stop e per scontare lo stop&go di penalità finisce in 22esima posizione. Ad aiutarlo ci pensa però Starr che si ferma in pista e provoca la prima caution. In questa occasione Haley finisce dritto nel garage per la track bar rotta e la sua gara è finita praticamente qui dato che perde sei giri.

Alla ripartenza a pagare pegno nel gruppo è Annett, vittima di un tamponamento a catena che lo lascia col muso ammaccato, ma incredibilmente riesce a portare al traguardo la vettura. In testa intanto Briscoe rimane davanti a Cindric, Custer e Allmendinger mentre Allgaier fa da tappo a Bell. In prossimità della fine della prima stage, quando intervengono anche le strategie, AJ finisce lungo alla chicane, viene passato da Bell e la sua strategia cambia in corsa anticipando la sosta. Briscoe invece prosegue e vince la prima stage davanti a Cindric, Allgaier, il canadese Labbé e Clements. Il completamento del giro di soste manda in testa Custer davanti a Bell ed Harrison Burton con Briscoe in settima posizione.

La seconda stage si svolge senza troppi incidenti e fuori pista: alla ripartenza Bell sorpassa subito all’esterno Custer e poco dopo è imitato da Allmendinger, Cindric invece non riesce a completare la manovra di slancio e così si accoda a Cole. Il quartetto si sfilaccia e solo alla fine viene raggiunto da Briscoe che ha faticato a passare lo specialista degli stradali Rodgers. In questa occasione si fermano prima del break Bell, Allmendinger e Cindric e così Custer vince la stage davanti a Briscoe, Reddick, Allgaier e Gragson.

Nell’ultima stage iniziano ad accendersi gli animi. Alla sosta Custer perde molte posizioni perché imbottigliato in pit lane e alla fine paga caro la confusione: alla bandiera verde c’è un 4-wide che incredibilmente scorre via liscio fino a quando Allgaier arriva lungo in curva1 e tampona Ryan Truex e nel mucchio, pur senza danni terminali, ci finiscono anche lo stesso Custer, Nemechek e Burton. Nel frattempo Bell è in testa davanti a Cindric, ma Austin allo scatto è sempre lento e così Allmendinger ne approfitta per passare prima in seconda posizione e poi, con un attacco deciso nella curva che reimmette sull’ovale, in testa alla gara.

Dopo la breve caution per Aschenbach mandato di traverso in mezzo alla pista, si riparte ai -17 con le prime posizioni invariate, ma ad animare il gruppo ci pensa Briscoe in rimonta che prima sorpassa un Cindric non al meglio con l’assetto e poi si mette alla caccia di Bell. Ai -9 il momento decisivo: Briscoe attacca Bell alla chicane del traguardo, Christopher la taglia per evitare il contatto e si ripresenta affiancato alla #98 in curva1. I due sono ancora attaccati in curva2 quando Bell manda in testacoda Briscoe. Dopo un primo momento in cui la Nascar non decide nulla, in seguito Bell viene penalizzato (ripartenza in coda al gruppo) per il taglio di chicane e per Chase c’è la beffa perché è stato mandato in testacoda da un pilota che tecnicamente non doveva essere il quel posto in quel momento, anche se alla fine dirà che è stato solo un incidente di gara.

Dopo un’altra caution (scenari da “Giorni di Tuono” con Brandon Jones in testacoda e poi Black Jr. a muro), l’ultima ripartenza arriva a tre giri dalla fine. Allmendinger rimane senza problemi davanti a Cindric anche perché Austin ha perso un ammortizzatore e quindi deve procedere con cautela. La #22 riesce a cedere solo la seconda posizione a vantaggio di Reddick, ma tiene a bada un Allgaier mai in gara.

AJ Allmendinger dunque torna alla vittoria ed evita anche i problemi ai controlli tecnici (già due squalifiche quest’anno) e chiude davanti a Reddick, Cindric, Allgaier e Gragson. Malgrado gli incidenti Custer chiude ottavo seguito da Briscoe. In campionato Custer raggiunge Bell (probabilmente alla gara peggiore in carriera dal punto di vista del comportamento) al secondo round malgrado non abbia vinto; in coda Sieg ed Haley, penalizzati da problemi meccanici, saranno costretti a vincere a Dover per qualificarsi mentre Annett dovrà gestire 11 punti di margine sulla coppia Jones-Nemechek.

I risultati odierni

La classifica della “Bank of America Roval 400”

La classifica generale

Questa la classifica finale del “Round of 16”

La graduatoria iniziale del “Round of 12” dopo il reset del punteggio

La classifica completa

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend a Dover per la Xfinity (sabato) si chiuderà il primo round dei playoff mentre domenica per la Cup Series inizierà il “Round of 12”. Ancora un turno di riposo per i Truck, dove non si sono ancora placate le polemiche per le rotture meccaniche di Las Vegas. Per loro ritorno in pista previsto per sabato 12 ottobre.

Immagine: twitter.com/nascar

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